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Comunicazioni brevi
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Comunicazioni brevi
Traduzione dei testi inglesi: Dr. Maurizio Garetto e Dr.ssa Tiziana Binelli
G U I D A A L L ’ U T I L I Z Z O D E L C D
li atti del Congresso Multisala SCIVAC 2004, oltre che di tutti i Congressi Multisala SCIVAC dal 1998 al 2003, sono presen-
G tati in formato PDF. Oltre a consentire la fedele riproduzione digitale della versione cartacea, questo formato offre la possi-
bilità di inserire ipertesti in modo da rendere i documenti ricercabili e navigabili. La consultazione del CD richiede Acrobat Reader
3.0 o superiore installato sul computer. Nel CD è contenuto il file di installazione del programma per gli utenti che ne fossero sprov-
visti (aprire la cartella ACROBAT e quindi quella MAC o WIN in base al proprio sistema operativo. Cliccare sul file di installazione e
seguire le istruzioni fornite). Per iniziare la consultazione aprire il file menu.pdf. Si può accedere agli abstracts a partire dai segnalibri
(a sinistra della finestra di Acrobat reader). Le frecce gialle consentono di visualizzare in sequenza i lavori di ciascun autore. È pos-
sibile eseguire una ricerca per parole chiave (TROVA) e stampare ogni sezione degli atti.
R E Q U I S I T I M I N I M I D I S I S T E M A
Macintosh PC
PowerPC 160 MHz Pentium 150 MHZ
MacOS 8.1 WIN 95/98
64 Mb RAM 32 Mb Ram
CD-ROM 8x CD-ROM 8x
monitor 800x600 migliaia di colori monitor 800x600 migliaia di colori
Ideazione e realizzazione
Enrico Febbo, Med Vet
Hill’s*
Animal Health
G U I D A A L L ’ U T I L I Z Z O D E L C D
li atti del Congresso Multisala SCIVAC 2004, oltre che di tutti i Congressi Multisala SCIVAC dal 1998 al 2003, sono presen-
G tati in formato PDF. Oltre a consentire la fedele riproduzione digitale della versione cartacea, questo formato offre la possi-
bilità di inserire ipertesti in modo da rendere i documenti ricercabili e navigabili. La consultazione del CD richiede Acrobat Reader
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Ideazione e realizzazione
Enrico Febbo, Med Vet
Hill’s*
Animal Health
COMMISSIONI
DIRETTIVO SCIVAC 2001-2003
SCIVAC BOARD OF DIRECTORS 2001-2003
ORGANIZZAZIONE CONGRESSUALE
ORGANIZING SECRETARIAT
Coordinatore Congressuale
FULVIO STANGA
Segreteria Marketing
FRANCESCA MANFREDI
marketing@evsrl.it
Segreteria Iscrizioni
PAOLA GAMBAROTTI
info@scivac.it
ORGANIZZAZIONE ALBERGHIERA
HOTEL RESERVATIONS
1992 a Parigi il primo convegno di veterinari europei che ha portato LESLEY KING
alla realizzazione della EVSSAR. Alain possiede una vecchia cagna DVM, Dipl ACVECC, Dipl ACVIM, Dipl ECVIM,
islandese e 2 gatti. I suoi numerosi hobby comprendono la recitazio- Philadelphia, Pennsylvania, USA
ne teatrale, i viaggi e le passeggiate. La Dr.ssa Lesley King si è laureata presso la Faculty of
Veterinary Medicine, University College Dublin, Ireland,
TONY GLAUS nel 1986. Dopo un anno come Veterinario Ippiatra a Du-
Dr Med Vet, Dipl ECVIM –CA (Int. Med), Dipl ECVIM-CA (Car), blino, la Dr.ssa King si è trasferita alla School of Veterinary Medicine
Dipl ACVIM, Zurigo, Svizzera della University of Pennsylvania, dove ha portato a termine un periodo
1981-1986: Studi di Medicina Veterinaria, Università di Berna di residenza in medicina interna dei piccoli animali nel 1989. Dopo la
1986-1991: Tesi di Laurea seguita da un periodo di residenza pres- residenza, la Dr.ssa King è rimasta a far parte dello staff della Intensive
so la Clinica dei Piccoli Animali, Università di Zurigo Care Unit della University of Pennsylvania ed attualmente è Associate
1991-1994: Residenza in Small Animal Internal Medicine presso Professor presso la Section of Critical Care e Director della Intensive
il Veterinary Teaching Hospital, University of Georgia, Athens Care Unit. È Diplomate of the American College of Veterinary Emer-
GA, USA gency and Critical Care, the American College of Veterinary Internal
1994: Diplomate of the American College of Veterinary Internal Medicine, e the European College of Veterinary Internal Medicine
Medicine (Internal Medicine) (Companion Animal). I settori di interesse dell’attività di ricerca della
1994-1998: Professore assistente, Clinica di Medicina Interna dei Dr.ssa King comprendono tutti gli aspetti della terapia intensiva dei pic-
Piccoli Animali, Università di Zurigo coli animali, con particolare riguardo alla medicina polmonare ed alla
1996: Diplomate of the European College of Veterinary Internal previsione dell’esito della terapia nei pazienti in condizioni critiche.
Medicine (Internal Medicine)
1999: Di ruolo, Direttore della Divisione di Cardiologia, Clinica di ANDREW MACKIN
Medicina Interna dei Piccoli Animali, Università di Zurigo BSc, BVMS, MVS, DVS,c FACVSc, DSAM, MRCVS
2003: Diplomate of the European College of Veterinary Internal Dipl ACVIM, Mississippi, USA
Medicine (Cardiology) Il Dr. Mackin si è laureato nel 1983 presso la Murdoch
University, ed ha lavorato presso diversi ospedali veteri-
CLAUDIA HOCHLEITHNER nari universitari in Australia, Canada, Scozia e Stati
Dr Med Vet, Vienna, Austria Uniti. Il Dr. Mackin è Hugh Ward Chair of Small Animal Medicine
Nata a Linz, in Austria, si laurea nel 1981 in Medicina Veterinaria presso la Mississippi State University, e mantiene uno specifico inte-
presso l’Università di Vienna. Nel 1988 sposa Manfred Hoch- resse clinico e di ricerca nel campo dell’ematologia e dell’emostasi. È
leinthner con il quale nel 1992 apre una Clinica Privata a Vienna co-editor del BSAVA Manual of Small Animal Hematology and Tran-
(50% animali da compagnia, 50% animali esotici). sfusion Medicine, pubblicato di recente, ed è Presidente Eletto della
Aree di interesse: Animali esotici, Ecografie. È stata relatrice in di- Association of Veterinary Hematology and Transfusion Medicine.
versi paesi: Usa, Israele, Argentina, Australia, Costa Rica, Jamaica, ULRIKE MATIS
Polonia, Slovenia e Austria. Med Vet, Dipl ECVS, Monaco, Germania
Interessi personali: Diving (PADI Instructor) e Underwater Video. La Dr.ssa Matis si è laureata presso l’Università di Monaco
nel 1970, dove ha conseguito il titolo di Dr. med. vet. nel
BARBARA KASER-HOTZ 1972 e quello di Dr. med. vet. habil. (PhD) nel 1981. At-
Dr Med Vet, Dipl ACVR (Radiology and Radiation On- tualmente è Professore di Chirurgia e Direttore della Clini-
cology), Dipl ECVDI, Zurigo, Svizzera ca Chirurgica (compresa Oftalmologia e Radiologia) dell’Università
Laurea in Medicina Veterinaria presso l’Università di Ludwig-Maximilians di Monaco. È stata Presidente di AO Vet Internatio-
Berna, 1984. Residenza in Radiologa presso la Uni- nal (1996-1998) e Presidente della European Society of Veterinary Ortho-
versity of Pennsylvania and Colorado State Univer- paedics and Traumatology (1998-2000). Nel 2001 ha ricevuto il WSAVA
sity. Dal 1990, alla Università di Zurigo, Sviluppo della Radio-on- Saki Paatsama International Award. La Dr.ssa Matis ha pubblicato nume-
cologia. Dal 2001 Professore di Radiologia e Radio-oncologia. rosi articoli e capitoli di libri nel campo della chirurgia degli animali da
compagnia. I suoi principali settori di interesse sono rappresentati dal-
ELLEN KIENZLE l’ortopedia e traumatologia dei piccoli animali, dall’analisi computeriz-
Dr Med Vet, Dipl ECVCN, Monaco, zata dell’andatura e dalle tecniche di diagnostica per immagini.
Germania
Ellen Kienzle è Professore ordinario di nutrizione e NORBERT MENCKE
dietetica veterinaria della facoltà di Medicina Vete- Dr Med Vet, PhD, Dipl EVPC, Leverkusen, Germania
rinaria dell’Università Ludwig-Maximilians di Mo- È nato in Germania il 19 ottobre del 1959. Dopo aver portato a termine le
naco (Germania). Si è laureata in Medicina Veterinaria presso scuole superiori ed avere svolto il servizio militare, iniziò a studiare Me-
l’Università di Hannover nel 1982. dicina Veterinaria alla Facoltà di Hannover (Tierärztliche Hochschule
Nello stesso anno ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della Hannover) in Germania. Dopo la laurea iniziò gli studi per il PhD presso
Professione. l’Istituto di Parassitologia della Facoltà di Medicina Veterinaria di Han-
Nella stessa Università ha in seguito ottenuto il Dottorato di Ri- nover in associazione con il Dipartimento dell’Agricoltura di Adelaide,
cerca. Prof. Kienzle ha pubblicato su argomenti quali il metaboli- Australia, dove conseguì il PhD nel 1989. Nello stesso anno entrò a far
smo dei carboidrati, la formulazione computerizzata della dieta, i parte della Bayer come ricercatore nel campo della Parassitologia. Dal
fabbisogni nutritivi di gatti adulti, cani e cuccioli. Per la sua atti- 1989 al 1999 Norbert Mencke ha ricoperto incarichi di responsabilità in
vità di ricerca, nel 1997, l’Università di Zurigo l’ha insignita del differenti posizioni nel settore ricerca e sviluppo. Dal Gennaio 1999 Nor-
Walter-Frei-Prize. bert Mencke è entrato a far parte del dipartimento di marketing, Animali
Prof. Kienzle è past-president e attuale membro dell’European da Compagnia, e dal Luglio 2002 è responsabile mondiale dei Servizi Ve-
Society of Veterinary and Comparative Nutrition (ESVCN) e pre- terinari dei prodotti della Bayer per Animali da Compagnia. Il Dr.
sidente fondatore dell’European College of Veterinary and Com- Mencke è Board Certified Specialist In Veterinary Parasitology ed è Di-
parative Nutrition. Inoltre, è attualmente coeditore del Journal of plomate of the European Veterinary Parasitology College (Dipl. EVPC).
Animal Physiology and Animal Nutrition. Ha pubblicato diversi lavori scientifici in riviste referee e libri.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC vii
MARTA AVANZI Iscritto dal 1995 dapprima al GAE, poi SIVAE. Membro del consi-
Med Vet, Castelfranco Veneto (TV) glio direttivo SIVAE con compito di consigliere. Collabora al noti-
Laureata a Bologna con lode nel 1988, nel 1993 ha ziario SIVAE, “Exotic Files”, ha tenuto varie relazioni agli incontri
aperto con un collega un ambulatorio a Castelfranco della società ed ha partecipato come istruttore al primo corso SCI-
Veneto, dove lavora tuttora. Ha tenuto varie relazioni VAC di medicina e chirurgia dei cheloni tenuto ad Ottobre 2003.
agli incontri del gruppo di studio di animali esotici, a Membro ARAV ed AEMV. Socio fondatore dell’AAE (Associazio-
seminari SIVAC su argomenti di medicina degli animali esotici, ed ne Animali Esotici).
ai corsi SCIVAC sugli animali esotici. Nel 1998 è stata eletta Coor-
dinatrice del gruppo di studio di animali esotici (fino alla costitu- FABRIZIO BENINI
zione della SIVAE avvenuta l’anno successivo). È tra i soci fonda- Med Vet, Treviso
tori SIVAE, di cui ricopre attualmente la carica di segretario, e di- Laureato a Bologna nel 1992, ha lavorato presso la
rettore della rivista della SIVAE, “Exotic Files”. È tra i soci fonda- Clinica Vet. “Il Poggetto” a Firenze per un anno poi
tori ed attuale segretario dell’AAE (Associazione Animali Esotici).” alla Clinica vet. “Strada Ovest” in Treviso per 6 anni,
dal dicembre 2000 responsabile sanitario dell’Ambu-
MASSIMO BARONI latorio Vet. “Biban”. Presso tutte queste strutture è stato sempre il
Med Vet, Dipl. ECVN, Monsummano Terme, Pistoia responsabile per gli animali esotici. È socio fondatore SIVAE, con-
Laureato in Medicina Veterinaria con Lode nel 1987 sigliere dal 2001, rieletto nel 2002. È socio fondatore AAE di cui è
presso l’Università di Pisa. Dal 1992 al 1995 ha com- consigliere dal 2000. Ha tenuto relazioni a congressi e seminari ed
piuto un Non Conforming Residency Programme in ha scritto diversi articoli per riviste del settore ed altre riviste a ca-
Neurologia presso l’Istituto di Neurologia, Università rattere divulgativo sugli animali esotici. Collabora con la LIPU.
di Berna. Nel 1995 ha ottenuto il Diploma del College Europeo di
Neurologia a Liegi (Belgio). Dal 1995 al 1999 ha lavorato a Geno- MARCO BERNARDINI
va, svolgendo attività di referenza in campo neurologico ed ortope- Med Vet, Dipl ECVN, Bologna
dico. Attualmente svolge la propria attività specialistica presso la Si laurea presso l’Università di Bologna nel 1988. Co-
Clinica Veterinaria “Val di Nievole”, Monsummano Terme, Pistoia. mincia ad occuparsi di neurologia nel 1992, frequen-
È stato membro dell’Education Commitee del College Europeo di tando in Lussemburgo e Svizzera i corsi dell’Euro-
Neurologia (ECVN) dal 1996 al 1999 ed è attualmente Segretario pean School for Advanced Veterinary Studies
della Società Europea di Neurologia Veterinaria (ESVN). È inoltre (ESAVS). Nel biennio 1994-95 effettua un Residency in Neurolo-
componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neu- gia presso l’Università di Berna (Svizzera). Nel 1995 consegue il
rologia Veterinaria (SINVET) e direttore del Corso di Neurologia diploma dell’European College of Veterinary Neurology (ECVN).
SCIVAC. È autore di pubblicazioni riguardanti l’ortopedia e la neu- Dal 1997 al 2001 è docente di Neurologia Veterinaria presso l’Uni-
rologia e ha presentato oltre 80 relazioni ad incontri a carattere na- versità di Barcellona (Spagna) e responsabile del Servizio di Neu-
zionale ed internazionale, in Italia ed all’estero. rologia e Neurochirurgia presso l’Ospedale Veterinario della stessa
Attuali aree di interesse: Neurodiagnostica per immagini, neuro- facoltà. Nel biennio 2002-03 è Oberassistent in Neurologie presso
chirurgia intracranica. l’Università di Berna (Svizzera). Attualmente esercita la libera pro-
fessione esclusivamente come referente di casi neurologici in Emi-
ROBERTO BELLENTANI lia Romagna. Inoltre, è docente a contratto di Neurochirurgia Vete-
Med Vet, Modena rinaria presso l’Università di Padova, presidente della Società Ita-
Laureato nel 1982 presso la Facoltà di Medicina Ve- liana di Neurologia Veterinaria (SINVet), membro dell’Examina-
terinaria di Parma. Inizia la professione prima in un tion Committee dell’ECVN. Relatore a mumerosi corsi e congres-
Ambulatorio a Modena, poi dal 1992 al 1998 fa par- si in Italia e all’estero, è autore di articoli e del libro “Neurologia
te dello staff della Casa di cura San Geminiano, del cane e del gatto” (Poletto Editore, Milano).
struttura dotata di pronto soccorso e degenza. In questo periodo si
occupa di chirurgia generale, diagnostica per immagini ed ane- MARCO BERTOLI
stesiologia. Dal 1999 lavora in un Ambulatorio Veterinario a For- Med Vet, Roma
migine, di cui è Direttore Sanitario, e collabora con l’Ambulato- Si laurea presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di
rio Veterinario San Prospero di Reggio Emilia dove si occupa Parma nel 1997 presso la quale pratica un internato di
esclusivamente di anestesia. Da parecchi anni è iscritto al gruppo un anno in clinica chirurgica. Relatore per due anni al
di studio di anestesia, al quale ha collaborato attivamente con una Corsi di pronto soccorso SCIVAC. Membro dell’E-
relazione sul blocco del plesso brachiale con ausilio di elettrosti- VEECS. Ha partecipato a corsi nazionali e internazionali ed è sta-
molatore. Sempre sullo stesso argomento ha presentato una co- to relatore a Seminari e Congressi sempre riguardanti la Medicina
municazione libera al 44° Congresso Nazionale SCIVAC. Ha d’Urgenza. Ha collaborato alla realizzazione del manuale di pron-
inoltre svolto diversi stage di aggiornamento presso l’Ambulato- to soccorso SCIVAC. Da sei anni lavora presso il Centro Veterina-
rio “Città di Tortona” del Dott. Emilio Feltri. rio Gregorio VII del quale è anche responsabile del pronto Soccor-
so notturno.
ALESSANDRO BELLESE
Med Vet, Mestre (VE) ANDREA BOARI
Alessandro Bellese, nato il 26-11-65 a Lido di Vene- Med Vet, Teramo
zia. Laureato in Medicina Veterinaria a Bologna il 08- Laurea con lode in Medicina Veterinaria all’Università
11-1994. Da sempre appassionato di zoologia in ge- degli Studi di Bologna nel 1983. Premio di Studio
nerale e di entomologia ed erpetologia in particolare. “Prof. Albino Messieri” (A.A. 1982-83). Funzionario
Da quando ha intrapreso la professione medico vete- Tecnico presso il Dipartimento Clinico Veterinario del-
rinaria, grazie alla comprensione dei colleghi con cui la stessa Università (dal 1986 al 1998). Professore a contratto dal
lavora ha potuto interessarsi in modo sempre più 1995 al 1998 in Semiologia Medica Veterinaria presso l’Università
esclusivo ai piccoli animali da compagnia “non convenzionali”, fi- degli Studi di Teramo. Borsa di Studio “Prof. Umberto Gasparini”:
no, allo stato attuale di dedicarsi quasi interamente a questi ultimi. visiting researcher per l’intero 1993 presso il Department of Veteri-
x 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
nary Clinical Sciences della Purdue University (USA) dove ha svol- MICHELE BORGARELLI
to sia attività di ricerca che clinica internistica. Professore Associato Med Vet, Dipl ECVIM-CA (Card), Torino
(1998-2000). Coordinatore Sezione di Medicina Interna (1998- Si è laureato presso l’Università di Torino nel 1989
2002). Professore Straordinario (2000-presente) in Clinica Medica con una tesi di fisiologia. Dal 1990 si occupa di car-
Veterinaria, Semiologia Medica Veterinaria e Semeiotica e Diagno- diologia e di ecografia nei piccoli animali. Da allo-
stica di Laboratorio presso l’Università degli Studi di Teramo. Mag- ra ha seguito numerosi periodi di aggiornamento in
gio 2002-luglio 2002: “Visiting Researcher” presso il Department of Italia e all’estero. È stato professore a contratto in ecocardiogra-
Small Animal Medicine and Surgery della Texas A&M University fia per gli anni 1996-97, 1998-99 e 2000-01 presso la Facoltà di
(USA). Dal 1° novembre 2002 è Direttore del Dipartimento di Scien- Medicina Veterinaria di Torino. Nel 1999 si è diplomato al Col-
ze Cliniche Veterinarie presso la stessa Università e Vice Preside del- lege Europeo di Medicina Interna (Cardiologia). Attualmente è
la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo. Responsabile progetti Ricercatore e Dottorando di ricerca presso la Facoltà di Medici-
di ricerca universitari (ex-60%) del 1999-2000-2001-2002. Ha pub- na Veterinaria di Torino dove segue programmi di ricerca sulla
blicato più di 100 lavori su riviste nazionali e internazionali ed è sta- miocardiopatia dilatativa nel cane, sulla insufficienza mitralica
to relatore a numerosi Congressi nazionali ed internazionali. È stato nei cani di grossa taglia, sui meccanismi neuro-ormonali in cor-
eletto quale membro del Comitato Scientifico della Società Italiana so di insufficienza cardiaca, e sugli effetti delle malattie sistemi-
delle Scienze Veterinarie in merito al Settore Scientifico Disciplina- che sull’apparato cardiovascolare. Ha tenuto numerosi seminari
re di Clinica Medica Veterinaria. È socio della Società Italiana delle scientifici e corsi di perfezionamento su argomenti riguardanti la
Scienze Veterinarie, della Società Italiana di Buiatria, della Società cardiologia e l’ecografia internistica nei piccoli animali ed ha
Culturale Italiana Veterinari Animali da Compagnia, della European presentato i risultati dei suoi esperimenti ed esperienze cliniche
Society of Comparative Gastroenterology, della European Society of in congressi nazionali ed internazionali. È segretario e tesoriere
Veterinary Endocrinology e della Comparative Gastroenterology So- della Società Europea di Cardiologia Veterinaria (ESVC). È
ciety. Dal luglio 2000 è socio fondatore e consigliere della Società membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Cardio-
Italiana di Medicina Felina e Direttore della relativa rivista “Medici- logia Veterinaria (SICARV). È autore di circa 60 pubblicazioni di
na Felina”. Dal 2003 ne ricopre la carica di vicepresidente. Dal luglio cardiologia ed ecografia internistica su riviste nazionali ed inter-
2003 è socio fondatore e consigliere della Società Italiana di Ga- nazionali.
stroenterologia ed endoscopia digestiva veterinaria.
ANDREA BRANCALION
DEA BONELLO Med Vet, Treviso
Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl EVDC, Torino Laureato a Bologna nel 1981.
Si laurea nel 1989 alla Facoltà di Medicina Veterinaria Pratica l’Omeopatia dal1989 e dal 2001 dirige la Se-
di Torino. Si specializza nel 1997 in Radiologia Veteri- zione Omeopatica dell’Ospedale Veterinario “S. Fran-
naria, nel 2001 consegue il titolo di Dottore di Ricerca cesco” di Castagnole (TV).
in Medicina Interna e nel 2001 ottiene un contratto di ri- Si è formato alla Scuola Superiore Internazionale di Medicina Vete-
cerca presso il Dipartimento di Patologia Animale della Facoltà di rinaria Omeopatica di Cortona (diretta dal Dott. Franco Del Francia),
Medicina Veterinaria di Torino. Dal 1989 si dedica all’odontostoma- nella quale è docente dall’ottobre del 1992. Nel 1991 ha fondato
tologia veterinaria ed in questo settore svolge attività di consulenza l’Accademia Trevigiana di Omeopatia Veterinaria, che tuttora dirige.
per i piccoli ed i grossi animali. Nel 1996 e nel 1998 è stata, a scopo Attualmente ricopre diversi incarichi in qualità di esperto di Omeo-
di aggiornamento, all’Università di Davis in California. Dal 1998 è patia veterinaria:
Diplomata dell’European College of Veterinary Dentistry. Relatore a - Collaboratore esterno della Scuola di Specializzazione in Diritto
numerosi congressi in Italia ed all’estero e autore di pubblicazioni ine- e Legislazione Veterinaria della Facoltà di Medicina Veterinaria
renti l’odontostomatologia veterinaria e comparata. Per molti anni dell’Università di Parma (diretta dal Prof. Giuseppe Zanetti).
Coordinatore del Gruppo di Studio di Odontostomatologia della SCI- - Referente scientifico e culturale del programma RADAR, il
VAC, dal 1998 al 2002 è stata Segretario dell’EVDC. Attualmente è software più diffuso al mondo per la medicina omeopatica.
Vice Presidente del College, Referee scientifico della SIODOV ed - Coordinatore della Sezione Veterinaria della Rivista ufficiale del-
Editor della rivista Quaderni di Odontostomatologia. la FIAMO (Federazione Italiana delle Associazioni dei Medici
Omeopati) “Il Medico Omeopata”.
UGO BONFANTI - Membro del Comitato Scientifico del Congresso della FIAMO.
Med Vet, Milano - Membro dell’Unione Medici Non Convenzionali Veterinari
Laureato a pieni voti presso l’Università di Milano (UMNCV).
nell’anno 1992. Autore di numerose pubblicazioni e relazioni a congressi e convegni
Dal conseguimento della Laurea ha lavorato regolar- scientifici. Ha curato l’edizione italiana del “Compendio dei Princi-
mente presso alcune cliniche veterinarie. Attualmente pi di Omeopatia” di W. Boericke ed è in fase di pubblicazione il suo
esercita la libera professione presso la Clinica Veterinaria Gran testo didattico “Scala LM e Prognosi nella pratica dell’Omeopatia
Sasso - Milano (Dr. Bussadori), occupandosi in particolare di Me- con particolare riferimento alla Medicina Veterinaria”.
dicina Interna ed Oncologia; da circa 7 anni si occupa attivamente
di citologia veterinaria. Nel 1997 ha effettuato uno stage della du- SANDRA BRAU
rata di un mese presso il Dott. Teske dell’Università di Utrecht; nel Med Vet, Maisons-Alfort, Francia
1998, per un periodo analogo, si è recato a Cambridge presso il Nata a Le Creusot in Francia il 01 ottobre 1974. Lau-
Prof. Herrtage. Nel 2002, per un mese e mezzo, si è recato per un reata in Medicina Veterinaria presso l’Università di Sas-
periodo di aggiornamento di Clinical Pathology alla School of Ve- sari il 9 aprile 2001. Dal gennaio 2002, dopo aver se-
terinary Medicine, University of Pennsylvania a Philadelphia. Ha guito corsi di formazione in neonatologia umana in di-
presentato alcune relazioni di ecografia, citologia ed oncologia in versi ospedali a Parigi e corsi di autopsia all’Ecole Nationale d’Alfort
occasione di gruppi di studio, seminari di citologia e congressi na- (Paris) è Responsabile del Servizio di neonatologia dei carnivori do-
zionali SCIVAC. È istruttore e relatore al corso di citologia della ve svolge un attività clinica di neonatologia e di autopsie su cuccioli
SCIVAC, e riveste la carica di vicepresidente della Società Italiana e gattini. Ha partecipato a seminari e congressi nazionali e internazio-
di Citologia Veterinaria. nali in qualità di relatore e presentando comunicazioni.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC xi
gnostica per immagini” della SCIVAC nel triennio 1999/2001, ed è All’attività accademica ha affiancato altri incarichi, quali:
attualmente segretario della SICARV (Società italiana di cardiolo- - Responsabile veterinario dal 1980 al 1999 del Centro Alleva-
gia veterinaria). Ha tenuto varie relazioni ad incontri di aggiorna- mento e Addestramento cani della Guardia di Finanza per l’Ita-
mento professionale in cardiologia ed ecografia internistica. È sta- lia.
to relatore al congresso nazionale multisala SCIVAC Milano 2001, - Redattore di dossier di registrazione per farmaci ad uso veterina-
2003. È stato relatore ed istruttore al corso di Ecocardiografia (ad- rio per società nazionali e multinazionali.
vanced course “cardiology III”-ESAVS). È docente al Master di II - Consulente della società Finbiotec, nata con lo scopo di promuo-
livello presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di vere lo sviluppo di compagnie nel settore delle biotecnologie.
Parma e presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di - Direttore per cinque anni di un centro di formazione che, su in-
Torino. Lavora a Padova come libero professionista dove svolge re- carico del Ministero Affari Esteri Italiano, ha svolto corsi per tec-
valentemente attività di referenza in cardiologia ed ecografia addo- nici laureati nel settore agrozootecnico, provenienti da paesi in
minale. Principali interessi sono rivolti all’ipertensione polmonare via di sviluppo (Africa, Asia, America Latina).
ed alla diagnostica ecocardiografica. - Consulente della Società Petrini S.p.A. di Bastia Umbra per lo
sviluppo di nuovi progetti.
ALESSANDRO CIORBA - Coredattore di una rivista veterinaria a diffusione nazionale nel
Med Vet, Perugia settore degli animali da compagnia (Cinologia).
Laureato nella sessione autunnale dell’anno accade- - Collaboratore delle riviste ARGOS, TRENTATRÈ e Farma 7.
mico 1969/70 con voti 110/110 e lode in Medicina Ve- - Nel 2001 è stato nominato membro della commissione veterina-
terinaria presso l’Università degli Studi di Perugia. ria di Federfarma con l’incarico di collaborare alla formazione
Ha frequentato dal 01.03.1971 come allievo ufficiale del farmacista nel settore veterinario.
la scuola del Servizio Veterinario Militare di Pinerolo ed ha, quin- - Presidente nazionale per 3 anni di una società specialistica nel
di, prestato servizio in qualità di sottotenente veterinario presso il settore dei piccoli animali aderente alla SCIVAC.
4° reggimento CC a cavallo di Roma sino al 14.06.1972. Il Autore di numerosi articoli a carattere scientifico.
1.07.1972, risultato vincitore di concorso nazionale, viene nomina-
to assistente ordinario alla cattedra di Patologia Generale e Anato- DANIELE SEBASTIAN CORLAZZOLI
mia Patologica della Facoltà di M. Veterinaria di Perugia. Med Vet, Roma
Nell’anno accademico 1975/76 gli viene conferito l’incarico di in- Si laurea nel 1991 a Milano con lode, discutendo una tesi sulla di-
segnamento di Istologia Patologica presso la Facoltà di M. Veteri- scospondilite nel cane, relatore il Prof Mortellaro. Dopo un pe-
naria di Perugia. riodo di studio in Francia, Inghilterra e negli Stati Uniti, lavora
Con grant della CEE, ha trascorso periodi di studio presso il dipar- nell’area milanese occupandosi esclusivamente di neurologia e
timento di Patologia Veterinaria del Royal Veterinary College di chirurgia dei piccoli animali. Dal 1995 si trasferisce a Roma do-
Londra e di Cambridge. ve collabora inizialmente con il Centro Veterinario Gregorio VII,
Collocato a disposizione del Ministero Affari Esteri italiano, ha as- quindi con lo Zoospedale Flaminio. Dal 2001 ha aperto un centro
sunto impiego in qualità di esperto presso l’Università di Heredia di referenza in neurologia, ortopedia e diagnostica per immagini
(Costa Rica), ove ha svolto attività di docenza (in lingua spagnola) a Roma.
e diagnostica presso la locale Facoltà di M. Veterinaria. Nel 1983,
alla prima tornata dei giudizi di idoneità, viene nominato professo- FEDERICO CORLETTO
re universitario di II fascia. Ha partecipato a svariate commissioni Med Vet, CertVA, DipECVA, MRCVS,
di esame ed è stato relatore di un rilevante numero di tesi sia di na- Newmarket (UK)
tura sperimentale che compilativa. Nato a Castelfranco Veneto, ha conseguito la Laurea
Ha partecipato a numerosi congressi nazionali ed internazionali in Medicina Veterinaria presso la Facoltà di Medici-
presentando comunicazioni personali. na Veterinaria dell’Università degli Studi di Padova
Ha fondato l’associazione nazionale patologi veterinari, di cui è nel 1997, con il massimo dei voti e la lode. Ha prestato servizio
stato segretario nazionale per 9 anni. Nel triennio 1992-1995 è sta- come ricercatore presso la medesima Facoltà, occupandosi di
to chiamato ad insegnare Anatomia Patologica Veterinaria presso la anestesiologia. Nel 2002 ha conseguito il Certificate in Veterinary
Facoltà di M. Veterinaria dell’Università di Camerino. Dall’anno Anaesthesia rilasciato dal Royal College of Veterinary Surgeons e
accademico 1994/95 al 1999 è docente di Istopatologia ed Oncolo- nel 2003 il Diploma di Specializzazione in Anestesiologia Veteri-
gia Veterinaria presso la Facoltà di M. Veterinaria di Perugia. naria rilasciato dal College Europeo (ECVA). Dal giugno 2003 la-
È stato membro del consiglio di biblioteca, della commissione per vora all’Animal Health Trust (Newmarket), in qualità di Aneste-
le borse Socrates e della giunta di Presidenza della Facoltà di M. sista Veterinario.
Veterinaria di Perugia.
Dal 1999 al 2001 è stato distaccato come dirigente, responsabile LUISA CORNEGLIANI
dell’area tematica ricerca e sviluppo, presso l’Istituto Zooprofilat- Med Vet, Milano
tico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche. In tale periodo si è Laureata in Medicina Veterinaria presso l’Univer-
occupato, tra l’altro, di OGM, della Scuola Nazionale dell’Alimen- sità di Milano nel 1991, lavora come libero profes-
tazione e della redazione di progetti per il Ministero della Sanità e sionista nel settore dei piccoli animali dove si oc-
dell’Unione Europea. Per il 2001 è consulente del laboratorio di cupa di dermatologia dal 1995. Ha frequentato pe-
detto Istituto per la BSE e l’oncologia. Dall’anno accademico riodi d’aggiornamento all’estero ad indirizzo dermatologico
2000/2001 è docente di Anatomia Patologica Veterinaria presso presso strutture private ed universitarie. Full member dell’E-
l’Università degli Studi di Perugia. SVD sta attualmente seguendo la via alternativa per conseguire
Dal 1 Marzo 2002 è stato nominato consulente dell’Istituto Zoo- il diploma del College Europeo di Dermatologia Veterinaria. È
profilattico Sperimentale di Lazio e Toscana. inoltre autore di numerosi articoli su riviste nazionali ed inter-
Dal 1 gennaio 2003 è stato nominato componente del Consiglio Su- nazionali, nonché traduttore di testi di dermatologia veterinaria
periore di Sanità. e co-autore di un cd multimediale dedicato alla dermatologia.
Dal Marzo 2004 è stato inserito nell’albo degli esperti di elevata Attualmente lavora eseguendo visite dermatologiche di referen-
qualificazione del Ministero dell’Agricoltura. za a Milano, Torino, Novara.
xiv 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
PIER PAOLO MUSSA minari sulle tematiche legate alla Clinica Comportamentale, sia in
Med Vet, Dipl ECVCN, Torino Italia sia all’estero. Attualmente opera come libero professionista
Nato a Camerano Casasco (AT) il 27.8.1946. Laureato dedicandosi al settore della diagnosi e del trattamento dei distur-
in Medicina Veterinaria il 10.9.70. Professore ordinario bi comportamentali nel cane e nel gatto; si occupa di programmi
di “Nutrizione ed Alimentazione Animale” dal 1994. di Pet-Facilitated Therapy, a livello teorico e pratico applicativo;
Diplomato presso l’European College of Veterinary and prosegue l’attività di aggiornamento per i colleghi e di ricerca
comparative nutrition. È autore di oltre 180 pubblicazioni scientifiche scientifica nel settore della clinica comportamentale degli anima-
che riguardano prevalentemente l’alimentazione animale, in partico- li domestici; svolge attività di consulenza comportamentale pri-
lare quella dei carnivori domestici e di 13 libri di tipo scientifico e vatamente, presso la Clinica Gran Sasso a Milano e presso il Con-
scientifico-divulgativo. Altre attività: Vice-preside della Facoltà di sultorio di Medicina Legale e di Etologia Clinica applicata del-
Medicina Veterinaria di Torino. l’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria di
Presidente del C.I.S.R.A. (Centro interdipartimentale servizio ri- Torino.
covero animali) dell’Università di Torino, Presidente della
S.I.A.N.A. (Società italiana di alimentazione e nutrizione anima- CLAUDIO PECCATI
le), Presidente della WAVES (Wild Animals Veterinary Eurome- Med Vet, Spec Tecn Pat Av, Milano
diterranean Society) italiana. Laureato nel 1987 in Medicina Veterinaria a Milano
con voto 110/110 e Lode con una tesi dal titolo “Il
LAURA ORDEIX Difterovaiolo spontaneo e sperimentale del canari-
Med Vet, Dipl ECVD, Milano no”. Specializzato nel 1996 in Tecnologia e Patologia
Laureata in medicina veterinaria nel 1996 all’Univer- Aviare presso l’Università di Milano con voto 70/70 e Lode con
sitat Autonoma de Barcelona, ha seguito dal 1996 al una tesi dal titolo “Indagine sullo stato sanitario degli struzzi nel
1997 il programma di internship presso il Veterinary Nord Italia”. Tirocinio di 10 settimane sulla medicina e chirurgia
Teaching Hospital della stessa università. Dal 1998 al degli animali esotici presso la Facoltà di Medicina Veterinaria del-
2001 ha frequentato un Residency di specializzazione di tre anni in l’Università di Utrecht (Olanda). Relatore ai congressi europei di
dermatologia veterinaria a Barcellona con Lluis Ferrer e Alessan- Medicina Aviare del 1993, 1995, 1997, 1999. Presidente del Co-
dra Fondati. Nel 2002 ha conseguito il Diploma del College Euro- mitato Scientifico per il Congresso Europeo di Medicina e Chirur-
peo di Dermatologia Veterinaria (Dip. ECVD). Attualmente lavora gia Aviare del 1999. Relatore a numerosi Congressi, Seminari e
eseguendo consulenze dermatologiche a Milano ed a Torino. È au- Corsi italiani sulla medicina e chirurgia degli uccelli. Relatore al
trice di articoli pubblicati su riviste internazionali e nazionali. corso su allevamento e patologie degli struzzi organizzato dal-
l’I.Z.S. di Brescia. Relatore a diversi congressi Italiani sull’alleva-
ROBERTO ORSI mento degli struzzi. Relatore e istruttore ai Corsi SCIVAC su uc-
Med Vet, SMPA, Pistoia celli e animali non convenzionali. Direttore del Corso di Medicina
Laureato con lode in Medicina Veterinaria presso la e Chirurgia degli Uccelli per la SCIVAC, nel 2000. Autore di arti-
Facoltà di Veterinaria di Pisa nel 1982. Specialista in coli su vari aspetti della gestione e della medicina degli uccelli su
Malattie dei Piccoli Animali nel 1987 presso la stes- varie riviste specializzate italiane. Tiene dal 1999 presso la Facoltà
sa Facoltà. Libero professionista nel settore degli di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino lezioni di anato-
animali di affezione in Pescia (Pistoia). Si occupa di Medicina mia, fisiologia, alimentazione e patologie degli Uccelli da gabbia
Non Convenzionale Veterinaria, prevalentemente Omeopatia Uni- e da voliera in associazione al corso di Patologia Aviare. Ha colla-
cista. Diplomato alla Scuola Italiana di Omotossicologia nel 1989 borato con l’Istituto di Patologia Aviare della Facoltà di Medicina
e alla Scuola Superiore Internazionale di Omeopatia Veterinaria Veterinaria di Milano alla realizzazione di Tesi di Laurea inerenti
“dr.ssa R. Zanchi” di Cortona (direttore dr. Franco Del Francia) lo stato sanitario degli uccelli selvatici e con l’Istituto di Patologia
nel 1992. Dallo stesso anno fa parte del corpo docente di questa Aviare della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino per una Te-
Scuola. Ha tenuto lezioni al Corso di Perfezionamento in Terapie si di Dottorato riguardante le malattie virali dei pappagalli. Mem-
Omeopatiche presso il Dipartimento di Medicina e Farmacologia bro della AAV (Association of Avian Veterinarians). Responsabile
Veterinaria della Facoltà di Veterinaria di Messina nel 1993 e al per l’Italia della AA, Vice-Presidente in carica della SIVAE (So-
Corso di Clinica Medica della Facoltà di Veterinaria di Pisa nel cietà Italiana Veterinari per Animali Esotici).
2001. Ha seguito corsi sulla Didattica dell’Omeopatia Veterinaria
all’estero. (Torremolinos, 1995; Karlsruhe 1998). Ha partecipato BRUNO PEIRONE
con relazioni sull’Omeopatia Veterinaria a vari congressi e semi- Med Vet, Torino
nari, nazionali ed internazionali (Cortona, 1996 e 1997; Ver- Nato a Torino il 23/7/1958. Laureato in Medicina Vete-
smold, 1997; Atene, 1999; Glasgow, 1999; Roma, 1999; Monte- rinaria nel 1983 e abilitato alla professione nello stesso
catini, 2000; Budapest, 2000). Autore di vari articoli sull’Omeo- anno. Nel 1988 ha conseguito il titolo di Dottore in Ri-
patia Veterinaria. È stato Coordinatore del Gruppo di Studio cerca in Patologia Comparata degli Animali Domestici.
S.C.I.V.A.C. di Medicina non Convenzionale ed attuale Presiden- Attualmente è Professore Associato presso il Dipartimento di Pato-
te della SIMVeNCO (Società Italiana di Medicina Veterinaria logia Animale dell’Università di Torino ed è titolare del Corso di “Pa-
Non Convenzionale) “National representative” per l’Italia della tologia Chirurgica” e “Clinica Ortopedica e Traumatologica”. È
International Association for Veterinary Homeopathy. “Teacher” membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca “Scienze
presso la stessa associazione. Membro della Federazione Italiana Cliniche Veterinarie” dell’Università di Torino. È autore di 76 pub-
delle Associazioni dei Medici Omeopati. blicazioni apparse su riviste o in forma di comunicazioni presentate
a congressi nazionali ed internazionali. Ha partecipato a numerosi
MARIA CRISTINA OSELLA Corsi di aggiornamento sulle tecniche di chirurgia ossea ricostruttiva
Med Vet, PhD, Chivasso (TO) e sulle tecniche ortopediche per il trattamento della patologie artico-
Laureata in Medicina Veterinaria, Dottore di Ricerca lari. Ha partecipato, in qualità di relatore invitato, a diversi Congres-
in Medicina Interna, Socio fondatore SISCA e Teso- si Scientifici ed iniziative di aggiornamento organizzate da associa-
riere ESVCE 2002-2005. Ha organizzato e/o ha par- zioni di settore e da Ordini Provinciali di Medici Veterinari. Ha ef-
tecipato in qualità di relatore a congressi, corsi e se- fettuato alcuni periodi di soggiorno all’estero presso:
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC xxi
- Istituto di Clinica Chirurgica della Facoltà di Medicina Veterina- - Ricercatore Universitario (settore Clinica Medica Veterinaria)
ria dell’Università di Berna (CH) con la supervisione del Prof. presso l’ex-Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica Vete-
Schawalder (settembre 1991). rinaria dell’Università di Messina dal 1983 al 1991. Professore
- Clinica del Dr. J.F. Bardet, 32 rue Pierret, Neuilly sur Seine, Pari- Universitario - II fascia di Patologia Medica degli Animali da
gi (luglio 1994). Compagnia dal 1991 al 2000. Dall’1/09/2000 è Professore Uni-
- Istituto di Clinica Chirurgica del Royal Veterinary College del- versitario di I fascia per il SSD Vet08 – Clinica Medica Veteri-
l’Università di Cambridge (UK), con la supervisione del Prof. naria, afferente al Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
Houlton (ottobre 1997). dell’Università di Messina. Supplente di Semeiotica Medica Ve-
- Clinica Chirurgica dell’Università di Zurigo (CH), con la super- terinaria (1999-2001) e Patologia Medica degli animali da com-
visione del Prof. P.M. Montavon (ottobre 2000). pagnia (2002).
Ha curato la traduzione italiana dei seguenti libri: Incaricata dell’insegnamento di Immunologia Clinica Veterina-
“Atlas of Small Animal Surgery” di I. Gourley – C. Gregory, edito ria nel triennio di attività della Scuola di Specializzazione in
dalla UTET, “Current Techniques in Small Animal Surgery” sezio- “Sanità Animale, Igiene dell’Allevamento e delle Produzioni
ne M- Scheletro appendicolare - di MJ Bojrab, edito dalla UTET Animali” (1991-1993) della facoltà di Medicina Veterinaria del-
È socio ordinario delle seguenti società scientifiche: l’Università di Messina. Docente guida di dottorandi del dotto-
- S.I.S.Vet. (Società Italiana Scienze Veterinarie) (dal 1984) rato di ricerca in “Patologia da emoparassiti negli animali do-
- A.P.I.V. (Associazione Italiana Patologi Veterinari) (dal 1985) mestici delle aree mediterranea e subtropicale”, in “Oftalmolo-
- S.I.C.V. (Società Italiana Chirurgia Veterinaria) (dal 1994) gia Veterinaria” e in “Medicina Interna degli Animali da Com-
- ESVOT (European Society Veterinary Orthopaedics Traumato- pagnia”.
logy) (dal 1996) Coordinatore del dottorato di ricerca in “Medicina Interna degli
- AO-Vet International (Arbeitsgemeinschaft fur Osteosynthesefra- Animali da Compagnia” dell’Università di Messina. Responsa-
gen (dal 1997) bile della Convenzione a scopo scientifico e sanitario fra il Fon-
È vice-presidente della SIOVET (Società Italiana Ortopedia Veterinaria) do Siciliano per la Natura di Catania ed il Dipartimento di
È membro del Comitato Scientifico della IOVA (Innovet Osteoarth- Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Messina. Docen-
ritis Veterinary Association) te al corso di perfezionamento in “Oftalmologia Veterinaria”
I principali campi di interesse sono rappresentati da: dell’Università di Messina (1994 e 1995) e al master in “Ippo-
- Studio clinico ed applicativo del trattamento delle fratture e del- logia” organizzato dal comune di Noto, Siracusa (2001). Com-
le loro complicanze con tecniche di fissazione interna (Tecnica ponente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ospedale Veteri-
AO-ASIF) e di fissazione esterna (fissazione esterna, metodo Ili- nario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di
zarov) e metodiche di osteosintesi biologica (tecnica tie-in, tec- Messina.
nica plate and rod) Componente del Comitato Faunistico-Venatorio della Regione
- Studio clinico ed applicativo, metodologia diagnostica e proto- Sicilia. Componente del Comitato Scientifico delle riviste “Ras-
colli terapeutici delle patologie ortopediche ossee ed articolari segna di Medicina Felina” e “Bollettino AIVPA” e del Comita-
dei cani giovani ad accrescimento rapido to Tecnico-Scientifico “Animali da Compagnia” dell’Unione
- Diagnosi precoce della displasia dell’anca del cane e trattamento Veterinari Italiani.
chirurgico differenziato nel cane giovane (triplice osteotomia pel- Relatore a convegni nazionali ed internazionali, autore di oltre
vica) ed adulto (protesi d’anca). 140 pubblicazioni scientifiche, su riviste nazionali ed interna-
zionali.
GRAZIANO LORENZO PENGO
Med Vet, Cremona CLAUDIO PERUCCIO
Si laurea nel 1989 in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Med Vet, Dipl ECVO, Torino
studi di Milano. Consulente presso diversi Studi Veterinari e Cliniche Medico Veterinario, Specialista in Clinica delle Ma-
Veterinarie come Endoscopista Gastroenterologo. Titolare di ambula- lattie dei Piccoli Animali, Diplomato dell’European
torio veterinario per piccoli animali (Clinica e chirurgia dei piccoli College of Veterinary Ophthalmologists (ECVO), Pro-
animali). Investigatore di molteplici trial clinici sia orientati alla con- fessore Associato della Facoltà di Medicina Veterina-
ferma delle dosi sia alla valutazione sugli animali con proprietari. ria dell’Università degli Studi di Torino, consulente con attività
I campi di lavoro dei trial sono stati: esclusiva nel settore dell’oculistica veterinaria.
Parassitologia: (Zecche, pulci, vermi intestinali, filaria, acari della Dal 1974 si dedica all’oftalmologia veterinaria e comparata. Ha
rogna) sia nel cane che nel gatto. studiato presso alcune Università negli Stati Uniti (Illinois,
Medicina interna: Antinfiammatori, otalgici, antimicotici, antiacidi Pennsylvania, Florida) e per molti anni gli è stato conferito il
Attività di ricerca: Ricerca sulla presenza e tipizzazione di Helico- ruolo di Adjunct Associate Professor presso il Department of
bacter a livello gastrico nel cane e nel gatto in accordo con la Fa- Clinical Medicine, College of Veterinary Medicine, University
coltà di Medicina Veterinaria di Pisa. Sviluppo della tecnica per di- of Illinois, USA.
latazioni esofagee nel cane e nel gatto con l’impiego dei palloni. È Dal 1993 è diplomato ECVO di cui è stato uno dei fondatori.
autore di diverse pubblicazioni ed è stato relatore a numerosi con- Relatore in numerosi congressi in Italia ed all’estero ed autore
gressi Nazionali ed Internazionali. di molte pubblicazioni e libri di testo. Ha rivestito cariche in di-
verse organizzazioni nazionali ed internazionali (AIVPA, SCI-
MARIA GRAZIA PENNISI VAC, FECAVA, WSAVA, ISVO, ESVO, ECVO, SOVI, SINVET,
Med Vet, Messina FSA).
