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1, comma 1, LO/MI Prezzo a copia: € 15,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano-Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento reso
MAR/APR 2020
PER LA DIFFUSIONE
RIVISTA BIMESTRALE
acciaio
YOUR CHALLENGES,
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Lorem ipsum
STRUCTURAL ENGINEERING
AND POST TENSIONING SYSTEMS
tensainternational.com
Il BIM per
l’Ingegneria
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La nuova versione di Tekla Structures
è ora disponibile, molte le novità
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METODI DI LAVORO
DI NUOVA GENERAZIONE
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Tekla Structures 2020 su harpaceas.it
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La competenza
è una conquista
Professionalità e competenza
da oltre 60 anni
Il Gruppo IIS mantiene l’obiettivo prioritario che da sempre ha caratterizzato l’Istituto Italiano della Saldatura: produrre e trasferire conoscenza negli
ambiti delle attività svolte dalle Società che lo costituiscono, attento e fedele all’origine del suo brand.
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SOMMARIO
collegiotecniciacciaio.it
c-t-a-collegio-dei-tecnici-dell-acciaio collegiotecniciacciaio.it/costruzionimetalliche
CollegioTecniciAcciaio CMrivista
EDITORIALE
EDITORIALE
DEL DIRETTORE
Pubblichiamo l’editoriale che l’ing. Bruno Finzi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia
di Milano nonché direttore responsabile della nostra rivista, ha scritto per “Argomenti”, supplemento
Bruno Finzi dell’Ordine degli Ingegneri di Milano al n. 5 giugno 2020 del Giornale dell’Ingegnere
Mobilità, scuola e mercato immobiliare. Sono solo alcuni degli ambiti e settori che vivono la necessità
di un ripensamento totale rispetto alla fase pre-Covid e in questo numero abbiamo deciso di dedicare
la nostra attenzione attraverso l’analisi e lo studio di alcune tra le figure più impegnate all’interno
del nostro Ordine. Sono articoli e riflessioni importanti perché mettono al centro l’insostituibile ruolo
dell’ingegnere in questo particolare frangente che stiamo vivendo. Sono saltati gli schemi tradizionali
e stiamo andando incontro a un futuro incerto e carico di pesanti punti interrogativi. Ogni giorno
siamo bombardati da pareri di esperti – veri o sedicenti – in ambito medico, economico e politico.
Spesso manca la voce delle professioni e in particolare la nostra. Una voce che si riconosce per la
razionalità del pensiero e della visione oltre che per la concretezza; quanto spesso invece si coglie
l’esatto contrario nei talk show e nelle trasmissioni di intrattenimento con dibattiti inutili che hanno
fatto solo perdere tempo prezioso. La prossima riapertura delle scuole a settembre è un tema cruciale
che riguarda tutti. Si parla del nostro futuro, delle generazioni che verranno dopo di noi. Si parla
di ambienti che devono essere ripensati e riprogrammati non semplicemente attraverso un facile
maquillage. Ci tradisce spesso la cultura del “fare” più che del “parlare”. Noi ci vogliamo battere
perché questa fase 2, unitamente alla futura fase 3, veda più concretezza e meno parole e promesse
a vuoto. Non è solo questione di fondi che non arrivano o di mancati riconoscimenti della cassa
integrazione. Sono certo aspetti importantissimi e in alcuni casi vitali. Ma per recuperare i gap che
la Nazione ha e che stanno generando sempre più fortissime diseguaglianze sociali – basta leggere
per bene le ultime Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia Visco - abbiamo la
necessità di uno shock in particolare dal punto di vista burocratico.
Come ho già detto più volte meno burocrazia non vuol dire meno controlli. Anzi, il contrario.
Meno burocrazia vuol dire porre al centro il bene comune e l’esigenza collettiva perché l’opera
venga realizzata bene e in tempo senza costi aggiuntivi. Il modello Genova o Ospedale in Fiera
non è replicabile? Forse. Ma già il codice degli appalti offre alcune vie preferenziali e nei giorni
scorsi anche Anac e l’ex Presidente dell’autorità Cantone hanno avanzato delle proposte. Dobbia-
mo rompere le ingessature che comprimono questo Paese. Dobbiamo eliminare una volta per tutte
quella logica folle a livello legislativo che porta alla redazione di corpus come il Decreto Rilancio
il quale è incomprensibile in più parti anche per il più affermato azzeccagarbugli. Chiarezza è
sinonimo di trasparenza. Le opacità, le difficoltà interpretative, i lacci e i lacciuoli sono il male di
questo Paese. O si procede in maniera drastica con questa rivoluzione oppure andremo incontro
a periodi pesantissimi dove il rischio sarà la paralisi e l’immagine all’estero sarà ancora peggiore
rispetto ai pregiudizi che predominano in certe capitali europee. Abbiamo un’occasione unica of-
ferta dal Recovery Plan e dal Mes. Sta a noi spendere quei soldi in progetti necessari, credibili, di
sviluppo anche e soprattutto infrastrutturali. Basta con Comitati e sottocomitati. La politica decida
e dia prova di essere all’altezza. Dia prova di concretezza come quella richiesta ogni giorno alla
professione di noi ingegneri. Le idee le abbiamo ben chiare e come sempre ci poniamo al servizio
di cittadini e amministrazione. Chiediamo con forza che si volti pagina una volta per tutte per il
bene di questo Paese.
IL CONTROLLO
DELLA SICUREZZA
DEI PONTI ESISTENTI
Prof. Ing. Mario de Miranda
IUAV, Venezia
de Miranda Associati, Milano
Il patrimonio di ponti in esercizio in Italia è molto esteso e in gran parte è di età avanzata.
La manutenzione, indispensabile per garantirne adeguate condizioni operative, è stata negli anni
insufficiente.
Il patrimonio di ponti ha pertanto subìto in molti casi un forte degrado e non sempre i ponti oggi
in servizio posseggono i requisiti di sicurezza necessari.
È oggi quindi indispensabile una estesa operazione di controllo e adeguamento dei ponti esi-
stenti da parte degli Enti Gestori. E probabilmente si sta aprendo un periodo di intensa attività
in questo settore.
A tale scopo il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha recentemente emanato delle Linee
Guida, alla cui preparazione ho avuto il piacere di partecipare, che hanno l’obbiettivo di indiriz-
zare gli enti Gestori alle attività di controllo della sicurezza dei ponti esistenti con criteri tecnici,
scientifici e operativi omogenei.
Gli argomenti principali trattati dalle Linee Guida sono la Classificazione del Rischio, i criteri di
Valutazione della Sicurezza ed i criteri di attuazione del Monitoraggio strutturale.
• La Classificazione del Rischio, e quindi la valutazione delle condizioni delle opere, è indi-
spensabile per formulare delle priorità d’intervento che consentano di ottimizzare le risorse,
indirizzandole prioritariamente e immediatamente verso i casi più urgenti, ma al tempo stesso
programmando in base a criteri di oggettiva priorità gli interventi per tutte le opere esistenti.
È una valutazione che viene effettuata partendo da un censimento delle opere, proseguendo
con una stima preliminare ed induttiva sulle presumibili condizioni delle opere e completandosi
con effettive dirette valutazioni della sicurezza.
• La Valutazione della Sicurezza, che prende le mosse dai risultati delle necessarie ispezioni e
controlli, tiene conto nei ponti esistenti di diversi fattori e condizioni al contorno: le condizioni
di degrado delle strutture con la effettiva valutazione e influenza del deterioramento rilevato
sulla capacità portante, il cambio delle Normative nel corso del tempo, la vita utile residua, ed
i livelli di rischio accettabili per la Società.
Vengono anche introdotti criteri di accettabilità e criteri di limitazione dei carichi agenti al fine
di mantenere, ove possibile, un esercizio seppur parziale dell’opera, in attesa e a condizione
che si effettuino gli interventi di adeguamento necessari a ripristinarne la piena operatività.
• Il Monitoraggio delle opere viene affrontato illustrando e discutendo i principali metodi e
specificando frequenze e modalità delle visite ispettive.
Le principali e fondamentali attività di Ispezione e Monitoraggio sono per tutti i ponti il Con-
trollo Visuale ed il Controllo Geometrico. Entrambi necessariamente indirizzati da una effettiva
ed adeguata conoscenza del funzionamento strutturale degli elementi costruttivi da parte degli
addetti ai controlli.
Queste due attività sono allo stesso tempo relativamente semplici ed economiche, oltre che fon-
damentali e ricche di informazioni essenziali, non solo utili.
Vi sono poi varie attività per la ricerca delle condizioni di degrado di acciaio e calcestruzzo
utilizzando varie strumentazioni e metodi, dedicate alla ricerca dello stato e del grado di cor-
rosione degli acciai, del rilievo di cricche delle saldature, o della qualità dei calcestruzzi e delle
malte di iniezione.
