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1
SOMMARIO
2
Introduzione
In questa sezione introduttiva saranno descritti tutti gli elementi che servono per
collegare il nostro computer a tutti i dispositivi esterni allo scopo di poterlo rendere
funzionante e pronto all’uso. In particolare vengono descritti tutti i tipi di connessione, di
porte e di collegamenti.
Vedremo anche alcuni aspetti, da non sottovalutare, sul corretto posizionamento del
computer e delle periferiche, osservando in particolar modo la sicurezza.
Per completare il quadro di tutti gli elementi descritti concluderemo questa sezione con
la distinzione, a livello logico, tra le periferiche di output e quelle di input.
• Case;
• Scheda madre;
• Porta;
• Porta USB;
• Macchina di Von Neumann;
• Input;
• Output;
• Touchscreen.
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0.1.1 - Capire come è costituito un computer
Un computer è costituito da periferiche, dispositivi, unità di memoria,
unità centrale e di tutto quanto definiremo in seguito hardware, tutti
argomenti di cui parleremo da qui in avanti.
Ma come fanno tutti questi elementi a comunicare tra loro? Come sono
connessi? Ogni tipo di periferica ha un tipo di connessione particolare o
tutte possono essere collegate a un alloggiamento qualsiasi?
Figura 1: un PC Desktop
In questa sezione verrà descritto tutto ciò che occorre conoscere per
saperci muovere con disinvoltura in questa prima fase.
4
che questo è dotato di una connessione di tipo HDMI, se non sappiamo
di che cosa si tratta, possiamo tornare a casa ed accorgerci di non
poterla usare perché nel nostro PC non ci sono alloggiamenti per una
connessione di tale tipo.
5
In questa sezione introduttiva, il cui scopo principale è quello di dare
una prima descrizione dei collegamenti principali e delle corrispondenti
porte di cablaggio necessario aa rendere possibile l’accensione del
computer, faremo riferimento alla seconda tipologia, quella dei PC
desktop. Nei laptop, infatti, per poter avviare il computer non vi è
necessità di alcun cablaggio iniziale, ad eccezione del collegamento alla
rete elettrica.
6
0.1.1 – Posizionare correttamente il computer
È sempre consigliato posizionare il computer su una superficie piana e
sufficientemente grande da contenere il case, il monitor, il mouse, la
tastiera e tutte le periferiche che usiamo più spesso.
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l'eccessivo surriscaldamento all'interno della macchina che può
provocare danni irreparabili.
I danni dovuti a tali sbalzi possono essere limitati con l'uso di gruppi di
continuità, che riescono a garantire la continua alimentazione almeno
per un certo lasso di tempo. Essi infatti fungono anche da generatori di
corrente di emergenza, interposti tra le prese di corrente e il computer,
ed entrano in funzione solo quando viene a mancare la corrente
fornendo la giusta energia al computer.
9
insaputa, si potrebbero toccare punti ad alta tensione. L'unica cosa da
fare in caso di guasti è quella di portare il dispositivo dall'assistente
tecnico, preferibilmente protetto nelle scatole che lo contenevano al
momento dell'acquisto. Prima di staccare qualsiasi elemento, dobbiamo
assicurarci che sia tutto spento.
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Figura 7: Retro di un case. Si notino le porte in esso contenute
11
0.1.4.1 - Porte USB
Come anticipato nei paragrafi precedenti, la maggior parte dei dispositivi
si connettono tramite le porte di tipo USB (Universal Serial BUS). Le
fotocamere digitali, i lettori MP3, gli smartphone, i tablet, i dischi fissi
esterni e le pendrive, oltre alle stampanti, i mouse e molte altre
periferiche si connettono tramite questo tipo di porta.
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necessariamente essere connessi alla presa di alimentazione di corrente
elettrica.
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Figura 10: cavo HDMI
14
0.1.6 - Comprendere il concetto di unità centrale e
periferiche
15
Figura 11: l'architettura di Von Neumann
Per dare una definizione di Input possiamo farci aiutare dal nome stesso.
To input in inglese significa inserire, immettere; l’input dunque
corrisponde alla fase di inserimento dei dati, di qualsiasi formato essi
siano. I dati possono essere immessi solo tramite quelle periferiche,
dette appunto di input, che a seconda della tipologia, immettono tipi di
dato diversi. Una fotocamera immetterà tipi di dato diversi da quelli
immessi dalla tastiera; anche i software con cui verranno elaborati tali
tipi di dato saranno diversi tra loro.
17
immettere i valori e deve essere ben consapevole del tipo di periferica
che deve usare per svolgere il suo lavoro. Per scrivere un testo, userà la
tastiera; se deve inserire delle immagini può usare una fotocamera o
uno scanner, se l'immagine è "nuova" oppure se deve esserne
digitalizzata una esistente in formato cartaceo. Per registrare musica e
suoni userà il microfono.
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Un esempio di periferica di questo tipo è costituito dal touchscreen, o
schermo tattile, presente in tutti gli smartphone e tablet, sulle LIM e nei
monitor di alcuni moderni computer.
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1.1 – Nozioni di base
SOMMARIO
2
1.1.1 - Accendere, arrestare e riavviare il computer
Per avviare correttamente il sistema è necessario controllare preventivamente
che:
In base al nome utente e alla password inseriti per iniziare la sessione di lavo-
ro, viene dato accesso ad alcune informazioni personali proprie di quel deter-
minato utente. L’opzione Disconnetti interrompe la sessione di lavoro e il col-
legamento tra la rete e il computer, ma senza che quest’ultimo venga spento.
4
Se l’utente che ha avviato la sessione di lavoro vuole accedere a informazioni
proprie di un altro utente, può disconnettersi e riconnettersi con altre creden-
ziali, oppure utilizzare l'opzione Cambia Utente: in questo modo, accede a
Windows con nome utente e password differenti, ma senza chiudere la propria
sessione di lavoro (alla quale può tornare in ogni momento ripetendo l'opera-
zione).
5
Figura 0.3 - Esempio di mouse
Il doppio clic differisce a seconda del contesto in cui viene utilizzato e non può
quindi essere descritto in modo generico. Ad esempio, il doppio clic in un testo
non ha la stessa funzione del doppio clic su un'icona. Il doppio clic su un og-
getto corrisponde all’attivazione del comando indicato in grassetto nel menu di
scelta rapida associato all’oggetto stesso. Vedremo nel prossimo paragrafo
cos'è il menu di scelta rapida.
6
La rotella centrale semplifica lo scorrimento (scroll) della visualizzazione della
pagina. La direzione dello scorrimento della pagina segue la direzione della ro-
tazione della rotella.
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Figura 0.4 - La parte "principale" della tastiera.
8
Windows Attiva il menu di avvio. Come vedremo oltre, in
combinazione con altri tasti avvia specifiche
funzioni. In combinazione col tasto Tab per-
mette di scorrere le finestre aperte in Windows
(Vista e 7).
Se non si fa uso di tasti aggiuntivi, le lettere presenti nella parte principale della
tastiera vengono scritte in minuscolo. Come analizzato schematicamente nella
precedente tabella, il tasto Shift permette di scrivere il carattere maiuscolo e il
tasto Caps Lock blocca la scrittura delle lettere maiuscole.
Il tasto Shift ha però una funzione in più rispetto al Caps Lock: premuto in
combinazione con i tasti con più di un carattere, abilita il carattere presente
nella parte superiore.
In generale, quindi, il tasto Shift deve essere premuto per inserire il carattere
posto nella parte superiore, mentre il tasto Alt Gr (oppure la combinazione di
tasti Ctrl e Alt) per inserire la "terza lettera", ma solo nel caso in cui il tasto ab-
bia tre caratteri, oppure nel caso di un particolare carattere "speciale".
http://www.aiutamici.com/link.aspx?t=web&id=11225
Il gruppo di tasti posti nella parte destra della tastiera costituisce il cosiddetto
tastierino numerico. La maggior parte dei tasti raggruppati in quest'area ha un
doppio simbolo: un numero e una freccia. Questo per indicare che il tastierino
ha una doppia funzionalità a seconda che sia attivo o meno il blocco dei nume-
ri. Il blocco dei numeri viene attivato premendo il tasto Bloc Num presente in
alto a sinistra del tastierino. L'attivazione di questa funzione è segnalata da una
spia luminosa situata nell'area superiore del tastierino numerico. Quando il
blocco dei numeri non è attivo i tasti corrispondono allo spostamento del cur-
sore, secondo la direzione della freccia presente sul tasto.
Quando premiamo il tasto "A", all’interno del nostro PC avvengono una serie di
passaggi intermedi che portano all'elaborazione di quello che viene chiamato
codice macchina, ovvero una serie di caratteri "0" e "1" interpretabili e leggibili
esclusivamente dal processore.
Uno dei passaggi intermedi è rappresentato dal codice ASCII, una combinazio-
ne di numeri, ognuna corrispondente ad un unico carattere. Tornando alle fun-
zionalità extra del tastierino numerico, se si conosce il codice ASCII di una qual-
siasi lettera, questa può essere inserita nel testo tenendo premuto il tasto Alt e
digitando le combinazioni di tasti direttamente sul tastierino numerico. Fac-
ciamo un esempio:
La lettera "È" (E maiuscola accentata) non è presente sulla tastiera. Spesso, per
inserire questo carattere in un testo, si ricorre alla digitazione del carattere "E"
seguito dall’apostrofo. Sorvolando sull'aspetto ortografico (in italiano è scor-
retto), nella maggior parte dei casi una soluzione come questa potrebbe anche
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andar bene, almeno in termini di comprensibilità del testo. Si tratta tuttavia di
un "ripiego" che impone l'utilizzo di due caratteri (interpretati singolarmente
dal computer) per simularne uno.
Viceversa, sapendo che il codice ASCII della lettera "È" corrisponde alla se-
quenza 0200, tenendo premuto il tasto Alt e digitando tale combinazione di ci-
fre da tastierino numerico, otterremo proprio il carattere desiderato. Se pro-
viamo a fare la stessa cosa usando i tasti con i numeri nella parte superiore
della tastiera, quanto descritto non avviene. Nella seguente tabella è riportato
il codice ASCII di alcuni caratteri:
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Figura 0.6 - Alcuni codici ASCII.
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1.1.4 - Le icone
Abbiamo parlato finora del clic, del doppio clic, del menu di scelta rapida, ora è
il momento di tornare al nostro desktop per dare un’occhiata più approfondita
alle icone. Le icone sono piccole immagini che rappresentano qualsiasi ele-
mento presente sul computer e sono essenziali per capire al volo con che tipo
di oggetto abbiamo a che fare. Inoltre reagiscono tutte al doppio clic aprendo-
si, lanciando un programma o indirizzandoci verso una pagina Internet.
1.1.5 - Le finestre
Quando effettuiamo un doppio clic sull’icona di una cartella, questa si apre
sotto forma di finestra, con il suo contenuto ben visibile al centro. In realtà, è
fondamentale notare che tutto quello che utilizziamo in Windows ha l’aspetto
di una finestra (“window” in inglese significa proprio questo) e presenta quin-
di sempre la medesima struttura e gli stessi elementi ricorrenti.
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Prendendo come esempio la finestra Questo PC, possiamo identificare alcune
aree principali:
Nella parte destra della barra del Titolo sono presenti tre pulsanti:
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Ingrandisci/Ripristina Ingrandisce la finestra, che occuperà tutto lo
schermo. Cliccando di nuovo lo tesso tasto
(che intanto ha cambiato aspetto), la finestra
ritorna allo stato precedente.
Le icone grandi, in particolare, sono l’ideale per gestire una cartella piena di
foto o video, perché consentono di trovare gli elementi che ci interessano al
primo sguardo.
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1.1.5.3 - Barra degli Indirizzi
La barra degli Indirizzi non è presente in tutte le finestre, ma solo nelle finestre
in cui è prevista una "navigazione", che può avvenire sia tra luoghi virtuali pre-
senti in memoria (o in una rete privata), sia tra siti Internet. In Windows 7, per
spostarsi all'interno del percorso, è sufficiente cliccare col mouse sulla voce
desiderata.
Per visualizzare gli oggetti che non rientrano nella dimensione della finestra è
necessario far uso dei due piccoli triangoli presenti alle estremità delle barre;
in particolare verso destra o sinistra nella barra orizzontale, oppure verso l’alto
o il basso nella barra verticale.
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Oltre all'uso della tecnica appena descritta, le finestre possono essere affian-
cate automaticamente scegliendo la voce mostra le finestre affiancate (oriz-
zontalmente) o mostra le finestre in pila (l'una sotto l'altra) dal menu di Scelta
Rapida associato ad un punto libero della barra delle Applicazioni. Perché que-
sto avvenga, è necessario che le finestre non siano ridotte a icona.
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1.2 – Funzioni di base dei sistemi operativi
SOMMARIO
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1.2.1 - Installare e disinstallare programmi
L’installazione di un’applicazione consiste nella memorizzazione in una
cartella detta di destinazione, del programma e dei file che servono al
software per funzionare.
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Una finestra mostrerà l'avanzamento del processo di disinstallazione. Al
termine della procedura, la voce corrispondente al programma disin-
stallato scomparirà dall'elenco dei programmi installati.
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Figura 1.2.1 - Personalizzazione.
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1.2.3 – Schermo e risoluzione video
La nitidezza dello schermo può essere compromessa quando viene vi-
sualizzata per lungo tempo la stessa immagine. Questo problema può
essere aggirato impostando un programma, lo Screensaver, che man-
tiene continuamente attivo il monitor attraverso la visualizzazione di un
elemento in movimento. Nella scheda Schermo (Figura 1.3.6) deve es-
serne scelto uno tra quelli proposti, per ognuno dei quali è possibile im-
postare determinate opzioni.
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È importante ricordare che, come in tutte le finestre di dialogo, le modi-
fiche vengono memorizzate solo facendo clic sul pulsante OK, cosa che
non avviene chiudendo la finestra con il pulsante Chiudi sulla barra del
titolo o premendo il pulsante Annulla. Il pulsante Applica, invece, per-
mette di visualizzare l’anteprima delle modifiche, senza che queste siano
considerate definitive.
Facendo clic sul tasto Questo pc presente nel menu Start, viene aperta la
finestra omonima contenente un’icona per ogni unità di memoria. Per
entrare nell'unità di memoria di nostro interesse, è necessario fare dop-
pio clic sulla sua icona. Un altro doppio clic consentirà di entrare in una
cartella interna e così via fino ad arrivare all’oggetto di interesse. Come
vedremo in seguito, è possibile navigare all'interno dell'unità sfruttando
l'alberatura sulla sinistra o la barra degli Indirizzi.
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Figura 1.2.6 - Finestra Questo pc.
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Ed ecco il percorso di WhatsApp, in un collegamento sul desktop:
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• unità removibili, come chiavette, schede di memoria e hard disk
esterni: ( )
• se il computer è connesso in rete locale, eventuali unità di rete
condivise ( ).
Segue un elenco delle estensioni di alcuni tipi di file più comuni e mag-
giormente utilizzati.
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.rtf File RTF (Retch text format)
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1. selezionare nella barra dei Menu File ® Nuovo ® Cartella;
Per "scendere di livello", cioè per passare da una cartella a una sua sot-
tocartella, è sufficiente fare doppio clic sulla sottocartella.
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ne, modifiche e salvataggio di documenti, alla quale rimandiamo per lo
studio dei dettagli.
I tipi di file più usati possono essere creati anche all'interno delle fine-
stre, senza utilizzare il programma specifico, ma aprendo semplicemente
il menu contestuale (tasto destro) in un punto vuoto e scegliendo la voce
Nuovo. Nel menu successivo sarà possibile selezionare il tipo di file da
creare.
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Per selezionare più elementi adiacenti è sufficiente fare clic sulla prima
icona e, tenendo premuto il tasto Shift (maiuscolo), fare clic sull’ultima
icona dell’intervallo.
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incollare sono tuttavia molto simili, per cui le descriveremo contestual-
mente, indicando solo le diverse funzioni da richiamare caso per caso.
Basta poi navigare nel File System attraverso la finestra Copia elementi
(simile alla finestra per la copia) o Sposta elementi (Figura 1.2.), sino alla
cartella o all'unità di destinazione e fare clic, rispettivamente, sul pul-
sante Copia o Sposta.
Nella finestra Sposta elementi si scende di livello facendo clic sulle pic-
cole frecce associate alle cartelle contenenti sottocartelle.
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In seguito, basta aprire un nuovo menu di scelta rapida in un punto
vuoto del luogo di destinazione (una cartella, il desktop, un'unità ester-
na) e scegliere la voce Incolla.
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1.2.7 - Esplorare le risorse
Per navigare all'interno del file system, le finestre di Windows 10 met-
tono a disposizione due aree di facile utilizzo. La prima è rappresentata
dall'alberatura sulla sinistra, l'altra dalla barra di navigazione in alto.
La sezione sulla sinistra è una rappresentazione ramificata, composta da
cartelle, del file system. La presenza, all'interno di una cartella, di altre
cartelle (dette sottocartelle), è indicata da una piccola freccia. Cliccando
sulle frecce, i rami dell'alberatura diverranno via via visibili, rivelandone
la struttura e permettendo una navigazione libera all'interno dell'intera
unità di memoria. Nella parte destra della finestra apparirà il contenuto
della cartella selezionata. In alto, la barra degli indirizzi ne mostrerà il
percorso.
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1.2.7.1 - Spostare o copiare tramite il trascinamento
(Drag and Drop)
Utilizzando la struttura del file system, è possibile spostare un file utiliz-
zando la tecnica del Trascina e Lascia (Drag and Drop).
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Figura 1.2.9 - Finestra di dialogo per effettuare la ricerca di file e cartelle.
Come vedremo, la ricerca viene eseguita non solo in base al testo pre-
sente nel nome del file, ma anche nel file stesso, nei tag e nelle proprie-
tà dei file.
Il campo per impostare i parametri di ricerca è nel menu del tasto Start,
in basso. Nell'esempio, è stata digitata la cartella immagini. Dopo un'i-
stantanea ricerca, il report risultante mostrerà le cartelle collegate.
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1.2.7.2.1 - Nome del file o parte del nome
Nel campo ricerca può essere digitato il nome completo del file da ri-
cercare o parte di esso, compresa la sola estensione, per impostare la
ricerca in base alla categoria di appartenenza.
1.2.7.2.4 - Dimensioni
Nel campo testo può essere inserita anche una dimensione (per esempio
10 MB). La ricerca riporterà tutti gli elementi che si avvicinano alle di-
mensioni impostate.
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1.2.8.1 - Compressione dei file
Per l'archiviazione in certi tipi di unità di memoria c'è bisogno di ridurre
la dimensione dell'oggetto. È il caso di vecchie chiavette (pendrive) poco
capienti o di file eccessivamente "pesanti". Ma è buona norma compri-
mere anche i file da inviare per posta, sia per "alleggerirli" (alcune casel-
le rifiutano allegati troppo grandi) che per evitare l'intervento di filtri an-
ti spam specifici per determinate categorie di allegati. Gruppi di immagi-
ni, documenti e video, una volta compressi, risulteranno infatti come un
unico file con estensione .zip, considerato innocuo fino alla sua even-
tuale apertura. L'operazione per ridurre e compattare file o cartelle vie-
ne definita compressione.
Proprio per la notevole importanza che assume nel lavoro, è stata in-
trodotta, a partire dal sistema operativo Windows XP, un’utilità per ge-
stire la compressione dei file attraverso un’interfaccia abbastanza sem-
plice.
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questo non è possibile, vediamo brevemente cosa succede durante la
compressione di un file.
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1.3 – Hardware
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SOMMARIO
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1.3.1 - Hardware
Il termine hardware (in italiano: "ferraglia") viene utilizzato per indicare i componenti fisici di un
computer, ossia tutte le parti che possono essere toccate con mano.
Prima di procedere con la descrizione dei vari elementi e delle loro caratteristiche è opportuno dare uno
sguardo di insieme al sistema.
L'immagine riportata in Figura 1. può esserci di aiuto per localizzare i vari elementi.
Figura 1.3.1 - Computer corredato delle periferiche principali.
In questo capitolo verranno elencate tutte le principali tipologie di unità di memoria esistenti, che si
differenziano in base alle caratteristiche, ai tempi di accesso, alla capienza e alla funzione che devono
svolgere.
Le memorie possono essere di sola lettura o anche di scrittura, temporanee o permanenti, interne o
esterne al sistema.
Prima di procedere, è importante soffermarsi sulle caratteristiche generali, per avere padronanza dei
termini che verranno usati in seguito. Vedremo l'unità di misura per la memoria e i suoi multipli, per poi
entrare nel dettaglio dei vari parametri che ne caratterizzano le proprietà
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1.3.2 - L’alfabeto digitale – Bit e byte
Così come la lingua italiana utilizza un alfabeto di 21 lettere per formare le parole, il computer utilizza
un suo alfabeto per rappresentare l’informazione memorizzabile ed elaborabile.
A ogni operazione complessa corrisponde una sequenza di operazioni semplicissime, come la somma di
due numeri o lo spostamento di un valore da una posizione ad un'altra.
Il processore (o CPU) è l'elemento hardware che svolge gran parte delle elaborazioni interne al PC. La
potenza del processore consiste nella sua capacità di eseguire più rapidamente possibile e in modo
perfetto l'elaborazione dei dati. Un programma, infatti, è un insieme di istruzioni da eseguire in
sequenza.
Per meglio comprendere il funzionamento di una CPU, è possibile vederla come costituita da un numero
di microscopici interruttori che possono essere "accesi" o "spenti". La combinazione degli interruttori,
dà vita all'enorme numero di istruzioni eseguibili dal computer.
Lo stato di "acceso" o "spento" viene tradotto in "1" o "0" nell'alfabeto del computer (codice binario).
L’unità di informazione di base è chiamata Bit, Binary digit, la cifra binaria che può assumere valore 0
o 1.
A ciascuna lettera viene assegnato un numero compreso tra 0 e 127, o fra 0 e 255, corrispondente ad
una precisa sequenza binaria. Per esempio, il codice ASCII della A maiuscola è 65 (1000001, in cifre
binarie), mentre della A minuscola è 97 (1100001).
La maggior parte dei computer per rappresentare il testo usa il codice ASCII. Un file di testo in cui sono
stati usati i caratteri ASCII viene definito file ASCII.
1.3.3 - File
Un documento, ad esempio un testo o un'immagine, una volta elaborato, deve poter essere memorizzato
all'interno del computer; deve cioè essere tradotto e convertito in termini informatici.
Tutti i documenti, indipendentemente dal loro formato o dal loro contenuto, costituiscono quello che si
definisce un file (in italiano "archivio"). Un file può essere visto come un’insieme di informazioni salvate
su di un dispositivo di memoria e al quale è stato assegnato un nome.
Tutto ciò che viene memorizzato sul computer, che sia un'immagine, un documento di testo, un
programma o qualsiasi altro elemento, ha la forma di file, memorizzato seguendo una codifica di
corrispondenza di una qualunque informazione con delle cifre binarie, le uniche che i dispositivi
elettronici sono in grado di utilizzare.
L'organizzazione delle cartelle e dei file all'interno del sistema è a discrezione dell'utente. La creazione
di cartelle non segue una regola fissa, ma è importante che la raccolta di file in cartelle segua una linea
logica. All'interno di una cartella è possibile creare anche sottocartelle, annidandole come necessario.
• Memoria a nastro. Ormai desueta, è un'unità ad accesso sequenziale in cui un dato viene
reperito solo se vengono letti tutti quelli che lo precedono, attraverso un processo di
svolgimento e avvolgimento del nastro.
• Memoria a disco. Alla base del funzionamento degli hard disk, è costituita da un insieme di
dischi metallici in pila, magnetizzati su entrambe le superfici, ruotanti ad una velocità costante.
L'accesso alle informazioni avviene tramite l'uso di un certo numero di testine di lettura e
scrittura poste sull'estremo di un braccio metallico mobile che si sposta radialmente rispetto
alle superfici magnetiche del disco. Ogni superficie è composta da cerchi concentrici, dette
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tracce, ognuno dei quali è suddiviso in una serie di blocchetti di informazioni di dimensione fissa,
i settori;
• Memoria a solida. Alla base del funzionamento delle chiavette (o pendrive), delle schede di
memoria e dei recenti hard disk SSD (solid state drive), archivia le informazioni su chip di
memoria e non utilizza parti in movimento (come dischi e testine di lettura). Per questo motivo
risulta resistente agli urti e permette di contenere le dimensioni dei dispositivi che la utilizzano.
• Disco ottico. A partire dai primi CD-ROM, passando per i DVD, fino ai più recenti Blu-ray, i dischi
ottici sono unità di memorizzazione in cui i dati vengono impressi e letti usando un raggio laser.
Il disco ottico ha il vantaggio di poter memorizzare grosse quantità di dati a prezzi contenuti,
pur presentando lo svantaggio di un tempo di accesso più elevato rispetto ai supporti a disco o
a stato solido.
Tra le memorie di massa, possiamo annoverare: il disco fisso (o hard disk), i pendrive (o chiavette),
gli hard disk esterni, le schede i memoria, i CD-ROM, i DVD e i Blu-ray.
Tra questi, solo il disco fisso è interno al sistema, tutti gli altri sono dispositivi rimovibili. Il disco fisso e
gli hard disk esterni fanno parte dei supporti di memoria a disco, il CD-ROM, i DVD e i Blu-ray dei dischi
ottici, mentre i pendrive e le schede di memoria, delle memorie flash a stato solido.
Gli ormai desueti (ma ancora prodotti) floppy disk meritano una menzione per
l'importanza storica che hanno avuto nell'evoluzione informatica. Hanno una capacità di
1,44 MB. Il loro utilizzo è ormai limitato allo scambio di dati tra computer di vecchia
generazione. Il loro punto di forza risiedeva nell’essere rimovibili e facilmente
trasportabili. I dati, una volta memorizzati potevano essere protetti da accidentali
cancellazioni tramite una linguetta presente nella faccia posteriore del floppy stesso.
1.3.6.2.2 - Lo zip
Simile a livello estetico al floppy disk, lo zip era un supporto molto utilizzato fino a
pochi anni fa. Può memorizzare una quantità di dati variabile fra 100 e 250 Mbyte.
6
1.3.6.2.3 - Nastri magnetici
I nastri magnetici venivano usati nei grandi sistemi di computer per creare periodicamente copie di
beckup dell'intero hard disk, salvaguardando l'integrità dei dati in caso di guasti
irreparabili. Sono ormai sostituiti da unità composte da uno o più hard disk in
configurazioni particolari (RAID) in grado di memorizzare i dati con un margine elevato
di sicurezza.
Analogamente, gli hard disk posso essere ospitati in particolari alloggiamenti estraibili, inseriti nella
parte frontale dei computer e delle stesse dimensioni standard dei lettori ottici.
Un disco ottico può contenere informazioni di qualsiasi tipo e genere: musica, filmati, giochi, software,
video e altro.
I vantaggi dei dischi ottici come supporti di memorizzazione, derivano dalla grande
capacità (variabile tra i 650 MB dei CD e 25/50 GB dei BD), dal fatto di essere
rimovibili e dal costo più o meno basso. Uno dei principali svantaggi è nella possibilità
di scrittura solo mediante uno specifico dispositivo chiamato masterizzatore.
Schematizzando, si può affermare che attualmente i CD sono utilizzati soprattutto per l'archiviazione di
file musicali, i DVD per video non HD e dati, mentre i Blu ray per video ad alta risoluzione e grandi
quantitativi di dati.
Tuttavia, grazie alla grande diffusione di masterizzatori compatibili e al prezzo accessibile dei supporti,
i DVD rappresentano allo stato attuale l'unità ottica per eccellenza, in ogni ambito. Per l'avvento dei BD,
prossimi dominatori del mercato, è necessario un tempo fisiologico di adattamento e aggiornamento da
parte dei potenziali fruitori, nonché di un calo sensibile dei prezzi.
Per CD, DVD e BD, esistono supporti registrabili (una volta scritti non possono più essere cancellati) e
riscrivibili (possono essere sovrascritti, cancellati e riutilizzati). Per DVD e BD esistono anche supporti
a doppio lato (si può scrivere su entrambe le facce del disco) e a doppio strato (il laser può leggere e
incidere a due diverse profondità, raddoppiando la capienza per ciascun lato).
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Un masterizzatore può essere montato all’interno del PC oppure collegato esternamente al PC, ad
esempio tramite una porta USB.
La velocità di scrittura, che costituisce un parametro molto importante per un masterizzatore viene
ormai indicata per tutti i tipi di dischi compatibili. Un Masterizzatore BD è infatti in grado di utilizzare
tutti supporti che lo hanno preceduto durante l'evoluzione informatica (CD e DVD), in tutte le loro
varianti (registrabili, riscrivibili, DVD+, DVD-), ma con velocità in lettura e scrittura variabili. Un
masterizzatore DVD, di conseguenza, potrà utilizzare ogni CD e DVD sul mercato, ma non BD.
Il Buffer è una sorta di memoria "tampone" che aiuta ad evitare problemi di scrittura durante la
masterizzazione. I dati devono infatti arrivare alla periferica attraverso un flusso costante. Se durante
la masterizzazione il PC è chiamato a svolgere altre attività, ad esempio l'elaborazione di dati per
un'altra applicazione, il flusso può interrompersi o risultare intermittente.
1.3.6.4.1 - Pendrive
La sigla USB, acronimo di Universal Serial Bus (USB), indica uno standard di comunicazione seriale che
consente di collegare un dispositivo esterno (periferica) al PC anche "a caldo", ovvero senza necessità
di riavviare il computer. Ad una porta USB possono essere collegate periferiche quali il mouse, la
tastiera, lo scanner, la stampante e altri dispositivi. In attesa di una diffusione massiva delle nuovissime
USB 3.0 (già disponibili), attualmente dominano il mercato le porte USB 2.0, che assicurano uno scambio
dati fino a 60 MB/s (MByte per secondo).
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Le schede SD sono disponibili in 3 diversi formati (standard, mini e micro) e hanno una capienza media
di 4-32 GB. Le varianti SDHC e SDXC, a fronte di un aspetto del tutto simile, non sono compatibili con i
lettori SD di vecchia generazione, ma offrono in compenso velocità in scrittura e lettura estremamente
elevate. La velocità delle SD è espressa da un numero che ne identifica la classe: "Classe 2", ad esempio,
indica una capacità minima in scrittura di 2 MB/s, "Classe 10", di 10 MB/s.
L'hardware è costituito dall'insieme di tutti i componenti fisici del computer (periferiche comprese),
mentre il software, da tutti i programmi e da tutte le istruzioni orientate all'esecuzione di operazioni di
calcolo.
Le due categorie sono strettamente collegate: in mancanza di un software, l'hardware non è in grado di
eseguire alcuna operazione. Analogamente, il software non ha ragione di esistere se le sue istruzioni non
sono finalizzate all'attività dell'hardware.
1.3.7.1- Hardware
Il termine "hardware" indica l'insieme dei dispositivi fisici che compongono il computer e possono
essere raggruppati in cinque categorie:
• Unità di elaborazione, che eseguono le operazioni e coordinano tutti i componenti del computer
• Unità di memorizzazione, che consentono l’archivio permanente o temporaneo dei dati
• Dispositivi d'ingresso (input), per l'immissione dei dati
• dispositivi di uscita (output), per la restituzione (sotto forma di immagini, pagine stampate,
suoni…) dei dati elaborati
• Insieme dei BUS, che veicolano i flussi di dati tra i componenti del computer
I dispositivi d'ingresso e quelli di uscita appartengono alla macro categoria delle periferiche.
1.3.7.2 - Software
Il "software" è l’insieme di tutti i programmi installati (o installabili) su un computer. Può essere
suddiviso in due categorie fondamentali: il software di sistema (o di base) e il software applicativo.
1. Il software di sistema, rappresentato nei computer dal sistema operativo (o SO), controlla e
gestisce l'hardware (interno al computer o collegato ad esso) e consente l'esecuzione di tutti i
software applicativi installati.
2. Il software applicativo è l'insieme delle istruzioni necessarie all'esecuzione di compiti
specifici. In pratica, tutti i programmi installati su un computer sono software applicativi.
Il software applicativo, in termini informatici, risiede a un livello "superiore" rispetto a quello
di sistema, proprio perché viene "visto" direttamente e, quindi, risiede meno "in profondità"
9
nella percezione dell'utente. Approfondiremo questi argomenti nella fase 4.0.1
Tutti i componenti base del computer sono contenuti all'interno del case (la "scatola" che li ospita). Il
case mostra esternamente il pulsante di avvio, il lettore ottico e tutte le porte a cui devono essere
connesse le periferiche.
Al suo interno è collocata la scheda madre, sulla quale sono connessi gli altri componenti base che
verranno descritti di seguito. I dispositivi di base dialogano tra loro tramite i bus, che vedremo in
dettaglio più avanti. Nei computer portatili, case, tastiera e monitor sono integrati, mentre il mouse è
sostituito da un touchpad.
1.3.8.1 - LA CPU
La CPU (Central Processing Unit) è il microprocessore che costituisce il "cervello" di un computer. Il suo
compito è eseguire la maggior parte delle operazioni richieste dal software. Le sue dimensioni fisiche
sono ridotte (una decina di centimetri quadrati circa) ed è corredato da una ventola con dissipatore
termico che ne evita il surriscaldamento.
A contendere la leadership sul mercato a Intel, leader mondiale nella produzione di CPU, c'è
principalmente AMD, con un rapporto prestazioni/prezzo generalmente molto interessante.
Le CPU dual core o quad core (in italiano doppio o quadruplo nucleo) contengono, rispettivamente, due
o quattro processori distinti, in un singolo involucro fisico. Le CPU multi core permettono di aumentare
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notevolmente la capacità di calcolo, soprattutto quando si utilizzano programmi realizzati
espressamente, in grado di sfruttarne appieno le potenzialità.
• l’unità di controllo, che interpreta i comandi provenienti di componenti del computer e invia
nuovi comandi agli stessi. In particolare, si occupa dell'interpretazione delle istruzioni prelevate
dalla memoria
• l’unità aritmetico-logica (ALU, Arithmetic Logic Unit), che svolge calcoli, operazioni logiche e
confronti in base alle richieste dell’unità di controllo
• i registri, che memorizzano i dati e la loro collocazione durante l'elaborazione
• la memoria cache, che memorizza temporaneamente le istruzioni e i dati prima di trasferirli nella
RAM, in modo da aumentare le prestazioni
• la logica di interfacciamento con il BUS, ovvero la logica di controllo del sistema, che garantisce
l'interscambio di informazioni tra i vari componenti
Quando, per esempio, si utilizza un editor di testi, i dati necessari all'esecuzione del programma vengono
caricati nella RAM. Qui i dati risiedono solo temporaneamente, prima di essere cancellati (alla chiusura
del programma) o copiati definitivamente in un altro tipo di memoria, definito memoria di massa (al
salvataggio del documento).
La RAM è, infatti, una memoria volatile, cioè capace di mantenere i dati solo finché il PC è alimentato
dalla corrente elettrica: allo spegnimento del computer viene completamente vuotata. Questo è il motivo
per cui, se durante l'esecuzione di un programma viene a mancare la corrente elettrica, tutti i dati
elaborati successivamente all'ultimo salvataggio andranno persi. È buona norma quindi, quando si
utilizza un computer fisso (e non un portatile dotato di batteria), salvare il proprio lavoro spesso e dopo
ogni modifica di un certo rilievo.
Come già accennato, la memoria viene misurata in multipli del byte. Più precisamente in:
La dotazione standard di memoria RAM, "arrotondata" nel vocabolario comune, può variare da 1 GB a 4
GB (e oltre, in casi particolari). Esaurito lo spazio disponibile, se un'applicazione o un file richiedono
altra memoria, il computer utilizzerà una parte dell'hard disk per simularla, con drammatici
rallentamenti dell'intero sistema.
L'hard disk, infatti, è estremamente più lento della RAM (che arriva a tempi di accesso di 2 nano secondi)
e non è in grado di supportare adeguatamente il processore durante la sua attività.
11
1.3.8.3 - Hard Disk o Disco fisso
Le memorie di massa contengono i dati in modo permanente, indipendentemente dallo stato di
alimentazione del sistema. Tra le unità di memoria, l'unica interna al PC è il disco fisso o hard disk, che
contiene il sistema operativo, tutti i programmi installati e i file salvati dall’utente. Gli hard disk più
diffusi hanno una capacità di memorizzazione che va oltre il gigabyte, e sono costituiti da uno o più
dischi, rivestiti da materiale magnetizzabile, montati su un singolo asse. Ciascun disco è organizzato in
anelli concentrici (tracce) suddivisi in porzioni di uguale capacità di memorizzazione (settori). Gli hard
disk SSD a memoria solida offrono, allo stato attuale, una capacità di memorizzazione inferiore, ma sono
silenziosi e immuni alle sollecitazioni meccaniche (non hanno parti interne in movimento).
Come per tutti i supporti di memoria, i parametri più importanti di un disco fisso sono:
1.3.8.4 - Scheda video
La scheda video è il dispositivo che trasferisce, dal sistema al monitor, i dati visualizzabili. I primi modelli
di scheda video potevano riprodurre solo testo, mentre quelli attuali sono perfettamente a loro agio non
solo con i più diversi elementi grafici, ma anche con modelli tridimensionali in movimento. Le schede
video sono dotate di una propria memoria integrata (simile alla RAM) o condivisa con il sistema
(utilizzano parte della RAM disponibile) e di una GPU (Graphics Processing Unit), un processore
specializzato nel trattamento delle immagini, in grado di subentrare alla CPU nell’elaborazione dei dati.
Le schede video più recenti possono includere specifici occhiali attivi e riprodurre immagini
tridimensionali. Come vedremo più avanti, in questo caso è necessario un monitor compatibile.
1.3.9 - Periferiche
In estrema sintesi, le principali periferiche di input sono rappresentate dalla tastiera, dal mouse, dal
lettore ottico (CD, DVD o BD) e dallo scanner. Le periferiche di output più diffuse includono la stampante
e il monitor.
1.3.9.1 - Il monitor
I monitor appartengono sostanzialmente a due tipologie: a raggi catodici (CRT, Cathode Ray Tube) e a
cristalli liquidi (LCD). I monitor CRT, ormai fuori produzione, utilizzavano un sistema di riproduzione
delle immagini identico a quello dei televisori analogici. Come questi ultimi, erano ingombranti, pesanti
e difficilmente offrivano schermi di diagonale apprezzabile.
Viceversa, i leggeri e sottili monitor LCD utilizzano pannelli composti da cristalli liquidi, piccoli punti
luminosi o pixel, in grado di variare la propria struttura molecolare in presenza di elettricità, lasciando
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passare, oppure no, la luce retrostante. Ogni pixel è composto da sub pixel colorati (rosso, verde, blu)
che possono quindi risultare accesi oppure spenti, in base all'immagine da riprodurre.
Negli avanzati LCD LED, i tubi fluorescenti hanno lasciato il posto a una (più o meno fitta) rete di piccoli
LED posti dietro il pannello. I vantaggi si traducono in minori consumi elettrici e maggiore uniformità
dell'illuminazione. I pixel compongono l'immagine da visualizzare, la loro quantità determina la
risoluzione del pannello.
Per scegliere il monitor più adatto alle proprie esigenze, occorre prima di tutto valutare la dimensione
dello schermo, ovvero la misura della sua diagonale, che varia, nei modelli più diffusi, dai 19 ai 24 pollici
(1 pollice equivale a 2,54 cm).
Infine, per utilizzare una moderna scheda video 3D e visualizzare le immagini tridimensionali (mediante
gli appositi occhialini attivi), è necessario che il monitor supporti una frequenza di refresh (velocità di
aggiornamento) di 120 Hz.
1.3.9.2 - Scanner
Il funzionamento dello scanner è molto simile a quello di una fotocopiatrice, con la differenza che la
copia, in questo caso, avviene non in formato cartaceo, ma in formato digitale, elaborabile, quindi,
attraverso il computer. L'oggetto da sottoporre a scansione, immagine o testo che sia, disposto sulla
superficie trasparente del dispositivo, viene letto e interpretato come griglia di punti colorati, cioè come
immagine digitale.
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Per regolare il volume generale della riproduzione audio, occorre cliccare
sull'icona presente a destra, sulla Barra delle Applicazioni. Cliccando sul
simbolo dell'altoparlante all'interno della finestra del volume, viene
disattivato ogni suono diretto ai diffusori o alle cuffie.
Per gestire tutte le periferiche audio di input (microfono) e output (diffusori, cuffie) presenti nel sistema,
occorre accedere al menu Audio del Pannello di controllo.
1. un headset (sistema cuffia+microfono) USB, con una propria scheda audio (Creative HS-1200)
2. la scheda audio integrata nel PC (Creative SB X-Fi)
Appena inserita nel sistema, la scheda audio dell'l'headset è stata scelta da Windows come periferica
predefinita (utilizzata e attiva), in sostituzione della SB X-Fi (pronta ma inattiva). Il suono viene quindi
riprodotto solo dalle cuffie dell'headset e non più dai diffusori collegati alla SB X-Fi.
Cliccando col tasto destro sulla scheda inattiva, è possibile renderla predefinita (in sostituzione della
HS-1200), e quindi diffondere nuovamente il suono nell'ambiente.
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La voce Configura altoparlanti, nello stesso menu di scelta rapida, permette di definire la tipologia di
diffusori collegati.
La voce Proprietà permette di accedere alle funzioni avanzate della scheda audio.
In questo caso non si pone alcun problema di scelta: l'unico microfono disponibile è quello già impostato
come predefinito. Può essere però presente, nella finestra, anche il microfono incluso in una webcam
USB. Come vedremo più avanti, questa eventualità impone una scelta sulla periferica da utilizzare.
1.3.9.3.3 - Webcam
Le webcam sono piccole videocamere per registrare immagini sul computer o per trasmettere riprese
video attraverso Internet. Nei portatili sono ormai quasi sempre incluse (incastonate nella parte alta del
coperchio), perché indispensabili per videochiamare (Microsoft Messenger, Skype) e pubblicare filmati
o foto nei social network (Facebook). Possono tuttavia essere usate anche per videoconferenze di lavoro
o didattiche, per condividere la lezione con studenti di altre località sparse sul territorio, in grado di
assistere "in tempo reale", ma a distanza.
Come abbiamo visto, alcuni modelli di cuffie (headset) hanno un microfono incorporato. Anche le
webcam, d'altra parte, possono averlo. Caratterizzate ormai da risoluzioni elevate, funzionalità avanzate
e interfaccia USB, sono solitamente autoinstallanti (anche se possono disporre di un software specifico
per la loro gestione), ovvero vengono riconosciute in maniera automatica dal PC. L'inserimento di una
webcam nel computer, può comportare quindi la comparsa, nella finestra Audio del Pannello di controllo,
di una periferica di input audio, relativa al microfono integrato.
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In questo caso, Windows ha scelto come predefinito il microfono ambientale della webcam, solitamente
meno adatto ai dialoghi. È necessario quindi rendere predefinito quello integrato nell'headset,
attraverso il menu di scelta rapida e scegliendo la voce Imposta come dispositivo predefinito.
Per accedere alle funzioni della sezione video della webcam, occorre invece scegliere la voce Dispositivi
e stampanti dal Pannello di Controllo.
La peculiarità delle fotocamere digitali è che, invece di impressionare una pellicola, rilevano l'immagine
direttamente sotto forma di bit tramite una matrice di punti sensibili alla luce (di tipo CCD o CMOS). Il
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numero di punti presenti sul sensore determina la risoluzione dell'immagine prodotta: in termini di
stampa, maggiore è la risoluzione, più grande sarà la foto stampabile senza perdita di qualità.