Nata nel 1956, si laurea in Medicina Veterinaria nel Con la sua attività editoriale ha dato vita e diretto riviste na-
1979 con lode e si specializza in Microbiologia Ap- zionali ed internazionali: Veterinaria, Ippologia, Orizzonti
plicata nel 1982 con lode. Borsista dell’Istituto Veterinari, Progress in Veterinary and Comparative Ophthal-
Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno nel mology, Progress in Veterinary Neurology, The Globe.
1980. Assegnista del CNR presso l’ex-Istituto di Patologia Spe- Nel 1997 gli è stato assegnato a Birmingham il WSAVA/
ciale e Clinica Medica Veterinaria dell’Università di Messina WALTHAM International Award for Service to the Profes-
dal 1981 al 1983. sion.
xxii 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Gli estratti sono elencati in ordine alfabetico secondo il cognome del relatore.
Le relazioni di uno stesso autore sono elencate secondo l’ordine cronologico di presentazione.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 3
Gli acidi grassi essenziali sono oggetto di grande inte- Sintesi e regolazione degli eicosanoidi
resse da diversi anni in medicina veterinaria in differenti am-
biti, primo fra tutti la dermatologia: come già in medicina È la funzione degli EFA che maggiormente ne determina
umana, numerosi studi sono stati effettuati sugli acidi grassi l’utilizzo come terapeutici.
e le patologie cutanee infiammatorie e pruriginose. Più re- Gli eicosanoidi intervengono in diversi eventi fisiologici
centemente sono stati effettuati studi in altri ambiti fra i qua- tra i quali l’aggregazione piastrinica, i fenomeni infiamma-
li l’urologia e l’oncologia. tori, l’ipersensibilità immediata, la contrazione della musco-
latura liscia, la luteolisi e regolano l’attività dei linfociti T.
Molto spesso i fenomeni elencati sono regolati da un equili-
QUALI SONO GLI EFA brio tra le sollecitazioni antagoniste di diversi eicosanoidi.
La sintesi degli eicosanoidi avviene a partire da acidi
Gli EFA sono acidi grassi polinsaturi che non possono grassi polinsaturi liberati dalle membrane cellulari in segui-
essere sintetizzati dall’organismo ma devono essere obbliga- to a stimoli di diversa natura (meccanici, immunitari, ormo-
toriamente assunti con la dieta; includono gli acidi grassi nali…). Gli acidi grassi, una volta liberati, possono seguire
delle famiglie ω- 3 ed ω- 6. In particolare sono essenziali differenti vie metaboliche, che portano alla formazione di
l’acido linoleico (LA, 18:2n-6) e l’alfa-linolenico (ALA, differenti eicosanoidi:
18:3n-3), precursori rispettivamente della famiglia degli ω-6 • Via delle ciclossigenasi: produce prostaglandine, prostaci-
e degli ω-3. Nel gatto una supposta carenza fisiologica del- cline e trombossani.
l’enzima d-6 desaturasi ed una limitata disponibilità della • Via delle lipossigenasi: produce leucotrieni, idracidi gras-
delta 5 desaturasi lo renderebbe incapace di sintetizzare l’a- si e lipoxine.
cido arachidonico (AA). In realtà di recente questa ipotesi è • Via del citocromo P-450: produce epossi e idrossi-metilati.
stata messa in discussione, e si ipotizza che l’acido arachi- Le ciclossigenasi sono ubiquitarie mentre le lipossigena-
donico sia essenziale solamente in particolari condizioni fi- si sono presenti so in alcuni tipi cellulari (granulociti, ma-
siologiche, come accrescimento e gravidanza. stociti, monociti e macrofagi). I diversi gruppi di eicosanoi-
I fabbisogni alimentari raccomandati dalle nuove tabelle di vengono sintetizzati a partire dall’AA, diomo - -linole-
dell’NRC (National Research Council, 2004), espressi in nico (DGLA) ed eicosapentenoico (EPA).
percentuale sulla sostanza secca (densità energetica della ra- Gli eicosanoidi che derivano dall’AA sono proinfiamma-
zione 4 kcal EM /g SS), sono: tori, immunodepressivi, proaggreganti piastrinici e sono po-
- per il cucciolo: LA 1,3%; ALA 0,07%; AA 0,03%; tenti mediatori delle reazioni di ipersensibilità di tipo 1.
- per il cane adulto: LA 1,1%; ALA 0,044% (rapporto LA Gli eicosanoidi che derivano dal DGLA e dall’EPA sono an-
/ALA deve essere compreso tra 2,6 e 26); tiinfiammatori ed inibiscono il rilascio di AA dalle membrane; inol-
- per il gattino: LA 0,55%; ALA 0,02%; AA 0,2%; tre i derivati dall’EPA hanno effetto antiaggregante piastrinico.
- per il gatto adulto: LA 0,55%; AA 0,02%; non è riportato
un fabbisogno minimo di ALA. Effetti antinfiammatori degli EFA,
Fonti di acido linoleico sono gli oli vegetali, molto ricchi combinazione ω-6 ed ω-3
ne sono l’olio di girasole (circa 60 g%) seguito dall’olio di
mais e di soia (circa 50 g%). L’AA e l’ALA sono invece con- Alcuni EFA quali il DGLA e l’EPA hanno quindi effetto
tenuto nelle carni, in particolare quelle degli organi viscerali. antiinfiammatorio in quanto competono con l’AA per gli
stessi enzimi e ne inibiscono la liberazione, causando così
una maggior produzione di eicosanoidi antinfiammatori ri-
FUNZIONI DEGLI EFA NEI TESSUTI spetto ai proinfiammatori.
L’effetto antinfiammatorio, particolarmente studiato a li-
Gli EFA sono coinvolti in numerosi processi fisiologici a vello cutaneo, è ottenuto più efficacemente utilizzando la si-
livello dei tessuti organici di cui le principali sono la sintesi nergia delle famiglie ω-3 ed ω-6. La somministrazione di soli
e regolazione degli eicosanoidi, l’azione dinamico-funziona- ω-3 in dosi antinfiammatorie e per lunghi periodi può causare
le a livello delle membrane biologiche e la modulazione del la comparsa di effetti collaterali (disordini della coagulazione,
segnale cellulare a livello dei canali ionici. aumento broncocostrizione) ma una piccola dose di ω -3 in-
4 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
sieme ad alte dosi di ω-6 inibisce la trasformazione dell’D- In quasi tutti gli studi è stata utilizzata una combinazio-
GLA ad AA potenziando gli effetti antinfiammatori. È impor- ne di ω-3 ed ω-6, ma in alcuni sono stati utilizzati i soli ω-
tante ricordare che il GLA è precursore sia del DGLA sia del- 6. Gli ω-6 sono stati utilizzati a dosaggi variabili tra 44 e 386
l’AA, ma la sua trasformazione a livello cutaneo si blocca al mg/kg/die; gli ω-3,dove utilizzati, sono stati somministrati
DGLA (la cute è carente dell’enzima d-5-desaturasi): questo in dosi variabili da 5 a 16 mg/kg/die. Quali siano i dosaggi
consente di utilizzarlo come precursore antinfiammatorio. di EFA più efficaci è tuttora incerto ed le dosi raccomandate
È stato visto che il miglior effetto antiinfiammatorio si dalle case produttrici di integratori sono piuttosto empiriche.
ottiene con rapporto ω-6: ω-3 tra 5: a 10:1 senza causare ef- Gli ω-3 utilizzati per l’integrazione sono l’EPA e il
fetti collaterali. Una considerazione importante va fatta in me- DHA, l’ω-6 utilizzato è il GLA (precursore del DGLA), tal-
rito all’utilizzo degli EFA in generale: dal momento che sono volta associato a dosi limitate di LA. Alcuni studi sono stati
integratori dietetici somministrati a dosi stabilite per ottimiz- effettuati unicamente utilizzando diete commerciali apposi-
zarne l’effetto terapeutico, la dieta di base del soggetto deve es- tamente integrate con alte dosi di ω-3 ed ω-6, ottenendo ri-
sere tenuta in considerazione. Può essere inutile infatti integra- sultati analoghi agli studi con integratori di EFA..
re una dieta commerciale che contiene già sufficienti dosi di L’utilizzo di EFA insieme ad altri terapeutici quali antii-
EFA; può essere invece necessario modificare la dieta di base staminici (clorfeniramina, clemastina,…) e cortisonici
o l’integrazione al fine di ottenere un dosaggio corretto. (prednisolone) può potenziare l’efficacia dei farmaci e con-
sentirne l’utilizzo a dosi inferiori.
EFA E DERMATOLOGIA
Efa e seborrea canina
Gli EFA rivestono fondamentale importanza per il nor-
male trofismo cutaneo. L’adeguata fluidità della membrana Come già sperimentato per la psoriasi umana, si suppone
cellulare, caratteristica essenziale per la sua corretta funzio- che nella patogenesi della seborrea canina siano coinvolte alte-
nalità, è garantita dalla presenza di acidi grassi polinsaturi razioni del metabolismo degli EFA, in particolare dell’LA. Ap-
nel foglietto fosfolipidico. Una modificazione della compo- plicazioni topiche di EFA possono essere utili associate all’in-
sizione dei lipidi dell’epidermide influenza la fluidità di tegrazione alimentare, in particolare all’inizio del trattamento.
membrana, la barriera idrolipidica ed il processo di desqua-
mazione-proliferazione dei cheratinociti.
EFA ED ONCOLOGIA
In condizioni di carenza di EFA vengono incorporati a livel-
lo delle membrane altri acidi grassi polinsaturi o monoinsaturi, Alcuni EFA (GLA ed EPA) sembrano avere effetti bene-
come ad esempio l’oleico (la cui disponibilità è generalmente fici in pazienti oncologici. Il GLA sembra avere effetti cito-
elevata), che rendono la membrana cellulare meno fluida ed tossici sulle cellule tumorali ma non su quelle normali, sia in
inefficace nel mantenere la barriera alla fuoriuscita di acqua. vitro sia in vivo.
Carenze di EFA, in particolare di LA, causano problemi der- Sugli animali domestici non vi sono ad ora molti studi, ec-
matologici (cute squamosa, mantello secco e opaco, ipotricosi) cetto per alcuni studi su cani affetti da linfoma: alte dosi di GLA
tuttavia sono improbabili in animali nutriti con alimenti com- e LA hanno avuto effetto linfolitico su cani affetti da linfoma
merciali. Possono però manifestarsi in animali nutriti con dieta multicentrico; un’integrazione di EPA, DHA ed arginina in ca-
casalinga non adeguatamente integrata. È sufficiente addiziona- ni affetti da linfoma sottoposti a chemioterapia ne ha prolunga-
re olio di semi (preferibilmente di girasole o mais o soia) o uti- to la sopravvivenza rispetto al gruppo di controllo.
lizzare carne e grasso di pollo per evitare carenza di LA. In alcuni studi su roditori l’LA ha dimostrato di avere effet-
Inoltre la carenza di cofattori del metabolismo degli EFA, in to carcinogenetico, tuttavia in studi su soggetti umani si sono ot-
particolare di zinco (essenziale per l’attività della d-6-desatura- tenuti risultati opposti. In generale comunque, sembra che gli ω-
si), può causare o aggravare la carenza di acidi grassi essenziali. 6 promuovano la crescita tumorale mentre gli ω-3 la inibiscano.
Gli EFA giocano un ruolo importante nella cachessia
neoplastica. È stato dimostrato che l’EPA purificato e ad al-
Efa ed atopia canina
te dosi ha effetti antitumorali ed anticachettici, probabilmen-
Gli EFA sembrano essere utili nella terapia dei pazienti ato- te legati all’azione soppressiva sul fattore catabolico circo-
pici per i loro effetti antinfiammatori e immunomodulatori. Mol- lante prodotto dalle cellule tumorali.
ti studi sono stati effettuati per comprovarne l’efficacia, tuttavia
i risultati sono difficilmente comparabili a causa soprattutto dei
EFA E NEFROLOGIA
differenti dosaggi utilizzati, della mancanza di una standardizza-
zione della dieta di base e delle differenti impostazioni degli stu- Gli ω-3(DHA ed EPA) sembrano essere un valido supporto
di stessi. In molti studi non è stato inoltre rispettato il rapporto nei pazienti con insufficienza renale cronica in fasi iniziali per-
ω-6: ω-3 considerato ottimale (tra 5:1 e 10:1). mettendo di rallentare il progresso della patologia. In particola-
Nella maggior parte dei lavori comunque sono stati otte- re giocano un ruolo nel controllo dell’ipertensione e dello stato
nuti risultati positivi per quanto riguarda il controllo del pruri- infiammatorio glomerulare oltre che dell’iperlipidemia.
to ed il miglioramento delle condizioni di cute e mantello.
La durata dell’integrazione deve essere di almeno 2-3 Bibliografia disponibile a richiesta presso l’autore
settimane per consentire per consentire l’inclusione degli
acidi grassi plasmatici a livello cutaneo, ma una durata mag- Indirizzo per la corrispondenza:
giore (6-8 settimane) ne aumenta gli effetti benefici. Cristina Abba - cristina.abba@unito.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 5
Franca Galeotti
Med Vet, Firenze
Segnalamento: Cane meticcio, 8 anni, maschio intero. Definizione dei problemi dermatologici:
................................................................................................
Anamnesi: Il proprietario riferisce che da circa 2 anni il ca- ................................................................................................
ne presenta lesioni dermatologiche caratterizzate da alopecia. ................................................................................................
La perdita di pelo era iniziata sul dorso e nonostante numerosi ................................................................................................
tentativi terapeutici l’alopecia si era diffusa al tronco, alle orec-
chie, alla faccia e ultimamente anche agli arti. Da altri colleghi Lista di diagnosi differenziali:
il cane era stato trattato sia con prednisone (0,3 mg/kg SID per ................................................................................................
1 settimana) che con chetoconazolo (10 mg/kg SID per 20 ................................................................................................
giorni) per una sospetta micosi. Entrambi i protocolli terapeu- ................................................................................................
tici non avevano sortito nessun risultato. Anche un test sierolo- ................................................................................................
gico per la ricerca di anticorpi anti-Leishmania aveva fornito
esito negativo. Al momento della visita il proprietario era in Procedure diagnostiche:
possesso di un referto anatomopatologico ottenuto in seguito ................................................................................................
all’effettuazione, l’anno precedente, di una biopsia cutanea. ................................................................................................
Nel referto si leggeva quanto segue: “Biopsia caratterizzata da ................................................................................................
notevole fibroplasia dermica, caratterizzata da atrofia degli an- ................................................................................................
nessi, con assottigliamento-assenza delle papille dermiche, au-
mento del grado di pigmentazione, fenomeni orto-paracherato- Esame dermatopatologico:
sici con ritenzione di cheratina in sede infundibolare. Diagno- ................................................................................................
si: fibrosi dermica ed atrofia annessiale. Commento: si consi- ................................................................................................
glia di effettuare un dosaggio del T3/T4 dato che il soggetto ................................................................................................
potrebbe avere un quadro di ipotiroidismo.” A detta del pro- ................................................................................................
prietario l’esame del sangue per la determinazione del T4 era
risultato nella norma. Trattamento proposto:
................................................................................................
Esame clinico: Da un esame clinico generale il cane risul- ................................................................................................
ta in ottime condizioni di salute, mentre alla visita dermatologi- ................................................................................................
ca si possono apprezzare: alopecia simmetrica generalizzata del ................................................................................................
torace e dorso, alopecia delle aree perioculari e della parte dor-
sale della canna nasale, delle orecchie e interessamento anche Evoluzione clinica:
di tutti e 4 gli arti. Nelle zone alopeciche si notano iperpigmen- ................................................................................................
tazione e scaglie bianco-grigiastre aderenti alla cute. Sono evi- ................................................................................................
denti due aree con ulcerazione cutanea, una a carico del cusci- ................................................................................................
netto digitale del 4° dito della zampa anteriore sinistra e l’altra ................................................................................................
sulla cute dell’area toracica laterale destra. Il cane non mostra
prurito ne lesioni indotte da grattamento e/o lambitura. Indirizzo per la corrispondenza:
Francesca Abramo
Definizione del problema: Dipartimento di Patologia Animale, viale delle Piagge,2
................................................................................................ 56124 Pisa - abramo@vet.unipi.it
................................................................................................ Franca Galeotti
................................................................................................ Studio Veterinario Corsi-Galeotti - Viale Montegrappa 298/A, Prato
................................................................................................ e-mail: Francagaleotti@virgilio.it
6 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Caso dermatopatologico
Francesca Abramo
Med Vet, Pisa
Fabrizio Fabbrini
Med Vet, Milano
Franca Laura Salerni, Med Vet, Napoli – Salvatore Giordano, Med Vet, Napoli
Anamnesi: Cane, Boxer, maschio, adulto. Il cane era sta- Procedure diagnostiche:
to trovato pochi giorni prima di essere portato in ambulato- ................................................................................................
rio. L’appetito era ben conservato e le feci avevano una con- ................................................................................................
sistenza poltacea. A parte queste notizie non era stato possi- ................................................................................................
bile ottenere altre informazioni anamnestiche, pertanto l’a- ................................................................................................
namnesi, per quanto riguarda le lesioni dermatologiche, era ................................................................................................
da definirsi “muta”. ................................................................................................
................................................................................................
Esame clinico: Il cane si presentava in scadenti condi- ................................................................................................
zioni di salute, magro e con la regione perianale imbrattata ................................................................................................
di feci. All’esame dermatologico si osservava la presenza di ................................................................................................
centinaia di noduli di dimensioni diverse (0,5 - 3 cm di dia- ................................................................................................
metro), alcuni dei quali si presentavano ulcerati. Detti nodu-
li erano distribuiti su tutto il corpo (soprattutto collo, dorso Trattamento proposto:
e cosce) e sulle mucose congiuntivali ed anale. Sulle labbra ................................................................................................
e sulla mucosa gengivale erano presenti numerose neofor- ................................................................................................
mazioni con aspetto “a cavolfiore”. Sul corpo erano inoltre ................................................................................................
presenti aree di alopecia focale caratterizzate dalla presenza ................................................................................................
di scaglie ed iperpigmentazione. ................................................................................................
................................................................................................
Definizione dei problemi dermatologici: ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................ Evoluzione clinica:
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................
Lista di diagnosi differenziali: ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................ ................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................
................................................................................................ Indirizzo per la corrispondenza:
................................................................................................ Francesco Albanese
................................................................................................ Clinica Veterinaria “L’Arca”
................................................................................................ Via Salvator Rosa, 17/18
................................................................................................ 80135 Napoli
................................................................................................ larcavet@libero.it
8 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Carlo Maria Mortellaro, Med Vet, Milano – Aldo Vezzoni, Med Vet, SMPA, Dipl ECVS, Cremona
Mauro Di Giancamillo, Med Vet, Milano – Massimo Petazzoni, Med Vet, Milano
Rocco Lombardo, Med Vet, Milano – Roberto Pizzoli, Med Vet, Bergamo
L’evidenza radiografica di aree a densità calcifica localizza- del gomito, cui consegue la dislocazione del frammento/i di
te medialmente all’interlinea articolare del gomito e/o caudal- epicondilo avulso/i che, per l’apporto trofico proveniente dai
mente all’epicondilo omerale mediale del cane, ove prendono tendini, poi continua ad accrescersi, a nostro avviso è più veri-
inserzione i muscoli flessori del carpo e delle dita, è stata og- tiera, nel cane, l’ipotesi che prevede un’iperestensione violenta
getto, nelle ultime quattro decadi, di numerose controversie cir- della mano in seguito ad una caduta o durante la corsa libera.
ca l’origine di tali reperti. Una terza ipotesi vede tali reperti come il risultato di una
Infatti vari Autori, per riscontri radiografici apparentemente calcificazione distrofica con conseguente metaplasia ossea dei
molto simili, hanno proposto nel corso degli anni teorie eziopa- tessuti molli del gomito, quali la capsula articolare ed i tendini
togenetiche estremamente differenti, dotando di volta in volta la e muscoli flessori, secondaria ad alcune forme di displasia del
lesione di denominazioni diverse: “mancata unione dell’epi- gomito (incongruenza articolare e/o frammentazione del pro-
condilo mediale dell’omero” (UME - Ununited Medial Epi- cesso coronoideo mediale dell’ulna) e/o all’artrosi che ad essa
condyle), “avulsione dell’epicondilo omerale mediale”, “ente- consegue. La teoria dell’osteocondrosi, non intesa s’intende co-
sopatia dei flessori”, “calcificazione dei tendini flessori”, “anor- me mancata unione dell’epicondilo omerale ma, citando Ben-
male ossificazione del bordo distale dell’epicondilo omerale”, nett, come “anomala ossificazione del bordo distale dell’epi-
“tenopatia inserzionale”, “calcificazione dei muscoli flessori” e condilo”, predisponente all’avulsione di frammenti di cartilagi-
“calcificazione/ossificazione distrofica della capsula articola- ne da tale struttura, appare senza dubbio una supposizione inte-
re”. La definizione “non unione” o “mancata unione dell’epi- ressante che necessita però, prima di una sua convalida, di ulte-
condilo mediale”, introdotta da Ljunggren e coll. nel 1966 ad riori e più significative conferme. Il riscontro da parte degli Au-
indicare una rara condizione displasica del gomito, è tuttora una tori della medesima lesione anche nel gatto, come precedente-
terminologia ampliamente utilizzata in letteratura, con riferi- mente riportato, lascia credere che tali reperti possano comun-
mento a questa affezione, nonostante essa sottenda una teoria que essere attribuiti anche ad altri meccanismi eziologici.
eziopatogenetica discutibile: nessuno dei casi descritti in bi- I cani in cui è stata segnalata la lesione generalmente ap-
bliografia, ne tantomeno quelli da noi osservati, mostrano una partengono a razze di media-grossa taglia: Pastore tedesco, La-
mancata unione dell’epicondilo, ma bensì, quando presenti, so- brador e Golden retriever, Rottweiler, Terranova, Setter inglese,
lo “irregolarità” della sua parte più caudale, tanto che radiolo- Bovaro del Bernese, Alaskan Malamute, Airedale, Bracco tede-
gicamente non è mai stato possibile evidenziare una linea epifi- sco, Pointers ecc…
saria tra il condilo omerale mediale e queste aree di volta in vol- Tale affezione si può manifestare clinicamente sia in giova-
ta calcifiche od ossificate. ne età (4-5 mesi) che in età adulta (4-6 anni), come pure può
Attenendoci alla nostra esperienza e alla casistica presente rappresentare un reperto radiografico occasionale. Non sembra-
in letteratura, possiamo sostenere che queste “isole di osso” no esserci predisposizioni legate al sesso.
possono rappresentare l’esito di una frattura per avulsione della Generalmente la presenza di aree uniche o multiple, radio-
porzione distale dell’epicondilo, cui comunque può conseguire dense, nel comparto mediale del gomito, qualora sintomatica si
una calcificazione/ossificazione dei tessuti molli limitrofi. rende responsabile di una zoppia (I-III°/IV°) ad insorgenza pro-
Una seconda ipotesi, invece, potrebbe essere quella secon- gressiva, all’origine della quale a volte si associa un episodio
do cui un’attività fisica intensa, soprattutto in soggetti pesanti, traumatico acuto. Caratteristica, anche se non costante, la pre-
possa rendersi responsabile di microtraumi ripetuti o di un trau- senza di una tumefazione di consistenza dura più o meno evi-
ma acuto, cui conseguono disinserzioni/rotture parziali dei ten- dente a livello della faccia mediale del gomito. Non di rado vi è
dini flessori, indi disturbo vascolare locale con produzione di inoltre una associazione con manifestazioni displasiche del go-
tessuto fibroso che in seguito va incontro a calcificazione e/o mito, soprattutto la frammentazione del processo coronoideo
ossificazione. mediale dell’ulna, l’incongruenza articolare e/o alterazioni ar-
La prime ipotesi sono rafforzate dal fatto che tale condizio- trosiche ad esse conseguenti: in tal caso, oltre ai sintomi sopra
ne viene riscontrata anche in cani appartenenti a razze non pre- citati, si possono associare quelli caratteristici di una displasia
disposte a displasia del gomito, come pure in cani fenotipica- del gomito complicata d’artrosi, cioè ectasia dei fondi ciechi ar-
mente esenti e nel gatto. Sebbene in Medicina umana la frattu- ticolari, rumori di crepitio alla flessione-estensione dell’artico-
ra per avulsione venga ricondotta ad un’iperestensione violenta lazione e riduzione dell’escursione articolare. Tali reperti non
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 9
sono mai stati riscontrati in associazione alla mancata unione aspetto di malattia sintomatica e malattia asintomatica (reperto
del processo anconeo dell’ulna. radiografico occasionale), e questo può complicare ulterior-
L’esame radiografico vede di grande aiuto, oltre che le proie- mente il procedimento diagnostico.
zioni radiografiche medio-laterali ed antero-posteriori, le proie- Sebbene alcuni Autori ritengano favorevole la prognosi do-
zioni antero-laterali / postero-mediali ed antero-mediali / postero- po terapia chirurgica, a nostro avviso questa deve comunque in-
laterali, che consentono di visualizzare meglio, in alcuni casi, tut- tendersi riservata, soprattutto nei pazienti in cui sia presente una
ti i frammenti presenti. Ancor più dettagliate risultano essere le concomitante grave artrosi/displasia del gomito; è infatti dove-
immagini ottenute mediante tomografia computerizzata. roso ricordare che, a dispetto di questo ottimismo, nessuno dei
L’approccio terapeutico per le lesioni sintomatiche può es- lavori pubblicati annovera un numero di casi e soprattutto un
sere di tipo medico-conservativo o, in caso di insuccesso, di ti- follow-up sufficienti a formulare un giudizio obiettivo e statisti-
po chirurgico. La chirurgia si prefigge l’asportazione del/dei camente valido. Oltretutto la non infrequente concomitante pre-
“frammento/i”, i quali si localizzano per lo più a livello di ten- senza di patologie displasiche del gomito, quali l’incongruenza
dini e muscoli flessori della falangi e/o del flessore ulnare del articolare e/o la frammentazione del processo coronoideo me-
carpo e/o flessore radiale del carpo. Va sottolineata l’importan- diale dell’ulna e/o l’artrosi ad esse conseguenti, rendono ancor
za di rimuovere completamente le aree ossificate o i “fram- più difficile la codificazione dei risultati ottenuti.
menti” onde evitare che la lesione si ripresenti con conseguen-
te recrudescenza della zoppia. La prognosi dopo exeresi chirur- Bibliografia
gica, nonostante venga spesso in letteratura considerata favore- Allevi G., Mortellaro C.M., Bevere N., Di Giancamillo M: Ossificazione di
vole, deve sempre intendersi riservata, soprattutto se sono pre- tendini e muscoli flessori in origine dall’epicondilo omerale mediale:
senti concomitanti pregresse patologie a carico del gomito (di- descrizione di un caso clinico in un gatto. Proc 46° Congresso Nazio-
nale S.C.I.V.A.C., Milano 2003.
splasia e/o artrosi). Bennett D.: Developmental joint disease, in: “Aspects of arthrology”. Pro-
L’esame istopatologico della lesione asportata è stata ese- ceedings of FECAVA continuing education course, Lillehammer
Norway, 11-14 march, 1999, pp 7-31.
guita in letteratura solo in un numero limitato di pazienti, e co- Bennett D.: Joint and skeletal disordes. In Textbook of veterinaty internal medi-
munque non ha mai fornito la chiave per la comprensione del- cine - Vol.2. 1995, pp 2044-2048.
Boccadoro B., Leonardi L., Calvari A.R.: Contributo allo studio radiologico
l’eziologia; Ljunggren, riferendosi ai frammenti asportati, parla dell’ossificazione dello scheletro del cane. Comparsa cronologica, dal-
di tessuto spugnoso unito all’omero da fibrocartilagine; Gron- la nascita, dei nuclei di ossificazione, loro sviluppo e sinostosi. Veteri-
naria XXI: 176, 1972.
dalen di trabecole ossee parzialmente coperte da cartilagine ia- Brinker, Piermattei, Flo’s: The Elbow Joint. In: Handbook of small animal
lina; May di tessuto osseo circondato da cartilagine e connetti- orthopedics and fracture repair. W.B. Saunder Company; third edition,
vo fibroso; Zontine di tendinite ossificante con proliferazione 1997, pp 288-320.
Chapman W.L.: Appearance of ossification centers and epiphysial closures as
reattiva di nuovo osso; ancora Walker di avulsione del tendine determined by radiographic techniques. JAVMA 147: 138, 1965.
flessore delle falangi con calcificazioni distrofiche in un caso e Cheli R.: Clinica chirurgica veterinaria. Vol II°, UTET, Torino, 1977 pp 1011-1012.
Culvenor J.A. and Howlett C.R.: Avulsion of the medial epicondyle of the hu-
di ossificazione metaplastica dei tendini in un altro. Recente- merus in the dog. JSAP 23: 83-89, 1982.
mente Snaps et al. descrivono un caso in cui il frammento Fayolle P. Et Wagner P.: Dysplasie du coude avec minéralisation d’un tendon
fléchisseur attaché a l’épicondyle médial de l’Humérus chez un chien.
asportato, ritrovato a livello intrarticolare, era costituito da tra- Revue Méd. Vét. 143 (3): 241-243, 1992.
becole ossee ricoperte da tessuto fibroso e cartilagine. Grondalen J. and Braut T.: Lameness in two young dogs caused by a calcified
body in the joint capsule of the elbow. JSAP 17: 681-684, 1976.
Concludendo, nonostante l’evidenza radiografica di aree a Guarda F, Mandelli G.: Trattato di anatomia patologica veterinaria, seconda
densità calcifica localizzate medialmente all’interlinea articola- edizione, UTET, 1996, pp 77.
re del gomito e/o caudalmente all’epicondilo omerale mediale Hare W.C.D.: The Ages at Which the Centers of Ossification Appear. Roentgeno-
graphically in the Limb Bones of the Dog. AJVR 90 (9): 825-835, 1961.
sia stata considerata in passato tra le affezioni della displasia del Henry W.B.: Radiographic diagnosis and surgical management of fragmented
gomito nel cane, a tutt’oggi non vi sono prove obiettive che fac- madial coronoid process in dogs. JAVMA 184 (7): 799-805, 1984.
I.E.W.G.: Guidelines for elbow dysplasia screening, Konstanz, 1995.
ciano classificare la lesione come una costante manifestazione Ljunggren G., Cawley A.J., Archibald J.: The Elbow Dysplasias in the Dog. JAV-
osteocondrosica né tantomeno, quindi, come una displasia. MA 148 (8): 887-891, 1966.
Mahoney P.N., Christopher R.L.: Articular, periarticular and juxtaarticular calci-
Possiamo sostenere, sulla scorta della nostra eperienza e fied bodies in the dog and cat: a radiologic review. Veterinary Radiology
dalla disamina della letteratura, che la lesione può sottendere & Ultrasound 37: 3-19, 1996.
differenti meccanismi eziopatogenetici che condividono, sfor- May C. And Bennet D.: Medial epicondylar spur associated with lameness in
dogs. JSAP 29: 797-803, 1988.
tunatamente, lo stesso aspetto radiologico. In quasi tutti i casi Mayerhofer E.: Insertion tendopathies in dogs. Proceedings world small animal
comunque generalmente si arriva, in tempi più o meno brevi, ad veterinary association, XVI. World congress, Vienna, 2-5 october, 1991.
Snaps F. et al.: Ununited humeral medial epicondyle in a dog. Canine practi-
una primaria o secondaria ossificazione di tendini e muscoli ce, 24, 6, 1999.
flessori, terminologia che dovrebbe essere utilizzata qualora Valin I.: Studio delle lesioni tendinee del cane. Summa 1: 7-18, 1999
Vaughan L.C.: Muscle and tendon injuries in dogs. JSAP, 20: 711-736, 1979.
non si riesca a trovare in via definitiva il meccanismo eziopato- Walker T.M.: A redefined type of elbow dysplasia in the Dog - 2 cases. Can.
genetico che sta alla base della lesione. Vet. J., 39: 573-575, 1998.
Weinstein M.J., Mongil C.M., Smith G.K.: Condizioni Ortopediche nel
Una accurata anamnesi, con particolare attenzione verso Rottweiler. Veterinaria (11): 69-81, 1997.
pregressi eventi traumatici, anche se non responsabili nell’im- Zontine W. J., Weitkamp R.A., Lippincott C.L.: Redefined type of elbow dy-
mediato di zoppia, la visita ortopedica, e la diagnostica per im- splasia involving calcified flexor tendons attached to the medial humeral
epicondyle in three dogs. JAVMA, 194 (8): 1082-1085, 1989.
magini (radiografia, tomografia computerizzata, artroscopia,
etc.) devono indirizzare il clinico verso il meccanismo eziopa-
togenetico cui si può infine ricondurre, anche se non sempre Indirizzo per la corrispondenza: Allevi Giovanni
Med Vet, Dottore di Ricerca in Ortopedia degli Animali Domestici
con certezza, la lesione. via Lurano, 40 - Brignano G.A., 24053 - Bergamo
Come per altre affezioni ortopediche, e tra queste la displa- Tel cell 339 5726906 - Tel e fax 0363 814184
sia del gomito, anche tali reperti possono rivestire il duplice e-mail: g.allevi@libero.it
10 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
La maggior parte delle patologie del coniglio da com- malocclusione è permanente e nella maggior parte dei casi
pagnia sono causate, direttamente o indirettamente, da er- richiede trattamenti periodici di limatura dei denti.
rori alimentari. Il coniglio è un erbivoro stretto, con un ap- Per impostare un corretto piano terapeutico è indispensa-
parato digerente ed una dentatura altamente specializzati, bile un’accurata visita clinica e l’esecuzione di uno studio
che tollerano male una dieta inadeguata. La dieta ideale è radiografico della testa, per valutare le condizioni della den-
quella che più si avvicina a quella naturale, costituita da tatura oltre allo stato generale del coniglio.
erba e piante di campo, relativamente povera dal punto di Gli errori alimentari hanno importanti conseguenze
vista nutrivo, ricca di fibra e che richiede una masticazio- sull’apparato digerente, che per funzionare correttamente
ne prolungata. necessita di una dieta con un’alta percentuale di fibra in-
L’alimentazione del coniglio pet dovrebbe essere rappre- digeribile (vale a dire di dimensioni tali da non poter es-
sentata da fieno di erbe miste in quantità illimitata, erba e sere assimilata dal coniglio). La fibra svolge nel coniglio
verdure. Il pellet non è indispensabile, e va eventualmente una duplice funzione: stimola una corretta motilità cieco-
razionato alla dose di un cucchiaio circa per un coniglio di colica, e favorisce la presenza di una flora batterica ade-
media taglia. Un buon pellet deve essere composto di fieno guata, ostacolando lo sviluppo di batteri patogeni (E. coli
e piante e contenere almeno il 18% di fibra. e clostridi). Il sistema digerente del coniglio elimina rapi-
Saltuariamente si possono somministrare piccole quan- damente la fibra grossolana, non digeribile (che forma i
tità di frutta. Altri alimenti (pane, grissini, semi, cereali, dol- pellet fecali). Sebbene non venga assimilata, la fibra indi-
ciumi ecc.) devono essere completamente evitati. In un co- geribile ha un’importanza critica nel mantenere la motilità
niglio sano, la somministrazione di vitamine e lattobacilli è gastro-intestinale. Il rimanente alimento viene sottoposto
inutile. Anche i blocchetti minerali sono inutili se non po- nel cieco a fermentazione da parte della flora ciecale, co-
tenzialmente dannosi. stituita da Bacteroides, bacilli non sporigeni gram negati-
I conigli tenuti come pet vengono purtroppo alimentati vi, altri batteri gram negativi, protozoi ciliati, e un lievito,
principalmente con alimenti commerciali del tutto inadegua- Cyniclomyces guttulatus. In seguito a questi processi di
ti, costituiti da miscele di semi, fioccati, frutta secca, pellet fermentazione si formano vitamine, acidi grassi e aminoa-
di cereali, il cui impiego comporta gravi effetti sulla salute cidi, che in parte vengono assorbiti direttamente e in par-
di questi lagomorfi. te vengono espulsi sotto forma di ciecotrofo, che il coni-
Le conseguenze degli errori alimentari a lungo termine si glio ingerisce direttamente dall’ano assimilando così im-
riflettono sulla dentatura, che nel coniglio è costituita da portanti elementi nutritivi.
denti a crescita continua. Mentre allo stato naturale l’ali- In presenza di una dieta commerciale a base di semi e
mento consumato, per la sua propiretà fibrosa e abrasiva, ri- fioccati il livello inadeguato di fibra causa un rallentamento
chiede una masticazione prolungata e consente quindi un della motilità gastrointestinale, che può arrivare alla stasi
adeguato consumo della dentatura, ciò non si verifica con gli completa. Cessa l’assunzione di alimento e la defecazione e,
alimenti commerciali (ad alta densità calorica e scarsamente se non si interviene, con il passare dei giorni si ha un decli-
abrasivi). La situazione è aggravata dallo squilibrio del rap- no progressivo delle condizioni di salute, fino alla morte. So-
porto calcio-fosforo di questi alimenti, che porta ad un inde- prattutto nei soggetti obesi, il quadro clinico può essere ag-
bolimento dell’osso di sostegno dei denti. gravato da una lipidosi epatica, che nel coniglio si può in-
Di conseguenza si determina con il tempo un’alterazione staurare già dopo un paio di giorni di digiuno, e che è rapi-
di crescita dei denti e malocclusione, con incurvamento dei damente mortale.
denti, formazione di punte, allungamento delle radici, perio- La diminuzione della motilità intestinale ha anche un altro
dontite, ascessi (a carico della mandibola, della mascella o effetto deleterio, poiché altera la composizione della micro-
dello spazio retrobulbare), osteomielite. La terapia di queste flora intestinale, favorendo la proliferazione di batteri patoge-
patologie è complessa e richiede la limatura periodica dei ni come i clostridi ed E. coli. Questi batteri sono in grado di
denti, l’estrazione di quelli coinvolti nella formazione di causare enteriti ed enterotossiemie rapidamente mortali.
ascessi, l’asportazione in blocco, quando possibile, degli Altre patologie possono secondariamente causare stasi
ascessi, o il loro trattamento secondo diverse tecniche detta- intestinale: patologie epatiche o urinarie, dolori osteoartico-
te di volta in volta dalle loro caratteristiche. Senza interven- lari, problemi dentali, e tutto ciò che può indurre stress o do-
to, le punte dentali lacerano i tessuti molli della bocca, im- lore. In tal caso è fondamentale identificare e correggere le
pedendo al coniglio di alimentarsi. Una volta instauratasi, la cause scatenanti della stasi.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 11
La terapia delle patologie gastrointestinali del coniglio si Il tradizionale approccio terapeutico a questa patologia,
basa su tre elementi fondamentali: reidratazione, sostegno che si riteneva causata da un’eccessiva ingestione di pelo e
alimentare ed analgesia. formazione di tricobezoari gastrici, basata sulla sommini-
Le alterazioni della funzionalità gastro-intestinale causa- strazione di lassativi ed enzimi proteolitici, è del tutto obso-
no disidratazione, che a sua volta aggrava la condizione, leto. L’approccio chirurgico non è in alcun modo consiglia-
creando un pericoloso circolo vizioso. La reidratazione può bile in caso di stasi (comporta inoltre un’elevata incidenza di
essere effettuata per via orale e sottocutanea (contempora- complicanze, quali peritoniti e lipidosi epatica). Questa co-
neamente), e nei casi più gravi per via endovenosa o in- mune patologia va gestita invece con un aggressivo approc-
traossea. La reidratazione è vitale non solo nelle enteriti, ma cio medico, con eccellenti possibilità di guarigione.
anche in caso di stasi gastro-intestinale, per reidratare il con- L’enterite di origine alimentare è una condizione di gravità
tenuto gastrico. La quantità di liquidi da somministrare è di variabile, dalla comparsa di feci più molli a diarrea profusa. In
100-120 ml/kg al giorno; è importante riscaldare a tempera- caso di enterotossiemia, che si manifesta con depressione, ano-
tura corporea i liquidi da somministrare per via parenterale. ressia e diarrea, la prognosi è riservata e talvolta sfavorevole,
L’apporto di alimento è importante per mantenere un bi- ed è richiesto un aggressivo approccio terapeutico. Le forme
lancio calorico positivo, fornire un substrato alla flora inte- lievi di enterite rispondono spesso al semplice miglioramento
stinale benefica, stimolare la motilità gastro-intestinale e della dieta con un aumento della fibra alimentare e l’elimina-
prevenire la lipidosi epatica. A questo scopo si possono uti- zione degli alimenti inadatti. Nei casi di gravi disturbi intesti-
lizzare vegetali frullati, alimenti vegetali per neonati o un nali si possono somministrare antibiotici (in particolare metro-
prodotto specifico, Critical Care Oxbow®, da somministra- nidazolo 20 mg/kg PO q12h). Sperimentalmente si è rivelata
re mediante siringa. efficace nel ridurre la mortalità la colestiramina alla dose di 0,5
I conigli sono molto sensibili agli effetti negativi del do- g in 20 ml di acqua PO q8h.
lore, che induce immunodepressione, stasi gastro-intestina- Un’altra conseguenza dell’alimentazione sbilanciata è
le, anoressia, e nei casi più gravi shock e morte. Tra i pro- l’obesità, che a sua volta predispone a patologie cardiache,
dotti che si possono impiegare nel coniglio appare partico- epatiche e renali e all’insorgenza di pododermatite. Per otte-
larmente sicuro ed efficace il meloxicam (0,1-0,3 mg/kg PO, nere una riduzione di peso l’esercizio fisico è altrettanto im-
SC q24h). Altri prodotti che si possono impiegare sono bu- portante di una dieta corretta.
prenorfina (0,01-0,05 mg/kg SC, IM, EV q6-12h), butorfa- La formazione di calcoli urinari e l’accumulo di cristalli di
nolo (0,1-0,5 mg/kg SC, EV q4-6h), carprofen (2-4 mg/kg calcio nell’urina (“sludge”) hanno una eziologica ancora in
SC, IM, PO q12h), flunixin meglumine (1-3 mg/kg IM, SC parte oscura. È possibile che la causa non sia da ricercare in un
q12-24h per non più di 3 giorni). eccesso di calcio alimentare, ma altri fattori quali disidratazio-
In caso di stasi gastro-intestinale si possono impiegare ne cronica per mancanza di alimenti umidi, scarsa attività fisi-
altre misure terapeutiche. La stimolazione della motilità in- ca, confinamento in gabbia che spinge il coniglio a trattenere
testinale è favorita da farmaci procinetici; dopo il ritiro dal l’urina, infezioni urinarie croniche. Mentre la restrizione di cal-
mercato del cisapride è stato impiegato senza effetti avversi cio alimentare non sembra in grado di prevenire le recidive,
e con apparente efficacia un prodotto analogo, il clebopride, una misura più efficace consiste nell’aumentare l’assunzione
alla dose empirica di 0,1-0,15 mg/kg PO q12h. In caso di di acqua (eliminando gli alimenti commerciali, aumentando la
meteorismo (evidenziabile radiologicamente), si sommini- quantità di vegetali freschi e aromatizzando l’acqua con picco-
stra simeticone (Mylicon pediatrico® 1-2 ml per 2-3 volte a le quantità di succhi di frutta non dolcificati).
distanza di un’ora, da ripetere secondo necessità). Una mi- In conclusione, le frequenti patologie del coniglio da
sura efficace per stimolare la ripresa della motilità intestina- compagnia (malocclusione, ascessi della testa, stasi intesti-
le è un delicato massaggio dell’addome, eseguito dopo la nale ed enteriti) sono quasi totalmente prevenibili adottando
somministrazione degli analgesici. un’alimentazione naturale basata su fieno ed erba.
Il recupero della funzionalità intestinale può richiedere un
tempo variabile da uno a parecchi giorni, ed è dimostrata dal-
la ripresa dell’alimentazione spontanea e della defecazione. Indirizzo per la corrispondenza non disponibile
12 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Nell’ambito della diagnostica neurologica, più che in al- nullano fra di loro. Quando viene applicato un impulso a ra-
tri campi, lo sviluppo di nuove metodiche di diagnostica per diofrequenza, la precessione diventa sincrona ovvero i pro-
immagini, ha costituito una vera e propria pietra miliare per toni sono “in fase”. Una volta tolto l’impulso, la sincronia
l’approfondimento della conoscenza di moltissime patolo- viene persa. Il 63.2% del tempo che occorre ai protoni per
gie e per la messa a punto di un efficace trattamento. In par- perdere la fase viene definito Tempo di rilassamento T2 (ri-
ticolare Tomografia Computerizzata (CT) e Risonanza Ma- lassamento trasversale). Ogni tessuto, a seconda delle sue
gnetica (RM) hanno ormai una applicazione routinaria in caratteristiche, presenta un diverso tempo di rilassamento T1
neurologia umana e trovano sempre più ampi spazi in cam- e T2. Per esempio l’acqua ha lungo T1 e lungo T2, il tessu-
po veterinario, certamente ancora penalizzato dal costo ele- to adiposo ha corto T1 e corto T2. Le caratteristiche di un de-
vato di tali attrezzature. terminato tessuto non dipendono solo dalle sue caratteristi-
Lo scopo della presente trattazione vuole essere quello di che di rilassamento T1 e T2, ma anche dalla densità dei pro-
esporre i principi fondamentali su cui si basa la Risonanza toni presenti in esso (densità protonica).
Magnetica e discutere le principali sue attuali applicazioni in Le caratteristiche di un tessuto in termini di Densità Pro-
Neurologia Veterinaria. tonica, Rilassamento T1 e Rilassamento T2, sono utilizzate
da un computer per elaborare l’immagine. A seconda del ti-
po di radiofrequenza utilizzata verranno enfatizzate una del-
RISONANZA MAGNETICA le tre caratteristiche, per cui avremo immagini T1, T2 e a
densità protonica.
Cenni sui Principi di base Gli impulsi a radiofrequenza non vengono inviati singo-
larmente, bensì ad intervalli regolari. Il tempo che intercorre
All’interno di un organismo, i nuclei atomici che pos- tra un impulso o una serie di impulsi e l’altro, viene chia-
seggono un diverso numero protoni e neutroni si compor- mato tempo di ripetizione (TR). Una serie di impulsi ad in-
tano come piccoli dipoli magnetici. In particolare i proto- tervalli regolari viene chiamata Sequenza. Il tipo degli im-
ni hanno un movimento particolare su se stessi chiamato pulsi a radiofrequenza inviati caratterizza la sequenza. Una
precessione. A seconda del campo magnetico a cui sono delle sequenze più usate in RM clinica è la cosiddetta Spin
sottoposti, la velocità di precessione, misurata come fre- Echo. Nella sequenza spin echo viene inviato un primo im-
quenza di precessione, cambia seguendo una legge fisica pulso capace di ribaltare il vettore magnetico di 90° (impul-
particolare, l’equazione di Larmour (ω0 = γ B0, dove ω0 so a 90°). Durante questo impulso si crea un vettore di ma-
è la frequenza di precessione e γ è la costante giromagne- gnetizzazione trasversale a 90° rispetto a Bo e tutti i protoni
tica). Se essi non sono sottoposti ad alcun campo magne- sono in fase. Una volta tolto il primo impulso i protoni ten-
tico, sono orientati in maniera random. Tra i vari, i proto- dono a perdere la fase. Viene allora mandato un secondo im-
ni idrogeno sono quelli di maggiore importanza per l’ap- pulso a 180° che provoca un rifasamento (Echo). Il tempo
plicazione biologica della MR. che intercorre fra l’impulso a 90° e il picco del rifasamento,
In una macchina per MR, è presente un magnete che de- viene definito Tempo di Echo (TE). La serie viene quindi ri-
termina un campo magnetico Bo parallelamente al quale si petuta per x volte, intervallata dal tempo di ripetizione TR.
orientano i piccoli dipoli magnetici presenti nell’organismo. La scelta del tempo di ripetizione e di quello di eco sono i
Un segnale a radio-frequenza (impulso) viene quindi emes- criteri fondamentali per ottenere un’immagine “pesata” in
so e determina un nuovo campo magnetico B1 cambiando T1 o T2, nella sequenza spin Echo. In particolare un corto
l’orientamento dei dipoli secondo la direzione del nuovo TR (500-600 msec) e un corto TE (18-26 msec) caratteriz-
campo. Quando cessa il segnale i dipoli tendono a riacqui- zano immagini T1 pesate, Con un lungo TR (2800, 3000
stare l’orientamento primitivo Bo, emettendo l’energia pri- msec) ed un lungo TE (80, 90 msec) si ottengono immagini
ma assorbita, la quale viene captata come radiosegnale. Una T2 pesate. Con un TR intermedio si esalteranno le caratteri-
percentuale costante (63.2%) del tempo che occorre ai dipo- stiche di densità protonica del tessuto.
li per riacquistare l’orientamento primitivo viene chiamato Nelle immagini T1, tutti i tessuti ricchi in acqua appaio-
Tempo di Rilassamento T1: esso viene anche detto rilassa- no ipointensi (scuri), mentre i tessuti poveri in acqua ap-
mento longitudinale, in quanto il vettore che lo rappresenta paiono iperintensi (bianchi). Quindi il CSF appare nero, la
tende ad orientarsi secondo il vettore del campo magnetico sostanza bianca appare più intensa di quella grigia. Nelle im-
Bo. I campi magnetici determinati dai singoli protoni in pre- magini T2, avviene il contrario, per cui risultano iperintensi
cessione, normalmente sono orientati in vario modo e si an- il CSF e la sostanza grigia.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 13
Un’altra sequenza speso utilizzata è l’Inversion Reco- La RM offre una notevole sensibilità diagnostica sia nel
very (IR). In questa sequenza si invia un primo impulso a campo delle lesioni espansive che infiammatorie e degene-
180°, seguito da un altro a 90° e quindi da un terzo a 180°. rative oltreché nelle anomalie congenite. Permette una otti-
Il tempo tra il primo impulso a 180° e quello a 90°, viene ma visione delle strutture della fossa posteriore e dell’orec-
detto Tempo di Inversione (TI). Un tipo particolare di se- chio medio e interno. Non è idonea per la visualizzazione di
quenza IR, attualmente particolarmente usata, è la FLAIR lesioni riguardanti i tessuti duri.