Ed infine abbiamo il monitoraggio dinamico, che ha una certa utilità soprattutto per opere di
grandi dimensioni ed in particolare in presenza di un rilievo dinamico del ponte a fine costru-
zione da utilizzare come parametro di riferimento. Possibile nei ponti di nuova costruzione, non
disponibile in generale negli altri. Alcuni recenti eventi di ponti in cui il monitoraggio, che veniva
effettivamente realizzato, non ha impedito esiti tragici, ci dichiarano che l’argomento Monito-
raggio ha molti temi aperti, ed ha molti aspetti fondamentali che devono essere maggiormente
approfonditi ed opportunamente divulgati.
È intenzione del CTA costruire un evento di riflessione e studio su questi temi in un prossimo
Workshop nel quale le problematiche legate all’Ispezione ed al Monitoraggio verranno declinate
sui Ponti in Acciaio e sulle loro caratteristiche di vulnerabilità nei confronti di degrado, corro-
sione e fatica, ma soprattutto delle loro caratteristiche di ispezionabilità e agevole controllo e
adattamento, che ne rappresentano straordinari punti di forza.
Prof. Ing. Mario de Miranda*, Ing. Luca Marinini, Ing. Luigi Origone
Studio de Miranda Associati, Milano, Italy (www.demiranda.it)
A new cable-stayed bridge spans the Yamuna River in Delhi, India. The bridge has a length of 575 m, a main span of 251 m and
a pylon 154 m high and weighting 7000 t, with a particular geometric configuration. The bridge Construction Engineering was
developed by De Miranda Associati and the present paper illustrates the concepts and criteria that characterized the construction
methods adopted, some of them original and somewhat interesting, made possible by the simultaneous design of special equipment
conceived and built to allow to erect a structure that was quite difficult to construct because of complex geometries, high weights
and large dimensions. The challenge of this construction was won by a multinational team, with contributions from India, China,
Brazil and Germany, as well as from Italy, who managed to work in harmony and good cooperation. Construction was completed
in October 2018, and the bridge has been in operation since November of the same year.
Un nuovo ponte strallato scavalca il fiume Yamuna a Delhi, India. Il ponte ha una lunghezza di 575 m, una campata principale di 251 m
ed una antenna alta 154 m e del peso di 7000 t, con particolare configurazione geometrica. L’ingegneria di costruzione del ponte è stata
sviluppata da De Miranda Associati e la presente memoria illustra i concetti ed i criteri che hanno caratterizzato i metodi di costruzione
adottati, alcuni particolarmente originali e interessanti, resi possibili dal contestuale progetto di speciali attrezzature concepite e realizzate
per rendere possibile la costruzione di una struttura di difficile realizzazione per geometrie, pesi e dimensioni. La sfida di questa costruzione
è stata vinta da una equipe multinazionale, con contributi indiani, cinesi, brasiliani e tedeschi, oltre che italiani, che è riuscita a lavorare in
sintonia e buona collaborazione. La costruzione è terminata nell’Ottobre 2018, ed il ponte è in esercizio dal novembre dello stesso anno.
• installing the stay-cables and applying the first tensioning; 6. PYLON CONSTRUCTION METHOD
• dismantling the temporary structures. and apply final cables stressing Description
Figures 3a and 3b illustrate the main phases, that are described in some The pylon is composed of two legs, box girders, inclined backwards
detail in the accompanying paper. and inwards and connected at a level of +63 m by a Main Body, that
is a vertical shaft with variable cross section, which hosts the top an-
5. CHALLENGES chorages for the stay cables.
Main difficulties faced in the construction of this bridge were: The legs have a rectangular box girder with a constant width of 2,50
• building the composite deck, where the width of 36 m and length of m and height varying from 7,20 to 9,60 m.
575 m meant solving problems related to alignments, temperature, The Main Body, still a box girder, has a maximum width at its base of
temporary restraints, and earthquake effects; 20 m and a minimum width at the top of 13 m.
• erecting the steel pylon, which is inclined in two directions and wei- The two legs are hinged at the base so they would be unstable during
ghs 7000 t and which has to be installed to height of 160 m off the erection, unless some sort of device was provided.
ground. The pylon was divided into segments with weights varying from 40
This last issue will be mainly described in some detail in the following to 250 t. The joints between segments were flanged bolted joints with
pages. machined flanges.
Fig. 6 - First level of transverse bracing system Fig. 7 - Sequence of assembling a segment of one leg; inclining it in two directions
and lifting it
The connection between the Main Body and Legs is created using flanged
joints, machined at the workshop, with a total length of 35 m.
Problems
The main design problems to be solved in order to erect the pylon were
essentially:
• how to stabilize an inclined structure hinged at its base during con-
struction;
• how to recover structure deformation during erection;
• how to install large, heavy box girder segments that had to be placed,
one above the other, in a position with double inclination;
• how to manage the temperature effect, together with the tight tolerance
of a bolted structure.
Fig. 10 - Installing the bracing elements taking advantage of temperature changes;
and recovering elastic deflections
Fig. 11 - Deflection of pylon legs due to sun irradiation and relative movements
Fig. 14 - Erection of the second level of the Fig. 15 - Installing a 140 t double-inclined
Fig. 13 - Forces in horizontal struts during construction transverse bracing system leg segment at 60 m
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] “I procedimenti costruttivi”, Cap. V di “Ingegneria delle Strutture” - ed. Giangreco – UTET - 2002 - Fabrizio de Miranda e Mario de Miranda
[2] “Beyond the limits of erection activities” - Mario de Miranda and Michel Petrequin - IABSE Symposium - Kobe - Japan - September 1998 -
[3] “Innovative Erection Methods of steel Cable Stayed Bridges” - Mario de Miranda - Conference on Multi Span Large Bridge - July 2018 -
Porto - Portugal
[4] “Long Span Bridges” - Chapter 15 of “Innovative Bridge Design Handbook - Construction, Rehabilitation and Maintenance”, ed. Pipinato -
Mario de Miranda - Elsevier - 2016
[5] Indian Code: IRC: 5_1998 “Standard Specifications and Code of Practice for Road Bridges - General Features of Design”
[6] Indian Code: IRC: 6_2014 “Standard Specifications and Code of Practice for Road Bridges – Load and Stresses”
Una panoramica dell’attività progettuale e di assistenza alla costruzione nel campo delle infrastrutture viarie svolta da Redesco
a partire dai primi anni ‘2000 in Algeria, che ha condotto alla realizzazione di alcune decine di manufatti che hanno segnato
l’affermarsi nel Paese di soluzioni progettuali in acciaio.
An overview of the design and construction assistance activities in the field of road infrastructures carried out by Redesco since the early 2000s
in Algeria, which led to the realization of a few dozen artifacts that marked the success and diffusion of structural steel solutions in the Country.
matura di soletta nelle zone di momento negativo ed il collegamento Un tipico esempio di queste opere, progettate e realizzate per diverse
trasversale a traversi rigidi, non reticolare, e assenza di controventa- migliaia di tonnellate, fornite dall’Italia, sono i viadotti sull’Autostrada
mento inferiore. Le luci medie variano dai 30 ai 60 m per travata, e le Chiffa – Berroughia: viadotti autostradali paralleli con piattaforme va-
lunghezze tra giunti fino a circa 500 m nel caso di viadotti autostradali. riabili da 13,75 a 17 m, campate da 50 a 59 m, a travata continua con
I montaggi avvengono principalmente mediante autogru, con poche solette gettate su predalles, lunghezza totale circa 420 m (figure 3 – 5).
soluzioni in varo. Soluzioni simili sono state adottate ad esempio anche per i numerosi
Purtroppo, in molti casi si è dovuto intervenire su opere nelle quali il viadotti della Rocade d’Alger (tangenziale di Algeri) e per i ponti della
disegno delle pile, e relativi ritegni sismici laterali, veniva imposto dalla linea ferroviaria Annaba – Ramdane Djamel, lotto Annaba, ove il carico
Committente su propri standard e disponibilità di casseri ed attrezzature, ferroviario di 1° categoria, ed i vincoli deformativi legati al passaggio
con esiti estetici spesso molto poco soddisfacenti. di treni a velocità fino a 200 km/h, hanno imposto incidenze di acciaio
Fig. 4 – Pianta delle strutture metalliche dei Viadotti OA 26+400 sull’autostrada Chiffa – Berroughia.
più elevate e minori snellezze delle travi. Per questo lotto, progettato per questo tipo di realizzazioni, nel caso di binario singolo (piattaforma da
conto dell’impresa spagnola OHL, Redesco ha progettato un insieme di 12 8,40 m) consiste nella cosiddetta “bipoutre” (“doppia trave”) con impalcato
opere con diverse luci e configurazioni, da soluzioni a campata singola di collaborante di spessore variabile gettato su predalles nervate. Le altezze
68 m a soluzioni multicampata di grande estensione. La configurazione delle travi variano a seconda delle luci (figure 6 – 7). Per i ponti a doppia
tipica scelta, che risulta generalmente la più efficiente ed economica per via, con piattaforma da 14 m, la soluzione è a quattro travi.
