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Fenomeno e Noumeno
La realtà fenomenica viene rappresentata con l’immagine del “Velo di Maya”, che
deve essere oltrepassato dal filosofo per arrivare alla realtà noumenica, quella
autentica. Questa realtà è quindi celata ed in essa sarebbe contenuta la volontà di
vivere, un impulso inconscio ed incontrollabile che ci spinge a vivere la nostra vita,
senza un reale motivo.
Se vediamo il corpo come un oggetto esso sarà visto come un’illusione, ma se, invece,
percepiamo la vita dentro di noi (il respiro, il battere del cuore, ecc..), allora abbiamo
un’immediata esperienza del corpo vivente.
La volontà di vivere
Schopenhauer ritiene che questa sia l’essenza di ogni cosa che esiste, un impulso
irresistibile che porta l’uomo a continuare la propria esistenza.
Questo è un impulso inconscio, cieco ed irrazionale che ci spinge “qua e là” nella
nostra vita.
L’uomo può strappare il velo di Maya arrivando alla conclusione che la sua essenza è
la volontà di vivere.
La vita è dolore
Per Schopenhauer, siccome il mondo è mosso da questa volontà irrazionale e priva di
senso, allora la “crudele verità” è che la vita ed il mondo stesso sono prive di scopo
e senso.
Inoltre, ogni appagamento dura solo un momento, questo perché il piacere è solo
momentanea cessazione del dolore.
Infine, nei rari momenti in cui il desiderio trova soddisfazione, proviamo una profonda
noia perché la soddisfazione, eliminando il desiderio, ci “svuota” della nostra energia
vitale.
“La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra dolore e noia, con
intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia”
La sofferenza universale
Allargando lo sguardo possiamo vedere che tutto il creato non è altro che una lotta
feroce tra tutte le creature:
“un’arena di esseri tormentati e angosciati, i quali esistono solo a patto di divorarsi l’un
l’altro, dove perciò ogni animale carnivoro è il sepolcro vivente di mille altri e la propria
autoconservazione è una catena di morti strazianti”
L’illusione dell’amore
Anche l’amore viene visto dal filosofo in maniera estremamente “cruda”. L’individuo,
infatti, non è altro che un semplice strumento della specie e della volontà di vivere. Di
conseguenza l’amore non è altro che una maschera dell’accoppiamento sessuale.
“due infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano e una terza infelicità che
si prepara”
Egli critica:
✦ l’ottimismo cosmico, ovvero l’idea che il mondo sia retto dalla Divina
Provvidenza o dalla Ragione. Il cosmo, in realtà , è ateo (privo di
qualsiasi principio divino di ordine e senso) e irrazionale (privo di
qualsiasi ordine razionale);
✦ l’ottimismo storico, ovvero l’idea tipica della sua epoca che la storia
sia un continuo progresso. In realtà , la storia e il tempo sono solo
miraggi, illusioni: guardata “da vicino” la storia appare il regno del caso
e del caos, mentre “da lontano” si rivela la ripetizione fatale di uno
stesso dramma.
1) L'arte
2) La morale
Si basa, infatti, sulla pietà, intesa nel senso originario di compassione o empatia,
cioè sulla capacità di sentire le sofferenze altrui come nostre. In altri termini, la
pietà si origina dall’intuizione del fatto che siamo tutti manifestazioni della
volontà di vivere.
La morale però non costituisce una soluzione radicale e definitiva, perché rimane
una forma di attaccamento alla vita.
3) L'ascesi