(Fluid Attenuated Inversion Recovery), in cui si sceglie
un TI tale da sopprimere il segnale del liquido cefalora-
chidiano e si pesa in T2 la sequenza. Tale sequenza è par- Protocollo di studio
ticolarmente utile per studiare lesioni situate in prossimità
del liquor. Lo studio RM del cranio va standardizzato con l’utilizzo
Come per la CT, anche nella MR, il corpo del paziente costante di una serie si sequenze, ciascuna delle quali deve por-
viene esaminato secondo scansioni di spessore variabile: tare particolari informazioni. Uno studio classico si può consi-
Tutti e tre i piani dello spazio, coronale, assiale e sagittale derare costituito da una sequenza Spin Echo T1 pesata sul pia-
possono essere direttamente esaminati. no traverso a cui segue una sequenza Spin Echo T2 pesata sem-
Mezzi di contrasto paramagnetici vengono utilizzati per pre sullo stesso piano e quindi altre due sequenze Spin echo T2
enfatizzare alcuni tipi di lesione. Il mezzo più usato è un io- sui piani dorsale e sagittale. La sequenza T1 ci fornisce imma-
ne paramagnetico, il gadolinio, chelato con l’acido DTPA, gini con buona risoluzione ma è poco sensibile nell’evidenzia-
per abolire la sua tossicità. Il gadolinio ha la caratteristica di re processi patologici, i quali spesso risultano isointensi. La T2
accorciare il T1, aumentando il segnale (iperintensità) nei di- dà immagini meno definite, ma è altamente sensibile nell’evi-
stretti dove si concentra. A livello di SNC tutte le lesioni che denziare lesioni, qualunque sia la loro natura.
determinano una rottura di bariera ematoencefalica, presen- Se dopo l’esecuzione di queste sequenze, notiamo pro-
teranno un contrast enhancement. Le modalità e la velocità cessi patologici o abbiamo sospetti, è indicato uno studio T1
con cui una lesione prende contrasto costituiscono elementi dopo iniezione di mezzo di contrasto paramagnetico (gado-
importanti di diagnosi differenziale. linio 0.2 mg/kg), eseguito sui tre piani dello spazio.
A questo studio base, a volte si aggiungono altre se-
quenze in grado di chiarire dubbi. A questo scopo una del-
STUDIO DELL’ANATOMIA NORMALE le sequenze più utilizzate è la FLAIR, in grado di diffe-
CT e MR renziare le lesioni(iperintense) dal liquido cefalo-rachidia-
no (ipointenso), qualora la patologia sia in prossimità del
Anche in Neurologia Veterinaria sono ormai a disposi- sistema ventricolare.
zione varie fonti di Letteratura riguardanti la normale anato- Un parametro importante da tenere in considerazione
mia MR, la descrizione della quale esula dalla presente trat- nello studio del cranio è lo spessore di strato, ossia lo
tazione. È tuttavia necessario puntualizzare che solo una pre- spessore cerebrale da cui la macchina attinge informazio-
cisa e profonda conoscenza di essa, consente di avvicinarsi ni per ricostruire l’immagine di uno strato. Nei cani di
correttamente alla diagnostica, motivo per cui si stimola il grossa taglia si può usare 5 mm, mentre in cani di piccola
lettore ad uno studio della letteratura suddetta prima di af- taglia o gatti, si deve scendere a 4 o 3 mm.
frontare un approccio diretto con queste metodiche di dia-
gnostica per immagine.
Aspetto RM di alcune patologie
di frequente riscontro
CT e MR NELLA DIAGNOSTICA
INTRACRANICA
NEOPLASIE
Sebbene la CT rivesta ancora un ruolo molto impor- Alcuni tipi di tumori mostrano caratteristiche RM tipiche
tante nella diagnostica delle malattie intracraniche del ca- che si rivelano spesso diagnostiche:
ne e del gatto a causa del costo relativamente accessibile
rispetto alla RM, quest’ultima si è rivelata di gran lunga GLIOMI
più sensibile nella diagnostica delle malattie cerebrali e ha Si mostrano come zone ipointense in T1 ed iperintense
quasi totalmente soppiantato la Tomografia computerizza- in T2, a margini non definiti, a localizzazione intrassiale,
ta in medicina umana. con “Contrast enhancement” ad anello o disomogeneo. Al-
La CT è comunque idonea alla diagnosi di processi ri- cuni gliomi a basso indice di malignità non prendono con-
guardanti la volta cranica o comunque i tessuti duri, com- trasto. Esercitano solitamente notevole effetto massa.
preso l’orecchio interno, le masse occupanti spazio ubicate
in fossa posteriore, le lesioni di tipo vascolare nelle loro pri- MENINGIOMI
missime fasi, alcune lesioni infiammatorie occupanti spazio Hanno localizzazioni tipiche (meningiomi della volta,
(ascessi, GME), alcune anomalie (idrocefalo). Non è invece della base cranica, della falce, dell’angolo cerebello-pon-
sensibile nella diagnostica di lesioni ubicate in fossa poste- tino), presentano margini molto netti, spesso con chiara
riore a causa del notevole spessore osseo che causa perdita distinzione dal parenchima circostante, si presentano
di definizione. isointensi in T1 e iperintensi in T2, hanno contrast enhan-
14 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
cement intenso ed omogeneo che si estende spesso alle me- tardi o alla mattina presto, difficoltà tecniche di esecuzione
ningi adiacenti (meningeal tail). Spesso presentano aree maggiori rispetto all’uomo, considerando le piccole dimen-
calcifiche. sioni del midollo spinale nel caso e nel gatto.
Nonostante tutto ciò, la RM può risultare di estrema uti-
TUMORI DEI PLESSI CORIOIDEI lità diagnostica in quasi tutte le patologie midollari e sarà si-
Sono a localizzazione intraventricolare, sono ben defini- curamente destinata a diventare la metodica di prima scelta
ti ed assumono intensamente ed uniformemente il contrasto. nello studio del midollo spinale in un futuro prossimo.
LESIONI VASCOLARI
Nelle fasi iperacute di un’emorragia (prime 24 h) l’esa- Aspetto RM in alcune patologie midollari
me RM non trova grande applicazione, essendo più sensibi-
le uno studio con CT. Nella fase subacuta l’RM diventa di ESTRUSIONI DISCALI
fondamentale importanza per monitorare l’andamento e l’e- L’uso di RM per lo studio di estrusioni discali acute è li-
voluzione del focolaio emorragico. La capacità dell’RM di mitato a quelle strutture che hanno un sistema RM in sede,
monitorare l’evoluzione dell’emorragia dipende dalle diver- considerata la natura acuta della patologia. L’RM fornisce
se proprietà paramagnetiche dell’emoglobina nelle sue fasi immagini altamente diagnostiche in questa patologia e con-
di degradazione (Tabella 1). sente di delineare anche le complicanze associate all’estru-
sione (emorragia, contusione midollare, fenomeni infiam-
matori secondari).
UTILIZZO DELLA CT E DELLA RM NELLA Il segnale ottenuto dal materiale di compressione varia a
DIAGNOSTICA MIDOLLARE seconda del tipo di degenerazione discale, dal tempo tra-
scorso dal momento dell’estrusione, dalla presenza di emor-
Ancora oggi la metodica diagnostica principale per lo ragia. In particolare possiamo avere:
studio delle patologie midollari è la mielografia. La risonan- 1) materiale estruso fortemente ipointenso in T1 e T2: disco
za magnetica è usata in casi selezionati in cui la mielografia calcifico
non è riuscita a definire una diagnosi chiara e precisa. Que- 2) materiale estruso isointenso in T1 e ipointenso in T2: ma-
sto uso selettivo della RM dipende da vari fattori: alto costo teriale degenerato non calcifico
dei sistemi MR, utilizzo di macchine situate in cliniche di 3) emorragia associata (in T1: ipointensa in fase acuta, 1°
medicina umana con conseguente accesso limitato alla sera giorno, iperintensa in fase subacuta, dopo 48 h)
Tabella 1
Fase Tempo Marker Immagini T1 Immagini T2
Iperacuta 1-6 ore Ossi-Hb Iso-ipointensa Iperintensa
Acuta 6-48 ore Deossi-Hb Iso-ipointensa Ipointensa
Subacuta 1 2-7 giorni Intracellular Meta-Hb Iperintensa Ipointensa
Subacuta 2 2-3 sett. Extracellular Meta-Hb Iperintensa Iperintensa
Cronica > 3 sett. Haemosiderin Come CSF come CSF con bordi ipointensi
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 15
4) contrast enhancement del materiale estruso. Si verifica in ri. Uno studio RM è assolutamente necessario se si vuole
corso di discopatie subacute con sviluppo di tessuto in- eseguire un planning operatorio adeguato. La posizione del-
fiammatorio. le neoplasia rispetto al midollo (extradurale, intradurale, in-
tramidollare), il grado di coinvolgimento delle strutture ver-
PROTRUSIONI DISCALI tebrali adiacenti, il tipo di contrast enhacement costituisco-
Lo studio RM fornisce immagini altamente diagnostiche no i paramentri fondamentali su cui fornire una diagnosi dif-
e dettagliate. Sicuramente la sensibilità è maggiore rispetto ferenziale riguardo al tipo di neoplasia.
a quella fornita da uno studio mielografico. Vengono fornite
informazioni riguardo al grado di degenerazione del disco, SIRINGOMIELIA, IDROMIELIA
all’integrità dell’annulus fibroso e del legamento longitudi- Vengono perfettamente delineate dalla RM. Possono es-
nale, al grado di sofferenza parenchimale midollare. Occor- sere espressione di malattia congenita (es. Malformazione
re avere notevole esperienza nel giudicare la significatività Arnold Chiari tipo 1) oppure possono essere secondarie a
delle protrusioni discali, in quanto l’RM tende a magnifica- patologie compressive croniche.
re il grado di protrusione.
PATOLOGIE VASCOLARI
DEGENERATIVE LUMBO-SACRAL Patologie vascolari di tipo emorragico ed infartuale, dia-
STENOSIS (DLSS) gnosticate spesso su base clinica e per esclusione di altre pa-
L’avvento della RM ha cambiato radicalmente i proto- tologie su base mielografica, vengono precisate e delineate
colli diagnostici per questa malattia, diventando la metodica dalla RM. Come abbiamo già visto, in corso di lesione emor-
di scelta. Essa fornisce informazioni riguardanti il grado di ragica, è possibile anche determinare lo stadio evolutivo del
degenerazione del disco lombo-sacrale, eventuale presenza focolaio emorragico e seguirne l’ulteriore evoluzione.
di compressioni sulla linea mediana o lateralizzate (forami-
nali). Il protocollo di studio prevede l’acquisizione di imma-
gini sul piano traverso e sagittale, T1 e T2 pesate. Solita-
Indirizzo per la corrispondenza:
mente non è necessario l’utilizzo di mezzo di contrasto Dr. Massimo Baroni
Clinica Veterinaria Valdinievole
NEOPLASIE Via Nigra 123 - 51015 Monsummano Terme - Pistoia, Italy
L’utilizzo della Risonanza Magnetica è fondamentale nel Tel. +39 0572 51286 - Fax +39 0572 951499
delineare morfologia ed estensione delle neoplasie midolla- E-mail: baromax@tin.it
16 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Numerosi tipi di malformazione congenita vertebrale dollare. La deviazione midollare patologica peggiora nella
possono essere riscontrate nel cane. Alcune sono di piuttosto sua gravità durante l’accrescimento causando un lento e pro-
frequente riscontro e spesso sono associate a particolari raz- gressivo peggioramento del grado di compressione midolla-
ze, altre sono reperite solo sporadicamente o sono addirittu- re, a cui consegue un aggravamento della sintomatologia. La
ra molto rare. Non sempre le anomalie vertebrali si associa- stenosi del canale vertebrale presenta di solito due compo-
no a lesioni a carico del midollo spinale con conseguenti se- nenti biomeccaniche, una statica, l’altra dinamica, in quanto
gni neurologici; spesso non sono responsabili di disfunzione l’emivertebra è spesso sede d’instabilità vertebrale.
midollare e vengono reperite durante indagini collaterali La sede di più frequente riscontro è toracica con devia-
(studi Rx) svolte per tutt’altra causa. In Tabella 1 vengono zione in cifosi di tale segmento vertebrale.
riassunte le principali malformazioni della spina. La sintomatologia clinica, quando presente, è rappresen-
Tra le malformazioni elencate verranno qui trattate solo quel- tata da una paresi posteriore lentamente ingravescente con
le di rilievo clinico e per le quali è possibile attuare una terapia possibile esito in plegia. L’esordio dei degni clinici si verifi-
chirurgica in molti casi efficace. In particolare verrà presa in ca solitamente nel periodo sell’accrescimento, con una mag-
considerazione l’emivertebra e la sublussazione atlanto-assiale. giore incidenza fra i sei e gli otto mesi di età. L’esame neu-
rologico indica una localizzazione neuroanatomica toraco-
EMIVERTEBRA lombare, con normo-iperriflessia posteriore. Raramente è
presente dolore vertebrale.
È il risultato della mancata formazione di parte del cor- La diagnosi è confermata attraverso uno studio radiolo-
po vertebrale. Solitamente la vertebra malformata ha forma gico in bianco e con mezzo di contrasto (mielografia). Lo
a tronco di cono con la base più ampia rivolta verso l’alto o studio mielografico deve comprendere proiezioni latero-la-
su un lato. In dipendenza di questa peculiare forma si asso- terali stressate, in maniera tale da rendere ben evidente l’e-
ciano importanti deviazioni vertebrali, più spesso in cifosi, ventuale componente dinamica della patologia compressiva.
qualche volta in scoliosi. A volte il corpo vertebrale difetta Un ulteriore precisazione del grado di compressione e
della parte mediana, esitando due due distinti “nuclei ossei”, dello stato di sofferenza focale midollare può essere fornita
uno per lato. In questo caso l’emivertebra viene anche defi- da un’indagine RM del rachide toraco-lombare.
nita “vertebra a farfalla”. L’emivertebra costituisce un reper- La terapia chirurgica dell’emivertebra sintomatica è sta-
to abbastanza frequente nelle razze brachicefale di piccola ta affrontata solo sporadicamente in medicina veterinaria. Al
taglia (vedi Tab. 1), tuttavia può essere associata a qualsiasi riguardo, la letteratura è pressoché assente. Molto generica-
razza. Alcune volte è del tutto asintomatica. In altri casi in mente alcuni autori indicano la possibilità di eseguire inter-
corrispondenza della deviazione vertebrale, si sviluppa ste- venti di decompressione-stabilizzazione, ma la descrizione
nosi del canale spinale con conseguente compressione mi- di una tecnica dettagliata non è, ad oggi, rintracciabile.
Tabella 1
Nella pratica, gli approcci dorsali si sono rivelati molto grande (rottweiler). L’autore ha trattato tale malformazione
difficoltosi. La decompressione dorsale, usata come unica anche in pastore tedesco, dobermann, terranova.
procedura, provoca un aumento dell’instabilità con risultati Il difetto congenito alla base dell’anomalia consiste nal-
clinici disastrosi. La stabilizzazione in distrazione del rachi- l’aplasia del dente dell’epistrofeo o nell’aplasia- ipoplasia
de toracico è difficilmente effettuabile per via dorsale, a cau- del complesso legamentoso che unisce il dente dell’epistro-
sa della inconsistente struttura degli archi vertebrali a questo feo all’atlante. Ne risulta un’instabilità dell’articolazione
livello e del difficile approccio ai corpi vertebrali, quasi per con compressione midollare focale.
intero situati in cavità toracica e rivestiti da pleura. I segni clinici si manifestano più frequentemente in ac-
Per tutti questi motivi, un approccio ventrale per via tran- crescimento, tuttavia la patologia può rendersi evidente a
storacica, sembrerebbe più idoneo e di seguito viene descritto. qualsiasi età. La sintomatologia varia da dolore cervicale in
assenza di deficit neurologici a forme gravi di tetraparesi.
TECNICA La terapia è essenzialmente chirurgica. Varie tecniche sono
state descritte dettagliatamente in letteratura. L’approccio e la
Si effettua una toracotomia laterale, possibilmente a livello stabilizzazione dorsale con filo metallico ha rappresentato per
dello spazio costale corrispondente allo spazio intervertebrale di lungo tempo la tecnica d’elezione. Recentemente è stata co-
massima deviazione spinale. Spostato il lobo polmonare cauda- munque quasi totalmente sostituita dall’approccio ventrale con
le ventralmente, si identificano alcuni punti di repere fondamen- stabilizzazione ad opera di viti transarticolari. Quest’ultima
tali: 1) Emivertebra 2) arco aortico ed aorta toracica 3) vasi in- tecnica ha garantito buoni risultati, pur risultando di non sem-
tercostali 4) tronco simpatico. I vasi intercostali a livello dell’e- pre facile esecuzione, soprattutto in pazienti di piccolissima ta-
mivertebra e lungo tre segmenti vertebrali cranialmente e cau- glia (peso corporeo < 1 kg). In tali soggetti il teatro operatorio
dalmente ad essa vengono cauterizzati. Si scolla quindi la pleu- è di dimensioni estremamente ridotte e il corretto posiziona-
ra parietale dai corpi vertebrali e si identificano gli spazi discali. mento delle viti transarticolari risulta poco agevole. In parti-
Tra questi, quelli adiacenti all’emivertebra vengono aperti e cu- colare risultano estremamente frequenti i posizionamenti trop-
rettati. Successivamente a questo livello si eliminano le placche po mediani con coinvolgimento del canale spinale, o quelli
terminali vertebrali con idonea fresa pneumatica. Viene quindi troppo laterali con scarsa tenuta delle viti.
posizionata una vite per ciascun corpo vertebrale (due, tre viti Scopo di questa presentazione è quello di presentare una
cranialmente e caudalmente all’emivertebra). Le viti, inserite nel tecnica di stabilizzazione fusione con approccio ventrale,
corpo vertebrale fino a comprendere due corticali, vengono la- che sia di facile attuazione in qualsiasi tipo di paziente.
sciate sporgere in cavità toracica per almeno 5 mm. Sul secon-
do corpo vertebrale a partire dall’emivertebra, viene applicato, TECNICA
cranialmente e caudalmente un filo di Kirschner (diametro 1.5-
2 mm) su cui viene ancorato il distrattore vertebrale. Si applica Si esegue un approccio ventrale con scheletrizzazione accu-
quindi una graduale distrazione al rachide fino ad eliminare o di- rata dell’arco ventrale dell’atlante, del corpo dell’epistrofeo e del-
minuire notevolmente la deviazione patologica. l’articolazione atlo-epistrofica. Quest’ultima viene gentilmente
A livello degli spazi intervertebrali precedentemente aperta con uno scollaperiostio e, attraverso l’uso di fresa pneu-
aperti e fresati, si applica osso spongioso, precedentemente matica, viene eliminata quanta più possibile cartilagine articola-
prelevato a livello di testa omerale. re. Si applicano quindi due viti a direzione ventro/dorsale e cra-
La fissazione in distrazione è quindi ottenuta con l’appli- nio/caudale sull’arco dell’atlante, a sede paramediana. Altre due
cazione di polimetilmetacrilato. viti vengono applicate sul corpo dell’epistrofeo, questa volta a di-
La chiusura della breccia toracotomia avviene more solito. rezione cranio-caudale e medio-laterale. Il diametro delle viti va-
I risultati fin qui ottenuti con questa tecnica sono inco- ria a seconda della taglia: in soggetti di razza toy, viti di 2 mm di
raggianti. Sono stati trattati 7 pazienti (6 carlini, 1 Yorkshire diametro costituiscono la soluzione ottimale. Tutte le viti vengo-
Terrier). Tutti i soggetti trattati erano affetti da grave paresi no lasciate sporgere dalla compatta dell’osso per 5-10 mm.
posteriore. Un paziente è deceduto nel periodo perioperato- Si applica quindi osso spongioso a livello dell’articola-
rio per cause non connesse alla tecnica. In due pazienti si è zione atloepistrofica, a garanzia di una precoce fusione arti-
registrato miglioramento fino ad una deambulazione quasi colare a quindi si fissano fra loro le viti con l’applicazione di
nella norma, caratterizzata da lieve atassia locomotoria. In 4 polimetilmetacrilato. La chiusura della via di accesso ventra-
soggetti si è registrato deciso miglioramento con persisten- le al collo avviene more solito. La tecnica descritta garanti-
za di paresi deambulatoria. sce una buona stabilizzazione, eliminando gran parte delle
È opinione dell’autore che l’ottimizazione della tecnica difficoltà tecniche legate all’uso di viti transarticolari. È sta-
unita ad una maggiore precocità di riconoscimento della pa- ta usata con successo dall’autore in soggetti di tutte le taglie,
tologia e precocità di trattamento, porterà ad un ulteriore mi- tuttavia è soprattutto raccomandabile in pazienti di piccolis-
glioramento dei risultati. sima taglia per la sua facilità e rapidità di esecuzione.
Finito l’intervento dobbiamo occuparci della gestione pioide per garantire una adeguata analgesia chirurgica. An-
del postoperatorio: la madre dovrebbe essere rapidamente in che in questo tipo di anestesia, come per altro nel cesareo, è
grado di occuparsi dei cuccioli, ma dovremo fare maggior possibile utilizzare i bloccanti neuromuscolari, in quanto per
attenzione rispetto ad un risveglio per altri tipi di chirurgia, alcuni autori questi farmaci sono in grado interagire con gli
che le sue facoltà fisiche e mentali consentano una adeguata ipnotici consentendone una riduzione del dosaggio; inoltre,
gestione dei neonati. I cuccioli vanno rapidamente liberati possono migliorare le condizioni operative rendendo più ra-
dalle membrane placentari, la bocca ed il naso devono esse- pida e sicura la chirurgia, il tutto mantenendo sostanzial-
re puliti ed eventuali liquidi verranno aspirati, poi andranno mente inalterate le funzioni cardiovascolari.
massaggiati delicatamente, asciugati e tenuti al caldo. Nel
caso siano stati somministrati alla madre farmaci antagoniz-
zabili e si sospetti che i cuccioli siano ancora sotto il loro ef- Conclusioni
fetto, è possibile somministrare gli antagonisti specifici.
L’assistenza anestesiologica che prestiamo in caso di chi-
rurgia dell’apparato genitale femminile, può richiedere un
Piometra grosso impegno ed una notevole prontezza in quanto molto
spesso gli animali sottoposti a questi interventi sono forte-
In questi ultimi anni, la maggior disponibilità di un sen- mente stressati ed in condizioni non ottimali. In particolare,
sibile metodo di indagine delle patologie uterine come l’e- nel parto cesareo, le nostre decisioni influenzeranno non so-
cografo, ha sicuramente abbreviato e reso assai più preciso lo la vita del paziente sottoposto ad anestesia, ma anche
l’iter diagnostico per questa malattia; ciò ha consentito di quella dei nascituri.
vedere la patologia precocemente, spesso nelle prime fasi
del suo sviluppo. Per tal motivo accade sempre più spesso di
operare animali in buone condizioni con minime variazioni Bibliografia
del loro stato di salute. Però può avvenire che, per disatten-
zione o incuria da parte del proprietario, o per le caratteristi- 1. Cullen LK, Muscle relaxants and neuromuscolar block. In: Lumb &
Jones’: Veterinary anesthesia. William & Wilkins 1996.
che di patologia subclinica che possono essere riscontrate in
2. Paddleford RR, Considerazioni anestesiologiche nei soggetti che pre-
alcuni soggetti o, infine, per incidenti che possono verificar- sentano problemi o condizioni patologiche. In: Paddleford Robert R.
si, come la rottura dell’utero con peritonite, si arrivi ad ope- Anestesia dei piccoli animali. Masson 2000.
rare animali in condizioni molto gravi. 3. Seymur C, Taglio cesareo. In: Seymur C. Gleed R. Anestesia e Anal-
Solitamente questi soggetti presentano problemi di gesia Cane Gatto Animali esotici. UTET
4. Muir III WW, Hubbel JAE, Skarda RT, Bednarsky RM, Anestesia per
scompenso elettrolitico ed acido-basico e/o patologie da in-
il parto cesareo. In: Manuale di Anestesia Veterinaria. Antonio Delfi-
fezione generalizzata. no Editore 2002.
Una buona gestione anestesiologica di questi soggetti co- 5. Arnold P, Suter PF, Hagen A, (1995), New Aspects Of Therapy in Hy-
mincia prima dell’anestesia vera e propria: la paziente va povolemic and Septic Shock in Small Animals, Kleintierpraxis, 40:
stabilizzata cercando di modificare con la fluidoterapia le al- 321-329.
6. Feldman EC, Nelson RW, Endocrinologia e riproduzione del cane e
terazioni che sono state riscontrate con la visita e le indagi-
del gatto. UTET 1998
ni di laboratorio. In caso di sepsi anche la terapia antibiotica 7. Onclin K & Verstagen J, (2002), Parto, distocia, taglio cesareo e riani-
andrà iniziata precocemente, prediligendo la via endoveno- mazione neonatale. Atti 4° Congresso Internazionale Merial, 98-118.
sa. Di solito i soggetti in condizioni gravi si trovano già sot- 8. Boel AF, Ragle CA, (2003), Canine Pyometra: An Update on Patho-
to infusione endovenosa, per cui potremo iniziare la sommi- genesis and Treatment, Conpendium vol 25, n° 8: 602-611.
9. Kudnig ST, Mama K, (2003), Guidelines for Perioperative Fluid The-
nistrazione degli anestetici attraverso questa via: inizieremo
rapy, Compendium vol 25, n° 2: 102-109.
con un’analgesia-sedazione preoperatoria con un oppioide a 10. Naganobu K, Maeda N, Miyamoto T, Hagio M, Nakamura M, (2004),
rapida azione come il fentanest, eventualmente alternato ad Cardiorespiratory effect of epidural administration of morfhine and
un basso dosaggio di diazepam per scongiurare fenomeni ec- fentanyl in dogs anesthetized whit sevofuorane, JAVMA, vol 224, n°
citativi che si possono verificare con l’uso di questo farma- 1: 67-70.
co in animali non premedicati. Poi si passa all’induzione,
evitando farmaci come i barbiturici, per le loro doti di de-
pressione cardiocircolatoria protratta e predisposizione alle Indirizzo per la corrispondenza:
aritmie; la scelta può ricadere sulla miscela diazepam-keta- Roberto Bellentani
mina oppure sul propofol. I farmaci ipnotici ideali per il Ambulatorio Veterinario Via Sant’Antonio 10 - 41043 Formigine (MO)
mantenimento sono quelli gassosi, in particolare l’isofluora- Tel-fax 059556004
no, ovviamente con l’aggiunta di altre dosi di analgesico op- E-mail bellentanivet@oksatcom.it
20 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
I rettili tenuti in cattività sono soggetti ad una serie di sente che terrari di piccole dimensioni si riscaldano unifor-
problemi e patologie legati a vari fattori correlati strettamen- memente non garantendo una corretta variazione di tempe-
te a tale condizione. Tali fattori comprendono la gestione e ratura. La temperatura deve essere misurata in più punti del
la realizzazione di un habitat adatto per ogni singola specie, microhabitat per evitare il mantenimento a temperature ec-
il rispetto delle caratteristiche fisiche, ecologiche, eto-psico- cessivamente basse o alte. L’assorbimento del calore varia
logiche dell’animale, il corretto rapporto uomo-animale. secondo le specie, così un’iguana verde, sauro arboricolo
Cercheremo di puntualizzare i vari punti deboli nella gestio- diurno preferirà riscaldarsi da una fonte radiante che imiti il
ne generale degli animali “da terrario” considerando la note- sole, mentre un serpente terricolo notturno troverà più fisio-
vole variabilità tra le specie, di evidenziare i problemi deri- logico assorbire calore per conduzione dal substrato o da una
vanti dall’errore e di suggerire quindi le possibilità di pre- superficie riscaldata. Infine da non sottovalutare l’effetto
venzione e terapia. serra che si ottiene esponendo una teca in vetro alla luce so-
lare diretta che può causare un surriscaldamento letale in po-
chi minuti.
PARAMETRI AMBIENTALI DELL’HABITAT Il terzo parametro essenziale è l’umidità, considerata co-
ARTIFICIALE me atmosferica dell’habitat d’origine della specie considera-
ta, come condensa ed accumulo sulle pareti e sul fondo e
La prima cosa da considerare nell’allevamento dei cosid- substrato, come umidità insufficiente, e come aree ad umi-
detti animali da terrario è che sebbene alcune specie siano ri- dità diversa dal resto dell’ambiente. La scorretta gestione
prodotte da varie generazioni, non possono essere conside- dell’umidità ambientale può provocare problemi cutanei più
rati domestici, ma selvatici tenuti in cattività con caratteri- o meno gravi, come disecdisi e malattia vescicolare, proble-
stiche fisiologiche peculiari che necessitano di vivere in un mi respiratori, renali e problemi legati all’aumento della ca-
microhabitat che riproduca il più fedelmente possibile i pa- rica batterica e micotica in ambiente caldo umido.
rametri ambientali che troverebbero in natura. I parametri
più importanti sono la luce, la temperatura e l’umidità am-
bientale. SISTEMI DI GESTIONE DEI PARAMETRI
Per quanto riguarda la luce bisognerà considerare il foto- AMBIENTALI
periodo, la qualità e quindi il tipo di radiazioni utili, l’inten-
sità luminosa. Ogni specie è adattata a vivere seguendo un La luce e la temperatura sono fornite da sistemi d’illu-
determinato ritmo di luce circadiano che scandisce le varie minazione e riscaldamento, la cui gestione può essere essa
attività fisiologiche e comportamentali giornaliere. Inoltre la stessa fonte di problemi.
variazione stagionale delle ore di luce ha un’importanza I cavi elettrici se aggredibili dagli animali possono cau-
estrema per la fisiologia ed il comportamento riproduttivo di sare elettrocuzioni. Le lampade ad incandescenza possono
molte specie. Il tipo di radiazioni emesse dalle lampade uti- causare ustioni. Le lampade neon emettitrici di raggi UVB
lizzate per l’illuminazione artificiale è d’importanza estrema con il tempo diminuiscono l’emissione radiante e tale emis-
per alcune specie. Per molti rettili diurni i raggi UVB sono sione è bloccata da vetro, plastica ed addirittura rete a ma-
indispensabili per la fotosintesi della vitamina D3 e quindi glie troppo fine, quindi la loro gestione corretta e la loro so-
per l’assimilazione del calcio. Anche i raggi UVA hanno una stituzione periodica è importante nelle specie che necessita-
notevole importanza, i rettili hanno la capacità di vedere nel- no di radiazione UVB.
lo spettro UVA, quindi lampade che emettono questa luce I vari sistemi di riscaldamento se non gestiti adeguata-
portano a benefici psicologici (o meglio eliminano il proble- mente possono provocare ustioni e se non controllati sotto-
ma di una visione permanentemente alterata), stimolano l’a- pongono gli animali a temperature inadeguate. Come già
limentazione e l’attività riproduttiva. detto il tipo di sistema utilizzato per fornire calore deve es-
Riguardo alla temperatura bisognerà considerare quella sere compatibile con la modalità d’assorbimento della spe-
preferita per la specie, la realizzazione di un gradiente ter- cie ed il comportamento termoregolatore. Rettili deserticoli
mico, la misurazione dei valori assoluti, la modalità di som- che sfuggono al calore sprofondandosi nella sabbia, proba-
ministrazione ed assorbimento. È essenziale che ogni specie bilmente non apprezzeranno di trovarsi una serpentina ri-
abbia a disposizione un gradiente termico che permetta il scaldante nascosta nel substrato.
raggiungimento della temperatura corporea preferita che I termometri in vetro possono essere rotti e provocare
può variare secondo il momento fisiologico. Da tenere pre- traumi ed avvelenamenti da mercurio e piombo.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 21
Anatomia e fisiologia dell’alimentazione ribilità, un elemento molto importante per giudicare la qua-
lità del prodotto. Possiamo affermare che sono pochissimi i
Il furetto è un carnivoro stretto, che richiede una dieta prodotti confezionati veramente adeguati per questa specie
basata esclusivamente su proteine di origine animale. La reperibili nei negozi per animali.
sua anatomia e fisiologia sono specializzate per un’attività Alcuni autori sostengono in realtà che la dieta miglio-
di tipo predatorio e il consumo e l’assimilazione di piccoli re per il furetto, quella che più risponde alle sue esigenze
animali. fisiologiche, è costituita da prede intere quali topi, ratti e
La dentatura, costituita da denti affilati, è atta a cattura- pulcini, analogamente a quanto viene somministrato ai
re le prede con i canini acuminati e a lacerarle con i pre- rettili carnivori. Con questo tipo di dieta le feci si presen-
molari e molari affilati. L’intestino è relativamente corto, tano piccole e consistenti, al contrario delle feci volumi-
senza distinzione macroscopica tra tenue e colon, caratte- nose e morbide prodotte da animali alimentati con cibi
rizzato da una velocità di transito particolarmente elevata commerciali. Questo tipo di alimento, sebbene possa es-
(circa 3 ore), come adattamento ad un regime alimentare sere rappresentato da animali soppressi in modo indolore
basato esclusivamente su alimenti di origine animale. Que- e congelati, ha d’altra parte il forte svantaggio di com-
sti alimenti, molto nutrienti e facilmente assimilabili, ri- portare notevoli problemi di tipo psicologico alla maggior
chiedono infatti un processo digestivo relativamente sem- parte dei proprietari.
plice e rapido. Il cieco, organo tipicamente deputato a pro- Altri tipi di considerazioni possono riguardare l’aspet-
cessare la fibra, è assente nel furetto, e la flora batterica è to igienico (possibilità di trasmissione di parassiti gastro-
semplice e poco significativa, a ribadire la specializzazio- intestinali, toxoplasmosi, salmonellosi, ecc.) e dello stato
ne di questa specie per un regime che non comprende alcun di salute della preda (gli animali ammalati forniscono un
tipo di alimenti di tipo vegetale, ad eccezione del contenu- alimento di scarsa qualità). Non bisogna neppure sottova-
to gastrointestinale delle prede ingerite. lutare i pericoli derivanti dalle ossa (azione perforante o
Il furetto richiede quindi una dieta basata esclusiva- abrasiva) e da pelo e cute della preda (rallentamento sino
mente su proteine animali di elevata qualità (altamente di- alla stasi con blocco intestinale).
geribili) e comprendente un’elevata percentuale di grassi Vanno completamente esclusi dalla dieta, od offerti al
animali come fonte energetica. I carboidrati e le proteine massimo come premio occasionale (e per occasionale il
vegetali sono scarsamente assimilati e predispongono a di- proprietario non deve intendere ogni 2-3 ore!) frutta, vege-
verse patologie, come verrà descritto in seguito. Anche le tali, dolciumi e bocconi per furetti di tipo commerciale. I
proteine derivate dal pesce sono scarsamente tollerate, e prodotti contenenti lattosio possono causare diarrea in al-
possono indurre vomito, e non dovrebbero quindi essere in- cuni soggetti.
cluse nell’alimento del furetto. Premi occasionali accettabili sono rappresentati da pezzi
Le diete commerciali per cani, le diete per gatti di scar- di carne o uova, preferibilmente cotti, anche se il furetto ap-
sa qualità, e gli alimenti per furetti che non sono composti pare molto resistente allo sviluppo di salmonellosi.
principalmente da alimenti di origine animale sono quindi I furetti tendono a sviluppare forti preferenze alimentari
inadatti all’alimentazione del furetto. Un buon alimento nei primi mesi di vita, rendendo in seguito molto difficile ot-
per furetti deve contenere il 30-40% di proteine e il 15- tenere un cambiamento di regime alimentare. Pertanto è op-
20% di lipidi; i primi tre ingredienti elencati nell’etichetta portuno abituare il giovane furetto ad assumere diversi tipi di
delle caratteristiche nutrizionale devono essere di origine alimento. In caso di necessità il furetto può essere costretto
animale, ad esclusione del pesce e derivati. Un furetto a cambiare dieta eliminando bruscamente il vecchio tipo di
adulto ingerisce, secondo il suo peso, da 20 a 40 g di croc- alimento e lasciando a disposizione solo quello nuovo. Fan-
chette al giorno. no eccezione i soggetti affetti da insulinoma, per i quali un
Il mercato offre parecchie marche di alimenti confezio- periodo di digiuno superiore a 6 ore può precipitare una cri-
nati per furetti, la cui qualità e rispondenza alle necessità di si ipoglicemica. In questo caso è consigliabile procedere ad
questo mustelide sono tuttavia raramente soddisfacenti. È una modifica più graduale.
sufficiente esaminare il cartellino per rendersi conto che tra L’acqua deve essere sempre a disposizione, preferibil-
gli ingredienti principali figurano spesso alimenti inadegua- mente somministrata tramite un beverino a goccia, il cui cor-
ti quali soia, mais, riso e avena, farina di pesce, grasso dei- retto funzionamento deve essere verificato dal proprietario
drogenato. Inoltre nelle etichette non viene indicata la dige- almeno una volta al giorno.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 23
Gli errori alimentari e le loro conseguenze ta con 10 mg per tutta la vita del furetto può portare al mi-
glioramento della condizione.
Le proteine di origine vegetale favoriscono la formazio- I cibi umidi e/o zuccherini accelerano la formazione
ne di urine alcaline e quindi la precipitazione dei cristalli di della placca dentale destinata poi ad evolvere in tartaro.
struvite, predisponendo allo sviluppo di calcoli urinari. Que- Premolari e molari sono i denti maggiormente interessati
sta condizione è rara in soggetti alimentati con proteine ani- da questo problema.
mali di alta qualità. Uno stato di prolungata malnutrizione nel furetto adul-
Diete contenenti proteine di scarsa qualità e carenti di to provoca ipofertilità sia nel maschio che nella femmina,
acidi grassi causano alterazioni a carico della cute e del pe- e gravidanze con un numero ridotto di feti. I piccoli alla na-
lo, con sviluppo di pelo opaco, forfora e alterazioni della scita risultano meno vitali; inoltre il latte materno insuffi-
cheratinizzazione dell’epidermide fino alla formazione di ul- ciente e carente degli elementi nutrizionali ne causa una
cere. Questa patologia viene corretta dall’utilizzo di integra- crescita stentata evidenziata da disidratazione, ipotermia e
tori a base di acidi grassi, in particolare linoleico, linolenico ipoglicemia.
e arachidonico. Anche se non è una patologia strettamente alimentare,
Si ritiene che la presenza di fibra nell’alimento causi al vale la pena citare, per la sua frequenza ed importanza in
furetto alterazioni intestinali e diarrea. Diversi autori specu- questa specie, l’ingestione di corpi estranei. L’asportazione
lano che livelli eccessivi di fibra possano essere implicati di corpi estranei gastrointestinali è l’intervento chirurgico
nell’insorgenza delle patologie infiammatorie croniche inte- più frequente nel furetto, dopo la sterilizzazione. Gli og-
stinali e dei tumori intestinali del furetto. La quota di fibra getti in gomma morbida, in particolare, vengono rapida-
nell’alimentazione del furetto idealmente non dovrebbe su- mente fatti a pezzi ed ingeriti, se lasciati a disposizione, co-
perare l’1,5%. Negli alimenti per furetti si trovano comune- sa che è da evitare accuratamente. La prevenzione di que-
mente valori del 3% o superiori. sta patologia si effettua sull’attenta gestione del furetto,
Si ipotizza anche che l’elevata quota di carboidrati pre- che non deve avere accesso a nessun oggetto pericoloso
sente in buona parte degli alimenti commerciali possa favo- quando viene lasciato libero in casa.
rire lo sviluppo dell’insulinoma, patologia tumorale delle L’ingestione di materiale non alimentare può anche trar-
cellule beta del pancreas, che nei furetti americani ha un’in- re origine da un’assenza di stimoli nei furetti trascurati e te-
cidenza altissima (25-38%, secondo gli autori). L’eccesso di nuti isolati in gabbia, che possono volgere le loro attenzioni
carboidrati causerebbe una sovrastimolazione delle cellule agli arredi, prima distruggendoli e poi, in parte, ingoiandoli.
beta, che andrebbero incontro dapprima ad un’iperplasia e in Il furetto può sviluppare problemi legati allo sviluppo di
seguito ad una trasformazione tumorale. Quest’ipotesi è tricobezoari causati dall’ingestione di pelo, con conseguente
rafforzata dalla constatazione che nei furetti alimentati con ostruzione intestinale. La somministrazione di lassativi (lat-
prede l’incidenza dell’insulinoma è bassissima. tulosio o oli minerali) durante i periodi di muta aiuta a pre-
L’abuso di alimenti ricchi di carboidrati, la difficoltà di venire questa patologia. Alcuni autori sostengono che una
razionamento dei fuori pasto e l’abitudine a non limitare dieta costituita da prede intere permette al sistema digestivo
l’accesso al cibo favoriscono l’insorgenza dell’obesità, in del furetto di liberarsi agevolmente dal pelo ingerito, senza
particolare se l’animale è costretto in gabbia per lunghi pe- necessità di ricorrere a lassativi.
riodi. L’obesità è la patologia alimentare più frequente ri- In conclusione, il regime alimentare migliore per il fu-
scontrata nei furetti da compagnia. La riduzione di peso va retto è ancora oggetto di dibattito e probabilmente nessuna
ottenuta preferibilmente permettendo al furetto di fare più dieta commerciale risponde perfettamente alle esigenze di
attività fisica e riducendo la quantità di cibo a disposizione. questo carnivoro, perfettamente adattato alla digestione di
La somministrazione di alimenti a basso contenuto calorico prede intere.
per altri animali è da evitare, a causa dell’eccessiva percen-
tuale di fibra che contengono.