10
Fig. 9 – Sovrappasso “Ain Allah” - Schema della struttura. Fig. 10: Sovrappasso “Ain Allah” - Pianta dell’impalcato e sezione trasversale in mezzeria
11 12
Fig. 11 - Sovrappasso “Ain Allah” - Nodo arco-traversa terminale prima della saldatura. Fig. 12 - Sovrappasso “Ain Allah” - Completamento delle strutture dell’impalcato
Fig. 15 - Ponte “Carrefour de Cheraga” - Particolare innesto arco / trave longitudinale. Fig. 16 - Ponte “Carrefour de Cheraga” - Particolare collegamento puntone/spalla
Fig. 21 – Passerella pedonale urbana Concorde - Schema della configurazione geometrica realizzata con curvatura circolare del tubo portante e rotazione dello stesso
Fig. 22 - Passerella pedonale urbana Concorde - Pre montaggio in officina della struttura. Fig. 23 - Passerella pedonale urbana Concorde - Particolare di un appoggio sulla pila
pendini realizzarti con profili a sezione variabile sono saldati agli archi stradale, così da semplificare al massimo l’interazione arco-trave e la
e collegati a monconi saldati alle travi con semplici nodi flangiati. Le struttura dell’impalcato.
travi principali a sezione chiusa presentano la faccia interna vertica- Le sezioni degli archi, estremamente semplici, sono a cassone saldato
le mentre quella esterna approssima una curva, realizzata mediante aventi dimensioni 1500 x 800 mm e spessori variabili; gli archi sono
piegatura a freddo di lamiere. stabilizzati con traverse di collegamento a cassone con dimensioni 800
Tutto il progetto è improntato alla massima economia di materiale unita x 400 mm.
ad una consapevole ricerca di estrema semplicità dei nodi che limita Le travi trasversali in campata sono realizzate con piattebande saldate
la manutenzione ed è parte determinante della filosofia progettuale e ad anime aventi altezza variabile da 850 a 1000 mm mentre quelle di
dell’estetica finale: una scelta volta a mettere in evidenza le potenzialità estremità hanno sezione a cassone.
dell’acciaio come materiale non solo economico ma anche portatore Tutte le travi trasversali sono collegate con elementi tipo Nelson alla
di eleganza e semplicità nelle opere anche di modesta dimensione. soletta collaborante in calcestruzzo armato gettata su predalles.
Questo tipo di approccio filosofico al progetto, pur con geometrie e Collegamenti in acciaio longitudinali e diagonali disposti nell’impalcato
schemi statici diversi, è stato utilizzato per diverse opere anche “minori” assicurano la stabilità delle travi in fase di realizzazione della soletta.
che hanno creato una sorta di riconoscibilità della soluzione “acciaio” I pendini che sostengono le travi longitudinali sono posti a passo 4,85
declinata in forma contemporanea e decisamente diversa dalle usuali m sul piano dell’impalcato e i loro assi convergono su un punto situato
soluzioni a travi prefabbricate, sia nell’aspetto generale che nella pulizia a 110 m al di sopra dell’asse delle travi.
generale dei dettagli. L’analisi delle connessioni ha fatto ampio ricorso Le fasi di costruzione sono state studiate per essere svolte durante le
a verifiche non lineari e modellazioni spinte dei dettagli. interruzioni notturne del traffico ferroviario e per ridurre al massimo
Nel caso in esame, il risultato finale è stato di ottenere il minimo spessore le interazioni con l’alveo del fiume, soggetto a repentine variazioni di
dell’impalcato, con conseguente limitazione dell’estensione delle rampe portata (figure 25 – 30).
ed un prezzo di costruzione molto limitato, realizzando anche un segno
paesaggistico distintivo per la cittadina di Tadmait (figure 19 – 20).
28 29
Fig. 28 - Ponti autostradali “Village des Tunisiens” – Posa delle travi longitudinali sulle pile di estremità. Fig. 29 - Ponti autostradali “Village des Tunisiens” – Vista dell’arco
e della trave longitudinale
Fig. 30 - Ponti autostradali “Village des Tunisiens” – Termine montaggio strutture in acciaio. Vista della caeprnteria metallica montata
PONTE “CARREFOUR DE CHERAGA” - ALGERI PONTI AUTOSTRADALI “VILLAGE DES TUNISIENS” - ALGERI
DATI SIGNIFICATIVI DATI SIGNIFICATIVI
Proprietà: Wilayah di Algeri Proprietà: Direction des Travaux Publiques - Alger
Committente: SAFET - Torino Committente: SAFET - Torino
Costruttore: ENGOA – Algeri, Carpenterie metalliche MAEG Spa, Costruttore: ENGOA – Algeri, Carpenterie metalliche MAEG Spa,
Vazzola Vazzola
Anno: 2010-2012 Anno: 2018 – in corso
Enterprise National de Grands Ouvrages d’Art
Anno: 2009–2010
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] Giuliani G.C.: Innovative Bridge Solutions, Proceedings Structural Engineers World Congress – Bangalore 2007
[2] Giuliani M.E: Soluzioni non convenzionali ed innovative per varie tipologie di ponti stradali Costruzioni Metalliche LUG-AGO18
[3] Giuliani M.E.: Progettazioni Mediterranee, Le Strade LS N°3 MARZO 2011
[4] Molinari L.: Strutture Complesse Libero Pensiero – Ed. Skira 2017 ISBN 978-88-572-3562-2
IL PROGETTO E LA COSTRUZIONE
DEL PEOPLE MOVER DI BOLOGNA
THE DESIGN AND CONSTRUCTION PROCESS
OF BOLOGNA PEOPLE MOVER
Prof. Ing. Giuseppe Matildi, Dott. Ing Carlo Vittorio Matildi
titolari dello studio associato MATILDI+PARTNERS
Dott. Ing. Paolo Barrasso, Dott. Ing. Federica Ricci, Dott. Ing. Stefano Isani*
collaboratori dello studio associato MATILDI+PARTNERS
Il Marconi Express, meglio conosciuto come People Mover, è il Sistema di trasporto pubblico che collegherà l’aeroporto Guglielmo
Marconi con la stazione di Bologna Centrale in soli sette minuti, procedendo a una velocità massima di 70 km/h in sede protetta.
Per eliminare ogni interferenza con il tessuto urbano e infrastrutturale di Bologna, il tracciato si sviluppa interamente in viadotto,
con l’unica eccezione data dal piccolo sottopasso che attraversa il rilevato della linea ferroviaria di collegamento della stazione
sotterranea TAV di Bologna con la direttrice Bologna-Padova. Ciò significa, in buona sostanza, che tra l’aeroporto Marconi e
la stazione ferroviaria c’è un unico viadotto lungo 4,925 km con più di 140 campate. La specificità strutturale principale del
viadotto discende dalla scelta di utilizzare la struttura stessa come via di corsa del veicolo che ci corre sopra, con la conseguente
necessità di rispettare soprattutto vincoli di sicurezza, direzionalità e comfort, prima che vincoli di natura meramente statica.
Il livello di precisione richiesta e la serialità quasi “industriale”, con cui si ripete ogni elemento, hanno imposto uno studio
costruttivo di dettaglio, nella convinzione che anche la più piccola semplificazione in termini costruttivi comporta sui 5 km totali
significativi risparmi non solo economici ma anche in termini di manutenzione ed esercizio. Cercare l’efficienza ingegneristica ed
economica di ogni elemento su diversa scala, dalla struttura agli elementi accessori, mantenendo al contempo inalterata la visione
architettonica unitaria proposta in sede di gara, ha costituito la più grande sfida nella progettazione dell’opera, per questo unica
nel panorama italiano e mondiale. Il presente articolo riassume le principali specificità che hanno informato il progetto, dalla sua
fase di concezione a quella di costruzione, passando per le peculiari operazioni di collaudo.
The Marconi Express, also known as People Mover transport system, will connect the Guglielmo Marconi airport with the main railway
station in Bologna in just seven minutes, running at a maximum speed of 70 km/h on a protected path. In order to avoid any interference
with the Bologna infrastructural road network, the route develops entirely on a viaduct, with the sole exception of the small underpass
that crosses the embankment of the railway link to the TAV underground station of Bologna with the line Bologna-Padua. This means
that, between the Marconi airport and the railway station, there is a single viaduct, 4,925 km long with more than 140 spans, crossing
the Reno river, the Berleta quarry and the A14 motorway. The main peculiarity of the structure is the choice to use the structure itself
as the runway for the vehicle wheels, with the consequent requirements in terms of structural safety, geometry and comfort more than
static efficiency. It has been necessary an accurate study of every single structural detail, which is repeated thousand times, along the 5
km of the viaduct, in order to minimize the complexity of construction and maintenance operations, jointly with their costs. The great
challenge of the design process has been to combine, in the best way, the requirements in terms of engineering performances of every
structural component with the architectural vision of the tender proposal, always carefully preserved. This is one of the reasons why this
piece of engineering is unique in the Italian infrastructural panorama and quite rare in the whole world. This paper resumes the main
peculiarities of the structure, from the design phase to the construction one.
la ripetuta serialità appare più simile a quella degli armamenti ferroviari laudo il 31 ottobre 2018.
o delle linee di distribuzione di energia elettrica. L’intera infrastruttura, completa della tecnologia di trasporto, ha richiesto
La specificità del viadotto del People Mover non è stata pertanto la quantità un investimento complessivo di circa 115 mln di euro.
di acciaio impiegata o la grandezza delle luci ma, piuttosto, la pletora di In estrema sintesi il collegamento fra l’aeroporto e la stazione FS è garan-
eccezionalità ripetute tante volte da diventare, ciascuna, oggetto neces- tito dal servizio di 3 veicoli (figura 2) aumentabili a 4, che viaggiano ad
sario di pensiero specifico all’interno di un florilegio di specificità uniche. una velocità massima di 70 km/h con tre fermate denominate Aeroporto,
Lazzaretto a metà percorso, Stazione Ferroviaria.