Le immagini, una volta salvate, possono essere archiviate in una memoria di massa, oppure possono
essere stampate su carta fotografica. Vediamo di seguito le caratteristiche generali delle macchine
fotografiche digitali.
• Le foto, immediatamente visualizzate sul display della macchina, possono essere conservate
oppure eliminate, liberando spazio in memoria per altri scatti
• Le foto salvate possono essere modificate, corrette o ridimensionate usando i software presenti
nella macchina stessa, oppure i programmi installati sul PC.
Vedremo nella fase 3.3 come elaborare le immagini acquisite. La grande maggioranza delle fotocamere
digitali prevede il collegamento sia al computer che al televisore. Il primo, di solito USB, permette di
trasferire le immagini sul disco rigido del PC, il secondo di visualizzare le foto direttamente sullo
schermo del televisore.
Le videocamere digitali (o camcorder) hanno sostituito da tempo quelle analogiche. Possono essere
più o meno compatte e registrare i dati su nastro (ormai quasi esclusivamente in campo professionale),
hard disk, memoria flash oppure schede di memoria (solitamente SD). Come per le fotocamere, offrono
risoluzioni più o meno elevate, in base al modello. La risoluzione massima corrisponde allo standard
Full-HD, e registra fotogrammi da 1920x1080 pixel. Negli ultimi tempi, videocamere e fotocamere
tendono sempre più a sovrapporsi, perdendo a volte un'identità precisa. Esistono infatti fotocamere,
anche di tipo reflex, in grado di girare ottimi video HD e videocamere capaci di scattare splendide foto
ad alta risoluzione.
In questo dualismo, sempre meno marcato, si inseriscono i moderni smartphone, cellulari multimediali
perfettamente a proprio agio sia con le foto che con i video. Ibridi versatili e sempre più sofisticati, gli
smartphone possono anche registrare suoni, navigare in Internet, collegarsi alla casella di posta o
fungere da navigatori satellitari. A volte, possono sostituire i computer portatili nelle loro funzioni base.
In realtà, se non è facile individuare un criterio specifico, univoco, per la scelta del computer, è possibile
ribaltare la questione partendo da un punto di vista diametralmente opposto. Occorre cioè chiedersi
essenzialmente che uso si intende fare del computer. E, in via subordinata, se può risultare più utile
un portatile o una postazione fissa.
In generale, è inutile dotarsi di tanta RAM e di una CPU super veloce, se l'obiettivo è lavorare con le
classiche suite da ufficio (come Microsoft Office), navigare in Internet e videochiamare. In questi casi, la
regola è "spendere il meno possibile". Qualunque computer nuovo, portatile (notebook, netbook, laptop)
o fisso (desktop) che sia, sarà comunque adatto alle proprie esigenze. Semmai, meglio pretendere
l'ultima versione del sistema operativo che intendiamo utilizzare che, nel caso di Microsoft, è Windows
7.
17
Viceversa, chi si dedica al montaggio video, al CAD o alla grafica editoriale, oppure semplicemente
desidera giocare con gli ultimi videogame immessi sul mercato, deve valutare attentamente ogni
elemento del PC. E allora, serve RAM in abbondanza (almeno 4 GB), un veloce processore dual o quad
core, un'ottima scheda video (soprattutto in campo videoludico) e una scheda audio all'altezza.
Quest'ultima, per esempio, diventa essenziale per un appassionato di cinema (insieme a un monitor Full-
HD e a un lettore Blu-Ray) o per un musicista. Del tutto superflua può apparire a chi ascolta direttamente
dagli altoparlanti del monitor.
In linea di massima, un computer portatile non consente, nel tempo, grandi miglioramenti (upgrade)
o aggiornamenti sostanziali dell'hardware: fondamentalmente, permette di aumentare il quantitativo di
RAM, di sostituire il disco fisso o di utilizzare una scheda audio esterna, magari USB. In linea puramente
teorica, talvolta è anche possibile cambiare il processore di un portatile, ma l'operazione richiede
l'intervento di un tecnico.
18
1.4 – Software
1
SOMMARIO
2
1.4.1 - Concetto di sistema operativo
I computer sono costituiti da diversi componenti interconnessi, ciascuno dei quali ha una funzione ben
definita all’interno del sistema. Ogni istruzione eseguita da un componente, per esempio dalla memoria o da
una periferica, corrisponde a una serie di comandi realizzati con linguaggi interpretabili dalla macchina. Ogni
singolo comando tuttavia non viene svolto dall’utente, ma dal sistema operativo. Per questo motivo, un
sistema operativo (indicato spesso anche con la sigla OS, acronimo di operating system ) è identificabile come
un insieme di programmi dedicati alla gestione dell’hardware del computer.
L'obiettivo principale di un sistema operativo è di offrire, all'interazione dell'utente, una macchina virtuale
"semplificata" rispetto a quella reale, "nascondendo" tutta complessità delle elaborazioni interne al
computer.
Nella percezione dell'utente, il salvataggio di un documento comporta, infatti, solo un brevissimo lasso di
tempo che va dal "clic" alla comparsa del file sul proprio hard disk. Spetta al sistema operativo la ben più
articolata gestione dei registri, delle testine e delle allocazioni di memoria libere.
• del file system, attraverso la creazione, modifica ed eliminazione di file e cartelle presenti nelle unità
di memoria
• della memoria virtuale, ovvero delle allocazioni di memoria da assegnare ai programmi in esecuzione
• dell'avanzamento dei vari processi, attraverso la modifica dello stato e, quando necessario, della
sincronizzazione dei processi in coda
• dell’input/output dei dispositivi, mediante il monitoraggio del flusso dei dati e la correzione di
eventuali errori.
Esistono diversi sistemi operativi che differiscono tra loro in base al modo in cui sono organizzate le varie
funzionalità appena descritte e la modalità con cui si interfacciano con l’utente. L’interfaccia (detta shell)
offre all’utente gli strumenti per interagire direttamente con la macchina. Il nucleo del sistema operativo è
definito kernel ed è memorizzato nella RAM durante l’attività della macchina, fino al suo arresto.
I sistemi operativi di ultima generazione sono stati sviluppati invece per gestire un’immensa quantità di dati,
soprattutto a seguito delle crescenti possibilità multimediali offerte dai computer attuali. Il sistema operativo
gestisce ormai tutte le risorse hardware e sovraintende ai programmi, all'attività della CPU, alla memoria, ai
supporti ottici e alla gestione di tutte le interazioni tra i componenti.
Nel mercato consumer sono disponibili diversi sistemi operativi. Di seguito quelli attualmente più diffusi,
nelle ultime release rilasciate:
• Windows 10 di Microsoft
• Mac Os Mojave di Apple
• Ubuntu 18.04 di Linux
3
1.4.2 - Differenze tra sistemi operativi e software applicativi
Mentre il sistema operativo gestisce l'intero computer, i software applicativi (o programmi) sono,
direttamente o indirettamente, avviati dall'utente per eseguire solo determinate operazioni. D'altra parte, il
software applicativo non può funzionare se sul computer non è installato un sistema operativo. In termini
informatici, il software applicativo è quindi di livello superiore rispetto a quello di sistema, proprio perché
più "vicino" all'interazione dell'utente.
Spesso vengono rilasciate anche più versioni per differenti sistemi operativi. Tornando all'esempio
Microsoft, sono disponibili versioni di Office sviluppate sia per Windows (eventualmente a 32 o 64 bit) che
per Apple Mac OS.
Non sempre, tuttavia, programmi creati per Windows 10 sono installabili su versioni precedenti dello stesso
SO (Windows 8.1, 8, 7…). Al lancio di una nuova versione di un applicativo, non è raro che il produttore rilasci
anche un aggiornamento (spesso ad un costo più contenuto) in grado di "ringiovanire" un programma più
"anziano", rendendolo identico all’ultimo rilasciato.
I programmi di elaborazione testuale consentono di produrre facilmente documenti di ogni tipo attraverso
modelli predefiniti e offrono un ampio set di strumenti utili durante la digitazione, come il controllo
ortografico e grammaticale, la sillabazione e la gestione di elementi grafici.
Disponibile in differenti versioni, Microsoft Word, ultima della quale è la 2019, è il programma di scrittura
probabilmente più diffuso al mondo. Altri word processors diffusi ed utilizzati sono:
4
• Writer incluso nella suite LibreOffice, disponibile per sistemi Microsoft, Apple e Linux
• Pages di Apple, per sistemi MAC Os
• Calc incluso nella suite LibreOffice, disponibile per sistemi Microsoft, Apple e Linux
• Numbers di Apple, per sistemi MAC Os
• Access di Microsoft
• Base incluso nella suite LibreOffice, disponibile per sistemi Microsoft, Apple e Linux
5
1.4.3.3 - Grafica
I programmi di grafica permettono di elaborare immagini e altri elementi grafici in modo più o meno
semplice, offrendo all'utente privato l'opportunità di liberare la propria creatività e, al professionista, potenti
strumenti di lavoro.
6
1.5 – Copyright E Licenze
1
SOMMARIO
2
1.5.1 – COPYRIGHT E LICENZE
Oggigiorno, grazie a Internet, è molto facile condividere le informazioni. Ma sono sorti nuovi problemi: come
possiamo utilizzare le informazioni fornite da altri sulla rete? E come possiamo proteggere la nostra paternità
sui contenuti che abbiamo creato?
Molto spesso sentiamo concetti come proprietà intellettuale, diritti d'autore e licenze. Proviamo a capire il
significato di questi termini e i principali tipi di licenze per lo sviluppo del contenuto.
2. I diritti di proprietà sono trasferibili (con durata limitata) e sono fondamentalmente diritti di
sfruttamento (incluso il diritto alla remunerazione per una copia privata).
• http://europa.eu/legislation_summaries/internal_market/businesses/intellectual_property/index_
en.htm.
• Diritti di proprietà intellettuale: http://europa.eu/youreurope/business/start-grow/intellectual-
property-rights/index_en.htm.
• Diritti morali: http://en.wikipedia.org/wiki/Moral_rights.
• Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (World Intellectual Property
Organization): http://www.wipo.int/portal/en/index.html.
1
http://www.wipo.int/copyright/en/
3
1.5.2 – I DIVERSI TIPI DI LICENZA
Fondamentalmente, possiamo differenziare due tipi di licenza:
1.5.2.1 – Copyright
Il diritto d’autore è legato alle creazioni e produzioni artistiche (come libri, musica, dipinti e
sculture), film e opere basate sulla tecnologia (come programmi per computer e database
elettronici). Nella maggior parte delle lingue europee diverse dall'inglese, il copyright è noto come
diritto d'autore. L'espressione copyright si riferisce all'atto principale che, nel rispetto delle creazioni
letterarie e artistiche, può essere fatto solo dall'autore o con la sua autorizzazione.
L'espressione diritti d’autore si riferisce al creatore del lavoro artistico, il suo autore. Sottolinea quindi il fatto,
riconosciuto dalla maggior parte delle leggi, che gli autori hanno determinati diritti specifici alla loro
creazione che solo essi possono esercitare (come il diritto di impedire una riproduzione distorta). Altri diritti
(come il diritto di fare copie) possono essere esercitati da altre persone, ad esempio un editore che ha
ottenuto una licenza dall'autore.
1.5.2.2. – Copyleft
Copyleft è stato descritto negli anni '80 da Richard Stallman come movimento sociale e culturale
alternativo che lottava per l'uso di licenze libere per condividere e riutilizzare le opere degli autori.
Richard Stallman ha avviato il sistema operativo GNU (GNU non è Unix) per indirizzare il sistema proprietario
UNIX. Poco dopo, ha fondato la Free Software Foundation e impostato il concetto di Copyleft utilizzato dalla
General Public License nel 1989. Ciò costituisce la base per il Software Libero. Le licenze di Copyleft non sono
restrittive e offrono ai creatori un maggiore controllo sul loro lavoro, sulla ricerca, sui progetti e su una
remunerazione più ragionevole per il loro lavoro, fornendo agli utenti finali un maggiore accesso e relativa
consultazione (uso) dei lavori pubblicati in questo modo.
• software,
• carta scientifica,
• musica,
• arte, ecc.
Quando consideriamo che il software è "libero", intendiamo che rispetta le libertà essenziali degli utenti: la
libertà di eseguirlo, di studiarlo e modificarlo e di ridistribuire le copie con o senza modifiche. Questa è una
questione di libertà, non di prezzo, quindi pensa alla "libertà di parola", non alla "birra gratis".
Richard Stallman
4
1.5.2.3 – Creative Commons
La Creative Commons aiuta a condividere le conoscenze e le creatività dei suoi soci con il mondo. Questa
organizzazione ha ristrutturato la proprietà intellettuale su Internet. La Creative Commons sviluppa, supporta
e gestisce l'infrastruttura legale e tecnica che massimizza la creatività digitale, la condivisione e l'innovazione.
Concedere in licenza un lavoro è semplice come selezionare quale delle sei licenze soddisfa meglio gli
obiettivi. Quindi, si procede con la descrizione del proprio lavoro facendo in modo che gli altri sappiano che
ha scelto di rilasciare il proprio lavoro secondo i termini di tale licenza.
http://creativecommons.org/licenses/?lang=en.
http://search.creativecommons.org/.
L'organizzazione è stata fondata nel 2001 da Lawrence Lessig, Hal Abelson ed Eric Eldred con il supporto del
Center for the Public Domain. Per saperne di più: http://creativecommons.org/.
I materiali didattici multimediali sono soggetti agli stessi regolamenti di quelli che si applicano ad altre opere:
libri, dipinti, musica, ecc. Se vogliamo aggiungere risorse esterne al nostro progetto, dobbiamo conoscere e
rispettare i termini di utilizzo stabiliti dagli autori.
5
1.5.2.4 – Dominio Pubblico
È importante menzionare l'autore, anche se il lavoro è di dominio pubblico. Nel caso di lavori anonimi, essi
rientrano nell'ambito del dominio pubblico, 70-80 anni dopo la pubblicazione, a condizione che l'autore non
abbia rivelato la loro proprietà durante quel periodo.
Ad esempio, Wikipedia offre uno strumento per la visualizzazione di riferimenti, utilizzando diversi sistemi
di quotazione internazionali.
2
http://www.wipo.int/treaties/en/ip/berne/
6
1.5.3 – Copyright Del Software
A partire dall’ormai lontano gennaio 1993 l’Italia ha adottato misure di legge a tutela del software e ha di
fatto recepito le direttive dell’Unione Europea, prima tra tutte la 91/250 che riconosce il software come
opera dell’ingegno umano e quindi protetto nell’ambito del diritto d’autore, o copyright. Copiare software è
un reato perseguibile sia civilmente che penalmente e si rischiano multe fino a diverse migliaia di euro e
pene di reclusione da 3 mesi a 3 anni!
Anche la legge sul diritto d'autore è ormai entrata in vigore da diversi anni. Tra i punti affrontati, quelli sulla
copia di software, film e cd musicali. Le norme diventano sempre più dure, e mirano a colpire tutti, in modo
molto severo. Forse anche troppo. Infatti, in base al testo dell'art. 171-bis, copiare un programma, un file
musicale o video è reato anche senza scopo di lucro: al termine "lucro" è stato sostituito il più generico
termine "profitto". Profitto come quello di un utente che si fa copiare un software da un amico per installarlo
nel computer di casa, o che compra una copia e la installa in due computer, magari il suo e quello del figlio:
profitto, perché risparmia i soldi che avrebbe speso comprando il programma originale (o il cd musicale, o la
videocassetta).
Il discorso, giusto in termini generali, si fa un po' pesante se rapportato ai singoli casi personali. Le pene
previste sono la reclusione da sei mesi a tre anni, e multe superiori ai diecimila euro. Questo, in teoria,
significa che anche la copia di un software che costa dieci euro, magari acquistato via Internet per sé, quindi
senza scopi di business, e messo in uso nel computer del figlio, oppure prestato alla scuola, può far
condannare chiunque alle pene previste, per niente leggere. I supporti originali sono identificati da uno
specifico contrassegno.
In alcuni casi (ad esempio nei sistemi operativi Windows) l'attivazione deve essere eseguita entro 30 giorni
dall'installazione del prodotto. Se alla scadenza di questo periodo l'attivazione non è ancora stata eseguita,
tutte le funzionalità cesseranno di funzionare ad eccezione di quella relativa all'attivazione del prodotto. In
tal caso viene inserita nell’Area di notifica una piccola icona relativa all’avvio della procedura di attivazione.
7
1.6 – Elementi di base degli elaboratori di testo
1
SOMMARIO
2
1.6.8.3.5 - Cancella formattazione ........................................................................ 32
................................................................................................................................... 32
................................................................................................................................... 32
1.6.8.4 - COPIA FORMATO ............................................................................................... 32
1.6.9 - SALVARE IL DOCUMENTO ............................................................................. 35
1.6.10 - STAMPARE UN DOCUMENTO ...................................................................... 36
1.6.11 - CHIUDERE UN DOCUMENTO ....................................................................... 37
1.6.12 - USCIRE DALL’ELABORATORE DI TESTI .......................................................... 38
1.6.13 - APRIRE UN FILE ESISTENTE .......................................................................... 39
1.6.13BIS – CREARE UNA NUOVA CARTELLA ............................................................ 40
1.6.14 - CREARE UN NUOVO FILE ............................................................................. 42
1.6.15 - INSERIRE SIMBOLI E CARATTERI SPECIALI IN UN DOCUMENTO.................... 44
1.6.16 - FORMATTAZIONE DEI CONTENUTI DI UN PARAGRAFO ................................ 46
1.6.16.1 - AGGIUNGERE UNA DATA AL DOCUMENTO ............................................................. 47
1.6.17 - RIENTRI E SPAZIATURA NEI PARAGRAFI ...................................................... 48
3
1.6.20.1 - IMPOSTAZIONE DI TABULAZIONI ......................................................................... 64
1.6.20.2 - CREAZIONE DI TABULAZIONI............................................................................... 65
1.6.20.3 - MODIFICA DELLA DISTANZA PREDEFINITA TRA TABULAZIONI ..................................... 67
1.6.20.3.1 - Modifica della distanza predefinita .................................................... 67
1.6.20.3.2 - Creazione di tabulazioni per un testo già inserito .............................. 68
1.6.21 - ORDINARE I PARAGRAFI.............................................................................. 69
1.6.22 - GLI ELENCHI ................................................................................................ 71
1.6.22.1 - CREAZIONE RAPIDA DI UN ELENCO NUMERATO ...................................................... 71
1.6.22.2 - CREAZIONE RAPIDA DI UN ELENCO PUNTATO ......................................................... 73
1.6.22.3 - CONTINUARE LA NUMERAZIONE DI UN ELENCO ...................................................... 75
1.6.22.4 - PERSONALIZZAZIONE DEGLI ELENCHI .................................................................... 75
1.6.22.5 - REGOLARE LA SPAZIATURA TRA UN PUNTO ELENCO O UN NUMERO E IL TESTO .............. 76
1.6.22.6 - MODIFICA DI UN FORMATO NUMERO O PUNTO ELENCO .......................................... 77
1.6.22.6.1 - Scelta di un elenco puntato o numerico dalla raccolta ....................... 78
1.6.22.7 - COPIA DEL FORMATO DI UN ELENCO .................................................................... 79
1.6.22.8 - ALLINEAMENTO VERTICALE IL CONTENUTO DELLA PAGINA O DELL’INTERO DOCUMENTO . 79
4
1.6.1 - Il software di elaborazione testi
Microsoft Word rappresenta senza dubbio il più noto e utilizzato programma di elabora-
zione testi. In questo manuale introdurremo le competenze e le conoscenze di base degli
elaboratori di testo applicandole a questo specifico programma.
********
Microsoft Word è un programma della suite Office destinato alla gestione del
testo. È un “Editor di testo” consente di creare e stampare un qualsiasi tipo di
documento sia aziendale che di uso personale. Il programma permette l'impagi-
nazione del testo rispettando le normali regole tipografiche, la gestione del te-
sto con modifiche al tipo di carattere, alla dimensione, all’'interlinea e all'allinea-
mento dei paragrafi, consente inoltre il controllo ortografico dell'intero docu-
mento, la ricerca di una parola, di una frase ed eventualmente la sua sostitu-
zione.
Alla fine d'ogni riga Word provvede al ritorno a capo automatico; quest'opera-
zione consiste nello spostamento sulla riga successiva della parola che si sta di-
gitando, qualora si sia superata la lunghezza della riga sulla quale si sta scri-
vendo. Qualsiasi testo, una volta selezionato, può essere facilmente modificato
come si desidera. È possibile, ad esempio, Selezionate il testo facendo clic con il
mouse nel punto in cui si desidera far iniziare la selezione trascinare il mouse sul
testo, e sovrascriverlo con altro testo. Durante l'immissione, il testo viene ade-
guato automaticamente in modo che rientri nei margini. Se si esegue un'opera-
zione errata, è possibile "annullare" l'operazione o il comando scelto. Se si eli-
mina inavvertitamente una parola, è possibile reinserirla. È inoltre possibile de-
cidere di ripristinare un'operazione precedentemente annullata. Vi sono però
operazioni, come a esempio il salvataggio dei documenti che non possono es-
sere annullate.
6
1.6.1.1.1 - La Barra multifunzione
È composta da sette Schede di base, a cui si aggiungono quelle legate a contesti
particolari come ad esempio i comandi per gestire un’immagine oppure una ta-
bella, in questi casi non appena si seleziona l’oggetto, viene aggiunta alla barra
multifunzione una nuova scheda denominata Formato Immagine con all’interno
i comandi specifici per la gestione dell’oggetto selezionato:
Scheda Home, in questa scheda sono disponibili i comandi che si usano fre-
■
7
■Scheda Lettere, consente di governare tutte le funzionalità collegate alla
stampa unione per realizzare lettere tipo, buste ed etichette collegando il docu-
mento a origini dati di varia natura.
Oltre alle schede, ai gruppi e ai comandi, in Word sono presenti altri elementi
che offrono percorsi per eseguire le attività.
8
Barra di accesso rapido La posizione predefinita della barra di accesso rapido
è nella parte superiore della finestra di Word e con-
sente di accedere rapidamente agli strumenti uti-
lizzati più frequentemente. È possibile personaliz-
zare la barra di accesso rapido aggiungendo comandi attraverso il pulsante Op-
zioni presente nella scheda File
Sono presenti in questa finestra, i comandi di base per aprire, salvare e stampare
i documenti, quelli per impostare autorizzazioni, preparare i documenti per la
9
condivisione con altri utenti e gestire le versioni dei documenti. È inoltre pre-
sente il pulsante Opzioni per accedere ai comandi per l'impostazione di varie
caratteristiche, che consentono la personalizzazione dell’ambiente di lavoro
come ad esempio le preferenze per la correzione degli errori ortografici durante
la digitazione del testo.
1. Fate clic sul Pulsante, collocato nella parte sinistra della Barra multi-
funzione, vedrete aprirsi la Visualizzazione Backstage.
Si aprirà una finestra di dialogo nella quale sul lato sinistro sono disposti in
elenco i comandi per la gestione dei file, troviamo i pulsanti Salva, Salva con
nome, Apri e Chiudi; facendo clic su questi pulsanti si apriranno le finestre di
dialogo per la gestione dei file sulle memorie. Sono inoltre presenti un elenco
di altre voci, analizziamole insieme:
10
Informazioni, è la finestra predefinita della Visualizzazione Backstage sono
riassunte nel pannello di destra numerose informazioni utili sul documento
aperto, quali ad esempio l’autore, la data di creazione, la data dell’ultima modi-
fica, la gestione delle versioni, la protezione completa o parziale del documento.
Salva e invia, in questa finestra sono presenti numerose modalità per condivi-
dere il documento con amici e colleghi, lo possiamo inoltre salvare in formato
PDF
11
Il margine è lo spazio che va dall’inizio del foglio al punto di inserimento del testo
e può essere modificato a seconda delle esigenze. Lo spazio relativo al margine
di sinistra si chiama Area di selezione, in quanto facendo un clic in questa area
automaticamente viene selezionata tutta la riga scritta alla sua destra.
Cursore
Righello
Area di immissione testo Orizzontale
Righello
Verticale
Area di selezione
Cliccando sulla voce Guida di Word si può scegliere l’argomento dal sommario
iniziale, oppure digitando la domanda nell’apposita casella di ricerca.
12
Cerca
La Guida in linea mostrerà i risultati della sua ricerca in un’apposita pagina dei
risultati. Questi sono tutti collegamenti ipertestuali ad altrettante pagine della
Guida di Word 2010 ed eventualmente anche al sito Office Online se siete con-
nessi a Internet.
13
La struttura della Guida di Word 2010 è ipertestuale, vi capiterà di trovare di
tanto in tanto un collegamento che vi farà raggiungere approfondimenti oppure
argomenti collegati. Una delle caratteristiche della Guida è la capacità di fornire
approfondimenti anche su Internet, sul sito http://office.microsoft.com, dove
è possibile trovare utili suggerimenti ed esempi, relativi al contesto della ricerca
di aiuto. La Guida è studiata per rilevare automaticamente se è disponibile una
connessione a Internet, permette quindi di estendere la ricerca agli argomenti
pubblicati sul sito Web, oppure in assenza di connessione soltanto alle informa-
zioni presenti sul PC.
margine di sinistra
14
Sarà sufficiente fare un doppio clic in un qualsiasi punto del foglio e digitare sulla
tastiera, per vedere il testo allinearsi al margine rispettando la forma assunta
dal puntatore.
15
casi). Se vi accorgete di aver sbagliato un’operazione potete semplicemente fare
clic sul pulsante Annulla presente nella Barra di accesso rapido.
Roma
Milano
Napoli
Bergamo
Firenze
Domodossola
Taranto
Catania
Belluno
16
combinazione tra l’inserimento, la modifica e la formattazione del testo, delle
immagini, delle tabelle e degli oggetti inseriti.
Intero documento: si sposta il puntatore del mouse sulla Barra di selezione (il
bordo più chiaro che troviamo prima del margine sinistro
del documento). Quando il cursore assume la forma di una
freccia bianca si fa rapidamente un triplo clic.
17
1.6.4.1.2 - Conversione in maiuscolo dei caratteri
Per trasformare tutti i caratteri dei paragrafi del nostro file, dobbiamo prima di
tutto mettere in evidenza la porzione di testo sulla quale vogliamo apportare le
modifiche (nel nostro caso tutti i paragrafi).
1. Nella scheda HOME fate clic con il mouse sul pulsante Seleziona, Word
visualizzerà un piccolo menù a discesa
2. Scegliete la voce Seleziona tutto
3. Fate clic con il mouse sul pulsante Aa presente nel gruppo dei co-
mandi Carattere nella scheda HOME
si aprirà un piccolo menù a tendina con alcune voci relative a combinazioni co-
muni di caratteri in maiuscolo e minuscolo:
Word ha trasformato in maiuscolo tutti caratteri dei paragrafi che avevamo in-
serito in precedenza
18
5. Fate clic con il mouse in un’area vuota del foglio per ripristinare la
visualizzazione dei paragrafi.
19
Word offre quattro comandi che permettono l’allineamento nel documento dei
paragrafi e degli elementi, questi comandi, presenti nella scheda Home nel
gruppo pulsanti denominato Paragrafo sono:
1. Allinea s sinistra
2. Allinea al centro
3. Allinea a destra
4. Giustifica
Per applicare al testo una impostazione di allineamento è sufficiente fare clic nel
paragrafo sul quale dovrà agire il comando e successivamente clic sul pulsante
relativo al comando scelto presente nella scheda Home. Il testo si allineerà im-
mediatamente nella pagina adattandosi alla richiesta.
Volendo allineare al centro tutti i paragrafi del nostro documento dobbiamo evi-
denziare la porzione di testo sulla quale andremo a lavorare (anche in questo
nostro caso come nel precedente tutti i paragrafi)
I paragrafi verranno nuovamente evidenziati con uno sfondo di colore più scuro.
I nostri comandi agiranno da questo momento in poi sui paragrafi messi in evi-
denza.
3. Clic ora con il mouse sul pulsante Centra presente nel gruppo dei co-
mandi Paragrafo nella Scheda Home
20
4. Fate clic con il pulsante del mouse in un’area vuota del foglio. I paragrafi
sono ora allineati al centro
21
1.6.6 - Modificare la posizione dei paragrafi nel documento
Copiare vuol dire eseguire una copia del testo selezionato ed inserirlo in una
posizione diversa lasciando inalterato l'originale. Tagliare il testo invece con-
sente di rimuovere la parte di testo selezionato da una posizione ed inserirlo in
una posizione diversa.
Nel file che stiamo creando modifichiamo la posizione di alcune città presenti
nell’elenco, cominciamo spostando ad inizio documento la scritta Belluno
22
2. Fate velocemente un doppio clic in modo da
evidenziare il paragrafo
3. Fate clic sul pulsante Taglia presente nel
gruppo pulsanti Appunti della scheda Home
23
1.6.6.1.2 - Il pulsante Copia
Come già accennato, a differenza del pulsante Taglia, che consente lo sposta-
mento del testo selezionato, il pulsante Copia consente di duplicare in posizioni
diverse nel documento, parti di testo.
24
1.6.7 - La formattazione nelle opera-
zioni di copia
Dopo aver incollato il testo facendo clic sul pulsante vediamo apparire un piccolo
menù a tendina nel quale sono presenti 3 icone:
25
Mantieni solo il testo: incolla solo il testo eliminando eventuali immagini, strut-
ture in tabelle e collegamenti ipertestuali
Posizionato a destra del pulsante Annulla nella Barra di accesso rapido è pre-
sente il pulsante Ripeti. Facendo clic su questo pulsante possiamo ripetere l'ul-
tima azione eseguita per il numero di volte desiderato.
26
Utilizzare questi pulsanti è molto semplice funzionano come normali interrut-
tori: si clicca sul pulsante per indicare a Word il tipo di formattazione di cui ab-
biamo bisogno, ad esempio il grassetto, si comincia a digitare una parola o un’in-
tera frase e si clicca nuovamente sul pulsante per interrompere e tornare a scri-
vere senza il grassetto.
27
3. Dal Gruppo pulsanti Carattere fate clic sul pulsante Colore carattere
4. Dalla tavolozza dei colori disponibili messi a disposizione da Word
Scegliete Rosso.
28
1.6.8.3 - Scelta del tipo di carattere
La casella a sinistra di quella relativa alla dimensione dei caratteri consente di
Scegliete tra i tantissimi in elenco, il tipo di carattere da adottare per il nostro
documento. Anche questo comando agisce solo sulla porzione di testo selezio-
nata.
29
1.6.8.3.1 - Attributi ed effetti testo
Per richiamare attributi o gli effetti testo, si seleziona il testo o in alternativa si
posiziona il cursore sulla parola, e si clicca sul relativo pulsante presente nel
gruppo Carattere della scheda Home.
b c
Nel gruppo pulsanti Carattere oltre ai pulsanti per la a
scelta e la dimensione del carattere, sono presenti pul-
santi che consentono di applicare al testo attributi di for-
mattazione:
a. Grassetto
b. Corsivo
c. Sottolineato
d. Barrato f
d e
e. Apice
f. Pedice
30
1.6.8.3.2 - Effetti Testo
Questo pulsante è posizionato alla destra del pulsante
Apice. Fornisce un elenco di scelte per attribuire un effetto
visivo al testo selezionato, come ad esempio un’ombreg-
giatura, un riflesso oppure un alone.
31
Dopo aver applicato il colore ad una parte di testo, il pulsante Colore carattere
mantiene il colore selezionato per tutta la sessione di lavoro o fino a quando
non si sceglie un altro colore per un’altra parte di testo.
Pulsante di selezione
32
1. Fate clic con il mouse sul quadra-
tino in basso a destra del gruppo
pulsanti Carattere
2. Si aprirà la finestra di dialogo Carattere nella quale sono presenti due
schede la scheda Tipo e la scheda Spaziatura e posizione
Nella prima scheda denominata Carattere sono riportate tre caselle di riepilogo
per la scelta del Tipo di carattere dello Stile carattere, della Dimensione e del
colore, comandi che troviamo anche nel gruppo pulsanti carattere.
Ci sono però alcune le voci elencate nel gruppo Effetti che non sono fruibili se
non attraverso questa finestra di dialogo. Ad esempio:
Ombreggiatura
Riflesso
Alone
Contorni Sfumati
Formato 3D
Provate ora Selezionate uno alla volta gli effetti Ombreggiatura- Riflesso - Alone
- Contorni Sfumati e Formato 3D e vedete come si modificano i caratteri dei
paragrafi del nostro documento. (Dovete necessariamente richiamare più volte
la finestra di dialogo e deselezionate la scelta fatta in precedenza prima di fare
la nuova).
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La seconda scheda della finestra Carat-
tere denominata Avanzate permette di
ridimensionare il testo selezionato, rego-
lare la spaziatura tra i caratteri e riposi-
zionare il testo.
Vediamo in dettaglio le voci presenti in
questa scheda:
34
1.6.9 - Salvare il documento
Per non perdere tutto il lavoro fatto fino a questo momento è necessario met-
terlo in salvo. Salvare un documento vuol dire trasferire lo stesso, facendone
una copia, dalla memoria di lavoro del Computer (la RAM) su di un dispositivo di
memorizzazione di massa (la chiavetta USB o il disco rigido).
Facendo clic su questo pulsante se il documento viene salvato per la prima volta,
Word aprirà la finestra di dialogo Salva con nome, se invece è un documento già
35
salvato in precedenza al quale abbiamo apportato modifiche, Word effettuerà il
salvataggio senza aprire alcuna finestra di dialogo.
36
È molto semplice preparare il foglio per la stampa, nell’area impostazioni sono
disponibili i comandi per:
37
Prima di chiudere, è necessario salvare il docu-
mento sul quale stiamo lavorando, in questo modo
possiamo uscire dal programma senza perdere il
lavoro fatto. Salvando il documento, quest’ultimo
viene archiviato come file nel computer sarà quindi
possibile riaprirlo successivamente, per modifi-
carlo e/o eventualmente stamparlo. Facendo clic
sul pulsante Chiudi, se non è stato già fatto in precedenza, Word chiederà con-
ferma sul salvataggio del documento attraverso una piccola finestra di dialogo.
Scegliendo Si presente nella finestra di dialogo, se il file non è stato mai salvato
verrà aperta la finestra di dialogo Salva con nome. Chiuso il file, a meno che non
ci siano altri file di word aperti sul desktop, Word presenterà una schermata
dove è attiva solo la scheda File attraverso la quale è possibile creare nuovi file
o aprirne di esistenti.
Come per il pulsante Chiudi prima di uscire da Word, è necessario salvare il do-
cumento o i documenti sui quali stiamo lavorando. In ogni caso, Word chiederà
di salvare i documenti attraverso una piccola finestra di dialogo. Quindi chiudere
il documento e uscire da Word.
38
1.6.13 - Aprire un file esistente
A meno che non si creino sempre documenti brevi, come lettere e promemoria,
spesso è necessario continuare a lavorare su un documento iniziato in una ses-
sione precedente ma non finito. Per
riprendere un lavoro è sufficiente
aprire un documento salvato, ag-
giungervi ulteriore testo quindi sal-
vare nuovamente.
39
Word aprirà l’omonima finestra di dialogo nella quale è possibile indicare il disco
e la cartella nella quale è presente e il file da aprire.
5. Per confermare la scelta e aprire il file si dovrà poi Fate clic su Apri.
Esercizio 1
Esercizio2
1. Aprire il file TORTE E GELATI presente nella cartella Base Word presente
sul Desktop
2. Mettere in grassetto tutti i nomi dei gelati.
3. Metti tutti i nomi in maiuscolo.
4. Colora di verde il terzo e il settimo paragrafo
5. Colora di blu il quarto e il sesto paragrafo
6. Inserisci una riga vuota tra i gelati e le torte.
7. Metti i nomi delle torte prima dei nomi dei gelati.
8. Salvare assegnare nome Torte e Gelati modificato al documento sul de-
sktop nella cartella Esercizi.
9. Stampare
10. Chiudere il file
Esercizio 3
1. Aprire il file VERBI E AGGETTIVI presente nella cartella Base Word pre-
sente sul Desktop
2. Mettere in grassetto tutti i nomi dei verbi
3. Colora di rosso il terzo e il settimo paragrafo
4. Colora di viola il quarto e il sesto paragrafo
5. Metti tutti i nomi in maiuscolo
6. Inserisci una riga vuota tra i verbi e gli aggettivi
7. Metti i nomi degli aggettivi prima dei nomi dei verbi
8. Salvare assegnare nome Verbi e aggettivi modificato al documento sul
desktop nella cartella Esercizi
9. Stampare
10. Chiudere il file
41
1.6.14 - Creare un nuovo file
Creare un nuovo file con Word è semplicissimo, è sufficiente aprire un nuovo
documento vuoto e iniziare a digitare il testo.
Alla: MESOZ& C.
Il mio programma
42
Alla fine di ciascuna riga.
Invio
Premere nuovamente INVIO per aggiungere una riga
Vuota.
La riga rossa sotto il nome MOSOZ& C. indica una parola che il controllo ortogra-
fico automatico non riconosce. Il controllo automatico degli errori, rileva gli er-
rori e consente una correzione istantanea. Quando notate che Word ha eviden-
ziato con una linea rossa ondulata una parola sospetta, dovete digitare o modi-
ficare tale parola, oppure farvi clic con il tasto destro del mouse; in questo caso
compare un menù di scelta rapida che mostra i suggerimenti per la correzione,
oltre alle opzioni per ignorare la parola ritenuta errata o aggiungerla nel dizio-
nario. Nel caso del nome di una Società come MESOZ& C. lo si può aggiungere al
dizionario in modo che non venga più considerato errato.
Ricordate di premere INVIO soltanto alla fine del paragrafo quindi premetelo an-
cora per saltare una riga e
43
1.6.15 - Inserire simboli e caratteri speciali in un documento
Possiamo inserire nel documento un carattere speciale non presente sulla ta-
Si aprirà una finestra di dialogo nella quale sarà possibile Scegliete il carattere
speciale da inserire.
44
1. Inserire il simbolo TM a destra del nome MESOZ
2. Salvare il documento assegnando il nome Promemoria sul
Desktop nella cartella Esercizi posizionata nella cartella con
la Base informativa.
3. Stampare il documento e consegnarlo all’istruttore.
4. Chiudere il file.
45
1.6.16 - Formattazione dei contenuti di un paragrafo
Quando inseriamo del testo e premiamo il tasto invio creiamo quello che in word
è considerato un paragrafo. Anche
utenti esperti di Word possono non sa-
pere che la formattazione applicata dal
programma è basata sui paragrafi.
Word considera paragrafo tutto il testo
compreso fra due segni di paragrafo
compreso il segno di paragrafo finale ed escluso quello iniziale. Per visualizzare
i segni di paragrafo di un documento bisogna fare clic sul pulsante Mostra tutto
presente nella scheda Home gruppo comandi Paragrafo.
L’elaboratore di testi
Ogni volta che vi accorgete di ripetere sempre la stessa operazione mentre la-
vorate al computer, soprattutto se ciò accade in situazioni simili, cercate una
46
scorciatoia o un modo per ottenere il risultato automaticamente. I computer, al
contrario delle persone, amano ripetere automaticamente le stesse cose tante
volte.
Per ogni nuovo documento viene impostato come default il tipo di carattere
scelto. Con la dimensione specificata.
47
7. Aggiungere la data odierna al paragrafo con la scritta Data docu-
mento ricordatevi di lasciare uno spazio vuoto dopo i due punti
8. Scegliete un formato a piacere
9. Spuntare la casella Aggiorna automaticamente
10. Fate clic sul pulsante OK
11. Centrare il titolo
12. Mettere il titolo in grassetto e sottolineato
13. Aumentare a 16 le dimensioni del carattere del titolo
14. Giustificare il margine destro di tutti i paragrafi del documento
Per rientrare la prima riga del secondo paragrafo è necessario posizionare il cur-
sore nel paragrafo, fate quindi un clic sul secondo paragrafo:
48
Word aprirà la finestra di dialogo Paragrafo
49
Nel documento che stiamo creando: Rientriamo di 3 cm il primo paragrafo ri-
spetto il margine di sinistra del nostro documento
Nella scheda Home della Barra multifunzione nel gruppo pulsanti Paragrafo
sono presenti i pulsanti
50
1.6.17.3 - Interlinea
L’interlinea di un documento è lo spazio verticale che intercorre tra le righe di
testo di un documento. Per impostazione predefinita, alle righe viene applicata
un'interlinea singola, con uno spazio leggermente maggiore dopo ogni para-
grafo.
Marginidel
Margini del documento
documento
Rientri di paragrafo
Word calcola lo spazio per l’interlinea Singola, basandosi sulla dimensione del
carattere più grande della riga, sommando a questa dimensione un piccolo spa-
zio aggiuntivo.
Facendo clic sul pulsante Word apre un piccolo menù a discesa nel
quale sono riportate alcune opzioni.
52
In questa finestra di dialogo, nell’area Spaziatura sono presenti le caselle Inter-
linee e Valore.
53
Selezionate i paragrafi prima o dopo dei quali si desidera modificare la spazia-
tura.
Nel gruppo Paragrafo della Scheda Layout Fate clic su una freccia accanto a Spa-
ziatura Prima o Spaziatura Dopo, quindi immettere il valore corrispondente alla
quantità di spazio desiderato.
che corrisponde a 2,54 cm. Potete provare a digitare un’altra unità di misura ad
esempio in cm il valore sarà convertito in punti non appena premuto il tasto
Invio
54
1.6.17.4 - Aggiunta di un bordo colorato al paragrafo
Inserire un bordo o uno sfondo, intorno ad una porzione di testo, consente di
evidenziare parti di testo migliorando, in alcuni casi l’aspetto del documento
stesso attirando l’attenzione del lettore.
a. Fate clic sul pulsante Bordi presente nel gruppo comandi Paragrafo
nella scheda Home
55
In queste schede oltre ai comandi per la personalizzazione del bordo, troviamo
gli strumenti per inserire e personalizzare sfondi e bordi pagina
1. Selezionate i paragrafi
2. Fate clic sul pulsante Sfondo
presente nel gruppo comandi
Paragrafo nella scheda Home
si aprirà una tendina nella
quale è possibile Scegliete il
colore dello sfondo
3. Fate clic sul colore grigio 1,5
più scuro
56
Modifichiamo in orizzontale l’orientamento del foglio
57
1.6.19 - I margini di un docu-
mento
I margini di un documento controllano lo spazio
bianco lasciato dai lati superiore ed inferiore de-
stro e sinistro del documento. Abbiamo visto
come evidenziare un paragrafo facendolo rien-
trare a sinistra o a destra rispetto i margini. L’im-
postazione dei margini agisce su tutti i paragrafi
del documento, in documenti molto lunghi può
nascere la necessità di avere nello stesso docu-
mento pagine con margini differenti. In questo
caso è possibile far agire il comando sul testo se-
lezionato o dal punto in cui si trova il cursore
(punto di inserimento) in poi.
Per personalizzare i margini del documento:
58
Si apriràla finestra di dialogo Imposta pagina. In questa finestra, nell’area deno-
minata Margini si possono inserire e
personalizzare i margini del nostro do-
cumento. In fondo sul lato sinistro di
questa finestra notate la casella di
controllo Applica a:
come spiegato in precedenza questa
casella di controllo consente di indi-
care a Word se le richieste riguardo ai
margini dovranno agire sull’ Intero do-
cumento sul testo selezionato o da
questo punto in poi ovvero su tutto il
testo inserito o da inserire rispetto la
posizione del cursore.
59
11. Salvare il file
12. Duplicare il formato di un paragrafo
13. Copiare la formattazione del paragrafo con la data sul primo para-
grafo (Selezionate l’ultimo paragrafo nel gruppo Appunti della scheda
Home fate clic su Copia formato).
60
avete “perso” tutto il lavoro fatto sul documento).