L’eccesso alimentare di acidi grassi polinsaturi, even- Indirizzo per la corrispondenza:
tualmente accompagnato da una contemporanea carenza di Fabrizio Benini
vitamina E, può causare l’insorgenza di steatite. La corre- Via IV Novembre 13
zione dell’alimentazione e la contemporanea supplementa- Biban di Carbonera (TV)
zione con vitamina E alla dose di 30 mg al giorno per dieci Tel. 0422 445022 fax 02 700431175
giorni, seguita da 15 mg per i successivi 5 giorni e continua- exoticben@libero.it
24 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Le patologie del sistema nervoso periferico (SNP) sono sponsabile di andature stentate, barcollanti, che possono si-
frequentemente sottostimate nella clinica dei piccoli anima- mulare una grave atassia.
li. La sintomatologia può infatti essere facilmente confusa Altri fattori che possono condizionare negativamente la
con quella provocata da altre patologie del sistema nervoso diagnosi di patologie del SNP possono essere riferibili a:
o di altri apparati. 1. Scarsa conoscenza delle patologie. Molte sono rare, le-
Nelle forme acute, quali la poliradiculoneurite acuta gate alla razza, su base degenerativa e/o ereditaria e po-
idiopatica o “coonhound paralysis” del cane, si assiste alla co segnalate in letteratura.
comparsa di paresi sui quattro arti che spesso evolve in po- 2. Assenza di familiarità con gli iter diagnostici.
che ore a tetraplegia flaccida. Rari casi sono segnalati anche 3. Limitata diffusione delle apparecchiature necessarie.
nel gatto. L’improvvisa perdita della stazione, difficilmente 4. Una certa invasività di alcune prove.
accompagnata da altri segni chiaramente neurologici (il si- Con l’elettromiografia (EMG) si possono evidenziare
stema nervoso sensitivo e autonomo non sono quasi mai processi patologici a carico dei pirenofori degli α-motoneu-
coinvolti, al pari dei nervi cranici e dell’innervazione dei roni, della radice del nervo, del nervo stesso e del muscolo.
muscoli della coda e della respirazione) porta a considerare L’equipaggiamento per l’EMG consiste di alcuni elettrodi,
spesso patologie metaboliche o cardiocircolatorie in grado di un preamplificatore, un amplificatore, un monitor, un am-
causare debolezza, tralasciando l’ipotesi neurologica. In al- plificatore audio e un altoparlante. Possono essere testati
tri casi, l’interessamento contemporaneo dei quattro arti por- tutti i muscoli innervati da nervi cranici e spinali: in base al
ta ad erronee localizzazioni neurologiche a livello cervicale, singolo caso clinico si deciderà quale muscoli esaminare.
se non addirittura intracranico. Nel cane e nel gatto sono necessari circa 5 giorni perché una
In realtà, un buon esame neurologico potrebbe molte vol- qualsiasi patologia neuromuscolare sia svelabile attraverso
te aiutare ad inquadrare il problema, vista la marcata ipo- l’EMG. Con l’EMG raramente si arriva ad una diagnosi, ma
/ariflessia spesso presente. Gli studi elettromiografici evi- si ottengono ulteriori informazioni che indirizzano il clini-
denziano potenziali di fibrillazione o altri segni di denerva- co verso la risoluzione del caso: l’EMG permette di localiz-
zione, ma non sono utili per una diagnosi precoce, visto che zare più precisamente l’estensione della lesione; è possibile
le alterazioni sono evidenziabili in quinta-sesta giornata. La vedere, in associazione alla velocità di conduzione nervosa
velocità di conduzione nervosa è spesso normale, principal- e alla stimolazione nervosa ripetuta, quale parte dell’unità
mente perché il tratto di nervo esaminabile è distale al seg- motoria è coinvolta dalla patologia; è possibile avere una
mento principalmente coinvolto. valutazione oggettiva della patologia; i risultati ottenuti do-
Più subdole da un punto di vista diagnostico sono le for- po esami ripetuti possono quindi essere confrontati per os-
me croniche, sia di natura infiammatoria (poliradiculoneuri- servare il decorso della malattia e formulare una prognosi.
te cronica recidivante, polineuropatia cronica recidivante, Parallelamente all’EMG, la misurazione della velocità di
polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica), che conduzione nervosa (NCV) motoria e sensitiva permette di
metabolica, ormonale, degenerativa o paraneoplastica. In valutare la presenza di assonopatie e/o quadri di demieli-
questi casi le manifestazioni cliniche hanno un esordio più nizzazione primitiva o secondaria. Risposte anormali a sti-
subdolo e graduale, lentamente progressivo e possono pre- molazioni ripetute dello stesso nervo (RNS) potrebbero far
sentare periodi di remissione spontanea o indotta da terapie sospettare patologie della giunzione neuromuscolare (p. es.,
sintomatiche. La debolezza e l’iporiflessia possono non es- miastenia grave).
sere molto marcate, specialmente nei primi periodi. L’atrofia Il prelievo di campioni nervosi e muscolari è utile quando
muscolare passa sovente inosservata per la gradualità con costituisce la fase finale di un corretto approccio al SNP (esa-
cui si instaura o può essere mascherata da fattori esterni co- me neurologico, esami di laboratorio, elettrodiagnostica), al-
me, per esempio, il pelo lungo. Inoltre, viene spesso confu- trimenti rischia di essere una procedura inutilmente invasiva.
sa con un dimagrimento dell’animale o attribuita a disuso. Fondamentale è la collaborazione con un laboratorio veteri-
Animali considerati pigri o precocemente invecchiati posso- nario in grado di interpretare correttamente i campioni rice-
no essere portatori di patologie del SNP. Alcuni soggetti de- vuti. Le biopsie muscolari sono indicate principalmente in
boli possono tendere a compensare la debolezza con un au- caso di miopatie, ma possono essere utili anche in caso di
mento in parte volontario e in parte riflesso del tono musco- neuropatie periferiche. Generalmente non presentano diffi-
lare, mostrando un certo grado di spasticità che può portare coltà di esecuzione. Per ottenere un campione significativo, si
ad erronee localizzazioni. Altre volte, la forte debolezza è re- consiglia di prelevarlo previo accesso chirurgico al muscolo
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 25
prescelto, invece di usare trucut or punch. La scelta del mu- schia di essere costituito principalmente da connettivo epi-
scolo dipende dalla sintomatologia presentata dall’animale, neurale. Una volta prelevate, le fibre devono essere mantenu-
dalla diagnosi differenziale e dai risultati dell’EMG. A se- te stirate con un piccolo peso attaccato ad una estremità o fis-
conda delle situazioni possono essere raccolti vari campioni, sandole ad un sottile pezzo di legno con due aghi. La quan-
dallo stesso muscolo o da più muscoli, che vengono conser- tità di campione prelevabile è sempre modesta, per cui, anche
vati in soluzione fisiologica, in formalina o in glutaraldeide a se studi istologici e immunoistochimici possono essere a vol-
seconda del tipo di esame che si vuole effettuare. La biopsia te utili e giustificherebbero la fissazione in formalina, l’esa-
di un nervo periferico è indicata in caso di neuropatie perife- me principale delle fibre nervose è ultrastrutturale e il cam-
riche e si abbina sempre ad una biopsia muscolare. La meto- pione deve essere conservato in glutaraldeide.
dica consiste nell’evidenziazione chirurgica del nervo pre-
scelto (di solito ulnare o peroneo) e l’asportazione di una sot-
tile porzione longitudinale, della lunghezza di circa 3 cm. La Indirizzo per la corrispondenza:
difficoltà maggiore, specialmente per nervi di piccolo cali- Marco Bernardini
bro, consiste nel non asportare un fascicolo troppo grosso, Libero professionista - Bologna
per non causare lesioni funzionali, nè troppo sottile, che ri- marco_bernardini@yahoo.com
26 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Le neoplasie del sistema nervoso centrale (SNC) posso- le neoplasie intradurali-extramidollari dei cani giovani.
no coinvolgere sia l’encefalo che il midollo spinale. In ge- Considerazioni sulle caratteristiche cliniche e anatomopa-
nerale, un tumore può svilupparsi primariamente a carico tologiche di questi tumori costituisce il fine di questa pre-
del tessuto nervoso o metastatizzare ad esso. Tumori a cari- sentazione.
co di tessuti circostanti possono causare compressioni sul Gli ependimomi si sviluppano a carico del sottile stra-
SNC o invaderlo localmente. Per ultimo, il SNC può essere to di cellule che riveste il sistema ventricolare e possono
interessato a neoplasie del sistema linforeticolare, quasi manifestarsi sia a livello intracranico che midollare. Sono
sempre nell’ambito di un quadro multisistemico. neoplasie generalmente benigne, la cui crescita locale può
L’età media di presentazione è di nove anni, ma si in- dare luogo a masse di notevoli dimensioni che possono es-
cludono le neoplasie nella diagnosi differenziale di tutti i sere responsabili di compressioni del SNC. Sono anche
soggetti con 5 o più anni di età. Segnalazioni in soggetti stati descritti ependimomi maligni. A livello encefalico,
giovani sono rare, ma possibili. Cellule parenchimali tali neoplasie tendono a svilupparsi all’interno dei ventri-
(neuroni, glia), di rivestimento (meningi, ependima) o di coli cerebrali, solitamente nel III e nel IV. A livello di mi-
strutture vascolari (plessi corioidei) possono essere coin- dollo spinale, gli ependimomi si sviluppano a carico della
volte nella trasformazione neoplastica. I tumori del SNC parete del canale centrale. Anche se classificabili, quindi,
non sono frequenti e vengono stimati nell’ordine di 14,5 come neoplasie intramidollari, esse tendono a guadagnare
cani e 3,5 gatti ogni 100.000. L’avvento di avanzate me- facilmente la superficie del midollo stesso e a protrudere
todiche di indagine e l’allungamento dell’età media di vi- all’esterno, diventando chirurgicamente aggredibili previa
ta rende la loro diagnosi sempre più frequente. Alcune di durotomia.
queste neoplasie sono nettamente più frequenti di altre. I Da un punto di vista clinico, la sintomatologia dipende
meningiomi sono in generale le neoplasie più riportate ovviamente dalla localizzazione della massa. A parte i sin-
nel cane e nel gatto. In alcune razze di cani, specialmen- tomi locali, causati dalla compressione operata dal tumore
te nei soggetti brachicefalici, i gliomi sono ancora più fre- sul parenchima nervoso circostante, il coinvolgimento del
quenti, mentre vengono descritti raramente nel gatto. Al- sistema ventricolare e del canale centrale del midollo spi-
tre neoplasie vengono invece riportate raramente o in ma- nale può comportare ulteriori sintomi nervosi dovuti al-
niera occasionale e quindi sono spesso tralasciate durante l’aumento della pressione intracranica per alterato deflus-
la diagnosi differenziale. Fra questi ricordiamo metastasi so del liquido cefalorachidiano. Se tali sintomi precedono
di melanomi, tumori venerei, seminomi, emangiosarcomi, quelli diretti, possono essere ipotizzate dal clinico localiz-
germinomi, adenocarcinomi polmonari e linfomi epitelio- zazioni erronee della lesione. Inoltre, sono state descritte
tropi cutanei. Condromi e fibromi aponeurotici si posso- metastasi via liquido cefalorachidiano in altri punti del si-
no sviluppare all’interno della volta cranica, comprimen- stema ventricolare. Macroscopicamente, gli ependimomi
do l’encefalo. Sono segnalati anche localizzazioni al SNC sono masse di colore grigio-rossastro ad aspetto lobulare.
dell’istiocitosi maligna del Bovaro del Bernese, plasmo- Istologicamente, sono caratterizzati da cellule allungate
citoma, tumori a cellule granulari, leucemia linfoblastica disposte intorno a vasi sanguigni dotati di sottili pareti,
e i tumori rabdoidi. In altri casi il tumore si sviluppa in che danno luogo a caratteristiche figure denominate
strutture limitrofe al SNC e può invadere l’encefalo dopo “pseudorosette”.
aver leso la scatola ossea, come nel caso degli adenocar- Nel midollo spinale, tra i tumori intradurali-extraparen-
cinomi nasali o più raramente in caso di mastocitomi fa- chimali (35% dei casi), oltre ai menigiomi e alle neoplasie
ringei. Esistono segnalazioni anche riguardo ad angioen- dei nervi periferici si annovera un particolare tipo di neo-
doteliomatosi, glioblastomi a cellule giganti, gangliocito- plasie ad incerta classificazione. Gli aspetti istologici va-
mi, sarcomi indifferenziati, craniofaringiomi, teratocarci- riano notevolmente, spesso ricordando un nefroblastoma,
nomi. I linfomi colpiscono il SNC nel quadro di una lo- nome col quale sono spesso definiti. Altre volte sono stati
calizzazione multicentrica. Raramente, vengono segnalati descritti come neuroepiteliomi. Queste neoplasie presenta-
linfomi primari. no però una localizzazione costante tra T12 e L2 e sono ri-
Fra queste neoplasie ne esistono alcune che, pur infre- scontrabili in soggetti tra il primo e il secondo anno di vi-
quenti, non possono essere considerate aneddotiche e sono ta. Per questi motivi vengono correntemente classificati co-
state oggetto di studi approfonditi, quali gli ependimomi e me “neoplasie intradurali-extramidollari del cane giova-
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 27
Le abiotrofie
Marco Bernardini
Med Vet, Dipl ECVN, Bologna
Le abiotrofie costituiscono un gruppo di malattie che non ereditaria, caso mai congenita) impedisce lo sviluppo
colpiscono animali di età differenti, a poche settimane di cellulare, per cui la patologia è già presente al momento
vita o già in età avanzata, caratterizzate da degenerazione e della nascita. L’implicazione clinica di tali concetti è che
morte prematura di popolazioni neuronali localizzate nel caso delle abiotrofie gli animali nascono sani e in se-
(esclusivamente o prevalentemente alla corteccia cerebella- guito cominciano a mostrare i segni di una patologia pro-
re) o sistemiche. Le abiotrofie cerebellari sono di gran lun- gressiva ad esito infausto; nelle atrofie gli animali nasco-
ga le più descritte in neurologia e costituiranno il tema di no con i sintomi della patologia e col tempo possono com-
questa presentazione. pensare e quindi migliorare, anche notevolmente, la pro-
Abiotrofie cerebellari sono state segnalate da tempo in pria condizione clinica.
bovini Angus, Holstein Friesian o incroci Hereford, pecore Solitamente, solo uno o due soggetti di una cucciolata
Merino e Charollais, cavalli Arabi e alci. Nei piccoli anima- sono interessati al problema, essendo la modalità di eredita-
li le prime seganalazioni risalgono alla fine degli anni ’70 e rietà autosomica recessiva. Nella forma che colpice il Poin-
sono rimaste per lungo tempo confinate a poche razze (Kerry ter sembrano invece essere coinvolti i cromosomi sessuali.
Blue terrier, Gordon setter); tuttavia, negli ultimi anni le de- La reale incidenza dell’abiotrofia cerebellare richiederebbe
scrizioni di singoli casi o studi genealogici di abiotrofia ce- studi approfonditi basati per lo meno sull’osservazione cli-
rebellare compaiono con una certa frequenza. Risultano in- nica degli animali e lo studio dei pedigree. Vari fattori prati-
teressati soggetti di varie razze, elencate in seguito. Le abio- ci impediscono una corretta verifica.
trofie cerebellari sono state riportate anche nel gatto. La nomenclatura delle abiotrofie è confusa. Talvolta si è
L’età di insorgenza è molto variabile e permette una clas- dato peso al processo degenerativo osservato istologicamen-
sificazione delle abiotrofie in: te, per cui al momento di dare un nome alla malattia si è de-
1) neonatali o perinatali (Beagle, Podenco Portoghese, Sa- ciso di sottolineare la presenza dell’abiotrofia stessa. Altre
moyedo); i sintomi si manifestano non appena il cuccio- volte si è preferito parlare più genericamente di degenera-
lo comincia a camminare e progrediscono con il tempo. zione neuronale. In altre occasioni ancora ci si è soffermati
2) postnatali (Australian kelpie, Border collie, Labrador re- sulla localizzazione delle cellule colpite dal processo dege-
triever): comparsa tra la sesta e la dodicesima settimana nerativo, per cui si distinguono quadri puramente cerebella-
di vita e rapida progressione. ri e altri con interessamento di ulteriori aree del SNC.
3) giovanili (Schnauzer nano, Kerry Blue terrier, Airedale, All’esame generale non si apprezzano alterazioni extra-
Collie a pelo ruvido, Barbone nano, Pointer): il cucciolo neurologiche. All’esame neurologico, la sintomatologia è
è clinicamente normale fino al terzo-sesto mese di vita, caratterizzata da progressiva comparsa di atassia, aumento
quando cominciano a comparire i segni della malattia. A della base di appoggio, frequente perdita di equilibrio,
questo punto l’evoluzione può essere rapida, in pochi ipermetria con andatura rigida e perdita di funzioni pro-
mesi, o molto lenta, distribuita in parecchi anni. Nei casi priocettive. Nei maschi, la postura a tre zampe durante la
avanzati, nuclei encefalici possono mostrare segni di minzione diventa presto difficile. Il tremore del capo non è
abiotrofia. un segno particolarmente prominente, specie nelle forme a
4) adulte (Gordon setter, Bovaro del Bernese, American lenta evoluzione. Essendo coinvolto il solo cervelletto, lo
Staffordshire terrier, Pitbull): il cane è clinicamente nor- stato mentale e l’esame dei nervi cranici non risulta altera-
male almeno fino al sesto mese di vita e può non presen- to, eccezion fatta per la reazione al gesto di minaccia, spes-
tare segni clinici fino al terzo-quinto anno di vita. L’evo- so dimunuita o assente.
luzione è generalmente molto lenta, per parecchi anni. Da un punto di vista clinico l’abiotrofia cerebellare è
5) senili (Brittany spaniels): oltre i sette anni di età. tanto più facile da sospettare quanto più l’esordio avviene
Le alterazioni metaboliche che portano alla morte cel- in età adulta o matura e la sintomatologia è cronica e pro-
lulare sono generalmente di natura ereditaria. Nei sogget- gressiva. Tuttavia, la diagnosi definitiva è solo post mor-
ti giovani, le abiotrofie devono essere distinte da forme di tem. Immagini ottenute con risonanza magnetica possono
atrofia o ipoplasia. Nel caso delle abiotrofie si riscontrano evidenziare, in alcuni casi, una diminuzione delle dimen-
popolazioni cellulari normali alla nascita e nelle prime fa- sioni del cervelletto che, ovviamente, non costituiscono in
si della vita, che ben presto vanno incontro a degenerazio- sé una diagnosi definitiva. Istologicamente, l’architettura
ne. Negli altri casi la patologia (di solito infettiva, quindi della corteccia cerebellare può essere variamente alterata.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 29
Nella maggior parte dei casi si nota una forte diminuzione de Lahunta A, Averill DR Jr. (1976) Hereditary cerebellar cortical and ex-
delle cellule del Purkinje, mentre le cellule dello strato trapyramidal nuclear abiotrophy in Kerry Blue Terriers. J Am Vet
Med Assoc, 168:1119-1124
molecolare e di quello dei granuli possono essere varia- de Lahunta A, Fenner WR, Indrieri RJ, Mellick PW, Gardner S, Bell JS.
mente coinvolti. Quadri di gliosi più o meno marcati pos- (1980) Hereditary cerebellar cortical abiotrophy in the Gordon Setter.
sono essere presenti. Tuttavia, i quadri istologici possono J Am Vet Med Assoc, 177:538-541
differire notevolmente come aspetto e presentari differen- Gill JM, Hewland M: (1980) Cerebellar degeneration in the border collie. N
ti coinvolgimenti cellulari. Alterazioni a livello dei nuclei Z Vet J, 28:170-173
Hanzlicek D, Kathmann I, Bley T, Srenk P, Botteron C, Gaillard C, Jaggy
cerebellari o di altre strutture del tronco encefalico sono A. (2003) Cerebellar cortical abiotrophy in American Staffordshire
state riportate in alcuni casi e tendono a coinvolgere strut- terriers: clinical and pathological description of 3 cases. Schweiz Ar-
ture strettamente correlate dal punto di vista funzionale ch Tierheilkd, 145:369-375
con la corteccia cerebellare. Hartley WJ, Barker JSF, Wanner RA, Farrow BRH. (1978) Inherited cere-
La sterilizzazione o comunque l’impedimento alla pro- bellar degeneration in the rough coated collie. Aust Vet Practitioner,
8:79-85
creazione sono moralmente consigliabili per evitare il per- Kent M, Glass E, deLahunta A. (2000) Cerebellar cortical abiotrophy in a
petuarsi del problema di generazione in generazione. Pur- beagle. J Small Anim Pract. 41:321-323
troppo, nei casi ad esordio tardivo, i segni clinici della ma- Tatalick LM, Marks SL, Baszler TV. (1993) Cerebellar abiotrophy charac-
lattia possono comparire dopo che il soggetto è già stato av- terized by granular cell loss in a Brittany. Vet Pathol, 30:385-388
viato alla riproduzione. Anche i genitori e i fratelli della stes- Thomas JB, Robertson D. (1989) Hereditary cerebellar abiotrophy in Au-
stralian kelpie dogs. Aust Vet J, 66:301-302
sa e di altre cucciolate dovrebbero essere esclusi dalla ripro- van der Merwe LL, Lane E. (2001) Diagnosis of cerebellar cortical dege-
duzione, in quanto possibili portatori sani. neration in a Scottish terrier using magnetic resonance imaging. J
Small Anim Pract, 42:409-412
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bellar granuloprival degeneration in an Italian Hound. J Vet Med A Marco Bernardini - Libero professionista - Bologna
49:523-525 marco_bernardini@yahoo.com
30 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
verso un’incisione laparotomica utilizzando un tunnel sottocuta- Le due tecniche che sono state utilizzate con successo in am-
neo breve (2-4 cm) (anche se è stato suggerito l’uso di un tunnel bito clinico in medicina veterinaria per la diversione dell’urina nel
sottocutaneo di 15 cm). Come sonde da cistostomia per periodi di tratto gastroenterico integro sono l’anastomosi trigono-colica e
tempo prolungati (superiori ad un anno) sono state utilizzate con quella ureterocolica. L’incidenza della pielonefrite a distanza di 1-
successo anche quelle da gastrostomia a basso profilo studiate per 30 mesi dall’anastomosi trigonocolica nei cani normali era simile
l’impianto a lungo termine nello stomaco. La terapia antibiotica (33%; 4 cani su 12) a quella osservata 6 mesi dopo l’anastomosi
cronica non è consigliata, a meno che non sia presente un’infezio- ureterocolica in cani normali (40%; 2 cani su 5). A causa della ten-
ne sistemica, perché spesso esita nello sviluppo di ceppi batterici denza dei tumori maligni della vescica del cane ad invadere il tri-
resistenti ed è raro che riesca ad eliminare l’infezione del tratto uri- gono, l’impiego clinico dell’anastomosi trigonocolica è limitato al
nario mentre la sonda da cistostomia è ancora presente. trattamento delle disfunzioni neurologiche della vescica, dell’in-
È stato descritto un aumento della capacità vescicale dopo continenza intollerabile, delle malattie dell’uretra e dei traumi. Il
cistectomia parziale mediante enterocistoplastica, ma l’assor- reflusso cronico di urina contaminata dopo l’anastomosi uretero-
bimento dei costituenti urinari, l’aumento della frequenza del- colica conduce invariabilmente a pielonefrite e perdita della fun-
la minzione ed il costante sviluppo di infezioni limitano l’uti- zione renale. Nessuna delle tecniche descritte per prevenire il re-
lità di queste procedure in medicina veterinaria. flusso di urina ha avuto un successo uniforme. Oltre all’infezione
Varie porzioni del tratto gastroenterico, come lo stomaco ed del tratto urinario, dopo la diversione dell’urina nel tratto gastroen-
il piccolo e grosso intestino, sono state utilizzate come condotti terico integro sono state osservate numerose complicazioni. Molti
o serbatoi per l’urina nell’uomo e negli animali. A meno che non proprietari trovano discutibile il cattivo odore e la consistenza ac-
venga adattato allo stoma un dispositivo apposito, è necessario quosa delle feci. Occasionalmente si verifica la perdita della conti-
mettere in atto una procedura per garantire la continenza. Le val- nenza fecale e ciò, in associazione con la modificazione dell’odo-
vole di sintesi non si sono dimostrate del tutto soddisfacenti. Tut- re e della consistenza delle feci, può rendere l’animale del tutto in-
te queste tecniche sono state associate ad un certo grado di as- soddisfacente come soggetto da compagnia da tenere in casa. L’i-
sorbimento dei costituenti urinari. L’entità del riassorbimento perazotemia che si riscontra dopo l’anastomosi ureterocolica può
urinario da parte dei condotti e dei serbatoi intestinali viene de- essere la conseguenza della disidratazione, dell’ostruzione uretera-
terminata parzialmente dalla durata dell’esposizione dell’intesti- le, della disfunzione renale o dell’aumento dell’assorbimento del-
no all’urina. Di conseguenza, il riassorbimento urinario è mino- l’urea. Nei cani sottoposti ad anastomosi ureterocolica si è osser-
re nei condotti intestinali che si limitano unicamente a veicolare vato lo sviluppo di disfunzioni neurologiche comprendenti atassia,
l’urina verso la superficie ed hanno una scarsa capacità di serba- stupore, demenza, aggressività e maneggio, che possono essere
toio. La diversione dell’urina attraverso un segmento intestinale dovuti all’iperammoniemia da aumento dell’assorbimento intesti-
isolato può esitare in iperazotemia, ipercloremia, ipokalemia ed nale di ammoniaca. L’acidosi metabolica accompagnata da iper-
acidosi. Queste ultime due si possono avere meno frequente- cloremia costituisce un riscontro comune dopo l’anastomosi ure-
mente quando si utilizzano lo stomaco o il tratto inferiore del te- terocolica nel cane e nell’uomo ed è stata attribuita all’assorbi-
nue. Altre complicazioni di questa forma di diversione urinaria mento di ioni idrogeno o ammonio in associazione con ioni cloro.
sono rappresentate da infezione del tratto urinario, secrezione di
muco e formazione di calcoli. Data la necessità di cateterizza- Uretra
zione intermittente per il drenaggio dell’urina, negli animali i
condotti intestinali isolati ed i serbatoi in genere non sono sod- Le affezioni dell’uretra vanno trattate preferibilmente con la re-
disfacenti per questo scopo. Recentemente, sono stati descritti sezione e l’anastomosi dell’uretra stessa o la realizzazione di un’u-
buoni risultati in seguito all’impianto degli ureteri nel moncone retrostomia prossimale alla lesione. Come già ricordato, se si è avu-
uterino in cagne ovariectomizzate di proprietà. Tuttavia, questi ta la perdita della funzione uretrale si deve anche prendere in con-
animali presentavano un’incontinenza urinaria completa. La tra- siderazione il ricorso, temporaneo o permanente, alla cistostomia
sposizione degli ureteri o del trigono nel tratto gastroenterico in- mediante sonda o diretta oppure alle tecniche di diversione dell’u-
tegro è la forma di diversione chirurgica dell’urina attualmente rina. Nel cane è stata descritta la sostituzione del tratto prossimale
utilizzata con maggiore frequenza in medicina veterinaria. dell’uretra con un lembo vescicale ventrale, ma a questa procedu-
La diversione urinaria nel tratto gastroenterico integro offre ra è stata associata la comparsa di incontinenza (transitoria a pro-
molti vantaggi per gli animali rispetto ad altre forme di devia- lungata). L’uso di sostanze di sintesi per la sostituzione dell’uretra
zione del flusso: la vescica può essere completamente rimossa, non ha avuto successo, principalmente a causa di problemi corre-
la continenza urinaria viene mantenuta, si offre all’animale una lati al rigetto dell’impianto ed alla perdita di continenza dovuta al-
vita di qualità ragionevolmente accettabile e si mantiene la fun- l’assenza dello sfintere uretrale. Anche se l’uretra può essere rim-
zione renale almeno per parecchi mesi dopo l’intervento. L’im- piazzata con un segmento isolato di intestino, è difficile mantenere
pianto degli ureteri nel tratto gastroenterico in posizione situa- la continenza e consentire la minzione normale. Nei cani maschi,
si può prendere in considerazione l’anastomosi extrapelvica del
ta oralmente al colon è stato abbandonato nell’uomo a causa di
condotto. Tuttavia, se si dispone di un tratto di uretra prossimale di
un relativo incremento dell’assorbimento dei componenti del-
lunghezza adeguata, l’uretrostomia prepubica resta l’opzione più
l’urina dovuto ad un prolungamento della durata dell’esposi-
ragionevole nei cani e nei gatti (sia maschi che femmine).
zione all’urina stessa ed alle differenze fisiologiche fra grosso
e piccolo intestino. I problemi che derivano da questa forma di
diversione urinaria sono stati associati principalmente a distur-
Indirizzo per la corrispondenza:
bi metabolici dovuti all’assorbimento di urea, ammoniaca, Dale E. Bjorling, DVM, MS, Professor and Chair
elettroliti e ioni e (nell’uomo) allo sviluppo di neoplasie del co- Department of Surgical Sciences, School of Veterinary Medicine
lon a distanza di parecchi anni dall’intervento chirurgico. University of Wisconsin-Madison, USA
32 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Nella maggior parte dei casi, nella clinica dei piccoli ani- L’inserimento di un catetere uretrale è il mezzo più
mali l’ostruzione uretrale è dovuta ai calcoli nel cane o ad diretto per alleviare l’ostruzione uretrale. Sfortunata-
una combinazione di cristalli di struvite e muco nel gatto mente, spesso si rivela estremamente difficile. La seda-
(una condizione comunemente indicata col termine di sin- zione con ketamina da sola (1-5 mg/kg IV) o con un’as-
drome urologica felina o FUS). Il problema si può anche ve- sociazione di ketamina (1-5 mg/kg IV) e diazepam
rificare come conseguenza di una neoplasia o dello sposta- (0,1-0,25 mg/kg IV) o xilazina (nel cane; 0,5-1,0 mg/kg
mento della vescica attraverso un’ernia perineale o altri di- IV) può facilitare la cateterizzazione. In alternativa, si
fetti della parete addominale caudale. Il carcinoma delle cel- possono somministrare propofolo o barbiturici per otte-
lule di transizione che si sviluppa a partire dalla vescica o nere il grado desiderato di sedazione o un piano legge-
dall’uretra è il più comune disordine neoplastico capace di ro di anestesia, oppure ci si può servire di una masche-
causare un’ostruzione delle vie urinarie. Le lesioni dell’ure- ra facciale per somministrare un anestetico inalatorio
tra possono esitare nello sviluppo di tessuto cicatriziale che ed ossigeno.
porta all’obliterazione del condotto. In rari casi, all’ostruzio- Nei gatti maschi, si può riuscire a rimuovere un tap-
ne uretrale possono essere associate lesioni acute dell’uretra po mucoso dall’uretra peniena con il massaggio del pe-
o dell’osso del pene. ne. La cistocentesi decomprime la vescica e spesso alle-
Le ostruzioni uretrali portano rapidamente a disturbi via la pressione sull’ostruzione, consentendo il passag-
metabolici che esitano in malattia sistemica; la condizione gio del catetere. In presenza di un’ostruzione uretrale,
è quindi un’emergenza assoluta. L’iperazotemia associata con la palpazione di solito si riesce ad identificare facil-
all’ostruzione uretrale può causare vomito e gli animali mente la vescica, che viene immobilizzata contro la pa-
colpiti sono spesso disidratati. La ritenzione di ioni idroge- rete corporea dopo aver effettuato la tosatura del pelo
no determinata dal blocco delle vie di deflusso dell’urina e sul fianco o sulla parte ventrale della parete stessa.
la perdita di fluidi dovuta al vomito conducono ad un’aci- Attraverso quest’ultima si introduce un ago raccorda-
dosi metabolica. Questa è spesso accompagnata da iperka- to ad una siringa o ad un deflussore, spingendolo nella ve-
lemia. Il trattamento deve essere volto ad alleviare l’ostru- scica secondo un’angolazione tale da far sì che man ma-
zione uretrale e trattare la deplezione volumetrica e l’aci- no che l’organo viene decompresso la punta dell’ago resti
dosi metabolica. comunque all’interno del suo lume. Nel cane, la vescica
Negli animali con grave depressione e disidratazione, è eventualmente dislocata attraverso un’ernia perineale
necessario avviare la correzione dell’acidosi metabolica e spesso può essere riportata in cavità addominale, dopo
della disidratazione prima ancora di trattare direttamente il aver praticato la cistocentesi, applicando simultaneamen-
problema primario. Può sembrare che la somministrazione te una pressione esterna ed inserendo un dito nel retto per
di fluidi per via endovenosa sia controindicata nei soggetti spingere il collo dell’organo in addome.
con ostruzione uretrale, ma si presume che questa venga al- Nel gatto, se non è possibile introdurre un catetere, di
leviata o che l’urina venga drenata dalla vescica mediante solito è preferibile eseguire molteplici interventi di cisto-
cistocentesi o cistostomia. Di conseguenza, si deve inseri- centesi piuttosto che ricorrere ad un’uretrostomia di emer-
re un catetere endovenoso ed infondere una soluzione elet- genza.
trolitica bilanciata. La fluidoterapia endovenosa va effet- È stato ipotizzato che nei gatti maschi l’ostruzione ure-
tuata alla velocità iniziale di 90 ml kg/24 ore nel cane e 65 trale dovuta alla cristalluria da struvite ed ai tappi di mu-
ml kg/24 ore nel gatto. La maggior parte degli animali con co possa essere alleviata con l’impiego di uno speciale
ostruzione uretrale è iperkalemica, ma risolvendo l’ostru- adattatore per gli apparecchi ad ultrasuoni normalmente
zione uretrale ed attuando la fluidoterapia endovenosa si utilizzati per l’ablazione del tartaro dentale. Questa opera-
correggono gli squilibri elettrolitici, a condizione che la zione esita nell’applicazione di una notevole quantità di
funzione cardiovascolare e quella renale siano normali. La calore sulla superficie dell’uretra e va effettuata con mol-
diuresi postoperatoria è comune dopo la risoluzione dell’o- ta cautela o non effettuata affatto.
struzione delle vie urinarie e la somministrazione di fluidi Si può anche introdurre un catetere da cistostomia per
deve andare di pari passo con la produzione di urina, oltre consentire la diuresi ed il ripristino di un normale stato
a rimpiazzare ogni eventuale deficit e soddisfare i fabbiso- metabolico prima di anestetizzare il gatto per sottoporlo
gni di mantenimento. ad intervento chirurgico.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 33
Uretrotomia nel cane maschio tere viene sfilato quando non è più necessario. Se la cisto-
stomia mediante sonda è stata lasciata in posizione per non
Nei cani maschi, i calcoli si arrestano spesso nell’uretra più di due settimane, la parete vescicale di solito si chiude
all’interno dell’osso del pene o in posizione immediatamen- senza bisogno di intervenire chirurgicamente. Se invece il
te caudale ad esso. Mentre può essere difficile accedere chi- tubo è rimasto in posizione per parecchie settimane, è ne-
rurgicamente all’uretra all’interno dell’osso penieno, l’ure- cessario effettuare la revisione chirurgica della parete stessa
trotomia caudalmente allo stesso può essere effettuata con e la chiusura primaria della breccia in anestesia generale.
una sedazione minima e con l’infiltrazione della cute con un
anestetico locale. Bisogna fare attenzione ad incidere l’ure-
tra lungo la linea mediana, evitando i corpi cavernosi. La ca- Uretrostomia nel cane maschio
teterizzazione può facilitare l’identificazione del condotto.
Si deve introdurre un catetere dalla punta del pene fino in ve- Come già ricordato, di solito è preferibile evitare di ese-
scica per accertare la pervietà dell’intera uretra. La decisio- guire un intervento chirurgico prolungato (come un’uretro-
ne di chiudere l’uretrotomia suturandola oppure lasciarla stomia) in un animale iperazotemico. Il danno permanente
guarire per seconda intenzione viene lasciata alla discrezio- dell’uretra può essere trattato mediante realizzazione di
ne del chirurgo, perché si ottiene una guarigione soddisfa- un’uretrostomia.
cente indipendentemente dal fatto che la breccia venga sutu- Nei cani maschi, l’intervento può essere effettuato in se-
rata oppure no. Tuttavia, in alcuni animali se l’uretrotomia de perineale, scrotale, prescrotale o prepubica. Di solito si
viene lasciata aperta si ha un’emorragia persistente. preferisce la localizzazione scrotale, perché a questo livello
l’uretra è situata superficialmente ed ha un diametro suffi-
ciente a consentire la realizzazione di un’apertura soddisfa-
Cistostomia e cistostomia mediante sonda cente, e si incontra un’emorragia di minima entità. L’esecu-
zione dell’uretrostomia in sede perineale nel cane maschio
L’uretra può anche essere aggirata, realizzando una ci- ha determinato un’elevata incidenza di ustioni da urina del-
stostomia o una cistostomia mediante sonda. Con una cisto- la parte posteriore degli arti. La localizzazione prescrotale
stomia si realizza un’apertura diretta fra la vescica e la su- non comporta alcun particolare vantaggio, fatta eccezione
perficie cutanea, che esita in un costante scolo di urina. Le per la possibilità di conservare i testicoli. È necessario stare
potenziali complicazioni sono rappresentate da cistite batte- attenti ad evitare che questi ultimi facciano ernia attraverso
rica, infezione ascendente e ustioni da urina della cute a li- l’incisione praticata per realizzare l’uretrostomia prescrota-
vello dell’apertura cistostomica. Per queste ragioni, general- le. Le opzioni per l’uretrostomia nei gatti maschi sono limi-
mente si sconsiglia la realizzazione di una cistostomia per- tate alla sede perineale ed a quella prepubica e solo que-
manente. st’ultima può essere effettuata nelle gatte e nelle cagne.
Le cistostomie mediante sonda consistono nell’introdu- Un punto chiave per la realizzazione soddisfacente di
zione di un catetere attraverso la parete corporea e possono un’uretrostomia in qualsiasi sede è l’inserimento delle sutu-
essere utilizzate per deviare il flusso di urina su base tempo- re fra la mucosa uretrale e la cute, che devono avere una ten-
ranea o per parecchie settimane o mesi negli animali affetti sione minima. Di solito, non si lascia alcun catetere uretrale
da malattie non suscettibili di un trattamento chirurgico di- in sede dopo l’intervento. I proprietari devono essere infor-
retto. Si pratica un’incisione dell’addome lungo il tratto cau- mati del fatto che gli animali mostrano comunemente delle
dale della linea mediana ventrale. Attraverso la parete cor- emorragie dopo la minzione per i 10-14 giorni successivi al-
porea, a livello di un’incisione penetrante realizzata in posi- l’operazione. Questo problema di solito diminuisce col tem-
zione paramediana, si introduce un catetere di Foley o un ca- po. Tuttavia, dopo la rimozione delle suture, per alcuni gior-
tetere con la punta a fungo (Pezzar) di dimensioni appro- ni si può osservare un’emorragia dopo la minzione. Il san-
priate (8-12 Fr). Nella parete della vescica si applica una su- guinamento viene promosso dalla presenza dell’urochinasi,
tura a borsa di tabacco in materiale monofilamento non as- un attivatore del plasminogeno nell’urina. Inoltre, il movi-
sorbibile (polipropilene 3-0 o 4-0). Il catetere viene inserito mento meccanico dell’urina attraverso la linea di sutura può
nella vescica attraverso un’incisione penetrante praticata al determinare la dislocazione dei coaguli. L’emorragia è di so-
centro della sutura a borsa di tabacco. Quest’ultima viene lito autolimitante.
serrata ed annodata. Fra la superficie sierosa della vescica ed
il peritoneo si applicano 4-6 suture in materiale assorbibile o
non assorbibile, in modo tale da circondare la sonda da ci- Uretrostomia nel gatto maschio
stostomia. Prima di serrare queste suture si applica l’omen-
to intorno al tubo in modo da ridurre al minimo il rischio di Nel gatto maschio, l’uretrostomia può essere effettuata in
filtrazioni di urina. L’incisione addominale viene chiusa se- sede perineale o prepubica, ma si preferisce la prima. Il gat-
condo la procedura di routine. Il catetere viene fissato alla to viene posto in decubito ventrale con il treno posteriore
superficie cutanea e raccordato ad un sistema di raccolta sollevato. Intorno all’ano si applica una sutura a borsa di ta-
chiuso e sterile per ridurre al minimo il rischio di infezioni bacco, si pratica un’incisione ellittica intorno allo scroto ed
ascendenti. In alternativa, può essere tappato per poi svuota- al prepuzio e, nel caso dei gatti interi, si esegue la castrazio-
re la vescica con cadenza intermittente (3-4 volte al giorno). ne. Mediante dissezione con strumenti taglienti e per via
La ferita attraverso la quale il catetere fuoriesce dalla cute va smussa, si libera il pene dalle sue inserzioni all’interno del
trattata quotidianamente con una pomata antisettica. Il cate- canale pelvico e si identificano i muscoli ischiocavernosi. È
34 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Col termine di incontinenza urinaria si indica la ritenzio- za. L’incontinenza urinaria dovuta all’incompetenza del
ne o emissione inappropriata di urina, anche se di solito l’e- meccanismo dello sfintere nelle cagne ovariectomizzate
spressione viene comunemente riferita ad un’emissione spesso risponde alla terapia con estrogeni (DES 0,5-1,0
inappropriata di urina o all’incapacità di ritenerla. In condi- mg/die per 5-7 giorni, seguiti dalla stessa dose ogni 5-14
zioni normali la continenza urinaria viene mantenuta da una giorni), ed è stato ipotizzato che questi ormoni esercitino il
varietà di forze che agiscono sull’uretra, come il tono della loro utile effetto aumentando la contrattilità della muscola-
muscolatura liscia e striata, la tensione elastica all’interno tura liscia e la sensibilità alla stimolazione alfa-adrenergica
della parete uretrale, la pressione endoaddominale che agi- ed incrementando l’elasticità uretrale.2 Tuttavia, l’esatto
sce sulla superficie esterna del condotto e la lunghezza del- meccanismo con cui gli estrogeni intervengono positiva-
lo stesso. Questi fattori combinati costituiscono il meccani- mente nel trattamento dell’incontinenza urinaria nelle cagne
smo dello sfintere uretrale.1,2 Le fibre elastiche all’interno ovariectomizzate non è chiaro. Per trattare l’incontinenza
dell’uretra nella cagna sono orientate in direzione longitudi- urinaria associata all’incompetenza dello sfintere uretrale
nale ed è stato ipotizzato che il tessuto elastico non contri- anche nelle cagne ovariectomizzate che non rispondono alla
buisca in modo significativo alla continenza urinaria nelle terapia con estrogeni, sono stati utilizzati efficacemente gli
femmine di questa specie animale. Nel cane, l’incontinenza agonisti alfa-adrenergici come la fenilpropanolamina (1,5-
urinaria conseguente all’abnorme funzione del meccanismo 3,0 mg/kg ogni 8 ore). Nei cani maschi, rispetto alle femmi-
dello sfintere uretrale si ha più comunemente nelle femmine; ne, questa terapia risulta di gran lunga meno efficace per il
tuttavia, l’incompetenza di questo meccanismo è stata se- trattamento dello stesso problema. In alcuni cani sono stati
gnalata anche nei maschi.3,4 utilizzati gli anticolinergici come la ossibutinina (0,2 mg/kg
Come causa di incontinenza urinaria è stata ipotizzata la ogni 8-12 ore) per sopprimere le contrazioni vescicali spa-
riduzione della lunghezza dell’uretra,2 e questa condizione, stiche che possono contribuire all’incontinenza urinaria. La
così come la diminuzione della lunghezza della porzione di terapia medica dell’incontinenza urinaria non è priva di
uretra attraverso la quale la pressione intrauretrale supera la complicazioni e in seguito alla somministrazione di DES in
pressione vescicale a riposo, è stata correlata all’incontinenza alcuni cani sono stati segnalati casi di soppressione midolla-
urinaria nelle cagne. Si ritiene che la dislocazione caudale del re fatale. La fenilpropanolamina può causare ipertensione,
collo vescicale nel canale pelvico (“vescica pelvica”) accorci diarrea o iperattività/ipereccitabilità. I potenziali effetti col-
l’uretra e impedisca l’esposizione della parete uretrale alla laterali indesiderabili della ossibutinina sono rappresentati
pressione endoaddominale; la condizione è stata correlata al- da vomito, ileo, costipazione e ritenzione urinaria.
l’incontinenza urinaria in cani di entrambi i sessi.3,5 Benché
nel cane la vescica pelvica si possa osservare senza che sia
presente anche l’incontinenza urinaria, si ritiene che, nei casi Trattamento chirurgico dell’incontinenza
in cui le due condizioni sono concomitanti, a determinare l’in- urinaria
sufficienza del meccanismo dello sfintere uretrale contribui-
sca in modo significativo la localizzazione intrapelvica del Il trattamento chirurgico dell’incontinenza urinaria nel
collo vescicale e del tratto prossimale dell’uretra.5 cane e nel gatto è stato volto ad aumentare la resistenza al
flusso di urina attraverso l’uretra con una varietà di tecniche,
nessuna delle quali ha ottenuto un successo uniforme. L’inie-
Trattamento medico dell’incontinenza zione periuretrale di collagene è stata impiegata per trattare
urinaria efficacemente l’incontinenza urinaria nella donna, mentre
nelle cagne colpite dalla medesima condizione si sono otte-
L’infezione del tratto urinario può contribuire a determi- nuti risultati incoraggianti in seguito all’iniezione periuretra-
nare l’irritazione della vescica e perciò in tutti gli animali le di collagene o di politetrafluoroetilene (Teflon) in pasta.
portati alla visita a causa di un’incontinenza urinaria si ren- Tuttavia, questa tecnica non è stata valutata in modo estensi-
de necessaria un’accurata valutazione per rilevare la presen- vo in medicina veterinaria. Nelle cagne sono stati utilizzati a
za di questo problema. La vaginite cronica o la dermatite pe- livello sperimentale degli sfinteri artificiali che possono esse-
rivulvare (spesso associata a vulva introflessa) può contri- re sgonfiati per consentire la minzione e poi reinsufflati per
buire ad un’infezione persistente del tratto urinario. Il pro- mantenere la continenza, ma non sono pratici per l’impiego
cesso infettivo va affrontato in modo aggressivo prima di ini- clinico. Analogamente, nella specie canina è stata descritta
ziare il trattamento delle altre eventuali cause di incontinen- sperimentalmente, ma non valutata clinicamente, la realizza-
36 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
zione di uno sfintere uretrale con un lembo di tessuto prele- tetere uretrale per alleviarla.6 Qualora si dovesse verificare
vato dal muscolo gracile o dal sartorio. Le tecniche chirurgi- un’ostruzione uretrale parziale, di solito è possibile rimuo-
che che sembrano avere la massima applicazione clinica per vere il catetere e lasciare che l’animale urini spontaneamen-
il trattamento dell’incontinenza urinaria nel cane e nel gatto te entro 3-5 giorni dall’intervento. In rari casi, può essere ne-
sono rappresentate da colposospensione, applicazione di im- cessario rimuovere i punti di sutura applicati fra vagina e
bracature o suture per aumentare la resistenza al flusso di uri- tendine prepubico per trattare l’ostruzione uretrale persisten-
na nell’uretra e procedure di allungamento uretrale. te. Come già ricordato, secondo quanto riferito in letteratu-
ra, questa procedura, da sola o in associazione con la terapia
medica, determina nella maggior parte dei cani un significa-
Colposospensione tivo miglioramento dell’incontinenza urinaria.7
seguito all’esecuzione della sola colposospensione e non è una modificazione dell’intervento di colposospensione uti-
chiaro se esista o meno un vantaggio nell’impiego della pro- lizzato nelle cagne.4 Questa procedura prevede l’impiego dei
cedura combinata. Le tecniche di imbracatura sono finaliz- dotti deferenti per fissare il collo vescicale e la parte prossi-
zate ad esercitare una forza compressiva sul tratto prossima- male dell’uretra in posizione endoaddominale. I cani interi
le dell’uretra utilizzando materiale di sintesi o lembi vesci- vengono castrati ed i singoli dotti deferenti vengono fatti
cali per aumentare la resistenza al flusso di urina attraverso passare per via smussa attraverso delle incisioni penetranti
il condotto e sono state anche utilizzatecome unico metodo praticate nella cute della parete addominale ventrale, su cia-
per il trattamento dell’incontinenza urinaria nel cane. scun lato della linea mediana. L’estremità del dotto deferen-
te viene afferrata con un paio di pinze e tirata attraverso la
parete corporea. La localizzazione del punto di passaggio
Allungamento uretrale dei dotti attraverso la parete viene scelta in modo da eserci-
tare una trazione sulla prostata in grado di riportare il collo
L’allungamento uretrale è stato descritto per il trattamen- vescicale e la parte prossimale dell’uretra in una posizione
to dell’incontinenza urinaria conseguente ad incompetenza endoaddominale. In 6 cani maschi trattati su 7 sono stati se-
congenita del meccanismo dello sfintere uretrale nel gatto e gnalati risultati eccellenti o buoni ed il miglioramento è sta-
nel cane.12 Come già illustrato, si pratica un’incisione lapa- to attribuito al fatto di riportare il collo vescicale ed il tratto
rotomica ventrale e la si estende nel tratto prossimale dell’u- prossimale dell’uretra in posizione endoaddominale.4 Questa
retra. Sulla faccia ventrale della parete vescicale ventrale si tecnica può essere presa in considerazione per il trattamento
realizzano due lembi a forma di “V”. La punta di questa “V” chirurgico dei cani maschi con incontinenza urinaria da in-
corrisponde all’estensione caudale dell’incisione nell’uretra competenza del meccanismo dello sfintere uretrale.
prossimale. L’incisione si allarga lateralmente su ciascun la-
to e la porzione ampia della “V” si trova approssimativa-
mente a livello degli orifizi uretrali. Il difetto realizzato nel- Bibliografia
la parete ventrale del collo vescicale e nel tratto prossimale
dell’uretra viene chiuso in modo da diminuire il diametro del 1. Gregory SP. Br Vet J 150:135, 1994.
2. Holt PE. J Small Anim Pract 26:181, 1985.
collo della vescica. I lembi vengono quindi suturati l’uno al- 3. Power SC, et al. J Small Anim Pract 39:69, 1998.
l’altro in modo da evitare una perdita della capacità vescica- 4. Weber UT, et al. Vet Surg 26:51, 1997.
le. In 7 gatti su 8 trattati con questa tecnica sono stati segna- 5. Holt PE. Res Vet Sci 39:364, 1985.
6. Holt PE. J Small Anim Pract 26:237, 1985.
lati risultati eccellenti o buoni, e sono stati descritti buoni ri- 7. Holt PE. Vet Rec 127:537, 1990.
sultati in un cane. L’allungamento uretrale mediante lembi di 8. Massat BJ, et al. Vet Surg 22:260,1993.
parete vescicale è stato descritto per il trattamento dell’in- 9. White RN. J Small Anim Pract 42:481, 2001.
10. Nickel RF, et al. Vet Surg 27:94, 1998.
continenza urinaria anche nell’uomo; questa tecnica può me- 11. Muir P, et al. Vet Rec 134:38, 1994.
ritare di essere ulteriormente presa in considerazione per il 12. Holt PE. Vet Surg 22:98, 1993.
trattamento della condizione nel cane e nel gatto.
gia dopo un’ovaristerectomia, è necessario monitorare diver- li ovariectomizzati. La presenza di questo disordine viene
si parametri e valutare i risultati ottenuti per decidere se ri- suggerita dall’osservazione di una massa fra la vescica o l’u-
correre o meno all’esplorazione dell’addome. retra ed il colon nelle immagini radiografiche o ecografiche.
Occasionalmente, un vaso all’interno della parete uterina Il trattamento consiste nell’escissione del moncone uterino
si sfila dalla legatura e dalla vulva si osserva una significati- fino alla cervice (possibilmente comprendendola nella mas-
va emorragia. Non è raro uno scolo di fluido emorragico di sa asportata) e del tessuto ovarico ritenuto.
minore entità che persiste per 5-7 giorni dopo l’ovaristerec-
tomia; tuttavia, se attraverso la vagina si osserva la perdita di
grandi quantità di sangue, bisogna eseguire una laparotomia Reazioni alla sutura dopo
per consentire l’applicazione di legature al tratto prossimale ovaristerectomia
del moncone uterino.
Se è necessario esplorare l’addome per valutare l’emor- Occasionalmente, il materiale da sutura utilizzato per la
ragia durante o dopo l’ovaristerectomia, l’incisione va pro- legatura dei peduncoli ovarici va incontro a rigetto. Ciò si
lungata in modo da offrire un adeguato accesso all’addome verifica nella maggior parte dei casi quando si utilizzano ma-
e consentire l’osservazione diretta dei peduncoli ovarici e teriali multifilamento non assorbibili o certi tipi di mezzi au-
del moncone uterino. È possibile afferrare il duodeno sulla tostatici non destinati a questo impiego. Ciò esita nello svi-
destra e scostarlo verso il lato sinistro dell’addome in modo luppo di un tragitto fistoloso non tendente alla guarigione in
da esporre il peduncolo ovarico destro e si può usare il colon posizione immediatamente caudale all’ultima costola ed il
discendente per lo stesso scopo a sinistra. Può essere neces- tessuto di granulazione associato alla lesione può arrivare a
sario ribaltare ventralmente la vescica per esporre il monco- coinvolgere il rene e l’uretere ipsilaterali. Il trattamento con-
ne uterino. Bisogna stare attenti quando si applicano le pin- siste nell’esplorazione dell’addome con rimozione del mate-
ze sui vasi ovarici o uterini, per evitare di afferrare inavver- riale e del tessuto di granulazione associato e nell’escissione
titamente gli ureteri. Se si è verificata una grave emorragia, in blocco del tragitto fistoloso.