I DATI DEL PROGETTO Il sistema di trasporto, fornito dalla società svizzera Intamin, leader mon-
Per realizzare il People Mover il Comune di Bologna decise nel 2007 di diale in questo settore, ha caratteristiche del tutto innovative prevedendo
indire una gara per l’affidamento di una concessione in project financing la guida vincolata su sede propria, l’alimentazione elettrica, l’automazione
di progettazione, costruzione e gestione del collegamento rapido di mas- integrale (senza guidatore a bordo) e le stazioni con porte di banchina per
sa Aeroporto-Stazione FS, ma solo più di 6 anni dopo è stato possibile la massima sicurezza dei passeggeri nell’imbarco e nello sbarco.
iniziarne la costruzione. I veicoli corrono su una trave metallica – binario, ad una altezza media
Essa avviata il 30 ottobre 2015 si è conclusa con l’esito positivo del col- di circa 6-7 m dal piano di campagna, dalla quale si può scendere, ogni
500 m, attraverso scale di sicurezza collegate ad una passerella d’emer-
genza che affianca la via di corsa lungo l’intero tracciato per consentire
l’evacuazione in caso di guasto.
La capacità dei veicoli, omologata ai sensi della Circolare Ministeriale 81/96
va da 50 passeggeri (4 pax/m2) a 75 (6 pax/m2) per veicolo.
La capacità del sistema con 3 veicoli e 4 pax/m2 è, quindi, di 570 pax/h
per direzione, che corrisponde ad una capacità annua di trasporto di
circa 3,5 milioni di passeggeri, mentre la domanda di trasporto è oggi di
circa 1 milione di passeggeri ed è prevista arrivare ad 1,7 milioni a fine
concessione.
Questi numeri sono ottenuti con un solo binario a senso unico alternato,
anche se questa definizione è un poco semplicistica, e con l’intersezione
dei due veicoli nella stazione di mezzo.
L’intera opera, tuttavia, è prevista per un possibile raddoppio qualora il
flusso di utenti lo dovesse imporre e il ponte sulla A14, descritto alla fine
Fig. 4 – Lo scambio lato aeroporto dell’articolo, è già stato costruito in questa ottica.
LA TRAVE-BINARIO
In sede di concezione dell’opera si è inteso mediare al meglio l’anelito
alla grande luce, tipico dello strutturista, con l’anelito alla trasparenza
percettiva, tipico dell’architetto.
In termini meno semplicistici, è stato necessario coniugare entrambe le
esigenze, innanzitutto, con le richieste, definite e ineludibili, del produttore
del mezzo di trasporto in termini di deformabilità spaziale del viadotto in
tutte le condizioni di esercizio; deformabilità da contenere in ragione da
non influire negativamente sul comfort dell’utenza.
Il primo problema di un viadotto di tipo ferroviario, sia pure improprio,
riguarda i movimenti termici della rotaia che non può essere mai inter-
rotta se non con varchi minimi pari, in questo caso, a 30 mm grazie alla
sagomatura adeguata a coda di rondine delle superfici di scorrimento.
La combinazione di movimenti termici (delta di calcolo di 35 gradi an-
che in relazione alla piccola inerzia termica dell’impalcato interamente
metallico) e statici (frenatura e vento) ha posto come limite superiore di
distanza tra i giunti un valore di 50 m, corrispondente all’incirca alla luce
massima delle campate. Fig. 9 - Lo schema funzionale del cassone
Soluzioni semplici, quali la mera successione di travi appoggiate sulle
pile, non erano però in grado di soddisfare i requisiti deformativi verticali
(raggio del cerchio osculatore maggiore di 750 m) e in particolare la de-
viazione angolare sulle pile stesse laddove era richiesto uno slivellamento
massimo di 2 mm su 2 m per scongiurare sobbalzi, fastidiosi e pericolosi,
durante l’esercizio (considerato che il mezzo transita a velocità superiori a
50 km/h e gli utenti stanno in piedi al suo interno intralciati dalle valige).
La soluzione individuata è stata quella di eliminare i punti angolosi nei
giunti attraverso una successione di telai zoppi con la cerniera posizionata
tra il terzo e il quarto della luce, nella zona di naturale annullamento del
momento flettente (figura 8).
L’idea del telaio zoppo, oggi desueto, riprende la grande tradizione ingegne-
ristica di eccellenti progettisti come Silvano Zorzi, del quale è sufficiente
ricordare i viadotti sulla S.S. n. 13 a Pontebba oppure i viadotti sul Lambro
della Tangenziale Est di Milano; naturalmente l’esempio indimenticabile
è il viadotto Fichera della A19 lungo più di 7 km.
Il limite di queste strutture perfettamente ottimizzate era, come ormai
sappiamo bene dopo decenni di esercizio e degradi accumulati, la presenza
della sella gerber come sede di discontinuità della sede stradale, perco-
lazioni di acqua e ogni possibile danno; l’impalcato del People Mover,
tuttavia, non ospita una strada, essendo ovunque permeabile, e la sella
gerber è stata studiata con un dettaglio di carpenteria metallica che sarà
descritto in seguito. Fig. 10 – Prova a rottura del profilo Omega di sostegno del carter
riore e superiore) è stato fatto secondo due schemi di comportamento pila è stato necessario per l’impossibilità di continuare su di essa le
alternativi in relazione allo stato limite considerato; le diagonali tese lamiere di chiusura del cassone e introdurre i varchi di accesso al suo
e compresse rosse reagiscono allo stato limite di servizio mentre, allo interno. Lo schema funzionale è stato confermato in sede di collaudo
stato limite ultimo, agisce solo una delle due diagonali verdi, ovviamente con deformate del tutto sovrapponibili a quelle di calcolo.
quella tesa (figura 12).
Le verifiche statiche, ciò è a dire la larghezza utile di lamiera necessaria IL VINCOLAMENTO
nelle due condizioni limite (al più 250 mm), hanno informato di con- Il ridotto peso della struttura, associato alle elevate eccentricità dei cari-
seguenza la disposizione delle aperture circolari necessarie per serrare chi portati e a tutte le azioni indotte dal mezzo a guida vincolata, genera
i bulloni dall’esterno, senza accedere all’interno del cassone. momenti ribaltanti considerevoli e tali da fornire trazioni sui vincoli.
Uno studio particolare della forma dei bordi delle lamiere è stato A differenza di un normale ponte stradale, infatti, la geometria statica
condotto per limitare il numero di bulloni (sono in ogni caso circa 60 impone l’inversione delle caratteristiche della sollecitazione tagliante
per campo di controventatura, quindi ogni 2,50 m, e in totale oltre in tutte le sezioni di appoggio anche in condizioni di esercizio e spesso,
100.000, sommando quelli presenti sulle lamiere inferiori e superiori) e ad esempio in corrispondenza della parte terminale sulla stazione ad
garantire al tempo stesso gli interassi massimi consentiti tra i bulloni alta velocità, dove le luci e i pesi propri sono minimi, anche per i soli
stessi anche in considerazione del fatto che il viadotto è realizzato in effetti flettenti longitudinali.
acciaio laminato verniciato. Ipotizzare la disposizione di dispositivi di vincolo bidirezionale su tutte
Il massimo momento torcente agente è risultato di poco superiore a le pile avrebbe implicato la soggiacenza onerosa a operazioni di manu-
300 kNm caratteristici; valore comunque molto impegnativo e che ha tenzione frequenti nella durata quarantennale della concessione, oltre
richiesto lo studio del vincolamento descritto in seguito. che costi rilevanti di fornitura e rischi per la continuità dell’esercizio
In considerazione della ridotta dimensione del cassone sono state eli- (in un project financing, in effetti, appare peggiore la discontinuità che
minate anche le diagonali dei diaframmi, ad eccezione delle sezioni il puro valore venale).
sulle pile, e il mantenimento della forma del cassone è garantito dal L’adozione dello schema statico a telaio zoppo ha permesso, così come
comportamento a telaio degli irrigidimenti stessi. descritto in precedenza, di vincolare con un incastro il cassone metallico
L’inserimento delle diagonali nei diaframmi subito a monte e valle della alle pile grazie all’inserimento di 8 tirafondi 30 di classe 8.8.
lunghezza pari a 2700 mm e pretesati ciascuno con un tiro di 545 kN. collegamento e valutare, nel modo più accurato e attinente al compor-
Il collegamento fra la via di corsa e il bilanciere è realizzato con un tamento effettivo della struttura, le sollecitazioni agenti sull’impalcato
nodo bullonato con interposto un cuscinetto in neoprene, mentre il e sulla pila stessa.