Esercizio 4
1. Aprire il file Gassman presente nella cartella Base Word sul desktop
2. Giustificare i paragrafi
3. Modificare il tipo di carattere e la dimensione di tutti i paragrafi sce-
gliendo Garamond 14
4. Modificare la spaziatura di tutti i caratteri del documento portan-
dola a Espansa 2,2 pt
5. Modificare a 160% la proporzione di tutti i caratteri
6. Colorare di Blu tutti i caratteri del documento
7. Modificare l’interlinea di tutti i paragrafi del documento scegliendo
Esatta14 pt
8. Fate un rientro di prima riga negativo (Sporgente) di 2,2 cm al primo
paragrafo
9. Fate un rientro di prima riga di 1,5 cm agli altri paragrafi del docu-
mento
10. Rientrare di 2 cm rispetto il margine di sinistra l’ultimo paragrafo
11. Inserire uno sfondo Blu colore 1 1,80% più chiaro, all’ultimo para-
grafo
12. Inserire un bordo Blu con uno spessore di 1 pt al testo del secondo
paragrafo
13. Copiare il formato del secondo paragrafo sul primo
14. Impostare a 3 cm il margine sinistro e a 2,5 cm quello destro
15. Impostare a 4 cm il margine superiore del documento ed a 2,5
quello inferiore
16. Controllate l’anteprima di stampa del documento
17. Stampare
18. Salvare e chiudere il file
Esercizio5
61
1. Aprire il file Rose presente nella cartella Base Word sul desktop
2. Giustificare i paragrafi
3. Modificare il tipo di carattere e la dimensione di tutti i paragrafi sce-
gliendo Tahoma 14
4. Modificare la spaziatura di tutti i caratteri del documento portan-
dola a Espansa 3 pt
5. Modificare a 130% la proporzione di tutti i caratteri
6. Colorare di verde scuro tutti i caratteri del documento
7. Modificare l’interlinea di tutti i paragrafi del documento scegliendo
Doppia
8. Fate un rientro di prima riga di 1,5 cm agli altri paragrafi del docu-
mento
9. Rientrare di 2,5 cm rispetto il margine di sinistra l’ultimo paragrafo
10. Inserire uno spazio di 12 pt dopo i paragrafi
11. Inserire uno sfondo Terra bruciata colore 3, al titolo del documento
12. Copiare il formato del titolo su tutti i paragrafi
13. Inserire un nuovo paragrafo alla fine del documento con la data
odierna
14. Inserire un bordo rosso con uno spessore di 1 pt al testo del terzo
paragrafo
15. Spostare il secondo paragrafo ad inizio documento (dopo il titolo)
16. Impostare a 3 cm il margine sinistro e a 2,5 cm quello destro
17. Impostare a 4 cm il margine superiore del documento ed a 2,5
quello inferiore
18. Controllate l’anteprima di stampa del documento
19. Modificare in orizzontale l’orientamento del foglio
20. Salvare il file
21. Stampare il file
22. Chiudere Word
62
1.6.20 - La tabulazione
Lavorando con Word si ha spesso la necessità di modificare l’aspetto dei lavori
in modo da renderli più gradevoli o leggibili. Nella realizzazione di alcuni docu-
menti non è sufficiente distribuire il testo all’interno della pagina allineando
semplicemente i paragrafi a sinistra, a destra, al centro o giustificandoli tra i
margini. A volte è necessario creare all’interno di una stessa riga allineamenti
differenti per le varie parti del testo, si pensi ad esempio ad un elenco di prodotti
con i relativi prezzi ben allineati sulla destra.
È possibile utilizzare il righello per impostare tabulazioni manuali sul lato sini-
stro, al centro e sul lato destro del documento.
64
1.6.20.2 - Creazione di tabulazioni
Una alternativa al righello per aggiungere tabulazioni è quella di utilizzare la fi-
nestra di dialogo Tabulazioni.
Come avete potuto notare sulla scheda Layout nel gruppo pulsanti Paragrafo
sono presenti i selettori per poter impostare i rientri e la spaziatura dei paragrafi
senza dover necessariamente richiamare la finestra di dialogo Paragrafo.
3. Dall’omonima finestra di
dialogo Fate clic sul pul-
sante Tabulazioni.
65
5. La tabulazione è impostata, e il valore della stessa appare nella lista
Posizione tabulazioni
6. Digitate nell’area di immissione testo Introduzione,
7. premere il tasto Tab
8. Digitate XIII.
9. Premere Invio
10. Premere nuovamente il tasto Invio
66
1.6.20.3 - Modifica della distanza predefinita tra tabulazioni
Se si impostano tabulazioni manuali, le tabulazioni predefinite verranno inter-
rotte da quelle manuali. Le tabulazioni manuali impostate sul righello infatti
hanno la precedenza sulle impostazioni predefinite relative alle tabulazioni.
67
1.6.20.3.2 - Creazione di tabulazioni per un testo già inserito
Nel caso in cui si abbia la necessità di inserire degli stop di tabulazione in un
testo già presente, sarà sufficiente evidenziare la porzione di testo, richiamare
la finestra di dialogo Tabulazioni scegliere la posizione e la tipologia dei tabula-
tori o del tabulatore e una volta chiusa la finestra premendo il tasto OK posizio-
narsi a sinistra della prima parola o frase da spostare e premere il tasto TAB
ripetendo i passaggi (posizionarsi a sinistra della parola e premere il tasto TAB)
per tutte le parole o le frasi da incolonnare per le quali avete inserito gli stop di
tabulazione
Esercizio 6
68
1.6.21 - Ordinare i paragrafi
Possiamo mettere in ordine le righe di un paragrafo secondo
un criterio ben specifico. Per ordinare è sufficiente eviden-
ziare i paragrafi interessati e Fate clic sul pulsante Ordina
presente nel gruppo pulsanti Paragrafo nella scheda Home
a. La tipologia di ordinamento a
(crescente o decrescente) b
b. Il tipo di dato contenuto nei
paragrafi se numeri, testo
oppure date
c. indicare se ha o meno una
riga di intestazione
c
Evidenziate solo i nomi delle Isole e non il titolo della colonna, altrimenti caso
contrario dovrete indicare a Word che ha una riga di intestazione.
69
Esercizio 7
70
1.6.22 - Gli elenchi
Un elenco di elementi, ognuno dei quali è (solitamente) preceduto da un pun-
tino, o da altri simboli come quadratini, frecce, forme varie è detto Elenco pun-
tato. Con gli elenchi puntati e numerati (elenchi preceduti da numeri) si può evi-
denziare una serie di aspetti particolarmente importanti relativi ad un partico-
lare argomento. È possibile creare automaticamente elenchi puntati e numerati
durante la digitazione oppure aggiungere rapidamente punti elenco o numeri a
righe di testo esistenti:
Per la pasta:
prima di scrivere la prima riga relativa al dettaglio degli ingredienti per la pasta
inserire il numero 1 con un puntino es. 1. premendo il tasto invio noterete che
word comincerà il nuovo paragrafo con il numero 2 seguito dal puntino es 2.
71
250 g di farina
110 g di burro
75 g di zucchero
15 g di lievito di birra
4 uova
1/2 dl di latte
1 limone
1 pizzico di sale
Per lo sciroppo:
Un secondo modo per inserire gli elenchi è utilizzare i pulsanti presenti nel
gruppo Paragrafo sulla scheda Home.
1
2 tuorli
250 ml di latte
due cucchiai di zucchero
due cucchiai di farina
amarene sciroppate
73
Se avete eseguito tutti i passaggi in modo corretto il vostro file sarà come l’esem-
pio qui riportato
74
1.6.22.3 - Continuare la numerazione di un elenco
A volte capita che le voci di un elenco numerato vengano separate da immagini,
grafici, testo, in questi casi la numerazione riprende dal
numero 1. Volendo invece far continuare la numera-
zione si deve semplicemente fare un clic destro sulla
prima voce dell’elenco e dal menù a tendina Scegliete il
comando Continua numerazione
75
1.6.22.5 - Regolare la spaziatura tra un punto elenco o un numero e
il testo
Possiamo avere la necessità di aumentare o diminuire lo spazio tra il punto
elenco (o numero) e il margine del paragrafo o del punto elenco e il testo che
segue.
77
Ad esempio, fate clic sulla freccia accanto al pulsante Colore carattere presente
nella scheda Home e dalla tavolozza di colori disponibili fate clic sul colore Verde
Terra bruciata e poi fate clic sul pulsante Sottolineato
3. Modificate il formato del numero e del punto elenco degli altri due
elenchi scegliendo: tipo di carattere Thaoma 10 Corsivo colore Aran-
cio per il secondo elenco e tipo di carattere Verdana 10 pt Sottoli-
neato colore Rosso per il terzo.
1
1 1
1
78
1.6.22.7 - Copia del formato di un elenco
Come per i paragrafi anche per gli elenchi possibile fare una
copia del formato. Abbiamo visto nei paragrafi precedenti
come personalizzare un elenco scelto, nel caso di più elenchi
già presenti in un documento, le modifiche apportate si pos-
sono estendere agli altri utilizzando il pulsante Copia formato
presente nel gruppo comandi Appunti della scheda Home
1. Copiare il formato del primo elenco numerato sugli altri due (com-
preso quello puntato).
80
3
Esercizio 8
1. Aprire il file Piante presente nella cartella Base word sul desktop
2. Numerare i paragrafi del primo gruppo quello relativo alle piante di ap-
partamento
3. Puntare i paragrafi del gruppo relativo alle piante in terrazza o sul bal-
cone
4. Modificare il carattere e le dimensioni dei titoli scegliendo Courier 16
5. Modificare il colore del carattere del 1° titolo scegliendo grassetto e co-
lore blu
6. Copiare il formato del primo titolo sul secondo
81
7. Inserire una 16 pt dopo tra i paragrafi
8. Impaginare il file assegnando 2,5 cm al margine superiore; 2,5 cm al
margine inferiore; 3 cm al margine di sinistra e 2 cm al margine di destra
9. Centrate in verticale l’intero file
10. Salvare il file nella cartella ESERCIZI sul Desktop
11. Chiudere il file.
Esercizio 9
Esercizio 10
82
5. Spostare il nome degli animali della foresta prima di quelli della fat-
toria.
6. Elencare con un elenco numerato i nomi degli animali della foresta
e con un elenco puntato i nomi degli animali della fattoria.
7. Impaginare il file assegnando 2,2 cm al margine superiore; 2,2 cm al
margine inferiore; 2,5 cm al margine di sinistra e 2,5 cm al margine
di destra
8. Centrate in verticale l’intero file
9. Salvare il documento nella cartella Esercizi e stamparlo.
10. Chiudere il file
83
1.7 - Elementi base dei fogli di calcolo
1
SOMMARIO
3
1.7.1 - Il software di foglio elettronico
Microsoft Excel rappresenta senza dubbio il più noto e utilizzato programma di foglio di
calcolo. In questo manuale introdurremo le conoscenze e le competenze di base dei fo-
gli di calcolo applicandole a questo specifico programma.
********
Microsoft Excel è il prodotto della suite Microsoft Office, destinato alla produ-
zione e alla gestione dei fogli elettronici. Un foglio elettronico è un software
dedicato alla preparazione di prospetti che includono calcoli più o meno com-
plessi, nei quali vengono inseriti dati in una griglia bidimensionale di celle. Le
celle sono determinate dall’intersezione di colonne e di righe. In un foglio di
Excel le colonne sono individuate da lettere mentre le righe da numeri. La pri-
ma cella del foglio di lavoro quella posizionata in alto a sinistra avrà quindi la
coordinata A1, quella adiacente alla sua destra B1, e così via. Le celle della riga
successiva avranno coordinate A2, B2 ecc. Le lettere di colonna vanno da A fino
a XFD. (Alla colonna Z segue la colonna AA, dopo la colonna ZZ viene la colonna
AAA e così fino alla colonna XFD). I numeri di riga vanno da 1 a 1.048.576
4
1.7.1.1 - L’area di lavoro di un foglio di calcolo
Excel considera un proprio file alla stregua di una cartellina nella quale trovano
posto i Fogli di lavoro. Una cartella può contenere fino a 255 Fogli di lavoro. La
finestra della cartella di lavoro visualizza solo una piccola porzione del foglio di
lavoro attivo, la possiamo paragonare ad uno oblò, attraverso il quale possia-
mo visualizzare solo in parte ciò che è presente nel foglio di calcolo.
5
La Casella nome: è una piccola casella nella quale Excel mostra l’indirizzo della
cella selezionata (o attiva) ogni cella è individuata da una lettera che corri-
sponde alla colonna di appartenenza e da un numero che corrisponde alla riga
di appartenenza. Per esempio, la cella G5 è formata dall’intersezione della co-
lonna G con la riga 5
La Barra della formula: è quel riquadro nel quale appare il dato contenuto nel-
la cella attiva
Nella parte inferiore della cartella di lavoro sono visibili i comandi di esplora-
zione che consentono di muoversi tra i Fogli di lavoro quando questi ultimi so-
no un numero elevato e non sono tutti visualizzati.
6
1.7.1.2 - La Barra multifunzione
I comandi per poter gestire i dati inseriti nelle celle sono presenti nella Barra
multifunzione, sotto forma di pulsanti raggruppati per tipologia. La Barra mul-
tifunzione è composta da 8 schede: File – Inserisci – Layout di pagina – Formu-
le – Dati – Revisione e Visualizza organizzate secondo scenari od oggetti speci-
fici. I controlli di ogni scheda sono a loro volta organizzati in gruppi. A queste
schede si aggiungono le schede contestuali come ad esempio i comandi per ge-
stire un’immagine, in questi casi non appena si seleziona l’oggetto, viene ag-
giunta alla barra multifunzione una nuova scheda denominata Strumenti con
all’interno i comandi specifici per la gestione dell’oggetto selezionato.
7
La gerarchia all’interno delle schede della Barra multifunzione è stata ideata in
modo che facilitasse il flusso di lavoro, con i comandi e le funzioni più utilizzate
posizionate più a destra o a sinistra all’interno delle schede. Ad esempio la
scheda Home contiene i comandi necessari per creare e formattare un nuovo
foglio di lavoro, più a destra troviamo la scheda Dati che contiene i comandi
per ordinare e filtrare i dati contenuti nel foglio di calcolo, ancora più a destra
la scheda Revisione i comandi per il controllo ortografico e la protezione del
documento.
8
• Scheda Formule in questa scheda sono presenti i comandi per richiamare
le funzioni presenti nella libreria. Sono organizzati in raccolte suddivise per
tipologia di intervento. Troviamo inoltre nella scheda i comandi per asse-
gnare e gestire nomi a celle e gruppi di celle, per controllare le formule in-
serite nel foglio di lavoro.
9
• Scheda Visualizza consente di passare in modo rapido a una diversa visua-
lizzazione del documento, di attivare la visualizzazione del righello e barra
della formula di disporre nella finestra tutti i documenti aperti, di modifica-
re lo zoom.
Come per Word oltre alle schede, ai gruppi e ai comandi, in Excel sono pre-
senti altri elementi che offrono percorsi per eseguire le attività.
10
Come in altri programmi della Suite Office® anche in Excel per avere a disposi-
zione tutti i comandi inerenti all’oggetto selezionato, possiamo utilizzare il Pul-
sante di visualizzazione della finestra di dialogo, una piccola icona presente in
alcuni gruppi. Facendo clic su di essa, Excel visualizza un riquadro attività o una
finestra di dialogo correlata, nella quale sono disponibili ulteriori opzioni relati-
ve a quel gruppo comandi.
11
Pulsante di Office Backstage o Scheda File questa scheda si differisce dalle al-
tre in quanto non contiene gruppi di comando ma permette di aprire la visua-
lizzazione Backstage (in italiano “dietro le quinte”) dalla quale è possibile gesti-
re le Cartelle e i dati a esse correlate., In questa finestra sono trovano posto i
comandi di base per aprire, salvare e stampare le Cartelle di lavoro, quelli per
impostare autorizzazioni, preparare le Cartelle per la condivisione con altri
utenti e gestire le versioni dei File è inoltre presente il pulsante Opzioni per ac-
cedere ai comandi per l'impostazione di varie caratteristiche, che consentono
la personalizzazione dell’ambiente di lavoro come ad esempio le preferenze sul
numero di fogli all’interno di una Cartella di lavoro, sul tipo e le dimensioni del
carattere predefinito.
a. Facendo clic sul Pulsante Office Backstage, collocato nella parte sini-
stra della Barra multifunzione, vedrete aprirsi la Visualizzazione Back-
stage.
Una finestra nella quale sono elencati sul lato sinistro i comandi per la gestione
dei file, rappresentati dai pulsanti Salva, Salva con nome, Apri e Chiudi facen-
do clic su questi pulsanti si apriranno le finestre di dialogo per la gestione dei
file sulle memorie.
12
Troviamo inoltre in elenco altre voci, vediamole in dettaglio:
13
Nuovo, offre la possibilità di creare una nuova Cartella di lavoro partendo da
un documento vuoto o da un modello. Si possono scegliere i modelli sia par-
tendo dai modelli installati sul proprio computer sia da quelli resi disponibili
attraverso il sito Web Office Online.
Stampa, riassume tutte le funzionalità per la stampa del file e per la sua Ante-
prima di stampa.
Fare clic sul menù Guida di Excel e scegliere l’argomento dal sommario iniziale,
oppure digitando la domanda nell’apposita casella di ricerca.
a. Fate clic sul punto di domanda e dalla finestra di dialogo che appare,
provate a digitare una domanda nell’apposita casella
b. Fate clic sul pulsante Cerca
14
La Guida in linea mostrerà i risultati della sua ricerca in un’apposita pagina dei
risultati. Questi sono tutti collegamenti ipertestuali ad altrettante pagine della
Guida di Excel 2010 ed eventualmente anche al sito Office Online se siete con-
nessi a Internet.
Per creare invece una nuova cartella di lavoro con Excel già in esecuzione:
15
Nel pannello di destra della visualizzazione Backspace troviamo evidenziata
l’icona Cartella di lavoro vuota se non abbiamo bisogno di particolari modelli,
se già sappiamo come impostare il nostro foglio di lavoro possiamo fare clic
sull’icona e si aprirà un nuovo foglio di lavoro Excel.
16
Cliccando su Sfoglia si apre l’apposita finestra di dialogo che ci permette di
scegliere, oltre al nome del file, anche la posizione
Possiamo utilizzare Salva con nome anche per salvare una cartella esistente
alla quale si sono apportate delle modifiche; assegnando ad essa un nuovo
nome si conserva la copia originale inalterata sul disco. Salva con nome per-
mette inoltre di salvare un file esistente modificandone la posizione sul disco.
17
1.7.2.3 - Regole per l’assegnazione di nomi ai file
I nomi dei file di Excel possono contenere un massimo di 218 caratteri. Per
l‘assegnazione del nome possiamo combinare caratteri alfanumerici, spazi e
caratteri speciali eccetto:
Barra inversa (\) Barra (/) Maiuscolo (>) Minuscolo (<) Punto interrogativo (?)
Asterisco (*) Due punti (:) Punto e virgola (;) Virgolette (“)
Excel non fa distinzione tra nomi di file in maiuscolo o in minuscolo quindi i file
con i nomi PROSPETTO VENDITE e prospetto vendite sono identici.
18
1.7.2.4 - Chiudere il foglio di cal-
colo corrente
Per chiudere una Cartella di lavoro si utilizza
Il comando Chiudi presente nella scheda File.
Chiuso il file, a meno che non ci siano altri file di Excel aperti sul desktop, Excel
presenterà una schermata dove è attiva solo la scheda File attraverso la quale
è possibile creare nuovi file o aprirne di esistenti.
19
1.7.2.5 - Uscire dal programma di foglio di calcolo
Il pulsante per uscire da Excel per chiudere quindi definitivamente
l’applicazione e tornare a Windows, è presente in alto a destra nella barra del
titolo.
20
a. Un Foglio di lavoro con le proiezioni mensili delle vendite di determina-
ti prodotti potrebbe essere funzionale con le etichette posizionate sia
verticalmente a sinistra del foglio di lavoro che orizzontalmente; in
questo caso però disporre i nomi dei mesi e i totali trimestrali lungo il
margine diventerebbe molto difficile visualizzare i dati nel foglio di la-
voro. In questo caso disponendo i nomi dei mesi lungo le colonne il fo-
glio diventa più compatto e diventa semplice visualizzare i dati.
21
1.7.3.1 - Spostarsi tra le celle Per spo-
starsi da una cella all’altra si può utiliz-
zare il mouse puntando la cella deside-
rata e facendo clic, con le frecce di dire-
zione sinistra, destra, alto, basso.
Un altro modo per spostarsi tra i dati presenti nelle celle è utilizzando la Casel-
la Nome. La Casella Nome è posizionata a sinistra della Barra della formula. In-
serendo in questa casella il riferimento di riga e di colonna della cella desidera-
ta premendo il tasto Invio Excel rende attiva la cella.
22
Proviamo ora a lavorare insieme vediamo praticamente come
inserire dati nelle celle
1. Avviate Excel
Per selezionare una cella è sufficiente fare un semplice clic su di essa. Quando
la cella è selezionata assumerà un contorno più spesso.
23
Mentre eseguite queste operazioni la Barra di stato indica Invio invece di
Pronto mentre la Barra della Formula visualizza ciò che state introducendo.
(Premendo il tasto ESC il numero scompare dalla barra della formula e dalla
cella attiva)
24
1. Fare clic su Foglio2 (in basso nella finestra).
2. Introdurre: Banco
3. Premere: Invio
4. Fare clic sulla cella D2 e renderla attiva.
5. Introdurre: Giorgio
6. Premere: Invio
25
6. Spostatevi su Foglio1
A differenza di una calcolatrice che esegue calcoli su valori immessi volta per
volta, il foglio elettronico effettua operazioni nelle quali si fa riferimento alle
celle contenute nel foglio stesso. Il collegamento tra la cella che contiene la
formula e le celle dalle quali attinge la formula stessa e un collegamento dina-
mico. Cosa vuol dire? Che a differenza di una calcolatrice nella quale, se ab-
biamo digitato un valore errato, siamo costretti a ripetere l’intero calcolo, nel
foglio elettronico sarà sufficiente reinserire nella cella che partecipa alla for-
mula, il valore corretto per vedere il risultato in tempo reale.
Per inserire una formula in una cella bisogna far precedere l’operazione dal se-
gno uguale “=” sarà poi sufficiente fare clic nella prima cella dove è presente il
primo valore che partecipa alla formula, aggiungere l’operatore matematico
per esempio il segno più “+” nel caso di una somma, cliccare poi sulla seconda
cella nella quale è presente il valore da inserire nella formula ecc. alla fine
premere il tasto. Tutte le formule di Excel cominciano con il segno uguale. Il
segno uguale india ad Excel che i caratteri successivi costituiranno una formula.
Se si omette il segno uguale Excel può interpretare i caratteri che seguiranno
come testo.
26
2. Inserite 15 nella cella B1 e poi di nuovo freccia a destra in modo da
spostarvi sulla cella C1
Nella cella C1 vogliamo che Excel calcoli la somma del contenuto delle celle
A1 e B1
Per indicare ad Excel che vogliamo effettuare un calcolo e non inserire del testo
abbiamo fatto precedere la formula dal segno =
Nella cella C1 quindi Excel andrà ad inserire 25, il risultato della somma tra il
contenuto della cella A1 e il contenuto della
cella B1
27
Per inserire velocemente dati nelle celle pos-
siamo impostare la ripetizione o l'inserimento
automatico dei dati; è uno strumento che si
occupa di riempire con dei valori le celle a
partire dal valore che ha la cella di partenza.
Tale riempimento, prende spunto da particolari elenchi che sono stati prece-
dentemente dichiarati al programma.
1. Fate clic sulla cella A2 e inserite Gennaio e poi pigiate il tasto Invio
28
Possiamo ottenere lo stesso risultato attraverso il pulsante
Riempimento presente nel gruppo Modifica della scheda
Home. Apparirà un menù a tendina; scegliendo la voce Se-
rie Excel aprirà l’omonima finestra di dialogo nella quale
potremo indicare come riempire le celle selezionate.
29
inferiore destro della cella A3 e tenendo premuto il tasto del mouse trascinan-
do il cursore fino alla cella D3
1. Fate clic sul pulsante Formato presente nel gruppo Celle della scheda
Home
2. Dal menù a tendina scegliete la voce Adatta larghezza colonne
3. Inserite ora nella cella A5 il numero 2
8. Chiudete il file senza salvare facendo clic sul pulsante con la X in alto a
destra nella barra del titolo o in alternativa facendo clic sul Pulsante
Microsoft Office scegliendo Chiudi
31
1.7.3.5 - Aprire una cartella di lavoro esistente
Oltre al salvataggio una delle operazioni di base è l’apertura di file esistenti.
Per riprendere un file è sufficiente aprirne uno salvato in precedenza, appor-
tarvi le modifiche del caso quindi salvare nuovamente.
32
- Apri e ripristina è una funzione utile per cercare di aprire i file dan-
neggiati.
C:\Users\”nome utente”\AppData\Roaming\Microsoft\Excel\XLSTART
Nel caso in cui si volessero aprire all’avvio di Excel file contenuti in una cartella
di Windows diversa da XLSTART è possibile indicare una cartella di avvio alter-
nativa:
33
Apriamo e gestiamo insieme un File presente nella cartella con la
Base informativa sul Desktop
5. Posizionarsi sulla casella B7 con un clic del mouse all’interno della stes-
sa
6. Introdurre: 619,75
7. Posizionarsi sulla casella C7
8. Introdurre: 774,69
9. Posizionarsi sulla casella D7
10. Introdurre: 1136,21
11. Premere: Invio
34
=C1+C2+C3+C4+C5+C6+C7+C8+C9+C10
Completato con l’inserimento dei valori del gruppo vendite C nel prospetto dei
dati, si vuole calcolare il totale delle entrate di ciascun mese e il totale per cia-
scun gruppo di venditori.
Dovremo quindi fare dei totali per colonna per conoscere il venduto mensile;
faremo, poi, dei totali per riga per determinare il venduto di ogni gruppo.
35
Per calcolare un totale si inserisce una formula SOMMA(….)
Per prima cosa assegnate un’etichetta alla riga su cui inserirete i totali.
36
1.7.4.2 - Copiare, Tagliare e Incollare il contenuto di una o
più celle
Sul margine sinistro della scheda Home è presente il gruppo pulsan-
ti Appunti nel quale sono disponibili i pulsanti per gestire la copia e
lo spostamento del contenuto delle celle in altre celle, in altri fogli di lavoro
della stessa cartella, in altre Cartelle. Quando si copia un elemento
del foglio di lavoro, Excel lo memorizza in un’area di archiviazione
momentanea chiamata Appunti. Come per tutti i comandi analizzati
fino ad ora, per copiare o spostare il contenuto di una o più celle è sufficiente
evidenziare il dato e successivamente fare clic sul comando. Nel caso
specifico però, per completare il comando dovremo indicare ad Excel
anche dove (in quali celle), vogliamo che il comando sposti o copi ciò
che è momentaneamente in memoria. Dovremo quindi evidenziare la
o le celle di arrivo e fare clic sul pulsante corrispondente: il pulsante
Incolla.
a. Dopo aver cliccato sul pulsante Copia o sul pulsante Sposta, Excel mo-
difica il bordo intorno alle celle, facendo comparire una linea tratteg-
giata. Il bordo tratteggiato indica proprio l’area copiata o tagliata
L’elemento copiato può essere incollato più di una volta; fino a quando è visibi-
le il bordo tratteggiato, sarà sufficiente fare clic nelle celle di destinazione e
premere con un clic del mouse, il pulsante Incolla.
37
a
38
1.7.4.2.1 - Opzioni del pulsante Incolla
Il pulsante Incolla permette di incollare in modo selettivo
mettendo a disposizione l’anteprima dinamica 14 pulsanti
con i quali è possibile incollare verificando visivamente
quale sarà l'aspetto del contenuto incollato prima di incol-
larlo effettivamente nel foglio di lavoro. Cliccando sul pul-
sante Incolla, verrà visualizzato un menu contenente ele-
menti che cambiano in base al contesto, per adattarsi in
modo ottimale al contenuto che si sta riutilizzando. Ven-
gono inoltre visualizzate l’anteprima e le descrizioni co-
mandi con informazioni aggiuntive, per aiutare l'utente a
prendere la decisione più appropriata.
39
1.7.4.3 - Tagliare e incollare
A differenza del comando Copia quando si Taglia l’operazione di incollamento
inserisce una copia di ciò che è negli appunti nelle celle di destinazione rimuo-
vendo i dati copiati dalla posizione di origine; al termine dell’operazione Excel
elimina il bordo tratteggiato non è quindi giustamente possibile ripetere il co-
mando in altre aree del foglio.
40
e. Excel copierà il contenuto della cella di origine nelle celle di destinazio-
ne. Nel nostro caso la cella di origine contiene una formula; Excel ha
copiato nelle celle di destinazione la formula adeguando il riferimento
3
Al termine della copia, le celle C8 e D8riporteranno rispettivamente i valori
3.615,2 e 3.718,49i totali calcolati per le colonne C e D.
42
La barra delle formule contiene la nuova formula aggiornata =SOMMA(C5:C7).
Il processo di copia ha adeguato automaticamente la formula da copiare alla
cella in cui la formula stessa è stata copiata. La formula originariamente inseri-
ta nella cella B8 è stata interpretata da Excel come la somma delle tre celle che
si trovano più in alto della cella stessa (cioè le celle B5, B6, B7); durante la co-
pia la formula si è trasformata in maniera tale da calcolare sempre la somma
delle tre celle più in alto. Questo adeguamento automatico di una formula illu-
stra il concetto di riferimento relativo di cella.
Questa operazione è stata fatta solo a titolo di esempio, non perché fosse erra-
ta. Però avremo così la possibilità di vedere un altro modo per copiare una
formula
43
2. Spostare il mouse nell’angolo destro in basso della cella B8 finché non
assume la forma di una croce nera sottile.
3. Premere il tasto del mouse e spostare il puntatore fino alla cella D8.
Lasciare il mouse.
Completiamo il foglio
Nelle celle E5, E6, E7 ci sono ora i totali dei tre gruppi; nella cella E8 c’è il totale
generale, cioè tutto il venduto del trimestre
Si vuole ora calcolare l’incidenza percentuale delle vendite di ogni gruppo sul
totale dei tre gruppi.
Per prima cosa attivate la cella in cui volete immettere la formula: F5, quindi
digitate un segno di uguale (=) oppure un segno più (+) per segnalare ad Excel
che si vuole immettere una formula e non inserire del testo.
Volendo in una formula far riferimento ad una cella che contiene un valore
che, necessariamente, deve rimanere costante durante la copia, bisogna far
precedere dal simbolo del dollaro “$” l’indirizzo di colonna e di riga. Questo ti-
po di riferimento prende il nome di Riferimento assoluto.
46
Copiando questa formula nella cella F6, Excel la trasformerà in =E6/E9 per ri-
flettere la nuova posizione; ciò genera, però, un errore perché la cella E9 non
contiene nulla.
47
Dopo aver completato i dati del conto profitti e perdite, ne possiamo migliora-
re la grafica apportando delle modifiche al formato delle celle ed al loro conte-
nuto.
48
1.7.6.1 - Selezionare un gruppo di celle
Possiamo evidenziare un gruppo di celle del nostro foglio di lavoro sia utiliz-
zando il mouse che la Casella nome.
a. Fare clic nella prima cella del gruppo da evidenziare e trascinare, sulle
celle da evidenziare tenendo premuto il tasto destro del mouse. Il
gruppo da evidenziare deve essere formato da celle adiacenti
b. in caso contrario si dovrà procedere evidenziando prima le celle adia-
centi poi premendo il tasto CTRL della tastiera e contemporaneamente
il tasto sinistro del mouse procedere nella selezione delle altre celle
49
c. Volendosi servire della Casella no-
me si dovrà digitare il riferimento c
della prima cella posizionata
nell’angolo in alto a sinistra
dell’ipotetico rettangolo da eviden-
ziare, nel nostro caso A3 digitare i due punti “:” e premere i tasti per
inserire il riferimento alla cella posizionata nell’angolo in basso a de-
stra del rettangolo da evidenziare, nel nostro caso D7
d. Quando abbiamo la necessità di evidenziare gruppi di celle non conti-
gue e vogliamo utilizzare la Casella
nome dobbiamo separare i riferi-
menti ai gruppi di celle adiacenti con
il punto e virgola “;”
d
50
1.7.6.2 - Inserire, gestire ed eliminare
Celle – Righe – Colonne – Fogli di lavo-
ro
Sul margine destro della scheda Home, trova posto
il gruppo pulsanti Celle. Sono tre pulsanti che apro-
no tre piccoli menù a discesa, nei quali sono posi-
zionate le voci per poter aggiungere o eliminare
elementi del foglio sul quale stiamo lavorando; per
gestire l’altezza e la larghezza delle righe e delle colonne, per rinominare co-
piare o spostare l’intero foglio di lavoro, per modificare il colore della linguetta
del foglio.
Inserisci facendo clic su questo pulsante Excel apre un menù nel quale trovia-
mo le voci per inserire:
51
d. Fogli consente di aggiungere un nuovo foglio di lavoro al file
celle rimanenti.
Aggiungiamo nel foglio di lavoro una riga bianca tra i dati e i totali.
52
Nel gruppo pulsanti Carattere presente nella scheda Home troviamo inoltre i
comandi per:
a
f
b
c d e
ziate
Agendo sugli appositi pulsanti possiamo agire sul testo contenuto nelle celle
evidenziate eseguendo un allineamento:
54
b c g i
a
e f
h
e. Al centro allinea il testo contenuto nella o nelle celle evidenziate la-
sciando la stessa distanza tra il margine sinistro e il margine di destra
della o delle celle con le quali stiamo lavorando
f. A destra allinea il testo contenuto nella o nelle celle evidenziate al
margine destro della cella
g. Orientamento premendo questo g
pulsante Excel visualizza un piccolo
menù nel quale sono presenti le voci
per Orientare con piccole rotazioni il
testo presente all’interno della o
delle celle evidenziate. Sarà suffi-
ciente passare il puntatore del mou-
se sulle voci per vederne in tempo reale l’anteprima.
h. Riduci rientro – Aumenta rientro sono due pulsanti che consentono di
aumentare o ridurre lo spazio tra il margine di inizio testo e il bordo
della cella
i. Testo a capo possiamo utilizzare questo comando quando abbiamo la
necessità di inserire in una cella un testo che supera la larghezza della
colonna. Vedremo in seguito che è possibile aumentare o ridurre la
larghezza delle colonne, accade spesso però che il contenuto
dell’intera colonna esula dalla larghezza di un titolo, allargando quindi
l’intera colonna questa risulterebbe poco funzionale alla lettura dei da-
ti in essa contenuti.
55
i
56
1.7.6.4.1 - Formattazione delle celle contenenti numeri
Posizionato alla destra del gruppo pulsanti Allineamento Excel presenta nella
scheda Home il gruppo pulsanti Numeri. In questo gruppo sono presenti i co-
mandi per gestire il formato dei numeri inseriti nelle celle.
57
d
b c e
58
1. Portare il puntatore del mouse sull’intestazione delle colonne tra la ca-
sella grigia con la lettera B e quella con la lettera C, finché non assume-
rà la forma….
2. Fare un doppio clic e la colonna adatterà automaticamente la sua lar-
ghezza al contenuto.
7. Fare clic per due volte sul pulsante Aumenta decimali presente nel
gruppo pulsanti Numeri scheda Home
Poiché i numeri sono allineati nelle celle a destra, vogliamo allineare a destra
anche le relative etichette.
1. Fare clic sulla cella B3 e, tenendo il tasto del mouse pigiato trascinare il
cursore fino alla cella F3 in modo da selezionare tutta l’area
59
2. Fare clic sul pulsante Allinea a destra presente nel gruppo pulsanti Al-
lineamento nella scheda Home
3. Fare ora clic sul pulsante Allinea al centro anche questo presente nel
gruppo pulsanti Allineamento nella scheda Home
Assegniamo un formato al titolo inserito nella cella A1, in modo che risulti
centrato tra le colonne A e F
1. Fare clic sulla cella A1 e, tenendo il tasto del mouse pigiato trascinare il
cursore fino alla cella F1 in modo da selezionare tutta l’area
2. Fare clic sul pulsante Unisci e centra pre-
sente nel gruppo pulsanti Allineamento
nella scheda Home
Il pulsante di visualizzazione
della finestra di dialogo è
una piccola icona presente in
alcuni gruppi. Facendo clic su
di esso, viene visualizzato un
riquadro attività o una fine-
stra di dialogo correlata,
mettendo a disposizione ul-
60
teriori opzioni relative a quel gruppo.
1. Per fare ciò è sufficiente fare clic sul pulsante Salva presente nella Bar-
ra di accesso rapido sul bordo in alto a sinistra
della finestra
In alternativa
61
Quando si eseguono lavori che richiedono molto tempo è consigliabile
salvare su disco a intervalli di tempo, per evitare il rischio di perdere tut-
to il lavoro, ad esempio in caso di interruzione di erogazione dell’energia
elettrica.
Excel ricalcola, in funzione della modifica di una singola cella tutto il foglio:
modificando, ad esempio, la cella B5 Excel aggiorna prima le celle dipendenti
62
direttamente (celle B9, E5) poi quelle dipendenti da queste ultime (celle E9, F5,
F6, F7).
63
pri e dal successivo menù Nascondi colonna.
4. Selezionate ora la riga 8
(fare clic sul numero che identifica la riga) poi un clic sul tasto destro
del mouse e scegliete Nascondi
5. Fate clic sul pulsante Formato presente nel gruppo pulsanti Celle nella
scheda Home e dal menù a tendina che compare selezionare la voce
Nascondi e scopri, gruppo Visualizza e successivamente Nascondi ri-
ghe.
Oppure: fare clic sul pulsante Formato presente nel gruppo pulsanti Celle nella
scheda Home e dal menù a tendina che compare selezionare la voce Nascondi
e scopri e successivamente Scopri righe e ripetere i passaggi per scoprire la co-
lonna. In questo caso non occorre evidenziare né la colonna né la riga
5. Fate ora clic sul pulsante Orientamento presente nel gruppo pulsanti
Allineamento scheda Home e scegliete la voce Angolo in senso antio-
rario
6. Fate ora clic sull’intervallo A1:F1 e modificate il carattere in Garamond
16 colore Blu e grassetto
7. Salvare il file
65
1.7.8.3 - Preparare il foglio per la stampa
Nella scheda Layout di pagina, sono presenti i pulsanti per la personalizzazione
e la preparazione per la stampa di un foglio di lavoro di Microsoft Office Excel.
Questi pulsanti consentono una facile e rapida gestione del foglio per la stam-
pa anche in presenza di grandi quantità di dati o grafici
a. Il pulsante Orientamento
presente nel gruppo con-
sente di scegliere come po-
sizionare i dati sul foglio.
a
L’orientamento predefinito
è Verticale. La scelta Oriz-
zontale è utile quando si
hanno tabelle composte da molte colonne e poche righe. In questo
modo si riesce a far entrare l’intera tabella nella pagina.
b. Facendo clic sul pulsante Margini comparirà un menù a tendina con 3
voci: Normale - Largo – Stretto queste voci attivano tre diverse tipolo-
gie di margini standard preimpo-
state velocemente disponibili. In
fondo al menù è presente Margini
personalizzati.. I margini indicano
lo spazio bianco da lasciare a sini-
stra, a destra, in alto, in basso pri-
ma di cominciare a stampare sul
foglio.
66
Un clic sulla voce Margini personalizzati…apre la finestra di dialogo Imposta
pagina nella quale troviamo le ca-
selle dove indicare i centimetri di
spazio bianco da lasciare sui bordi
del nostro foglio durante la stampa. b
a. In questa finestra inoltre,
sono presenti 2 caselle di
controllo per indicare ad Ex-
cel se e come vogliamo che
il nostro elaborato venga
a
posizionato al centro del fo-
glio, se in orizzontale oppure
a
in verticale, a prescindere
dai margini impostati.
Questa scheda contiene i comandi per gestire sia l’Orientamento della pagina
(cosa tra l’altro già ottenuta utilizzando l’omonimo pulsante presente nel
gruppo Imposta pagina), che
le proporzioni di ciò che an-
dremo a stampare, possiamo
adattare il nostro elaborato
ad un numero prestabilito di
pagine in larghezza ed in al-
tezza (possiamo definire
questi parametri anche at-
traverso i pulsanti presenti
nella scheda Layout di pagi-
67
na gruppo pulsanti Adatta alla pagina)
Controllate con attenzione!!! I comandi presenti nelle prime due schede della
finestra di dialogo Imposta pagina sono raggruppati e disponibili nella scheda
Layout di pagina grazie ai pulsanti presenti nei gruppi: Imposta pagina e Adat-
ta alla pagina
68
piccoli pulsanti in grado di agevolare l’inserimento del testo e velocizzare
l’immissione di informazioni standard nell’intestazione o piè di pagina:
a. Formato testo apre la finestra di dialogo con gli strumenti per la per-
sonalizzazione dei caratteri. Consente la scelta del tipo e dimensione
carattere, allineamento, e attributo come il grassetto, il sottolineato
ecc.
b. Inserisci numero di pagina inserisce il numero della pagina, utile
quando la matrice da stampare contiene molte righe
c. Inserisci numero di pagine inserisce il numero della pagina seguito dal
numero totali di pagine da stampare
d. Inserisci data inserisce la data corrente. Se il file verrà stampato suc-
cessivamente sui fogli sarà presente la data della stampa e non della
creazione del file
e. Inserisci ora inserisce l’ora corrente. Se il file verrà stampato successi-
vamente sui fogli sarà presente l’orario della stampa e non della crea-
zione del file
f. Inserisci percorso file riporta il percorso relativo alla posizione del file
sul dispositivo di memorizzazione
g. Inserisci nome file
h. Inserisci nome foglio
i. Inserisci immagine si aprirà l’omonima finestra di dialogo per indicare
la posizione e il nome del file immagine da inserire
j. Formato immagine questo pulsante viene attivato solo dopo aver inse-
rito un’immagine nell’intestazione o nel piè di pagina. Facendo clic sul
pulsante verrà aperta una finestra di dialogo con i comandi per la ge-
stione dell’immagine
69
b c d e i j
f h
g
70
a. Nella scheda Foglio possiamo indicare i ad Excel quali sono le righe che
contengono i ti-
c
toli di colonna o
di riga da ripete- a
re sulle nuove
pagine nel caso
di stampe su più
b
pagine
b. La casella di
controllo Griglia
attiva la stampa
di una griglia sul
foglio stampato.
c. Se nel nostro fo-
glio di lavoro ci
fossero molti dati, fosse composto da molte colonne e righe, attraver-
so la scheda Foglio potremmo indicare l’Area di stampa, la porzione di
foglio da stampare, il Range: per Excel il rettangolo di celle formato dal
nome della cella in alto a sinistra del rettangolo seguita dai due punti e
dal nome della cella in basso a destra del rettangolo. Per esempio
B2:G8
Come abbiamo appena visto sono i pulsanti presenti nella scheda Layout di
pagina, che consentono la gestione e la personalizzazione prima della stampa,
di un foglio di lavoro di Microsoft® Office Excel contenente grandi quantità di
dati o grafici.
Andiamo però per gradi: usiamo dapprima i comandi presenti nei pulsanti della
scheda Layout di pagina e successivamente ripeteremo le stesse operazioni
utilizzando la visualizzazione Layout di pagina
72
I dati contenuti nelle colonne a destra di quella tratteggiata e le righe al di sot-
to della riga tratteggiata saranno stampati in nuove pagine. La sequenza di
stampa delle pagine è per default verticale quindi Excel stamperà dapprima il
contenuto delle pagine sottostanti alla prima e successivamente quelle che si
trovano nelle colonne a destra rispetto la prima pagina.