è possibile prelevare il sangue dall’addome, miscelarlo con
un anticoagulante ed infonderlo nuovamente nell’animale
utilizzando un set da trasfusione che comprenda un filtro Trauma ureterale associato
(autotrasfusione). In alternativa, può essere necessario ricor- all’ovaristerectomia
rere al sangue di un animale donatore.
Il danneggiamento degli ureteri durante l’ovaristerecto-
mia si verifica più comunemente nelle gatte che nelle cagne.
Persistenza dell’estro dopo Nelle gatte gli ureteri sono situati molto vicino al legamento
l’ovaristerectomia largo, se non al suo interno. Il trauma subito da queste strut-
ture nella maggior parte dei casi è dovuto al fatto che ven-
Nella maggior parte dei casi, il permanere dell’estro do- gono inavvertitamente comprese nel tessuto afferrato in
po l’ovaristerectomia viene attribuito alla ritenzione di una prossimità del corpo uterino. Se gli ureteri vengono sempli-
porzione di ovaia. Altre condizioni che possono far sì che le cemente legati e l’evento viene rilevato subito dopo che si è
cagne attraggano i maschi sono la cistite batterica e la vagi- verificato, è possibile riposizionare le legature. Se l’ostru-
nite. Prima di eseguire una laparotomia è quindi necessario zione ha determinato un idrouretere/idronefrosi, può essere
escludere l’esistenza di questi disordini. necessario rimuovere il rene e l’uretere. Se quest’ultimo vie-
A meno che durante l’intervento non venga aperta la bor- ne reciso, va reimpiantato in vescica.
sa ovarica, di solito l’ovaio non viene ispezionato diretta-
mente. Nel corso di una laparotomia esplorativa eseguita per
verificare l’eventuale ritenzione di tessuto ovarico, questo Complicazioni delle ferite dopo
può essere difficile da identificare. Il grasso che circonda le ovaristerectomia
formazioni cicatriziali del peduncolo ovarico caudalmente ai
reni deve essere asportato in blocco ed inviato alla valuta- La più comune complicazione delle ferite dopo ovariste-
zione istologica facendo attenzione ad identificare ed evita- rectomia è la comparsa di un sieroma. I fattori che contri-
re gli ureteri. buiscono alla sua formazione sono rappresentati da trauma
tissutale (compresa un’eccessiva dissezione sottocutanea),
attività dell’animale e applicazione di molteplici suture sot-
Piometra del moncone uterino tocutanee nella gatta. I sieromi di solito si risolvono senza
ulteriore trattamento.
L’infezione del residuo uterino (“piometra del monco- La deiscenza della ferita addominale può essere la con-
ne”) esita nella comparsa di segni clinici simili a quelli del- seguenza del fatto che le suture non sono state applicate sal-
la piometra che si osserva negli animali interi. È estrema- damente nella fascia esterna del muscolo retto dell’addome,
mente raro che questo disordine si verifichi in assenza di tes- i nodi sono stati stretti male o il materiale da sutura è stato
suto ovarico ritenuto. Può darsi che la possibilità che la pio- danneggiato. Se la parete addominale viene chiusa con una
metra del residuo uterino possa essere la causa dei segni cli- sutura continua semplice, si deve utilizzare un materiale as-
nici dell’animale non venga presa in considerazione perché sorbibile di sintesi di dimensioni appropriate (gatte e cagne
si parte dal presupposto che ciò non si verifica negli anima- < 7 kg: 3-0; 7-17 kg : 2-0; > 17 kg : 0).
42 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Anche se è stato ipotizzato che agli animali sottoposti ad Ernia o infezione dopo castrazione
ovaristerectomia si debbano somministrare di routine degli
antibiotici, questa pratica va scoraggiata data la bassa inci- L’ernia dei visceri addominali attraverso gli anelli ingui-
denza di infezioni ed il rischio di selezione di batteri anti- nali dopo la castrazione è un’evenienza rara nel cane e nel
bioticoresistenti. gatto. Nel cane la condizione viene diagnosticata identifi-
cando con la palpazione una massa dura ed eventualmente
riducibile nello spazio sottocutaneo situato cranialmente e
Emorragia dopo castrazione lateralmente allo scroto.
Le infezioni scrotali di minore entità conseguenti alla ca-
Se le legature vengono dislocate dai vasi spermatici do- strazione possono essere trattate con l’apertura della ferita
po la castrazione, si può avere un’emorragia all’interno dei per consentirne il drenaggio. Le infezioni più estese posso-
tessuti sottocutanei situati cranialmente allo scroto o in ad- no imporre l’escissione del tessuto colpito mediante ablazio-
dome. Un’emorragia non controllata dai vasi spermatici può ne scrotale.
essere fatale. La valutazione dell’emorragia endoaddomina-
le si effettua secondo le modalità descritte per l’ovaristerec-
Indirizzo per la corrispondenza:
tomia. Se si verifica un’emorragia dopo castrazione, può es- Dale E. Bjorling, DVM, MS, Professor and Chair
sere necessario identificare e legare i vasi spermatici me- Department of Surgical Sciences, School of Veterinary Medicine
diante laparotomia esplorativa. University of Wisconsin-Madison, USA
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 43
Le malattie del tratto gastrointestinale (GI) del gatto rappre- no diagnostico accurato per identificare la sede del problema
sentano uno dei più frequenti motivi di visita nella pratica clinica (grosso o piccolo intestino), la presenza di una enteropatia
veterinaria. Nel gatto i segni clinici osservabili nei disordini del- proteino disperdente (meno frequente nel gatto rispetto al ca-
l’apparato gastroenterico sono assolutamente aspecifici e comuni ne), di una malattia malassorbitiva e se quest’ultima conse-
a numerose patologie extraintestinali. Pertanto nell’approccio dia- gue a maldigestione la cui causa è l’insufficienza pancreatica
gnostico, bisogna affidarsi ad una dettagliata raccolta anamnesti- esocrina (IPE) o a malassorbimento conseguente a problemi
ca, ad un accurato esame clinico e ad indagini collaterali adegua- dietetici, batterici, parassitari, a malattie infiltrative infiam-
te. In merito alle forme croniche, queste appaiono quelle più pro- matorie (IBD) o neoplastiche (linfoma).
blematiche sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. La causa più comune di manifestazioni gastroenterologiche
L’approccio ai disordini acuti si basa innanzitutto sul ricono- croniche è l’IBD che rappresenta un’infiltrazione idiopatica
scimento delle forme autolimitanti (24-36h) da quelle potenzial- della parete gastrointestinale da parte di cellule infiammatorie o
mente fatali (parvovirus, ostruzioni intestinali, alcune forme bat- immunocompetenti. Tali lesioni derivano probabilmente da una
teriche). Segni clinici quali depressione, anoressia, debolezza, risposta immunitaria appropriata ad uno stimolo abnorme o ad
disidratazione, febbre e melena possono indirizzare verso la pre- una risposta prolungata e anomala ad uno stimolo “normale”.
senza di una forma grave che necessita di un approfondimento La diagnosi di IBD origina dall’esclusione delle malattie in-
diagnostico e di un’idonea terapia intensiva. Più frequentemente fiammatorie GI ad eziologia nota (dieta, batteri, parassiti, fun-
siamo di fronte a forme autolimitanti che migliorano indipen- ghi, neoplasie) e solo dopo aver eseguito un esame istologico.
dentemente dal trattamento essenzialmente basato su una terapia La terapia è mirata essenzialmente all’eliminazione di cause
sintomatica che prevede fluidi rivolti alla correzione delle altera- primarie che promuovono l’infiammazione quali allergeni die-
zioni idroelettrolitiche, acido-basiche e al riposo del tratto GI. È tetici e batterici. Per tale motivo la gestione include principal-
consigliato un digiuno di 12-48h con susseguente passaggio a mente l’uso di una dieta controllata e secondariamente l’utiliz-
piccoli quantitativi di acqua e quindi la somministrazione di pic- zo di farmaci antinfiammatori, immunosoppressivi e antibioti-
coli pasti 6-8 volte al giorno incrementando la quota di alimen- ci. La dieta deve essere iperdigeribile e a basso residuo, even-
to fino ad arrivare a far ricoprire, nell’arco di 3-4 giorni, i fabbi- tualmente integrata con acidi grassi polinsaturi opportunamen-
sogni energetici giornalieri distribuiti in 2-3 pasti/die. L’alimen- te bilanciati. La fonte proteica ad elevata digeribilità deve esse-
to deve essere altamente digeribile, ipoallergenico, senza gluti- re nuova ed ipoallergenica. Lo scopo principale della terapia è
ne, a basso tenore di grasso e lattosio, contenente proteine ad al- quello di portare ad una riduzione dello stimolo antigenico. In
to valore biologico, bilanciato in vitamine liposolubili, minerali tal senso, sono in commercio numerose diete opportunamente
(potassio) e acidi grassi polinsaturi. L’uso di antibiotici non è in- preparate e indicate per le malattie del tratto GI e alcune con-
dicato se non in caso di grave danno mucosale che può predi- tengono idrolizzati proteici con peso molecolare inferiore a
sporre allo sviluppo di batteriemia, setticemia o endotossiemia 3000 dalton considerati non allergenici, che vengono indicati
come si può verificare nelle forme enteriche emorragiche. Fra gli nelle forme gravi di IBD (z/d Hill’s). Vista la riportata frequen-
antibiotici e chemioterapici consigliati ricordiamo: trimetho- za di carenze vitaminiche (soprattutto di folati e di cobalamina)
prim-sulfonamide, l’associazione aminoglicosidici e β-lattamici nei gatti con IBD è consigliabile effettuare un’opportuna inte-
quali ampicillina sodica o cefalotina sodica con gentamicina sol- grazione della dieta con queste vitamine per via parenterale ed
fato e le cefalosporine di terza generazione. In caso di grave al- anche di notevole ausilio appaiono aminoacidi, quali l’arginina,
terazione acuta della permeabilità intestinale è opportuno ali- e la carnitina. Tali misure portano ad un significativo migliora-
mentare il gatto con la cosiddetta dieta “sacrificale” che prevede mento della risposta alla terapia farmacologica. Per quanto ri-
l’introduzione di una nuova proteina per 3-6 settimane, per poi guarda quest’ultima, il farmaco d’elezione è il prednisone (5
tornare gradualmente alla dieta originaria. La nuova proteina mg/gatto bid os; 2-3 mg/kg/die bid os solo nei casi gravi di IBD
non dovrebbe più far parte della dieta di quel soggetto per evita- ed in caso di enterite eosinofilica). Tale corticosteroide viene
re possibili manifestazioni di ipersensibilità alimentare. La tera- metabolizzato a prednisolone a livello epatico e i suoi principa-
pia farmacologica prevede anche l’uso di gastroprotettori (su- li effetti sono di tipo antinfiammatorio e immunosoppressivo.
cralfato), inibitori delle secrezioni acide quali farmaci H2-anta- Nei casi refrattari alla terapia dietetica e corticosteroidea si può
gonisti (cimetidina, ranitidina, famotidina), inibitori della pom- associare il clorambucile (0,25-0,33 mg/kg q72h os). Altri far-
pa protonica (omeprazolo/lanzoprazolo), farmaci antiemetici e maci quali azatioprina e ciclofosfamide per i gravi effetti colla-
regolatori della motilità GI (clorpromazina e metoclopramide). terali sono da sconsigliarsi nel gatto. L’antibiotico di prima scel-
Nelle malattie croniche intestinali è fondamentale un pia- ta è il metronidazolo (10-25 mg/kg q12-24h os) o, nei casi re-
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frattari di IBD, la tilosina (20-40 mg/kg bid os). In presenza di biamenti dietetici o ambientali, ingestione di corpi estranei, ostru-
un’IBD ad esclusiva localizzazione del grosso intestino la tera- zioni intra-extraluminali, ileo, patologie neurologiche, terapie far-
pia corticosteroidea è controindicata, mentre l’integrazione di macologiche, disidratazione. La costipazione cronica esita in me-
fibra appare al momento controversa. Tuttavia, l’aggiunta di gacolon che può anche essere d’origine idiopatica. Il trattamento
modeste quantità di fibra alimentare solubile o insolubile allo della costipazione comprende l’identificazione e l’eliminazione
scopo di aumentare la massa delle feci ed allo stesso tempo ga- della causa, il ripristino dello stato di idratazione, l’uso di clisteri
rantire un apporto di butirrato quale fonte energetica per i colo- di acqua tiepida e di lassativi. Occorre porre attenzione ai lassati-
nociti appare utile nel trattamento dei soggetti colpiti da tale pa- vi osmotici (lattulosio) e a quelli emollienti (docusato di sodio/cal-
tologia. In commercio esistono diverse diete ad elevato conte- cio) che possono risultare irritanti per la mucosa intestinale, quin-
nuto di fibra. Dal momento che non è possibile prevedere gli ef- di controindicati in presenza di uno stato infiammatorio del tratto
fetti delle diverse diete (fibra vs ipoallergenica) nei confronti GI e prima di procedure endoscopiche. Non bisogna utilizzare
delle colonopatie croniche del gatto, si consiglia l’adozione di lassativi catartici contenenti magnesio e clisteri contenenti fosfa-
accurati e adeguati trial dietetici. L’uso di farmaci contenenti 5- ti poiché questi possono indurre stati di iperfosfatemia o iperma-
aminosalicilato è raramente consigliato nel trattamento del- gnesemia potenzialmente fatali nel gatto. I lassativi migliori sono
l’IBD del colon nel gatto, data la sua ben nota sensibilità ai sa- quelli che aumentano la massa fecale (psillium, metilcellulosa) e
licilati. Pertanto l’uso della sulfasalazina nel gatto è consigliata i lubrificanti (vaselina). I lassativi stimolanti (bisacodile) sono in-
esclusivamente nei soggetti che non rispondono alle altre tera- dicati nei gatti con costipazione cronica o con megacolon in sta-
pie e solo utilizzando dosaggi ridotti (10-20 mg/kg q8-24h os dio precoce. Agenti procinetici quali la ranitidina e la nizatidina
per un massimo di 10 giorni). possono dimostrarsi utili nei casi refrattari alla dieta e ai lassativi
Nel gatto l’IBD può talora non rappresentare un’entità e trovano quindi indicazione per aumentare le contrazioni della
patologica unica ma può associarsi a pancreatite cronica, muscolatura liscia e quindi nel trattamento di gatti con ileo, co-
rientrando nel cosiddetto quadro della triadite (IBD, colan- stipazione cronica o megacolon idiopatico. L’utilizzo di diete ric-
gioepatite, pancreatite). Da un punto di vista clinico la sin- che di fibra insolubile, che porta ad aumento della massa fecale,
tomatologia della pancreatite è aspecifica e variabile da gra- si dimostra utile nel trattamento della costipazione, sempre che lo
ve (soggetto in stato di shock) a lieve (asintomatica o pauci- stato di idratazione del gatto sia buono.
sintomatica) e la diagnosi rappresenta ancora oggi una sfida. Un altro capitolo importante in medicina felina è la ge-
Recenti studi hanno proposto l’utilizzo del fPLI (feline Pa- stione delle reazioni avverse al cibo dovute ad una risposta ab-
creatic Lipase Immunoreactivity) nella diagnosi della pan- norme su base immunitaria (allergia o ipersensibilità) e non
creatite felina che ha dimostrato una sensibilità e specificità (intolleranza e errori) all’alimento ingerito o ad un additivo.
più elevata rispetto ai test considerati tradizionali (fTLI o fe- Nel gatto la contemporanea presenza di segni GI e dermatolo-
line Trypsin-Like Immunoreactivity ed ecografia). Una vol- gici indirizzano verso una sospetta allergia alimentare ed, in
ta raggiunta la diagnosi occorre procedere all’“eliminazio- questo caso, la dieta rappresenta sia un mezzo diagnostico che
ne” della causa (tenendo presente che circa il 90% delle pan- terapeutico di fondamentale importanza. Sono state prodotte
creatiti nel gatto sono idiopatiche) e ad un trattamento di diverse diete commerciali ipoallergeniche o a limitato potere
supporto caratterizzato da fluidoterapia (cristalloidi, pla- antigenico, formulate utilizzando un’unica fonte di proteine e
sma). La sospensione della somministrazione di cibo, acqua carboidrati. La diagnosi comporta notevoli difficoltà, soprat-
e farmaci per via orale necessaria nel cane, è controindicata tutto perché la prova di eliminazione dura 6-12 settimane ed è
nel gatto poiché tale provvedimento può predisporre a lipi- caratterizzata dall’utilizzo di una dieta ipoallergenica di “eli-
dosi epatica. Quindi in caso di anoressia per più di 24h è ne- minazione” volta a dimostrare la scomparsa dei sintomi clinici
cessario ricorrere ad una alimentazione enterale o parentera- a seguito della rimozione dell’agente scatenante e a provare la
le. È inoltre consigliato l’uso di analgesici quali patch tran- ricomparsa dei sintomi quando al paziente viene ripresentata la
sdermici di fentanyl. Gli antibiotici sono indicati solo in ca- dieta originale. Qualora si sia individuato l’elemento scatenan-
so di pancreatite suppurativa. La somministrazione di dopa- te la reazione avversa, si prescriverà una razione equilibrata
mina (5 µg/kg/min) sembra ridurre la flogosi migliorando la priva di tale alimento o additivo, o in alternativa il paziente
circolazione pancreatica e diminuendo la permeabilità del continuerà a ricevere la dieta ipoallergizzante.
microcircolo. I corticosteroidi sono consigliati solo in caso
di shock o di concomitante IBD. La pancreatite cronica può Letture consigliate
causare nel gatto l’IPE che porta, a seguito della carenza de-
gli enzimi pancreatici, a una sindrome da maldigestione. La 1. Jergens AE, (2003), Managing the refractory case of feline IBD, J Fe-
line Med Surg., 5: 47-50.
terapia dell’IPE prevede la supplementazione di enzimi pan- 2. Zoran D, (2003), Nutritional management of gastrointestinal disease,
creatici in polvere o di pancreas di suino (fresco o congela- Clin Tech Small Anim Pract, 4: 211-217.
3. Peterson PB, Willard MD, (2003), Protein-losing enteropathies, Vet
to) da aggiungere ai pasti. È inoltre consigliabile la supple- Clin N Am: Small Anim Pract 5: 1061-1082.
mentazione parenterale di folati e vitamina B12 per correg- 4. Washabau RJ, Holt D, (1999), Pathogenesis, diagnosis, and therapy of fe-
line idiopathic megacolon, Vet Clin N Am: Small Anim Pract 2:589-603.
gere le carenze vitaminiche frequentemente osservate nei
gatti con IPE. La dieta da suddividersi possibilmente in più
pasti deve essere iperdigeribile, a basso contenuto di fibre e
Indirizzo per la corrispondenza:
con proteine di elevata qualità.
Andrea Boari, Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie
Altro disturbo frequente del tratto GI del gatto è la costipazio- Università degli Studi di Teramo, Viale F. Crispi 212, 64100 Teramo
ne, tale condizione può essere indotta da svariati fattori quali: cam- Tel 0861 266972 - fax 0861 266971 - e-mail boari@unite.it
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Il diabete mellito (DM) è una delle più comuni endocri- che a lungo termine porta all’“esaurimento β cellulare”. Una
nopatie nel gatto, ed è segnalato soprattutto in soggetti di età volta emessa diagnosi di DM non scompensato sulla base
superiore ai 9 anni con una media di 10 anni. Nella popola- dei segni clinici e dei reperti di laboratorio (iperglicemia per-
zione felina si riscontra con maggior frequenza nei maschi sistente, glicosuria, fruttosamine >400 µmol/L) e valutati
piuttosto che nelle femmine e tale rapporto, considerando i eventuali fattori e patologie concomitanti (pancreatiti, insuf-
maschi castrati, raggiunge 1,5:1. Il termine DM racchiude ficienza renale, endocrinopatie, ecc.), si procede ad instaura-
un disordine metabolico a genesi multifattoriale caratteriz- re la terapia. Questa è volta alla risoluzione dei segni clinici,
zato da iperglicemia cronica e alterazioni del metabolismo al mantenimento di un peso corporeo adeguato e ad evitare
glucidico, lipidico e proteico. Conoscere a fondo la patoge- l’insorgenza di complicazioni. I punti cardine della gestione
nesi del DM felino è un passo fondamentale per compren- prevedono la terapia insulinica o con ipoglicemizzanti orali,
dere i limiti della terapia e approntare una corretta gestione la dieta e l’esercizio fisico. Fino a qualche tempo fa si ten-
del paziente. L’attuale classificazione divide il DM in insu- deva a trasporre le conoscenze nutrizionali relative al cane
lino-dipendente (IDDM o tipo 1), non insulino-dipendente alla specie felina, in realtà nel corso degli ultimi anni è emer-
(NIDDM o tipo 2), DM transitorio e DM secondario (o tipo so come queste due specie siano profondamente diverse tra
3). Nel gatto la differenziazione tra IDDM da quello loro. Il gatto infatti in quanto carnivoro in senso stretto uti-
NIDDM risulta in pratica impossibile al momento della dia- lizza in maniera prioritaria quali fonti energetiche le protei-
gnosi, per cui spesso il clinico si deve affidare alla risposta ne e i grassi. In uno studio condotto su 9 gatti diabetici si è
ottenuta a seguito della terapia. In base ai caratteri istologici evidenziato come una dieta ricca di proteine e a basso con-
delle isole pancreatiche, alla mancanza di anticorpi β cellu- tenuto glucidico e di fibra abbia ridotto di più del 50% le ri-
lari, al comportamento clinico della patologia e ai fattori di chieste di insulina, consentendo l’interruzione della terapia
rischio, fra cui sono annoverati obesità, inattività fisica, far- insulinica in 8 soggetti. In base a questi presupposti attual-
maci e patologie intercorrenti, il NIDDM sembra essere la mente il panorama delle diete indicate nei gatti con DM
forma più comune nel gatto. Questo si caratterizza fonda- comprende diete caratterizzate da elevato tenore proteico e
mentalmente dalla compromissione della secrezione insuli- basso quantitativo di fibra e carboidrati (DM Purina, m/d
nica e da insulinoresistenza da parte dei tessuti bersaglio. Hill’s), accanto ad alimenti caratterizzati da alto tenore in
Tra le situazioni che possono pregiudicare la liberazione di grassi e basso in carboidrati e proteine (Kitten Hill’s) e infi-
insulina rientrano un’alterata funzione β cellulare, il feno- ne diete ad elevato tenore di fibra e moderato contenuto in
meno della glucotossicità e la deposizione di sostanza ami- carboidrati e grassi (w/d Hill’s). Non essendo prevedibile la
loide (IA) a livello di insule pancreatiche. La glucotossicità risposta del paziente ad un tipo di dieta piuttosto che ad un
è una condizione che induce desensibilizzazione dei gluco- altro, la scelta iniziale si basa essenzialmente sulla risposta
sensori β cellulari, nei confronti del glucosio, e quindi porta alla terapia. Una ulteriore diversità rispetto al cane, è che nel
ad una ridotta secrezione insulinica in risposta allo stimolo gatto il picco glicemico postprandiale è lieve e protratto nel
“iperglicemia”. Tale condizione può anche essere reversibile tempo da cui la possibilità di alimentarlo più volte nell’arco
in rapporto all’entità dell’iperglicemia e alla sua durata. La della giornata. La frequenza di somministrazione dell’ali-
IA è costituita da amilina, proteina cosecreta con l’insulina, mento è stata oggetto di alcuni studi negli ultimi anni, sulla
che in condizioni di iperglicemia è prodotta in maniera ab- base dei quali è emerso come l’alimentazione ad libitum de-
norme dalle cellule pancreatiche. Questa si deposita a livel- termini una maggior richiesta insulinica che, in soggetti pre-
lo insulare determinando danni irreversibili a carico delle disposti, contribuisce all’“esaurimento β cellulare”; al con-
cellule β quali degenerazione, morte per apoptosi e succes- trario l’alimentazione fornita una volta al dì risulta vantag-
siva sostituzione con IA. Per quanto riguarda l’insulinoresi- giosa in gatti predisposti ad alterata tolleranza al glucosio o
stenza, recenti studi hanno evidenziato come i gatti diabeti- al diabete. Quest’ultima soluzione tuttavia non risulta ragio-
ci risultino circa 6 volte meno sensibili all’azione dell’insu- nevolmente attuabile viste le naturali abitudini alimentari del
lina rispetto ai sani. L’obesità è il maggior fattore di rischio gatto che lo spingono a cibarsi con piccole quantità più vol-
per lo sviluppo di NIDDM nell’uomo e nel gatto. Questa in- te nell’arco della giornata. Occorre inoltre sottolineare che
duce uno stato di insulinoresistenza reversibile, riducendo la sia l’obesità che la malnutrizione sono condizioni che deter-
sensibilità all’insulina da parte dei recettori cellulari. Questa minano uno stato di insulinoresistenza per cui vanno corret-
situazione determina un aumento della richiesta insulinica te con opportuni presidi dietetici. Gli Autori si raccomanda-
46 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
no di impiegare diete commerciali formulate appositamente bulatoriale del gatto è l’iperglicemia stress indotta che può
per il gatto e di procedere al cambio della dieta in modo len- fuorviare il clinico nelle scelte terapeutiche. In base a questa
to e graduale in quanto, nei soggetti diabetici, si assiste ad un peculiarità si consiglia di limitare l’esecuzione delle curve
rallentamento della motilità intestinale che predispone al- glicemiche ai soggetti che presentino scarso controllo e di
l’invaginamento. L’elevata incidenza del NIDDM nel gatto affidarsi all’opinione del proprietario per ottenere informa-
impone la scelta tra insulina e ipoglicemizzanti orali. La zioni riguardo la persistenza o la ricomparsa di segni clinici,
scelta dell’uno piuttosto che dell’altra dipende in teoria dal- il mantenimento di un peso costante e l’attitudine dell’ani-
le condizioni generali del paziente e quindi dalla gravità dei male a interagire con l’ambiente con altri animali e persone
segni clinici, dall’assenza di chetoacidosi e dalla disponibi- eventualmente presenti. Recentemente è sempre più fre-
lità del proprietario. In linea generale gli Autori consigliano quente l’esecuzione domiciliare di curve glicemiche effet-
di utilizzare sempre prontamente la terapia insulinica e, solo tuate direttamente dal proprietario, tramite l’impiego di glu-
laddove il proprietario rifiuti di effettuare iniezioni di insuli- cometri, prelevando il sangue capillare dall’orecchio. Valu-
na, impiegare gli ipoglicemizzanti orali. Tra questi la glipi- tando l’efficacia, la durata di azione e il nadir si pondera la
zide risulta l’unico farmaco dimostratosi realmente efficace risposta del soggetto alla terapia insulinica. Qualora ci si af-
nel gatto. Tuttavia, vista l’esigua percentuale (20-40%) di fidi al dosaggio delle fruttosamine per il monitoraggio del
gatti che risponde favorevolmente all’uso di glipizide e l’im- paziente bisogna evitare di operare correzioni della terapia
possibilità di distinguere soggetti affetti da IDDM da quelli sulla base di questo valore in quanto la risposta terapeutica
con NIDDM, se ne sconsiglia l’utilizzo. Bisogna inoltre con- dipende da numerosi fattori tra i quali l’insulina ne rappre-
siderare che il meccanismo d’azione di questo farmaco si at- senta solo uno. Parallelamente alla gestione clinica va effet-
tua attraverso la stimolazione del pancreas a produrre insuli- tuata quella domiciliare istruendo il proprietario sul monito-
na per cui è essenziale che esista attività residua pancreatica raggio dell’animale in particolar modo controllando i segni
(massa funzionante). Tale secrezione tuttavia può promuo- clinici, valutando settimanalmente il peso e la glicosuria e
vere ulteriormente la deposizione di IA accelerando la pro- annotando poi i dati riscontrati. In una certa percentuale di
gressione della malattia. Instaurare precocemente la terapia gatti (20-40%) con un buon controllo glicemico, si assiste al-
insulinica (meglio se associata a una dieta idonea) offre l’in- la remissione della patologia, in genere dopo 1-4 mesi di te-
dubbia opportunità di “salvare” quante più cellule β possibi- rapia, a seguito della riduzione dell’obesità o della scompar-
li, invertendo, talvolta, il fenomeno della glucotossicità, o sa degli effetti di un precedente trattamento farmacologico.
comunque limitando la deposizione di IA. In questo modo Bisogna prestare attenzione a questi soggetti in quanto una
nel paziente, terminata l’azione dell’insulina esogena, le po- volta ripresa la funzionalità β cellulare, si possono scatenare
che cellule β funzionanti assicureranno una produzione ba- gravi episodi di ipoglicemia che a volte nel gatto possono
sale di insulina che consentirà un miglior controllo limitan- portare ad un falso scadente controllo glicemico (Fenomeno
do le fluttuazioni glicemiche. La scelta iniziale del tipo di in- di Somogyi).
sulina cade in prima battuta su quella lenta di origine ani-
male (Caninsulin, Intervet) o in alternativa si può utilizzare
il tipo ultralento ricombinante umano. È preferibile iniziare Letture consigliate
la terapia a dosaggi bassi per poi adattarli alle necessità del
paziente. Si consigliano 0,5 UI/kg BID se la glicemia ≥ 360 1. Farrow HA, Rand JS, Sunvold GD, (2003), Once daily feeding signi-
ficantly redices plasma insulin concentrations compared to ad libitum
mg/dl o 0,25 UI/kg BID se è < 360 mg/dl; alcuni Autori con-
feeding in cats. Proc. 21 ACVIM Forum, North Carolina.
sigliano 1 UI/gatto BID a prescindere dal peso corporeo. Il 2. Feldman EC, Nelson RW, (2004), Canine and Feline Endocrinology
proprietario deve essere istruito attentamente sulle modalità and Reproduction, 3th ed, Saunders, St Louis, 539-579.
di conservazione, preparazione e somministrazione dell’in- 3. Martin G, Rand J, (2000), Current understanding of feline diabetes:
sulina, sul riconoscimento di eventuali segni di ipoglicemia part 2 treatment. J Feline Med. Surg., 2: 3-17.
4. Zoran DL, (2002), The carnivore connection to nutrition in cats, J Am
e sulle misure per contrastarla. La terapia prevede inizial-
Vet Med Assoc, 221: 1559-1566.
mente una fase di stabilizzazione, in cui il paziente è valuta-
to settimanalmente, poi, ottenuto un buon controllo glicemi-
co a due monitoraggi successivi, si passa alla fase di mante-
nimento con controlli ogni 3-6 mesi. Il monitoraggio clinico Indirizzo per la corrispondenza:
si attua mediante un accurato esame fisico, l’esecuzione di Andrea Boari
curve glicemiche, il dosaggio delle fruttosamine ed eventua- Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie - Università degli Stu-
li esami collaterali atti a meglio valutare lo stato generale di di Teramo, Viale F. Crispi 212, 64100 Teramo
dell’animale. Un fattore condizionante il monitoraggio am- Tel 0861 266972- fax 0861 266971 – e-mail boari@unite.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 47
Esposizione della polpa si intende la rimozione di parte della polpa coronale ed il suo
successivo rivestimento con un materiale biocompatibile. Di
Quando si ha esposizione della polpa, la frattura del den- qui anche il termine di pulpotomia vitale, mentre per incap-
te viene definita complicata. Segni clinici sono l’emorragia pucciamento diretto della polpa si intende il semplice atto di
pulpare ed il dolore acuto. In poco tempo però i batteri inva- medicare la polpa che risulti accidentalmente esposta duran-
dono il tessuto ed i vasi vengono obliterati dalla pressione te una procedura dentistica. Per incappucciamento indiretto
esercitata dall’infiammazione, provocando la necrosi della della polpa si intende invece la medicazione della polpa che
polpa. Un tappo di materiale organico essiccato occlude la risulta però ancora protetta da un sottile strato di dentina.
cavità pulpare e questa condizione, essendo nel frattempo Quando la pulpotomia vitale viene praticata su di un den-
cessato il dolore, può rimanere inalterata per lungo tempo. te immaturo, il risultato che si vuole ottenere è lo sviluppo
Prima o poi, però, l’infezione che alberga nella cavità normale della radice e la chiusura dell’apice. Questo proces-
pulpare si diffonde nei tessuti periapicali attraverso il delta so fisiologico prende il nome di apexogenesi. Quando inve-
apicale, causando una paradentite periapicale, che evolverà ce lo stesso scopo lo si vuole raggiungere su di un dente im-
con il tempo in un granuloma apicale o in un ascesso apica- maturo non vitale, la particolare procedura che bisogna ese-
le. In questo caso la condizione diventa nuovamente dolente guire prende il nome di apecificazione.
e si può manifestare anche gonfiore localizzato. Infine, l’apicectomia è quella procedura chirurgica, detta
La patologia periapicale si presenta in radiografia come anche infatti terapia canalare chirurgica, che prevede la crea-
una zona di lisi rotondeggiante localizzata intorno all’apice zione di un accesso all’apice della radice attraverso l’osso al-
della radice. veolare, l’amputazione dell’apice, la rimozione del tessuto
periapicale patologico e lo riempimento canalare retrogrado
(dall’apice verso la corona).
Lesioni combinate endo-parodontali
Massimo Castagnaro
Med Vet, PhD, Dipl ECVP, Padova
“Imparare ad apprendere tramite lo studio dei problemi. e tartaro sui denti, e lesioni odontoclastiche da riassorbi-
Acquisire le basi sulle quali costruire il ragionamento clini- mento (FORL).
co che porta alla diagnosi ed al piano di trattamento”. Sono Il protocollo diagnostico della FCGS prevede anche l’e-
questi gli obiettivi che ogni medico veterinario dovrebbe secuzione della biopsia delle lesioni più significative da un
perseguire nell’esercizio della propria professione, al servi- punto di vista clinico. La biopsia incisionale infatti, oltre che
zio e nell’interesse del paziente, avvalendosi di tutti gli stru- nei casi in cui la diagnosi clinica presuntiva sia dubbia, è
menti culturali e tecnici. particolarmente indicata in tutti i casi in cui la descrizione
La cura delle patologie del cavo orale, per un suo corret- istologica della lesione risulti fondamentale per indirizzare
to svolgimento, necessita non solo di una adeguata cono- la scelta terapeutica più idonea. Anche in letteratura infatti
scenza delle singole tecniche chirurgiche, ma anche di una viene spesso ribadita l’importanza della risposta infiamma-
sintesi tra conoscenze di anatomia topografica distrettuale, toria ed immunitaria nella progressione della malattia.
eziopatogenesi delle più comuni patologie, impostazione di Pur essendo il trattamento della FCGS sostanzialmente
una corretta diagnosi e di un adeguato piano di trattamento. chirurgico (estrazione di tutti i premolari ed i molari presen-
Il dialogo tra clinico e patologo è un momento importan- ti, nonché di tutti quei denti per i quali la prognosi è sfavo-
te del processo di apprendimento che accompagna l’analisi e revole), spesso si deve accompagnare ad una terapia medica
la soluzione dei problemi specifici clinico-pratici. mirata alla completa eliminazione dell’infezione e/o infiam-
Esso comporta però la coscienza dei limiti intrinseci del- mazione. In questi casi il protocollo terapeutico deve essere
la conoscenza e la capacità critica. sempre impostato sulla base delle informazioni fornite dal
Se si escludono quelle patologie del cavo orale che sono referto istopatologico.
di natura spiccatamente oncologica, un esempio significati- Queste devono essere di natura puramente descrittiva,
vo di quanto premesso è rappresentato dalla Gengivo-Sto- qualitativa e quantitativa, e la loro interpretazione rappre-
matite Cronica Felina. senta la chiave di lettura dell’eziologia, del meccanismo pa-
La gengivostomatite cronica (FCGS) è una delle patolo- togenetico e delle modalità di progressione della patologia.
gie del cavo orale del gatto di più frequente riscontro. No- In tutti i casi di FCGS osservati dagli Autori era presente
nostante diverse cause siano state via via citate dalla lettera- il classico, diffuso, intenso infiltrato linfo-plasmacellulare
tura, dagli stati di immunodepressione ad infezioni virali e (LPI). Le plasma cellule frequentemente esibivano corpi di
batteriche, il meccanismo patogenetico di questa malattia ri- Russell nel loro citoplasma. In alcuni casi LPI era l’unica ri-
mane tuttora poco conosciuto. L’età media dei soggetti col- sposta infiammatoria presente. Tuttavia, in presenza di lesio-
piti è di 7,5 anni, con un range ampissimo, e sembra non esi- ni ulcerative, in associazione a LPI si reperivano anche un in-
sta alcuna predisposizione verso la malattia legata al sesso o filtrato neutrofilico da focale a diffuso, exocitosi ed una mar-
alla razza dell’animale. Occasionalmente i gatti colpiti sono cata spongiosi epiteliale. In molti campioni sono stati anche
anche FIV o FeLV positivi. osservati numerosi eosinofili sparsi e mastociti in grande nu-
La diagnosi di FCGS è fondamentalmente clinica. I gatti af- mero. L’interessamento dell’osso alveolare, caratterizzato da
fetti da FCGS presentano sintomi tipici quali alitosi, scialorrea, un infiltrato infiammatorio misto e da alterazioni litiche del-
difficoltà nella prensione del cibo e nella masticazione, disfagia, la struttura ossea, era presente nel 22% circa dei casi.
anoressia nei casi più gravi e sempre perdita di peso. In una chiave di lettura che consideri esclusivamente le
Alla visita clinica si osservano lesioni eritematose, ulce- varie tipologie cellulari presenti, i rilievi istopatologici de-
rative e/o proliferative della gengiva, della mucosa vestibo- scritti indicano che la FCGS è sempre associata ad una in-
lare, delle labbra, del faringe ed occasionalmente della lin- tensa, persistente stimolazione immunitaria. In associazione,
gua. Solitamente è presente anche linfoadenopatia regionale, è frequente osservare ulcerazione dei tessuti con conseguen-
malattia parodontale di vario grado con accumulo di placca te infiltrazione diffusa di neutrofili (lesione cronica attiva).
50 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
La frequente presenza di eosinofili suggerisce invece la con- 3. Pedersen NC. (1992) Inflammatory oral cavity diseases of the cat, Vet
comitanza di un fenomeno di ipersensibilità o di una reazio- Clin North Am Small Anim Pract; 22:1323-1345.
4. Harbour DA et al. (1991) Isolation of FCV and FHV from domestic
ne iperergica. Osservando invece la distribuzione stratigrafi- cats 1980 to 1989. Vet Rec; 128:77-80.
ca delle varie componenti cellulari, è possibile distinguere le 5. Hargis AM, Ginn PE. (1999) Feline herpesvirus 1-associated facial
forme superficiali da quelle profonde, ipotizzare l’origine and nasal dermatitis and stomatitis in domestic cats. Vet Clin North
della risposta infiammatoria ed immunitaria e stimare il gra- Am Small Anim Pract.; 29:1281-90.
do di aggressività della malattia. 6. Knowles JO, Gaskell RM, Gaskell CJ, Harvey CE, Lutz H. (1989)
The prevalence of feline calicivirus, feline leukemia virus and anti-
In questa fase della gestione del caso clinico, a cavallo bodies to FIV in cats with chronic stomatitis, Vet Rec; 124:336.
tra la formulazione del piano di trattamento e l’emissione 7. Johnesse JS, Hurvitz A. (1983) Feline plasma cell gingivitis/pharyn-
della prognosi, il clinico deve obbligatoriamente fare un pas- gitis. J Am Anim Hosp Assoc;19:179.
so indietro e rivalutare in maniera critica il proprio pensiero 8. Thompson RR, Wilcox GE, Clark WT, Jansen KL. (1984) Associa-
sulla base delle osservazioni fatte dal patologo. Idealmente il tion of calicivirus with chronic gengivitis and pharyngitis. J Small
Anim Pract;25:207.
confronto tra l’opinione del clinico e quella del patologo do- 9. White SD, Rosychuk RAW, Janik TA, Denerolle P, Schultheiss P.
vrebbe essere un momento di estrema sintesi deduttiva, pro- (1992) Plasma cell stomatitis-pharyngitis in cats: 40 cases (1973-
dromico alla miglior risoluzione possibile del caso clinico. 1991). J Am Vet Med Assoc; 200:1377-1380.
Qualsiasi divergenza deve essere appianata possibilmente 10. Williams CA, Aller MS. (1992)Gingivitis/stomatitis in cats. Vet Clin
modificando il punto di vista del primo in favore del secon- North Am Small Anim Pract.; 22:1361-83.
do, per il semplice motivo che questi ha una visione pura-
mente oggettiva del caso.
Indirizzo per la corrispondenza:
Dea Bonello
Bibliografia Centro Veterinario Torinese, Lungo Dora Colletta 147, Torino
Le neoplasie epiteliali, che sono spesso caratterizzate dal- di cheratojalina, e nucleo presente, spesso con caratteri di ati-
la presenza di aggregati più o meno compatti di cellule in mo- pia. Possono manifestare differenti gradi di differenziazione.
nostrato o tridimensionali, possono assumere aspetti architet- Neoplasia delle cellule basali: le cellule che la compongono
turali differenti: disposizioni acinari, alveolari, papillari, tra- sono raccolte in aggregati fortemente coesi e sono spesso ca-
becolari, “a palizzata” e cordoniformi. Inoltre, le cellule delle ratterizzate da disposizione architetturale “ a palizzata” o “cor-
neoplasie di origine epiteliale possono presentare caratteristi- doniforme”; sono caratterizzate da dimensioni ridotte ed
che citomorfologiche estremamente eterogenee. La suddivi- uniformi, elevato rapporto N-C e dall’assenza di caratteri di
sione in neoplasia benigna o maligna si fonda, talvolta, su ca- evidente atipia citologica. Adenoma sebaceo: le cellule, carat-
ratteri citomorfologici che non sempre consentono, però, una terizzate da ampio citoplasma schiumoso e da piccolo nucleo
classificazione sicura del tipo di processo patologico. Si rico- centrale, senza caratteri di atipia citologica, sono organizzate
noscono infatti, ad esempio, alcune neoplasie epiteliali mali- in aggregati coesi e spesso tridimensionali. Neoplasia delle
gne i cui caratteri citologici non sono assimilabili a quelli co- ghiandole perianali: si caratterizza per la presenza di volumi-
munemente descritti nei carcinomi, nonché, carcinomi ben nosi aggregati di cellule epiteliali di medie dimensioni, di
differenziati talora difficilmente distinguibili da neoplasie epi- aspetto simile agli epatociti, con nucleo tondeggiante spesso
teliali benigne o da fenomeni iperplastici. nucleolato e citoplasma basofilo, finemente granulare. Adeno-
Tra i caratteri citologici specifici delle neoplasie epiteliali carcinoma delle ghiandole apocrine dei sacchi anali: le cellu-
sono riportati l’esfoliazione di cellule in aggregati compatti, le che lo compongono, in aggregati a coesività lassa, sono
l’adesione intercellulare mediante desmosomi, la forma ton- spesso raccolte in strutture microacinari, posseggono margini
deggiante o poligonale delle cellule, spesso con margini cito- citoplasmatici indistinti ed atipie citologiche di modesta entità.
plasmatici ben distinguibili, la presenza di nuclei tondeggian-
ti o ovalari. Occorre comunque ancora sottolineare come al-
cune eccezioni possano non infrequentemente essere presenti APPARATO RESPIRATORIO - Polmone
e caratterizzare esse stesse la neoplasia epiteliale oggetto di
approfondimento. Si prendono di seguito in considerazione, a Carcinomi ed adenocarcinomi bronchiali, bronchiolari e
titolo d’esempio, i caratteri citologici di alcune neoplasie epi- bronchiolo-alveolari possono manifestare disposizioni ci-
teliali provenienti da organi e tessuti differenti. toarchitetturali differenti (solidi, papillari, acinari). Spesso si
rilevano aggregati di dimensioni differenti, e, raramente, cel-
lule singole; pleomorfismo cellulare, nuclei tondeggianti con
NEOPLASIE EPITELIALI PRIMARIE irregolarità del contenuto cromatinico e nucleoli prominenti,
CUTE basofilia citoplasmatica e microvacuolizzazioni in sede peri-
nucleare, rappresentano criteri citologici spesso presenti in
Carcinoma squamocellulare: le cellule epiteliali neoplasti- corso di neoplasie epiteliali maligne primarie polmonari.
che che lo compongono, singole o in aggregati, sono caratte- Neoplasie epiteliali primarie polmonari e metastatiche pos-
rizzate da citoplasma cheratinizzato, talora contenente granuli sono comunque essere citologicamente indistinguibili.