collegamento con il tirante in c.a. avviene mediante un giunto a perno Particolare cura è stata posta alla costruzione del bilanciere, così come
del diametro di 100 mm, disposto ortogonalmente all’asse del bilanciere. è stato fatto per tutti gli altri elementi, massimizzando la semplicità di
La geometria degli elementi di sostegno verticali è stata determinata, assemblaggio in opera; si tratta infatti di una semplice coppia di travi
sia in funzione delle caratteristiche orografiche del terreno in rapporto collegate da sette diaframmi trasversali ottenuti con semplici piatti
allo sviluppo altimetrico della trave a cassone, sia da considerazioni imbullonati ed aventi spessori variabili tra 15 e 20 mm.
di carattere statico, sia, infine, in funzione dei vincoli di deformabilità La ridotta dimensione della sezione traversale (800 mm di larghezza e
imposti al fine di garantire le prestazioni del sistema di trasporto. In altezza variabile tra 600 e 1600 mm) ha sconsigliato, in effetti, l’adozione
particolare, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto il limite considerato di una sezione scatolare che sarebbe risultata pressoché ineseguibile ed
per la deformabilità laterale del tracciato è pari ad un quattrocentesimo avrebbe imposto limiti insuperabili di ispezionabilità futura.
della luce per campate fino a 40 m e pari ad un seicentesimo della luce Il calcolo ha dimostrato, come lecito aspettarsi, la sostanziale inutilità
per campate di luce maggiore, combinando la deformazione della trave di un vincolo rotazionale in appoggio per la trave di impalcato e, così
monorotaia con la deformazione delle colonne e delle fondazioni. facendo, è stato anche possibile disporre il tirante sull’ultimo diafram-
Al fine di cogliere l’interazione dei tratti precedenti e successivi alla ma, con un perno ad asse trasversale alla via di corsa, conseguendo, in
pila a bilanciere, si è scelto di modellare il tratto di impalcato compreso buona sostanza, un suo comportamento a cerniera sferica.
fra la cerniera a monte della pila P.070 e quella che segue la pila P.077, Questa applicazione ingegneristica del rasoio di Occam ha minimizzato
ponendo particolare attenzione alla definizione geometrica degli ele- la sovrabbondanza dei vincoli della struttura, facilitando significativa-
menti che compongono la P.074, per simulare l’effettivo comportamento mente la realizzazione e semplificando al tempo stesso la trasmissione
di cerniera longitudinale con una determinata rigidezza rotazionale del delle azioni ai sottostanti pilastri in calcestruzzo.
Fig. 17 - Rendering del ponte sulla A14 Fig. 18 - Il ponte sulla A14 completato
porzione terminale del viadotto posta nella stazione di Bologna. In contemporanea sono state rimosse le barriere new jersey di separazione
Sulle pile posteriori di raccordo con i tratti ordinari e poste a 32,5 m tra la carreggiata autostradale e la tangenziale complanare e le stesse sono
dalla grande luce la reazione di trazione, derivante dallo sbilanciamento state allontanate dalle aree di manovra.
geometrico, è assorbita da pendoli tesi lunghi 120 cm e capaci di scorrere Dalle ore 22:00 sono state chiuse definitivamente le corsie della A14,
fino a ± 40 mm; essi sono soggetti, con ampia ridondanza, a sforzi ultimi sono iniziate le operazioni di smontaggio della barriera centrale in new
di 250 kN. jersey tra le carreggiate nord e sud; lo spartitraffico centrale è stato reso
transitabile con il riempimento a sabbia della canaletta centrale e la posa
MONTAGGIO di lamieroni in ferro dimensionati per permettere il transito di uno dei due
Il montaggio delle campate tipo, come già abbozzato, è stato eseguito carrelloni a 12 assi; nel frattempo è iniziata la traslazione della trave per
con semplici sollevamenti di porzioni lunghe come una luce ma estese da avvicinarla alla tangenziale su un percorso di quasi 300 m.
giunto a giunto, iniziando ovviamente dai telai trilitici. Dalle ore 23:00 alle ore 0:30 la trave è stata portata in posizione e ruotata
Questo ha consentito di non impiegare pressoché mai pile provvisorie su di 90 gradi, allineandola alla direzione delle due spalle di appoggio.
tutti i 5 km di opera e limitare ad una notte, spesso neppure completa, le Tra le 0:30 e 1:30 la trave è stata agganciata dalle due autogrù e sollevata
chiusure all’esercizio delle viabilità sovrappassate. fino a portarla in posizione definitiva per il successivo aggancio con le
Sugli attraversamenti stradali e sulla ferrovia Bologna-Padova si è operato travi già posizionate sulle spalle del ponte (figura 20).
sempre in notturna, mercé la chiusura degli assi interferiti in tempi di La trave è stata sganciata dalle autogrù alle ore 4:00; mentre venivano
esecuzione sempre inferiori alle 6 ore. completati i lavori di fissaggio della trave al contempo venivano ripristi-
Per i sollevamenti sono state impiegate normali autogrù gommate, desti- nate le barriere new jersey tra tangenziale e autostrada e tra corsia nord
nate a movimentare carichi massimi prossimi a 50 t. Ogni singola campata e sud della stessa e veniva tolto il riempimento della canaletta centrale e
è stata sollevata con l’ausilio di una gru (figura 19), agevolando tutte le smontate le autogrù.
operazioni con la massima flessibilità di posizionamento. Il traffico autostradale è stato riaperto su tutte le vie sovrappassate prima
Il ponte sulla autostrada, invece, ha presentato problematiche particolari delle ore 6:00.
per le sue dimensioni inconsuete e per la sede di messa in opera.
La concezione dell’intera struttura è stata informata, inevitabilmente, dalla IL COLLAUDO
necessità di essere posta in quota con un solo sollevamento notturno per Un ultimo tema interessante affrontato nella costruzione del viadotto
quanto riguarda la trave tampone centrale sulle carreggiate autostradali, riguarda le modalità di verifica e collaudo delle strutture.
avente una luce di 60 m e un peso complessivo di circa 215 t; la trave Tema interessante sia per il numero di campate sia per le specificità della
tampone risulta estesa, di fatto, come l’ingombro trasversale attuale della geometria e del carico che le sollecita.
sede stradale sottostante. L’impalcato sostiene una via di corsa esclusiva, destinata ad un solo tipo
Le operazioni di varo del ponte della A14 sono iniziate la mattina di sabato di veicolo con un gabarit largo un solo metro o poco più; questo rende
04/03/2017 con la chiusura dello svincolo 4bis sud della tangenziale di di fatto impossibile ipotizzare una prova di carico con normali mezzi
Bologna alle ore 8:00. stradali, come avviene appunto per i ponti stradali con estrema facilità.
La trave assemblata in una area del cantiere a fianco della rampa dello La finitura superficiale della via di corsa, cioè delle due piattabande su-
svincolo è stata presa in carico da n. 2 carrelloni SPMT filoguidati da 12 periori destinate al passaggio delle ruote del treno, inoltre, rende la stessa
assi e trasportata all’interno della rampa di svincolo, venendo parcheggiata facilmente danneggiabile dal posizionamento di carichi di tipo statico
in attesa della chiusura della autostrada. non adeguatamente configurati, quindi persino l’impiego di blocchi di
Alle ore 20:00 sono state chiuse le tangenziali nord e sud e le corsie lente calcestruzzo era da ridurre al minimo.
della A14 per permettere l’ingresso ed il posizionamento delle due autogrù Per ovviare a queste difficoltà si è studiato con la commissione di col-
da 500 t; per completare il carico delle zavorre necessarie a sollevare il laudo un sistema di prove statiche e dinamiche, miranti a testare sia il
peso della trave sono stati necessari 12 bilici per ogni autogrù. comportamento dell’impalcato sia delle pile, che minimizzasse i rischi di
CREDITS
Per il progetto:
Coordinamento alla progettazione: Società STS;
Concept architettonico: Iosa Ghini Associati;
Strutture stazione e sottostrutture viadotti: Studio Bruni Gandolfi con gli Ingg. Gionata Pavanelli, Tatiana Benincasa, Riccardo Lunardi, e il Geom.
Fabio Patelli;
Impalcati metallici: Matildi+Partners con gli Ingg. Andrea Boscaro, Dario Lucchi e Martina Capogna;
Tecnologia di trasporto: Intamin e Inautec;
Studio del Traffico: Steer Davis Glaves;
Studio ambientale: Dott. Alessandro Michelini.
Per la costruzione:
General contractor: Consorzio Integra; Ingg. Rita Finzi, Ing. Mario Vitale
Esecutore opere civili: Società consortile People Mover Bologna fra le Cooperative Cmsa, Clea, TM, Unifica con gli Ingg. Alessandro Cherubini, Davide
del Carlo, Giacomo Signorini e i geometri Roberto Boni, David Zarri, e Marco d’Ulivo;
Esecutore carpenteria metallica: LMV con gli Ingg. Matteo Ferrari, Elisa Faretina, Giovanni Capretti e Filippo Parlatore;
Direzione dei Lavori: Ingg. Emilio Bonaveggi, Marco Bruni, Fabio Monzali, Mario Berriola;
Coordinatore Sicurezza: Ing. Marco Rinaldi.