4. Fate ora clic sul pulsante Margini anche questo pulsante presente nel
gruppo Imposta pagina
73
7. Fate ora clic sulla scheda Intestaz./Piè di pag. notate che come impo-
stazione predefinita nel piè di pagina è presente il nome del foglio e il
numero della pagina,
8. Fate clic sul pulsante Personalizza intestazione
9. Fate doppio clic sul nome del foglio presente nell’intestazione
&[Scheda]
10. Premete il tasto Canc.
11. Fate clic sul pulsante OK
74
Appare nuovamente la finestra di dialogo Imposta pagina
Nella scheda Foglio indichiamo ad Excel che vogliamo che si ripeta su tutte le
pagine (anche se il nostro lavoro è composto da una sola pagina) il contenuto
della prima riga.
75
5
Alcuni comandi presenti nella scheda Foglio sono raggruppati e disponibili gra-
zie ai pulsanti presenti nel gruppo: Opzioni del foglio della scheda Layout di
pagina. La scheda foglio inoltre, è rapidamente raggiungibile facendo clic sul
Pulsante di visualizzazione della finestra di dialogo presente nel gruppo co-
Per vedere la stampa in anteprima, fare clic sul Pulsante visualizzazione Back-
stage (Scheda File) dalla finestra di dialogo scegliere la voce Stampa
Nel pannello di destra relativo alla visualizzazione Backspace della voce stam-
pa è suddiviso in 2 riquadri:
76
Nel riquadro di sinistra sono visibili 3 sezioni: Stampa, Stampante e Imposta-
zioni
c. Sono elencate le
stampanti disponi- e
bili f
d. Se stampare solo il
foglio attivo, i
l’intera cartella di lavoro o parte di
essa i
e. Indicare le pagine del foglio da
stampare
f. Se fascicolare o meno le copie. Ad
esempio lasciando attiva la voce
Fascicola copie se scegliete di
77
stampare 10 copie di un Foglio strutturato in 8 pagine, otterrete 10
copie dell’intero Foglio dalla pagina numero 1 alla pagina numero 8 in-
vece che 10 copie della pagina numero uno, poi 10 copie della pagina
numero due e così via fino alla pagina numero 8
g. Modificare l’orientamento il formato e i margini del foglio cosa che ab-
biamo visto possiamo impostare con i comandi presenti nella scheda
Layout di pagina
h. Le dimensioni del foglio
i. Per ridurre le dimensioni dell’elaborato nel caso non si riuscisse a farlo
entrare tutto in una pagina. Sia decidendo noi la percentuale attivando
la voce Opzioni proporzioni personalizzate… che facendo fare diret-
tamente ad Excel
78
Perché vi ho fatto chiudere senza salvare?
79
di stampa (è quello che abbiamo fatto noi prima di stampare). Lo scopo era
quello di verificare il relativo adattamento dell’elaborato in una pagina e basta
se si devono apportare modifiche ai dati si chiude l’anteprima e si opera. La vi-
sualizzazione Layout di pagina invece è molto funzionale consente di agire sul
foglio vedendo come sarà una vola stampato.
80
8. Spostatevi nel piè di pagina usando la barra di spostamento verticale
9. Inserite a sinistra il nome del foglio utilizzando l’apposito pulsante pre-
sente nella scheda Intestazione & piè di pagina (è il settimo partendo
da sinistra tra quelli presenti nel gruppo Elementi intestazione e piè di
pagina)
10. Inserite a sinistra “Profittieperdite2011”
11. Inserite a destra la data corrente (è il terzo pulsante partendo da sini-
stra tra quelli presenti nel gruppo Elementi intestazione e piè di pagi-
na)
14. Portate il cursore sul bordo destro del righello a destra della colonna K
tra lo spazio colorato di verde chiaro e quel-
lo colorato di verde scuro.
Quando il cursore assumerà la forma di una
doppia freccia orizzontale fate clic con il
mouse e tenendo premuto il tasto trascina-
te verso sinistra fino a raggiungere 3 cm
come margine di destra
81
15. Disattivate ora la visualizzazione della Griglia, il comando è presente
nella scheda Layout di pagina gruppo Opzioni del foglio.
16. Fate un clic sul Pulsante di visualizzazione della finestra di dialogo per
richiamare la finestra Imposta pagina e centrate verticalmente ed oriz-
zontalmente i dati nella pagina
17. Indicate la riga 1 come Riga da ripetere in alto
18. Salvate il file
c
82
b. Di Copiare o spostare in un’altra posizione o un altro File il foglio di la-
voro vedremo in seguito praticamente come utilizzare questo comando
c. Di personalizzare il colore della linguetta associata al foglio
1. Fate un clic con il tasto destro scegliere Rinomina dal menù a tendina
che compare
Notate il nome del foglio nella parte bassa della finestra, Excel lo ha evidenzia-
to scrivendo il nome in nero su di uno sfondo
grigio; avreste ottenuto lo stesso risultato fa-
cendo un doppio clic sul nome del foglio
Esercizio 1
83
Questo esercizio consiste nel creare una tabella che calcola le quote di ammor-
tamento dei beni ammortizzabili.
84
Beni Perc. % Anno Costo Fondo Quota Residuo
Macchine d'uffi-
cio 12 2011 5.345,33 formula formula formula
Macchine d'uffi-
cio 12 2010 1.360,35 formula formula formula
Impianti generi-
ci 15 2011 16.681,56 formula formula formula
Impianti generi-
ci 15 2009 1.704,31 formula formula formula
Impianti specifi-
ci 25 2010 9.516,23 formula formula formula
Macchinari di-
versi 15 2011 14.460,79 formula formula formula
Macchinari di-
versi 15 2009 2.840,51 formula formula Formula
85
8. Aggiungi le formule richieste tenendo presente che:
Scriviamola insieme
Scriviamola insieme
Scriviamola insieme
87
Esercizio 2
Riscaldamento € 18.437,51
Ascensore € 3.770,14
Acqua € 4.364,06
Pulizia scale € 2.494,49
88
Maiorano 4 155 175 formula formula formula formula
Pro 4 135 170 formula formula formula formula
TOTALI formu- 1.000 formula 18.437,51 3.770,14 4.364,06 2.494,49
la
=$B$3/$D$17*D9
Dove
14. Copiate ora la formula dalla cella E10 fino alla cella E16
15. Ripartite ora la somma relativa alla spesa per l’ascensore a partire dalla
cella F9
16. Ripartite ora la somma relativa alla spesa per l’acqua a partire dalla
cella G9
Leggiamola insieme: Dividi la spesa relativa alla pulizia delle scale per 2, il ri-
sultato va diviso per la somma dei piani e moltiplicato per il piano occupato. Il
valore ottenuto va sommato al valore che si ottiene, dividendo nuovamente
per 2 la somma spesa per le pulizie delle scale, e poi, diviso nuovamente per il
totale dei millesimi (1000) e moltiplicato per i millesimi di proprietà.
18. Aggiungi una colonna finale che sommi le spese di ogni condomino.
19. Formatta il titolo con caratteri in neretto corpo 20.
20. Formatta il titolo delle colonne con caratteri in neretto corpo 14.
21. Inserisci una riga vuota prima e dopo la riga con i titoli delle colonne.
22. Salva il file nella cartella Base Excel contenuta sul desktop con il nome
Ripartizione spese.
Esercizio 3
90
2. Partendo da domenica 4 gennaio riempire in modo automatico le celle
da A1:A8 con le date relative alle domeniche del mese di gennaio e
febbraio 2012
3. Riempire ora in modo automatico le celle B1:B12 con i nomi dei mesi
dell’anno
4. Salvare e chiudere il file
91
1.8 - Tecnologie di stampa
1
SOMMARIO
2
1.8.1 – Periferiche di Stampa
1.8.1.1 – la coda di stampa
Prima di iniziare con la trattazione dei vari argomenti del capitolo, diciamo che un do-
cumento inviato alla stampante, viene inserito nella memoria interna alla stampante
stessa, detta Coda di stampa. La stampante gestisce sequenzialmente i documenti in
modo che il primo arrivato sarà il primo ad essere stampato. Se alla richiesta di una
stampa, la stampante è occupata per un altro documento, il "nuovo arrivato" viene
messo in coda ad aspettare il suo turno. Quando dal nostro computer inviamo un do-
cumento alla stampante viene inserita nell'area di notifica una piccola icona rappresen-
tante una stampante ( ), a indicarne l’attività.
Facendo doppio clic su tale icona, viene aperta la finestra di dialogo contenente la coda
di stampa. Di ognuno dei documenti in elenco vengono visualizzati i seguenti attributi:
I documenti presenti possono essere gestiti tramite il menu Documento, dopo aver se-
lezionato il documento su cui operare o selezionando l'opportuna voce dal menu di
scelta rapida associato al documento stesso. Possiamo sospendere, riprendere o annul-
lare la stampa. Facendo clic su Proprietà, accediamo alla finestra di dialogo delle pro-
prietà della stampante, che include numerose pagine: dalle dimensioni del foglio alle
impostazioni grafiche a quelle sulla qualità di stampa.
3
• tipo di collegamento al computer, tipicamente costituito da una porta USB. Al-
cuni modelli si basano sulla connessione senza fili, come Bluetooth o Wi-fi, che
permettono la condivisione di una stessa stampante con più computer, senza il
problema dei cavi. Se si dispone di uno smartphone o di un tablet collegato alla
medesima rete wi-fi possiamo anche stampare immagini provenienti da esso.
• risoluzione massima, viene indicata con un valore che esprime il numero di
punti per pollice (DPI, Dot Per Inch). La risoluzione si riferisce alla nitidezza dei
dettagli raggiunta da un monitor o da una stampante nel produrre
un’immagine; la stampante forma i caratteri da piccoli punti ravvicinati.
• Velocità di stampa, misurata in ppm (pagine per minuto), che indica, appunto,
il numero di pagine che possono essere stampate in un minuto.
• numero di colori primari: il numero di inchiostri utilizzati, da cui dipende il
numero dei colori che possono essere riprodotti.
o Le monocromatiche (laser o ad aghi) usano un solo colore, in genere il
nero; le tricromatiche usano il giallo il ciano e il magenta;
o le quadricromatiche usano i tre colori delle tricromatiche con l'aggiun-
ta del nero;
o le esacromatiche aggiungono alle tricromatiche due tonalità chiare di
ciano e magenta per restituire le mezzetinte più nitide.
• formato della carta stampabile: il tipo e la dimensione di carta che può essere
stampata.
4
1.8.1.4 – Posizionare e configurare la stampante
Vediamo come posizionare la stampante locale e come connetterla alla nostra posta-
zione. Al momento dell'acquisto dobbiamo accertarci che insieme con essa sia incluso
anche il cavo per connetterla al computer: nel caso in cui non vi sia, esso deve essere
acquistato a parte. Ovviamente, perché sia funzionante, la stampante deve essere
connessa anche alla rete di corrente elettrica. Vedremo la configurazione della stam-
pante nella seconda parte della prossima sezione, dopo aver illustrato il modo in cui il
computer può dialogare con essa.
5
Se Windows non è in grado di rilevare il modello di stampante, è necessario inserire il
supporto CD del produttore o indicare la cartella contenente i driver scaricati dal sito
del produttore. Selezionata l'origine del driver, si procede con l'installazione.
Quando l’installazione è completa, viene richiesta la digitazione del nome della stam-
pante, nel caso in cui vogliamo assegnarne uno diverso da quello predefinito, e l'opzio-
ne per impostarla come predefinita o meno. Vedremo nel prossimo paragrafo il signifi-
cato di “stampante predefinita”. Nell'ultimo passaggio viene data la
possibilità di stampare la pagina di prova.
6
ne della carta, se la stampante lo prevede, alla quantità di colori, alla modalità in cui
vengono prelevati i fogli dalla stampante e altro. Se sono installate più stampanti sul
computer, dobbiamo configurarne una come predefinita. La stampante predefinita è
quella su cui viene inviata la stampa in maniera diretta, quando non viene attivata dalla
finestra per la gestione della stampa. In pratica, quella su cui viene inviato il documen-
to quando la stampa viene avviata dalla barra degli strumenti della maggior parte delle
applicazioni con un clic sull’icona “Stampa”. Per impostare una stampante come prede-
finita, dobbiamo selezionare la voce Imposta come predefinita dal menu di scelta rapi-
da associato all'icona.
7
Nelle stampanti laser l'inchiostro è "in polvere" ed è detto toner. Il funzionamento del-
le stampanti di questo tipo è basato su un sistema di cariche elettriche che "catturano"
il toner per imprimerlo sul foglio. Semplificando, alla base del funzionamento vi è un
tamburo fotosensibile sul quale un raggio laser "disegna" ciò che è stato inviato alla
stampante in forma di cariche elettrosta-
tiche. Queste ultime attraggono il toner
che verrà impresso sul foglio bianco; infi-
ne, alcuni rulli caldi completano l’opera
sciogliendo l’inchiostro sul foglio. Nelle
stampanti a colori il toner è nei colori
fondamentali giallo, magenta e ciano (az-
zurro).
Il toner è una polvere fine che non deve essere dispersa nell'ambiente, in quanto può
portare rischi per la salute, con effetti irritanti alle vie respiratorie. Ultimamente il
composto è stato modificato in modo da contenere un livello di carbone considerato
non pericoloso. Nonostante questo, la cartuccia vuota del toner, non deve essere di-
spersa, né manomessa, ma riciclata in appositi contenitori.
In generale, oltre a quella generica ed economica, esistono tipi di carta con caratteristi-
che molto diverse tra loro. Vediamone in breve le caratteristiche.
8
• La carta spalmata (coating) ha subito un trattamento idrorepellente per cui as-
sorbe l'inchiostro senza sbavature. La spalmatura viene fatta solo su una fac-
ciata sulla quale deve essere effettuata la stampa.
• La carta glossy (cast coasting) è idrorepellente e ha una facciata opaca e l'altra
lucida, entrambe stampabili. Se vogliamo un grado di assorbenza maggiore
dobbiamo usare la carta glossy microporosa.
• La matte ha le stesse caratteristiche della glossy, ma ha entrambe le superfici
opache stampabili.
• La canvas ha un effetto "tela": le immagini stampate sembrano dipinte su una
tela di cotone.
• La transfer è quella carta con uno strato siliconico che una volta stampato, se
stirato sul retro, viene riportato su cotone, per effetto del calore. Questo tipo
di carta in genere viene usato per creare indumenti personalizzati.
9
1.8.3.2 – Stampanti senza contatto
Nelle stampanti senza contatto l’immagine viene riprodotta su carta senza alcun con-
tatto di parti meccaniche. Le tecniche utilizzate sono principalmente basate
sull’elettrostatica e la fotostatica. Questo tipo di stampanti garantisce, rispetto a quelle
a contatto, una qualità di stampa enormemente più elevata. In generale possiamo dire
che il costo per il mantenimento delle stampanti è direttamente proporzionale alla
qualità di stampa e dipende dal numero di stampe che possono essere effettuate con
una singola cartuccia di inchiostro o toner. A questa categoria tutte le moderne stam-
panti, quelle a getto d'inchiostro, quelle a trasferimento termico e le laser.
1.8.3.2.1 – Inkjet
Le stampanti a getto d’inchiostro (o inkjet) hanno da molto tempo rimpiazzato le
stampanti a contatto negli uffici e nell'uso domestico. I caratteri sulla carta vengono
formati spruzzando inchiostro con estrema precisione quando e dove necessario. Sono
veloci e silenziose e permettono di raggiungere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Al-
cuni modelli offrono la possibilità di ottenere stampe a colori di qualità fotografica su
una carta speciale, altri consentono un risultato eccezionale dovuto all'uso di diverse
cartucce per il colore (fino a otto) e sono capaci di riprodurre anche le sfumature più
tenui. Uno dei problemi maggiormente riscontrati nelle stampanti a getto d'inchiostro,
in generale, è l'essiccamento dell'inchiostro nelle testine, quando non utilizzate per
lungo tempo, che spesso provoca l'inevitabile mancato funzionamento del dispositivo.
1.8.3.2.2 – Sublimazione
Le stampanti a getto di cera (sublimazione) sfruttano lo stesso principio di funziona-
mento delle inkjet con la differenza che ad essere "gettato" è un particolare tipo di ce-
ra. I risultati sono ottimi, le stampe hanno colori molto nitidi e lucidi, tant'è che il loro
impiego è strettamente legato agli ambienti grafici. In altri ambiti non sono molto usa-
te perché complesse e lente.
1.8.3.2.3 – Laser
Tra tutti i tipi di stampanti, le stampanti laser (laser printer) sono le più veloci, silenzio-
se e producono stampe di qualità piuttosto elevata. Vengono utilizzate in ambienti do-
ve c’è la necessità di produrre velocemente materiale cartaceo di buona qualità per
soddisfare richieste di lavoro provenienti da più utenti. Le stampanti laser monocroma-
tiche, sono molto usate per stampare essenzialmente documenti di testo. Quelle a co-
10
lori sono più costose delle monocromatiche, offrono una qualità di stampa più che ac-
cettabile anche per le foto, ma hanno un costo di gestione piuttosto elevato.
1. quelli che stampano su fogli singoli, ovvero i cosiddetti plotter orizzontali in cui
la penna si muove in tutte le direzioni sulla carta ferma
2. quelli che stampano su rulli di carta, ovvero i plotter verticali in cui la penna si
muove solo in orizzontale lasciando il foglio libero di muoversi per ottenere il
tratto in tutte le direzioni
11
che se il computer a cui sono collegate è spento. Possono anche inviare fax e fungere
da scanner. Sono consigliate in tutti quei casi in cui c'è la necessità di usare altre perife-
riche, oltre alla stampante, contenendo il costo e ottimizzando gli spazi lavoro.
12
2.1 - Internet: configurare,
conoscere ed utilizzare la rete
SOMMARIO
3
2.1.1 - Configurare la connessione a Internet
Per connettere un computer a Internet in ambiente domestico, sono necessari
un modem ADSL, una "chiavetta Internet", uno smartphone o un impianto In-
ternet satellitare. In tutti i casi, è necessario utilizzare un Internet Servi-
ce Provider, ovvero un fornitore di servizi per l’accesso a Internet.
2.1.1.1 - Modem
Il modem è un dispositivo hardware per la comunicazione tra sistemi informa-
tici (in particolare, tra un sistema e Internet) attraverso una normale presa te-
lefonica. Solitamente, è dotato di un router interno in grado di mettere in co-
municazione più dispositivi tra loro (PC, computer, console di gioco,
smartphone…) e di collegarli a Internet.
5
2.1.1.4 – Tariffe "flat" e "a consumo"
I provider dei servizi possono offrire non solo contratti Internet, ma anche una
o due linee telefoniche. Soprattutto, hanno sempre in catalogo sia piani di ab-
bonamento "flat", che prescindono cioè dal traffico Internet sviluppato e/o
dalle telefonate fatte, sia a consumo, con prezzo variabile in base all'utilizzo
(calcolato, ad esempio, in minuti di connessione, quantità di dati scaricati, te-
lefonate verso telefoni fissi o verso cellulari).
In abito Internet, la scelta tra i due tipi di abbonamento, con tutte le loro va-
riabili e opzioni, dipende sostanzialmente dall'uso più o meno "intensivo" che
si intende fare della connessione. Semplificando, per scaricare la posta e navi-
gare occasionalmente, una tariffa a consumo può essere più che sufficiente,
viceversa, per scaricare grossi quantitativi di file, visualizzare contenuti multi-
mediali in streaming (filmati YouTube, per esempio) o collegarsi in videocon-
ferenza, meglio orientarsi verso un abbonamento "flat".
Da notare che gli abbonamenti a tariffa fissa per chiavette Internet e per
smartphone, non sono realmente "flat", ma prevedono solitamente limiti di
traffico e soglie variabili, in base alla tipologia del contratto.
6
Un doppio clic sulla rete desiderata avvia il collegamento, eventualmente pre-
ceduto da una finestra in cui inserire la password.
Ecco come appare l'elenco delle reti dopo una connessione (nell'esempio, a
"Tiscali").
7
La voce in basso, "Apri Centro connessioni di rete e condivisione" (raggiungibile
anche da Pannello di controllo > Rete e Internet > Centro connessioni di rete e
condivisione), permette di accedere all'area di gestione delle connettività di
rete.
8
2.1.1.6 – Modifica indirizzo IP
Come abbiamo visto, l'accesso a una rete protetta prevede l'inserimento di
una password, sufficiente nella maggior parte dei casi per connettersi rapida-
mente sia alla rete locale che a Internet. A volte, soprattutto in ambito azien-
dale, può capitare che la rete non preveda il DHCP (Dynamic Host Configura-
tion Protocol), e quindi che non assegni automaticamente un indirizzo IP a cia-
scun computer collegato. In questo caso, è necessario procedere manualmen-
te.
9
Infine, bisogna disabilitare Ottieni automaticamente un indirizzo IP (cliccando
sul pallino accanto a Utilizza il seguente indirizzo IP) e inserire nei campi op-
portuni i parametri forniti dall'amministratore di sistema.
10
grammi in esecuzione sul computer dell'ufficio e continuare il lavoro una volta
rientrati a casa.
Per connettersi al computer remoto, occorre fare clic sul pulsante Start e sele-
zionare Tutti i programmi -> Accessori -> Connessione desktop remoto.
Fare clic sul pulsante Start e selezionare Pannello di controllo -> Sistema e
quindi Impostazioni di connessione remota.
Facendo clic sul pulsante Aggiungi viene data la possibilità di inserire nuovi
utenti abilitati ad accedere.
11
TeamViewer
Il servizio di accesso remoto, non così immediato in Windows 10, è reso deci-
samente più semplice dall'utilizzo di programmi specifici di terze parti, come
TeamViewer, che analizzeremo in seguito.
2.1.1.9 – Il TCP/IP
TCP/IP è l'architettura adottata dalla rete Internet. Nei primi anni Settanta, la
Defence Advanced Research Project Agency (DARPA) finanziò l'Università di
12
Stanford e la BBN (Bolt, Beranek and Newman) perché stabilisse un insieme di
protocolli di comunicazione da utilizzare per lo sviluppo di reti per l'intercon-
nessione di calcolatori eterogenei. Fu così che nacque l'Internet Protocol Suite,
i cui due protocolli più noti sono il TCP (Trasmission Control Protocol) e l'IP (In-
ternet Protocol).
13
A ogni nuovo utente possono esser negati i diritti di amministratore, delimi-
tando la sua libertà d'azione sul computer (Cambia tipo di account).
Allo stesso modo, alcuni siti Internet possono richiedere un nome utente e una
password per l'accesso ad aree protette, oppure la creazione di un account per
ottenere determinati servizi, registrarsi nei social network o iscriversi in gruppi
di discussione.
I browser più diffusi sono Edge e/o Explorer, presenti nei sistemi operativi
Windows, a cui si affiancano diversi altri, tra cui Mozilla Firefox, Safari e Google
Crome.
14
2.1.2.1 - L’interfaccia del browser
Windows Edge
Edge può essere lanciato dal tasto Avvio > Tutti i programmi.
Google Chrome
L’icona di Chrome di solito è presente sul desktop oppure nella barra delle ap-
plicazioni. Per avviare Chrome occorre fare un doppio click sinistro sull’icona:
apparirà una finestra simile a questa:
15
Questa finestra, come tutte quelle presenti in Windows, presenta tre icone in
alto a destra:
Google Chrome
17
2.1.2.3 - La Barra dei preferiti (o bookmark)
Se durante la navigazione incontriamo delle pagine interessanti su cui deside-
riamo tornare in seguito, possiamo memorizzarle tra i Preferiti o Bookmark.
Facendo clic sull'icona Aggiungi alla barra dei preferiti , qualunque pagina
Internet visualizzata nel browser in quel momento, compare nella barra sotto
forma di tasto. In questo modo, sarà subito accessibile con un solo clic fino alla
sua rimozione.
Per eliminare un bookmark, basta utilizzare il menu contestuale (clic col tasto
destro sul bookmark) e scegliere la voce Elimina oppure trascinare il bookmark
nel cestino.
Facendo clic col tasto destro nell'area immediatamente alla destra della stella,
è possibile creare cartelle per organizzare in maniera razionale i propri siti
preferiti. Ogni cartella può infatti contenere altre cartelle e un numero illimi-
tato di link Internet.
18
La stella Preferiti contiene la cronologia, ovvero il report di tutti i siti visi-
tati nell'ultimo periodo, e permette di organizzare tutti i preferiti, anche quelli
presenti nell'apposita barra.
Per aprire una nuova scheda, basta cliccare su Menu > Nuova scheda nella
Barra dei Menu, oppure semplicemente fare clic sul pulsante accanto alla
scheda già aperta. In ogni nuova scheda, è possibile navigare in maniera indi-
pendente rispetto alle altre.
19
Per chiudere una scheda è sufficiente fare clic sulla X presente nella linguetta.
In Google Chrome in alto a sinistra troviamo il titolo della scheda (5) e il pul-
sante “x” che consente di chiuderla (6); Questo pulsante serve a chiudere la
scheda visualizzata senza chiudere l’intero programma; quindi nel caso avessi
aperto più schede, potrai chiuderne una senza dover per forza chiuderle tutte
e riavviare il programma.
A destra dell’ultima scheda aperta si trova un rettangolino blu (7) che permet-
te, con un click sinistro, di aprire una nuova scheda. Per passare da una scheda
ad un’altra basterà cliccare sul titolo di quella desiderata col tasto sinistro del
mouse.
Nella pagina principale compaiono i risultati della ricerca, elencati come titoli
in blu sotto i quali, in verde e in piccolo, è presente l’indirizzo web corrispon-
dente. Per ciascuno di essi è presente un piccolo estratto del contenuto della
corrispondente pagina web contenente le parole chiave ricercate. Nella scelta
del risultato da cliccare è consigliabile leggere dapprima questo piccolo rias-
suntino e successivamente aprire la pagina corrispondente se si ritiene che
questa contenga le informazioni che stiamo ricercando.
Il menu di Chrome
Ø Nuova scheda (Ctrl+t): Serve per aprire una nuova scheda di naviga-
zione.
Ø Nuova finestra (Ctrl+n): Si differenzia dalla voce precedente in quanto
non viene aperta una nuova scheda sulla stessa finestra di Google
22
Chrome ma viene aperta una nuova scheda in una nuova finestra
(quindi si avranno “due Google Chrome aperti”)
Ø Nuova finestra di navigazione in incognito (Ctrl+Maiusc+n): Apre una
finestra di navigazione le cui pagine non saranno tracciate in cronolo-
gia.
Ø Preferiti: I preferiti (o bookmark) hanno lo scopo di facilitarci l’accesso
alle pagine che visualizziamo più spesso (es. pagina della posta elettro-
nica) dandoci la possibilità di accedervi con un semplice click. Questa
voce presenta più elementi di sottomenu:
o Mostra barra dei preferiti (Ctrl+Maiusc+b). Abilitare questa
funzione permetterà di far comparire la barra dei preferiti
immediatamente sotto alla barra degli indirizzi.
o Gestione preferiti (Ctrl+Maiusc+o). Attraverso questa voce di
menù sarà possibile accedere ad una pagina di configurazione
che consentirà di gestire i preferiti nell’ordine desiderato e di
organizzarli in cartelle specifiche, al fine di mantenere un or-
dine più preciso. Le modifiche effettuate in questa pagina di
impostazione si rifletteranno immediatamente nella corri-
spondente organizzazione della barra dei preferiti.
o Importa Preferiti e impostazioni permette di importare in
Chrome i preferiti già salvati su altri browser (es: Explorer).
o Aggiungi questa pagina ai Preferiti (Ctrl+d) permette di salva-
re la pagina corrente tra i preferiti e ne consente l’accesso di-
rettamente dalla barra dei preferiti.
Al termine delle voci di menù compaiono le cartelle dei preferiti. In
principio, se non sono state effettuate modifiche, compariranno qui le
cartelle preimpostate.
23
cedere alla pagina web mediante un semplice doppio click sulla pagina
salvata.
Ø Trova (Ctrl+f): cliccando col tasto sinistro del mouse, compare una
piccola barra in cui è possibile scrivere una parola che sarà istanta-
neamente ricercata all’interno della pagina web corrente.
Ø Stampa (Ctrl+p): apre l’anteprima di stampa in cui è possibile scegliere
varie impostazioni di stampa come, ad esempio, la destinazione (ossia
il tipo di stampante a cui verrà inviato il file da stampare), il numero di
pagine (tutte o solo un intervallo limitato), il formato (A4 per una pa-
gina “normale”), il layout (stampa in modo verticale sul foglio o in
modo orizzontale), la disposizione dei margini (il bordo da lasciare at-
torno alla stampa) e altre opzioni minori ma pur sempre utili.
Ø Zoom – 100% +: Questa funzione permette di diminuire o aumentare
le dimensioni dei contenuti (testo e/o immagini) della pagina corrente.
Ø Cronologia (Ctrl+h): cliccando su questa voce, viene aperta la scheda di
cronologia nella quale vengono visualizzate tutte le ricerche effettuate
e le pagine web visitate nel giorno stesso e nei giorni precedenti. Da
questa pagina è possibile anche cancellare tutte le ricerche effettuate
cliccando Cancella dati di navigazione e selezionando tra le opzioni di
cancellazione proposte, tra le quali l’intervallo di tempo, la cronologia
dei download e dei file scaricati in precedenza (es: allegati delle mail),
le password immesse nelle pagine web, ecc. È possibile anche selezio-
nare manualmente gli elementi da cancellare cliccando sul quadrettino
grigio posto alla sinistra di quelli desiderati e poi cliccando sul pulsante
Elimina.
Ø Download: come per la cronologia, anche per i download viene salvato
un resoconto che può essere a sua volta cancellato o utilizzato per
cercare un determinato file salvato sul computer in precedenza. Qui,
nella pagina visualizzata dopo il click sinistro, è presente anche la voce
Apri cartella dei download che, come si evince dal nome, apre la car-
tella del file system in cui vengono scaricati i file (normalmente deno-
minata essa stessa download).
Ø Accedi a Chrome: serve a fare il login al proprio account in modo da
“farsi riconoscere” dal browser per usufruire di tutte le funzioni e per-
sonalizzazioni legate al nostro profilo utente.
Ø Impostazioni: utili per modificare le impostazioni del nostro browser,
ad esempio il motore di ricerca predefinito.
Ø Guida: cliccando su guida è possibile accedere a:
o Informazioni su Google Chrome: apre una pagina in cui è pos-
sibile ricevere assistenza per l’utilizzo di Chrome o per segna-
24
lare un problema. Qui viene visualizzata anche la versione del
browser in uso e la disponibilità di eventuali aggiornamenti.
o Consente di accedre alla pagina del “Centro assistenza” oppu-
re segnalare un problema mediante il link “Segnala un pro-
blema…”.
Esci (Ctrl+Maiusc+q): Permette di chiudere il browser, ed ha quindi la stessa
funzione della pulsante posto in alto a destra della finestra.
Torniamo ora al menù di Google, scendiamo fino alla voce strumenti e clic-
chiamo su Estensioni. Nella nuova pagina aperta saranno ora elencate le varie
estensioni installate sul proprio browser, tra cui quasi sicuramente è presente
Documenti Google. Appena sotto il nome dell’estensione trovi normalmente in
grigio un breve riassunto del suo scopo con la possibilità di approfondirne i
dettagli e con la possibilità di essere reindirizzati al sito web dedicato. È possi-
bile trovare anche varie altre opzioni attivabili a seconda delle estensioni (es:
Consenti la modalità in incognito).
A destra del titolo dell’estensione, invece trovi la casella per attivare o disatti-
vare l’estensione desiderata e, nel caso non si fosse soddisfatti, anche di eli-
26
minarla semplicemente cliccando sull’icona rappresentante un cestino, posta a
destra.
È possibile anche effettuare ricerche per le estensioni disponibili. La ricerca ri-
manda al solito Chrome Web Store dove è possibile trovare alcune estensioni
utili, come per esempio AdBlock che consente di bloccare le pubblicità che
compaiono in alcuni siti web.
27
tori, che eseguono una scansione su una vasta parte della Rete, troviamo i ca-
taloghi o directory, che ci permettono di trovare le informazioni attraverso
un'organizzazione dei siti per aree d’interesse, discipline o materie, secondo
una gerarchia che va dal generale al particolare.
E i motori di ricerca presenti in Rete sono molti, ciascuno con i propri punti di
forza e le proprie debolezze. Non c'è un metodo sicuro per decidere quali siano
i migliori, ma in generale è preferibile utilizzare una versione localizzata di un
motore internazionale, affidabile e di lunga tradizione. Potente e versatile, in
Italia il motore di gran lunga più utilizzato è Google, accessibile attraverso
l’indirizzo www.google.it (versione italiana) o www.google.com (versione in-
ternazionale).
28
La ricerca genera un elenco di collegamenti a pagine che contengono il termine
o i termini che abbiamo immesso. In questo elenco, oltre al collegamento di-
retto, possiamo ottenere anche altri dati: l’indirizzo della risorsa, per esempio,
un breve estratto della pagina, la data di creazione, la lingua in cui è stata
scritta, o addirittura, cliccando sulla lente d'ingrandimento accanto al link,
un'anteprima della pagina.
29
È importante anche la scelta delle parole chiave. Nell'esempio, se per effet-
tuare la nostra ricerca avessimo inserito solo "regioni d'italia", avremmo otte-
nuto una notevole quantità di risultati non attinenti. Aggiungendo anche la
parola "wikipedia" o "wiki", la ricerca ci presenta come prima voce in elenco
proprio l'enciclopedia online.
30
Nella casella di testo Tipo file, deve essere impostato il tipo di salvataggio che
vogliamo effettuare. Per mantenere la formattazione e gli oggetti presenti nel-
la pagina dobbiamo impostare Pagina Web, completa. Vengono così creati un
file con formato .htm e una cartella contenente tutti gli oggetti multimediali
legati alla pagina.
In entrambi i casi, all'apertura del file .htm o .mht viene riprodotta fedelmente
la pagina con tutti gli oggetti. Ovviamente, i collegamenti richiederanno un ac-
cesso a Internet, perché puntano a pagine non salvate in locale sul computer.
31
2.1.4.1.1 - Copia di oggetti da una pagina a un documento
Se l'oggetto non deve necessariamente essere salvato in locale, ma si deside-
ra inserirlo in un documento World, per esempio, è possibile copiarlo e incol-
larlo nella posizione desiderata. Nel caso di un’immagine, basta scegliere dal
menu di scelta rapida la voce Copia. Successivamente, posizionare il cursore
nel punto del documento in cui si desidera inserirla e, sempre dal menu di
scelta rapida, scegliere Incolla.
Prima di incollare il testo o dopo averlo incollato, Word 2010 permette di sce-
gliere se mantenere la formattazione del testo originale, quella di destinazione
o solo il testo non formattato.
32
2.1.5 - Stampare pagine web
Una pagina web può essere stampata selezionando la voce Stampa dal me-
nu File. Nella finestra seguente devono essere impostate le opzioni necessarie
per la personalizzazione della stampa della pagina.
33
2.1.6 - Elementi di un sito Web
L’elemento base di un sito Web è la pagina Web, un documento in forma-
to HTML/XHML, con collegamenti ad altre pagine o a sezioni di sé stessa. Al
suo interno è possibile incontrare elementi grafici, video, sonori e in generale
multimediali. Sempre più frequentemente in una pagina Web sono presenti
elementi attivi come applet java (frammenti di codice che permettono di in-
trodurre elementi animati ed eventualmente aggiornabili all'interno della pa-
gina), oggetti sviluppati con tecnologia Flash (vedi sezione 5.7) o con altre tec-
nologie, che consentono l’interazione dell’utente con la pagina stessa, la quale
reagisce attivamente alle sue azioni.
Spesso poi, le pagine Web sono dinamiche, nel senso che vengono generate
“al momento” dal server Web (il computer che ospita fisicamente tutte le
componenti di un sito) sulla base di diversi fattori e quando vengono richieste
dai client (il computer connesso). Per esempio, una pagina Web dinamica può
evidenziare all’utente le informazioni aggiunte rispetto a una sua visita prece-
dente. È chiaro che una simile pagina deve essere generata di volta in volta,
proprio perché appare diversa a ogni utente.
34
Un sito Web è costituito da una o più pagine Web legate fra loro attraverso
collegamenti ipertestuali e destinate, nel loro insieme, a fornire un certo servi-
zio specifico o un insieme di informazioni in qualche modo omogenee.
Bisogna osservare che non di rado il nome del documento viene omesso, come
nel caso dell’URL http://www.w3.org/Mobile/. Si tratta di una forma abbre-
viata, in cui si sottintende un nome di file come index.html, default.html o si-
mili. Solitamente le pagine che costituiscono un sito risiedono su un solo ser-
ver Web, anche se questa non è una regola vincolante: può accadere che
l’organizzazione logica delle URL non abbia una corrispondenza perfetta con
l’organizzazione fisica dei dati. Inoltre, una pagina Web può contenere elemen-
ti (quali immagini, applet o altro) tratti da siti diversi.
35
2.1.7 - Tipi di siti Web
I siti Web possono essere classificati, con un certo grado di approssimazione, in
macro tipologie, sulla base del contenuto e dei servizi offerti. Il crescen-
te interesse del grande pubblico per la Rete ha favorito la nascita dei siti
aziendali: non solo i grandi gruppi, ma anche piccole e medie aziende confida-
no nel loro sito per farsi conoscere presso potenziali clienti. Un sito di questo
tipo, generalmente, illustra i prodotti in scatologo e fornisce informazioni sulla
propria storia e sulla mission. Aggiorna inoltre i propri clienti sulle novità del
settore in cui opera, e può diventare un punto di riferimento per utenti inte-
ressati ad argomenti o discipline specifiche.
In Rete troviamo anche un gran numero di, il cui scopo principale è quello di
permettere lo scaricamento di file di varia natura. Ricordiamo che, come defi-
nito nella sezione 2.0.5, con l'espressione download (o scaricamento), si in-
tende il salvataggio sul nostro computer di un file residente in un sito Internet.
Solitamente, i siti siti di download consentono di effettuare una ricerca all'in-
36
terno del proprio database e quindi di prelevare il materiale messo a disposi-
zione.
Il Web non è solo una vetrina per aziende, istituzioni o enti di varia natura, ma
può essere anche un luogo di incontro tra individui che hanno interessi comu-
ni. I siti comunitari, appunto, consentono a più persone di scambiare idee e
pareri su argomenti specifici attraverso chat o forum, creando in questo modo
delle vere e proprie comunità virtuali.
Siti di questo tipo spesso accolgono anche guide o manuali inerenti gli interessi
comuni, talvolta redatti da chi cura il sito, oppure frutto del lavoro dei membri
della comunità. Gli strumenti di interazione offerti da siti di questo tipo sono
tra i più disparati. Quasi sempre è presente un forum, sistema di messaggistica
comunitario, in cui ogni membro può lasciare un messaggio attendendo rispo-
ste o commenti da parte degli atri membri. Non di rado è disponibile un servi-
zio di chat, attraverso il quale gli utenti interagiscono scambiandosi messaggi
in tempo reale.
Alcune aziende contemplano all’interno del loro sito una sezione dedicata alla
comunità dei loro clienti. Molto diffusi sono i siti comunitari il cui principale
interesse è legato al software libero (open source) e che consentono agli uten-
ti di scambiarsi consigli e conoscenze. I siti comunitari, in ogni caso, non so-
no necessariamente dedicati all’approfondimento di tematiche specifiche,
ma possono anche rappresentare semplicemente un punto di incontro tra
persone con finalità puramente ludiche o relazionali.
Più nello specifico, sono mirati allo scambio di competenze i siti wiki, in cui gli
utenti contribuiscono attivamente e liberamente alla realizzazione
dei contenuti: un famoso esempio è Wikipedia, enciclopedia alla cui realizza-
zione tutti possono partecipare, seguendo precise regole e apportando
il proprio contributo.
37
Simili ai siti comunitari sono i siti ludici, in cui gli utenti si incontrano
per partecipare a giochi online. Questi siti mettono a disposizione, talvol-
ta dopo il pagamento di una sorta di abbonamento, la possibilità di utilizza-
re giochi di varia natura: da game in cui l’utente si confronta contro un com-
puter, fino a giochi in cui appassionati di tutto il mondo si sfidano l’un
l’altro interagendo in tempo reale. Le tecnologie impiegate da questi siti sono
abbastanza eterogenee: alcuni consentono di utilizzare i loro servizi semplice-
mente accedendo alle pagine Web, altri richiedono l’installazione di un soft-
ware residente (il gioco). In tal caso, l’interazione con gli altri giocatori avviene
grazie al software stesso, in grado di connettersi direttamente con il server
della software house (la casa produttrice), che ha il compito di coordinare e
gestire le azioni di tutti gli utenti (a volte, milioni). In questo caso, il sito uffi-
ciale diviene, di fatto, un semplice strumento di supporto alla comunità degli
appassionati.
I blog sono un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni e hanno favorito
la diffusione siti comunitari che offrono gratuitamente spazi di pubblicazione
online. I siti personali possono non avere uno scopo di pura e semplice visibilità
individuale, ma diventare fonte di informazione e approfondimento delle pro-
38
prie conoscenze. Non è raro che esperti delle più varie discipline creino siti
personali, attraverso i quali condividono esperienze a competenze con gli in-
ternauti. In altri casi, siti personali o blog di personaggi politici, amministratori
o giornalisti trattano argomenti di rilevanza politica e sociale in maniera meno
formale di quanto non sia possibile in siti istituzionali. Sono occasioni di con-
fronto, perché i visitatori sono esplicitamente invitati a esprimere le loro idee e
ad avanzare eventuali critiche.
Esistono ancora alcuni tipi di siti Web che meritano attenzione poiché consen-
tono di individuare nella rete altri siti di proprio interesse. Molto diffuso, a
questo scopo, è il ricorso alle directory Web: siti che organizzano in categorie e
sottocategorie i vari siti presenti nel loro database. Tra le directory Web, la più
famosa è forse Yahoo!, accessibile all’URL http://www.yahoo.it.
Simili alle directory sono i portali: siti che offrono collegamenti ad altri si-
ti, raggruppandoli in categorie e sottocategorie. La principale differenza ri-
spetto alle directory Web consiste nel fatto che i portali non aspirano a classi-
ficare il maggior numero possibile di siti, ma si limitano a proporne
una selezione, sulla base di considerazioni legate alla rilevanza, al marketing o
come effetto di accordi commerciali. Possono essere definiti portali anche al-
39
cuni siti commerciali: è possibile, infatti, che un’azienda abbia convenienza a
guidare la navigazione dell’utente verso siti di aziende partner.
ma esistono siti che offrono sia il servizio di motore di ricerca sia di directory
Web. Un esempio è il già citato Yahoo!.
Questa classificazione dei siti Web vuole essere puramente indicativa, la situa-
zione più frequente è rappresentata da siti ibridi, che possono appartenere a
più di una categoria o le cui singole sezioni sono catalogabili in categorie diffe-
renti.
I più diffusi e utilizzati database disponibili in Rete sono i motori di ricerca, che
abbiamo visto nella sezione 2.0.3. Google è notoriamente uno dei motori di ri-
cerca che cataloga il maggior numero di pagine, altri possono fornire risulta-
ti diversi da quelli di Google, fra questi ricordiamo AltaVista e All The Web.
Quest’ultimo, in particolare, cataloga un numero maggiore di pagine di quanto
non faccia Google e offre un’interfaccia altrettanto semplice, ma è stato pena-
lizzato non poco, nel nostro Paese, dall’assenza di una versione italiana.