Tabella 1
Criteri citologici comunemente impiegati per identificare cellule maligne di origine epiteliale
Ipercellularità Aumentata esfoliazione per riduzione della adesività tra le cellule
Anisocitosi e Macrocitosi Variabilità di dimensione tra le cellule; aumentate dimensioni cellulari
Pleomorfismo Variabilità di forma e dimensione tra le cellule di uno stesso tipo
Anisocariosi e Macrocariosi Variabilità di dimensione del nucleo; aumentate dimensioni nucleari
Variazione del rapporto N-C Aumentato rapporto N-C suggerisce malignità
Nuclear molding Deformazione nucleare causata da altri nuclei della stessa cellula epiteliale o di cellule epiteliali adiacenti
Irregolarità del contenuto cromatinico Cromatina nucleare non omogeneamente distribuita, tendenzialmente grossolana
Anisonucleoliosi Variabilità di forma e dimensione dei nucleoli della cellula epiteliale
Mitosi atipiche Improprio allineamento dei cromosomi in corso di processo mitotico
52 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
L’insufficienza cardiaca (IC) rappresenta una condizione possa portare ad una ridotta sintesi di queste citochine pro-
fisiopatologica nella quale una anomalia della funzione car- infiammatorie e che quindi i loro effetti positivi nei pazienti
diaca è responsabile della insufficienza del cuore a pompare affetti da IC siano da ricercarsi anche in questa loro azione.
il sangue in quantità adeguata alle richieste metaboliche dei Di recente scoperta è anche l’azione antiinfiammatoria
tessuti, oppure ci riesce solo ad una pressione di riempimen- svolta dagli inibitori della fosfodiesterasi III ed in particola-
to elevata 1. re dal pimobendan 11. Studi in vivo hanno infatti dimostrato
Negli anni 50 le conoscenze sull’IC e di conseguenza le che questa molecola diminuisce le lesioni infiammatorie (in-
sue modalità di trattamento differivano poco da quelle del filtrati cellulari e necrosi del miocardio) e diminuisce la pro-
19° secolo. Tali conoscenze consideravano l’IC come una duzione intracardiaca di IL-1β, IL-6, α-TNF e ossido nitrico
condizione di esaurimento della pompa cardiaca e il suo trat- (NO). Secondo i lavori effettuati, il pimobendan può essere
tamento era principalmente volto ad alleviare la sintomato- utile nella terapia dell’insufficienza cardiaca soprattutto per
logia e ridurre l’eccessivo accumulo di acqua e di sodio cer- gli effetti di inibizione dei livelli tissutali e plasmatici delle
cando di mantenere o incrementare la funzione sistolica. citochine pro-infiammatorie, che contribuiscono in modo si-
L’IC era quindi trattata con riposo a letto, con una dieta ri- gnificativo alla progressione dell’IC. Altri studi hanno infine
gorosamente povera di sodio, con la somministrazione di di- dimostrato che la somministrazione a lungo termine di pi-
gitale ai limiti della tossicità e di diuretici mercuriali (gli mobendan determina una diminuzione dei livelli plasmatici
unici allora disponibili) per via intramuscolare 2. Nel corso di noradrenalina e del peptide natriuretico atriale (ANP).
degli ultimi 40-50 anni le conoscenze sui meccanismi fisio- Deve comunque essere ricordato che, al momento attuale, le
patologici e sul trattamento dell’insufficienza cardiaca si so- esperienze cliniche del trattamento dell’IC con pimobendan
no accresciute continuamente. Il riconoscimento del ruolo nel cane sono limitate e, a causa dei suoi potenziali effetti
svolto dall’attivazione neuro-ormonale in corso di IC, ed in proaritmici, questo farmaco deve ancora essere testato in stu-
particolare modo di quello svolto dal sistema renina angio- di con una più ampia casistica 12.
tensina aldosterone (RASS) e dal sistema nervoso simpatico Sebbene le conoscenze concernenti i meccanismi fisio-
ha stimolato una grande mole di studi sperimentali e trial cli- patologici e le modalità di trattamento dell’IC siano progre-
nici che hanno evidenziato come, sia nell’uomo, sia negli dite in modo significativo negli ultimi 20 anni, questa condi-
animali, la modulazione di questi sistemi attraverso farmaci zione continua a rappresentare una delle principali cause di
quali gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angioten- morbidità e di morte sia nell’uomo sia negli animali da com-
sina (ACE-inibitori) e i β-bloccanti consenta di migliorare la pagnia, in particolare nei soggetti anziani. Tuttavia, la dispo-
qualità della vita e i tempi di sopravvivenza dei pazienti con nibilità di nuovi farmaci nonché le aumentate conoscenze
IC 3,4,5,6,7,8. D’altro canto altri studi hanno evidenziato come dei loro effetti sulla regolazione neuro-ormonale consentono
farmaci considerati essenziali in passato per il trattamento oggi di trattare pazienti con IC grave in modo tale da ridur-
dell’IC, come gli inotropo positivi (es. digitale), in realtà re la sintomatologia garantendo una adeguata qualità di vita
possano essere farmaci pericolosi e dannosi se utilizzati nel- e nell’uomo di prolungare anche le aspettative di vita. Nel
le terapie a lungo termine 9. cane invece esistono dati ancora contrastanti concernenti la
Più recentemente, alcuni studi hanno evidenziato l’im- spettanza di vita dei pazienti in terapia per IC. Sotto questo
portanza, nella patogenesi dell’insufficienza cardiaca, di nu- punto di vista appare quindi fondamentale che in futuro si
merosi mediatori chimici dell’infiammazione (Teoria delle consideri la possibilità di testare le terapie per il trattamento
citochine), descrivendo una vera e propria sindrome che si dell’IC attraverso studi multicentrici che permettano di ar-
manifesta con uno squilibrio fra l’azione delle citochine pro- ruolare un numero elevato di pazienti.
infiammatorie (α-TNF, IL-1, IL-6, ecc.) e delle citochine an- Data la complessità dei meccanismi fisiopatologici atti-
tiinfiammatorie (IL-10, ecc.) 10. Questi studi hanno eviden- vati nel corso dell’insufficienza cardiaca la terapia dei pa-
ziato come nei pazienti affetti da IC i livelli circolanti e tis- zienti affetti deve essere basata su una associazione di far-
sutali di citochine pro-infiammatorie risultino cronicamente maci che permettano di ridurre l’eccessiva ritenzione idrica
elevati ed in quantità proporzionale alla gravità della sinto- e modulino l’attivazione neuro-ormonale. In base alle consi-
matologia e, come questi innalzamenti siano determinati derazioni sopraesposte la terapia dell’IC nel cane oggi do-
dall’attivazione del RAAS. Sotto questo aspetto appare logi- vrebbe essere basata sulla combinazione di un ACE inibito-
co pensare che l’utilizzo di farmaci ACE-inibitori (ACE-i) re, di uno o più diuretici, e nei pazienti in grado di tollerar-
54 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
lo, di un ‚-bloccante. Per quanto concerne il pimobendan es- 7. Ettinger SJ, Benitx AM, Ericsson GF et al. (1998) Effects of enalapril
so rappresenta al momento un farmaco molto promettente maleate on survival of dogs with naturally acquired heart failure. The
Long-Term Investigation of Veterinary Enalapril (LIVE) Study
per il trattamento dei pazienti sintomatici, ma i dati della let- Group. J. Am. Vet. Med. Assoc. 213: 1573-1577
teratura sono ancora scarsi per trarre conclusioni definitive 8. The BENCH (BEnazepril in Canine Heart Disease) Study Group
al riguardo. (1999). The effect of banazepril on survival times and clinical signs
Va ricordato comunque che l’ottimizzazione della terapia of dogs with congestive heart failure: results of a multicenter, pro-
dell’IC richiede da un lato che ogni paziente affetto sia con- spective, randomized double blinded, placebo-controlled long-term
clinical trial. J. Vet. Cardiol. 1: 7-18
siderato attentamente come singolo, e dall’altro una cono- 9. Bonarjee VVS, Dickstein K. (2001) Management of patients with
scenza approfondita dell’azione dei farmaci impiegati, non- heart failure: are internists as good as cardiologists? Europ. Heart J.
ché dei meccanismi alla base delle diverse patologie cardio- 22: 530-531
vascolari. 10. Anker S.D., Chua T.P., Ponikowski P., et al. (1997). Hormonal chan-
ges and catabolic/anabolic imbalance in chronic heart failure and
their importance for cardiac cachexia. Circulation 96: 526-534.
11. Sasaki T., Kubo T., Komamura K. e Nishikimi T. (1999). Effects of
Bibliografia long-term treatment with pimobendan on neurohumoral factors in pa-
tients with non-ischemic chronic moderate heart failure. J. Cardiol.
1. Braunwald E. (1992) Pathophysiology of heart failure, in Braunwald 33: 317-325.
E. Disease of the heart 4ed. W.B. Saunders Philadelphia: 393-418 12. Luis Fuentes V., Corcoran B., French A. et al. (2002) A double blind,
2. Braunwald E. (2001) Congestive Heart failure: a half century per- randomized placebo-controlled study of pimobendan in dogs with di-
spective, Europ. Heart J., 10: 825-836 lated cardiomyopathy. J.Vet Int. Med. 16: 255-261
3. The CONSENSUS Trial Study Group (1987). Effect of enalapril on mor-
tality in severe congestive heart failure. N. Engl. J. Med., 316: 1429-1435
4. Keating G., Jarvis B. Carvedilol: a review of its use in chronic heart
failure, Drugs, 63: 1697-1741 Indirizzo per la corrispondenza:
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Michele Borgarelli
enalapril in dogs with heart failure: results of the Cooperative Veteri-
Dipart. Di Patologia Animale
nary Enalapril Study Group. J. Vet. Int. Med, 9: 243-252
6. The IMPROVE Study Group (1995). Acute and short-term hemody- Via Leonardo da Vinci 44
namic echocardiographic, and clinical effects of enalapril maleate in 10095 Grugliasco (To)
dogs with naturally acquired heart failure: results of the Invasive Mul- tel. 011 670 9082
ticenter PROspective Veterinary Evaluation of enalapril study. J. Vet. fax 011 670 9083
Int. Med. 9: 234-242 e-mail: michele.borgarelli@unito.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 55
tati” meravigliosamente grazie al suggerimento costituito da- grave, viene concessa una dilatazione, spesso insperata, del
gli stessi disturbi che hanno indotto nel paziente. tempo a disposizione dei medici per superare le fasi critiche.
Cure neonatali
Sandra Brau
Med Vet, Maisons-Alfort, Francia
Esistono numerose definizioni del periodo neonatale. Se- liquidi con conseguente instaurarsi di uno stato di ipossia
condo gli studiosi del comportamento il periodo neonatale che può portare a morte nel caso in cui non si intervenga
corrisponde ai primi 15 giorni di vita (pressappoco fino al- tempestivamente. Il trattamento consiste nella liberazione
l’apertura delle palpebre e delle orecchie). Per i fisiologi si delle vie respiratorie, nell’utilizzo dell’ossigeno ed eventual-
prolunga fino allo svezzamento. Questa definizione si basa mente nell’uso di analettici respiratori.
sulle caratteristiche di immaturità fisiologica del cucciolo
con meno di sei settimane. 1-2 Ipotermia
Rispetto ad altre specie (puledro, vitello) il cucciolo alla L’ipotermia è dovuta principalmente alla scarsità di tes-
nascita presenta una immaturità fisiologica che lo rende par- suto adiposo, assenza di vasocostrizione periferica e alla su-
ticolarmente vulnerabile. Per immaturità si intende: perficie corporea troppo estesa rispetto al peso, il che deter-
• immaturità epatica (incompetenza dei sistemi enzimatici mina una eccessiva dispersione di calore. L’ipotermia è li-
e gluconeogenesi ridotta) mitata in caso di cucciolate numerose. La temperatura nor-
• immaturità renale (filtrazione glomerulare e secrezione male del cucciolo alla nascita è di 32°-33° C, aumenta fino
tubulare ridotta) a 34°-35° C nelle ore successive. Temperature inferiori a 34°
• incompetenza immunologica C causano una diminuizione del riflesso di suzione con il ri-
• immaturità della barriera cutanea schio di false deglutizioni, rallentamento della funzionalità
• immaturità cardiovascolare digestiva con mancata eliminazione del meconio e stasi del
La mortalità neonatale è piuttosto rilevante, sopratutto latte nello stomaco. Per evitare l’ipotemia occorre controlla-
negli allevamenti dove c’è un numero elevato di soggetti. re la temperatura ambientale che deve essere di 30°-32° C
Nonostante il fatto che il momento con massimo rischio sia nelle prime 24 ore, 28° C la prima settimana, 26° C la se-
quello delle 48 ore dopo il parto anche i primi 15 giorni rap- conda e 24°-25° C nelle settimane che seguono. Il tratta-
presentano un periodo critico. Daltronde alcuni cuccioli con mento di un cucciolo ipotermico consiste nel riscaldarlo gra-
difficoltà iniziali, debilitati, sono più soggetti alle infezioni dualmente (1-3 ore) tramite borse d’acqua calda, lampada ir
nel periodo dello svezzamento, che costituisce il secondo pe- o l’incubatrice.
riodo critico.
Distinguiamo le cause principali di mortalità neonatale 1-3 Disidratazione
in cause non infettive e cause infettive. Il cucciolo neonato è molto sensibile alla disidratazione,
in quanto l’acqua costituisce l’80% del suo peso corporeo, lo
strato cheratinizzato dell’epidermide è quasi assente ed è
CAUSE NON INFETTIVE presente una immaturità renale. Infatti alla nascita il rene fe-
tale deve subire ancora tre fasi di sviluppo prima di acquisi-
1-Cause non infettive legate re le caratteristiche di un rene adulto. L’urina è trasparente
all’immaturità del cucciolo come l’acqua (ps 1,006) poiché il rene non è in grado di
concentrarla. Una delle cause della disidratazione a parte
1-1 Ipossia una patologia in corso è spesso l’uso di lampade infrarossi
L’ipossia è legata al fatto che durante la vita fetale il pol- da parte dell’allevatore ad una distanza ravvicinata. Al fine
mone non è funzionale e gli scambi gassosi avvengono tra- di limitare la disidratazione occorre regolare l’umidità del-
mite la placenta. Prima del parto si instaura una ipossia cau- l’ambiente che deve essere intorno al 55-65% ed è impor-
sata dalle contrazioni uterine che determinano uno scolla- tante non superare questo valore in quanto si creerebbe un
mento della placenta e durante il passaggio del cucciolo nel ambiente favorevole alla moltiplicazione batterica.
canale del parto si ha uno schiacciamento del cordone om-
belicale con conseguente apnea. Questo comporta una di- 1-4 Ipoglicemia
minuizione del ph sanguigno, della tensione di ossigeno e Sempre legata all’immaturità fisiologica il cucciolo va
un aumento della CO2, che nell’insieme agiscono sul cen- spesso incontro a episodi di ipoglicemia. Questo è dovuto al-
tro della respirazione stimolando il primo atto respiratorio. l’immaturità dei meccanismi di controllo della glicemia, del-
In caso di espulsione prolungata (atonia uterina) o nel caso l’insufficiente gluconeogenesi epatica e delle basse riserve
in cui la cagna non apra gli invogli fetali il cucciolo inspira in glicogeno. Il cervello del cucciolo ha elevate necessità di
58 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
glucosio perciò una ipoglicemia potrebbe causare dei danni 1-2 Onfalite
cerebrali non indifferenti. Tra le cause dell’ipoglicemia a È l’infiammazione del cordone ombelicale causata da
parte un digiuno prolungato c’è l’ipotermia in quanto il cuc- batteri che contaminano il cucciolo durante il taglio del cor-
ciolo utilizza le sue riserve energetiche per combattere il done da parte della cagna se questa presenta del tartaro per
freddo. Il substrato glucidico è all’inizio di origine epatica e esempio, oppure provenienti dall’ambiente esterno facilitato
in seguito proviene dalla componente grassa del colostro dal fatto che i cuccioli nei primi giorni di vita sono a stretto
perciò la sua assunzione è fondamentale. contatto con il suolo.
Sia la sindrome del latte tossico che l’onfalite se non
trattate in tempi brevi possono dare origine a una setticemia
2-Legate alla madre e morte dell’animale non dotato ancora di un sistema immu-
nitario in grado di reagire adeguatamente.
Certe cagne soprattutto le primipare non si occupano dei
loro cuccioli alla nascita. Non liberano il piccolo dalla pla-
centa perciò il cucciolo muore di anossia. Altre se ne occu- 2-Virali
pano fin troppo, infatti può succedere che al momento della
recisione del cordone provochino delle ernie ombelicali o L’incidenza delle malattie virali durante il periodo neona-
asportino l’integrità del cordone e addiritura la vescica (che tale è molto limitata grazie alla protezione passiva materna
in periodo neonatale si trova nella regione ombelicale subito (nelle cagne correttamente vaccinate) perciò le malattie virali
sotto la parete addominale) portando a morte l’animale nei si manifestano piuttosto dopo lo svezzamento che nei neonati.
primi giorni di vita. L’agalassia o ipogalassia è una causa di
mortalità neonatale se non si passa all’alimentazione artifi- 2-1-Herpesvirus
ciale e si ha soprattutto in seguito a un cesareo (frequente L’herpesvirus presenta oltre a un tropismo genitale e re-
nel bulldog). spiratorio un alto potere patogeno per il cucciolo neonato per
La malnutrizione della cagna durante la gestazione può la sua ipotermia in quanto si replica preferenzialmente a
dare la nascita di cuccioli più piccoli della norma che vanno temperature inferiori a 37°C dando mortalità nelle prime 48h
incontro a ritardi di crescita. di vita.
Traumi come lo schiacciamento, il leccamento in situa-
zione di stress che hanno tendenza anche a spostare in con-
tinuazione i loro piccoli. Bibliografia
Enrico Bellezza, Med Vet, Perugia – Antonio Di Meo, Med Vet, Perugia – Flavia Attili, Med Vet, Avezzano (AQ)
Tabella 1
Principali parametri del paziente pediatrico Considerazioni preoperatorie
(Seymour C., Gleed R, 1999)
La visita preanestetica riveste un ruolo primario per un
Parametri Valori Normali
corretto approccio all’anestesia del paziente pediatrico. È
Temperatura °C 35,4-36 quindi importante sapere che i valori normali dei principali
parametri nei giovani sono sensibilmente differenti da quel-
Frequenza cardiaca (battiti/minuto) Oltre 200
li degli adulti (Tab. 1).
Frequenza respiratoria (atti/minuto) 20-35
Per motivi di spazio nella stesura dei proceedings questa Ai dosaggi raccomandati, la ketamina (1-2 mg/kg EV; 5-
parte sarà trattata più ampiamente in sede di presentazione. 10 mg/kg, IM) non compromette le funzioni cardiopolmo-
Anticolinergici: La preponderanza del sistema nervoso nari. La durata degli effetti dipende, nel gatto, prevalente-
parasimpatico, predispone i pazienti pediatrici alla bradicar- mente dalla capacità emuntoria renale e, nel cane, dalla de-
dia e dato che la gittata cardiaca è dipendente dalla frequen- gradazione epatica, pertanto la ketamina deve essere usata
za cardiaca, la somministrazione di un anticolinergico (atro- con cautela al di sotto delle 6-8 settimane. Dosi addizionali
pina 0,02-0,04 mg/kg, IM, EV) è sempre raccomandata dovrebbero essere evitate, a causa dei fenomeni di accumu-
quando sono usati agenti anestetici (Hosgood, 1998). lo che comportano ricoveri prolungati. Il riflesso laringeo è
Tranquillanti/sedativi: Le benzodiazepine (diazepam solo parzialmente abolito durante l’anestesia dissociativa,
0,2-0,4 mg /kg EV; e midazolam 0,1-0,2 mg/kg, IM, EV), mentre può ancora verificarsi l’aspirazione di materiale ri-
sono i sedativi di scelta nel pediatrico in quanto producono gurgitato, pertanto l’intubazione endotracheale è sempre
un buon rilassamento muscolare con minima depressione del raccomandata (Hosgood, 1998).
sistema cardiovascolare. Anestetici inalatori: L’induzione anestetica con agenti
L’acepromazina, anche a basse dosi (30-50 µg/kg, IM) inalatori ha molteplici vantaggi rispetto a quella iniettabile e
può causare una depressione pronunciata e prolungata del si- rimane la metodica da preferire nel paziente pediatrico. Alo-
stema nervoso centrale nei giovani che presentano una fun- tano, isoflurano e sevoflurano sono gli agenti normalmente
zione epatica immatura. Essendo un ottimo vasodilatatore impiegati a questo scopo. L’isofluorano è potenzialmente
periferico, causa ipotensione e potenzia l’ipotermia peri- e meno ipotensivo dell’alotano e subisce solo un minimo me-
post-operatoria. tabolismo epatico. L’alotano più potente e meno irritante per
Sedativi/analgesici: Gli α2-adrenocettori agonisti (me- le vie aeree dell’isoflurano, può, però, favorire l’insorgenza
detomidina 3-10 µg/kg, IM, EV) garantiscono miorilassa- di aritmie cardiache ed ha una quota di metabolizzazione
mento, analgesia e sedazione, ma causano depressione del maggiore. Il sevoflurano è al momento da considerarsi l’a-
sistema cardiocircolatorio caratterizzata da bradicardia, ri- gente inalatorio di prima scelta in pediatria veterinaria.
duzione della gettata sistolica e ipotensione. Il concomitante
uso di un anticolinergico è quanto meno consigliato. Meta-
bolizzati a livello epatico, non sono raccomandati in anima- Metodiche di intubazione
li al di sotto delle 8 settimane (Hosgood, 1998).
Oppiacei: La bradicardia è un effetto collaterale possibi- Quando possibile, tutti i pazienti pediatrici dovrebbero ave-
le dopo somministrazione degli oppiacei. La buprenorfina re la possibilità di essere intubati per via orotracheale adottan-
(10-15 µg/kg, IM) o il butorfanolo (0,2-0,4 mg/kg, IM, EV) do queste accortezze: 1) impiegare tracheotubi trasparenti e
procurano moderata analgesia, buona sedazione e minima morbidi con cuffia a bassa resistenza e alto volume; 2) Il dia-
depressione cardiopolmonare (Seymour, 2003). Quando so- metro del tracheotubo dovrebbe avere il maggior diametro pos-
no usati gli oppiacei agonisti puri (morfina 0,1-0,2 mg/kg, sibile al fine di ridurre la resistenza respiratoria e la possibilità
IM; fentanil, 2-4 µg/kg, IM, EV), che sono tra i più potenti di ostruzione da parte delle secrezioni; 3) i tessuti faringeo e la-
agenti analgesici oggi disponibili, è buona norma attuare un ringeo sono alquanto delicati e particolari attenzioni devono
attento monitoraggio della funzione respiratoria e interveni- essere poste durante l’inserimento del tracheotubo. Un’intuba-
re con una ventilazione assistita/controllata qualora si verifi- zione difficile o traumatica può risultare in edema laringeo e
casse una ridotta ventilazione alveolare. ostruzione postoperatoria delle vie aeree [(consigliabile l’uso
di metilprednisolone (20-30 mg/kg)]; 4) evitare l’impiego di
tracheotubi troppo lunghi (accorciarli) per non aumentare ec-
Induzione cessivamente lo spazio morto strutturale e la quota di gas esa-
lato rirespirato. Se l’intubazione orotracheale fosse impratica-
L’induzione con maschera è il metodo di scelta negli ani- bile, l’anestesia inalatoria può essere attuata con maschere di
mali che hanno meno di 8 settimane o che pesano meno di piccole dimensioni, trasparenti ed aderenti per minimizzare lo
2-3 kg. L’induzione con un anestetico intravenoso, è da pre- spazio morto, consentire la visualizzazione delle mucose ed
ferire per gli animali con sofferenza respiratoria (problemi evitare il diffondersi del gas nell’ambiente.
respiratori, ernia diaframmatica, etc.) o quando si voglia ot-
tenere un rapido controllo delle vie aeree.
Anestetici iniettabili: Il tiopentone (4-6 mg/kg, EV) ha Scelta del circuito anestetico e metodiche
un’azione ultrabreve, privo di azione analgesica, che deve es- di ventilazione
sere impiegato solo per la fase d’induzione in soggetti in buo-
ne condizioni cliniche e, comunque, di età superiore alle 8 set- Nei soggetti pediatrici di peso inferiore a 6-8 kg, i siste-
timane per evitare che l’incompleta funzionalità epatica pro- mi semiaperti (Magill C, Bain, T di Ayre modificato da Jack-
lunghi la durata d’azione e ritardi il risveglio (Hosgood, 1998). son-Rees, etc.) sono da preferire in ventilazione spontanea in
Il Propofol (2-4 mg/kg, EV) è un agente anestetico intra- quanto consentono di ridurre la resistenza ed il lavoro respi-
venoso a breve azione, che può essere usato per l’induzione ratorio. Un flusso di ossigeno elevato (200-300 ml/kg/min)
od il mantenimento dell’anestesia. La depressione respirato- evita la rirespirazione dei gas esausti. Questo alto flusso di
ria e l’ipotensione sono due dei maggiori effetti che si pos- ossigeno, però, contribuisce in modo significativo all’ipoter-
sono riscontrare dopo la sua somministrazione. La sommini- mia e alla perdita di vapore acqueo e quindi di fluidi corpo-
strazione lenta (30-40 sec) riduce il rischio di apnea. rei. La possibilità di riscaldare i tubi e il pallone respiratorio
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 63
Sebbene le neoplasie cardiache non siano patologie di za magnetica sincronizzata con il ciclo cardiaco che consen-
frequente riscontro, è importante conoscerne le caratteristi- te lo studio dettagliato del torace e quindi anche di aree che
che (localizzazione più frequente, aspetto ecografico, sede non potrebbero essere visualizzate mediante esame ecocar-
delle possibili metastasi) ai fini prognostici ed, eventual- diografico.
mente, terapeutici (chemioterapia o terapia chirurgica). La diagnostica per immagini è necessaria per la guida
Nell’uomo, si riscontrano più frequentemente tumori chirurgica: la chirurgia cardiaca di questo tipo di tumori è
cardiaci benigni (69-98,6%) rispetto a quelli maligni: il nata con l’introduzione dell’esame ecocardiografico.
mixoma rappresenta il 36,5-97% delle neoplasie cardiache. In seguito all’individuazione di una lesione neoplastica
Nel cane riscontriamo con maggiore frequenza: eman- in sede cardiaca è sempre raccomandabile eseguire un accu-
giosarcoma, chemodectoma, carcinoma ectopico della tiroi- rato esame ecografico dell’addome per escludere la presen-
de, mesotelioma pericardico. È stata osservata una predispo- za di neoplasie primarie o di metastasi in altri organi (so-
sizione di razza nella maggior parte di tali neoplasie: ad prattutto se si prospetta la possibilità di intervenire chirurgi-
esempio il chemodectoma è più comunemente osservato in camente).
soggetti di razze brachicefaliche, l’emangiosarcoma nel pa-
store tedesco, ecc.
L’impiego della diagnostica per immagine ha considere- Bibliografia
volmente incrementato la possibilità di identificare e loca-
lizzare i tumori cardiaci. Il sospetto diagnostico può essere Guarda F., Bussadori C., Scotti C. Sulla patologia dei tumori della base
indotto dal riscontro radiografico di una o più anomalie a ca- del cuore. Atti del XLIV Congresso Nazionale SISVET – Stresa,
settembre 1990.
rico della silhouette cardiaca, dei campi polmonari e/o dalla Guarda F., Bussadori C., Scotti C., Appino S., Amedeo S. Patologia dei
posizione della trachea. Ad esempio, in caso di abbondante tumori della base del cuore (HBT) nel cane. Veterinaria: 1.1992
versamento pericardico, l’ombra cardiaca appare arrotonda- (31-48).
ta e ben delineata oppure la presenza di un tumore alla base Domenech O., Bonfanti U. Lubas G. Del Piero F, Bussadori C. ECHO-
del cuore disloca dorsalmente la trachea prima della sua CARDIOGRAPHIC PHATOLOGIC AND IMMUNOHISTOCHE-
MICAL STUDIES ON CANINE CARDIAC TUMORS. Proc. 12th
biforcazione. Tuttavia, seppure di facile esecuzione e di ECVIM-CA/ESVIM CONGRESS MUNICH 2002 156.
maggior diffusione, l’esame radiografico presenta numerose Bussadori C., Biasi, Quintavalla C., Pradelli D. DIAGNOSTIC IMAGING
limitazioni nella diagnosi di questo tipo di patologie e per- FOR THE IDENTIFICATION OF CARDIAC TUMOURS IN HU-
ciò, in presenza di dati anamnestici o di sintomi clinici rife- MANS AND DOGS, Proceedings 13th Ljudevit Jurak International
ribili a neoplasie cardiache, tale esame dovrebbe sempre es- Symposium on Comparative Pathology, Zagreb 2002 in Acta Clinica
Croatica 155 vol 41 n°2 2002.
sere integrato da altre indagini diagnostiche (in particolare Pradelli D., Quintavalla C., Domenech O Bussadori C. TROMBO NEO-
l’ecocardiografia e la risonanza magnetica) che consentono PLASTICO A PROGRESSIONE ENDOLUMINALE DIRETTA
la visualizzazione delle lesioni o delle masse a livello car- “VENA CAVA CAUDALE - ATRIO DESTRO” IN UN CANE CON
diaco, la valutazione delle arterie e delle vene e la presenza NEOPLASIA SURRENALICA. Atti SISVET, Volume LVI, 319-320,
Giardini Naxos, 26-28 Settembre 2002.
di metastasi in altri organi. Quasi tutti i tumori possono es-
sere identificati dall’ecocardiografia, particolarmente quelli
intracardiaci. Quando l’esame ecocardiografico non è in gra-
do di valutare correttamente i limiti della massa cardiaca, Indirizzo per la corrispondenza:
l’impiego dell’ecocardiografia transesofagea può fornire Claudio Maria Bussadori
preziose informazioni. Nell’uomo, è disponibile la risonan- e-mail claudiomaria_bussadori@fastwebnet.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 65
Durante la vita fetale, il Dotto Arterioso di Botallo eventuali aritmie, ma è ormai di comune riscontro che l’uni-
(PDA), rappresenta la connessione attraverso la quale la ca terapia risolutiva consiste nella chiusura del dotto me-
maggior parte del sangue venoso che giunge dall’arteria pol- diante intervento chirurgico.
monare, passa direttamente in aorta bypassando il circolo Le tecniche chirurgiche prevedono una legatura classica,
polmonare che presenta resistenze notevolmente più elevate. invasiva, attraverso toracotomia e una tecnica mini-invasiva
In questa fase l’ossigenazione fetale avviene a livello di pla- percutanea che si basa sull’utilizzo della radiologia inter-
centa. Al momento della nascita l’aumento della pressione ventistica.
sistemica (dovuta al distacco della placenta) e la diminuzio- La legatura chirurgica classica viene effettuata con tora-
ne delle resistenze polmonari in seguito ai primi atti respira- cotomia a livello del IV spazio intercostale sinistro; dopo
tori e all’apertura del letto vascolare polmonare, determina aver retratto caudalmente il lobo polmonare craniale, si indi-
una perdita di funzione del Dotto di Botallo. In questa fase viduano l’aorta, l’arteria polmonare ed il nervo vago che vie-
infatti il sangue venoso proveniente dall’arteria polmonare ne isolato e retratto dorsalmente. Si inizia quindi la disse-
deve essere ossigenato dagli alveoli polmonari e non devia- zione per via smussa della parte caudale del dotto con una
to direttamente in aorta. Nelle ore successive alla nascita pinza passafili, partendo per poi passare a quella craniale.
normalmente si assiste ad una vasocostrizione indotta dall’i- Una volta isolato il dotto, il filo per la legatura (seta o ny-
nibizione di prostaglandine locali a sua volta indotto dal- lon di grosso calibro) viene passato nel tunnel ricavato nei
l’aumento della PO2 del sangue arterioso (chiusura funzio- tessuti adiacenti.
nale). L’obliterazione anatomica avviene successivamente Eseguita la legatura completa del dotto, si riposiziona il
grazie all’intervento di fenomeni di trombosi, proliferazione lobo polmonare craniale e si richiude la breccia operatoria
intimale e fibrosi che determinano la trasformazione del dot- more solito.
to in legamento arterioso. La chiusura chirurgica sopra descritta è una tecnica si-
Alcuni fattori, per lo più di ordine genetico, sono alla ba- cura, che, se eseguita correttamente, permette l’oblitera-
se della mancata chiusura del dotto e del conseguente qua- zione del dotto in un’unica seduta, ma è ovviamente inva-
dro patologico. Generalmente lo shunt avviene tra l’aorta e siva. Attraverso la radiologia interventistica è invece pos-
l’arteria polmonare (shunt sinistro-destro) e la quota di san- sibile ottenere lo stesso risultato con un minore traumati-
gue è direttamente proporzionale alle dimensioni del dotto smo sul paziente.
ed inversamente proporzionale alle resistenze polmonari. La L’obliterazione del dotto è possibile in questo caso o at-
conseguenza principale dello shunt sinistro-destro è l’instau- traverso embolizzazione tramite coil, che vengono rilasciati
rarsi di un iperafflusso al circolo arterioso polmonare che in- in situ da un dispositivo inserito attraverso la arteria femora-
duce a sua volta un sovraccarico diastolico dell’atrio e del le, o tramite un dispositivo di Amplatzer.
ventricolo di sinistra, determinandone l’ingrandimento. Col La prima metodica permette la chiusura di dotti di dia-
progredire di forme lievi o nelle situazioni particolarmente metro inferiore o uguale a 5 mm, mentre la seconda per-
gravi (dotti di grandi dimensioni), la patologia può rendersi mette la chiusura di dotti di dimensioni maggiori, ma a co-
evidente con segni di un’insufficienza cardiaca sinistra ma- sti più elevati.
nifesta con dilatazione atriale e ventricolare sinistra, rigurgi-
to mitralico, dovuto alla dilatazione dell’anello valvolare, ed
ipertensione venosa polmonare che può evolvere fino all’e-
dema alveolare. La terapia medica ci consente il controllo, Indirizzo per la corrispondenza:
entro certi limiti, del sovraccarico nel circolo polmonare e di Roberto Bussadori: rbussado@tin.it
66 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Attualmente l’utilizzo dei farmaci classici, antimoniato to che verrà utilizzato successivamente come aiuto nel con-
di N-metilglucamina ed alopurinolo, per il trattamento del- trollo dell’evoluzione post-trattamento, insieme alla scom-
la leishmaniosis canina offre i migliori risultati clinici, au- parsa dei sintomi clinici. È difficile stabilire un solo proto-
mentando il tempo di sopravvivenza e diminuendo la fre- collo terapeutico di fronte alla leishmaniosi canina per di-
quenza e l’intensità delle recidive. Questo aumento dell’ef- versi motivi:
ficacia terapeutica è dovuto ad una gestione clinica ade- I cani sviluppano differenti tipi di risposta immunitaria di
guata e dipende da: fronte alla Leishmania infantum.
Diagnosi precoce della malattia. In forma sporadica, si verificano cure risolutive sponta-
Più ampi protocolli di diagnosi differenziale delle malat- nee senza ricevere alcuna terapia medica.
tie associate. Esistono variazioni razziali e familiari.
Politerapia: antimoniato di N-metilglucamina, alopuri- Ci sono differenze tra l’infezione naturale e quella speri-
nolo, antibiotici, ramipril, omeprazol, solfato ferroso, mentale.
shampoo dermatologici. Si presenta con una certa frequenza associata ad altre
Aumento del tempo e dell’intensità delle terapie medi- malattie.
che.
Maggiore collaborazione dei proprietari. La leishmaniosi canina si manifesta nelle varie fasi di
Aumento del numero di esami clinici e di laboratorio; sviluppo e con sintomatologie cliniche diverse. Esistono dif-
prima, durante e dopo la terapia. ferenti manifestazioni organiche. Qui esporremo il protocol-
Maggiore conoscenza della biologia dei flebotomi, come lo terapeutico in quattro di esse, ponendo speciale enfasi su
dei focolai di alta prevalenza. quelle che colpiscono il rene.
Utilizzo di metodi di lotta nei confronti del vettore. A - Leishmaniosis cutanea localizzata (L.C.L). Ulcera di
inoculazione.
Per instaurare una terapia efficace nei confronti della lei- B - Leishmaniosis generalizzata (L.G), senza complican-
shmaniosi canina, dobbiamo partire da una diagnosi di labo- ze organiche.
ratorio univoca, basata su una delle tecniche seguenti: C - Leishmaniosis generalizzata con insufficienza orga-
Visualizzazione del parassita nella preparazione micro- nica moderata (Proteinuria).
scopica di aspirato di midollo osseo o linfonodale, D - Leishmaniosis generalizzata con insufficienza orga-
impressione dal derma, o aspirazioni ad ago sottile nica grave (Uremia).
dei noduli.
Biopsia di un tessuto organico valutata con tecniche in- I criteri che si utilizziamo al momento di stabilire il pro-
munoistochimiche (inmunoperossidasa). tocollo terapeutico si basano su una anamnesi dettagliata, in
Visualizzazione del parassita nella citologia dei liquidi funzione dell’esplorazione fisica, la sintomatologia clinica
organici (sinovia, toracico, addominale, seme, ed i risultati di laboratorio delle urine, delle feci e del sangue
L.C.R). (ematologia, biochimica). Inoltre, è di grande importanza il
Coltura ed isolamento del parassita. protocollo che si utilizza per realizzare la diagnosi delle ma-
lattie che si presentano associate alla leishmaniosi canina.
Quando non sia possibile basarsi sulle tecniche di labo-
ratorio sopra citate la diagnosi consisterà nella valutazione
della presenza di sintomi clinici compatibili e nella la valu- Indirizzo per la corrispondenza:
tazione dei livelli di anticorpi di fronte a Leishmania infan- Dr. Jordi Cairó Vilagran, Hospital Veterinari Canis Girona
tum utilizzando tecniche di I.F.I o Elisa. Inoltre si verrà sem- Avda. Lluis Pericot 17, 17002 Girona (Spain)
pre eseguito proteinogramma prima di iniziare il trattamen- Tel. 0034972218668
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 67
Marco Caldin
Med Vet, Padova
La citologia diagnostica veterinaria è una disciplina rela- ziato aspetti citologici riferiti a patologie infettive e infe-
tivamente giovane. Infatti i primi lavori di un certo signifi- stive poco o niente descritte nel passato (es. coccidiosi epa-
cato, come del resto i primi testi di citologia diagnostica, da- tica nei conigli, pseudomicetoma equino, tripanosomiasi
tano la fine degli anni settanta. Solo negli ultimi dieci-quin- nel cane, criptosporidiosi nei serpenti, dracunculiasi nel ca-
dici anni si è però assistito a un crescente interesse nei con- ne ecc.). Non bisogna sottovalutare il fatto che i microrga-
fronti di questa materia e ciò è testimoniato dal crescente nu- nismi sono assai meglio visibili nei campioni citologici ri-
mero di pubblicazioni sull’argomento sia sotto forma di ar- spetto a quelli istologici a causa della distensione del ma-
ticoli su riviste specializzate che sotto forma di testi atlante. teriale dovuta alla fissazione all’aria, mentre la fissazione
Non siamo ancora arrivati ad avere riviste veterinarie che si in formalina utilizzata in istologia ottiene l’effetto opposto
occupino solo di citologia diagnostica, come invece accade di contrazione delle strutture.
in medicina umana (es. Acta Cytologica, Diagnostic Cyto-
pathology…), ma articoli inerenti temi citologici sono co-
munemente riportati da molte riviste veterinarie, soprattutto 2-Alcune note sulle colorazioni usate
quelle che abbiano un taglio clinico. Fra tutte spicca senz’al- in citologia
tro “Veterinary Clinical Pathology” che negli ultimi anni è
quella che, fra tutte le riviste veterinarie, inserisce sempre in Benché storicamente le colorazioni usate in citologia
ogni numero uno o più lavori di citodiagnostica, soprattutto veterinaria siano state quelle di tipo Romanowsky (es.
sotto forma di case report o short comunication. Non biso- May-Grünwald-Giemsa, Wright, Leishman ecc. nonché le
gna poi dimenticare le fonti di interesse citologico legate a loro più comuni varianti commerciali tipo Hemacolor® o
internet sotto forma di due diverse entità: “Pubmed” e i siti Diff-Quik®), negli ultimi anni sono apparsi alcuni articoli
in cui si parla di citologia diagnostica. che fanno utilizzo anche di colorazioni più comunemente
Pubmed è la più autorevole fonte di informazioni biblio- usate in citologia umana (es. Papanicolaou, Ematossilina-
grafiche per chi cerca in rete articoli e abstract, mentre un Eosina). Queste ultime colorazioni, benché richiedano una
qualunque buon motore di ricerca (es. Google) ci permette di fissazione con alcool o cytospray, possono anche essere
trovare ogni giorno nuovi siti che si occupino di citopatolo- utilizzate su campioni citologici fissati all’aria purché
gia diagnostica sia medica che veterinaria. questi ultimi siano reidratati attraverso immersione in fi-
Interessante rilevare come, consultando Pubmed, si pos- siologica entro 30 minuti dalla loro preparazione. Si può
sa avere la prova di come negli ultimi anni il numero di ar- attendere comunque fino a 24 ore, ma i risultati non sono
ticoli inerenti la citologia diagnostica veterinaria sia note- sempre soddisfacenti. I vantaggi della reidratazione risie-
volmente aumentato. dono in: possibilità di valutare meglio i dettagli nucleari a
È proprio dalla consultazione della bibliografia e dei siti causa della scarsa affinità dell’Ematossilina per l’eucro-
dedicati alla citologia diagnostica che si possono avere le matina (utile per la diagnosi di alcune neoplasie). Con la
informazioni più recenti su tutto quanto di nuovo gravita at- reidratazione non va sottovalutata neanche l’emolisi degli
torno alla citologia diagnostica veterinaria. Quella che segue eritrociti che permette di avere un fondo pulito del vetrino
sarà una carrellata di alcune delle più interessanti notizie di- senza che i globuli rossi oscurino strutture diagnostiche.
sponibili negli ultimi 5 anni, ma con un po’ di tempo e pa- In compenso i campioni reidratati tendono a perdere una
zienza è possibile trovarne numerose altre senza troppe dif- certa quota delle cellule che si staccano dal vetrino. In
ficoltà. Altre notizie che verranno date riguardano lavori su ogni caso si ricorda come Ematossilina-Eosina e Papani-
quali ci stiamo dedicando in questi anni all’interno del ser- colaou siano decisamente superiori alle colorazioni tipo
vizio di Citologia Diagnostica della Sezione di Anatomia Pa- Romanowsky nel caso della valutazione di frammenti tes-
tologica Veterinaria e Patologia Aviare della Facoltà di Me- sutali in quanto capaci di penetrare grossi ammassi di cel-
dicina Veterinaria di Milano. lule (strisci spessi) e quindi di valutarne meglio le caratte-
ristiche architetturali. L’indicazione ideale sarebbe quella
di usare sempre entrambi i tipi di colorazione. Colorare al-
1-Aspetto citologico di malattie fungine, cuni vetrini con colorazioni tipo Romanowsky assicura
protozoarie, virali e batteriche poco comuni una buona visualizzazione del citoplasma e della sostanza
intercellulare, mentre Ematossilina-Eosina o Papanicolaou
È indubbio che la messe di articoli inerenti argomenti garantiscono una miglior definizione delle strutture e del
citologici recentemente apparsi su varie riviste ha eviden- dettaglio nucleare.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 69
Un’interessante recente articolo di medicina umana su sog- In sostanza lo studio indica una certa discrepanza tra il
getti immunocompromessi, mette in luce la possibilità di valuta- significato delle frasi usate per la diagnosi citologica e sug-
re la presenza di Micobatteri che, in campioni citologici colora- gerisce la necessità di introdurre una terminologia standar-
ti con Papanicolaou, mostrano autofluorescenza quando ovvia- dizzata.
mente il preparato sia osservato in fluorescenza. Ciò aumente- Non solo, viene indicata l’importanza di definire ulterio-
rebbe la specificità della diagnosi citologica di micobatteriosi. ri studi che determinino come i clinici interpretano queste
espressioni in termini di probabilità e quindi di impatto del-
la diagnosi citologica sul destino del paziente.
3-La terminologia nei referti citologici
Un interessante studio dal titolo: “clinical pathology ex- 4-Studi su serie di campioni citologici
pression of probability in cytologic diagnosis” presentato lo per valutarne parametri di accuratezza
scorso settembre Da Christopher e Hotz al Congresso an- del test diagnostico
nuale della European Society of Veterinary Clinical Patho-
logy (ESCVP), prende in considerazione l’uso che i patolo- Benché numerosi siano gli articoli dedicati alla citolo-
gi clinici fanno di termini descrittivi per indicare la proba- gia diagnostica veterinaria, relativamente pochi sono anco-
bilità di una diagnosi citologica. Lo studio è stato condotto ra gli studi dedicati a serie di casi citologici, con relativo
su 96 (su 195 contattati) citologi certificati ACVP (Ameri- controllo istologico, per definire gli indici di accuratezza
can College of Veterinary Pathology) e con esperienza va- diagnostica. Un lavoro in preparazione da parte di varie
riabile da 1 a 29 anni. Soltanto tre di questi davano diagno- persone afferenti al nostro Dipartimento, con in testa il dot-
si suffragate da un dato percentuale, mentre tutti gli altri tor Ghisleni, fa riferimento a 292 campioni citologici di
preferivano termini descrittivi per definire la probabilità neoformazioni cutanee con relativo controllo istologico.
della diagnosi citologica. Diciotto erano i termini usati nel Quarantanove casi erano definiti inconclusivi (campione di
complesso. Undici di questi termini erano usati spesso o qualità insufficiente, di solito a causa di scarsa cellularità)
qualche volta, mentre 7 erano usati raramente o mai da par- e quindi eliminati dalla casistica. Il concetto di cellularità è
te di più del 50% degli aderenti all’indagine. Naturalmente, molto importante in citologia e un controllo della cellula-
data la numerosità dei termini usati, c’era anche un certo rità del campione subito dopo il prelievo sarebbe determi-
grado di sovrapposizione tra le percentuali di probabilità as- nante nell’abbassare la quota dei campioni definiti “incon-
segnate a termini diversi fra loro. Due dati preliminari sono clusivi”. Degli altri campioni, 176 erano definiti citologi-
interessanti: patologi di laboratori privati erano statistica- camente come neoplastici. Di questi, 175 si rivelavano “ve-
mente più inclini a definire il campione “sospetto per” ri- ri positivi” (istologia positiva per neoplasia), mentre un ca-
spetto ai loro colleghi universitari. Le citopatologhe di ses- so risultava invece come “falso positivo” in un gatto con
so femminile sono più inclini a dare un risultato “diagnosti- una lesione cutanea infiammatoria diagnosticata citologi-
co per” rispetto ai loro colleghi di sesso maschile. camente come una neoplasia di origine linfoide. Tra le for-
Le espressioni per esprimere livelli di probabilità dia- me neoplastiche, mastocitomi e emangiopericitomi sono
gnostica dallo 0 al 100% erano in totale 68 delle quali 26 in- senz’altro le entità più comunemente e facilmente diagno-
dicavano “probabilità 0”. In ogni caso un gruppo di 10 ter- sticabili con l’esame citologico. Sessantasette casi erano
mini era preferito dalla maggior parte degli intervistati con classificati come negativi per neoplasia. Di questi 46 erano
le seguenti probabilità diagnostiche: in accordo con l’esame istologico (“veri negativi”), mentre
100%- “diagnostico per” negli altri 21 l’istologia evidenziava una forma neoplastica
95%- “decisamente compatibile con”, “fortemente sugge- (“falsi negativi”). Sulla base di questi dati l’indagine ha
stivo di” avuto una sensibilità del 89%, una specificità del 98%, un
75-95%- “compatibile con”, “probabile” valore predittivo dei risultati positivi del 99% e un valore
50-75%- “suggestivo di” predittivo dei risultati negativi del 69%. Nel complesso si
25-50%- “possibile” osservava un’accuratezza di accordo fra diagnosi citologi-
5-25%- “non può essere escluso” ca e istologica pari al 91% (221/243 casi).
5%- “improbabile”
0-5%- “non evidenza di”
In ogni caso la cellularità e la qualità del campione era-
Indirizzo per la corrispondenza:
no i fattori più importanti che condizionavano la probabilità Dipartimento di Patologia Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria
citologica. Sezione di Anatomia Patologica Veterinaria e Patologia Aviare
Un altro rilievo interessante è che gli intervistati con Università degli Studi di Milano
maggiore esperienza (>10 anni) non ritenevano molto im- Via Celoria, 10 - 20133 Milano Tel. 02-50318114
portanti per la diagnosi le “ulteriori informazioni diagnosti- Fax 02-50318106
che sul paziente”. mario.caniatti@unimi.it
70 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
STRUMENTARIO
PROTOCOLLO ANESTESIOLOGICO
QUADRI ENDOSCOPICI NORMALI FIGURA 2 - Particolare dell’arcata dentale dei molariformi inferiori di si-
nistra nel coniglio.
Nel cincillà le irregolarità sono meno evidenti, e più fre- - consente una visione notevolmente ingrandita delle
quentemente a carico dei premolari superiori- strutture anatomiche intraorali sia normali che patolo-
La diagnosi endoscopica prevede anche la valutazione di giche riducendo al minimo il rischio di omissioni dia-
altre lesioni a carico dei tessuti molli quali ulcere della mu- gnostiche, possibili soprattutto nel caso dei roditori;
cosa buccale, gengivale o della lingua, e di processi infiam- - rende molto più agevole la visione in caso di manualità
matori conseguneti ad infezioni periapicali. terapeutiche intraorali.
L’’utilizzo di una videocamera accessoria consente all’o-
peratore un’esecuzione più agevole; la possibilità di condi-
TRATTAMENTO INTRAORALE videre la visione con altre persone; la possibilità di registra-
DELLA MALOCCLUSIONE DENTALE re immagini video e fotografiche sia per la documentazione
scientifica personale che per la dimostrazione al proprietario
Il trattamento intraorale della malocclusione dentale nel agevolando al medesimo la comprensione di patologie in
coniglio e nei roditori caviomorfi prevede la riduzione delle certi casi piuttosto singolari.
corone e delle cuspidi mediante fresatura (Fig. 4). In altri ca-
si, in concomitanza con altre lesioni quali infezioni periapi-
cali, può essere indicata l’estrazione del dente molariforme, Bibliografia
previa lussazione messsa in atto con il lussatore di Crossley
per i denti molari. 1. Capello V.: “Dental diseases and surgical treatment in pet rodents”.
Exotic DVM 5.3: 32-37 (2003).
La visualizzazione fornita dall’endoscopia nell’esecuzio-
2. Murray M.J.: “Application of rigid endoscopy in small exotic mam-
ne di queste manualità è estremamente utile. mals”. Exotic DVM 2.3: 13-18 (2000).
3. Taylor M.: “Endoscopy as an aid to the examination and treatment of
the oropharyngeal disease of small herbivorous mammals”. Sem.
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI Avian Exotic Pet Med. 8(3): 139-141 (1999).
4. Taylor M.: “Endoscopic techniques”. Sem. Avian Exotic Pet Med.
3(3): 126-132 (1994).