Due note specifiche vanno spese per due consulenze specialistiche fondamentali per la buona riuscita dell’intervento.
Gli ingegneri Luca Strata e Giovanni Capretti, per conto della impresa che ha realizzato la carpenteria metallica, LMV SpA, hanno contribuito sostan-
zialmente alla definizione del sistema di giunto di dilatazione sia nella scelta dei materiali sia nella implementazione delle fasi costruttive.
Il Prof. Geol. Silvia Castellaro, del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, ha coordinato le acquisizioni e sviluppato tutte le
elaborazioni analitiche delle misure dinamiche con l’individuazione delle frequenze modali e lo studio sperimentale dell’interazione terreno-struttura.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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XXVII Congresso CTA 2019
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dards”, Frattura ed Integrità Strutturale 43 (2018), pp. 205-217
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struzioni Metalliche II 2018, p.70
I PONTI STRALLATI
Esempi di recenti realizzazioni in Italia
CABLE-STAYED BRIDGES
Examples of recent constructions in Italy
Ing. Marcello Vaccarezza, Ing. Luca Crespo, Prof. Ing. Pierangelo Pistoletti
Seteco ingegneria S.r.l.*
I ponti strallati sono tra le strutture di maggior valore statico ed estetico, in grado di superare grandi campate e fornire
una forte caratterizzazione architettonica all’ambiente in cui sono inseriti. La scelta dei diversi tipi di layout del sistema
di funi, la forma e l’altezza del pilone e il tipo di ponte sono solo alcuni dei parametri che regolano il dimensionamento
di un ponte strallato, per il quale l’esperienza dell’ingegnere strutturale è un punto chiave. Seteco Ingegneria S.r.l.,
fondata dall’ing. Pierangelo Pistoletti, è un’azienda altamente specializzata nella progettazione di ponti ed è stata
coinvolta nella progettazione di alcuni dei più importanti ponti strallati realizzati in Italia. Tra i più recenti, il ponte San
Francesco da Paola sul fiume Crati a Cosenza e il ponte strallato Zambra sul fiume Elsa.
The cable-stayed bridges are among the structures of greatest static and aesthetic value, capable of overcoming great spans and
providing a strong architectural characterization to the environment in which they are inserted. The choice of the different types of
stay layout, the shape and height of the pylon and the type of deck are just some of the parameters that govern the dimensioning of a
cable stayed bridge, for which the experience of structural engineer is a key-point. Seteco Ingegneria S.r.l., founded by ing. Pierangelo
Pistoletti, is a highly specialized company in the design of bridges and has been involved in the design of some of the most important
cable-stayed bridges made in Italy. Among the most recent, the San Francesco da Paola bridge on the Crati river in Cosenza and the
Zambra cable-stayed bridge on the Elsa river.
Fig. 3 - Ponte dell’asse Nord-Sud di Bari, con sospensione laterale Fig. 4 - Prova su modello sezionale dell’impalcato in galleria del vento
Fig. 5 - Il ponte sul fiume Crati nel contesto della città di Cosenza Fig. 6 - Render del progetto architettonico 1/3
Dettaglio dell’opera strallatura, anche l’impalcato, le opere civili e tutti gli elementi di arredo
Nel disegno del ponte, l’arch. Calatrava ha voluto inserire diversi elementi sono stati studiati per completare al meglio l’intervento, garantendo la
caratterizzanti, spingendo nei minimi dettaglio l’intervento sulle forme massima omogeneità nelle forme e la coerenza nell’aspetto (figure 6,7,8).
strutturali. L’antenna colpisce per l’inclinazione e la sezione variabile dalla base
Oltre alla particolare forma dell’antenna, la sua posizione e l’intreccio della alla sommità: è in posizione laterale rispetto alla campata e contro-
bilancia all’indietro l’immagine dell’impalcato che si protende verso continuità estetica fosse evidente.
la spalla oltre il fiume. La struttura è stata realizzata con impalcato principale in sezione mista.
La strallatura è doppia, ma centrale. Si tratta di 20+20 funi che convergono La campata di accesso è invece rimasta in c.a., realizzata come un tutt’uno
nell’asse dell’antenna e si attaccano all’impalcato nella zona tra la parte con la spalla e la pila centrale sotto l’antenna. Quest’ultima è totalmente
centrale ciclo-pedonale e le carreggiate stradali. in acciaio, incastrata all’impalcato. Supporta le funi anteriori e due stralli
L’impalcato è rettilineo ma costruito su un raggio verticale molto ampio di ancoraggio posteriori di bilanciamento.
che contribuisce ad aumentarne l’immagine di leggerezza. Il fondo è dun- La sezione del ponte ha una larghezza di 24 m costante per tutta la sua
que curvo sia in sezione che nello sviluppo, a parte per i remi esterni che lunghezza. L’impalcato è suddiviso in quattro corsie veicolari, due per
“sporgono” dal cassone centrale. senso di marcia, divise da una corsia centrale pedonale leggermente alzata
La campata di accesso, le opere civili e tutti gli altri elementi architettonici rispetto alle corsie carrabili.
sono stati concepiti per completare l’opera. L’architetto ha previsto un La corsia dei pedoni è larga 6,20 mentre le due carreggiate sono larghe
raccordo di forma tra tutte queste parti con l’impalcato in modo che la 7,00 m ciascuna (figura 9).
Fig. 15 - Antenna del ponte Fig. 16 - Sezioni strutturali dell’antenna agli estremi
tri elementi costanti di questa sezione sono i raggi di curvatura delle parti Le funi utilizzare sono del tipo chiuso, rivestite da guaina spiralata bianca.
di raccordo, dei quali però cambia lo sviluppo con l’altezza (figura 16). La testa fissa è nell’antenna, mentre quella regolabile si trova nell’im-
L’antenna è stata suddivisa in conci di lunghezza da 8 a 11,5 m e all’in- palcato.
terno sono previsti diaframmi con interasse di circa 3 m. Per realizzare Gli attacchi nell’antenna sono collegati a diaframmi realizzati ad hoc con
la sezione ideale del disegno architettonico, i conci sono stati studiati per la stessa inclinazione delle funi (figura 19).
composizione di lamiere curve e piane di forma trapezoidale, ottimizzando Le teste regolabili delle funi sono disposte nell’impalcato, fissate a travi
così sia le lavorazioni di calandratura che quelle di saldatura. longitudinali disposte tra i remi, in affiancamento alle due travi centrali.
Il guscio è strutturale e gli spessori in gioco sono molto elevati, fino a Nella sezione trasversale gli attacchi si posizionato tra la corsia centrale
80 mm. Nella parte più bassa, lungo tutti i primi 30 m di antenna, la ciclo-pedonale e le carreggiate stradali esterne (figura 20).
sezione è rinforzata con un irrigidimento interno a sezione rettangolare, Gli stralli posteriori hanno invece funzione di ancorare l’antenna per
anch’esso di grande spessore, al fine di garantire la massima rigidezza garantire la rigidezza adeguata a tutto il sistema di supporto. A questo
dell’incastro con il ponte. scopo sono stati realizzati utilizzando due funi a trefoli di grosse dimen-
Il basamento dell’antenna prosegue all’interno del concio di incastro sioni. Ciascuna è infatti composta da 169 cavi per un’area efficace pari
dell’impalcato, dove il passaggio degli sforzi è garantito dalla continuità a 253,5 cm2 ciascuno.
dei piatti e da una serie di diaframmi di irrigidimento. Al di sotto del La testa fissa di questi stralli è stata alloggiata nella testa dell’antenna.
concio di incastro sono disposti gli apparecchi di appoggio in modo che Nella sezione terminale è stato predisposto un piano di risconto per questi
il carico verticale dell’antenna sia immediatamente riportato alla pila. elementi, in una seconda fase coperto con un carter non strutturale a
Nella zona superiore sono predisposti i diaframmi con le sedi per le teste completare la “punta” (figura 21).
fisse degli stralli anteriori. I dettagli di queste predisposizioni sono par- La testa regolabile si trova invece nella spalla ovest, dove la fune entra
ticolarmente complessi in quanto l’inclinazione e l’apertura delle funi è e scende fino a raggiungere un locale predisposto per l’installazione,
diversa per ogni coppia (figura 17). regolazione e il controllo futuro dell’ancoraggio (figura 22).