Per ottenere preziose informazioni sui motori di ricerca, è utile visitare il sito
Motori Di Ricerca all’URL http://www.motodiricerca.it.
41
Oltre a fornire precise indicazioni sui metodi per ottenere i migliori risultati,
offre una panoramica sulle caratteristiche dei vari motori esistenti e permette
di scegliere, di volta in volta, quello più adatto alle proprie necessità. Partico-
larmente utile può essere la tabella comparativa fra i vari motori, disponibile
all’indirizzo http:// www.motoridiricerca.it/tabella.htm.
42
2.1.7.2.2 - Effettuare l’acquisto
All'interno di un negozio online è sempre presente un carrello virtuale, un’area
personalizzata in cui vengono inseriti i prodotti che intendiamo acquistare. Per
concludere la transazione, occorrerà registrarsi o comunque compilare un ap-
posito form (pagina con campi testo da riempire) che fornirà al negozio tutti i
dati di cui ha bisogno per vendere e spedire il prodotto. Alla fine del tour, basta
"presentarsi alla cassa", ovvero visitare la pagina Web che contiene il riepilogo
dei prodotti e il totale da pagare.
accediamo alla pagina di Euronics (il negozio che vende l'oggetto) e procedia-
mo con l'acquisto.
43
Una volta aggiunto il prodotto al carrello cliccando sull'apposita voce, ci trove-
remo di fronte a una schermata che ci guiderà attraverso una serie di quattro
passaggi.
44
Qui possiamo specificare la quantità di prodotti che intendiamo acquistare,
mentre cliccando "avanti", procediamo con l'inserimento prima dei dati di fat-
turazione, poi di quelli di spedizione (che non necessariamente coincidono).
All'ultimo step, non resta che confermare l'ordine specificando il tipo di paga-
mento che abbiamo scelto.
2.1.7.2.3 - Il pagamento
In generale, per evitare truffe e delusioni è importante acquistare presso siti
che abbiano una certa notorietà e che affidino proprio alla serietà dei loro ser-
vizi la possibilità di continuare a vendere. Questa prima precauzione è valida in
ogni caso, dal momento che, anche pagando in contrassegno, non si è immuni
da raggiri.
Occorre anche scegliere una modalità di pagamento adatta alle proprie esi-
genze. Il contrassegno, per esempio, comporta un sovrapprezzo e, in più, im-
pone di trovarsi in casa e in condizioni di pagare al momento della consegna. Il
bonifico bancario anticipato dilata i tempi di consegna (il prodotto parte dopo
l'accreditamento della cifra) e, se non eseguito in home banking, costringe an-
che ad andare appositamente in banca.
Il pagamento con carta di credito deve essere effettuato invece con cautela: se
utilizzato, come detto, all'interno di siti affidabili, è immediato e ragionevol-
mente sicuro.
In ogni caso, per dormire sonni tranquilli è possibile richiedere in banca o alle
Poste Italiane una carta di credito prepagata, su cui, cioè, è presente solo una
determinata cifra precedentemente caricata. In questo modo, non potrà esse-
re sottratta una somma superiore all'importo disponibile. Esistono anche mo-
dalità di pagamento create espressamente per agli acquisti online. Il circuito
PayPal, per esempio, si pone come tramite tra i dati della carta di credito (che
custodisce) e i sistemi di pagamento: al momento di concludere la transazione,
45
si viene dirottati in una pagina crittografata nella quale saranno inseriti i solo i
dati dell'account Paypal (e non quelli della carta). Si tenga sempre presente
che, se si è operato correttamente, anche in caso di frode si può ottenere un
risarcimento pari all’importo sottratto. Non si ottiene, invece, alcun risarci-
mento se la propria condotta è stata palesemente avventata e contraria a ogni
principio elementare di sicurezza.
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Dalla homepage scopriamo che esistono pacchetti combinati volo e albergo, e
facendo clic sul pulsante Cerca, otteniamo un elenco di combinazioni tra voli di
andata e ritorno e hotel disponibili.
47
Dopo aver scelto una combinazione, appare una pagina per personalizzare la
prenotazione alberghiera. La procedura di prenotazione si sviluppa attraverso
più finestre che consentono di prenotare servizi aggiuntivi, come macchine a
noleggio o visite guidate di località turistiche del napoletano, e portano infine
alla registrazione dell’utente e al pagamento. Tutte le avvertenze riportate
nella sezione 2.7.3 riguardo gli acquisti online sono ovviamente valide anche
per le prenotazioni, quando queste richiedano il pagamento anticipato.
2.1.7.4 - Homebanking
I sistemi di homebanking consentono di gestire via Internet il proprio con-
to corrente bancario. Solitamente sono servizi accessibili attraverso un sem-
plice browser, visitando il sito della banca mediante connessioni sicure. La
quasi totalità degli sportelli bancari offre ormai questo genere di servizi, gra-
tuitamente o previo pagamento di un canone annuale piuttosto modico.
Esistono anche banche nate sul Web e accessibili soltanto via Internet.
Il correntista online non solo ha accesso alle funzionalità base, da sportello, ma
può negoziare titoli, gestire la carta di credito e pagare bollette, tasse univer-
sitarie o multe. L'accesso all'homebanking non differisce dalla navigazione su
comuni siti: l'unica precauzione riguarda la riservatezza del nome utente e del-
48
la password, ovvero delle chiavi d'accesso al conto. Per questo motivo, alcune
banche offrono, come ulteriore elemento di sicurezza, un piccolo apparecchio
elettronico che genera una seconda password, variabile di volta in volta, da
inserire in un campo specifico al momento del login.
Inol-
tre, quale ente certificatore, Poste Italiane rilascia certificati digitali, che con-
sentono di firmare e-mail e documenti con validità legale.
49
2.1.7.5.1 - I servizi finanziari
BancoPostaonline è un sistema di homebanking dedicato a chi ha un conto
corrente presso Poste Italiane. Anche chi non ha un conto corrente presso Po-
ste Italiane, può comunque effettuare il pagamento di bollettini postali, purché
in possesso di una carta PostePay (come accennato, una carta ricaricabile che
non richiede di essere titolari di un conto corrente) o una carta di credito rila-
sciata dalla propria banca.
Lo scopo principale del P2P è la condivisione libera e gratuita di file, detta an-
che file sharing. Il fenomeno è in continua espansione grazie al crescente inte-
resse per lo scambio di contenuti multimediali. Nel caso dei brani musicali, in
particolare, la condivisione può portare a violazioni del copyright, tanto che
numerosi utenti in difetto sono stati bersaglio di azioni legali da parte di case
discografiche (e non solo). Un caso legale illustre ha portato allo smantella-
mento della famosa rete Napster. In ogni caso, nonostante si presti a usi illeciti,
il sistema P2P è di per sé legale e rappresenta un valido strumento per la con-
divisione dei file.
50
volta individuato il file, sceglie di scaricarlo e ne effettua richiesta direttamente
a chi lo ha posto in condivisione.
La richiesta, in realtà, può essere inoltrata anche a più utenti remoti, dal mo-
mento che il download può avvenire contemporaneamente anche da più fonti.
Generalmente, a ordinare il traffico, viene posto un meccanismo di accoda-
mento, per cui, se una fonte è già occupata da numero eccessivo di scarica-
menti, l’utente viene messo in una sorta di lista di attesa.
Una delle caratteristiche di queste reti è la variabilità nel tempo: molto spesso
gli utenti rimangono connessi per brevi periodi e quindi anche i file che hanno
messo in condivisione sui loro computer non sono sempre disponibili. Tuttavia,
il gran numero di utenti in rete e la possibilità di riprendere i download inter-
rotti anche a distanza di molto tempo, rendono il sistema ugualmente molto
efficiente.
In sintesi, un sistema P2P non possiede client o server fissi: quando un pa-
ri richiede un file ad un altro pari, agisce come un client che effettua una ri-
chiesta ad un server. I ruoli sono interscambiabili e ogni nodo o peer (cioè ogni
macchina connessa alla rete) può richiedere dati e fungere da client oppure
fornire dati e fungere da server.
51
2.1.9 - Web e FTP
L’FTP (File Transfer Protocol) è il protocollo per il trasferimento dei file ed è
molto antecedente al World Wide Web, eppure tra i due esiste un lega-
me solitamente ignorato dagli utenti: non pochi siti Web, infatti, quando de-
vono consentire lo scaricamento di contenuti, si affidano al protocollo FTP.
L'FTP consente anche l’operazione inversa al download, ovvero l'upload (sal-
vataggio di un file su un server remoto), e permette di spostarsi fra le cartelle
del server in remoto. L'interazione avviene attraverso un client FTP.
I browser Web più diffusi sono anche client FTP e, quando incontrano un ser-
ver FTP, riescono, sulla base della risposta che ricevono, a comportarsi come
tali e non come client http. Se desideriamo connetterci a un server FTP, è ne-
cessario inserire, nella barra dell’indirizzo, l’URL completa di protocollo, vale a
dire “ftp://mioserver.miodominio.it”. Utilizzando Internet Explorer come client
FTP, si ha l’impressione di muoversi all’interno di una cartella del proprio
computer e non di visualizzare una gerarchia di cartelle di un server remoto.
Come esempio, possiamo inserire nella barra dell’indirizzo l’URL
"ftp://ftp.unina.it/pub/linux/distributions/SuSE/opensuse/distribution/"
da cui si può scaricare una particolare distribuzione del sistema operativo Li-
nux.
Come possiamo vedere, le operazioni eseguibili su file e cartelle sono del tutto
analoghe a quelle effettuabili in una cartella locale del nostro computer. Vo-
lendo copiare un file o una cartella del server remoto, non dobbiamo fare altro
52
che trascinarli con il mouse dove desideriamo. Per poter modificare file e car-
telle presenti in un server FTP, bisogna invece avere le credenziali necessarie.
In realtà, i due sono server mirror di uno stesso sito, cioè hanno il medesimo
contenuto. Se per visualizzare il contenuto di una qualsiasi delle cartelle basta
fare clic sul collegamento ipertestuale corrispondente, per salire di un livello,
cioè per visualizzare la cartella che a sua volta contiene la cartella corrente,
dobbiamo fare clic sul collegamento Alla directory del livello superiore. Non è
possibile copiare sul proprio hard disk intere cartelle: se proviamo a trascinare
53
sul nostro Desktop uno dei collegamenti visualizzati, otteniamo la creazione di
un collegamento alla cartella in questione, ma non la sua copia.
In alternativa, si può cliccare sul tasto in alto a sinistra e aprire la finestra Ge-
store siti.
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Inseriamo ancora l'indirizzo ftp://ftp.unina.it, che ci consente di accedere al
server FTP già utilizzato in precedenza con Explorer. In questo caso, dal mo-
mento che l'accesso è privo di restrizioni, specifichiamo un accesso anonimo e
senza password, facendo clic su Tipo di accesso: in questo modo, è
l’applicazione stessa a inserire automaticamente il nome utente anonymous.
La connessione avviene facendo clic sul pulsante Collegati: dopo un breve lasso
di tempo il contenuto del server, facilmente navigabile come in una finestra di
Windows, compare nella parte destra di FileZilla.
55
La parte sinistra della finestra può essere utilizzata invece per spostarsi fra le
cartelle del proprio computer.
56
2.1.10 - Siti adatti per il download
Esiste una molteplicità di siti da cui si può scaricare software di vario tipo.
Molte software house consentono il download dei loro prodotti (o di versio-
ni di prova) direttamente dal proprio sito. Vi sono, però, alcuni siti che sono
espressamente dedicati alla distribuzione di applicazioni. Ovviamente, non è
detto che tutto ciò che viene scaricato possa essere utilizzato gratuitamente,
come avremo modo di approfondire nella sezione 2.7.11. In generale, questi
siti suddividono i programmi disponibili in categorie, per cui per trovare il
software che si desidera, ci si comporta un po’ come con un directory Web:
ogni file è quasi sempre accompagnato da una scheda descrittiva, che non di
rado contiene anche i commenti di altri utenti e il collegamento al sito
dell’autore.
Oltre alla navigazione per categorie si può ricorrere a una ricerca per parole
chiave, basata quasi sempre sul nome del programma, del suo file di installa-
zione o delle parole presenti nella sua scheda.
Come esempio possiamo prendere in esame Tucows, uno dei più famosi siti di
download in lingua inglese, raggiungibile all'indirizzo http://www.tucows.com.
57
Nell'home page vengono mostrate le categorie relative al software per le piat-
taforme Windows, ma se siamo interessati al software per Macintosh o Linux,
dobbiamo solo fare clic sul menu a tendina o sui tasti corrispondenti in alto.
59
Nella finestra successiva indichiamo il percorso di estrazione del file (la stessa
cartella che ospita il file in formato .zip).
Un altro player molto utilizzato per acquistare musica è iTunes, col suo forni-
tissimo store online.
60
Per entrare nel negozio Apple occorre però essere registrati o creare un nuovo
account.
62
2.2 - CONOSCERE ED UTILIZZARE LA POSTA
ELETTRONICA
1
SOMMARIO
2
2.2.1 – Posta elettronica o E-mail
La posta elettronica, detta anche e-mail (abbreviazione di electronic-mail), è uno dei servizi più utili offerti
da Internet.
La posta elettronica consente la trasmissione quasi istantanea di messaggi a uno o più destinatari residenti
in qualsiasi parte del mondo. Il messaggio può contenere testo, immagini ed elementi vari sotto forma di
allegati.
La posta elettronica viene utilizzata sia in ambito lavorativo che personale. Ecco le principali caratteristiche
della posta elettronica:
1. È economica: una mail non ha alcun costo aggiuntivo, oltre quello del collegamento a Internet.
2. Può essere letta da qualsiasi computer collegato alla Rete.
3. È possibile gestire la propria casella di posta attraverso il sito Web del provider, senza installare alcun
programma.
4. Può essere utilizzata per inviare elementi (in allegato), di qualunque natura.
5. Garantisce la riservatezza delle informazioni, perché l'accesso ai messaggi contenuti nella casella di
posta è consentito solo a chi ne conosce la password.
6. Permette di rimandare la lettura dei messaggi, perché questi vengono archiviati in una apposita
casella sul server del provider.
7. Non richiede che mittente e destinatario siano contemporaneamente collegati quando avviene lo
scambio delle informazioni.
Per spedire una e-mail ad un utente è necessario conoscerne l'indirizzo di posta, caratterizzato dal simbolo
@ (la “chiocciola”) posizionato tra il nome scelto dall’utente (username) e quello imposto dal provider.
All'interno dello stesso provider, lo username è univoco. Non possono esistere, cioè, due
andrearossi@gmail.com, ma può esistere un indirizzo andrearossi@hotmail.it appartenente ad un diverso
utente.
3
• Eudora
• Netscape
• Mozilla
• Outlook
• Outlook Express (sostituito da Live Mail nelle versioni più recenti di Windows).
4
2.2.2.2 – Visualizzare le nuove email
Può capitare a tutti di voler rispondere a un messaggio, o inoltrarlo, e di rendersi tuttavia conto che l'oggetto specificato dal mittente
originale non è sufficientemente chiaro. In questi casi, puoi cambiare l'oggetto del messaggio.
1. Fai clic sulla freccia del menu a discesa accanto all'icona della risposta per espandere le opzioni disponibili.
2. Fai clic su Modifica oggetto per aprire la risposta come una nuova email. In questo modo, il campo Oggetto diventa
una casella modificabile in cui puoi cancellare l'oggetto precedente e digitarne uno nuovo.
3.
5
Nota. Cambiando il campo Oggetto interrompi il legame tra il messaggio e la conversazione originale e inizi
una nuova conversazione. Di conseguenza, la tua risposta non viene più accorpata alla conversazione
originale. Prima di applicare questo suggerimento è bene essere certi che il risultato sarà quello voluto.
2. Nell'angolo in alto a destra fai clic sull'icona a forma di ingranaggio e quindi su Impostazioni.
3. Nella pagina Generali, scorrendo la pagina troverai la sezione denominata Annulla Invio: seleziona Attiva.
4. Successivamente scegli il Periodo di annullamento dell'invio da un minimo di 5 secondi e un massimo di 30.
6
5. Fai clic su Salva modifiche nella parte inferiore della pagina.
Una volta impostata questa funzione, ogni qual volta invierai un messaggio vedrai sempre apparire in alto nella
schermata di Gmail una barra gialla di avviso dell’invio che rimarrà visualizzabile per il numero di secondi da te
indicato nelle Impostazioni.
Per quel lasso di tempo, avrai quindi la possibilità di richiamare il messaggio ed annullarne l’invio cliccando sulla
voce Annulla
Ogni volta che scrivi una nuova email hai la possibilità di aggiungere la richiesta di conferma lettura:
1. Apri un Nuovo Messaggio
2. Quando hai completato di scrivere il messaggio, richiedi conferma di lettura.
Nel momento in cui la persona leggerà la tua mail ed invierà la conferma di lettura, riceverai una mail di notifica
dell’avvenuta lettura.
7
2.2.3 – Organizzare la Posta in arrivo
• Aprire un'etichetta sul lato sinistro della finestra della posta per visualizzare tutti i messaggi contrassegnati con
quell'etichetta
• Cercare tutti i messaggi con una determinata etichetta
• Visualizzare le etichette sui messaggi nella Posta in arrivo per poter identificare rapidamente i diversi tipi di
messaggio
Applicare colori diversi alle etichette per renderle più facili da identificare. Ecco come vengono visualizzate le etichette nella
tua Posta in arrivo:
8
9
2.2.3.2 – Classificare le e-mail importanti
10
2.2.3.4 – Posticipare le email
2.2.3.6 – Le Conversazioni
In Gmail lo scambio di mail tra due o più contatti viene raggruppato in “conversazioni” per agevolarti la
gestione delle mail. In questo modo è più semplice cogliere l’argomento ed il contesto di uno scambio di mail.
Uno scambio di messaggi con lo stesso oggetto viene accorpato in sequenza in una unica conversazione. Solo
se la riga dell'oggetto di una conversazione viene cambiato, verrà creata una nuova conversazione a sé stante.
Un esempio tipico della “Visualizzazione per conversazioni” è il sottostante, dove: il primo nome visualizzato
“Ubaldo” è la persona che ha inviato la prima mail; “Roberto” è la persona che ha risposto per ultimo alla mail; i
puntini “..” stanno ad indicare che tra la prima mail e l’ultima hanno partecipato alla conversazione anche altre
persone; il numero tra parentesi “(40)” è il numero totale delle email scambiate in questa conversazione; la
voce “Google Apps deployment” indica invece l’oggetto della conversazione.
11
Una volta aperta una conversazione troverai tutti i messaggi che ne fanno parte disposti in ordine cronologico
(dalla più vecchia alla più recente) uno sotto l’altro. Per visualizzare tutti i messaggi della conversazione è
NB. Nelle risposte di una conversazione, sotto il simbolo viene incluso lo storico di tutti i
messaggi intercorsi precedentemente: dalla prima email inviata fino alla mail a cui si sta rispondendo. È
possibile, intervenire manualmente cancellando o aggiungendo parti dello storico dei messaggi.
2. Nell'angolo in alto a destra fai clic sull'icona a forma di ingranaggio e quindi su Impostazioni.
3. Nella pagina Generali, scorri fino alla sezione Visualizzazione per conversazione e selezione la seconda opzione
Se ci pensi la “Visualizzazione per conversazione” segue lo stesso funzionamento e logica di altre applicazioni di
messaggistica tipiche degli smartphone a cui molti di noi sono ormai abituati, ad esempio whatsapp.
NB. Se consultate la Gmail dallo smartphone o tablet utilizzando la apps Gmail la visualizzazione per
conversazione non si può disattivare.
1. Seleziona la casella di controllo accanto ai messaggi e poi clicca sul simbolo “Segnala come Spam”
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A quel punto noterai che la mail selezionata verrà spostata dalla Posta in arrivo e sarà fatta confluire nella
cartella SPAM. Le mail confinate nello SPAM vengono automaticamente eliminate in maniera definitiva dal
sistema Google dopo 30 giorni la loro giacenza in quella cartella.
NB. Gmail impara dal tuo utilizzo della posta elettronica, quindi quando farai confluire una determinata mail all’interno
della SPAM (seguendo il procedimento sopra indicato), da quel momento in poi ogni qual volta riceverai una mail con le
stesse caratteristiche essa verrà confinata direttamente all’interno della cartella SPAM direttamente dal sistema Google.
Suggerimento: Soprattutto nei primi mesi di utilizzo della posta elettronica Gmail, controlla lo spam almeno
una volta a settimana per assicurarti che non sia stata confinata in quello spazio una mail che invece ritieni
utile.
NB. Il sistema Google impara dal tuo utilizzo della casella Gmail anche in questo caso: nel momento in cui segnali una
mail come Non Spam. Da quel momento in poi ogni qual volta riceverai una mail con le stesse caratteristiche essa non
verrà confinata nella cartella SPAM.
13
2.2.4 – Trovare le email
14
2.2.6 – Configurare la risposta automatica
Nelle Impostazioni, nella pagina Generali, scorri nella parte inferiore fino alla sezione Risponditore
Automatico.
• Se abbiamo inserito una persona in copia, non dobbiamo riferirci nella mail direttamente a lei. In
altre parole, se abbiamo inserito l'indirizzo di "Sara" in Cc, nel corpo della mail non dobbiamo scrivere
"Ciao Sara…", dal momento che l'indirizzo è stato inserito solo perché Sara fosse a conoscenza di una
e-mail inviata a qualcun altro. È buona norma, invece, "presentare" Sara al destinatario qualora
questi non la conosca. Il modo migliore è esplicitare la sua presenza con un "…che ci sta leggendo in
copia".
• Compilare sempre e correttamente il campo Oggetto, descrivendo sinteticamente, ma chiaramente,
il contenuto della e-mail. In questo modo non sorgeranno equivoci e la ricerca del messaggio da parte
del destinatario risulterà notevolmente semplificata.
• Evitare di inviare allegati inutili, per non rallentare il download dei messaggi da parte del
destinatario.
• Se si inviano allegati, accertarsi che la dimensione dei file non siano eccessivamente grandi
(orientativamente, non oltre i 5 MB complessivi). Se è proprio necessario inviare allegati più
"pesanti", è opportuno chiedere preventivamente al destinatario se la sua casella è in grado di
contenerli.
• Se di un messaggio non siamo l'unico destinatario, usiamo il Rispondi a tutti solo se necessario.
Cerchiamo cioè di evitare le lunghe conversazioni tra gruppi di persone quando non richiesto.
• Se dobbiamo inviare un messaggio a più persone che non si conoscono tra loro o che non siamo sicuri
che vogliano far conoscere il proprio indirizzo, è preferibile inserirle in Ccn (copia nascosta). Saremo
così sicuri che ogni persona non vedrà altro che il messaggio.
• Un consiglio generale riguarda l'uso delle maiuscole nell'intera frase: un testo scritto così, viene
interpretato come "urlato".
• L'ultimo suggerimento di massima riguarda le emoticon: utilizzarle permette di aggiungere cenni di
espressione al contenuto del messaggio. Sono da evitare solo in campo professionale.
15
2.2.7.1 – Spam
Uno dei problemi più diffusi e più fastidiosi legati all’uso della posta elettronica è il cosiddetto spamming.
Lo spamming consiste nella ricezione di e-mail non desiderate, inviate, perlopiù, da parte di società che
pubblicizzano prodotti e servizi. Gli indirizzi di posta elettronica vengono reperiti attraverso le innumerevoli
banche dati diffuse in Rete. A volte lo spamming viene diffuso mediante speciali programmi che generano
indirizzi casuali. Per limitare il fenomeno è possibile osservare una serie di suggerimenti:
I virus sono dei programmi scritti, normalmente, per danneggiare un sistema all’insaputa dell’utente e per
propagarsi su altri computer. Per sua stessa natura, la posta elettronica rappresenta quindi uno dei veicoli
ideali per diffondere epidemie su larga scala. Poiché, come abbiamo già detto, un virus è un programma, è
sufficiente eseguirlo per avviare l'infezione. È buona abitudine, pertanto, non aprire mai gli allegati ricevuti
via e-mail da mittenti sconosciuti, a maggior ragione se tali allegati presentano l’estensione caratteristica
degli eseguibili (.exe, .bat, .com).
A volte può succedere che il computer risulti infettato da un virus anche in seguito alla semplice
visualizzazione del contenuto dell’email. Questo avviene a causa di gravi errori di programmazione nella
sicurezza dei client di posta elettronica. Per aggirare il rischio, l’unico consiglio sempre valido è quello non
solo di installare un buon programma antivirus, ma soprattutto di tenerlo aggiornato: un antivirus funziona
correttamente solo se è in grado di riconoscere ogni nuova, potenziale minaccia. Vedremo come gestire e
configurare un antivirus nella fase 3.1.2.
16
costituiscono, normalmente, risposte a precedenti messaggi, aperture di nuove discussioni o richieste di
informazioni specifiche.
La mailing list è una lista di indirizzi di posta elettronica identificata da un nome. Quando un messaggio e-
mail viene inviato alla mailing list, una sua copia arriva automaticamente a tutte le caselle di posta presenti
nella lista. Come i gruppi di discussione, le mailing list sono tematiche.
A differenza del newsgroup, l'utente iscritto alla mailing list riceverà il messaggio direttamente nella propria
casella postale. Anche per newsgroup e per mailing list esistono alcune regole di comportamento da
rispettare. In particolare:
• Nei newsgroup non dobbiamo criticare le abitudini degli altri, anche se particolarmente bizzarre.
• Per evitare fenomeni di spamming, è importante non inviare mai lo stesso messaggio a più
newsgroup.
• Prima di scrivere un messaggio in un newsgroup, è conveniente essere ben inseriti nell'argomento,
onde evitare interventi inutili e fuori luogo.
17
2.3 - COMUNICARE E COLLABORARE ON LINE
1
SOMMARIO
2
2.3.1 - Le 5 competenze digitali del DigComp
La competenza digitale può essere a grandi linee definita come l'uso sicuro e fiducioso, critico e creativo della
tecnologica dell’informazione e della comunicazione (ICT) per raggiungere gli obiettivi utili per il lavoro,
l'occupazione, lo studio, il tempo libero, l'inclusione sociale e / oppure per partecipare attivamente alla vita
sociale.
Il quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei cittadini rilasciata da JRC, Joint Research
Centre, per conto della DG EMP dell’Unione Europea1 nell’ultima revisione rilasciata (DigComp rev. 2.1 –
2017) - identifica 5 aree di competenza digitale:
I concetti chiave per questa competenza sono netiquette, cittadinanza in rete, sfide della comunicazione
elettronica, identità digitale, social media.
2.3.2 - la netiquette
La comunicazione in rete fa riferimento al concetto di netiquette. Il termine deriva dalla fusione delle parole
NET (rete) e ETIQUETTE (etichetta/galateo). Pertanto la netiquette descrive i comportamenti in rete,
distinguendo quali sono i '' fare '' e i '' non fare '' della comunicazione in rete.
1. Ricorda il motto: "comportati con gli altri come vorresti che gli altri si comportassero con te". Prova
ad immaginare come ti potresti sentire se fossi nei panni dell'altra persona. Difendi il tuo agire, ma
cerca di non ferire i sentimenti delle altre persone.
1
https://ec.europa.eu/jrc/en/digcomp
3
2. In rete, vanno rispettati gli stessi standard di comportamento seguiti nella vita reale, quindi:
3. Conosci e sii consapevole dello spazio che occupi nel cyber spazio.
4
a) La netiquette varia da un dominio all'altro. Ciò che è perfettamente accettabile in una zona può
essere terribilmente scortese in un'altra.
b) "Guardati bene intorno prima di spiccare il volo". Dai sempre un'occhiata in giro quando entri in
un dominio del cyberspazio che per te risulta essere nuovo.
4. Rispetta il tempo degli altri.
Quando invii un messaggio di posta elettronica oppure ne stai postando uno in
un gruppo di discussione, ricordati che stai chiedendo ad altre persone di spendere del tempo. È
tua responsabilità assicurarti che il tempo trascorso a leggere il tuo post non sia tempo sprecato.
5. Impegnati a fare una buona impressione agli altri online. Non sarai giudicato dal colore della pelle,
degli occhi o dei capelli, dal peso, dall'età o dai vestiti. Tuttavia, sarai giudicato dalla qualità
della tua scrittura. Per la maggior parte delle persone che scelgono di comunicare in rete, questo è
un vantaggio; se non amassero usare la parola scritta, non sarebbero lì. Quindi lo spelling e la
grammatica contano, di solito anche più che nel mondo fisico.
6. Condividi conoscenze specialistiche. La forza del cyberspazio sta proprio nei suoi numeri. La ragione
per cui si pongono domande in rete è che si sa che molte persone ben informate stanno leggendo
le domande. Se anche solo pochi di loro fossero disponibili a fornire risposte intelligenti, la somma
totale delle conoscenze mondiali aumenterebbe moltissimo. Internet stessa è stata fondata ed è
cresciuta perché gli scienziati volevano condividere le informazioni. A poco a poco, il resto del
mondo
7.
8. è entrato in azione, fino ad arrivare alla gente comune.
9. Rispetta sempre la privacy degli altri.
10. Non abusare del tuo potere. Sapere più degli altri oppure avere più potere di loro, non ti dà il
diritto di approfittarne.
11. Perdona gli errori degli altri. A loro volta, tutti sono stati principianti di Internet.
I più aspri conflitti interpersonali di solito avvengono attraverso la comunicazione digitale. Ciò accade perché
la comunicazione digitale richiede uno sforzo significativamente maggiore per la codifica e la decodifica dei
messaggi rispetto alla comunicazione faccia a faccia.
5
Ci sono due principali ostacoli alla comunicazione digitale.
La comunicazione digitale è più difficile a causa della mancanza di “esperienza comune” e di “comunicazione
non verbale”.
La mancanza di esperienza comune è un sottoprodotto diretto del più grande vantaggio della comunicazione
digitale. Vale a dire, comunicare senza essere nello stesso posto e, di solito, anche con un intervallo di tempo
tra domanda e risposta.
Pertanto, in rete comunichiamo attraverso lo spazio e il tempo. “L'esperienza comune” è, purtroppo, molto
spesso un elemento che si perde nel processo.
Due persone possono avere una discussione più efficace se si siedono faccia a faccia nella stessa stanza, allo
stesso tempo, e preferibilmente se hanno appena pranzato insieme. Il loro pensiero sarà sintonizzato sulla
stessa esperienza comune e la comunicazione sarà quindi più facile ed efficace.
Le stesse persone avranno una comunicazione molto più difficile sullo stesso argomento se si trovano a
comunicare tramite messaggi testuali a 1000 km di distanza.
La comunicazione digitale è sicuramente una grande opportunità, che apre orizzonti incalcolabili ed
inimmaginabili. Tuttavia, richiede uno sforzo significativamente maggiore.
6
Qualsiasi comunicazione è molto più efficace e meno incline al conflitto se tutti i soggetti coinvolti seguono
la regola di base della comunicazione.
Questa regola può essere molto semplificata: le persone non sanno che cosa pensi, conoscono solamente ciò
che comunichi.
Con la comunicazione digitale, questo è ancora più importante, poiché la maggior parte della comunicazione
è in forma scritta.
Durante il processo evolutivo, ci siamo sintonizzati sulla comunicazione non verbale, comprendente
espressioni facciali, linguaggio del corpo, tonalità e colore della voce e altri indizi.
Tutti forniscono feedback di comunicazione. Tuttavia, se comunichiamo solamente per iscritto tramite e-mail
oppure a voce attraverso il telefono, questi elementi importanti e significativi al fine della comunicazione,
vengono improvvisamente portati via e c'è molto più spazio per interpretare (erroneamente) i messaggi.
La comunicazione digitale sta superando la comunicazione faccia a faccia? (Foto di Igor Razbornik.)
2.3.3.1 - le emoticon
Uno degli aspetti positivi della comunicazione digitale è che si sta rapidamente evolvendo. Le chiamate
telefoniche vengono gradualmente sostituite da conferenze faccia a faccia tramite software come Skype,
Viber o WhatsApp. Essere in grado di vedere le espressioni facciali e ascoltare il tono di voce dell'interlocutore
riduce significativamente lo sforzo necessario per una comunicazione chiara e inequivocabile.
I bambini e gli adolescenti adottano queste nuove pratiche di comunicazione senza pensarci troppo. La
maggior parte di essi non sono validi e di alto livello, ma alcuni di essi sono in realtà abbastanza utili.
Ad esempio, è molto insolito che le nuove generazioni inviino un messaggio di solo testo, un'e-mail oppure
un post su Twitter senza l'uso di emoticon.
7
Le emoticon sono piccoli segni o combinazioni di caratteri digitati, che denotano graficamente il
sentimento di fondo delle persone che comunicano.
Le emoticon possono essere anche create, digitando i simboli, come nell'esempio :).
Alcune emoticon sono abbastanza ovvie,
altre sono comprensibili solamente a gruppi
o gruppi specifici. Aggiungono una
dimensione emotiva al messaggio
comunicato e sono molto efficaci nel farlo.
Ad esempio, se hai appena detto una
battuta - si può aggiungere un'emoticon con
la faccina che strizza gli occhi e ciò che hai
scritto sarà universalmente inteso come
uno scherzo.
La comunicazione digitale è specifica. Dobbiamo fare uno sforzo maggiore per evitare malintesi. Inoltre, si
sta evolvendo molto rapidamente e con il passare del tempo le sue carenze non rappresenteranno più un
problema.
8
Gli stickers sono un misto di fumetti e faccine ("emoji") che vengono utilizzati in applicazioni di
messaggistica istantanea come Facebook Messenger, WhatsApp, Snapchat, ecc. Sono nati dapprima in Asia
e sono diventati popolari in ogni dove perché aiutano a trasmettere emozioni e sono più visivi di blocchi di
testo, specialmente in lingue diverse dall'inglese, che possono essere complicate da scrivere usando uno
smartphone.
Gli Stickers in genere sono disponibili in pacchetti, molti sono gratuiti da scaricare e utilizzare, ma alcuni
servizi fanno pagare anche qualche euro per i pacchetti premium. I pacchetti possono essere personalizzati
per marchi, prodotti o eventi speciali.
9
Usando gli adesivi passiamo meno tempo a digitare le parole su un telefono e di conseguenza, aumenta la
facilità e la velocità della comunicazione. Ma non tutti sembrano essere d'accordo. Pur guadagnando
popolarità, gli adesivi sono meno diffusi in Europa e negli Stati Uniti rispetto a quanto lo sono in Asia. Vengono
infatti spesso accompagnati da didascalie.
omg in inglese significa “Oh my God”, la traduzione letterale è dunque “Oh mio Dio”
Quindi cosa significa omg, wtf o lol (solo per citarne alcuni) e da dove provengono?
Uno dei primi social network su Internet è stato l'Internet Relay Channel o IRC. Era più popolare negli anni
'90 ed è uno dei precursori della maggior parte dei messaggi di testo o conversazioni che abbiamo oggi.
Il concetto base di IRC è di "chattare", quindi scambiare brevi messaggi. La funzione di chat è ora una parte
popolare e integrale di facebook, Skype o WhatsApp.
10
Mentre tecnologia, la clientela di utenza e larghezza di banda si sono evoluti dai giorni dell'IRC, il flusso di
base delle chat non lo ha fatto.
È ancora uno scambio di brevi messaggi sotto forma di frasi. Il contesto informale delle chat ha permesso lo
sviluppo del gergo digitale - gli acronimi forniti come esempi sopra sono solo un'altra forma di questo
gergo.
Come tutti gli acronimi, anche quelli del digitale servono per abbreviare la comunicazione, ma lo fanno per
argomenti relativi alla chat.
Ad esempio, partendo dalla lingua inglese brb significa be-right-back, con tre tratti della tastiera, viene
sostituito un messaggio che dice: ''Sarò lontano dal computer per un breve periodo, ma sto tornando
rapidamente, quindi non considerare l'assenza della mia partecipazione nella comunicazione come un
insulto.''
Gli acronimi in realtà hanno molto senso alla pari delle emoticon, in quanto aiutano gli utenti a superare gli
ostacoli alla comunicazione digitale. Inoltre, gli acronimi sono relazioni alla lingua d'uso nella
comunicazione. Ecco una lista di quelli più comunemente usati, tutti derivanti dalla lingua inglese.
o Lshccomnaiweda - ridendo una coca così dura mi uscì dal naso e non ne avevo bevuta neanche una
11
o boy - beginning of year - All'inizio dell'anno
o h8 - hate - odio
o w8 - wait - aspetta
Di seguito proponiamo una serie di acronimi tratta dalla lingua inglese e maggiormente in uso nel contesto
linguistico italiano
- AFK (Away From Keyboard): Quando si scrive “AFK” in chat si intende comunicare agli altri
partecipanti che si rimarrà lontani dalla tastiera (“away from keyboard”, appunto) per un periodo
medio-lungo, tipo qualche ora.
- ASAP (As Soon As Possible): Di uso comune anche al di fuori delle chat, può essere utilizzato
quando si desidera chiedere a qualcuno di fare qualcosa il prima possibile (es. “Write me ASAP”).
- BRB (Be Right Back): A differenza di “AFK”, l’acronimo “BRB” viene utilizzato per informare gli
utenti che ci si allontanerà dalla chat per un brevissimo lasso di tempo.
- SUL (See You Later): Traducibile come “ci vediamo più tardi”, la formula “SUL” può essere adottata
per congedarsi dagli altri nel momento in cui si decide di disconnettersi dalla chat.
- LOL (Laughing Out Loud): “LOL” è forse l’acronimo più noto tra quelli in uso nelle chat, magari
anche a causa del suo significato estremamente positivo: una grassa risata. Tuttavia è possibile
utilizzare anche la sigla “ROTFL” (“Rolling On The Floor Laughing”), la quale, però, sottintende una
risata ancora più intensa, ovvero tale da “far rotolare per terra”.
- NOOB (Neofita): Il termine “NOOB” viene utilizzato per riferisi al classico utente inesperto, ovvero
quello che si è appena iscritto ad una piattaforma o un servizio e deve ancora capire come funziona
il tutto. Di “NOOB” esistono numerose varianti: da “newbie” a “niubie”, passando
per “nabbo” e “niubbo”.
- TY (Thank You): Quando si vuole ringraziare qualcuno, farlo con “TY” è il modo più semplice. Anche
in questo caso, però, le alternative non mancano, come “THX” (“Thanks”) e “TAL” (“Thanks a lot”).
12
- PLS (Please): Dovete chiedere ad un altro utente di fare qualcosa “per favore”? “PLS” è la sigla
giusta da usare.
- PVT (Private): Come ormai tutti sappiamo, lo scambio di messaggi in chat non avviene solo in
forma “pubblica”, ovvero nella finestra dove tutti possono leggere, ma anche e soprattutto in
forma privata. Se vogliamo scambiare due chiacchiere con qualcuno lontano da occhi indiscreti,
dunque, non ci rimane che scrivere all’utente interessato qualcosa come: “Ti scrivo in PVT”.
Ciò che è interessante è che questo slang digitale viene utilizzato tra i giovani anche nella comunicazione
faccia a faccia quotidiana. Quindi la prossima volta che avrai modo di sentire questo gergo, saprai da dove
viene e lo capirai. O almeno avrai un cheat-sheet - un glossario per la comunicazione veloce ;).
Il concetto di cittadinanza in rete (on-line) comprende una gamma di operazioni, dal rinnovo via Internet
della patente, dalla possibilità di effettuare un bonifico bancario da casa, diffondere una buona idea alla
propria comunità e lanciare una petizione on-line per favorire un cambiamento legislativo come risultato di
un atto di partecipazione pubblica.
13
2.3.5 - Gestire l’identità digitale
L'identità digitale è un'espressione della nostra identità della vita reale utilizzata in rete.
Un digital footprint passivo viene creato quando i dati vengono raccolti senza che il proprietario lo sappia,
mentre il digital footprint attivo viene creato quando i dati personali vengono rilasciati deliberatamente da
un utente allo scopo di condividere informazioni su sé stesso tramite siti Web o social media.
Se l'identità digitale di una persona (chiamiamola Eva) fosse stata tradotta in un'opera d'arte, allora il suo
ritratto potrebbe risultare un po' come questo:
14
Prova ora ad immaginare che tutte queste caratteristiche e gli altri dati lasciati online siano le parti costitutive
dell'identità digitale di Eva (ritratto). Quale tra le descrizioni seguenti pensi che sia più corretta?
a) Eva ha gli occhi azzurri, le piace indossare indumenti con motivi a strisce, è giovane, ha i capelli neri
ondulati adora le farfalle e le belle arti, e le piacciono le rose bianche.
b) Eva è estroversa, ama indossare abiti colorati, gioca a scacchi e ha lunghi capelli biondi.
c) Eva ama il caffè, ha fra i 60 e i 70 anni circa, fa maratone, cuoce i migliori pancakes del mondo e ama
il tango.
È evidente che la descrizione a) è quella che meglio rappresenta l’immagine che ciascuno di noi si è fatto
riguardo a Eva.
Scoprire chi è Eva e che cosa le piace non è stato un grosso problema, vero? Ti renderai sicuramente conto
che è altrettanto facile per le altre persone scoprire simili informazioni sul tuo conto. I tuoi colleghi di lavoro,
amici e familiari - tutti sono in grado di trovare informazioni su di te.
Prova ora a seguire le regole della sicurezza online, non rivelare il tuo indirizzo personale, numero di telefono,
password, numeri di schede bancarie ... ecc., E, ultimo ma non meno importante, pensaci bene prima di
postare qualsiasi tipo messaggio!
Non considerare quindi con leggerezza il tuo digital footprint passivo, dal momento che esso viene raccolto
comunque, indipendentemente se questo ti piaccia oppure no. Hai notato che Amazon o altri store online
pubblicizzano sempre prodotti simili ai tuoi acquisti recenti? Oppure, hai mai notato che una finestra pop-up
ti sta indicando su un sito molto diverso da quello usato, un prodotto che hai recentemente
sfogliato/consultato con l'intenzione di acquistarlo?
15
- La tua identità digitale occupa un ruolo importante nella tua vita emotiva?
- Assomiglia ad Eva, oppure è più omogenea? Oppure più frammentata?
Se provi a rispondere a queste domande, probabilmente scoprirai quanto sia importante la tua identità
digitale. Inoltre, ti aiuterà a capire il ruolo dell'identità digitale degli altri. Amici, collaboratori, conoscenti e
non.
- velocemente
- con persone in tutto il mondo.
Il metodo più ovvio e semplice di collaborazione usando il campo della comunicazione informatico-
tecnologica è quello di comunicare per posta elettronica. È un modo veloce e gratuito. Un'altra possibilità e
quella di comunicare attraverso i programmi chat, come, ad esempio Skype, Viber, Facebook Messenger, ed
altri.
Per progetti ed operazioni più complesse che richiedono contatti da più partecipanti, collaborare per posta
elettronica o attraverso una chat, diventa difficile da gestire.
Per questo motivo ci sono molte applicazioni che permettono a più partecipanti di pubblicare i propri
materiali allo stesso tempo e nello stesso spazio. Questo spazio non è il disk del computer di un singolo
partecipanti, bensì è lo spazio su un server su Internet. Siccome si trova da qualche parte nello spazio, nel
linguaggio comune, diciamo si trova sul cloud / sulla Nuvola.
La maggior parte degli strumenti basati sulla collaborazione sul cloud fanno riferimento ai programmi di
office automation, come ad esempio Word o Excel di Microsoft. In questo modo la pubblicazione di
16
documenti diventa un'operazione molto facile anche per coloro che si trovano ad affrontare per la prima
volta queste specifiche applicazioni.
Innanzitutto, i partner devono concordare sul formato. Supponiamo che la maggior parte utilizzi Microsoft
Word su sistema Windows, uno usi OpenOffice gratuito su sistema Linux Ubuntu e un terzo utilizzi Pages su
sistema Mac Os. Quindi già questo primo passaggio richiede un po' di coordinamento.