L’esecuzione dell’esame endoscopico della cavità orale
dei piccoli mammiferi erbivori (coniglio, roditori caviomor-
fi), e di altri piccoli roditori (miomorfi, sciuromorfi) riveste
una notevole importanza per i seguenti motivi: Indirizzo per la corrispondenza:
- non richiede particolare abilità o specializzazione; Vittorio Capello
- consente l’ispezione completa e dettagliata della cavità Clinica Veterinaria, S. Siro, Milano
orale; Clinica Veterinaria, Gran Sasso, Milano
- è estremamente utile in caso di intubazione endotra- Tel. 339/1003260
cheale (qualora essa sia considerata indispensabile); e-mail: capellov@tin.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 73
Tabella 1
Condizione genetica Alterazioni fisiche o Valutazione dei criteri di scelta dei riproduttori
L’inbreeding e la selezione su criteri morfologici comportamentali ereditarie in allevamento e della presenza di patologie ereditarie.
causano patologie ereditarie per l’espressione di Prevenzione: consulenza e formazione degli allevatori,
caratteri recessivi che si discostano dalla naturale esclusione dalla riproduzione dei soggetti portatori di
selezione genetica alterazioni genetiche
Stato di salute • monitoraggio epidemiologico Valutazione medica del pet prima, durante e dopo
• assenza di malattia • interventi di profilassi le attività di PR e della PO.
• fisiologia • parametri metabolici Valutazione dell’idoneità del soggetto animale per la
• welfare animale (repertorio di standards minimi e • EOG e valutazione delle grandi relazione richiesta
vincolanti rispetto ai bisogni fisiologici, ecologici funzioni organiche
e comportamentali della specie) • Valutazione degli indicatori di welfare
Aspetti fisiologici • Sintomi gastro-enterici, genito-urinari, • EOG che includa i parametri comportamentali.
• caratteristiche di dimensioni, sicurezza, igiene neurologici, dermatologici, • Esame dei parametri metabolici
e microclima dell’habitat offerto all’animale cardio-respiratori, endocrini • Valutazione dell’ecologia ambientale offerta al pet
• gestione dell’alimentazione e adeguamento allo • Alterazione dei parametri emato-chimici
stato fisiologico (età, gravidanza, allattamento,
attività, etc.)
(13,5 ± 2,5 mg/dl) in confronto a quelli con insufficienza re- centi segnalazioni è risultata FeLV-negativa, a differenza di
nale da sola (11,5 ± 0,4), oppure associata ad urolitiasi (11,5 quanto riportato nei primi lavori. Il carcinoma squamocellula-
± 0,5). L’insufficienza renale è stata diagnosticata nel 38% dei re associato ad ipercalcemia era localizzato nella regione del-
gatti ipercalcemici ed 1/3 di questi era anche colpito da uroli- la testa e del collo (mandibola e condotto uditivo). Il carcino-
tiasi (Tab. 1). L’urolitiasi da ossalato di calcio è stata notata ma squamocellulare non è stato abbinato allo sviluppo di iper-
nel 15% della totalità dei gatti con ipercalcemia. La neoplasia calcemia nel cane. I gatti colpiti sia da neoplasia che da insuf-
è stata diagnosticata nel 21% dei casi, con 1/3 di linfosarcomi, ficienza renale costituivano l’8,5% dei casi. L’iperparatiroidi-
1/3 di carcinomi squamocellulari ed il rimanente terzo di leu- smo primario, l’endocrinopatia non paratiroidea e la malattia
cemie, mielomi multipli, osteosarcomi, fibrosarcomi, sarcomi infettiva eventualmente associata ad infiammazione granulo-
indifferenziati e carcinomi broncogeni. Va rilevato che la mag- matosa costituivano, ciascuno, il 5,6% dei casi. L’ipercalce-
gior parte dei gatti con linfosarcomi ed ipercalcemia nelle re- mia può anche essere associata ad avvelenamento da rodenti-
cidi a base di colecalciferolo (intossicazione da vitamina D),
ipoadrenocorticismo ed epatopatia.
I granulomi nel punto di iniezione sono stati associati ad
Tabella 1
Frequenza di condizioni associate all’ipercalcemia nel gatto ipervitaminosi D, dovuta all’aumento delle quantità di calci-
(Savary et al., 2000) triolo circolante nel gatto. L’istoplasmosi è occasionalmente
abbinata ad ipercalcemia, probabilmente a causa della pro-
Insufficienza renale 38% duzione di calcitriolo da parte del tessuto granulomatoso.
Neoplasia 21% Benché non ben documentata, l’ingestione di una popolare
Urolitiasi 15% pianta domestica (il cestro, Cestrum diurnum) è una poten-
(12,7% in associazione con insufficienza renale)
ziale causa di ipercalcemia nel gatto, dal momento che que-
Neoplasia + Insufficienza renale 8,5% sta pianta contiene sostanze calcitriolo-simili. L’ingestione
Iperparatiroidismo primario 5,6% di calcipotriene (una crema antipsoriasi utilizzata in medici-
Endocrinopatia non paratiroidea 5,6% na umana) è stata riferita come causa di ipercalcemia nel ca-
Malattia infettiva 5,6% ne, ma non nel gatto; stanno comparendo segnalazioni aned-
Cause scarsamente definite (Idiopatiche?) 12,7% dotiche dell’occorrenza di ipercalcemia nel gatto dopo il
leccamento di calcipotriene dalla cute dell’uomo.
Tabella 2
Modificazioni previste negli ormoni calcemici e nel profilo biochimico in associazione con i disordini dell’ipercalcemia
tCa iCa alb Corr tCa Pi PTH PTHrP 25-OH 1,25-OH2 PTG
Vit-D Vit -D ULS, -Chirurgia
1-HPTH ↑ ↑ N N ↓N ↑N N N N↑ Singolo ↑
3-HPTH ↑ ↑ N ↑ ↑ ↑ N N↓ ↓N Multiplo ↑
Locale osteolitico ↑ ↑ N↓ ↑N N↑ ↓N N↑ N N ↓
Ipervitaminosi D
Colecalciferolo ↑ ↑ N ↑ ↑N ↓ N ↑ N↑ N↓
calcitriolo ↑ ↑ N ↑ N↑ ↓ N N ↑ ↓N
calcipotriene ↑ ↑ N ↑ ↑N ↓ N N ↓N ↓N
Ipoadrenocorticismo ↑ ↑ N↓ ↑ ↑N ↓N N N ↓N N
Ipervitaminosi A ↑ ↑ N ↑ N ↓ N N N↓ ↓N
Disidratazione ↑ N↑ ↑N ↑N N↑ N↓ N N N N
Tabella 3
Segnalamento e misurazione dei fattori di regolazione del calcio in tre studi condotti su gatti in cui è stata diagnosticata l’ipercalcemia idiopatica
Nei gatti con ipercalcemia idiopatica, non si riscontrano considerazione l’assunzione con la dieta, l’assorbimento inte-
segni di neoplasia maligna rilevabili mediante radiografie, stinale, l’escrezione fecale, il riassorbimento osseo e l’escre-
ecografie addominali, valutazioni midollare e, in alcuni casi, zione urinaria. I marcatori dell’aumento del turnover osseo che
neppure con la necroscopia completa. I test sierologici per la compaiono nell’urina possono servire a determinare se il rias-
diagnosi delle infezioni da FeLV e FIV sono risultati negati- sorbimento osseo contribuisce all’ipercalcemia idiopatica. La
vi e i valori di T4 erano normali. I livelli di PTH sono nor- misurazione dei metaboliti della vitamina A e dell’alluminio
mali o diminuiti, PTHrP non è rilevabile, la concentrazione può rivelare alcune delle cause meno usuali di ipercalcemia.
di 25-(OH)-vitamina D è nella norma e i livelli di calcitriolo Per valutare gli effetti dell’acidificazione cronica della dieta si
sono normali o bassi. L’analisi dei gas ematici non rivela al- può valutare l’opportunità di un trattamento di prova con alca-
cun importante disturbo acidobasico. L’esplorazione della li. Quando la modificazione della dieta e il trattamento di pro-
regione cervicale non è riuscita a evidenziare segni di iper- va con prednisolone non hanno avuto successo per risolvere
paratiroidismo primario; la paratiroidectomia subtotale non l’ipercalcemia, si deve considerare la terapia con bifosfonato.
è stata in grado di risolvere l’ipercalcemia. Si può anche pensare che l’ipercalcemia si sviluppi soltanto in
È stato riferito che un aumento della fibra nella dieta di- una popolazione di gatti geneticamente suscettibile che sia sta-
minuisce i livelli sierici di calcio nei gatti colpiti. Tuttavia, ta stimolata da un fattore di provocazione ancora indefinito.
nella nostra casistica non è stata rilevata alcuna modificazio- Nei gatti in cui è stata diagnosticata l’ipercalcemia idiopatica
ne delle concentrazioni di iCa in 11 gatti su 11 in seguito al- non è stato effettuato lo studio sistematico della funzione sur-
la modificazione della dieta passando ad una che conteneva renalica (ipoadrenocorticismo?) e dell’analisi dei gas ematici.
una maggior quantità di fibra o era dotata di proprietà alca- L’elevata frequenza di gatti a pelo lungo suggerisce la possibi-
linizzanti. In alcuni gatti, la stimolazione mediante terapia lità di una componente genetica dello sviluppo della malattia.
con prednisone esita in un calo a lungo termine dei livelli di L’elevata frequenza dei gatti con ipercalcemia idiopatica in cui
tCa ed iCa. Sei animali sono stati trattati con una dose gior- è stata notata un’infiammazione intestinale (IBD) può suggeri-
naliera totale di 5-12,5 mg di prednisone; il valore di iCa è re un ruolo dell’intestino nello sviluppo dell’ipercalcemia.
tornato normale in 3 gatti su 6, non è diminuito in 2 gatti su
6 ed ha mostrato una risposta equivoca in 1 gatto su 6. L’ef-
Bibliografia
fetto del trattamento con glucocorticosteroidi sull’elabora-
zione renale del calcio non è stato studiato. Esiste una certa Chew, D.J., and Schenck, P.A. 2003. Clinical disorders of hypercalcemia
preoccupazione che questa terapia possa aumentare l’iper- and hypocalcemia in dogs and cats. Presented at the ACVIM Mee-
calciuria riducendo il riassorbimento renale tubulare del cal- ting, May 2003, Charlotte, NC.
Chew, D.J., and Schenck, P.A. 2003. Assessment and treatment of clinical
cio, il che potrebbe di conseguenza accentuare la genesi dei cases with elusive disorders of hypercalcemia. Presented at the AC-
calcoli urinari. In alternativa, se questo trattamento diminui- VIM Meeting, May 2003, Charlotte, NC.
sce i livelli sierici di iCa, il carico di calcio filtrato dai glo- McClain HM, Barsanti JA, Bartges JW. Hypercalcemia and calcium oxala-
te urolithiasis in cats: a report of five cases. J Am Anim Hosp Assoc
meruli diviene minore, compensando qualsiasi riduzione del 1999; 35(4): 297-301.
riassorbimento tubulare del calcio. Midkiff AM, Chew DJ, Randolph JF, Center SA, DiBartola SP. Idiopathic
Le cause dell’ipercalcemia idiopatica nel gatto restano po- hypercalcemia in cats. J Vet Intern Med 2000; 14: 619-626.
Savary KCM, Price S, Vaden SL. Hypercalcemia in cats: a retrospective
co chiare. Meritano ulteriore considerazione il ruolo dell’aci- study of 71 cases (1991-1997). J Vet Intern Med 2000; 14: 184-189.
dificazione della dieta, la restrizione del magnesio nella razio- Schenck, P.A. and Chew, D.J. 2003. What’s new in the assessment of cal-
ne e/o il contributo di qualsiasi specifico costituente del cibo. cium disorders – Part 1. Presented at the ACVIM meeting, May 2003,
Charlotte, NC.
Sono necessari altri studi che prevedano l’analisi completa de- Schenck, P.A. and Chew, D.J. 2003. What’s new in the assessment of cal-
gli ormoni regolatori del calcio, compreso il calcitriolo, e l’e- cium disorders – Part 2 Clinical Approach to Calcium Disorders. Pre-
secuzione di ripetute misurazioni di iCa in un maggior nume- sented at the ACVIM meeting, May 2003, Charlotte, NC.
ro di gatti. È necessario raccogliere e valutare una dettagliata
anamnesi alimentare, in modo da stabilire l’esistenza o meno Indirizzo per la corrispondenza:
Dennis J. Chew, DVMProfessor
di un potenziale ruolo eziologico di fattori legati alla dieta. Per Department of Veterinary Clinical Sciences
chiarire il meccanismo dell’ipercalcemia saranno probabil- College of Veterinary Medicine, The Ohio State University
mente necessari studi sull’equilibrio del calcio che prendano in 601 Vernon L. Tharp St., Columbus, Ohio 43210, USA
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 79
Gli ingredienti della dieta e le modalità con cui vengo- mente più probabile il consumo esclusivo di alimenti sec-
no alimentati gli animali influiscono sul volume, sul pH e chi. Ciò non significa che questi ultimi provochino la ci-
sulla concentrazione dei soluti nell’urina e, di conseguen- stite idiopatica, ma suggerisce che il loro consumo possa
za, possono contribuire all’eziologia, al trattamento o alla svelare o aggravare il disordine in alcuni soggetti suscet-
prevenzione delle recidive di alcune cause di affezioni del- tibili (facendo della cistite idiopatica una malattia sensi-
le basse vie urinarie. bile a determinati principi nutritivi piuttosto che indotta
Gli effetti della dieta sulle malattie del tratto distale di dalla dieta). Abbiamo segnalato che le manifestazioni cli-
questo apparato nel gatto possono essere distinti in quelli niche riferibili alle basse vie urinarie presentavano delle
che vengono indotti dalla dieta stessa (come nello svilup- recidive soltanto nell’11% dei gatti con cistite idiopatica
po degli uroliti di struvite durante il consumo di una dieta durante un periodo di un anno di alimentazione con la for-
alcalinizzante) o quelli che vengono considerati sensibili mulazione umida di un alimento per uso veterinario stu-
ad essa (ad es., le diete calcololitiche o quelle studiate per diato per determinare la produzione di urina acida. Le re-
prevenire il futuro sviluppo degli uroliti). Sembra che al- cidive sono state riscontrate nel 39% dei gatti alimentati
cuni gatti sviluppino calcoli urinari o cistite idiopatica co- con la forma secca di questo cibo, suggerendo la possibi-
me conseguenza del fatto di essere “gatti sensibili in un lità che siano importanti sia la costanza che la consisten-
ambiente provocatorio”. za (aumentata assunzione di acqua) anche se le ragioni di
Le indicazioni per il trattamento dietetico dei gatti con questo effetto restano da determinare. Entrambe le diete
cistite idiopatica richiedono di prendere in considerazione la contenevano un potenziale carico di soluti renali simile ed
costanza, la consistenza e la composizione della dieta. hanno determinato un grado analogo di acidificazione
Costanza. La nostra esperienza clinica suggerisce che dell’urina. È interessante notare che il peso specifico di
le modificazioni della dieta possano esitare in alcuni pa- quest’ultima nei gatti alimentati con la forma secca era di
zienti nella ricomparsa dei segni clinici della cistite idio- solito superiore a 1.050 (media di 1.050), mentre quello
patica/interstiziale. Inoltre, con l’avvento di molti ali- dei gatti alimentati con la dieta umida di solito era infe-
menti veterinari e commerciali caratterizzati da una for- riore a 1.040 (media di 1.030). Sembra che la forma umi-
mulazione simile e commercializzati per l’impiego nei da abbia protetto quasi il 90% dei gatti dalle recidive di
gatti con segni clinici riferibili alle basse vie urinarie, tal- segni clinici delle basse vie urinarie per periodi fino ad un
volta si riscontra la comparsa di recidive di queste mani- anno e la costanza della dieta abbia assicurato una prote-
festazioni quando l’alimentazione di questi gatti viene zione del 60% circa, mentre al 10% non sia stata offerta
cambiata passando da uno qualsiasi di questi alimenti ad alcuna protezione dalle recidive da parte della dieta. Oltre
un altro di essi. Queste osservazioni suggeriscono che le all’acqua, le diminuzioni correlate alla dieta dei livelli
modificazioni della dieta possano esitare nella ricompar- urinari di magnesio e/o gli aumenti di quelle di calcio, po-
sa di manifestazioni cliniche. Questa ipotesi è rafforzata tassio e/o ioni idrogeno sono tutte cause capaci di in-
dall’osservazione che alcuni gatti con segni di interessa- fluenzare l’attività delle fibre nervose sensoriali nell’uro-
mento delle basse vie urinarie sembrano essere sensibili telio. Sfortunatamente, la maggior parte di questi effetti è
ad una varietà di stimoli ambientali. In attesa di ulteriori stata studiata utilizzando sistemi sperimentali in vitro. Gli
studi per verificare questa ipotesi, può essere prudente li- effetti del contenuto di elettroliti nell’urina sui segni cli-
mitare la frequenza delle modificazioni della dieta in que- nici delle basse vie urinarie non sono stati adeguatamen-
sto gruppo di pazienti. te studiati, ma possono essere importanti nel trattamento
Consistenza. Abbiamo riscontrato che il 60% circa di alcuni pazienti.
dei gatti con cistite idiopatica consuma quasi al 100% ali- L’aumento della frequenza dell’urolitiasi da ossalato
menti secchi per gatti; un ulteriore 17% consuma il 75% di calcio può essere stato determinato come conseguenza
o più di alimenti secchi nell’ambito dell’assunzione gior- delle modificazioni della dieta studiate per aumentare il
naliera totale. In confronto alla totalità dei gatti, si tratta grado di acidificazione urinaria e ridurre la concentrazio-
di una quantità sproporzionata di assunzione totale di ci- ne di magnesio nell’urina. È possibile che il grado di aci-
bo in forma secca. In confronto ai risultati ottenuti da in- dificazione sistemica ottenuto da alcuni di questi alimen-
dagini condotte negli USA all’interno dei nuclei familia- ti accentui la calciuria, dal momento che gli ioni idroge-
ri, nei gatti con cistite idiopatica è risultato significativa- no sono tamponati dal minerale osseo. Il magnesio nel-
80 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
FIGURA 3 - Potenziali effetti della dieta e dell’assunzione attraverso di essa di vari elementi sull’induzione, mantenimento o recidive dell’urolitiasi o sulla ci-
stite idiopatica/interstiziale nel gatto.
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 81
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82 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Nella maggior parte dei pazienti con stadi avanzati di Anche l’ipermetabolismo tubulare, l’iperammonioge-
nefropatia cronica, la perdita progressiva di varie funzioni nesi, la mineralizzazione renale, l’ipertensione arteriosa
renali sembra inevitabile. La progressione si verifica se il sistemica, la coagulazione intrarenale ed i meccanismi im-
danno renale sottostante non può essere trattato (ad es., munitari possono contribuire ad un danno renale progres-
una glomerulonefrite dovuta ad un antigene non identifi- sivo cronico.
cato o un’amiloidosi), ma a volte può anche continuare Gli scopi del trattamento dell’insufficienza renale croni-
quando la causa della lesione iniziale è stata rimossa. La ca sono minimizzare i segni clinici dell’uremia, ritardare la
“progressione inesorabile dell’insufficienza renale croni- progressiva perdita di funzioni renali e massimizzare lo sta-
ca”, tuttavia, si verifica soltanto dopo una perdita sostan- tus nutrizionale del paziente. Uno dei principali risultati che
ziale della massa renale che sia già avvenuta indipenden- si vogliono ottenere con questi trattamenti è un’adeguata as-
temente dal danno scatenante originale. In cani e gatti in sunzione con la dieta che consenta una buona qualità di vita
condizioni sperimentali, prima che si instaurasse una pro- con uno stato di forma ragionevole. Il calo dell’assunzione
gressione inesorabile, è stato necessario eseguire una ne- di cibo e lo scadimento della condizione corporea sono co-
frectomia subtotale in 5 casi su 6 o 11 casi su 12. Una va- muni durante l’insufficienza renale cronica e possono deri-
rietà di interventi (dietetici e farmacologici) può rallenta- vare da modificazioni fisiche (ulcere orali e gastriche, ne-
re la progressione della nefropatia, migliorare la qualità crosi della lingua), alterazioni del senso dell’olfatto e del gu-
della vita del paziente e/o prolungarla. sto, cambiamenti metabolici che influiscono sull’appetito
Gli adattamenti emodinamici dei nefroni superstiti (anemia, ipokalemia, acidosi metabolica, iperazotemia, iper-
possono aumentare la velocità di filtrazione glomerulare paratiroidismo) e modificazioni della dieta che condiziona-
del singolo nefrone, il flusso plasmatico glomerulare e no negativamente l’appetibilità.
la pressione idraulica capillare transglomerulare che
rappresentano delle modificazioni iniziali di adattamen-
to finalizzate a mantenere la funzione escretoria e ad in- Modificazioni della dieta
crementare la velocità di filtrazione glomerulare totale
del rene. È possibile che questa ipertensione intraglome- L’assunzione di cibo con la dieta deve probabilmente
rulare e l’incremento del volume glomerulare finiscano essere ottimizzata e modificata in funzione dello stadio
però per compromettere i glomeruli, come illustrato nel- della nefropatia, della risposta individuale dell’animale ad
la Figura 1. una specifica dieta e del suo ambiente interno uremico.
Recentemente, sono stati pubblicati studi di risultato della
medicina basata sui fatti in cani e gatti con insufficienza
renale cronica ad insorgenza spontanea che evidenziano
Adattamento/Maladattamento effetti salutari della modificazione dell’alimentazione. Le
↑ Emodinamiche glomerulari diete veterinarie per soggetti nefropatici (cd “renal-
friendly”) sono generalmente caratterizzate da una ridu-
Ipertensione ↑ Volume glomerulare Diabete mellito zione di proteine, fosforo, calcio e sodio, e da un’integra-
sistemica zione con carboidrati, fonti di alcali (citrato di potassio) ed
acidi grassi polinsaturi in un rapporto favorevole fra ome-
↓ VFC ↑ Traffico proteico
ga-6 ed omega-3.
Reazione
mesangiale In confronto agli alimenti che si trovano comunemen-
te nelle drogherie o nei negozi di articoli per animali, le
diete veterinarie per soggetti nefropatici presentano una
↑ Elaborazione tubulare restrizione dei livelli proteici di circa 1/3-1/2, mentre
Glomerulosclerosi
quelli del fosforo sono ridotti del 70-80%. Gli alimenti
umidi presentano generalmente una restrizione fosforica
Nefrite tubulointerstiziale più accentuata dei loro equivalenti secchi ed esistono so-
stanziali differenze fra i prodotti disponibili. Gli alimenti
FIGURA 1 - In alcuni casi, come illustrato nella figura, gli incrementi com-
pensatori (adattamenti) delle emodinamiche glomerulari e del volume glo- secchi per gatti, ma non quelli umidi, sono integrati con
merulare possono in realtà rappresentare una forma di maladattamento. potassio ad un livello pari a circa il doppio di quello di
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 83
+ Amitriptilina (?)
Segni clinici + GAG (?)
Recidivano + Stress / Modificazione
frequentemente o Fase 4 comportamentale
persistono ? + Attenuare il dolore
Cistoscopia (?)
Ripetere l’analisi dell’urina
+ Feromoni facciali
+ Maggiore riduzione dello stress
+ Maggiore dinamica dell’assunzione
d’acqua
Ampliamento delle indagini di laboratorio:
Fase 3 Urocoltura
Radiografia con mezzo di contrasto
Recidive dei segni Ecografia
clinici?
Dati minimi di base:
Analisi delle urine ed ecografia addominale
Anamnesi urinaria
(Periuria verticale o orizzontale? Minzione da irritazione?)
FIGURA 2 - Che cosa facciamo NOI? Approccio graduale al trattamento dei gatti con segni clinici riferibili ad interessamento idiopatico delle basse vie
urinarie. Quando i gatti non riescono a liberarsi spontaneamente delle manifestazioni iniziali e quando i segni clinici recidivano, è necessario effettuare un
maggior numero di indagini diagnostiche per assicurarsi che la diagnosi sia realmente rappresentata da una forma idiopatica della malattia. Prove clini-
che correttamente controllate possono offrire un approccio migliore al trattamento in futuro, ma questo è ciò che si può fare nel frattempo.
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88 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
La razza boxer è considerata ad alta predisposizione per a 2 m /s presentavano turbolenza e lesione ostruttiva. La gra-
le cardiopatie congenite. vità della stenosi è stata classificata in lieve (< 50 mmHg),
Su 1136 cani di razza boxer tutti con età uguale o supe- moderata (fra 50 ed 80 mmHg) e grave (> 80 mmHg).
riore a 1 anno, si è eseguita una valutazione clinica ed eco- Sono stati definiti affetti da stenosi polmonare tutti quei
cardiografica seguendo le linee guida pubblicate sulla meto- soggetti che oltre a presentare una velocità di picco superio-
dica in oggetto (C. Bussadori et al. J.V.C. vol. 2 n.2 Dic re a 1,8 m/s presentavano turbolenza e lesione a carattere
2000). La valutazione prevedeva lo studio morfologico com- ostruttivo. In base ai gradienti le stenosi polmonari sono sta-
pleto delle camere ventricolari con particolare attenzione ai te classificate in lieve (< 50 mmHg), moderata (fra 50 ed 80
tratti di efflusso dei rispettivi ventricoli, alla radice aortica e mmHg) e grave (> 80 mmHg).
al tronco polmonare comune. Sono state eseguite le proie- La prevalenza complessiva delle patologie congenite in
zioni parasternali destre, parasternali sinistre e sottoxifoidee questa razza è risultata complessivamente attorno al 13%
posizionando i soggetti nei rispettivi decubiti laterali. (11% femmine, 16% maschi) con prevalenza delle stenosi
In B mode si sono ottenute le misure volumetriche e sottovalvolari aortiche (75% nelle femmine, 60% nei ma-
l’area della camera ventricolare sinistra in diastole ed in si- schi). Il tipo 1 ed il tipo 2 di Pyle Paterson appaiono essere
stole, i rapporti dimensionali atrio sinistro aorta e le di- le più rappresentate con prevalenza delle forme di grado lie-
mensioni dell’anulus valvolare aortico e dell’anulus valvo- ve (38% nei maschi e 51% nelle femmine). Nelle stenosi
lare polmonare. polmonari le più rappresentate appaiono essere il tipo A, an-
Lo studio morfologico valvolare aortico ha permesso di che in questo caso con una prevalenza delle forme di grado
definire l’eventuale presenza di lesioni riferibili a processi a lieve (7% nelle femmine e 19% nei maschi). Scarsamente
carattere ostruttivo facendo riferimento alla classificazione rappresentate appaiono le forme associate (stenosi aortica
di Pyle-Paterson dove si riconoscono forme di grado 1 (no- con stenosi polmonare, 4% nelle femmine ed 8% nei ma-
dulo sottovalvolare), grado 2 (ring sottovalvolare) e grado 3 schi) e altre forme di cardiopatia congenita (le più frequen-
(tipo tunnel). La classificazione della stenosi polmonare pre- ti appaiono il difetto interatriale e l’ernia peritoneo-pericar-
vede la divisione in tipo A (da fusione dei lembi) e in tipo B dio diaframmatica).
(ipoplasia dell’ostio). Lo studio ha permesso inoltre di valutare parametri medi
In M mode, dalla parasternale destra asse corto si sono ot- di razza sia per quel che concerne lo studio morfologico che
tenute le misure del ventricolo sinistro ed applicando il siste- per lo studio Doppler.
ma di Teicholz, la frazione di accorciamento e di eiezione.
La metodica Doppler ha permesso di valutare in modo
completo le condizioni flusso in aorta ed in polmonare. Indirizzo per la corrispondenza:
Sono stati definiti affetti da stenosi subaortica tutti quei David Chiavegato
soggetti che oltre a presentare una velocità di picco superiore e-mail: david.chiavegato@tin.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 89
Fausto Quintavalla, Ezio Bianchi, Med Vet, Sezione di Clinica Medica Veterinaria, Dipartimento di Salute Animale - Università di Parma
Stefano Guazzetti, ASL Reggio Emilia
INTRODUZIONE Test. Prima di procedere alla prova tutti gli animali so-
no stati sottoposti a visita clinica, compendiata da indagi-
Nel padiglione auricolare del cane si trovano numerose ni di laboratorio e strumentali. In particolare ad ogni cane
ghiandole (sebacee ed apocrine modificate o ceruminose) è stato effettuato un prelievo ematico dalla vena cefalica
che producono il cerume: una mix di cheratinociti desqua- dell’avambraccio ed un esame otoscopico seguito da un
mati e pelo, particolarmente ricco in grassi. L’esame croma- tampone auricolare.
tografico dei lipidi presenti nel cerume di cane ha permesso La valutazione strumentale del condotto uditivo ha per-
di evidenziarne la composizione: colesterolo (100%), esteri messo di rilevare che tutti i cani in oggetto presentavano
del colesterolo (93,8%), acidi grassi liberi (93,8%), aldeidi membrane timpaniche integre. L’operatore, nell’ispezio-
di acidi grassi (93,8%), cere (93,8%), trigliceridi (68,8%), nare il canale auricolare poneva particolare attenzione al-
lecitina (56,3) e sfingomielina (18,8%). l’eventuale presenza di infiammazione del padiglione e
Nell’orecchio del cane possono albergare numerosi mi- del condotto, croste, ipercheratosi, cerume/essudati (quan-
crorganismi patogeni che, virulentandosi, possono dar luogo tità), proliferazioni tessutali, riportando tali parametri su
a manifestazioni patologiche. Un esempio è rappresentato una apposita scheda clinica. Ciascun canale è stato foto-
dalla Malassezia pachydermatis, la quale è intimamente grafato nella porzione orizzontale ed identificato con un
adesa alle cellule dell’epitelio cornificato mediante i lipidi. numero progressivo.
In vitro si è osservato come l’aggiunta di acidi grassi saturi È stato eseguito un tampone auricolare con lo scopo di
al medium di coltura non abbia effetti sulla crescita delle co- sottoporre ad esame citologico e microscopico il materiale
lonie di M. pachydermatis, mentre acido oleico e linoleico presente nel condotto orizzontale di ciascun orecchio Con
mostrino una attività micostatica. cadenza quindicinale per 4 volte si è proceduto ad effettuare
Scopo del presente lavoro è di valutare il ruolo svolto da su tutti i cani il controllo ematologico, l’esame otoscopico
una alimentazione a base di pesce, con aggiunta di ananas e ed i tamponi auricolari di ciascun orecchio, oltre a valutare
ginseng, sull’orecchio di cane. il peso corporeo.
Analisi statistica. I dati ottenuti sono stati elaborati sta-
tisticamente mediante analisi della varianza (ANOVA) se-
MATERIALI E METODI condo il metodo SAS.
rica nei pazienti con otiti ricorrenti rispetto a quelli sani, ne L’ananas contiene flavonoidi e vitamina C, ad elevata
esisterebbe correlazione tra colore del cerume e microrgani- proprietà antiossidante, che si oppongono agli effetti legati
smi isolati dal canale auricolare esterno. È noto che la media allo stress ossidativo.
dei lipidi contenuti nel cerume di cani con malattie auricola- L’acido ascorbico (vitamina C) è considerato il più im-
ri è significativamente più bassa (media 24,4%, range 4,3- portante antiossidante presente nei fluidi cellulari, mentre
69,6%) rispetto a quella di cani sani Tuttavia, nonostante M. l’a-tocoferolo è l’antiossidante liposolubile predominante in
pachydermatis prediliga il canale auricolare di cani con ce- tessuti, plasma e lipoproteine a bassa densità (LDL).I flavo-
rume ricco di lipidi, la sua crescita dipende strettamente dal- noidi sono presenti virtualmente in ogni alimento di origine
la razza canina. vegetale. Essi posseggono attività biologiche multiple, com-
I fattori dietetici giocano un ruolo particolarmente signi- presi effetti vasodilatatori, antitumorali, antinfiammatori,
ficativo nel mantenimento dello stato di salute della cute e antibatterici, antiallergici, antivirali, estrogenici e di stimola-
del mantello. In particolare alcuni nutrienti svolgono un’a- zione del sistema immunitario. In particolare sono in grado
zione determinante sulle patologie a componente allergica e di inibire l’attività degli enzimi proossidanti lipossigenasi e
la bibliografia mondiale è sempre più ricca di informazioni ciclossigenasi, la fosfolipasi A2 (di cui è ben noto il ruolo nel
in tal senso, specialmente sul possibile ruolo protettivo svol- processo infiammatorio), la glutatione reduttasi e la xantina
to da alcuni nutrienti, come lipidi, vitamine e minerali. ossidasi, le proteinchinasi, la succinossidasi e la NADH-os-
Il mangime impiegato nei cani appartenenti al gruppo A ha sidasi mitocondriali.
permesso di osservare positive modificazioni cliniche nel tem- Il ginseng, somministrato in polvere per via orale, è sem-
po, che sottolineano il ruolo antinfiammatorio dei componenti pre stato utilizzato empiricamente per prevenire le patologie
nutrizionali presenti nella dieta ad essi somministrata rispetto cerebrovascolari. Recentemente è stato dimostrato che le
alla formulazione B utilizzata nel gruppo di controllo. proprietà farmacologiche spettano al principale ingrediente
Il pesce, costituente principale della dieta A, rappresenta della radice di ginseng, il ginsenoside Rb 1.Il ginseng, som-
una fonte alimentare nobile, ricca di vitamina B12, fosforo, ministrato per via orale, sarebbe inoltre in grado di accelera-
selenio e acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-3. Questi re la rigenerazione epatica.
ultimi hanno un ruolo strutturale nelle membrane cellulari Il presente studio dimostra come la dieta possa in-
agendo come precursori per eicosanoidi, come le prosta- fluenzare colore e quantità di cerume presente nel canale
glandine ed i leucotrieni, e sono fondamentali nel manteni- auricolare, agendo, in particolare modo, sulla secrezione
mento di un’adeguata funzionalità cutanea. sebacea del cane ed in particolare sugli esteri del coleste-
L’acido linoleico (omega-6), di cui sono ricchi molti oli di rolo ed i trigliceridi.
semi, come precursore dell’acido arachidonico, possiede azio- Nella prevenzione delle otiti nel cane riveste particolare
ne promovente la sintesi delle prostaglandine E, mentre l’aci- importanza un corretto apporto alimentare, a motivo della
do eicosapentaenoico (EPA) e in misura minore l’acido doco- sua influenza sulla produzione del cerume, che può mini-
soesanoico (DHA) contenuti negli oli di pesci grassi (sardine, mizzare la risposta flogistica ed opporsi ad un cambiamento
sgombro, tonno, salmone) la inibiscono. L’aumentata sintesi di dell’ambiente auricolare, che può favorire lo sviluppo di lie-
PGE2 promuoverebbe a sua volta la formazione di IgE e, in de- viti e batteri patogeni.
finitiva, un orientamento metabolico in senso proallergico.
Oltre ai lipidi alcuni micronutrienti, ed in particolare la
vitamina C, la vitamina E ed il selenio, sono in grado di svol- Indirizzo per la corrispondenza:
gere un’azione positiva su alcune situazioni patologiche di Fausto Quintavalla
natura allergica. Questi nutrienti sono ben rappresentati in Università di Parma
altri due componenti presenti nella formulazione impiegata Via del taglio,8 (Pr)
nel gruppo A: l’ananas ed il ginseng. e-mail: fausto.quintavalla@unipr.it
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 91
I disordini del movimento sono condizioni che si mani- Il tremore può essere distinto in fisiologico, patologico
festano con anomalie della posizione e del movimento e si ed essenziale, a seconda della sua eziologia. Questo tipo di
distinguono in sindromi negative (acinetiche) e positive classificazione è quello preferito dall’autore ed è il più im-
(ipercinetiche). I disordini negativi del movimento sono rap- portante ai fini clinici. Il tremore indotto fisiologicamente è
presentati da paresi, paralisi, cataplessia e sindromi acineti- causato da ipotermia, freddo, dolore, desiderio intenso, pau-
co-rigide (ad es., il Parkinsonismo nell’uomo). I disordini ra, eccitazione e sfinimento. In questi casi, il problema
negativi non verranno ulteriormente trattati in questa sede. scompare con il riposo o in seguito alla correzione della cau-
I disordini positivi sono rappresentati da crisi convulsi- sa sottostante. Il tremore fisiologico è solitamente di am-
ve, maneggio, camminamento compulsivo e movimenti in- piezza minore e non influisce significativamente sulle pre-
volontari. Questi ultimi, come il tremore, le mioclonie, il te- stazioni dell’animale. Nei soggetti che ne sono colpiti l’esa-
tano, la tetania, la spasticità, la miotonia e gli spasmi mu- me neurologico è solitamente normale; questo tipo di tremo-
scolari saranno l’argomento delle due relazioni. Verrà posta re si osserva raramente nella pratica clinica quotidiana dal
particolare attenzione al tremore, dal momento che costitui- momento che in genere è autolimitante.
sce il più frequente disordine da movimento involontario Al contrario, il tremore patologico è causato da una ma-
nei piccoli animali. lattia sottostante e di solito compromette il normale rendi-
Il tremore è un movimento involontario, ritmico ed mento del paziente. L’esame neurologico di questi animali in
oscillatorio, di tutto l’organismo o di alcune sue parti. È la genere evidenzia delle alterazioni Le malattie che si manife-
conseguenza di una contrazione alternata o sincrona di mu- stano con maggiore frequenza con il tremore patologico nel
scoli antagonisti reciprocamente innervati. Una caratteri- cane e nel gatto sono le encefalopatie infiammatorie (ad es.,
stica costante del tremore è che cessa con il sonno. La sua white shaker syndrome), le cerebellopatie varie (ad es. pan-
origine può essere a livello del sistema nervoso centrale e leucopenia felina, infezione virale), i disordini da demieli-
periferico. In medicina veterinaria sono stati suggeriti dif- nizzazione (solitamente rappresentati da malattie ereditarie),
ferenti schemi di classificazione di questa manifestazione, le condizioni metaboliche (ad es. ipocalcemia, ipoglicemia)
ma nessuno di essi è accettato universalmente. Le sindromi e le intossicazioni (ad es. metronidazolo).
caratterizzate dal tremore possono essere distinte in base Il tremore essenziale viene diagnosticato con relativa fre-
alla presentazione clinica, al momento in cui si verificano quenza nel cane. Si può verificare in giovane età, ma di so-
ed all’eziologia. lito si osserva negli animali più anziani. Di solito è focale
La classificazione secondo la presentazione clinica è ba- (ad es., a carico degli arti posteriori o della testa), ma può es-
sata principalmente sul fatto che il tumore sia localizzato o sere generalizzato ed in genere non influisce significativa-
meno in un’area dell’organismo (focale, arti o testa) oppure mente sulla vita quotidiana del paziente. Nei soggetti che ne
sia generalizzata. Il tremore focale spesso indica un’anoma- sono colpiti l’esame neurologico e l’indagine clinica sono
lia regionale nel sistema nervoso centrale. normali o negativi. È possibile che questa forma di tremore
Il sistema di classificazione basato sul momento in cui sia ereditaria nel cane, dal momento che si osserva spesso in
si verifica il tremore permette di distinguere le manifesta- alcune razze specifiche (Jack Russel terrier, fox terrier,
zioni a riposo, intenzionali e da azione. Il tremore a ripo- Leonberger). Il tremore focale della testa è stato osservato in
so è comune nell’uomo (Parkinsonismo) e viene descritto dobermann e bulldog. Il tremore essenziale viene talvolta
negli animali (ma è raro). Il tremore intenzionale implica trattato con il fenobarbital, con vari gradi di successo.
che il problema si verifichi quando il paziente intende Il tremore può essere associato, o confuso, con una gran
muoversi. Si osserva spesso sotto forma di un fine tremore varietà di segni clinici, quali mioclonie, tetania, debolezza,
della testa e può essere meglio dimostrato quando l’ani- miotonia, crisi convulsive ed altri movimenti apparentemen-
male cerca di mangiare o bere. Di solito è causato da pato- te involontari. Di conseguenza, viene presentata una breve
logie cerebellari nel cane e nel gatto. In confronto al tre- descrizione dei fenomeni citati.
more intenzionale, quello da azione si ha quando determi- Col termine di mioclonia si indica una contrazione rit-
nate parti del corpo vengono mantenute attivamente in cer- mica o ripetitiva di un muscolo o di un gruppo di muscoli.
te posizioni e può essere accentuato quando è necessaria La mioclonia è spesso limitata ad un’area, ma si può pre-
una maggior precisione dei movimenti. Questo tipo di tre- sentare in modo sincrono o asincrono in più aree. La sua ori-
more è raro negli animali. gine è nel sistema nervoso centrale e nel cane deriva solita-
92 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
mente dal midollo spinale. Teoricamente, qualsiasi affezione La miotonia è una contrazione prolungata dei muscoli cau-
di quest’ultimo è in grado di causare una mioclonia. Quella sata da un difetto primario della membrana muscolare. In questa
riscontrata con maggiore frequenza è la mielite da cimurro. condizione il difetto è in un abbassamento della permeabilità
La spasticità è un aumento del tono muscolare ed è della membrana muscolare al cloro ed al sodio. Uno dei caratte-
spesso associata al danneggiamento dei motoneuroni su- ristici segni clinici è la contrazione prolungata di piccoli gruppi
periori. Un esempio del grado estremo di questa condizio- di fibre muscolari suscitata dallo stimolo. L’esame neurologico
ne è la rigidità da decerebrazione. nei pazienti con miotonia è spesso normale, fatta eccezione per
Il crampo dello scottish (anche crampo del Norwich) l’andatura rigida e le prolungate contrazioni dei muscoli.
è una malattia in cui si ha un aumento del tono muscola- Negli animali sono state descritte forme congenite (con-
re. Gli episodi patologici vengono scatenati da esercizio, dizione ereditaria in parecchie razze di cani) ed a acquisite
paura, eccitazione o alcuni farmaci. Si ritiene che la cau- (secondarie a miosite o iperadrenocorticismo). I cani con
sa sia rappresentata da un’alterazione ereditaria del me- miotonia ereditaria possono condurre una vita ragionevole.
tabolismo della serotonina, dal momento che i segni cli- Per garantire loro un certo sollievo sono stati utilizzati i far-
nici vengono aggravati dalla somministrazione di agenti maci in grado di stabilizzare la membrana cellulare (procai-
che riducono i livelli della stessa nel sistema nervoso namide). Nei pazienti con sindrome di Cushing le alterazio-
centrale. I farmaci che aumentano i livelli della serotoni- ni miopatiche si verificano dopo la poliuria, la polidipsia e le
na, come gli inibitori della monoaminossidasi, hanno in- modificazioni cutanee. I segni clinici migliorano drastica-
vece un effetto benefico. mente con la terapia appropriata per l’iperadrenocorticismo.
Esame clinico/ortopedico
Sì No
Esame neurologico
Normale Anormale
Malattia neurologica
Indagine diagnostica
Il tetano o tetania è uno stato di prolungata contrazione può rivelare una dilatazione esofagea e/o una polmonite ab
muscolare senza periodi di rilassamento, causato da ripetute ingestis. Con l’elettromiografia (EMG) si osservano scariche
stimolazioni del tronco nervoso motorio a frequenze così persistenti dell’unità motoria. I risultati delle biopsie musco-
elevate che i singoli spasmi muscolari si fondono e non pos- lari e nervose, così come l’analisi del liquor, sono normali.
sono più essere distinti l’uno dall’altro. Può essere causato L’isolamento di C. tetani dalle ferite è di solito molto diffi-
da processi patologici localizzati nel sistema nervoso centra- cile. Nei casi di tetano localizzato può essere utile la misu-
le (tossina di Clostridium tetani) o in quello periferico (ipo- razione dei titoli sierici degli anticorpi anti-tossina tetanica.
calcemia o ipomagnesemia). Negli animali gravemente colpiti in genere è necessaria
Il tetano è causato dalla tetanospasmina, la neurotossina una terapia prolungata con ospedalizzazione, per cui il trat-
di Clostridium tetani. Questa tossina viene prodotta nell’or- tamento richiede tempo e risulta costoso. Per neutralizzare la
ganismo durante la fase di crescita vegetativa di C. tetani. tossina non ancora legata, l’autore utilizza di solito l’antitos-
L’introduzione di spore nell’organismo ospite avviene attra- sina, cioè il siero equino antitetanico. Inizialmente, si effet-
verso lesioni penetranti o ferite, comprese quelle operatorie. tua un’iniezione sottocutanea di prova di 0,1 ml di antitossi-
I piccoli animali sono 7200 volte più resistenti del cavallo al- na. Se non si notano reazioni indesiderate dopo mezz’ora, si
l’azione della tetanospasmina. Questa resistenza viene spie- inietta SC o IM la dose di 1000 U/kg di peso corporeo. Le
gata con l’incapacità della tossina di raggiungere il tessuto ferite vengono sottoposte ad un’energica revisione chirurgi-
nervoso e legarsi ad esso. La tetanospasmina viene dapprima ca e il tessuto necrotico viene rimosso in anestesia generale.
prodotta nella ferita, in seguito penetra nell’assone più vici- Può risultare utile il lavaggio della ferita con perossido di
no attraverso la placca motrice neuromuscolare e, con l’aiu- idrogeno. Si avvia l’antibioticoterapia paraenterale con peni-
to del trasporto retrogrado, raggiunge il midollo spinale. Qui cillina G (20000-100000 U/kg BID) e metronidazolo (20
diffonde ed infine giunge all’encefalo. La modalità d’azione mg/kg BID) al fine di uccidere tutte le forme vegetative dei
della tetanospasmina nel SNC è duplice: si lega alle cellule batteri che producono la tossina. Per controllare l’ipereccita-
neuronali ed alle proteine di trasporto e blocca il rilascio di bilità si utilizzano, in funzione della necessità, sedativi come
neurotrasmettitori (glicina ed acido aminobutirrico-GABA) le fenotiazine (clorpromazina, acetilpromazina), miorilas-
degli interneuroni inibitori. Il legame della tossina tetanica ai santi (derivati benzodiazepinici) e barbiturici. Negli animali
siti presinaptici dei neuroni inibitori è irreversibile. La gua- gravemente colpiti sono estremamente importanti le cure in-
rigione dal tetano avviene dopo la gemmazione di nuovi as- fermieristiche intensive. Le possibili complicazioni sono
soni terminali, che è un processo lento. rappresentate da polmonite ab ingestis, ernia iatale esofagea,
I segni clinici di solito compaiono dopo 5-10 giorni dal decubito, sepsi, fratture di ossa lunghe durante spasmi mu-
trauma. Le ferite situate più vicino al SNC sono associate ad scolari improvvisi e ritenzione di urina e feci. Benché il trat-
una più rapida insorgenza delle manifestazioni cliniche. Il te- tamento del tetano richieda molto tempo e sia costoso, la
tano può essere localizzato o generalizzato. Il primo si osser- malattia è di solito autolimitante e la prognosi per i cani e i
va nella maggior parte dei casi nei gatti e nei cani e in altri ani- gatti colpiti è generalmente buona.
mali domestici. Si può riscontrare un aumento della rigidità di Gli spasmi muscolari sono solitamente definiti come se-
un muscolo o di un gruppo muscolare o dell’intero arto. Le gni di rigidità ed estensione degli arti nonché come dolore e
manifestazioni localizzate possono generalizzare lentamente, tumefazione dei muscoli. La causa più comune di spasmo mu-
dapprima interessando l’estremità opposta ed in seguito esten- scolare è la miopatia da sforzo, che si osserva spesso negli ani-
dendosi all’intero organismo. Gli animali con tetano genera- mali utilizzati come atleti (levrieri da corsa), in quelli da lavo-
lizzato di solito camminano con un’andatura rigida o si trova- ro (cavalli e cani) o in quelli selvatici appena catturati. Si ri-
no in decubito laterale, con iperestensione di tutte e quattro le tiene che la miopatia da sforzo sia causata da acidosi metabo-
estremità ed incapacità di rimanere in stazione. Protrusione lica del muscolo, ischemia locale, necrosi delle cellule mu-
della terza palpebra, enoftalmo, orecchie ritte, labbra tirate al- scolari e mioglobinuria. Quest’ultima può essere causa di ne-
fropatia ed insufficienza renale. Il trattamento prevede la som-
l’indietro (risus sardonicus), rigidità dei muscoli facciali e
ministrazione di fluidi per via endovenosa (per mantenere la
masticatori, trisma, aumento della salivazione e disfagia sono
funzione renale), correzione dell’acidosi e riposo.
le alterazioni più comunemente osservate nella regione della
testa. Possono essere presenti spasmi muscolari intensi e do-
lorosi scatenati da stimoli tattili ed uditivi. I pazienti di solito
Letture consigliate
restano coscienti e cercano di mangiare, ma la rigidità della
mandibola rende l’operazione impossibile. Il grave tetano ge- Movement disorders. In: Office practice of neurology, 2nd edition, 2003.
neralizzato può terminare nella morte dopo che si è verificata Ed: Samuels MA, Feske SK. Churchill Livingstone.
la paralisi completa dei muscoli respiratori o quando l’eccita- Disorders of involuntary movement. In: Handbook of veterinary neurology,
3rd edition, 1997. Ed: Oliver JE, Lorenz MD, Kornegay JN, WB
zione sfocia in uno stato convulsivo. Saunders Company.