Gli stralli anteriori, quelli che vincolano l’impalcato all’antenna, sono 40,
posti simmetricamente rispetto al piano medio della struttura e disposti Analisi in galleria del vento
secondo una geometria mista tra arpa e ventaglio. La particolare forma dell’antenna e dell’impalcato hanno da subito evi-
Di fatto questa soluzione, oltre che essere esteticamente pregevole, fa in denziato la necessità di realizzare prove in galleria del vento per verificare
modo che sia possibile alloggiare nell’antenna tutte le testa, nonostante la sensibilità delle sezioni ai fenomeni aeroelastici.
che i diversi piani siano molto vicini tra loro (figura 18). Con la collaborazione del CRIACIV dell’università di Firenze, sono state
svolte analisi sezionali di impalcato e antenna, più un secondo approfon- Durante le ultime fasi di montaggio dell’impalcato, è stata preparata
dimento per quest’ultima con un’analisi completa (figura 23). un’area di cantiere dietro la zona ovest. In quest’area l’antenna è stata
Le risultanze di queste analisi hanno consentito di escludere problemi assemblata distesa a terra su un sistema di dime per controllare le geo-
sull’impalcato. Inoltre sono stati previsti accorgimenti circa la finitura metrie (figura 26).
superficiali degli stralli e gli elementi di dissipazione nelle teste delle funi. È stato quindi predisposto un campo di prefabbricazione ad hoc nel quale
la struttura è stata assemblata in tutte le sue parti. Sulla parte superiore
Fasi di montaggio è stata anche completata la verniciatura. Anche le guaine degli stralli
L’impalcato è stato montato su pile provvisorie mediante l’utilizzo di gru posteriori sono state pre-installate ed assicurate al corpo principale me-
a grande portata. È stata realizzata un’area di cantiere per la prefabbri- diante legature.
cazione dei conci in alveo (figura 24). Terminato il montaggio l’antenna è stata traslata fino a posizionarsi all’i-
In quest’area sono stati preassemblati i conci del solo cassone centrale nizio dell’impalcato, in corrispondenza di due grandi torri provvisorie di
che in questa fase, dato un certo interasse delle pile provvisorie, era au- sollevamento. Utilizzando un sistema di martinetti a trefoli (strand-jacks)
toportante. Le operazioni di sollevamento sono iniziate dalla spalla est e l’antenna è stata sollevata e portata nella sua posizione finale (figura 27).
proseguite in direzione ovest (figura 25). Per garantire il corretto posizionamento, la struttura è stata presa in carico
In un secondo momento il cassone è stato completato dai remi esterni, in un punto preciso, calcolato perché si ottenesse la corretta rotazione
dalle travi laterali e dai carter. Le soluzioni tecniche studiate in fase ma con il minimo aggravio di carico alla base dell’antenna. Quest’ultima
di progettazione costruttiva hanno consentito di ridurre al minimo le infatti è stata portata in posizione, accompagnando spostamento alla base
operazioni di saldatura in cantiere e agevolare il montaggio con le gru. generato dalla rotazione. Fissata l’antenna e completate le saldature, gli
Tutte le parti sono state infatti premontate a terra in alveo e successi- stralli sono stati collegati e tesati.
vamente sollevate.
L’impalcato è rimasto su pile provvisorie fino al completamento del piano Termine dei lavori e collaudo
viario con la posa delle predalle, predisposizione delle armature e getto Tutte le opere sono state completate a fine 2017 e collaudate a gennaio
delle solette. Ad impalcato ultimato si è passato al montaggio dell’antenna. 2018. Subito dopo la struttura è stata aperta al traffico.
Fig. 35 - Dettaglio della zona di collegamento stralli Fig. 36 - Il ponte in fase di costruzione
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] M. Vaccarezza, P. Pistoletti, P. Roggero, M. Sciarra “PONTE STRALLATO SUL FIUME CRATI – COSENZA”, XXVII Congresso C.T.A., Bologna 2019
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precompresso e per le strutture metalliche’.
TIED-ARCH BRIDGES
WITH JUMBO SHAPES AS ARCH MEMBER
state of the art and developments
The tied-arch bridge is a structural solution developed since over a century, but recently has experienced a considerable renaissance thanks to
its aesthetic value as a landmark object with a relative cost efficiency compared to other landmark solutions of the same span category. A recent
trend in Europe has been the use of structural heavy shapes as arch member for the span range between 50 and 120 meters. Several projects
are presented in this paper, with the common feature to be inspired by a pragmatic design with efficient and economic steelwork detailing. The
inclined hangers form of a dense network, which comparing to the traditional vertical hanger arrangement allows amongst other for lower
bending moments in the tie and the arch. The use of high-strength steel for the arch permits weight savings translating into project economies.
The hangers are attached to the arch simply via gusset plates welded directly into the profile’s chamber between flanges and web. The arch
members are spliced by means of full penetration groove welds, knowing that the challenge of welding such thick steel requires preparation and
the availability of skilled workmanship. The choice of the steel grade must be appropriate in terms of toughness, keeping in consideration that the
welded connection may result in stricter toughness requirements at the steel purchase. Recent welding tests have been performed to further qualify
the butt-weld joints of Jumbo sections, aiming also at quantifying the residual stress patterns after welding procedure. Some studies concerning
the geometrical shape of the weld bevel preparation and of the cope hole to optimize the fatigue resistance will be presented.
Il ponte ad arco a spinta eliminata è una soluzione strutturale sviluppata da oltre un secolo, ma recentemente ha vissuto un notevole rinascimento grazie al
suo valore estetico come oggetto che si colloca nel paesaggio con una relativa efficienza in termini di costi rispetto ad altre soluzioni di riferimento della stessa
categoria. Una tendenza recente in Europa è stata l’uso di profili strutturali pesanti come elemento dell’arco per un intervallo compreso tra 50 e 120 metri.
In questo documento vengono presentati diversi progetti, con la caratteristica comune di ispirarsi a un design pragmatico con dettagli in acciaio efficienti ed
economici. Gli elementi di sospensione inclinati formano una fitta rete, che rispetto alla tradizionale disposizione verticale degli stessi consente tra l’altro momenti
flettenti inferiori nella cravatta e nell’arco. L’uso dell’acciaio ad alta resistenza per l’arco consente un risparmio di peso che si traduce in economie di progetto. Gli
elementi di sospensione sono fissati all’arco semplicemente tramite piastre di nodo saldate direttamente al profilo tra flange e anima. Gli elementi dell’arco sono
giuntate per mezzo di saldature a piena penetrazione, sapendo che la sfida di saldare un acciaio così spesso richiede preparazione e disponibilità manodopera
altamente specializzata. La scelta del tipo di acciaio deve essere appropriata in termini di tenacità, tenendo presente che la connessione saldata può comportare
requisiti di tenacità più rigorosi per il tipo di acciaio da acquistare. Recenti test di saldatura sono stati eseguiti per qualificare ulteriormente i giunti di saldatura
testa a testa delle sezioni Jumbo, con l’obiettivo anche di quantificare i modelli di sollecitazione residua dopo la procedura di saldatura. Verranno presentati alcuni
studi riguardanti la forma geometrica della preparazione degli smussi di saldatura e del foro per far fronte all’ottimizzazione della resistenza a fatica.
Fig. 2 - Windsor Railway Bridge at the time of construction (1849) and today (2019) in UK, span 62 m [46].
Fig. 3 - “Brücke der Solidarität” in Duisburg, Germany (1950), span 256 m, with a Langer Fig. 4 - The new bridge over Panaro in Bomporto and Ravarino (Modena), (2018),
hanger arrangement [47]. span 80 m, with a Nielsen hanger arrangement [43].
Fig. 5 - Brandanger network arch, Norway (2012), span 220 m – defined as the world’s most Fig. 6 - First documented project of Network Arch Bridge using rolled sections
slender arch bridge [45]. - Peer Tveit – Stephan Teich: Project of Åkvik Sound bridge (2001) [45].
Tab. 1 - Steel grades available for Jumbo Structural shapes with thermo-mechanical steel [29].
Fig. 12 - Numerical simuation of the curving test Fig. 13 - Comparison of results and simulations.
Fig. 14 - Minimal bending radius for HD400 – W14x16 Fig. 15 - Maximal lengths for HD400 – W14x16
Finishing type A B
Full pen butt welds of rolled sections without cope holes 112 90
Fig. 19 - Excerpt of Eurocode approach for detail classification of butt-weld joints with rolled sections [15].
- All welds ground flush to plate surface parallel to direction of the arrow.
- The height of the weld convexity to be not greater than 10% of the weld
Weld run-on and run-off pieces to be used and subsequently removed, plate
width, with smooth transition to the plate surface.
edges to be ground flush in direction of stress.
- Weld run-on and run-off pieces to be used and subsequently removed, plate
- Weld run-on and run-off pieces to be used and subsequently removed, plate
edges to be ground flush in direction of stress.
edges to be ground flush in direction of stress.
- Welded from both sides; checked by NDT.
- Welded from both sides; checked by NDT.
Fig. 20 - Eurocode approach for detail classification of butt-weld joints with rolled sections – Finishing Type [15].
1)
- All welds ground flush to plate surface
parallel to direction of the arrow
- Weld run-on and run-off pieces to be used
112 1) Full penetration butt joint
and subsequently removed, plate edges to
be ground flush in direction of stress
- Welded from both sides, checked by NDT.
- For misalignment see NOTE 1
2)
– Weld not ground flush
- Weld run-on and run-off pieces to be used
100 2) Full penetration butt joint and subsequently removed, plate edges to
be ground flush in direction of stress-
- Welded from both sides, checked by NDT.