Successivamente, il documento inizia a prendere forma. Innanzitutto, tutti i membri preparano le rispettive
parti e le inviano a un coordinatore del progetto. Il coordinatore del progetto inserisce ed integra i materiali
in un unico documento.
Ecco il momento in cui iniziano i problemi. Il coordinatore deve quindi inviare il documento via e-mail a tutti
i partner del progetto per la revisione.
Ogni partner restituisce il documento con le sue correzioni e il processo deve essere ripetuto fino a quando
non viene concordata una versione finale.
17
C'è un modo migliore per farlo, precisamente con il cloud computing, che elimina diversi problemi. Se lo
stesso gruppo utilizza un servizio cloud, ad esempio Google Docs, non è necessario il coordinamento della
piattaforma, poiché i servizi sul cloud in genere richiedono solo l'uso di un browser web.
Poiché il documento si trova sulla "nuvola", ognuno scrive il testo in una singola copia. Questa singola copia
è quindi costantemente aggiornata. Inoltre, la maggior parte dei servizi di cloud computing fornisce speciali
strumenti di monitoraggio che consentono agli utenti di verificare l'aggiunta di testo fatta da ogni singolo
partner.
Quindi, le iterazioni avvengono più velocemente e meno energia viene spesa per il coordinamento.
Se tutti i partner accettano di lavorare su questo documento sulla Nuvola, allo stesso tempo, supportati da
un servizio di comunicazione come Skype o Viber, la collaborazione in rete diventa simile a quella dal vivo
che avviene nella stessa stanza.
Vale la pena ricordare che puoi accedere ai file salvati sulla nuvola non solamente dal tuo computer ma
anche dal tuo cellulare: tutto ciò di cui hai bisogno è un'adeguata app per telefono.
18
Hai mai provato a inviare un file per posta elettronica a qualcuno, ma non è stato possibile perché troppo
grande, o come si dice in genere “pesante”? La maggior parte dei servizi di posta elettronica limita la
dimensione degli allegati. Ad esempio, Gmail limita le dimensioni di un file in allegato a 25 MB.
Che cosa puoi fare quando devi inviare un video da 500 MB a qualcuno? Quali sono le tue opzioni? Ancora
una volta, il cloud/la Nuvola è la scelta migliore. La maggior parte di questi siti offre un servizio di base
gratuito e aggiunge più spazio di archiviazione a un determinato prezzo. I file sono disponibili al
destinatario per un dato numero di giorni (di solito 7-15) e successivamente vengono automaticamente
eliminati dal cloud/Nuvola. Ecco alcune opzioni:
- We transfer è un mezzo semplice ed elegante per inviare file via e-mail fino a 2 GB (gratuito) o 20
GB (account a pagamento).
- Dropsend invia fino a 5 GB gratuitamente. Vari livelli di servizio a pagamento offrono un numero
sempre maggiore di dettagli.
- TransferNow consente di inviare file fino a 4 GB (5 GB con registrazione). È disponibile in più lingue.
A FAVORE A FAVORE
• Molte società di archiviazione sul cloud offrono spazio di • Non hai bisogno di una
archiviazione gratuito connessione internet per accedere
• È facile acquistare spazio aggiuntivo quando ne hai bisogno • Trasferimento dati estremamente
• Puoi accedere e sincronizzare i tuoi file ovunque ci sia una veloce
connessione Internet e su tutti i tuoi dispositivi abilitati a • È possibile usare alcune
Internet (computer, tablet, smartphone, ecc.) applicazioni e persino i sistemi
19
• Basso rischio di virus operativi direttamente da un'unità
flash
CONTRO CONTRO
• I tuoi file e le tue informazioni personali potrebbero essere • Durata limitata
violati • Facile da essere danneggiato,
• La velocità di trasferimento dipende dalla connessione perso o rubato
Internet e dai limiti della stessa • L'aggiunta di spazio richiede
• Il trasferimento di file su una rete è meno sicuro rispetto l'acquisto di un nuovo dispositivo
all'archiviazione dei file • Alto rischio di virus
• Potrebbe essere necessario installare il software su tutti i tuoi
dispositivi
Insegnante - allievo
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Allievo - allievo
Quando si lavora su un progetto di gruppo, gli allievi possono condividere documenti, immagini e altri tipi di
file o lavorare in modo collaborativo sullo stesso documento, ad esempio, mentre scrivono un documento di
ricerca. Se associano uesto con le chat online, questo metodo di lavoro può sostituire le riunioni faccia a
faccia quando esse non sono possibili. Se necessario, gli allievi possono anche rivedere e commentare il
lavoro degli altri.
Insegnante - insegnante
Ovviamente, come gli allievi, anche gli insegnanti possono condividere file quando lavorano a un progetto
collaborativo implementato nella scuola, nelle scuole locali o addirittura a livello internazionale.
Inoltre, alcuni partecipanti potrebbero utilizzare il servizio sulla Nuvola, ma continuare ad archiviare e
lavorare sui file sui propri dispositivi locali. Ciò potrebbe causare dei problemi e creare versioni diverse dello
21
stesso documento. Un altro problema che potrebbe sorgere è legato alla proprietà dei dati prodotti per un
incarico collaborativo. Potrebbe essere necessario stabilire alcune regole di base per evitare confusione e
incomprensioni.
Diamo un'occhiata alla tabella sottostante che mostra quanto tempo ci vuole per scaricare 1 GB in funzione
del tipo di connessione.
La velocità di download è quasi sempre più del doppio della velocità di upload. Ad esempio, se il pacchetto
Internet indica che la velocità è 20/1 Mb / s e 50/10 Mb / s, il primo numero indica la velocità di download
e il secondo è la velocità di upload. Ecco perché ci vuole molto più tempo per INVIARE / CARICARE un
grosso file a qualcuno piuttosto che RICEVERE / SCARICARLO.
Negli ultimi anni molti gestori di telefonia hanno incominciato a fornire servizio di accesso alla rete
mediante fibra ottica. Questa tecnologia consente velocità estremamente elevate anche in upload. In tal
modo le velocità di upload e download stanno via via uniformandosi, arrivando anche a 100 Mbit e oltre.
22
2.3.5 - Collaborare attraverso le tecnologie digitali
In un mondo in cui la comunicazione e collaborazione
avviene principalmente via Internet, è importante avere
sempre disponibile il giusto strumento che non solo sia
affidabile e funzioni correttamente, ma che sia anche facile
da usare.
• webinar,
• sessioni di formazione live,
• gestione e condivisione di progetti,
• supporto tecnico
• chat di gruppo.
Passeremo ora in rassegna alcuni dei più diffusi strumenti online per la gestione di riunioni, collaborazioni di
gruppo e condivisione dello schermo.
2.3.5.1.1 - GoToMeeting
GoToMeeting 2 è un ottimo prodotto e viene utilizzato per riunioni (in HD) e conferenze Web ed è un
programma di riunioni online particolarmente utile per le piccole imprese. Supporta riunioni fino a 150
persone e consente di soddisfare le registrazioni, la condivisione dello schermo e le chat tra i partecipanti.
Nella sua versione aziendale, le riunioni possono avere fino a 250 persone.
2
http://www.gotomeeting.com/fec/
23
1. GoToMeeting
2. GoToWebinar
3. GoToTraining
Tutti i prodotti consentono la condivisione di desktop e applicazioni, la registrazione con un clic, gli strumenti
di disegno, le capacità di conferenza audio e altro ancora. È possibile avviare riunioni da Microsoft Office, e-
mail o strumenti di messaggistica istantanea. Soprattutto, è possibile accedere alle riunioni da un dispositivo
Mac, PC, iPad, iPhone o Android.
2.3.5.1.2 - WebEx
Google+ Hangouts4 è un altro social network che supporta la video chat di gruppo. Hangouts è un software
di messaggistica istantanea e di VoIP sviluppato da Google. È disponibile per le piattaforme mobili Android e
iOS e come estensione per il browser web
Google Chrome. Inoltre è possibile sfruttare
i servizi offerti da Hangouts anche
all'interno della web mail Gmail o dal
proprio profilo sul social network di Google,
Google+ e dal suo sito web. Per utilizzarlo
occorre solo installare i plug-in vocali e
video di Google. Una volta fatto, è possibile
anche utilizzare il video in Gmail, iGoogle.
Hangouts è uno dei modi più semplici per
incontrarsi in gruppo.
3
http://www.webex.com/
4
https://hangouts.google.com
24
2.3.5.1.4 - Adobe Connect Pro
Adobe Connect Pro5 è una scelta solida quando si tratta di riunioni online, tuttavia, non è per i principianti.
Sebbene abbia un'interfaccia bellissima, può essere difficile da usare a causa del gran numero di funzioni e
del fatto che ci vuole un po’ per conoscerle fino in fondo.
2.3.5.1.5 - Sync.in
Sync.in 6 è una sistema Web-based che consente alle persone di
collaborare in tempo reale. È un po' come Google Docs poiché consente
a molte persone di lavorare sullo stesso documento e mostra
istantaneamente eventuali modifiche apportate. Sync.in è ottimo per
lavorare su documenti e note, brainstorming, pianificazione, formazione
e molto altro ancora.
2.3.5.1.6 - Twiddla
Twiddla 7 è uno strumento web molto popolare per i gruppi di studio
poiché consente di contrassegnare siti Web, grafici, immagini e molto
altro tramite l’uso di una lavagna. Non solo è possibile collaborare con gli
altri, ma anche navigare sul web insieme e gestire le teleconferenze.
L'account gratuito offre solo riunioni, condivisione di documenti e
immagini, schermate e chat vocale. Per l’utilizzo di Twiddla non sono
richiesti download, plug-in o registrazioni.
5
http://www.adobe.com/products/adobeconnect.html
6
http://sync.in/
7
http://www.twiddla.com/
25
2.3.5.1.7 - facebook
2.3.5.1.8 - Skype
Alcuni servizi di social networking offrono servizi di messaggistica come componente della loro piattaforma
generale, come Facebook Messenger di Facebook, insieme a Instagram e alle funzioni di messaggistica diretta
di Twitter. [3] [4]
Le app di messaggistica sono le app per smartphone più utilizzate nel 2018 con oltre 1,3 miliardi di utenti
mensili di WhatsApp e Facebook Messenger.
Le app di messaggistica differiscono dalla precedente generazione di piattaforme di instant messaging come
i “vecchi” AIM, Yahoo! Messenger e Windows Live Messenger, in quanto vengono utilizzati principalmente
8
https://www.facebook.com
9
https://www.skype.com/it/
26
tramite app mobili su smartphone anziché su personal computer, sebbene alcune app di messaggistica
offrano versioni o software basati su Web.
2.3.5.2.1 - WhatsApp
Un'impostazione straordinariamente semplice, la sincronizzazione automatica con i contatti del telefono e
un'esperienza ricca di funzionalità e senza pubblicità si uniscono per rendere WhatsApp 10 (Android, iOS)
un'app di messaggistica mobile estremamente popolare. Gli utenti possono inviare messaggi di testo, foto,
messaggi vocali e brevi video ai propri contatti WhatsApp. L'app ha aggiunto continuamente nuove
funzionalità al proprio toolkit, come emoji, e messaggistica completamente crittografata tra gli utenti di
WhatsApp. Sono inoltre possibili le chat di gruppo.
2.3.5.2.2 - Viber
Viber11 (Android, iOS) è facile da configurare e offre una varietà
di opzioni. Viber usa il numero di telefono come login e l'app si
sincronizza con il telefono per utilizzare i propri contatti. È
possibile utilizzare questa app per inviare gratuitamente testo,
adesivi ed emoticon, foto, messaggi vocali e video ad altri
utenti Viber. La funzione Viber Out consente di chiamare
numeri non Viber e telefoni di rete fissa in tutto il mondo (a pagamento). Inoltre, Viber ha anche introdotto
funzionalità di messaggistica criptata per l'app, con un'icona con codice colore che indica la sicurezza della
chat e la crittografia.
2.3.5.2.3 - Telegram
Telegram (Android, iOS) è un'app di messaggistica mobile che si
rivolge direttamente all'utente attento alla sicurezza. Telegram offre
infatti un servizio chat veloce e criptato, con crittografia client-server
per chat. Una modalità di chat sicura fornisce una crittografia end-to-
end in modo che solo il mittente ed il destinatario previsto possano
leggerla. È possibile persino impostare i messaggi per
autodistruggersi. Con Telegram è possibile condividere video,
documenti e partecipare a chat di gruppo di massimo 200 utenti.
10
https://www.whatsapp.com
11
https://www.viber.it
27
2.3.5.2.4 - Skype
Mentre Microsoft Skype (Android, iOS, Windows) è più conosciuto per le sue funzionalità di videochiamata
e chiamata vocale, l'app Skype12 vanta anche un sistema di instant messaging abbastanza robusto. Skype
consente infatti di inviare messaggi di testo, foto e persino brevi messaggi video ad altri utenti Skype, anche
quando non sono online. Inoltre, è possibile utilizzare i crediti Skype per effettuare chiamate verso telefoni
cellulari e telefoni fissi. La funzionalità multipiattaforma tra
desktop e mobile, le funzionalità business-friendly nelle sue
versioni professionali e la sua onnipresenza hanno
mantenuto il vecchio cavallo di battaglia rilevante anche di
fronte a una rigida concorrenza mobile. Microsoft sta inoltre
cercando di aumentare la potenza dei robot in Skype, poiché
consente di abilitare programmi di intelligenza artificiale per
gestire attività come, ad esempio, le prenotazioni.
12
https://www.skype.com/it/get-skype/skype-for-mobile/
28
2.4 – Evoluzione del Web e utilizzo consapevole
dei Social Network
SOMMARIO
2
2.4.1 – L’evoluzione del World Wide Web
La creazione del web risale al 1991 ed è attribuita a Sir Timothy John Berners-Lee che mise on-line, su
internet, il primo sito web utilizzato inizialmente solo dalla comunità scientifica. Nel 1993 il CERN decise di
rendere pubblica tale tecnologia dando l’avvio all’“era del Web”.
Ma che cos’è il web? Una delle definizioni, a cura dello stesso Bernars-Lee, ritenuta completa ed ancora
attuale, è la seguente:
Indipendentemente dalla definizione, il punto cardine è che il World Wide Web è in grado di accedere,
tramite la rete di un computer, ad una varietà di informazioni e di servizi. Il www permette di accedere ai
servizi internet, posta elettronica, accedere ai file, salvarli ecc.; il principio su cui è fondato è il linguaggio
HTML (HyperText Markup Language). Attraverso questo linguaggio è possibile inserire un documento,
utilizzare dei link, cioè dei legami ad altri documenti presenti in altri computer e accessibili tramite il web,
attuare l’ipertestualità e tutto questo attraverso un clic che rappresenta la caratteristica principale del web.
Il WEB degli esordi, d’ora in poi web 1.0, era caratterizzato dalla presenza di siti web statici: in pratica l’utente
poteva visitare i diversi siti web, navigare tra le pagine, leggerne i testi e fruirne i contenuti, passare da un
sito a un altro tramite i link cioè tramite i collegamenti ipertestuali eventualmente presenti tra un sito e un
altro. La ricerca di informazioni avveniva attraverso i motori di ricerca che davano – come risultati – una serie
di pagine/siti rispondenti a quanto cercato, ma senza alcuna interazione con l’utente.
Nel web 1.0 vi è la presenza di un autore responsabile del contenuto pubblicato; il modello di comunicazione
è unidirezionale, cioè dall’autore all’utente. L’utente è un attore passivo che può solo visionare i contenuti
senza poter interagire, il modello di comunicazione è unidirezionale, ma alla fine del Novecento iniziano a
diffondersi siti grazie ai quali non si ricevono solo le informazioni create da altri, ma l’utente può diventare
creatore di contenuti, esprimere le proprie idee, crearsi il proprio spazio web.
Inizia il passaggio dal web di prima generazione ad un web più dinamico, il web 2.0.
1
http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0
3
Il termine WEB 2.0 è di origine molto recente poiché è stato coniato nel 2004 e annunciato il 30 Settembre
2004 nella “web 2.0 conference” promossa dalla O’Reilly Media 2 , Dale Dougherty e Tim O’Reilly,
rispettivamente vicepresidente e presidente della casa editrice. Questo evento ufficializza la nascita del web
2.0.
Non esiste una definizione univoca in quanto non si tratta di definire un nuovo fenomeno, ma un insieme di
caratteristiche tecnologiche e non.
“Il Web 2.0 è la rete intesa come una piattaforma con tutti i dispositivi collegati; le applicazioni Web 2.0 sono
quelle che permettono di ottenere la maggior parte dei vantaggi intrinseci della piattaforma, fornendo il
software come un servizio in continuo aggiornamento e che migliora con l’utilizzo delle persone, sfruttando
e mescolando i dati da sorgenti multiple, tra cui gli utenti, i quali forniscono i propri contenuti e servizi in un
modo da permetterne il riutilizzo da parte di altri utenti, e creando una serie di effetti attraverso un
“architettura della partecipazione” che va oltre la metafora delle pagine del Web 1.0 per produrre così user
experience più significative”. 3
Nonostante queste molteplici definizioni, le caratteristiche e gli elementi utili per comprendere cosa si
intende per web 2 in confronto al web 1.0 sono le seguenti:
• L’ approccio collaborativo: Il ruolo dei fruitori della rete è cambiato. Gli utenti non sono più attori
passivi, semplici fruitori dei contenuti messi a disposizione dagli autori del sito, come succedeva
durante l’era del web 1.0, ma diventano essi stessi artefici del web, possono arricchire ed aggiornare
i contenuti, collaborare on line apportando il proprio contributo e condividendo le conoscenze
attraverso l’interazione e la collaborazione con altri soggetti. Si passa quindi da un sistema gerarchico
ad un sistema reticolare.
• La bidirezionalità: la concezione della unidirezionalità del web 1.0 in cui la trasmissione delle
informazioni avveniva dall’alto verso il basso è superata a favore della bidirezionalità. La fruizione dei
materiali non è più statica ma dinamica, vi è uno scambio di ruoli e di contenuti. La comunicazione
diventa così partecipativa, ogni utente, fruitore della rete diventa egli stesso autore, può contribuire
alla diffusione dei contenuti e renderli accessibili.
• La centralità dell’utente: Cambia la considerazione che si ha dell’utente, che non è più considerato
come un semplice consumatore, fruitore passivo, bensì come protagonista, come soggetto che
assume il ruolo anche di autore e questo anche grazie alla implementazione e all’uso di facili di
strumenti informatici.
Per creare il WEB 2.0 sono state utilizzate le tecnologie già presenti nell’era del web 1.0 ma usate in maniera
diversa.
Nell’era del Web 1.0, per costruire un sito web occorreva conoscere il linguaggio di programmazione HTML;
oggi con i blog non è necessario possedere una preparazione tecnica specifica, chiunque può pubblicare i
2
O'Reilly Media (inizialmente O'Reilly&Associates) è una casa editrice americana fondata da Tim O'Reilly che pubblica libri e siti che
discutono di Informatica
3
(traduzione da “Web 2.0: compact definition”, Tim O’Reilly)-http://radar.oreilly.com/2005/10/web-20-compact-definition.html
4
propri contenuti, senza possedere una preparazione tecnica specifica, arricchendoli anche con veste grafica
personale.
Alla fine degli anni 90 esistevano solo 23 blog, secondo Technorati, uno dei motori di ricerca dei blog, alla
fine del 2004 sono diventati oltre cinque milioni e questo grazie anche alla diffusione di internet e ai
collegamenti molto più veloci, Isdn prima e l’ADSL poi, che ha permesso una maggiore e più veloce
circolazione di informazioni digitali in vari formati, comprese foto e video.
Il web 2.0 indica uno stato evolutivo del World Wide Web ed è rappresentato dall’insieme di tutte quelle
applicazioni online che permettono elevate interazioni tra il Web e l’utente.
Le applicazioni come i blog, i forum, le chat, i Wiki, le piattaforme di condivisione di media come Youtube,
Vimeo, Flickr e i social network come Facebook, Myspace, twitter ecc, sono in contrapposizione al cosiddetto
Web Statico o Web 1.0.
Questa svolta è data dalla moltiplicazione dei nuovi strumenti informatici, in particolare gli smartphone e i
tablet, che consentono la condivisione on-line di informazioni, superando il limite sia temporale che spaziale.
Questa condivisione è possibile grazie alla semplicità dell’uso dei social network, alla possibilità di rimanere
costantemente in contatto al fine di condividere opinioni, notizie, esperienze.
Le peculiarità del Web 2,0 sono dunque: informazione, interazione, condivisione, partecipazione, contributi
creati degli utenti, connessione a reti sociali attraverso la diffusione di strumenti e applicazioni di facile uso.
1. la condivisione
2. la partecipazione.
La rapida evoluzione di internet ha permesso la realizzazione di nuovi servizi che formano la base delle
applicazioni del web 2.0.
L’evoluzione di alcuni strumenti, quali e-mail, mailing list, web forum, ha generato la nascita delle cosiddette
“comunità di apprendimento” (Anne Brawn e Joe Campione 1990)4 che collaborano per la costruzione e
condivisione delle conoscenze in ambienti virtuali.
4
Bertazzi L.,-La classe: comunità di persone che apprendono-,Isre, 2003(istituto superiore salesiano di ricerche-Rivista quadrimestrale)
5
Queste comunità di apprendimento sono cambiate in quanto influenzate dall’avvento delle tecnologie che
hanno imposto nuove forme di apprendimento.
Con l’uso diffuso delle tecnologie, che assumono il ruolo di mediatori di conoscenza nel settore
dell’educazione, si accentua il concetto del saper condiviso e negoziato.
La conoscenza si costruisce grazie all’interazione con gli altri utenti della rete con conseguente condivisione
delle conoscenze e potenziamento dell’apprendimento
L’incontro on-line di diverse persone ha dato origine ad un altro tipo di comunità, quella virtuale, sono così
nate nuove forme di comunicazioni che hanno apportato dei mutamenti radicali del nostro modo di pensare,
le nostre abitudini e costumi: i social network.
I social network sono delle comunità virtuali, raggruppamenti di persone che consentono agli utenti che vi
accedono di far parte e di creare reti (network) di individui (social); sono dei portali dove le persone possono
incontrarsi, comunicare e condividere la propria vita con altri individui, senza limiti di spazio.
Per entrare a far parte di una comunità di social network bisogna effettuare una registrazione fornendo i dati
per la compilazione del proprio profilo con informazioni su di sé.
L’iscritto può arricchire il suo profilo con foto, video, musica, può interagire con altri utenti sia attraverso
gruppi tematici partecipando alle discussioni, che con messaggi personali, e scambiare materiale; può creare
una lista di “amici” con cui condividere informazioni ed interagire con quella di altri utenti compresi nella sua
lista.
I social network diventano anche motori di ricerca, infatti, l’utente può ricercare persone specificando alcuni
criteri come età, sesso, luogo di residenza, interessi comuni.
I social network vengono considerate quindi come piazze virtuali che ampliano la possibilità di comunicare
anche di tematiche specifiche, professionali, politiche.
Da quanto esplicitato si può comprendere come con il social network si è aperto un nuovo mondo, quello
della comunicazione digitale dove sono concentrati varie attività: profilo dell’utente, blog, messaggistica,
galleria fotografica, la community.,
• socializzare,
• trovare informazioni,
• condividere interessi,
• cercare lavoro,
• sviluppare il business della propria azienda
per scambiarsi informazioni, cercare il confronto e sviluppare a sua volta nuove community più specifiche.
L’uso dei social network ha avuto un grande exploit negli ultimi anni e ha coinvolto numero sempre maggiore
di utenti non solo giovani, sono diventati indispensabili per dialogare, per frequentare blog, usare la posta
elettronica, acquistare on line, per cercare e diffondere informazioni anche in tempo reale.
6
2.4.2.1 - Caratteristiche dei social network
Le caratteristiche dei social network sono caratterizzate da tre elementi:
1. la creazione del profilo, con tutte le informazioni che servono per identificare il soggetto;
2. la costituzione di una catena di amici, parenti, colleghi di lavoro o semplici sconosciuti, amici di amici,
che si vuole annoverare tra gli “amici”;
3. la gestione dei commenti ovvero lo scambio di informazioni attraverso una “discussione” con
scambio di commenti.
Esistono comunque dei social network di libero accesso, a cui tutti si possono iscrivere dopo aver compilato
un format, ed un’altra tipologia riguarda quelli “chiusi” a cui si può accedere se invitati.
Alcuni social network inoltre, vengono utilizzati per stimolare l’apprendimento, per supportare la didattica,
stimolando la comunicazione, il peer e-learning.
• Facebook: si accede gratuitamente, occorre avere minimo tredici anni, un indirizzo di posta
elettronica, e può essere utilizzato come motore di ricerca per rintracciare delle persone ed è il sito
più popolare al mondo.
• LinkedIn: è un sito progettato per scopi professionali, per cercare lavoro o per scoprire le opportunità
di vendita. Occorre sempre creare un profilo per l’iscrizione.
• MySpace: è una comunità virtuale che offre ai suoi utenti blog, profili professionali, foto, musica, per
accedere occorre avere minimo quattordici anni e creare un profilo.
• Twitter: è un servizio gratuito di social networking a cui si accede iscrivendosi con il proprio profilo,
scegliendo la lingua da utilizzare, ed offre agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite
messaggi di testo, viene utilizzato anche per scopi didattici, in quanto offre un ambiente di lavoro
collaborativo.
• Badoo: è un sito plurilingue di social networking, gratuito che identifica i luoghi degli utenti
consentendo eventuali incontri di persone vicine geograficamente.
• Instagram: è un social network che permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri, e
condividerle in rete.
I social network più diffusi sono Facebook, Instagram e Twitter che contano il maggior numero di iscritti ma
tutti questi siti offrono agli utenti molteplici servizi, permettono di creare contenuti, danno luogo a
conversazioni, a legami, creano delle comunità e contribuiscono alla costruzione della conoscenza.
La conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click, e l’utente ha acquisito un potere
sempre più crescente.
I social network hanno assunto un ruolo informativo e comunicativo, esse annullano le barriere dello spazio
e del tempo e vengono utilizzate sia come strumento di lavoro che per divertimento.
I social network sono in continua evoluzione, il loro sviluppo è imprevedibile, sono degli strumenti versatili
che vivono delle interazioni degli utenti, ma sono anche dei veri e propri ambienti e fanno emergere sempre
più la centralità dell’utente, delle loro scelte nelle amicizie, nelle informazioni e nella selezione dei contenuti
da diffondere.
7
I social network stanno influenzando fortemente anche settori storici come quelli della formazione. Oggi
sempre un maggior numero di docenti avverte la necessità di entrare in una comunità per condividere idee,
pratiche, opinioni, e che intravedono in esse nuove opportunità di formazione che possono essere
personalizzate.
Sono ormai tantissimi gli utenti della rete che utilizzano quotidianamente questi strumenti. Sono semplici da
usare, ci tengono in contatto con i nostri amici, ci aiutano a trovarne di nuovi, spesso offrono passatempi e
giochi, il più delle volte sono gratuiti.
I nomi dei cosiddetti “social” sono più o meno noti: Facebook, Instagram, Twitter, Flickr, Badoo ecc. Tutti
insieme contano centinaia di milioni di utenti sparsi per il pianeta e la loro crescita sembra inarrestabile.
Ognuno di questi strumenti ha caratteristiche proprie e diverse finalità di utilizzo. Ad esempio Facebook è
contenitore generalista che punta tutto sulle amicizie, Twitter è un cosiddetto “microblogging” che ha come
obiettivo la condivisione di pensieri e stati d’animo, Youtube e Flickr condividono rispettivamente video e
immagini.
Insomma ce n’è per tutti i gusti, per non parlare del resto degli altri social più o meno noti: dai gusti musicali
o letterari, fino alle esperienze di lavoro, qualsiasi aspetto riguardante i nostri interessi e più in generale della
nostra vita può essere confrontato e condiviso con gli altri.
Come prima semplice regola, quando utilizziamo un qualsiasi social, dobbiamo quindi decidere quante
informazioni personali pubblicare sul nostro profilo e in che modo condividerle.
Infatti, se da un lato è divertente inserire le nostre informazioni, i nostri gusti e interessi nel nostro profilo
personale, dall’altro può essere rischioso rendere questi dati pubblici e a disposizione di tutti. In definitiva è
sufficiente riflettere un po’ prima di inserire queste informazioni, e stabilire che cosa vogliamo pubblicare e
a chi renderle visibili.
Tutti i social, infatti, permettono di modificare le impostazioni relative alla privacy, in modo più o meno
semplice. Occorre quindi avere la pazienza di esplorare queste aree e impostare i criteri di pubblicazione dei
nostri dati, a seconda delle nostre preferenze.
Va tenuto poi presente un altro aspetto. Molti di questi social offrono un servizio gratuito, ma per finanziarsi
spesso ricorrono alle inserzioni pubblicitarie. Sulla base delle informazioni personali che decidiamo di
pubblicare, le aziende che hanno creato il software di un social possono decidere di rivendere questi dati agli
inserzionisti. Come si può ben capire, questo può essere uso “improprio” dei nostri dati personali.
8
Di seguito alcune regole chiave sull’uso dei social network:
• utilizzare password diverse se si utilizzano più social, e da altri account creati altrove (caselle email,
forum, chat ecc.). Evitare di usare la stessa password per qualsiasi servizio che decidiamo utilizzare.
E soprattutto creiamo una password che solo noi possiamo ricordare, quindi evitiamo nomi generici
facilmente reperibili da altri.
• non passare troppe ore davanti al pc. Passare molto tempo all’interno dei social network può
portare ad isolarci dagli altri.
• non pubblicare materiale (ad esempio immagini e video) di cui non si conosce la provenienza. Data
la natura della rete, è facile pubblicare inconsapevolmente materiale coperto da diritto d’autore e
incappare in sanzioni.
Essi introducono la corrispondenza fra l’identità del mondo reale e quella “virtuale”. Se nelle chat e nei forum
era prassi comune utilizzare dei nickname, nei social moderni come Facebook, di solito inseriamo i nostri
nome e cognome. Anzi, spesso inseriamo una nostra foto, se non delle vere e proprie gallerie di immagini
(magari delle nostre ultime vacanze al mare o della nostra festa di compleanno). Quindi, non solo
pubblichiamo aspetti riguardanti la nostra vita, ma la riconduciamo chiaramente a noi stessi, in modo univoco
ed evidente.
Teniamo quindi ben presente anche questo elemento dal momento in cui decidiamo di utilizzare questi
servizi.
Capita a volte che molti utenti facciano a gara per avere più amici possibile fra i propri contatti. Non è raro
infatti vedere utenti con centinaia e migliaia di contatti. Questa abitudine è in buona parte inutile (quanti di
quei contatti saranno veramente amici in realtà?) e in definitiva rischiosa per la nostra privacy. Infatti quanto
può realmente farci piacere che un perfetto sconosciuto sappia i fatti nostri? Probabilmente poco. Questo ci
porta quindi a riflettere su un altro aspetto: è importante selezionare i nostri contatti, valutando
attentamente sia le amicizie che ci vengono richieste, sia quelle che siamo noi a richiedere. O almeno, se
proprio abbiamo deciso di accettare più amicizie possibili, cercare di capire chi sia il nostro nuovo contatto
ed eventualmente eliminarlo in un secondo momento se proprio non ci convince.
9
La regola base che dovremmo tenere a mente sarebbe infatti quella di inserire nella nostra rete dei contatti
solo le persone che conosciamo anche nella vita “reale”.
Capita infatti sempre più spesso di leggere fatti di cronaca che riportano di licenziamenti o tensioni sui posti
di lavoro, o più in generale di figuracce consumate da qualcuno che ha pubblicato fatti privati con troppa
disinvoltura sul web.
Per questo motivo ricordiamoci di fare molta attenzione ad esprimere pensieri su cose e persone, che poi
potrebbero essere lette da qualcuno a cui potrebbero non fare piacere (ad esempio un datore di lavoro).
E più di ogni altra cosa stabiliamo quanto rendere pubblici i nostri contenuti. Un facile esempio può essere
infatti quello di un responsabile del personale di un’azienda a cui abbiamo mandato un curriculum vitae.
È ormai prassi comune quella di cercare dati dei candidati sul web, e rendere del tutto pubblico il nostro
profilo di un social potrebbe rivelarsi controproducente.
Ognuno dei social ha una sua precisa policy (regole di comportamento da tenere), che sarebbe bene leggere
sempre prima di iniziare ad utilizzare questi strumenti, la cui violazione può comportare la sospensione
dell’account e il ban definitivo nei casi più gravi.
Ma in linea generale, se si vuole interagire con gli altri nel modo più civile e corretto possibile, è bene
ricordarsi sempre di non utilizzare un linguaggio offensivo, e non creare o aderire a gruppi che incitano
all’odio nei confronti di particolari categorie di persone.
A volte può anche capitare che possiamo ferire la sensibilità altrui anche senza volerlo. Immaginiamo di
pubblicare (o “taggare”) immagini di nostri amici che questi non vorrebbero rendere pubbliche, oppure
prendere in giro qualcuno in rete, per qualcosa che ha fatto o che ha detto. È molto facile in un simile
contesto, pur non avendo cattive intenzioni, incappare in comportamenti spiacevoli che possono avere
ricadute concrete nella vita di tutti i giorni.
Pensiamoci quindi sempre due volte, prima di pubblicare qualcosa che riguarda fatti privati di un’altra
persona, che sia nostra conoscente o meno.
10
2.4.4 - Cancellare il proprio account da un social
Se decidiamo di non utilizzare più un determinato social, perché magari lo riteniamo noioso o perché non va
più di moda, ricordiamoci sempre di chiudere il nostro account.
In particolare facciamo caso a quali opzioni di disattivazione sono offerte dal servizio. Spesso le procedure di
chiusura del nostro account non sono così immediate, perché ovviamente i social non hanno di solito
l’interesse a che si abbandoni il loro software. In particolare impariamo a distinguere fra “disattivazione” e
“cancellazione”:
• la disattivazione “sospende” semplicemente il nostro account, i nostri dati vengono conservati nei
server del social in questione, e può essere sempre riattivato in un secondo momento.
• la cancellazione implica la chiusura definitiva dell’account e la perdita di tutti i dati da noi inseriti nel
nostro profilo.
Di solito cancellarsi definitivamente può risultare più difficile, perché la voce di cancellazione può essere
nascosta fra le opzioni del servizio.
11
2.5 - Conoscere e applicare la ICT Security
1
SOMMARIO
2.5.1.1.5 - Ransonware............................................................................................................................................... 6
2.5.1.1.6 - Scareware.................................................................................................................................................. 7
2
2.5.6.2 - IL CYBER BULLISMO .............................................................................................................................................. 20
3
2.5.1 - Sicurezza dei dispositivi
2.5.1.1 - Il malware
Il Malware è la forma abbreviata per indicare un "software malizioso", e qualsiasi altro software in grado di
compromettere il funzionamento dei computer oppure dei dispositivi mobili, acquisire informazioni delicate,
rendere possibile l'accesso ai sistemi privati, oppure imporre di visualizzare pubblicità indesiderate. Alcuni di
essi sono innocui, ma altri possono provocare danni sostanziali.
2.5.1.1.1 - Trojan
il TROJAN - come il Cavallo di Troia della mitologica greca, questo tipo di malware si distingue dagli altri in
quanto è un programma ideato per indurre gli utenti ad installarlo. Il TROJAN può essere usato per rubare
informazioni personali. Si arriva a questo creando una backdoor (“porta di accesso posteriore”) al proprio
sistema che permette agli hacker di controllarlo. Di solito, i computer vengono infettati dai trojan attraverso
gli allegati di posta elettronica.
2.5.1.1.2 - Virus
VIRUS - come il virus che può infettare una persona, anche il virus del computer è molto contagioso. Si tratta
di un pezzo di codice che infetta il software ospite e quindi diffonde il contagio attraverso i file del sistema.
Se i file vengono condivisi attraverso un sistema il virus può essere trasmesso anche ad altri dispositivi.
I virus si possono diffondere attraverso gli allegati di posta elettronica, le chiavette USB, l'archivio nel cloud,
ed altri. È buona norma verificare sempre i file che si ricevono. Per esempio, se ti viene inviato un video, sappi
4
che nel caso in cui il nome includa ".exe", come ad esempio nel nome ".mov.exe" quasi certamente avrà a
che fare con un virus.
Ad esempio, il virus ILOVEYOU è stato uno dei primi virus ad essersi diffuso per posta elettronica. Nel
momento in cui gli utenti al di sopra di ogni sospetto cliccano sull'allegato, esso si diffonde infettando l'audio,
l'immagine e tutti gli altri file del computer.
2.5.1.1.3 - Worm
Il WORM (verme) è il tipo più comune di malware. Provoca un danno simile a quello provocato di virus. La
differenza sta nel fatto che il worm informatico ha la capacità di auto-ripetersi, auto-moltiplicarsi e
diffondersi indipendentemente, mentre i virus si affidano all'attività umana per diffondersi (ad es., eseguire
un programma, aprire un file).
5
I Worm si diffondono più comunemente inviando e-Mail con allegati infetti ai contatti degli utenti nella rubrica.
2.5.1.1.4 - Spyware
Lo SPYWARE è un tipo di malware che funziona spiando l'attività dell'utente a sua insaputa. Lo spyware può
raccogliere le informazioni dell'utente (password, dati finanziari, ecc.) e monitorarne l'attività (attività su
Internet, sequenze di tasti, ecc.).
2.5.1.1.5 - Ransonware
RANSOMWARE è un malware informatico che si installa in modo nascosto sul dispositivo della vittima e ne
tiene in ostaggio i dati fino al pagamento di un riscatto.
L'attacco accaduto con WannaCry ransomware nel maggio 2017 è stato segnalato per aver infettato più di
230.000 computer in oltre 150 paesi in un giorno. Il malware ha crittografato i file con un riscatto da $ 300 a
$ 600 da pagare in bitcoin.
6
2.5.1.1.6 - Scareware
Lo SCAREWARE è una forma di software dannoso che utilizza l'ingegneria sociale per provocare shock, ansia
o percezione di una minaccia al fine di manipolare gli utenti nell'acquisto di software indesiderato. Di solito
suggerisce che gli utenti scarichino e paghino per falso software antivirus per rimuoverlo.
Quali sono i modi più comuni per infettare il tuo dispositivo da malware?
7
2.5.3 - Prevenzione delle infezioni
Anche se oggigiorno non esiste un uso sicuro del computer e di Internet, ci sono molte cose che possiamo
fare per minimizzare il rischio. Hai installato un programma antivirus commerciale sul tuo computer e sul tuo
cellulare o tablet? Lo aggiorni regolarmente? Hai lo stesso codice di accesso (password) per ciascuno dei tuoi
account in rete? Usi i tuoi account in rete su tutti i dispositivi?
Ecco che cosa puoi fare per proteggere il suo computer o dispositivo mobile da virus e altri software dannosi:
Per combattere correttamente i virus, è sempre opportuno installare un programma antivirus nel sistema.
Anche se ne hai già uno, assicurati che non sia scaduto e che sia impostato per ricevere aggiornamenti
automatici. Puoi scegliere tra una serie di programmi antivirus disponibili, molti dei quali anche gratuiti.
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1. Interattivo: in questa modalità, il programma si nasconde in background e controlla l'attività del
computer, sempre alla ricerca di un virus proveniente da una e-mail, www, USB, ecc. Se viene
rilevato un virus, un messaggio lampeggia sullo
schermo.
2. Scansione: in questa modalità, il programma
antivirus esegue la scansione e controlla tutte
le parti della memoria del computer e del
sistema di archiviazione, alla ricerca di segni di
infezione. Per ogni evenienza, si consiglia di
impostare il software antivirus per la scansione
automatica.
Anche se sembra ovvio, potrebbe essere utile ricordare di tenere i dispositivi lontani da bambini e animali
domestici. Inoltre, non mangiare o bere durante l'utilizzo del computer può evitare il rischio di versare cibo
o bevande sulla tastiera o su altri componenti. Ciò è particolarmente vero quando si utilizza un portatile
perché i componenti sono posti tutti all’interno.
Sarebbe utile anche considerare l'acquisto di un' assicurazione estesa per i dispositivi. Sebbene non copra
incidenti come far cadere il computer o versare liquidi sulla tastiera, potrebbe farti risparmiare costi elevati
di riparazione.
2.5.3.3.1 - Password
La password o codice di accesso rappresenta la prima linea di difesa nella sicurezza informatica.
9
Ormai, tutti dovrebbero sapere che le password come "123456" e "password123" non sono
abbastanza forti, cioè sicure. Tuttavia, ci sono ancora milioni di persone che non usano password sicure.
Secondo la società di gestione delle password Keeper Security, l'elenco delle password più comuni è
semplicemente scioccante. Ecco l'elenco delle password più utilizzate nel 2016.
1. 123456
2. 123456789
3. qwerty
4. 12345678
5. 111111
6. 1234567890
7. 1234567
8. password
9. 123123
10. 987654321
11. qwertyuiop
12. mynoob
13. 123321
14. 666666
15. 18atcskd2w
o Combinare lettere maiuscole e minuscole, numeri e simboli (ad esempio, @, #, $,%) se consentito.
o Usare almeno otto caratteri (più caratteri si utilizzano, più forte è la password).
o Usare le lettere iniziali di una frase che ti piace, specialmente se è incluso
un numero o un carattere speciale.
o Prendere due cose familiari e poi combinarle con un numero o un carattere
particolare.
o Si consiglia di cambiare la password ogni 3 mesi.
o Non usare la stessa password per tutti gli account in uso.
o Infine, la miglior password è una password che si RICORDA facilmente.
Hai almeno cinque account online come Google, Facebook, Twitter, LinkedIn e Instagram, a cui si aggiungono
l’home banking, un portale di pubblica amministrazione, ecc. Ora che sai come creare una password sicura,
è tempo di scoprire il software di gestione password. Come potrai usare password forti e uniche per tutti i
siti web a cui hai accesso oppure a cui vorrai accedere?
La risposta è un software di gestione password. I gestori di password come KeePass memorizzano le tue
informazioni di accesso per tutti i siti Web che utilizzi e ti aiutano ad accedere automaticamente ad essi
10
criptando il tuo database delle password mediante l’uso di una password principale. La password
principale rimane quindi l'unica password che è necessario ricordare.
Hai mai visto oppure cambiato l'impostazione della privacy per i servizi in rete che usi, come ad esempio i
servizi eBay, Gmail, InstaeBay, Gmail, Instagram, Facebook Google, YouTube ecc.?
Per raggiungere un dato livello di sicurezza su Internet, è necessario che tu sia in grado di comprendere
l'impostazione corretta per la tua riservatezza nei servizi in rete usati, e come gestirla al meglio.
11
il nome della scuola e la città in cui vivono. Queste azioni possono rendere i bambini facili bersagli per i
“predatori” in rete.
Le impostazioni sulla privacy sono controlli disponibili su vari social network (ad esempio, Facebook) e altri
siti Web che consentono agli utenti di limitare l'accesso al proprio profilo e quali informazioni possono essere
visualizzate dai visitatori.
Mentre è possibile utilizzare soluzioni di filtro dei contenuti per impedire agli allievi di accedere ai social
media mentre usano i computer della scuola, oggigiorno la maggior parte degli studenti porta gli smartphone
a scuola e una volta che si connettono a Internet su quei dispositivi, sono fuori da ogni possibilità di controllo
da parte della scuola. Ecco perché è fondamentale promuovere nei curriculum scolastici la cittadinanza
digitale responsabile.
Un sito Web sicuro non contiene programmi malware, crittografa tutti i dati che lo attraversano al fine di
garantire uno scambio sicuro dei dati personali o delle transazioni finanziarie da eventuali compromissioni.
Se il sito Web utilizza HTTPS (un protocollo di comunicazione per comunicazioni sicure su una rete di
computer), la parola HTTPS comparirà prima dell'indirizzo del sito web.
12
Conosci il tuo browser e le sue funzionalità. Oltre a https, può apparire un'icona. Ad esempio, se
utilizzi Google Chrome per verificare la sicurezza di un sito, guarda lo stato della sicurezza sul lato sinistro
dell'indirizzo web.
Se si utilizzi Firefox, lo stato di sicurezza si trova anche sul lato sinistro dell'indirizzo Web:
• Sicuro
• Avvertimento
13
È necessario prestare particolare attenzione quando si trasferiscono informazioni delicate ed altamente
personali sulla rete. Alcuni siti Web potrebbero non essere aggiornati ai più recenti standard SSL, che possono
essere pericolosi per il trasferimento di dati, ma abbastanza sicuri da navigare e cercare informazioni.
2.5.4.3 – I cookie
I cookie di Internet sono piccoli file che vengono memorizzati sul suo computer. Lo scopo principale di un
cookie è identificare gli utenti e possibilmente preparare pagine Web personalizzate o archiviare le
informazioni di accesso al sito. I cookie di solito non contengono informazioni delicate o altamente personali
o nulla di pericoloso. Nella maggior parte dei casi, ciò significa che il sito Web ricorda il tuo nome utente. Se
elimini i cookie dopo aver visitato un determinato sito web, non sarai trattato come un visitatore di
ritorno. (Ad esempio, dovrai inserire nuovamente il suo nome utente).
Quando usi i computer pubblici, come ad esempio nelle biblioteche, negli Internet cafè, negli aeroporti, negli
alberghi, ecc., devi fare molta attenzione. Per mantenere private le tue informazioni professionali, personali
o finanziarie, ti consigliamo di seguire alcune semplici regole:
Tutti, abbiamo visto segni come questo in un bar, un ristorante, edifici pubblici, ecc.
Ti sei mai collegato a una rete come questa mentre stavi usando il tuo portatile, tablet o
smartphone? Sei riuscito a connetterti senza password? Non sei riuscito a controllare se l'indirizzo iniziava
con https: //? Se hai risposto a queste domande con SÌ, hai potenzialmente messo a rischio le tue
informazioni personali.
Tutti quei segnali nei luoghi dovrebbero essere in realtà sostituiti con questo:
15
Quando ci si connette a una rete pubblica, è quasi come invitare un estraneo a casa tua – ti fidi di lui in base
alle informazioni di cui disponi. Chiunque accede alla stessa rete (non protetta), può intercettare qualsiasi
passaggio di informazioni tra il tuo dispositivo e i server web.
Sebbene non ci siano garanzie, puoi seguire alcuni passaggi per minimizzare il rischio:
o Non connettersi a reti che non richiedono password. Una rete Wi-Fi ufficiale dovrebbe stabilire una
password. Ad esempio, se ti trovi in un bar, chiedi allo staff di verificare qual è la loro rete. Potrebbe
esserci una finta rete appositamente impostata sotto lo stesso nome del bar.
o Non connettersi a siti Web che non utilizzano il protocollo HTTPS.
o Non connettersi alle reti pubbliche per utilizzare la carta di credito, controllare il proprio conto
bancario, pagare le bollette, ecc.
o Quando hai finito di navigare usando il loro Wi-Fi, assicurarsi di disconnettersi e rimuovere la rete in
modo che non ti connetta automaticamente la prossima volta che ti trovi nuovamente nel locale.
o Accendere il Wi-Fi solamente quando ne hai veramente bisogno. Ciò impedirà al tuo dispositivo di
connettersi automaticamente a reti casuali.
16
necessarie, non ci sono garanzie. Tuttavia, è molto probabile che gli hacker acquisiscano i tuoi dati a causa di
errore umano o negligenza, semplicemente violando la tua password. Quindi dovresti sempre assicurarti di:
Hai mai cercato su Google il tuo nome? Hai mai trovato qualcosa che non vorresti gli altri vedessero?
Dovresti proteggere il tuo "marchio in rete" e seguire queste regole:
Abbiamo appena detto che un'identità digitale è la rappresentazione in rete di un individuo all'interno di un
mondo virtuale come una chat room, forum, videogioco o spazio comune virtuale. Le persone costruiscono
le identità digitali come rappresentazioni virtuali di sé stesse per vari scopi (anonimi, professionali, educativi,
personali).
o Un'identità digitale ti consente di creare profili anonimi e di fare blog o chattare in modo anonimo.
17
o Puoi rimanere privato e tuttavia esplorare varie opportunità.
o Puoi costruire un'identità digitale positiva per opportunità professionali (ad es. LinkedIn).
o È possibile creare un'identità digitale a scopo didattico.
Quante identità digitali hai? Come le gestisci? Hai già imparato a conoscere il software di gestione delle
password? (ad es. KeePass).
Hai già appreso vari metodi che possono aiutarti a proteggere i propri dati personali su Internet, ad esempio
come riconoscere un sito Web sicuro, utilizzare Internet su un computer pubblico, utilizzare in modo sicuro
l'archiviazione cloud e monitorare l'identità e le impronte digitali. Ora imparerai come proteggerti dalle frodi
in rete e dai furti di identità.
Ecco alcune semplici regole che dovresti seguire, molte delle quali sono già state apprese in precedenti
argomenti:
18
2.5.6.1 - Phishing
Si definisce phishing il tentativo di ottenere informazioni sensibili come nomi utente, password e dettagli della
carta di credito, spesso per motivi dannosi, facendosi passare come entità affidabile nella comunicazione
elettronica.
Il phishing viene in genere effettuato tramite lo spoofing o la messaggistica istantanea dei messaggi di posta
elettronica e spesso indirizza gli utenti a immettere informazioni personali su un sito Web falso, il cui aspetto
e formato sono quasi identici a quelli legittimi. Le comunicazioni che pretendono di provenire da siti Web di
reti sociali, siti di aste, banche, processori di pagamento in rete o amministratori IT sono spesso utilizzate per
attirare le vittime. Le e-mail di phishing possono contenere collegamenti a siti Web infetti da malware.
Ecco un esempio di tentativo di phishing che tenta di ottenere le informazioni email degli utenti.
Ecco alcuni suggerimenti su come identificare le truffe di phishing via posta elettronica:
19
2.5.6.2 - Il cyber bullismo
Internet ha aperto nuove possibilità per tutti noi. L’altra faccia della medaglia è però rappresentata dai rischi
legati ad un uso improprio di questo strumento: tra questi c’è il cyberbullismo.
Si può definire cyberbullismo l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo,
far sentire a disagio o escludere altre persone.
Per i giovani che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita
offline è davvero minima. Le attività che i ragazzi svolgono online o attraverso i media tecnologici hanno
quindi spesso conseguenze anche nella loro vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenzano anche il
modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute che devono essere prese in
considerazione per comprendere a fondo il cyberbullismo.
Tutto questo può avvenire utilizzando diverse modalità offerte dai nuovi media. Alcuni di essi sono:
• Telefonate
• Messaggi (con o senza immagini)
• Chat sincrone
• Social network (per esempio, Facebook)
• Siti di domande e risposte
• Siti di giochi online
• Forum online
Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo (scolastico o più in generale nei luoghi di
aggregazione dei ragazzi) o essere comportamenti solo online.
Il cyber bullismo potrebbe sembrare innocuo, ma se non viene affrontato in modo appropriato, può avere
gravi conseguenze emotive per bambini e adolescenti.
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• Spiegare loro a non rispondere con rabbia e rancore a un messaggio che a sua volta esprime pure
rabbia.
• Spiegare ai bambini perché non dovrebbero aprire messaggi inviati da estranei.
• Ricordare loro di cambiare regolarmente e utilizzare codici di accesso (password) diversi.
• Poiché queste impostazioni tendono a cambiare, è sempre consigliabile, ogni tanto ma
regolarmente, aggiornare le impostazioni della privacy per i servizi in rete
Se usati correttamente e con moderazione, i computer non dovrebbero avere alcun impatto sulla salute
della maggior parte delle persone. Tuttavia, l'uso intensivo del computer può causare problemi di salute
occasionali e a lungo termine. I problemi e lamentele più comuni sono:
o disturbi agli arti superiori (possono interessare le dita, le mani, le braccia o le spalle),
o dolore alla schiena e al collo,
o problemi agli occhi,
o stress da mal di testa o affaticamento.
Digitando per ore ogni giorno è più probabile che causi lesioni da sforzo ripetitivo (RSI). Questi tipi di
problemi possono essere causati da:
Dato che i computer sono uno strumento essenziale nella nostra vita quotidiana e che possono causare
problemi di salute, è necessario imparare come ridurre i rischi per la salute derivanti dall'uso prolungato del
computer.
È necessario applicare varie misure per ridurre i rischi per la salute derivanti dall'uso prolungato del
computer. Ecco alcuni esempi:
o L'immagine dello schermo deve essere chiara, fissa e priva di bagliori e / o riflessi.
o La tastiera deve essere posizionata correttamente per sostenere i polsi.
o Per prevenire le conseguenze dell'uso prolungato del mouse, si consiglia di avere delle pause nel
corso dell'attività del mouse.
o La sedia da lavoro dovrebbe garantire una posizione di lavoro confortevole e dovrebbe essere
completamente regolabile. Dovrebbe essere regolato in modo che gli avambracci degli utenti siano
21
posizionati orizzontalmente e che la parte superiore dello schermo sia all'altezza degli occhi. Si può
usare anche un poggiapiedi.
o Accanto a queste disposizioni fisiche, i cambiamenti regolari nelle posizioni di lavoro, nonché i periodi
regolari di riposo dal fissare lo schermo sono essenziali per evitare problemi di salute computer
indotti.
Indicazioni chiare su come usare in modo sano i computer sono riportate nelle direttive dell'Agenzia Europea
per la Sicurezza e la Salute al Lavoro Directive 90/270/EEC1
Hai già appreso che l'uso del computer può causare problemi di salute e modi per ridurre i problemi di salute
con l'uso di attrezzature adeguate, design ergonomico del posto di lavoro e seguendo specifiche pratiche di
lavoro (cambiamenti regolari nelle posizioni di lavoro e regolari periodi di riposo dallo schermo).
Al fine di migliorare la tua postura e mantenere la tua salute sotto controllo, ora esplorerai come rilassare i
tuoi muscoli quando lavori tutto il giorno sul computer. L'organizzazione americana National Institutes of
Health (NIH) fornisce un elenco completo di vari esercizi e tratti quali esercizi per gli occhi e muscolo-
scheletrici, riscaldamento per il lavoro, esercizi per la schiena, esercizi aerobici e raccomandazioni per il
riposo dei muscoli della schiena.
1
https://osha.europa.eu/en/legislation/directives/5
22
2.5.7.1.3 - Trovare equilibrio fra vita online e offline
Siamo circondati dalla tecnologia. Internet ha cambiato le modalità di interazione fra le persone.
Oggigiorno, per comunicare, preferiamo usare la posta elettronica, messaggistica istantanea (IM) e siti di reti
sociali. Sebbene le collaborazioni di lavoro non siano mai state più semplici, sembra che la maggior parte
delle persone abbia sostituito la propria vita sociale offline con quella online. Le interazioni in rete
difficilmente possono sostituire le interazioni faccia a faccia e più tempo passiamo a socializzare in rete, meno
tempo abbiamo per socializzare offline, cioè fuori dalla rete, nel mondo reale. Anche se è più conveniente
rimanere in contatto online, si impegni a raggiungere un equilibrio tra i mondi online e offline e non lasciare
che le interazioni online sostituiscano il tempo trascorso offline con amici o familiari.
La tecnologia utilizzata nei dispositivi ICT come telefoni cellulari, smartphone, tablet PC, portatili, televisori,
schermi di computer, stazioni di gioco e dispositivi di archiviazione cambia molto spesso. I dispositivi
elettronici fortemente usati dagli utenti un anno fa, ora sono diventati vecchi ed obsoleti. Anche se i "vecchi"
dispositivi funzionano ancora bene, la gente li butta via e li sostituisce con quelli nuovi.
La nostra ossessione di avere solamente i dispositivi elettronici più attuali e di buttare via versioni obsolete
nonostante funzionino ancora è un esempio della nostra società "usa e getta".
I rifiuti elettronici stanno diventando un enorme problema in tutto il mondo perché ancora oggi molti
dispositivi elettronici finiscono in discariche non adeguate. Quando i rifiuti elettronici non vengono smaltiti
23
correttamente, i metalli tossici, quali piombo (presente negli schermi CRT, nelle batterie), cadmio (batterie
ricaricabili NiCd, strati fluorescenti degli schermi CRT, inchiostri e toner per stampanti), mercurio (lampade
fluorescenti che forniscono retroilluminazione negli LCD, in alcune batterie alcaline e interruttori a contatto
con mercurio), arsenico (all'interno dei diodi ad emissione luminosa) e berillio (scatole di alimentazione che
contengono raddrizzatori e obiettivi a raggi X controllati al silicio) vengono assorbiti dal terreno e possono
andare a contamina l'acqua potabile.
È questo il motivo per cui la maggior parte dei paesi ha introdotto regolamenti molto severi per impedire che
i rifiuti elettronici vengano scaricati in discariche inadeguate. Sebbene esistano normative severe, alcuni
paesi hanno inviato i propri rifiuti elettronici in luoghi come l'Asia, dove tali leggi non sono così rigide.
I rifiuti elettronici sono pieni di materiali preziosi come oro, nichel, acciaio, piombo, rame e plastica. Ognuno
di questi materiali può essere riutilizzato. Ad esempio, lo zinco contenuto nei telefoni cellulari, potrebbe
essere utilizzato nella costruzione navale o per la zincatura di inferriate metalliche e lampioni. L'oro
contenuto nelle console dei videogiochi, può essere trasformato in gioielleria. La plastica può essere
riutilizzata per produrre strumenti musicali.
24
1. ridurre la quantità di rifiuti che si producono,
2. riutilizzare gli oggetti di uso quotidiano,
3. riciclare.
Ad esempio, molti edifici moderni dispongono di sistemi digitalizzati per il controllo ambientale. Infatti,
spesso è un computer che controlla il sistema di climatizzazione, gli apri-cancelli automatici e i filtri solari per
controllare l'effetto della luce solare e raffreddare l'edificio, i pannelli solari per ridurre il consumo di
elettricità, i display di monitoraggio d'energia, i controlli di illuminazione LED a basso consumo e i sistemi di
riutilizzo dell'acqua, soprattutto nelle fabbriche.
25
2.6 - Utilizzo di calendari on-line
1
SOMMARIO
2
2.6.1 - Migliorare la produttività mediante l’utilizzo dei calendari online
Essere in grado di organizzare gli impegni di lavoro e della vita privata è divenuto ormai un aspetto
fondamentale nella nostra vita quotidiana. Utilizzare una agenda consente di rispettare le scadenze in modo
efficace e aiuta spesso a ritrovare un equilibrio tra lavoro e vita privata.
In passato, questo veniva svolto mediante un’agenda cartacea organizer o una lista di cose da fare.
Oggigiorno sempre più spesso si preferisce scegliere un'opzione digitale: il modo migliore per gestire la
propria agenda aziendale e personale è quello di usare un calendario online.
I calendari on-line sono la perfetta risposta alle esigenze dei nostri tempi e poiché consente praticità di
utilizzo e funzionalità in ogni momento della giornata.
Dalla modifica immediata della pianificazione alla notifica ai partecipanti di tali modifiche, i calendari online
consentono di comunicare senza sprecare un minuto. Basta scorrere la propria casella di posta, fare una
rapida organizzazione mentale degli impegni e poi organizzare, ad esempio, riunioni con i propri colleghi e
aggiungere man mano i dettagli al proprio calendario.
Esploriamo insieme le funzionalità che rendono i calendari online la scelta migliore per la pianificazione dei
nostri impegni.
3
I calendari online offrono anche la possibilità di verificare lo stato di disponibilità degli ospiti prima di
aggiungere un evento e inviare inviti. In questo modo è sempre possibile trovare il momento migliore per
una riunione, senza dover chiamare gli ospiti individualmente o addirittura organizzare un altro incontro per
discutere della loro disponibilità. È possibile anche apportare modifiche all'evento ogni volta che si vuole
informare gli ospiti sugli aggiornamenti. Se si verificano eventi ricorrenti, è possibile crearli una sola volta e
impostarli per la ripetizione per un periodo specifico: in questo modo l'evento verrà creato automaticamente
da quel momento in poi.
4
2.6.1.5 - Gestire lo storico degli appuntamenti
Una delle caratteristiche migliori di un calendario online è la capacità di esaminare rapidamente eventi
passati e futuri. Non occorre più rovistare le pagine dell’agenda personale per scoprire cosa è successo un
mese fa, o sprecare tempo e fatica per ricordare quando è stato programmato quell'incontro importante.
Poiché i cambi di programma sono comuni, i calendari online ti consentono di adattare l'agenda e creare
rapidamente piani alternativi. Invece di perdere tempo, è sufficiente passare alla vista appropriata per
cercare il programma e apportare le dovute modifiche.
Oltre all'utilizzo di calendari online basati su app, alcuni provider di servizi offrono la possibilità di
sincronizzare i calendari online con il dispositivo locale utilizzando la sincronizzazione CalDAV o Exchange
ActiveSync. Dopo aver sincronizzato il proprio calendario online con il calendario nativo sul proprio
dispositivo, sarà possibile visualizzare e apportare qualsiasi modifica.
5
separatamente. È possibile anche visualizzare tutti gli eventi per ciascun calendario in una vista unificata, per
assicurarsi che non vi siano conflitti tra loro.
Il calendario di Google permette infatti di organizzare in maniera certosina tutti i propri impegni, impostando
dei promemoria che permetteranno di non scordare più nemmeno un appuntamento. A questo va aggiunto
il fatto che il servizio è supportato da tantissime applicazioni e Web App di terze parti che consentono di
sincronizzare i dati con esso. Google Calendar funziona su tutti i principali browser e per utilizzarlo non
occorre altro che un account Google/Gmail. È inoltre disponibile sotto forma di applicazione gratuita per
smartphone Android e iOS.
1
https://calendar.google.com/
6
Il software offre la possibilità di gestire la posta elettronica, i contatti della propria rubrica e i propri impegni,
un po’ come già accade utilizzando la versione Web gratuita (e limitata) della posta elettronica di Microsoft.
Utilizzare il programma per calendario Microsoft Outlook è però senz’altro una valida alternativa se si
desidera avere a disposizione un programma che includa alcune funzionalità avanzate, rispetto alla versione
Web di Microsoft Outlook.
Tra le caratteristiche del software Microsoft Outlook vi è la possibilità di gestire la posta elettronica,
visualizzare e gestire i contatti della rubrica e modificare e aggiungere i propri impegni, utilizzando un sistema
di calendario molto avanzato che, dotato di un’interfaccia semplice e intuitiva, comprende promemoria,
categorie e allarmi personalizzabili e molto altro ancora.
Il software Microsoft Outlook è a pagamento in quanto incluso nell’abbonamento a Office 365; è però
possibile provarlo attraverso una versione di prova gratuita che permette di testarne tutte le funzioni
aggiuntive, per un periodo di tempo limitato.
7
2.7 - Uso di dispositivi mobili e sincronizzazione
1
SOMMARIO
2
2.7.1 - I dispositivi mobili
I moderni telefoni cellulari non fanno più solo chiamate: è possibile scattare foto e girare video, mantenere
un elenco di contatti, tenere appuntamenti in un calendario, inviare e ricevere messaggi ed e-mail e
riprodurre musica. Tuttavia, avere semplicemente tutte queste funzionalità è solo una parte della storia. Ad
esempio, è possibile modificare solo in parte foto e video, ma solo scaricandole sul proprio computer è
possibile sottoporle a editing mediante software professionali. È spesso più facile aggiungere e modificare le
informazioni di contatto dalla tastiera di un computer piuttosto che dalla piccola tastiera dello smartphone.
La soluzione? Sincronizzare il proprio smartphone o tablet con il computer e tenere tutto aggiornato.
Alcuni anni fa gli uomini d'affari portavano un portatile in viaggio, usavano un PC desktop in ufficio e
lavoravano su un altro PC a casa. Oggi tutti hanno uno smartphone, basato su sistemi Android, iOS, Windows
Phone o BlackBerry OS.
La gestione di tutti questi dispositivi, con i loro vari sistemi operativi, applicazioni e opzioni di connettività,
potrebbe sembrare complesso, tuttavia con il giusto mix di software e servizi, è possibile gestire facilmente
più piattaforme e integrare i dati senza perdere alcunché.
3
Un altro punto chiave è capire quali delle tue piattaforme devono condividere i dati e quali tipi di dati devi
condividere. Ad esempio, hai un iPad solo Wi-Fi che usi prevalentemente per gestire email e come strumento
di navigazione sul Web. Non hai davvero bisogno di accedere ai tuoi dati di lavoro con esso, anche se lo usi
di tanto intanto come strumento per prendere appunti.
Se lavori in un ambiente aziendale, devi prendere in considerazione anche le politiche IT della tua azienda. I
responsabili IT possono avere le proprie idee su quali tipi di informazioni l'azienda vuole allocare nel cloud
piuttosto che solo sui propri server. Assicurati di confrontarti con il tuo dipartimento IT, se pensi di voler
condividere informazioni potenzialmente sensibili o proprietarie su dispositivi o piattaforme aziendali.
4
La linea di fondo è che le esigenze di integrazione variano a seconda di ciò che fai, di quanti viaggi e delle
piattaforme che porti con te. Con questo in mente, è il momento di dare un'occhiata ad alcuni diversi scenari,
così come le applicazioni che potrebbero essere utili in ogni caso.
Anche se sei affezionato ad utilizzare dispositivi di una stessa marca per ridurre al minimo i problemi di
integrazione, potresti comunque aver bisogno di lavorare con altre piattaforme. Fortunatamente, con gli
strumenti giusti non è difficile garantire l'integrazione perfetta di tutti i tuoi documenti e dispositivi.
Un altro browser utilizzato spessissimo è Firefox. Anche in questo caso è sempre possibile sincronizzare
inserendo un codice di accesso speciale su tutti i sistemi in cui si desidera abilitare Firefox Sync.
5
di spegnerlo per il decollo. In questo caso, una delle migliori scelte online è Evernote1. Un'applicazione di
appunti gratuita a prima vista, Evernote è in realtà un servizio basato su cloud. Ogni volta che scrivi una nota
in Evernote, il tuo taccuino locale si sincronizza con la versione basata sul Web. Evernote inoltre riesce a
mantenere un'interfaccia coerente tra le versioni desktop, Web e laptop, sebbene le versioni mobili abbiano
un aspetto diverso.
Evernote offre una serie di opzioni che possono aiutarti a integrarlo in piattaforme diverse. Un plug-in di
Outlook, ad esempio, consente di aggiungere facilmente voci di posta elettronica a Evernote. È possibile
avere più notebook, condividere notebook specifici con altri utenti e aggiungere tag alle voci. Evernote ha
anche un piccolo marketplace di applicazioni relative a Evernote.
Gestire molti documenti e spostarli avanti e indietro tra diverse piattaforme può essere un lavoro ingrato.
Tuttavia vi sono diversi modi per sincronizzare i propri documenti, a seconda se occorre crearli e modificarli
su ciascuno dei propri dispositivi, o se semplicemente occorre solo visualizzarli sullo smartphone o tablet.
1
https://evernote.com/intl/it/
6
Dropbox. Dropbox dispone anche di un'app per Android e iOS in grado di leggere formati comuni (immagini,
musica, film, documenti Word / Excel / PowerPoint, PDF e così via) o inviare un file a un'altra app che possa
gestire meglio il formato di quel file.
Se hai un po’ di dimestichezza con Microsoft Office, la sincronizzazione del calendario e del gestore dei
contatti sul tuo PC con quelli sullo smartphone è diventata un po' più semplice: numerosi strumenti iOS e
Android possono sincronizzare i programmi e i contatti di Office con i dispositivi mobili.
Sul lato iOS, la sincronizzazione è integrata mediante iCloud. È sufficiente utilizzare i contatti e il calendario a
livello di dispositivo, quindi se hai un Mac, un iPad o un iPhone collegati allo stesso account iCloud, questi si
sincronizzeranno automaticamente.
7
2.7.3 - Creare e modificare documenti in mobilità
Cosa fare se è necessario creare e modificare su più piattaforme? Anche se di solito i documenti di Microsoft
Office vengono avviati su un PC desktop, a volte è necessario apportare modifiche quando li si visualizza su
laptop, tablet o smartphone.
Se si dispone di un mix di dispositivi Mac OS, iOS e Windows, è comunque possibile utilizzare strumenti simili
a Microsoft Office o Office. Le versioni di Office funzionano su Mac OS e Windows, consentendo un facile
scambio di documenti. Ad esempio, ho Mac Office 2019 su MacBook Air, Office 2019 per Windows sui miei
PC desktop e Quickoffice HD sul mio iPad. Quickoffice è disponibile anche per i dispositivi Android.
Ma potresti non voler pagare il software client su più sistemi, che può diventare costoso, veloce. È possibile
risparmiare denaro attenendosi a una suite per ufficio basata su cloud. Lo svantaggio di tali servizi,
ovviamente, è che se non si è connessi a Internet, non si ha accesso alle app. Inoltre, se il servizio cloud non
è attivo, nessuno dei tuoi dispositivi può utilizzare il servizio.
L’utilizzo di servizi basati su cloud è più economico rispetto all'acquisto di diverse suite per ufficio (al loro
livello più elementare, i servizi sono solitamente gratuiti) e puoi condividere più facilmente documenti con
altre persone.
Il primo e forse più noto di questi servizi è Google Docs. È gratuito per i singoli utenti; abbonamenti a
pagamento, oltre a supporto, sono offerti per le aziende.
8
Microsoft ha un servizio simile chiamato Office web app; funziona molto bene, ed è correlata a Office 365,
una versione a pagamento di Microsoft Office. Office 365 è un pacchetto più robusto per le piccole imprese,
che integra una serie di applicazioni basate su client e cloud, ma richiede un abbonamento mensile per
utente.
9
Complessivamente, la condivisione e la modifica dei documenti dell'ufficio è molto più facile oggi rispetto al
passato. Far sì che tutto fluisca in entrambe le direzioni richiede sempre un po’ di tempo e fatica. Ma la
sincronizzazione dei documenti è più potente ora, e rende molto più facile lavorare su lunghe distanze.
10
3.1 - Trattamento dei file audio
1
SOMMARIO
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3.1.1 - Il suono nell’esperienza multimediale
La più evidente caratteristica di un’esperienza multimediale è che ciascun elemento ha
la sua specificità: il testo, per esempio, è ideale per l'analisi e l'approfondimento dei
contenuti, ma è meno efficace per le descrizioni; le immagini hanno un'elevata capaci-
tà di sintesi; l'audio cattura l’attenzione dell’utente ed allo stesso tempo richiede un
livello basso di attenzione.
Una volta avviato il programma, questo si presenterà all’utente attraverso la sua fine-
stra introduttiva Catalogo Multimediale. In alternativa, tutti i file multimediali possono
essere impostati per essere aperti con il programma predefinito Media Player attraver-
so un semplice doppio clic sulla loro icona.
Interfaccia è la visualizzazione più utile per tenere sotto controllo tutti gli strumenti di
riproduzione; la attiviamo cliccando con il tasto destro sulla barra di navigazione e poi
nel menu Visualizza>Interfaccia.
Per aprire un file nel lettore multimediale trasciniamolo al suo interno oppure selezio-
niamo la voce di menu File>Apri, dalla finestra ottenuta, sfogliamo le risorse del siste-
4
ma fino a identificare il file in questione. Se il file da riprodurre fa parte di un sito web e
se ne conosce l’indirizzo, si utilizzerà il comando File>Apri URL… al quale farà seguito
l’inserimento dell’indirizzo web o di rete corrispondente.
Per aggiungere alla coda di riproduzione ulteriori file, tuttavia, non si dovrà eseguire
nessuna delle due azioni appena indicate, che comporterebbero la chiusura del brano
in riproduzione per permettere l’apertura dell’ultimo selezionato. Un metodo rapido
per aggiungere file alla lista di riproduzione consiste nel trascinarli direttamente dalla
cartella.
Brano preceden-
Avvia la riproduzione del file precedente nell’elenco di riproduzione
te
5
3.1.3 - Digitalizzazione e campionamento
Poiché il suono è un segnale continuo, per essere memorizzato e trattato da un siste-
ma digitale come il computer deve essere, appunto, digitalizzato. Tale operazione si ef-
fettua mediante il campionamento del segnale, cioè la rappresentazione approssimata
dell’onda sonora attraverso dei valori campione rilevati a intervallo di tempo costante.
I parametri fondamentali del campionamento del suono sono:
6
3.1.4 - Periferiche e software di cattura audio
Per catturare un suono con il computer dobbiamo poter disporre di:
• Adobe Audition,
• Free Audio Editor
• LMMS
• GoldWave
• Audacity
Audacity è uno tra i il migliori software di editing audio della categoria. Si tratta di un
potente programma open source compatibile con tutti i principali sistemi operati-
vi (Windows, macOS e Linux) attraverso il quale è possibile modificare, copiare, taglia-
re, incollare, mixare ed applicare effetti speciali alle tracce WAV e MP3 in maniera
estremamente facile e veloce.
7
3.1.5.1 - L’interfaccia del Software di Audio editing
In cima alla finestra del software (oppure in cima allo schermo nella versione per si-
stemi Mac Os) ci sono i menu per il controllo dei file, la lista degli effetti che si possono
applicare alle tracce audio e le funzioni per generare silenzi, rumori ecc.
Più avanti ci sono i grafici relativi all’input e all’output audio (cioè ai brani riprodotti e
al microfono in fase di registrazione) mentre più in basso ci sono le barre di regolazio-
ne del volume, i pulsanti per tagliare/incollare porzioni di tracce audio e impostare il
livello di zoom dei grafici.
Nell’ultima riga della barra degli strumenti ci sono i menu per selezionare la fonte
dell’audio in entrata e dell’audio in uscita e per scegliere il numero dei canali audio da
utilizzare (es. mono o stereo).
8
In fondo alla finestra di Audacity ci sono altri menu a tendina: quelli per impostare la
frequenza del progetto in Hz e per impostare i punti di inizio e fine di una selezione.
Facendo clic sul secondo pulsante da sinistra avvieremo la riproduzione del brano. La
riproduzione avverrà a partire dal punto selezionato facendo un singolo clic nell’area
visualizzazione suono (se anziché fare un clic effettuiamo un trascinamento in tale
area, verrà selezionata una parte del brano e la riproduzione riguarderà solo la mede-
sima). Il primo pulsante a sinistra mette in pausa la riproduzione (o la registrazione).
9
Per avviare ogni sessione di registrazione possiamo utilizzare il corrispondente pulsan-
te rosso presente nella barra in alto della finestra del programma.
A questo punto, potremo iniziare a registrare. Durante l’intero processo potremo con-
trollare la durata e il volume del suono campionato attraverso gli indicatori presenti.
Facendo clic sul pulsante Stop o Pausa concluderemo la sessione di registrazione ed il
contenuto della stessa sarà visibile nell’area Visualizzazione suono e modificabile attra-
verso gli strumenti di editing messi a disposizione dal programma.
L’eventuale disponibilità di formati dipende dal sistema in uso (in figura si tratta di un
Mac) e dall’installazione di ulteriori codec audio nel sistema.
Dopo aver scelto il formato voluto in base alle esigenze di produzione, possiamo impo-
starne delle caratteristiche supplementari. In figura, per esempio, possiamo vedere le
opzioni relative al formato mp3.
10
In particolare, osserviamo che, analogamente a quanto succede per tutti i formati
compressi, la qualità non viene stabilita soltanto scegliendo la frequenza di campiona-
mento del segnale. Nei formati compressi occorre, infatti, combinare la frequenza del
campionamento al bit rate, ovvero la dimensione
informatica assegnata a ogni unità di tempo. In
base a ciò si ottiene la compressione necessaria a
rispettare tale parametro.
11
3.2 - Assemblare immagini, suoni e filmati
1
SOMMARIO
2
3.2.1 - Il montaggio video
Dal punto di vista tecnico, descrivere cosa sia il montaggio video è abbastanza semplice:
si tratta, infatti, della fase di lavorazione in cui si eliminano da un filmato le scene rite-
nute superflue o errate e si collegano in successione quelle rimaste, in modo da ottenere
una sequenza che soddisfi i desideri e le esigenze artistiche del progetto. È una fase
estremamente creativa e passionale, non freddamente tecnica come potrebbe sem-
brare a prima vista.
Cosa occorre per eseguire il montaggio video? A grandi linee, la strumentazione occor-
rente per realizzare un montaggio video digitale consiste in:
Fino a qualche anno fa, per eseguire il montaggio video occorreva un hardware di tutto
rispetto: oggi, il rapido progresso tecnologico consente di procurarsi una buona stru-
mentazione a costi tutto sommato contenuti.
In questo tipo di programmi si ragiona con la logica del cut & paste (ovvero "taglia e
incolla") proprio come faceva il montatore con la pellicola cinematografica analogica. I
contenuti audio e video vengono trascinati, tagliati e ordinati, secondo la linea cronolo-
gica pensata dall'autore, su un piano del tempo virtuale (chiamato sequenza temporale
(o timeline) che consente il controllo grafico di tutti gli elementi del progetto. Natural-
mente è possibile aggiungere titoli animati, immagini e tracce audio.
Tra i software più conosciuti troviamo Lightworks, Adobe Premiere Pro, Avidemux, Vir-
tualDub Mod, Sony Vegas, Final Cut Pro, iMovie (questi ultimi due solo per sistemi Mac
Os).
3
Nel caso specifico, vedremo l’utilizzo di OpenShot, un software libero (licenza GNU Ge-
neral Public License1) per il montaggio di video per i sistemi Linux, Mac, e Windows.
Nel caso di cattura analogica (es. vecchi nastri VHS / VHSC) vi sarà una fase di conver-
sione in digitale, una fase di compressione e quella del salvataggio vero e proprio. Nel
caso dell’utilizzo di una fonte digitale, invece, si tratterà solo di un’operazione di trasfe-
rimento di bit dalla videocamera o fotocamera (es. Smartphone e Tablet) al computer,
1
http://www.gnu.org/licenses/gpl.html
4
oppure di un semplice trascinamento di file video digitali dalla periferica al computer
(come nel caso dei file ad alta risoluzione AVCHD delle videocamere digitali con HD o
SSD).
Quando si importa un file video, audio o di immagine, esso rimane nella posizione origi-
nale da cui è stato importato. Il clip risultante visualizzato in OpenShot non è una copia,
ma una rappresentazione del file di origine. In altri termini, se, una volta importato, il
file di origine viene modificato in un altro programma, le modifiche apportate al file
5
verranno automaticamente ereditate da OpenShot e in qualsiasi progetto di OpenShot
contenente il clip modificato. Se si elimina l'anteprima o il clip del file in OpenShot, il file
di origine resterà invariato nella posizione originale. Per essere sicuri di poter continuare
a utilizzare un progetto, pertanto, si consiglia di non rinominare, eliminare o spostare i
file di origine.
Un filmato rappresenta, invece, la versione finale del progetto salvato in un file esegui-
bile da un player software. Come vedremo più avanti, usando OpenShot è possibile sal-
vare un filmato nel computer, in diversi formati (Blu-Ray, DVD, Web, ecc.)
1. Project file (in alto a sinistra). In questa area vengono caricati mediante drag &
drop i file sorgente (video, audio e immagini) che faranno parte del progetto.
2. Timeline (in basso): è l’area che permette di vedere la sequenza o l'ordinamento
dei clip che fanno parte del progetto e, se necessario, ridisporli.
3. Video preview (in alto a destra): Mostra il filmato originale e tutte le modifiche
apportate in corso d’opera. Permette di avanzare nei fotogrammi attraverso la
barra di scorrimento.
Attraverso il menu View di OpenShot è possibile impostare due diverse modalità di in-
terfaccia:
6
2. la Advanced View. Quest’ultima consente di visualizzare un’interfaccia più ricca
di aree e relative funzioni e permette di accedere agevolmente agli effetti, alle
transizioni e alle tante proprietà modificabili del progetto.
1 - Simple view
2 - Advanced View
7
editing, è posizionata nella parte inferiore della finestra principale. Lo timeline permette
di vedere la sequenza o l'ordinamento dei clip che fanno parte del progetto e, se neces-
sario, ridisporli.
• Nella project file area. In questo caso, il file importato comparirà unicamente in
questa area e potrà poi essere ripreso successivamente e inserito in uno o più
punti della timeline sottostante.
• In una traccia della timeline. In questo caso, il file importato comparirà sia nella
project file area che nella traccia, esattamente in corrispondenza del punto di
rilascio del drag & drop.
8
9
3.2.3.4 – Aggiungere transizioni
Una volta inserito un clip È possibile arricchire un progetto di OpenShot aggiungendo
diversi elementi quali transizioni, effetti video e titoli. Le transizioni video controllano il
modo in cui nel filmato avviene il passaggio da un clip video al successivo (è possibile
aggiungere una transizione tra clip video, tra immagini o tra titoli in qualsiasi reciproca
combinazione).
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# Nome Descrizione
Per regolare rapidamente la posizione e la scala di una clip, selezionare una clip sulla
timeline, fare clic con il tasto destro e scegliere Trasform. Afferra le piccole maniglie blu
per regolare la scala e afferra il cerchio centrale per spostare l'immagine. Nota: prestare
molta attenzione a dove si trova la testina di riproduzione (cioè la linea di riproduzione
rossa). I fotogrammi chiave vengono creati automaticamente nella posizione di riprodu-
zione corrente, per aiutare a creare animazioni.
11
Gli effetti video determinano la modalità di visualizzazione di un oggetto (clip video, im-
magini o titoli) nel filmato finale: consistono in una serie di effetti speciali applicati per
l'intera durata della visualizzazione dell’oggetto. Pertanto, oltre alle numerose proprietà
della clip che possono essere animate e regolate, è anche possibile rilasciare un effetto
direttamente su una clip. Ogni effetto è rappresentato da un'icona di una piccola lettera.
Facendo clic sull'icona dell'effetto si popolano le proprietà di quell'effetto e si consente
di modificarle (e animarle).
12
3.2.3.6 – Aggiungere Titoli
In una clip video si possono inserire elementi testuali in grado di migliorare i filmati ag-
giungendo informazioni di ogni tipo e donando al proprio montaggio un’aria professio-
nale. L'aggiunta di testo e titoli è quindi un aspetto importante del video editing e Open-
Shot viene fornito con un editor di titoli di facile utilizzo. Usa il menu Title (che si trova
nel menu principale di OpenShot) per avviare l'Editor dei titoli. Puoi anche usare la scor-
ciatoia da tastiera Ctrl + T.
# Nome Descrizione
Anteprima del Ti- Visualizza l'anteprima del titolo mentre apporti le mo-
2
tolo difiche
13
3.2.3.6.1 – Creare titoli personalizzati
OpenShot può utilizzare qualsiasi file di immagine SVG vettoriale come modello di titolo.
Basta aggiungere un file di immagine SVG alla tua cartella /.openshot_qt/titles/ e appa-
rirà nell'editor del titolo di OpenShot dopo aver riavviato OpenShot. Puoi anche fare clic
con il pulsante destro del mouse su qualsiasi file SVG nel pannello File progetto e sce-
gliere Modifica titolo o Duplica titolo.
In OpenShot è possibile inserire anche titoli animati 3D usando la finestra di dialogo Ani-
mated Title. Usa il menu Title (che si trova nel menu principale di OpenShot) per avviare
l'editor dei titoli animati. Puoi anche utilizzare la scorciatoia da tastiera Ctrl + B.
14
3.2.3.7 - Visualizzare l’anteprima del progetto
Dopo aver aggiunto e impostato nel progetto tutti i contenuti voluti è consigliabile vi-
sualizzarne un’anteprima completa (eventualmente a schermo intero) per avere un’idea
complessiva del filmato finale realizzato: dopo aver posizionato l’indicatore di riprodu-
zione all’inizio della sequenza temporale, avviamo la riproduzione utilizzando i controlli
di riproduzione presenti sotto l’anteprima. Fai clic sul pulsante Play posto sotto la fine-
stra di anteprima. Puoi anche mettere in pausa, riavvolgere e far avanzare rapidamente
il tuo progetto video facendo clic sui pulsanti corrispondenti.
15
funzionerà sulla maggior parte dei lettori multimediali o siti web (come YouTube, Vi-
meo, ecc.).
Fare clic sull'icona Export Video visibile nella parte superiore dello schermo (oppure uti-
lizza il menu File> Export Video). Scegli tra una delle tante opzioni di esportazione
preimpostate e fai clic sul pulsante Export Video.
16
stato salvato in precedenza, la selezione del comando indicato equivale alla scelta del
menu File>Save Project As… Attraverso la finestra di dialogo ottenuta, infatti, occorrerà
impostare nome del file e posizione. Ricordiamo che un progetto salvato non è esegui-
bile in un normale player software e non include nel file OpenShot tutti i clip audio e
video utilizzati: aprendolo, pertanto, in un altro computer sarà necessario disporre di
tutti i file “sorgente” inseriti.
17
È qui che intervengono i codec (COmpressoreDECom- pressore oppure, meglio, CODifi-
catore DECodificatore), ovvero i software che contengono il procedimento matematico
attraverso il quale vengono compresse le immagini per consentire una gestione agile e
una riproduzione corretta del video. Un codec riesce a effettuare una notevole diminu-
zione dello spazio occupato dalle immagini riducendo al minimo la perdita di qualità;
esso serve sia in fase di cattura, per comprimere il video da una sorgente esterna, sia per
riprodurre ed elaborare il video una volta memorizzato su disco rigido.
Il formato deve essere appropriato al supporto su cui viene distribuito il video (CD- ROM,
DVD, BluRay, o Streaming in Internet) e il codec al contenuto che si intende elaborare
(animazioni grafiche, video di diverse qualità, contenuto in movimento o semi-statico,
streaming video ecc.).
18
compressione in circolazione (MPEG 2, MPEG 4 e WMV compresi). È perfetto
per la compatibilità praticamente assoluta con il software per l’editing.
• WMV. È un codec proprietario di Microsoft e offre un ottimo compromesso tra
dimensioni e qualità. I file WMV sono riproducibili nativamente con Windows
Media Player, ma sono supportati anche dai sistemi operativi Mac Os e Linux.
• MP4. È uno dei formati più apprezzati negli ultimi anni grazie all'altissima com-
pressione e alla qualità decisamente buona del codec. Praticamente tutti i soft-
ware di editing supportano questo formato benché la sua struttura interna im-
pedisca l'elaborazione fotogramma per fotogramma: non tutti i fotogrammi
vengono salvati nel file video MPEG, ma soltanto i cosiddetti keyframe (foto-
gramma chiave) grazie ai quali l'algoritmo riesce a ricostruire i frame mancanti.
MP4 è un formato utilizzato prevalentemente in Internet ed è ormai supportato
da tutti i dispositivi di riproduzione domestica, lettori DVD e media player com-
presi, fino agli smartphone di ultima generazione.
• Apple Quick Time (estensione MOV). Formato proprietario di Apple e principale
estensione multimediale del sistema operativo Mac, è passato in seguito su PC
grazie alla sua grande diffusione. Questo formato risulta ottimo per prodotti
multimediali (quali CD ROM o video interattivi), ma risulta meno adatto per es-
sere elaborato dai programmi di montaggio video.