- For misalignment see NOTE 1
Fig. 21 - Detail categories for use with geometric (hot spot) stress method – Extract of [15]
Fig. 22 - Shapes analyzed for the cope hole and approximate location of the stress Fig. 23: Detail of the ABAQUS model used to calculate the hot spot stress
peaks (“A” is on the web side, “B” on the flange side. “f” can be compared with a
round hole, “c” is a specific curve)
formed simulations in the reduced section the web carries about 75,5%
of the shear, whereas the rest is transferred via the thick flanges. Still,
shear forces in this plane cause local effects around the opening (called
also Vierendeel bending moments). These can easily lead to yielding of
the cope hole ends –not a capacity problem but may become a fatigue
or deformation problem.
the stresses in the net cross-section and verify it as the detail category
“Structural element with holes subject to bending and axial forces – 90”
[15][11]. For the weld itself, the evaluation can be done according to the
Eurocode approach [19], [15], and in particular the Annex B of [15] which
indicates the reference value. It is quite clear to understand that the hot-
spot stress factor assumed for the weld is 1,25, as it corresponds to the
ratios 112 / 90 and 100 / 80 amongst the categories of figure 21 and the
corresponding categories of figure 19 with the cope hole (second row).
Four different shapes have been analyzed (figure 22) inspired by the
literature [11][32][21] [6]. The height of the cope hole is kept constant
at 50 mm since the practice has shown that is appropriate for a proper
welding and control of the joint without becoming excessive in term of
cross-section reduction. An initial length of the cope hole of 100-150 mm Fig. 27 - Proposal of cope hole adapted to HD400 – W14x16 structural shapes
has been assumed to allow for a decoupling of web and flange welding according Eurocode fatigue design categories
to avoid triaxial stress concentration due to retreat of the web weld.
Figure 24 shows the results in terms of peak stress factor for the analyzed
cope hole shapes: the blue ones indicates the maximum hot-spot stress
registered and the orange one the value obtained at the end of the cope
hole (where the weld toe is supposed to start).
- For the elongated hole, as expected the peak is close to the rounded
part (for the given geometry is closed to 2,2, as per the technical lit-
erature), but it decreases quickly along the straight part.
- in the “AISC based” form the lower inclination towards the flange
seems not optimized for high-cycle fatigue as it creates a stress peak
at the cope hole end-flange junction. In the case considered the flat
part before the weld toe is just 20mm, so the hot spot stress factor is
not far below. The flat part shall is not long enough before the weld
toe; for this reason this shape has not been further considered.
- The ellipse is the shape which allows for the lowest stresses in the cope
hole. This value is consistent with the estimation that can be obtained
based on the graph in [6]. Nevertheless, the stress peak appears when
the ellipse joins the straight part and is therefore closer to the weld
toe as the elongated hole. For this reason, the elliptical shape was not
further considered.
- The clothoide shape is less effective than the elliptical shape in de-
creasing the absolute value of the stress peak but permits to have it
located in the rounded part and therefore far from the straight part at
the cope hole end. In particular the long clothoidal shape can allow
Fig. 28 - Welded Mock-up out of HD400x744 [37]
122
Low Flange – mid
-101
164
Low Flange – int
-169
170
Web
183
-163
Up flange – internal
-169
105
Up Flange – mid
-101
213
Up Flange – external
183
3. REALIZED PROJECTS
3.1 Project in New Zealand
The first known bridge realized with structural shape for the arch bridge
in New Zealand is Mangamahu River Bridge in 2008 (figures 32-33).
Chief designer was M. Chan from Holmes Consulting Group [45].
Inspired by Tveit’s ideas of structural optimisation, the design minimized
the bending moment of the system based on following three aspects:
- Vertical arches anchored in the tie;
- horizontal bracing as closely spaced tubular truss to reduce out of
plane buckling
- Quite dense network hanger arrangement.
These three structural features can by resumed as the essence of the
tied-arch bridge built with rolled sections in the following years.
Fig. 36 - Details of Hanger attachment to the arch
3.2 First projects in Poland
Between 2007 and 2009, four network arch bridges with HD profiles for
the arches were designed in Poland. These designs were favored over
other bridge types and justified answering the demand for landmarks
at motorway junctions or obviate visibility [40].
The first realized has been the bridge WD-431, completed in 2008. It is
located in a mining area and connects the A1 motorway to the route
Pyrzowice - Piekary. The bridge consists of two independent parallel
decks crossing the highway. The span of each superstructure is 62,0
m, with a height of the arc of 9,3 m. This results in a ratio H / L = 1 /
6,67 (= 0,15), the distance between the arches is S = 8,94 m. The sheets
were constructed from hot rolled UC 356 × 406 × 634 profiles (similar
to HD 400 × 634) in steel grade S355J2. The carriageway was designed
as a concrete slab construction with longitudinal pre-stressing in-situ.
Based on this first positive experience, the following three bridges were
Fig. 37 - Details of Hanger attachment to the arch during fabrication realized:
- Overpass WD-10 of a highway over the A2 motorway of the Mi sk-Ma-
zowiecki ring, completed in August 2008. The viaduct has a span
of 65,0 m, the ratio H / L of the arches is 10,795 m height 1/6. The
distance of the arches is 8,95 m. The arches were constructed from
hot-rolled HD 400 × 677, steel grade S355J2. The deck is a longitu-
dinally prestressed concrete slab.
- Overpass WD-57 (figure 34) of the DK36 on the S5 expressway near
Rawicz, completed in September 2009. The viaduct has a span of 75,0
m, the ratio H / L of the arches with 12,89 m height is 1 / 5,82. The
distance of the arches is 14,20 m. The arches were built from hot-
rolled HD 400 × 990 steel grade S460M. In this structure, the deck
was designed as a composite slab with rolled sections of the HE series
as tie and cross beams.
Fig. 38 - View of the hanger attachment close to an arch splice on the construction site - Overpass WD-137 viaduct (figure 35) with the ramps of branch “Rop-
Fig. 41 - Erection of the arch segments by welding in its final position - MS-15 across the Łyna, - Fig. 42 - MS-15 across the Łyna, - span 120 m [40]
span 120 m
Fig. 46: Correlation between estimated required normal force for the Arch cross- Fig. 47: Predesign chart for Arch member - for standard EN1991-2 road traffic loads
section according equation (1) and the datas of real projects from table 4 - Rise / span ratio 1 : 6
Fig. 49 - Steelwork consumption vs form factor Fig. 50 - Steelwork cost vs Form factor
Fig. 51 - Steelwork cost vs Average hanger spacing Fig. 52 - Hanger force variation vs Form Factor and average hanger spacing
Fig. 53: Required minimal W / A to have less than 1/3 of stresses due to bending Fig. 54: Steelwork cost vs Average hanger spacing
in the arch in function of the average hanger spacing.
LITERATURE
[1] Tveit, P. “Design of Network Arches”. The Structural Engineer. London. 44 (7): 247–259. (July 1966).
[2] Fisher, J.W. and Pense, A.W, Procedures for Thermal Cutting and Welding Heavy Structural Shapes, National Engineering Conference and
Conference of Operating Personnel, New Orleans, 1987.
[3] Fatigue Design Handbook, SAE, 1988.
[4] Blodgett, O.W. and Miller, D.K. The Challenge of Welding Jumbo Shapes, Welding Innovation, Vol. X, No.1, pp. 3-16. James F. Lincoln Arc
Welding Foundation, Cleveland, OH, 1993.
[5] Miller, D.K. Consider Welded Vs. Bolted Connections for Jumbo Sections, Welding Innovation, Vol. X, No.1, pp. 15. James F. Lincoln Arc
Welding Foundation, Cleveland, OH.,1993.
[6] Walter D. Pilkeym Peterson’s stress concentration factors, 1997.
[7] Bouchard S., Axmann G., The Steel of Choice, Structural Engineer, 2000.
[8] FEMA350, Recommended Seismic Design Criteria for New Steel Moment-Frame Buildings, 2000.
[9] Tveit, P. (August 15, 2006). An Introduction to the Network Arch. Lectures at NTNU Trondheim. Dickert, D., Book Proceeding: Preparation
of Manuscripts, ASCE Publications, 2002
DALLA POST-TENSIONE
AI PONTI A GRANDE LUCE
ALLE TENSOSTRUTTURE
FROM POST-TENSIONING
TO LONG SPAN BRIDGES
TO THE TENSILE STRUCTURES
Dott. Ing. Cesare Prevedini*
L’evoluzione della tecnologia legata ai sistemi di precompressione ha permesso la realizzazione di strutture sempre
più ambiziose. In particolare si è passati da sistemi relativamente semplici a sistemi tecnologicamente più avanzati, di
tipologie differenti e progettati per rispondere a precise esigenze che sono andate progressivamente emergendo.
The development of the technology of the post-tensioning systems allows the execution of increasingly ambitious structures.
In particular there have been an evolution from relatively simpler systems to others that are more technologically advanced, of
different typologies and designed to meet specific needs that have gradually emerged.