• MPEG 2. Questo standard poco compresso, sviluppato dal Moving Picture Expert
Group, è adatto a produzioni di tipo broadcast e necessita di hardware di buon
livello per la cattura e l’elaborazione. È il formato utilizzato dai DVD video com-
merciali ed è quindi riproducibile su tutti i lettori domestici.
• FLV (FLash Video). È il formato prodotto dal programma Adobe Flash. Utilizzato
prevalentemente nel Web, richiede un plug-in per la visualizzazione nei browser.
Non è supportato da tutti programmi di montaggio video.
• AVCHD (Advanced Video Codec High Definition) è un formato di registrazione
ad alta definizione utilizzato dalle videocamere digitali dotate di hard disk o me-
moria solida. Garantisce una qualità elevatissima e si presta ottimamente al
montaggio video, anche se richiede una dotazione hardware top. È riconosciuto
nativamente dai tutti i recenti sistemi operativi.
• HDV (HD) è qualitativamente simile al formato AVCHD, ma viene utilizzato da
videocamere digitali a nastro. Per poter essere riprodotto ed editato dai
19
computer richiede un preventivo riversaggio dal nastro all’hard disk. Il codec
HDV, più leggero rispetto all’AVCHD, è ideale per il video montaggio.
• Matroska (MKV) È un contenitore open source molto recente e viene utilizzato
per film in HD (compressi solitamente con il codec H.264).
20
3.3 - Conoscenze avanzate sull’archiviazione
dei file: i file multimediali
1
SOMMARIO
2
3.3.1 – utilizzo dei supporti ottici: la masterizzazione
L’operazione di creazione di un CD/DVD/BD viene comunemente definita Masterizza-
zione.
Con la diffusione di periferiche USB con elevate capacità di archiviazione e piccoli in-
gombri l’utilizzo dei supporti di memorizzazione ottici come CD e DVD si è drasticamen-
te ridotto. In alcuni casi però archiviare correttamente file su supporti ottici è estre-
mamente utile, sia per il fatto che tali file una volta scritti non possono essere cancella-
ti e sia perché tali supporti sono ancora richiesti come unità principali per l’utilizzo di
alcuni strumenti e dispositivi che ci circondano
Per masterizzare un CD/DVD sono disponibili diverse soluzioni software, sia a paga-
mento che di tipo libero, da utilizzare nei vari sistemi operativi. I più noti sono:
A dispetto dei questi software commerciali, i moderni sistemi operativi offrono già na-
tivamente il supporto alla masterizzazione. Vediamo di seguito la procedura di maste-
1
https://it.wikipedia.org/wiki/Masterizzazione
3
rizzazione e, a titolo di esempio, applichiamola mediante gli strumenti nativi di Win-
dows 10.
4
6. Apparirà la finestra Masterizza disco. Scegli Come un’unità di memoria flash se
intendi creare un supporto ottico compatibile con tutti i sistemi Windows in cui
possiamo scrivere e cancellare i file come se avessimo una chiavetta USB (N.B.
In ogni caso è possibile cancellare i file dai supporti ottici solo se riscrivibili, sul-
la confezione devono riportare la scritta -RW). Oppure scegli Con un lettore
CD/DVD per far si che il disco ottenuto possa essere letto dalla stragrande
maggioranza dei dispositivi corredati da un lettore ottico.
7. Scrivi il nome che intendi dare al disco nel campo Titolo del disco.
8. Fai clic su Avanti. I tuoi file / cartelle verranno copiati sul masterizzatore CD /
DVD del tuo PC e, una volta terminata la copia, si aprirà l'unità del masterizza-
tore CD / DVD in una nuova finestra. Se non dovesse aprirsi l'unità in una nuo-
va finestra, apri Esplora file e fai clic sull'unità nella barra laterale sinistra.
9. Una volta terminata la copia di file / cartelle nel masterizzatore CD / DVD, fai
clic su Strumenti dischi
10. Clicca su completa masterizzazione e poi su Avanti. Nel caso in cui i file copiati
siano tutti file musicali (es. Mp3), all’avvio della masterizzazione ci verrà chie-
sto se intendiamo masterizzare il CD come CD audio o CD dati. Il CD audio è un
cd musicale compatibile con tutti i PC e dispositivi dotati di lettore ottico in
grado di leggere file mp3 (stereo e autoradio per la maggiore), in questo caso il
5
limite di archiviazione è dato dalla durata totale dei file musicali che si inten-
dono scrivere (per i comuni cd è pari a 80 minuti, che corrispondo circa a 15
canzoni di media durata). Il Cd dati invece crea un supporto compatibile esclu-
sivamente con i PC, in tal caso il limite di memorizzazione è la memoria (in Me-
gabyte) del cd stesso (700 Megabyte per i comuni cd), questo ci permette di
masterizzare una quantità maggiore di file audio.
11. Se hai scelto il Cd audio verrai reindirizzato in Windows Media Player per
completare la masterizzazione. Altrimenti, se hai scelto il Cd dati, darai il via al-
la masterizzazione con un click sul tasto Avanti, al termine della stessa sarai in
grado di leggere il CD/DVD e i file al suo interno da qualunque PC.
Dopo aver trascinato tutti i file avviamo la masterizzazione attraverso Avvia Masteriz-
zazione e attendiamo il suo completamento. Una volta completata la masterizzazione il
nostro cd audio può essere utilizzato in qualunque PC e in qualunque dispositivo dota-
to di lettore ottico per riprodurre i file audio che vi abbiamo masterizzato.
6
Vediamo ora come realizzare CD/DVD utilizzando uno tra i software commerciali più
diffusi in ambiente Windows:
7
Creare un CD Audio con Nero Burning Rom
Per creare una compilation con Nero Burning ROM dobbiamo, prima di tutto, aprire la
finestra di dialogo principale mediante la selezione del menu File>Nuovo.
Dall’elenco disponibile nella parte sinistra della finestra sceglieremo, quindi, la voce CD
Audio.
La finestra CD Audio è utilizzata per poter inserire nel CD una serie di informazioni te-
stuali. Oltre ai dati audio, infatti, un CD può contenere il testo che indica il titolo e l'ar-
tista per ciascuna traccia musicale o per l’intero album, oppure informazioni sul copy-
right o di commento.
8
Inserimento dei file nella compilation
Cliccando sul tasto di conferma Nuovo (in basso), verrà visualizzata la finestra di che ci
permetterà di scegliere i file da inserire nella compilation. La finestra, infatti, è suddivi-
sa in due aree principali: Audio1 (a sinistra) e Gestione File (a destra), rispettivamente
l’area contenente i file da includere nella compilation e l’area che permette si selezio-
nare tali file dalle risorse del computer. L’operazione di inserimento dei file nella com-
pilation è piuttosto semplice perché consiste in un semplice trascinamento dall’area
destra a quella sinistra.
I file audio inseriti nella finestra della compilation (area a sinistra in figura) sono con-
vertiti dal programma in tracce audio per la realizzazione del CD. Le proprietà di ognu-
na delle tracce inserite sono modificabili mediante un doppio clic sulla traccia in ogget-
to.
Concluse le operazioni sino a qui descritte, occorre eseguire un ultimo controllo prima
di avviare la masterizzazione. Nella parte inferiore della finestra della figura è presente
un indicatore della durata della compilation. Come si può notare, la compilation creata
ha una durata di circa 95 minuti: supera quindi la capienza disponibile nel supporto
scelto (a vantaggio dell’utente sono presenti due indicatori, uno giallo ed uno rosso,
collocati nelle posizioni standard di 74 e 80 minuti).
9
Per avviare la scrittura della compilation occorrerà, quindi, eliminare i brani in eccesso
fino a rientrare negli 80 minuti consentiti, oppure cambiare tipo di supporto. Una volta
pronti, basta fare clic sul pulsante Scrivi, presente in alto.
10
• Copia veloce (al volo) dall'unità CD/DVD/BD al masterizzatore;
• Creazione della copia con il supporto di un file immagine temporaneo memo-
rizzato sul disco rigido.
3.3.1.3.3 – Copia di un CD
La finestra di dialogo introduttiva permette, innanzitutto, di scegliere il tipo di attività
che si intende svolgere, selezionando il tipo di CD da creare scegliendolo nell’elenco
posizionato nella parte sinistra: il resto della finestra si adatta nei contenuti. Per effet-
tuare la copia di un CD (au-
dio o dati che sia) dovremo
selezionare, quindi, la voce
CD di copia.
11
conda periferica
CD/DVD/BD oltre al maste-
rizzatore.
Dovremo pertanto disattivarla solo se intendiamo produrre più copie del CD originale,
in modo da non dover eseguire ogni volta la lettura del disco di origine.
12
• La casella di controllo Scrivi è disattivabile nel caso volessimo effettuare solo
una simulazione della scrit-
tura.
• Nel campo Numero di co-
pie possiamo digitare il
numero di copie consecu-
tive da effettuare (il file
immagine verrà, even-
tualmente, cancellato solo
alla fine dell’ultima copia).
• Per quanto riguarda la Ve-
locità di scrittura, nella
maggioranza dei casi è op-
portuno selezionare la vo-
ce MAX che calcolerà la ve-
locità in base alle caratteristiche incrociate del supporto e del masterizzatore.
13
3.3.1.4 – Ripping dei brani di un CD audio
La copia di una o più tracce di un CD Audio sul disco fisso non può essere eseguita in
maniera tradizionale copiando i file di tipo CDA mediante Risorse del Computer. È ne-
cessario, infatti, eseguire una specifica operazione di salvataggio, inclusa anche in Nero
Burning ROM, chiamata estrazione. Per avviare la procedura occorre selezionare la vo-
ce di menu Extra>Salva brani. La prima finestra ottenuta offre all’utente la possibilità di
accedere a un database Internet per il riconoscimento del CD.
14
Dopo qualche istante
(il tempo impiegato
dal programma per
l’accesso al CD), nella
finestra principale per
il salvataggio, verrà
presentato l’elenco
delle tracce audio di-
sponibili nel CD. Otte-
nuto l’elenco, la prima
operazione da svolge-
re consiste nello sce-
gliere quali tracce si
vogliono salvare sul
disco: tenendo pre-
muto il tasto CTRL e facendo clic con il tasto sinistro sulle diverse tracce, queste ver-
ranno, via via, selezionate o deselezionate.
15
3.3.2 – Creare copertine per CD, DVD e BD
Nero Burning ROM offre, fra i programmi della suite, un software per la creazione di
copertine ed etichette per CD e DVD. Per creare una copertina, quindi, utilizziamo tale
programma avviandolo dalla voce di menu Start > Programmi > Nero > Nero X Ultra
Edition > Nero Cover Designer.
Possiamo scegliere un modello sul quale basarci per l’elaborazione del progetto; per
esempio, il modello Aree. Il programma ci mostrerà ora, in 4 fogli sovrapposti, le 4 par-
ti di cui è composto l’intero progetto: Booklet (anteriore), Booklet (posteriore), Inlay,
Disco1 (rispettivamente: Copertina anteriore, Retro della copertina anteriore, Coperti-
na posteriore ed etichetta del disco).
La prima operazione consiste nella personalizzazione dei dati del disco, in modo che le
informazioni dei vari campi possano essere rappresentative del CD che stiamo creando.
Selezionando il menu Dati > Dati documento, otterremo la finestra Dati documento,
attraverso la quale inserire i titoli delle tracce, i nomi degli artisti, il titolo dell’album,
l’anno di pubblicazione, ecc. Una volta aggiornate le informazioni sul contenuto del CD,
queste verranno utilizzate nei vari fogli per riempire i campi di testo inseriti automati-
camente o manualmente.
16
17
3.4 – Elementi base e intermedi di Strumenti di presentazione
1
SOMMARIO
2
3.4.1 – I software di Presentazione
Microsoft PowerPoint rappresenta senza dubbio il più noto e utilizzato programma di
presentazione. In questo manuale introdurremo le funzionalità e le caratteristiche basi-
lari dei software di presentazione applicandole a questo specifico programma.
********
Non molto tempo fa nel corso delle riunioni era sufficiente alzarsi, presentare
la propria esposizione, rispondere ai quesiti del pubblico e quindi risedersi. Si
utilizzavano al massimo un pennarello e una lavagna bianca, in alternativa un
blocco notes gigante disposto sul cavalletto. Adesso chi ascolta vuole essere
“affascinato” da colori, animazioni, grafici ed effetti speciali. Il modo con cui si
presenta è diventato importante quanto il contenuto.
3
Le diapositive vanno proiettate in sequenza lineare partendo dalla prima fino
all’ultima, questo è il modo migliore per ottimizzare il nostro intervento.
Utilizzare le prime slide per l’introduzione: le prime slide devono rivelare ciò di
cui si parlerà. Un bel titolo, chiaro ed eloquente, così chi ci ascolta ha già una
piccola anticipazione. Far seguire poi l’indice della presentazione, con i titoli
delle slide dalla prima all’ultima. E nella terza diapositiva anche una bella do-
manda – Magari, al centro e in grassetto – in modo da stimolare l’interesse del-
la platea e alla quale si darà risposta con la presentazione.
Chiudere: si riassume in una sola slide, magari con una frase ad effetto, il "suc-
co" del discorso e il perché della proposta.
4
Oltre al titolo, scrivere su ogni singola slide al massimo 6 righe non di più; ser-
virsi il più possibile di liste puntate o numerate senza aggiungere la punteggia-
tura alle fine dei paragrafi.
Una combinazione di colori efficace è il fondo scuro come il nero, il grigio scu-
ro, il blu con scritte verdi, gialle o bianche, sempre però che non si scriva mol-
to. Conviene usare il più possibile grafici e tabelle, ma con titoli chiari ed espli-
cativi con legende ben visibili, senza troppe abbreviazioni che renderebbero la
lettura incomprensibile.
5
3.4.1.2 – Interfaccia del programma di presentazione
All’avvio PowerPoint si presenta con una interfaccia grafica comune agli altri
applicativi della Suite Office. Nella parte superiore della finestra di PowerPoint
i comandi sono stati raggruppati nella Barra multifunzione.
Scheda Home
Scheda Inserisci
Scheda Progettazione
Scheda Transizioni
7
Scheda Animazioni
Scheda Presentazione
Scheda Revisione
8
Scheda Visualizza
Oltre alle schede, ai gruppi e ai comandi, in Office PowerPoint 2010 sono pre-
senti altri elementi che offrono percorsi per eseguire le attività. Gli elementi
seguenti sono più simili ai menu e alle barre degli strumenti con cui si ha già
familiarità nelle versioni precedenti di PowerPoint.
Pulsante di Office Backstage o Scheda File questa scheda si differisce dalle al-
tre in quanto non contiene gruppi di comando ma permette di aprire la visua-
lizzazione Backstage (in italiano “dietro le quinte”) dalla quale è possibile gesti-
re le presentazioni e i dati a esse correlate. In questa finestra si trovano i co-
mandi di base per aprire, salvare e stampare le presentazioni, quelli per impo-
stare autorizzazioni, preparare le presentazioni per la condivisione con altri
9
utenti e gestire le versioni dei File è inoltre presente il pulsante Opzioni per ac-
cedere ai comandi per l'impostazione di varie caratteristiche, che consentono
la personalizzazione dell’ambiente di lavoro.
PowerPoint offre una vasta scelta di modelli professionali che si possono utiliz-
zare per creare presentazioni efficaci. Ogni Tema fornisce uno schema di for-
mati e colori a cui basta aggiungere il testo. Si può scegliere un nuovo Tema
per la propria presentazione in ogni momento: quando si inizia a creare la pre-
sentazione, oppure dopo averne già sviluppato i contenuti.
10
3.4.1.4 – Le Diapositive
Una presentazione è composta da diapositive, possiamo dire che la diapositiva
è l'unità di base” di una presentazione. Una presentazione è quindi sostanzial-
mente formata, da una serie di diapositive che possono essere visualizzate in
sequenza, o secondo altri ordini decisi al momento della preparazione della
presentazione, che comunque in qualsiasi momento possono essere influenzati
dal comportamento del relatore.
Dopo aver avviato PowerPoint 2010 appare la prima schermata del program-
ma, visibile in figura 1, in questa finestra la parte più importante, quella dove
viene svolta la maggior parte del lavoro, è quella centrale, denominata Area di
lavoro. Non appena si lancia il programma, nell’area di lavoro appare un Mo-
dello di diapositiva chiamato Layout diapositiva, ovvero una diapositiva-tipo
che può essere modificata a piacimento.
11
Miniatura
area di lavoro
Nell’area di lavoro si può notare come il primo Layout diapositiva contenga dei
rettangoli, all’interno dei quali è riportato del testo.
a. Si clicca nel rettangolo che reca la scritta Fare clic per inserire il titolo,
quindi si inizia a digitare il testo desiderato, che sarà il titolo della dia-
positiva in esame.
b. Per apportare le modifiche sarà sufficiente fare clic su di un bordo del
segnaposto: diventerà una linea continua. Da questo momento in poi i
comandi che andremo a dare agiranno sull’intero il contenuto del se-
gnaposto
c. Possiamo modificare la formattazione del testo inserito utilizzando i
pulsanti dei gruppi Carattere e Paragrafo presenti sulla scheda Home.
12
Alcuni di questi pulsanti agiscono da interruttori, come ad esempio i pulsanti
per il grassetto, il corsivo, il sottolineato e l’ombreggiatura, un clic sul pulsante
e il programma eseguirà la formattazione richiesta per tutto il testo che si an-
drà ad inserire fino a quando non si clicca nuovamente sul pulsante. Per altri
invece aprirà una tendina nella quale troveremo ulteriori voci per indicare al
programma come gestire e personalizzare il comando.
13
nalizzare l’elenco definendo il punto elenco, ed eventualmente di utilizzare
come punto elenco un’immagine tra quelle messe a disposizione da Office.
Ugualmente se si clicca sul pulsante Elenchi numerati
d
Lavoriamo ora insieme; vedremo come utilizzare i comandi
disponibili in PowerPoint passo passo creando una nostra
presentazione
14
Dopo aver inserito questo testo, si può salvare la presentazione con i metodi
tradizionali, ossia facendo clic sul pulsante Salva nella Barra di accesso rapido
di PowerPoint e specificando un nome e una posizione per il File.
4. Salvate il file con il nome suggerito dal programma nella cartella con la
base informativa sul desktop
una inferiore.
15
a. Fate clic sulla sezione superiore del pulsante
b. Si avvia l’operazione predefinita del pulsante stesso: viene inserita una
nuova diapositiva basata sul un modello deciso da PowerPoint deno-
minato Titolo e contenuto.
Per aggiungere un altro oggetto, invece, occorre fare clic sul relativo pulsante.
Ciascun pulsante reca un simbolo; vediamoli insieme:
16
Simbolo Oggetto inserito
Inserisce un filmato
Modelli 3D
Inserisce un’icona
17
Il clic sulla parte inferiore del pulsante Nuova dia-
positiva, apre un menu dal quale è possibile scegliere il tipo (modello) di dia-
positiva da inserire.
Il termine Layout indica il modo in cui gli elementi sono disposti su una diapo-
sitiva. Un layout contiene segnaposti, che a loro volta contengono del testo, ad
esempio titoli ed elenchi puntati, e contenuti di diapositiva, come tabelle, gra-
fici, immagini, forme ed elementi ClipArt.
Ogni volta che si aggiunge una nuova diapositiva, si può scegliere il layout ido-
neo nel menù attivato dal pulsante Layout presente sulla scheda Home. I lay-
out sono disponibili in diverse configurazioni; se necessario possiamo scegliere
un layout vuoto.
18
si può passare all’inserimento di una nuova diapositiva, per proseguire con il
percorso iniziato.
Date un’occhiata al riquadro a sinistra della nostra finestra, ci sono ora 2 dia-
positive: sono quelle che abbiamo appena creato. La visualizzazione ci permet-
te di vederne le miniature.
19
3.4.2.1 – Formattazione del carattere
Possiamo aumentare o ridurre rapidamente le dimensioni dei caratteri dei pa-
ragrafi che abbiamo inserito nel nostro documento.
20
……continuiamo
I comandi per gestire e personalizzare i paragrafi sono presenti nel gruppo pul-
santi Paragrafo posizionato nella scheda Home. Come per il gruppo comandi
Carattere, sono presenti nel gruppo Paragrafi dei pulsanti che aprono un pic-
colo menù nel quale sono presenti ulteriori voci per indicare al programma
come gestire e personalizzare il paragrafo.
21
Vediamoli in dettaglio:
a. Allinea a sinistra f
b. Allinea al centro a
c. Allinea a destra
d. Giustifica b c d e
e. Suddivide il testo
in colonne
f. Elenchi puntati
g. Elenchi numerati
h. Riduci rientro
i. Aumenta rientro
j. Interlinea
k. Orienta il testo nel segnaposto
l. Allinea il testo in verticale nel segnaposto
m. Converte il testo in un oggetto Smart Art.
lo Smart Art è un elemento grafico che permette la rappresentazione
grafica delle informazioni immesse dall'utente si può scegliere tra una
vasta gamma di layout per trasmettere in modo molto efficace il pro-
prio messaggio.
g h j
k
i
…….continuiamo
22
4
di visualizzazione finestra di dialogo posizionato nel gruppo pulsanti
Paragrafo si aprirà l’omonima finestra di dialogo nella quale sono pre-
senti le caselle di riepilogo per gestire la spaziatura prima e dopo i pa-
ragrafi
Figura 1
5. Salvate il file
Gli oggetti di testo comprendono i titoli, i sottotitoli e gli elenchi puntati o nu-
merati. Gli oggetti visivi includono figure, ClipArt, grafici e Smart Art. Gli oggetti
multimediali includono sequenze audio e video e collegamenti ipertestuali a
23
pagine Internet. Questi oggetti si possono manipolare con un insieme comune
di operazioni base:
In una nuova diapositiva vogliamo ora inserire degli oggetti: immagini è caselle
di testo in modo da arricchire la presentazione.
Modifica di un oggetto
c. Oppure una volta selezionato l’oggetto si può fare clic sulla scheda
Formato nella quale sono presenti i pulsanti per la gestione
dell’oggetto.
d. Facendo clic nelle caselle preposte alle dimensioni
dell’oggetto è possibile
indicarne con precisio- d
ne l’altezza e la lar-
e
24
e
ghezza.
e. Dallo stesso gruppo pulsanti facendo clic nel riquadro nel quale è pre-
sente il Pulsante di visualizzazione finestra di dialogo si richiama la fi-
nestra di dialogo Formato con attiva la voce Dimensioni nella quale
sono presenti i comandi che permettono di indicare con precisione ol-
tre alle dimensioni dell’oggetto anche le proporzioni della diapositiva.
Esiste inoltre una scorciatoia per richiamare una finestra di dialogo nella quale
sono raggruppati tutti i comandi per manipolare e personalizzare l’oggetto in-
serito.
Questa finestra si richiama facendo un clic destro sul bordo dell’oggetto, sce-
gliendo dal menù rapido che appare la voce Formato grafica
25
Aggiungiamo ora una nuova diapositiva alla nostra presentazione
1. Fare clic con il mouse sulla parte inferiore del pulsante Nuova diaposi-
tiva (Dovremo nuovamente scegliere il layout della diapositiva da crea-
re)
2. Scegliete il layout Vuota
Figura 2
26
1. Dalla scheda Inserisci fate clic sulla vo-
ce Oggetto
2. Dalla omonima finestra di dialogo che 1
comparirà, scegliete la voce Crea da file
3. Fate clic sul pulsante Sfoglia…
4. Indicate ora dove è posizionato il file da inserire come un oggetto nella
Il testo contenuto nel file di Word è stato ora inserito in un segnaposto al cen-
27
tro della diapositiva……. decisamente poco leggibile! Vediamo di sistemarlo!
Figura 3
28
Modifichiamo l’oggetto inserito
In alternativa una volta selezionato l’oggetto si può fare clic per attivare scheda
contestuale Formato nella quale sono presenti i pulsanti per la gestione
dell’oggetto.
29
Esiste inoltre una scorciatoia per richiamare una finestra di dialogo laterale nel-
la quale sono raggruppati tutti i comandi per manipolare e personalizzare
l’oggetto inserito.
30
8. Nel segnaposto della seconda diapositiva, quello con l’elenco riducete
a 28 pt la dimensione del carattere allineamento giustificato e aggiun-
gete uno spazio pari a 12 pt. dopo il paragrafo
31
3.4.4.1 – Modifica e gestione delle immagini
Inserita un’immagine in una diapositiva possiamo aver bisogno di migliorarne
l’aspetto. PowerPoint riunisce gli strumenti per la gestione delle immagini nel
gruppo pulsanti Regola posizionato a sinistra nella scheda Formato che si atti-
va quando facciamo un clic su di una immagine.
Rimuovi sfondo
32
Il Contrasto controlla il modo in cui sono definiti gli elementi dell’immagine. Il
contrasto in un'immagine è la differenza tra il valore più alto (punto più lumi-
noso) e il valore più basso (punto più scuro) nell’immagine. Se viene aumenta-
ta questa differenza i valori più luminosi tendono al valore massimo (255) e i
valori più scuri tendono al valore minimo (0). I valori intermedi non cambiano.
Passando il cursore sulle voci di questo elenco viene modificato in tempo reale
il contrasto nell’immagine
Comprimi immagine riduce la dimensione del file immagine (non quella visua-
lizzata nel documento) ma lo spazio in byte che questa occupa nel nostro file,
in modo da renderlo il più compatto possibile.
Effetti Artistici questo pulsante apre una raccolta nella quale sono elencati sot-
to forma di piccole anteprime effetti che consentono di avvicinare l‘immagine
ad un disegno. Utilizzare questi effetti è molto semplice e intuitivo sarà suffi-
ciente passare il cursore sulle miniature presenti nella raccolta, per vedere in
tempo reale la trasformazione dell’oggetto selezionato.
1. Posizionatevi sulla terza Diapositiva e dalla scheda Home fate clic sul
pulsante Nuova diapositiva.
2. Scegliete il layout Titolo e contenuto
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La nuova Diapositiva si presenta con un riquadro tratteggiato ed al centro un
rettangolo con 6 possibili tipologie di oggetto da poter individuare ed inserire.
Inseriamo ora una fotografia delle montagne del parco. Nella cartella con la
base informativa sul desktop ci sono file con foto di montagne, fiumi, laghi, fio-
ri, animali del parco.
3. Fate clic sull’icona Inserisci immagine (la prima della seconda riga,
quella con una montagna con il sole)
4. Scegliere il file Montagne del parco presente nella cartella con la base
informativa sul desktop.
Figura 4
34
può ritagliare lo sfondo in eccesso di una foto, oppure si possono eliminare
particolari non graditi che attirerebbero lo sguardo in altri punti della fotogra-
fia. È il caso dell’immagine che abbiamo appena inserito. Il bordo nero distur-
ba, andrebbe ritagliato.
35
3.4.4.3 – Utilizzare gli Stili Immagine
La procedura per applicare uno stile ad una immagine oppure ad un oggetto
grafico è molto semplice, si utilizzano le miniature presenti nella raccolta stili
della barra multifunzione. Quando si seleziona l’oggetto sulla Barra multifun-
zione diventano disponibili la scheda contestuale Strumenti immagi-
ne/Formato o Strumenti disegno/Formato A seconda dell’oggetto selezionato
PowerPoint attiverà la scheda corrispondente, sulla quale è presente la raccol-
ta Stili Immagine nel caso di un’immagine o di una ClipArt o la raccolta Stili
forma nel caso di una forma.
36
d. La raccolta stile mostra gli stili che possiamo applicare all’immagine se-
lezionata. Possiamo visualizza-
re l’intera selezione di stili clic-
cando sul pulsante Altro posi- d
zionato nell’angolo in basso a
destra della raccolta
37
1. Attivare la scheda Progettazione
2. Scegliamo un tema a piacere per tutte le diapositive della presentazio-
ne se il tema non fosse quelli proposti nella sezione faremo clic su Al-
tro per visualizzare tutti i temi del documento disponibili.
2
3. Il Tema ha modificato il colore dei caratteri e la grafica dello sfondo per
tutte le diapositive
Nella sezione Tema nella scheda Progettazione sono presenti altri tre pulsan-
ti.
38
Questi pulsanti consento la personalizzazione di un Tema
Facendo clic sul pulsante varianti o formato sfondo verranno visualizzati i co-
lori correnti del testo e dello sfondo. L'insieme di colori visualizzato accanto al
39
nome Colori, dopo la selezione del pulsante Colori, rappresenta i colori dell'e-
videnziatore e dei collegamenti ipertestuali specificati per tale tema. Appor-
tando una modifica a uno o più di questi colori per creare un insieme persona-
lizzato di colori del tema, la modifica sarà visibile nei colori visualizzati nel pul-
sante Colori tema e accanto al nome Colori.
40
3.4.5.3 – Personalizzare un insieme di effetti del tema
1. Selezionare un tema quando si esegue File > Nuovo per iniziare una nuova
presentazione.
42
Applicare un tema diverso o una variante di colore alla presentazione.
Se si cambia idea, è sempre possibile cambiare il tema o la variante in qua-
lunque momento nella scheda Progettazione.
Per applicare una diversa variante di colore di un tema specifico, nel gruppo
Variante scegliere la versione di proprio gradimento.
Il gruppo Varianti viene visualizzato a destra del gruppo Temi e le opzioni di-
sponibili variano a seconda del tema selezionato.
Fare clic sulla prima diapositiva e fare clic sulla freccia GIÙ nel gruppo Varianti
della scheda Progettazione.
43
Fare clic su Colori, Tipi di carattere, Effetti o Stili sfondo, quindi scegliere una
delle opzioni predefinite o personalizzarne una.
Dopo la personalizzazione degli stili, fare clic sulla freccia GIÙ nel gruppo Te-
mi e scegliere Salva tema corrente.
Per creare un tema personalizzato, iniziare con un Office tema predefinito e modificare
i colori, i tipi di carattere o gli effetti:
Modificare le impostazioni relative ai colori, ai tipi di carattere e agli effetti del tema
44
Panoramica dei temi
Un tema è uno schema di progettazione con colori, tipi di carattere e sfondo che si ap-
plica alle diapositive.
Dopo la creazione, il tema si trova nella scheda Progettazione della raccolta Temi. Per
provare un tema, posizionare il puntatore del mouse su un'anteprima nella raccolta
Temi e osservare come cambia l'aspetto della diapositiva.
Di seguito vengono riportati quattro temi diversi applicati alla stessa diapositiva:
45
a. Sarà sufficiente fare clic con il mouse su di una maniglia raffigurata da
un cerchietto posizionata su di uno dei quattro angoli e trascinare per
vedere rimpicciolire o ingrandire l’immagine senza che venga deforma-
ta.
b. Se invece farete clic su di una maniglia raffigurata da un piccolo qua-
drato posizionata su di uno dei bordi vedrete rimpicciolire o ingrandire
l’immagine con le proporzioni alterate.
46
3.4.5.5.1 – Ruotare e capovolgere un’immagine
Dopo aver inserito un oggetto nella diapositiva e modificate le sue dimensioni,
può capitare di avere la necessità di aggiungere degli effetti particolari come
ad esempio la parziale o totale rotazione. Quando selezioniamo un oggetto
appare, posizionato al centro del bordo superiore, una freccia circolare chia-
mata Controllo di rotazione. Il Controllo di rotazione permette di trascinare in
modo molto semplice un oggetto vuoi che esso sia un’immagine una forma
nella direzione in cui si desidera ruotarla controllando visivamente di quanto la
si desidera ruotare.
l’alto a
seconda del verso e dell’angolazione che si vuole per la rotazione
dell’oggetto. Vedrete il puntatore del mouse assumere la forma di
quattro piccole frecce curve ad indicare la rotazione dell’oggetto.
d. Per ruotare un oggetto possiamo in alternativa utilizzare il pulsante
Rotazione presente nel gruppo pulsanti Dimensioni della scheda For-
mato.
47
Per spostare l’oggetto invece si posiziona il puntatore del mouse all’interno
dell’oggetto stesso e trascinarlo sulla diapositiva.
48
11. Fate ora clic sul pulsante Allinea testo presente nella scheda Home
gruppo pulsanti Paragrafo
12. Dalla successiva tendina scegliete la voce In mezzo
1
Aggiungiamo una seconda
immagine riguardante i fiumi
del parco, a destra del
paragrafo che elenca i nomi dei fiumi
49
1. Fate clic sul pulsante Immagine presente nella scheda Inserisci nel
gruppo pulsanti Immagini
2. Fate clic sul file Cascata presente nella cartella con la base informativa
sul desktop
3. Modificate le dimensioni dell’immagine, eliminate il bordo nero rita-
gliando il contorno e posizionatela a destra del paragrafo con i nomi
dei fiumi del parco
4. Salvate il file
50
3.4.5.6 – Utilizzare gli stili Forma
PowerPoint gestisce i segnaposti presenti nella diapositiva come se fossero
delle forme.
1. Fate clic sul segnaposto della diapositiva 5 con le informazioni sui fiumi
e i laghi del Parco
2. Fate clic ora sulla scheda Formato
3. Dalla raccolta Stili forma scegliete Marrone – colore 3
4. Fate ora clic sul pulsante Effetti Forma posizionato sulla scheda For-
mato nel gruppo comandi Stili forma
5. Scegliete cora on un clic la voce Rilievo
6. Dalla successiva finestra di dialogo scegliete la voce Rilievo1
7. Assegnate ora alle immagini lo stile Rettangolo con rilievo
51
8. Salvate la presentazione
Possiamo iniziare a utilizzare questi effetti, assegnando agli oggetti di una pre-
sentazione una combinazione di animazioni predefinita, che può essere appli-
cata a più diapositive o all’intera presentazione utilizzando pochi clic del mou-
se. In questo modo risparmieremo tempo, dando però un aspetto coerente al
nostro lavoro.
52
I comandi per gestire le animazioni sono presenti nella raccolta Animazioni po-
sizionata nella scheda Animazione. Questa raccolta presenta una serie di ico-
ne raggruppate per tipologia di movimento: Entrata; Enfasi; Uscita. La raccolta
diventa attiva quando uno o più oggetti della diapositiva sono evidenziati, pas-
sando il puntatore del mouse sulle icone della raccolta si può vedere
un’anteprima in tempo reale; questo facilita tantissimo la scelta.
Entrata
Enfasi
Uscita
a. Per aggiungere una o più animazioni agli oggetti della diapositiva oc-
corre come detto selezionare l’oggetto, se occorre gli oggetti
53
b. Si fa clic con il mouse su di una delle proposte presenti nella raccolta
Animazioni
1. Fare clic con il mouse sulla prima immagine inserita nella nostra
2. Fare clic sulla scheda Animazioni
3. Fate clic sull’animazione Zoom presente nella raccolta Animazione
54
3
PowerPoint visualizzerà l’anteprima dell’animazione.
Questo effetto verrà avviato ogni volta che si visualizzerà questa diapositiva
facendo clic con il mouse sopra la diapositiva durante la presentazione.
Facciamo in modo che l’immagine compaia con l’effetto nel momento in cui si
visualizza la diapositiva
4. Fate clic sul piccolo pulsante presente nella casella Inizio: presente nel
gruppo comandi Intervallo della scheda Animazioni
Si aprirà un piccolo menù a discesa con tre possibili scelte di inizio animazione:
55
Sul bordo dell’immagine è comparso un piccolo riquadro con uno 0 ad indicare
che all’oggetto, presente sulla diapositiva, è stata assegnata un’animazione. Lo
zero indica il tipo di avvio dell’animazione, gestita direttamente da PowerPoint
e non dall’utente attraverso il clic del mouse. (Figura 10)
Figura 5
Quando l’animazione è avviata con il clic del mouse, nel piccolo riquadro com-
pare il numero 1
PowerPoint offre molti strumenti che aiutano a controllare il modo con cui le
diapositive verranno presentate al pubblico.
57
Per esempio, si possono programmare speciali Transizioni, ovvero tecniche di
passaggio da una diapositiva all’altra. È possibile decidere i secondi che devono
passare tra una diapositiva all’altra per una presentazione automatica, oppure
inserire dei pulsanti per passare alla diapositiva successiva o precedente. Tutto
questo lo vedremo più avanti, per il momento passiamo alla diapositiva suc-
cessiva premendo il tasto Invio
58
19. Modificate portando a 15,5 cm l’altezza del segnaposto
20. Allineate verticalmente In mezzo il testo nel segnaposto
21. Aumentate il livello elenco delle voci inserite dopo i due punti.
Chi conosce Word avrà sicuramente notato la presenza nella scheda Home di
tantissimi pulsanti comuni all’Editor di testo. Per aumentare il livello elenco fa-
te clic sul pulsante presente nel gruppo pulsanti Paragrafo.
1. Fate clic sul pulsante Layout presente nella scheda Home gruppo pul-
santi Diapositive
2. Tra le scelte in elenco fate clic sulla voce
Due contenuti
59
sono presenti le immagini
60
3.4.6 – Eliminare una diapositiva
Le diapositive come del resto tutti gli oggetti si possono all’occorrenza cancel-
lare
62
3.5 - Utilizzo avanzato degli Strumenti di Presentazione
62
SOMMARIO
63
3.5.14.2 – AGGIUNGERE UN FRAME POSTER A UN VIDEO................................................. 108
64
3.5.1 - Aggiungere effetti artistici alle immagini
Abbiamo visto come modificare le dimensioni di una immagine inserita, co-
me ritagliarla, abbiamo visto come inserire dei bordi colorati. Vediamo ora
come aggiungere degli effetti. Questa nuova caratteristica di PowerPoint
2010 consente di avvicinare l‘immagine ad un disegno. Nella scheda conte-
stuale Strumenti immagine/Formato nel gruppo comandi Regola è presente
il pulsante Effetti Artistici un clic su questo pulsante apre una raccolta nella
quale sono elencati sotto forma di piccole anteprime numerosi effetti. Utiliz-
zare questi effetti è molto semplice e intuitivo sarà sufficiente passare il cur-
sore sulle miniature presenti nella raccolta, per vedere in tempo reale la tra-
sformazione dell’oggetto selezionato.
65
3.5.1.1 - Aggiunta di testo nelle Diapositive
Scorrendo il menù Nuova diapositiva, alla ricerca di un layout adatto per la
diapositiva che stiamo creando, possiamo notare che in quasi tutti i layout
disponibili sono presenti i segnaposto per: le caselle di testo, per il titolo e
per il testo degli elenchi puntati. Ciò non toglie però la possibilità di inserire e
di posizionare all’interno delle stes-
se altri oggetto testo attraverso lo
strumento Casella di testo (chi co-
nosce Word ha già avuto modo di
utilizzare questo strumento). 3
66
6. Inserite: Caratteristiche geografiche
7. Modificate il tipo di carattere in Verdana di-
mensione 24
8. Allargate il segnaposto fino a raggiungere il
bordo destro dell’oggetto sottostante, quello
con il testo
9. Centrate e sottolineate il titolo appena inserito
modificate Rosso - colore 2 il colore del carat-
tere facendo clic sul pulsante Colore carattere
presente nella scheda Home
10. Aggiungete ora una casella di testo con il titolo:
I fiumi e i laghi nella quinta diapositiva (dovre-
te farvi un pochino di spazio riducendole di-
mensioni dei segnaposti e spostando le imma-
gini)
11. Modificate in Verdana dimensione 20 il carat-
tere del titolo
12. Aggiungete l’animazione personalizzata Effetto
Enfasi Rotazione alla casella di testo
13. Modificate l’inizio dell’effetto inserendo Con
precedente
14. Fate clic sul pulsante Opzioni effetto e dal me-
nù a discesa scegliete la voce Due rotazioni
15. Nella casella Durata inserire 04,00
16. Salvate la presentazione
67
3.5.2.1 – Visualizzare la Struttura di una presentazione
La visualizzazione Struttura è disponibile nel riquadro a sinistra della Diaposi-
tiva nella quale stiamo lavorando. La prima, quella con una piccola diapositi-
va in alto, la conosciamo infatti è quella con la quale abbiamo fino ad ora la-
vorato
68
PowerPoint ha modificato la sequenza delle diapositive cambiando inoltre la
numerazione delle stesse. (Figura 14)
Figura 14
È attiva la scheda Visualizza nella quale sono presenti i pulsanti per la gestio-
ne delle visualizzazioni della presentazione.
4. Fate clic sul pulsante Adatta alla finestra presente nel gruppo pulsanti
Zoom
5. Salvate la presentazione
69
3.5.3 – Creare collegamenti ipertestuali a oggetti in-
terni o esterni alla presentazione
L'ipertesto, al contrario del testo tradizionale, consente una lettura non se-
quenziale ma per centri di interesse. Qui notiamo la presenza di nodi (parola-
chiave, pulsante, ecc..) che connettono tra loro vari elementi testuali o mul-
timediali (un'immagine, un riferimento
sonoro, ecc..) con un semplice clic del
mouse. Per orientarsi (navigare) in
questo groviglio di interconnessioni si
ha bisogno di una bussola (mappa) che
è semplicemente l'indice generale de-
gli argomenti trattati
Approfondimenti su di un particolare
argomento se possono essere graditi
ad un utente rischiano, tuttavia, di di-
stogliere l’attenzione dei più dal filo logico che si sta seguendo e di conse-
guenza appesantire la presentazione.
70
Nella nostra presentazione, nella diapositiva relativa alla fauna, si accenna a
tre animali simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo: l’Orso Marsicano il Lupo e
il Camoscio
71
5. Nella casella di riepilogo Cerca in: facendo clic sul piccolo pulsante
posizionato a destra, quello con il triangolo per intenderci,
specificate la cartella Base PowerPoint sul desktop e
successivamente nelriquadro in basso cercate e fate clic sul file Il
camoscio d’Abruzzo.mht
72
10. Portate il cursore sulla parola Camoscio e premere Ctrl sulla tastiera
non appena si trasforma in una piccola mano, fate clic con il mouse
(Figura 15)
Figura 15
74
5. Indicate al programma la cartella con la base informativa sul desktop e
successivamente il file Orso marsicano.pptx
6. Fate clic su OK
75
2
4. Ripetete ora i passaggi per collegare alla parola Il lupo l’omonimo file di
PowerPoint presente nella cartella con la Base informativa sul Desktop
5. Avviate la presentazione dalla diapositiva corrente facendo clic
sull’omonimo pulsante presente nella scheda Presentazione
6. Portate il cursore sulla parola L’Orso Marsicano non appena si trasforma
in una piccola mano fate clic con il mouse
76
3.5.5 – Creare pulsanti di navigazione
Abbiamo appena collegato il contenuto di altri file o di altre presentazioni a
piccole porzioni di testo presenti in una diapositiva, utilizzando due pulsanti
presenti nella scheda Inserisci: il pulsante Collegamento e il pulsante Azione.
Inseriremo ora nelle diapositive che riguardano l’orso marsicano e il lupo due
piccoli pulsanti, chiamati pulsanti azione, che ci consentiranno di tornare alla
nostra presentazione senza dover premere il tasto ESC.
77
2. Nel gruppo pulsanti Illustrazioni
della scheda Inserisci fare clic 1
78
6. Nel menù a tendina scegliete Altra
presentazione di PowerPoint.… Indi-
cate al programma la cartella con la
base informativa presente sul desk-
top e successivamente il file Abruz-
6
zo.pptx
7. PowerPoint vi chiederà di selezionare
quale delle diapositive della presen-
tazione Abruzzo volete il collegamen-
to
8. Fate clic sul titolo diapositiva LA
FAUNA
9. Fate clic su OK
Figura 16
79
10. Salvare e chiudere il file
11. Ripetete i passaggi per inserire un pulsante che riporti alla presentazione
Abruzzo, per il file con le informazioni sul lupo
12. Salvate le modifiche apportate alle presentazioni
13. Eseguite ora la presentazione relativa al parco nazionale d’Abruzzo e
provate il link
14. Salvate la presentazione