La diagnosi del tetano generalizzato di solito viene for- Tremor syndromes in dogs: diagnosis and treatment. Journal of small ani-
mulata puramente su basi cliniche. La tipica rigidità genera- mal practice, 1991, 33, 485-490.
lizzata associata all’anamnesi di una ferita recente rappre-
sentano i principali indizi che giustificano il sospetto. I pa- Indirizzo per la corrispondenza:
rametri ematologici ed il profilo biochimico sono di solito Sigitas Cizinauskas, Neurology Service
normali, fatta eccezione per un possibile aumento degli en- Department of Clinical Veterinary Sciences
zimi muscolari. Nei casi in cui si nota la presenza di rigurgi- P.O. Box 57 (Hämeentie 57)
to e/o vomito è indicato l’esame radiografico del torace, che 00014 University of Helsinki
94 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Anamnesi
Anormale
Esame clinico generale Problema non neurologici
Normale
Anormale
Esame ortopedico Problema ortopedico
Normale
Normale
Esame neurologico Problema non neurologico
Anormale
Problema neurologico
RISPONDERE A 3 DOMANDE:
SI
1. MONOPARESI? Sistema nervoso periferico
NO
2. DIMINUZIONE SI
GENERALIZZATA Sistema nervoso periferico
DEI RIFLESSI SPINALI?
1. radici dei nervi
2. nervi
3. giunzione neuromuscolare
4. muscolo
3. ANOMALIE DEI NERVI
CRANICI?
SI
NO
Malattie che causano polineuropatie (comprese le radici dei nervi) Malattie che causano polimiopatie nei piccoli animali
nei piccoli animali
V ascolari neuromiopatia ischemica (tromboembolizzazione
V ascolari neuromiopatia ischemica (tromboembolizzazione secondaria a miocardiopatia o trauma)
secondaria a miocardiopatia o trauma)
I nfiammatorie polimiosite idiopatica
neosporosi
I nfiammatorie poliradicoloneurite acuta (paralisi da procione o toxoplasmosi
del Coonhound) lupus eritematoso sistemico -polimiosite
poliradicoloneurite cronica recidivante dermatomiosite del Collie
neosporosi Leptospira icterohaemorrhagiae
toxoplasmosi Clostridium spp.
T raumatiche - Hepatozoon canis
A nomalie - T raumatiche -
Allo stato attuale, la sfida lanciata alle cliniche veterina- Partendo dai clienti, a questi sono rivolte cinque fun-
rie è quella dell’eccellenza, in particolare nella ricerca e zioni della clinica: l’architettura, le risorse materiali, le
nella conquista di nuovi mercati che corrispondano alle mo- risorse umane, le finanze ed il marketing. Si parla di
derne aspettative dei clienti. Ormai, nella pratica professio- “ambiente interno”, che corrisponde alla Clinica stessa.
nale quotidiana il clinico deve venire a patti con questa nuo- Quest’ultima si può evolvere soltanto in un contesto,
va situazione, in modo da soddisfare la volontà dei clienti di l’ambiente esterno, che deve essere considerato dal vete-
scegliere con completa cognizione di causa un prodotto o rinario tendendo conto dei pericoli e delle opportunità
un servizio con il miglior rapporto qualità/prezzo: da passi- che si presentano.
vi, i clienti sono diventati attivi. L’ambiente esterno è costituito da un ambiente esterno
In parallelo con questa evoluzione del comportamento, vicino, formato dalle attività offerte ai clienti (farmacie,
l’ambiente veterinario è in pieno cambiamento: vi sono dif- negozi di articoli per animali, toelettature, ecc..), i fornito-
ficoltà economiche, maggior concorrenza, nascita rapida di ri, la pubblicità ed i colleghi vicini e da un ambiente ester-
tecnologie o un aumento della tendenza a specializzarsi. no ampio, costituito dall’ambiente tecnologico, l’ambien-
Di fronte a questo marasma, il veterinario deve aggiun- te demografico ed economico, l’ambiente socioculturale e
gere un aspetto alla sua Arte: quella di imprenditore (nel sen- l’ambiente legale.
so più ampio del termine, non soltanto dal punto di vista fi- L’autore intende analizzare ciò che comporta ciascuno di
nanziario). Egli ha l’obbligo di considerare la sua clinica co- questi settori in tre parti: l’ambiente interno, l’ambiente
me un’impresa a tutto campo, sviluppando una relazione va- esterno vicino e l’ambiente esterno ampio.
lida tra gli obiettivi e le risorse della struttura da un lato e le
aspettative dei clienti dall’altro.
Lo scopo di questa presentazione sarà illustrare i diversi I. AMBIENTE INTERNO
piani di riflessione che il veterinario deve imporsi di consi-
derare nel corso della sua professione. I clienti non sono soltanto la ragion d’essere del vete-
rinario, ma hanno anche nelle loro mani l’avvenire delle
nostre cliniche. Tutti gli sforzi della Clinica devono esse-
re concentrati su di loro, sicuramente dal punto di vista
tecnico, nell’accezione più completa dell’esercizio veteri-
AMBIENTE
nario, ma anche grazie alla conoscenza delle loro aspetta-
DEMOGRAFICO AMBIENTE
ED TECNOLOGICO tive. I clienti scelgono una Clinica in funzione delle com-
ECONOMICO INTERMEDIARI petenze sviluppate, ma anche e soprattutto dall’insieme
della prestazione eseguita, dal modo con cui è stata svolta,
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MA I locali rappresentano il primo contatto del cliente con
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B - Le risorse umane
ARCHITETTURA RISORSE
Se i locali rappresentano il primo contatto del cliente UMANE
con la Clinica, il personale di quest’ultima è altrettanto im-
portante (Assistenti e Veterinari). La validità di una gestio-
ne rigorosa delle risorse umane si esprime non solo nel pe- MARKETING
so che ha il personale nella percezione della qualità da par-
te del cliente della Clinica, ma anche dal suo costo per la
RISORSE
struttura. Mentre la qualità delle prestazioni è favorita dalla FINANZE MATERIALI
presenza di un numero ingente di collaboratori, la salute fi-
nanziaria di una Clinica, al contrario, è rafforzata in primo FIGURA 2 - Il marketing, interfaccia fra i clienti e le altre funzioni del-
luogo dalla presenza di un personale numericamente limita- l’impresa.
to. Si vedrà che occorre trovare un compromesso per mez-
zo di tecniche di motivazione, che consentano nello stesso
tempo di soddisfare al meglio i clienti senza pesare sulla
II. AMBIENTE ESTERNO VICINO
redditività della Clinica.
Lo studio della sua attività necessita della presa in consi-
C - Le finanze derazione di quattro componenti: i fornitori, le altre attività
Vero motore dell’impresa, le finanze devono essere con- commerciali che riguardano il cliente, i colleghi vicini e la
trollate, nei periodi lucrosi come in quelli difficili. Alla velo- pubblicità.
cità con cui si verificano le trasformazioni nella nostra pro-
fessione, un buon veterinario, fra dieci anni, non potrà essere A - I fornitori
un cattivo imprenditore. A pari livello di competenze, due ve- Rappresentati da Forniture all’ingrosso, laboratori far-
terinari differiscono per le loro scelte strategiche in termini fi- maceutici e fabbricanti di materiale, consentono alla clinica
nanziari. Gli investimenti attuali (in quale settore?, per quale di offrire un valore aggiunto ai propri prodotti e servizi. Fat-
tipo di materiale?, si deve assumere un altro assistente?, Spe- ta eccezione per la rivendita dei farmaci, che non richiede al-
cializzarsi?, ecc..) ed il modo con cui vengono finanziati cun intervento di trasformazione, un gran numero di azioni
(fondi propri, prestiti bancari, leasing) rappresentano altret- impone una scelta oculata dei fornitori.
tante problematiche correnti. Il veterinario imprenditore deve Il compito del veterinario consiste infatti nel gestire in
fare la diagnosi della sua Clinica, stabilire una strategia ra- modo ottimale le sue risorse (attrezzatura, scorte, ecc…), te-
gionevole e formulare delle previsioni. nuto conto dei fabbisogni nel tempo a corto, medio e lungo
termine e secondo le opportunità che si presentano. Ha biso-
D - Le risorse materiali gno di conoscere, in qualità di imprenditore, la quantità di
Comprendono tutti gli strumenti utilizzati per l’esercizio prodotti che occorrono, la loro qualità, la reputazione dei
della professione, dal mobilio della sala d’attesa agli appa- fornitori, il loro prezzo, i loro termini di consegna, le garan-
recchi per la diagnostica, passando per l’informatica, mezzo zie che offrono ed i diversi servizi proposti.
di gestione indispensabile. Vanno analizzati due grandi set- Nelle nostre cliniche, gli acquisti occupano uno spazio di
tori d’investimento: le risorse materiali a contatto con il spesa sempre più ampio e lo studio ed il confronto tra forni-
cliente e le risorse materiali necessarie alla pratica medica e tori hanno un valore inestimabile.
chirurgica. L’evoluzione delle tecnologie impone degli inve-
stimenti regolari, resi possibili da una gestione sana e da B - Gli altri servizi per il cliente
strategie di investimenti pianificati a medio e lungo termine. In particolare, si tratta dei farmacie, negozi di prodotti per
animali e saloni di toelettatura che devono essere analizzati
E - Il marketing dal veterinario dal punto di vista dei prodotti distribuiti, dei
Il marketing è l’interfaccia fra la Clinica ed i suoi clienti e prezzi praticati e dei servizi offerti. Lo studio di queste tre va-
la funzione che consente di collegare gli altri aspetti dell’im- riabili consente, per lo più, di distinguersi per la qualità dei
presa (Fig. 2). Come investire in materiale senza presentarlo servizi basandosi su una concorrenza sana e sull’apporto di
ai clienti? Come motivare la propria squadra senza una cultu- clienti pronti ad acquistare un prodotto o un servizio a un va-
ra d’impresa? Come sviluppare dei servizi senza strategia? lore superiore in ragione di un suo alto livello di qualità.
Come esercitare senza capire che si vende un prodotto o un Sta al veterinario offrire questa qualità di servizio atteso
servizio diverso ogni 15 minuti? Come acquistare, produrre, dai clienti!!
trasformare, vendere, consigliare, rassicurare, comunicare con
la pretesa di non fare del marketing? Che lo si voglia o no, un C - I colleghi
veterinario, attraverso la sua professione, fa del marketing. I colleghi vicini alla clinica possiedono lo stesso vostro
Deve soltanto integrarlo come componente necessaria al buon desiderio: servire un mercato di clienti, il più vasto possibi-
funzionamento della sua impresa e svilupparla per il maggior le, fidelizzandoli. Ma è possibile che questi colleghi non ab-
bene dei suoi clienti e della sua clinica. biano la stessa vostra fascia di clientela, in ragione di un mo-
Per definire la strategia globale della Clinica, entrano in do di esercitare diverso (solo o in società), dell’esistenza di
gioco altri elementi, quelli presenti in ciò che si definisce una specializzazione oppure no, d’un livello di prezzi più o
ambiente esterno, formato da due livelli di contatto con la meno elevato, del parcheggio più o meno grande, dell’ac-
Clinica: l’ambiente esterno vicino e quello esterno ampio. cesso alla clinica più o meno facile, ecc…
98 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Nessun veterinario può offrire competenze così varie e Una clinica deve sforzarsi di seguire i progressi della tec-
servizi così perfetti da soddisfare tutte le necessità dei clien- nologia ed adottarli, se si rivelano fonti di sviluppo in ser-
ti. Sta a ciascuno impostare la propria strategia per una fascia vizi per i clienti.
di clientela, cercando tuttavia di non avere lo stesso obiettivo
del collega più vicino… sarebbe veramente rovinoso! C - L’ambiente socioculturale a livello nazionale, ma
anche e soprattutto a livello locale si ripercuote sulle aspet-
D - La pubblicità tative dei clienti. Il cliente gestisce il proprio rapporto con il
Viene definita come gli elementi che hanno un impatto suo animale secondo i suoi valori, che si riflettono sulle ne-
reale o potenziale sulla capacità della clinica di aumentare il cessità espresse o meno nelle cliniche veterinarie. Questi va-
suo “mercato di clienti”. Dato che la sola pubblicità autoriz- lori possono essere diversi da una categoria socioprofessio-
zata dal Codice Deontologico è il passaparola della cliente- nale all’altra e l’importanza o lo sviluppo nel tempo di una
la, i vari gruppi (Organismi di Protezione Animale, allevato- di queste può comportare notevoli modificazioni nelle ri-
ri, club di selezione di razze, club di allevamento di cani da chieste dei nostri clienti (si veda il caso della costruzione di
utilità, ecc…) assumono un’importanza crescente nella pub- un immobile HLM [case popolari, n.d.t.], o di un lotto di lus-
blicità di questa o quella clinica. E va anche definita una so abitato da categorie socioprofessionali diverse, con valo-
strategia nei confronti di questi clienti in termini di prezzi o ri ed aspettative diverse).
di servizi per evitare ogni errore o scivolone inopportuno,
poiché deve essere sistematicamente privilegiata l’etica pro- D - L’ambiente deontologico, infine, inquadra l’attività
fessionale. professionale del veterinario, ricordando che questa si deve
Sono stati presentati i vari settori della clinica (l’ambien- conformare a regole rigorose. Infatti per alcuni può essere
te interno, formato dai clienti, dall’architettura, dalle risorse grande la tentazione di lasciarsi andare verso degli eccessi a
umane, dalle finanze, dalle risorse materiali e dal marke- detrimento dei clienti e dell’immagine professionale. Una
ting), il suo ambiente esterno vicino (fornitori, colleghi vici- clinica è un’impresa a tutto campo, il veterinario deve esse-
ni e pubblicità): restano da illustrare i differenti settori del- re un imprenditore, ma la sua condotta deve, in primo luogo,
l’ambiente esterno ampio. rispondere ad un desiderio di etica che lo porti a privilegiare
sistematicamente la soluzione migliore per il cliente, prima
di ogni considerazione di carattere finanziario.
III. AMBIENTE ESTERNO AMPIO La nostra carrellata ha mirato a presentare la clinica ve-
terinaria come un’impresa a tutto campo. Siamo convinti che
Anche se il veterinario non ha influenza su questo ma- il veterinario deve essere un imprenditore per progredire nel-
croambiente, si deve tenere informato sulle minacce e le la sua professione. Ogni decisione, di qualsiasi natura essa
opportunità che vi si possono presentare, tenendo conto sia, (investimento, assunzione, sviluppo di un nuovo servi-
delle influenze che esercitano sulla strategia sviluppata zio, ecc…) deve essere riflettuta, argomentata ed appoggiar-
dalla Clinica. si ad un piano strategico in due fasi:
- Studio dell’ambiente esterno: minacce ed opportunità:
A - L’ambiente demografico ed economico fornirà - Studio dell’ambiente interno: forze e debolezze.
informazioni sul numero e la tipologia degli abitanti del co- Lo studio di queste due fasi porta alla formulazione di
mune e dei comuni circostanti. Le variazioni di questo am- obiettivi, poi di scenari (vari modi di raggiungere questi
biente possono indicare l’andamento che deve assumere il obiettivi), di una fase di valutazione (ogni metodo è ana-
nostro servizio (una popolazione prevalentemente costituita lizzato in funzione delle ripercussioni sulla struttura in ter-
da giovani non deve coincidere, per esempio, con una spe- mini di organizzazione, di risorse finanziarie ed umane, per
cializzazione di alto livello e molto onerosa). arrivare a sceglierne uno) ed infine di una fase di ratifica e
controllo.
B - L’ambiente tecnologico, che inevitabilmente pro-
gredisce ogni giorno, comporta che i veterinari si adeguino.
La tecnologia dà al cliente l’impressione che tutto sia pos-
sibile ai nostri giorni e un ritardo nei confronti di tecniche Indirizzo per la corrispondenza:
usate dai nostri colleghi vicini (per esempio, ecografo o ap- Fabrice Clerfeuille
parecchio per l’analisi dei campioni di sangue) impone un DVM, Business MBA, Marketing MBA, Marketing PhD
adeguamento tra questa evoluzione e la sua pratica quoti- Marketing Professor University of Nantes
diana. Anziché subirla a posteriori, è meglio anticiparla. Fabrice.clerfeuille@wanadoo.fr
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 99
Analisi esterna
- Consumatori
- Mercato
- Concorrenti
- Ambiente legale, sociale
Minacce ed opportunità
Analisi delle
Suddivisione Mix del
opportunità Target Posizionamento
dei mercati marketing
di mercato
Analisi interna
- Impresa
Risorse e punti deboli
È necessario che la clinica faccia il punto una volta al- - La croce veterinaria è in buono stato e pulita?
l’anno sui servizi forniti ai suoi clienti. Gli interessi sono - I posti del parcheggio sono in numero sufficiente a qual-
duplici: mettersi al posto del cliente ed interrogarsi sui mi- siasi ora del giorno?
glioramenti da apportare alla struttura. - I posti del parcheggio vicini all’entrata sono riservati ai
Per ottenere questo, il veterinario deve ripercorrere il clienti?
cammino seguito dai suoi clienti nella Clinica e notare tutto - Le aiuole del parcheggio sono curate regolarmente?
ciò che può essere migliorato. Poiché ogni clinica possiede - La pulizia del parcheggio viene verificata quotidianamen-
le sue peculiarità, non è possibile stilare una lista tipo dei te dagli assistenti?
servizi, ma verrà comunque presentata una proposta di trac- - All’esterno della Clinica, il cliente può attendere in condi-
cia da seguire, che potrete completare tenendo conto delle zioni soddisfacenti (sedie, panca)?
vostre particolarità. - La targa della Clinica che porta i nomi dei veterinari è in
I diversi elementi che possono essere valutati sono i se- buone condizioni?
guenti: - Sull’insegna d’ingresso, sono chiaramente indicati gli ora-
ri di apertura della Clinica e le indicazioni “in caso di ur-
I. IL SERVIZIO GLOBALE genze”?
- I muri dell’ingresso sono in condizioni decorose?
Il veterinario può porsi alcune domande: - La maniglia della porta d’ingresso è in buono stato?
- La Clinica si rimette spesso in discussione sulla qualità dei - Ecc…
servizi proposti ai clienti?
- La Clinica si interroga frequentemente sulla ricerca e la III. L’ACCOGLIENZA
messa in atto di nuovi servizi?
- La Clinica impiega dei questionari da sottoporre ai clienti, - Esiste un sistema sonoro che indichi l’arrivo di un cliente
volti a stabilire il grado di soddisfazione per i servizi of- nella Clinica?
ferti loro? - L’odore della Clinica è gradevole?
- La Clinica dispone di un sistema centralizzato per racco- - Tutte le stanze che si affacciano sull’entrata sono segnala-
gliere i motivi di malcontento dei clienti (registro o sche- te (sala visita, sala d’attesa, ecc..)?
de, che consentano di seguire le ragioni dei problemi e la - La disposizione dei vari elementi dell’ingresso è gradevo-
loro frequenza)? le da vedere per i clienti (colori, ordine, ecc…)?
- La Clinica riunisce dei clienti di tanto in tanto per analizza- - Tutti i membri della Clinica portano dei cartellini di iden-
re con loro i modi per migliorare i servizi della struttura? tificazione sulle divise (compresi gli assistenti ed i veteri-
- Quali procedure specifiche esistono nella Clinica per se- nari eventualmente presenti come stagisti)?
guire i clienti (per esempio, per casi complessi o quando - Le divise dei vari membri del personale sono pulite?
un cliente deve consultare numerosi operatori della stessa - Esiste un poster vicino all’ingresso che presenti le varie
struttura)? stanze della Clinica (con fotografie che illustrino le attrez-
- La Clinica è organizzata in modo da ringraziare i clienti zature)?
che gliene procurano dei nuovi? - Esiste un poster vicino all’ingresso che presenti i vari
- Gli assistenti seguono dei corsi di formazione nel settore componenti della Clinica (fotografie e nomi)?
del Marketing? - Nell’ingresso sono disponibili delle schede informative ri-
- L’arredo della sala d’attesa viene cambiato spesso? volte alle principali domande dei clienti?
- I prodotti esposti alla vista dei clienti vengono spostati re- - L’assistente addetto alla reception indica sistematicamen-
golarmente? te il tempo d’attesa a tutti i clienti che arrivano?
- Ecc… - Ecc…
- La collocazione delle postazioni telefoniche è congruente - In sala d’attesa, i poster sono in buono stato?
con le necessità degli assistenti? - In sala d’attesa, i poster sono rinnovati spesso?
- È facile trasferire la chiamata da una postazione all’altra? - In sala d’attesa, i poster sono di attualità?
- La deviazione di una chiamata telefonica dalla postazione - In sala d’attesa, l’illuminazione è adeguata (per potenza e
centrale a quelle periferiche si può effettuare velocemente per numero di lampade funzionanti)?
se nessuno può rispondere nella prima? - C’è un distributore di bibite a disposizione dei clienti?
- I componenti della Clinica sono soliti rispondere subito al-
le chiamate (prima del terzo squillo)?
- Gli assistenti utilizzano sistematicamente una formula di VI. LA SALA VISITE
presentazione quando rispondono ad una chiamata telefo-
nica? - Di tanto in tanto vi sedete al posto del cliente per assicu-
- La qualità del messaggio sulla segreteria viene verificata rarvi che la posizione sia comoda?
regolarmente? - La porta è pulita?
- Ecc… - La porta reca il nome del veterinario che vi effettua la vi-
sita?
- La maniglia è pulita?
V. LA SALA D’ATTESA - La condizione del tavolo da visita è buona?
- Esiste un tabellone riscrivibile per eseguire schemi espli-
- Prima delle vostre visite, vi sedete in sala d’attesa di tanto cativi ai clienti?
in tanto per verificarne le condizioni? - Le sedie sono in buone condizioni?
- Esiste una segnaletica d’orientamento a livello dell’ingres- - La sala visite contiene delle radiografie esemplificative
so per dirigere facilmente il cliente verso la sala d’attesa? per chiarire ai clienti la patologia dei loro animali?
- Lo stato delle sedie è decoroso? - La sala visite contiene delle schede di informazione scien-
- Le riviste a disposizione dei clienti sono in buone condi- tifica (diabete, insufficienza renale, ecc..) per facilitare la
zioni? comprensione da parte dei clienti?
- Le riviste a disposizione dei clienti sono recenti? - Ecc…
- Le riviste a disposizione dei clienti sono di vario tipo?
- Nella sala d’attesa esiste una zona bimbi (seggioline, ta- Oltre a questi esempi presi dettagliatamente in esame, si
volino e qualche gioco)? possono considerare altri elementi della Clinica, come ad
- Il tabellone dei piccoli annunci è ben visibile e gradevole esempio i locali dove vengono tenuti gli animali ricoverati,
a vedersi? nell’eventualità che i clienti vi si debbano recare.
- Esistono delle informazioni pratiche che i clienti possono
consultare (schede sull’importanza del tatuaggio, sui vac-
cini, ecc…)? Indirizzo per la corrispondenza:
- Nella sala d’attesa viene trasmessa un musica di sottofondo? Fabrice Clerfeuille
- In sala d’attesa, la convivenza di proprietari di gatti e pro- DVM, Business MBA, Marketing MBA, Marketing PhD
prietari di cani è resa più semplice da uno spazio dedicato Marketing Professor University of Nantes
ai primi? Fabrice.clerfeuille@wanadoo.fr
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 103
L’assunzione di un assistente non va presa alla leggera ratori professionali del settore o, più classicamente, facendo
per tre ragioni: pubblicare un piccolo annuncio di offerta d’impiego su un
- È più facile assumere che licenziare giornale locale. Mentre le prime due soluzioni non necessita-
- Questa scelta vi impegna per parecchi anni no di commenti particolari, verranno proposte alcune rifles-
- In una giornata passerete più tempo con il vostro assisten- sioni sulla terza via di assunzione, quella attraverso un an-
te che con vostra moglie o vostro marito! nuncio di offerta d’impiego su una testata di stampa locale.
Queste tre ragioni impongono la messa a punto di speci- - Redazione di un piccolo annuncio che definisca chiara-
fiche procedure di assunzione al fine di limitare gli errori. Si mente le competenze richieste;
possono stabilire tre tappe fondamentali: la prima consiste - Scelta della pubblicazione di questo piccolo annuncio nel-
nell’elencare ciò che l’assistente dovrà svolgere, la seconda l’edizione del week-end, che viene letta più di qualsiasi al-
riguarda le procedure di assunzione propriamente dette e tro numero pubblicato durante la settimana;
l’ultima prenderà in considerazione il colloquio stesso. - Ricezione delle lettere di candidature;
- Classificazione delle candidature in tre dossier: uno per i
candidati respinti, uno per quelli da esaminare in un se-
I. ELENCARE LE MANSIONI RICHIESTE condo tempo ed uno per quelli da incontrare;
AL NUOVO ASSISTENTE - Invio di una risposta negativa ai candidati respinti;
- Contatto telefonico con i candidati potenzialmente assu-
Il profilo ricercato per questo assistente prevede che ven-
mibili, per incontrarli.
ga impiegato come addetto alla reception, aiuto di sala ope-
Verranno forniti di seguito alcuni consigli per il collo-
ratoria, o con compiti di tipo misto? Prendetevi il tempo ne-
quio di assunzione vero e proprio.
cessario per elencare i requisiti richiesti in funzione delle
mansioni che dovrà svolgere, tenendo conto delle ore setti-
manali dedicate ad ogni attività: III. COLLOQUIO DI ASSUNZIONE
- Amministrazione;
- Accoglienza dei clienti; Prima di ogni colloquio, la cui durata deve essere di cir-
- Rispondere al telefono; ca mezz’ora, è necessario rileggere la lettera di curriculum
- Attività di segreteria; del candidato.
- Aiuto operatorio; Ogni colloquio dovrà seguire una metodologia identica, per
- Effettuare delle analisi di laboratorio; poter confrontare i candidati in modo omogeneo. Si possono
- ecc… descrivere tre tappe: una fase in cui si mette a suo agio il candi-
Quindi, dovete calcolare quanto vi costa la realizzazione dato, una in cui si raccolgono le motivazioni che lo spingono a
di questo nuovo posto di lavoro, informandovi sugli even- cercare questo impiego ed un’ultima, conclusiva del colloquio.
tuali contributi all’assunzione offerti dagli enti nazionali a
sostegno dell’occupazione. A - Fase in cui si mette a suo agio il candidato
Calcolate i vostri fabbisogni in ore per questo incarico (tem- Poiché il colloquio è stressante per tutti i candidati, oc-
po pieno, part-time al 50% o a due terzi del tempo, ecc…) corre fare di tutto per metterli a loro agio. A questo scopo
Tenete conto di un’eventuale attività stagionale più in- possono essere utilizzate numerose tecniche:
tensa, e quindi di fabbisogni di personale variabili. Infine, - Domande del tipo “Ha trovato la clinica con facilità?”
scegliete il vostro assistente in funzione degli ambiti di com- - Offrite un tè o un caffè;
petenza che vi occorrono: specializzato per una mansione - Iniziate presentando la Clinica, con le attività che vi si
(per esempio, come aiuto operatorio) o capace di svolgere svolgono, gli operatori, gli altri assistenti, le modalità di
una vasta gamma di compiti più generici. funzionamento della Clinica, i suoi orari di apertura, ecc…
- Proponete al candidato di visitare la Clinica.
- Quali sono i motivi di interesse per questo lavoro? (per va- una lettera entro 8 giorni), precisando che la procedura di se-
lutare le sue motivazioni professionali); lezione mette a confronto più persone.
- Il candidato possiede degli animali? (per capire la sua pas- Una volta andato via il candidato, prendetevi cinque mi-
sione per gli animali ed individuare alcuni problemi del ti- nuti di tempo per riempire un formulario tipo di colloquio
po paura dei gatti, ecc…); per poter confrontare i soggetti tra loro. Di seguito viene for-
- I suoi animali hanno avuto dei grossi problemi di salute? nito un formulario-tipo (vedi schema sotto).
(consente di percepire l’attenzione che rivolge ai propri Al termine dei colloqui con i candidati, selezionate i tre
animali da compagnia); più adatti a questo incarico e domandate loro di trascorrere
- Quali sono i centri di interesse del candidato (svaghi, una giornata in una situazione reale nella Clinica. Gli obiet-
sport, lettura, vita familiare, ecc… che consente di indivi- tivi di quest’ultima fase sono molteplici:
duare le capacità dell’individuo ed il suo carattere solita- - Assicurarsi dei tratti caratteriali individuati nel colloquio;
rio o atto a muoversi, per esempio, nell’ambito di un’é- - Essere sicuri che nulla si opponga al lavoro (vista del san-
quipe); gue, contenimento degli animali, contatti, ecc…);
- Domandate al candidato di elencare cinque aspetti positi- - Rilevare i commenti degli altri assistenti della Clinica.
vi e cinque negativi del proprio carattere, perché così po-
trete farvi un’idea della sua capacità di adattamento. Questi tre livelli di selezione devono consentirvi di limi-
Lo scopo di questo colloquio consiste nel far parlare al tare gli errori di assunzione di un assistente.
massimo il candidato per conoscerlo meglio e valutare le sue
qualità.
Puntualità all’incontro
Abbigliamento
Presentazione
Comportamento
Discrezione
Tatto
Facilità d’espressione
Motivazione
Svaghi
Vita di famiglia
Sport praticati
Livello di scolarizzazione
Formazione professionale
Esperienza professionale
Possesso di animali
Mezzo di spostamento
Domicilio
La redditività è definita dal Dizionario come “la natura di Non Commerciaux), si partirà da questo tipo di contabilità
ciò che è redditizio”, “che fornisce un utile soddisfacente”. per definire la redditività della clinica.
In assenza di normative stabilite nell’ambito professionale, Il documento base è l’insieme degli incassi e delle spese,
al contrario di altri settori e tenendo conto del carattere sog- che in un primo tempo vanno registrati e poi riconsiderati
gettivo del concetto di “utile soddisfacente”, in questa tratta- per calcolare dei rapporti che ne consentano il confronto.
zione si tornerà a fare riferimento alla nozione di tasso di
redditività, più obiettiva.
Il tasso di redditività è definito dal “rapporto tra i profit- A. REGISTRAZIONE DEGLI INCASSI
ti di un’impresa ed in capitali investiti”. E DELLE SPESE
Questo parametro di tasso di redditività in una Clinica
può quindi essere definito da: L’insieme degli incassi e delle spese deve essere tabula-
to in un prospetto del tipo Excel, per poi consentire i calco-
Utili li di redditività. Suggeriamo di convertire sistematicamente
Tasso di redditività = ————————————— gli importi esprimendoli come percentuale del volume d’af-
Volume d’affari (VA) fari. Ciò consente di conoscere le parti di spesa per 100 Eu-
ro di volume d’affari effettuato.
Dal momento che la maggior parte dei veterinari sceglie È sufficiente registrare le varie voci sul tabulato di Excel
una contabilità del tipo da reddito professionale (Bénéfices e presentarle in questo modo:
SPESE Acquisti ? ? ?
Stipendi + contributi ? ? ?
Imposte e tasse ? ? ?
Affitti ? ? ?
Noleggi ? ? ?
TFSE ? ? ?
Trasporti/spostamenti ? ? ?
Spese di reception ? ? ?
Oneri finanziari ? ? ?
106 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Questa tabella consente quindi di ottenere molto rapida- - Gli indici di redditività sensu stricto, che influenzano la
mente le percentuali di spesa per categoria e per 100 Euro di redditività sull’importo delle Spese (denominatore della red-
VA. Il confronto con gli anni precedenti permette così di pa- ditività).
ragonare le variazioni di redditività di un anno rispetto al-
l’altro e di individuarne le cause. 4.1 - Gli indici di crescita e di attività
È inoltre possibile calcolare degli indici di redditività. Appartengono a questo gruppo numerosi indici e verran-
no qui riportati quelli ritenuti più significativi:
La modalità d’acquisto di una clinica comporta nei primi IMPIEGO DEL MLG
anni d’avvio degli oneri finanziari estremamente rilevanti. A cosa serve l’MLG?
Peraltro, l’evoluzione di questa voce nel tempo evidenzia il - Rimborso dei prestiti
buono o cattivo stato di salute finanziario della clinica (scor-
- Andamento della vita
retti finanziamenti di partenza, aumenti insufficienti dell’u-
tile per coprire i fabbisogni, ecc...). - Imposta sul reddito
Per una clinica, l’evoluzione di questo indice nel tempo - Finanziamento dei fabbisogni nei fondi di cassa
è estremamente significativa. - Autofinanziamento degli investimenti
4.2 - Gli indici di redditività Il MLG consente di capire le condizioni di gestione del-
Seconda sottofamiglia di indici, comprende numerosi di la clinica estrapolando i dati dalle modalità di finanziamen-
questi, molto spesso calcolati dagli istituti bancari, per assi- to delle attività.
curarsi della salute economica della clinica ed autorizzare
per esempio nuovi prestiti. MLG
x 100
4.2.1 - Il Margine Lordo di Gestione (MLG) VA HT
Viene evidenziato in particolare nelle analisi condotte
sullo stato di salute finanziaria delle cliniche. 4.2.2 - La redditività netta
La formulazione e l’impiego del MLG si possono pre- Utile netto
sentare nel modo seguente: x 100
VA HT
FORMULAZIONE DEL MLG
Dal VA al MLG
Esprime nel tempo l’evoluzione della capacità della cli-
vendite - acquisti effettuati = margine commerciale nica di realizzare degli utili. Seguirà un esempio di riduzio-
- oneri esterni = valore aggiunto ne nella dichiarazione modello 2035, per analizzare le infor-
- imposte - spese per il personale - contributi personali = MLG mazioni che se ne possono trarre:
Oneri finanziari
x 100 0,21% 0,03% 0,12%
VA HT
MLG
x 100 42,88% 42,42% 40,01%
VA HT
Utile netto
x 100 34,02% 35,17% 34,09%
VA HT
Acquisti
x 100 23,80% 23,68% 21,17%
VA HT
108 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Caratteristiche dell’apparecchio:
Garanzia: Inclusa Fine: Costo:
Costo annuale:
numero di casi:
x totale costo fisso x 723 = 723
rata mensile x 12: 68340
riparazione: 0
altro: 0
totale costo annuale: 69063
Redditività:
totale incassi annuali: 113793,04
totale spese annuali: 69063 Bilancio: 44730,04
Ognuno di questi indici consente quindi di valutare le variazioni di redditività della clinica da un anno all’altro, tentando di
fornirne una spiegazione. Ogni anno, i veterinari devono analizzarli in modo approfondito.
Pazienti neurologici e ortopedici sono spesso accompagna- ne dell’arto aumentata. Come in ortopedia, anche nella valuta-
ti da una medesima anamnesi: difficoltà nel movimento. zione di un paziente neurologico la localizzazione anatomica
Distinguere un paziente ortopedico da uno neurologico è es- del problema è essenziale.
senziale per poter attivare il corretto approccio diagnostico: Per prima cosa è necessario comprendere, tramite l’osser-
l’osservazione della deambulazione è un passo essenziale, a vazione dell’andatura, se il problema interessa un arto, un tre-
volte il principale. no, i quattro arti o un emisoma (i due arti sul medesimo lato).
Il paziente ortopedico è caratterizzato principalmente dalla La valutazione delle reazioni posturali e in particolare della
zoppia, ovvero dal dolore, più raramente da riduzione del mo- propriocezione serve a confermare il reperto dell’osservazione.
vimento come per esempio nelle contratture muscolari. Con l’esclusione dei pazienti con fratture di un arto o del ba-
Un paziente ortopedico non cade, non inciampa, non ha mo- cino, un paziente ortopedico ha una propriocezione normale.
vimenti eccessivi del treno posteriore, l’unico suo scopo è ri- In funzione dell’andatura e della valutazione della propio-
durre il carico sulla parte dolente e ridurne l’escursione. cezione siamo in grado di affermare se un problema interessa i
Un paziente neurologico al contrario presenta una debolezza 4 arti, il treno posteriore o un arto.
che lo obbliga ad assumere posizioni innaturali, una compromis- Un problema neurologico localizzato ai quattro arti può esse-
sione della coordinazione che può causargli movimeni eccessivi, re causato da lesioni cervicali (C1 T2) o da lesioni diffuse del si-
la tendenza a inciampare negli ostacoli o nei suoi stessi arti. Il stema nervoso periferico. Un problema localizzato al treno po-
primo passo consiste nell’identificare l’arto o gli arti colpiti. steriore è generalmente causato da una lesione posteriore a T2.
Nelle zoppie dell’anteriore il peso della testa viene caricato L’esame dei riflessi dei nervi spinali può aiutarci a compie-
sull’arto sano, la fase di protrazione dell’arto sarà inoltre ridot- re un passo in più nella localizzazione neuroanatomica.
ta sul lato dolente. Le zoppie sul posteriore sono spesso meno I riflessi spinali più attendibili sono il riflesso flessorio sull
evidenti e l’osservazione dell’andatura di lato è importante in treno anteriore e il riflesso flessorio e patellare sul treno poste-
quanto la diminuzione della fase di protrazione del passo può riore associati al riflesso perineale.
essere l’unica alterazione evidenziabile. Le lesioni spinali che coinvolgono i plessi cervicale (C6 T2)
L’osservazione del paziente mentre si siede è anche molto o lombare (L5 S2) possono causare una riduzione dell’ampiez-
importante, frequentemente il dolore al ginocchio si manifesta za dei riflessi spinali.
con una posizione seduta a ginocchio più esteso rispetto al con- Un paziente con paresi dei quattro arti, propiocezione alte-
trolaterale. Questo atteggiamento può essere associato anche a rata sui quattro arti, riflessi diminuiti sul treno anteriore e nor-
zoppie di tarso per quanto quest ultime siano sicuramente piu mali sul posteriore presenta una lesione spinale localizzata sul
rare in Medicina veterinaria. plesso cervicale (C6 T2).
Identificato l’arto è necessario localizzare il dolore. Un paziente con una presentazione simile ma con riflessi
A questo scopo si deve palpare attentamente ogni singola spinali mantenuti sul treno anteriore presenta una lesione spi-
articolazione valutando la presenza di ectasia dei fondi ciechi, nale localizzata nel tratto cervicale C1 C5.
crepitio o dolore all’esecuzione dei movimenti passivi, aumen- Pazienti con tetraparesi e diminuzione diffusa dei riflesi spi-
to di volume dell’articolazione. Ogni singola articolazione va nali a fronte di una sensibilità normale presentano lesioni diffu-
valutata singolarmente e confrontata con la controlaterale. se del sistema nervoso periferico.
Escluse le patologie articolari, si procede alla valutazione delle La valutazione della sensibilità dolorifica ha unicamente
ossa lunghe e quindi alla valutazione della dolorabilità musco- uno scopo prognostico ma abitualmente non contribuisce in
lare. Identificata la sede del dolore si prosegue con la scelta de- modo sostanziale alla localizzazione neuroanatomica.
gli esami collaterali più opportuni. Eccezionalmente un paziente neurologico può presentarsi
Alterazioni del movimento di origine neurologica sono rife- con zoppia. Patologie spinali con compressioni foraminali
ribili a lesioni cerebrali, spinali, o periferiche. possono causare una zoppia che trova la sua causa quindi a li-
I pazienti cerebrali hanno segni tipici (convulsioni, maneg- vello spinale e non nell’arto apparentemente dolente. È questo
gio, alterazioni del comportamento, alterazioni dei riflessi dei il caso delle compressioni discali lateralizzate o delle neopla-
nervi cranici) per cui sono abitualmente di facile identificazione. sie del plesso brachiale.
Pazienti con lesioni del midollo spoinale o del sistema ner- La distinzione tra paziente ortopedico e neurologico è un
voso periferico spesso hanno segni che possono essere confusi esercizio di buonsenso e di confrontro tra reperti oggettivi: l’e-
con segni ortopedici. Con l’eccezione di pazienti spinali pre- same dell’andatura è in assoluto l’aspetto più importante e trop-
sentati a causa esclusivamente di dolore cervicale o toraco lom- po spesso purtroppo il più trascurato nella attività pratica.
bare, i paziente neurologici presentano debolezza (paresi) o in- La localizzazione del dolore, la valutazione della proprioce-
coordinazione (atassia) o entrambe. zione quella dei riflessi spinali, completano la valutazione del-
Un paziente paretico assume posizioni che sono spesso in- l’andatura ma non possono sostituirla.
naturali a causa della difficoltà nel sorreggere il proprio peso.
Un paziente atassico dimostra speso la tendenza a inciampare Indirizzo per la corrispondenza:
nei suoi stesi arti o ad avere una fase di levata e/o di protrazio- Dr. Daniel Sebastian Corlazzoli - daniele.corlazzoli@fastwebnet.it
110 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Anestesia in neurochirurgia
Federico Corletto
Med Vet, Cert VA, Dipl ECVA, MRCVS, Newmarket (UK)
L’anestesia di pazienti con problemi neurologici o sotto- sente all’interno del cranio. La scatola cranica, rigida, non è
posti a procedure diagnostiche e chirurgiche che coinvolgano in grado di accomodare aumenti del contenuto in modo effi-
il sistema nervoso centrale viene generalmente considerata ri- ciente e la pressione al suo interno aumenta molto rapida-
schiosa, molto spesso semplicemente per la poca confidenza mente una volta raggiunto un volume critico. Acepromazina,
che il medico veterinario ha nei confronti della materia. isoflorano e sevoflorane sono potenti vasodilatatori, pertan-
L’anestesia e la procedura devono essere pianificate ac- to possono favorire un aumento della pressione intracranica.
curatamente per ottimizzare la perfusione del sistema nervo- L’isoflorano ed il sevoflorane hanno un effetto vasodilatato-
so centrale e minimizzare le possibili complicazioni perio- re dose-dipendente, significativo soprattutto per concentra-
peratorie. zioni maggiori di 1 MAC, oltre le quali possono compro-
È ben noto che gli anestetici generali interferiscono con mettere il normale autocontrollo della perfusione cerebrale e
la funzione del SNC, tuttavia meno conosciuti sono i loro ef- sembra che la compromissione dell’autoregolazione indotta
fetti sul metabolismo e sulla perfusione cerebrale. La note- dal sevoflorane sia meno marcata rispetto a quella indotta
vole riserva funzionale dei pazienti sani consente di fronteg- dall’isoflorano. L’alotano altera la reattività alla CO2 e l’au-
giare adeguatamente transitori fenomeni di ipoperfusione o toregolazione della perfusione cerebrale; diminuisce, inoltre,
una moderata diminuzione dell’efficacia dei sistemi di auto- la portata cardiaca, pertanto è controindicato nel manteni-
regolazione, mentre in pazienti con problemi neurologici la mento dell’anestesia in pazienti neurochirurgici. Gli agenti
limitata capacità di compensare la diminuzione della perfu- anestetici inalatori, a causa della loro azione vasodilatatrice,
sione del SNC può avere effetti disastrosi. L’ischemia di par- possono ridurre la reattività alle variazioni della PaCO2 e
ti del SNC può manifestarsi come transitorio deficit neuro- quindi anche gli effetti benefici dell’ipocapnia. Il propofol,
logico, cecità, coma, oppure arresto cardiorespiratorio. Que- somministrato in infusione per mantenere l’anestesia, pre-
ste considerazioni valgono tanto per le patologie intracrani- serva la reattività alla CO2 e l’autocontrollo cerebrale.
che quanto per quelle del midollo spinale, ma anche per il L’aumento della pressione intracranica si oppone alla
paziente epilettico o per quello a rischio di crisi convulsive perfusione cerebrale, riducendola. L’organismo cerca di ri-
postanestetiche perché sottoposto a mielografia. pristinare la perfusione cerebrale aumentando la pressione ar-
Il sistema di autoregolazione della perfusione del SNC teriosa e determinando una bradicardia riflessa. Questa com-
garantisce un ottimale accoppiamento tra perfusione e fabbi- plessa risposta è denominata riflesso di Cushing (bradicardia
sogno metabolico all’interno di un intervallo di pressione ar- ed ipertensione per opporre un aumento della pressione in-
teriosa media compreso tra circa 60 mmHg e 140 mmHg. Al tracranica) e, entro certi limiti, può migliorare la perfusione
di fuori di quest’intervallo, la perfusione diventa dipendente cerebrale, sebbene contribuisca ad un ulteriore aumento di
in modo diretto dalla pressione arteriosa. L’autoregolazione essa. Se la perfusione non viene ripristinata, il meccanismo
è garantita da variazioni dello stato contrattile della musco- diventa autosostenuto e non ha più funzione protettiva.
latura liscia delle arterie che vascolarizzato il SNC in rela- L’aumento della pressione intracranica, oltre a compro-
zione alla pressione arteriosa (controllo miogenico, effetto mettere la perfusione cerebrale (Pressione di perfusione =
Bayliss). La liberazione di prodotti del metabolismo (ADP, pressione arteriosa - ICP), può determinare l’erniazione di
potassio, protoni) e l’adenosina adeguano la perfusione al- parte del SNC, comprimendo i centri midollari deputati alla
l’attività metabolica locale. La muscolatura della parete dei regolazione della funzione respiratoria e cardiocircolatoria.
vasi nel SNC, inoltre, altera il proprio tono in risposta a va- Clinicamente l’aumento della pressione intracranica si
riazioni della pressione parziale della CO2, pertanto una mo- manifesta con depressione (fino al coma), deficit dei nervi
derata ipocapnia può transitoriamente diminuire l’ICP (Pres- cranici (esempio anisocoria, lenta o assente risposta pupilla-
sione Intracranica) inducendo vasocostrizione, mentre l’i- re), ipertensione e bradicardia (riflesso di Cushing), rigidità
percapnia ha effetto vasodilatatore ed aumenta la pressione ed opistotono, arresto respiratorio e cardiocircolatorio. È im-
intracranica. L’effetto della CO2 è transitorio poiché l’acido- portante identificare i segni della diminuzione della perfu-
si e l’alcalosi respiratorie vengono rapidamente corrette dal- sione cerebrale, in modo da consentire un intervento tempe-
la componente metabolica. L’eccessiva iperventilazione de- stivo. Lo stato del sensorio e la funzione dei nervi cranici de-
ve essere evitata, poiché può determinare un’eccessiva vaso- vono essere monitorati in modo sistematico nel periodo pe-
costrizione e compromettere la perfusione cerebrale. rioperatorio, qualora si sospetti una compromissione della
I farmaci con azione vasodilatatrice inibiscono la com- perfusione cerebrale.
ponente miogenica dell’autoregolazione e, a causa della va- La perfusione cerebrale può essere compromessa da con-
sodilatazione, possono aumentare la quantità di sangue pre- dizioni patologiche quali la presenza di lesioni occupanti
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spazio (neoplasie, emorragia) e l’edema cerebrale. Il tessuto mg/kg/min), ma possono essere usati anche agenti inalatori
neoplastico e, in generale quello patologico, non presenta un in basse concentrazioni (< 1 MAC). Nel gatto il manteni-
normale autocontrollo ed una normale reattività alla PaCO2. mento con propofol è relativamente controindicato, pertan-
L’ipocapnia determina una diminuzione della perfusione del to l’anestesia può essere mantenuta con sevoflurane. Il pro-
tessuto sano adiacente la neoformazione piuttosto che nella tossido d’azoto predispone al pneumoencefalo ed aumenta
neoplasia. L’effetto benefico di questa manovra deriva dalla la pressione intracranica, pertanto è controindicato. L’anal-
diminuzione della pressione intracranica che può favorire la gesia può essere conseguita somministrando in infusione
perfusione cerebrale nel cervello sano. In presenza di aree oppioidi ad azione breve ed ultrabreve (alfentanil 0.5-1
ischemiche, la vasocostrizione nel tessuto normale adiacen- µg/kg/min, remifentanil 0.1-0.2 µg/kg/min). Il fentanyl può
te favorisce la perfusione del tessuto precedentemente ipo- accumularsi significativamente se infuso per più di 1-2 ore
perfuso (effetto “Robin Hood”). e determinare depressione della ventilazione dopo il risve-
La somministrazione di agenti con azione osmotica glio. La somministrazione di potenti oppioidi in infusione
(mannitolo, 0.2-1 g/kg, IV lentamente in 15-20 minuti) ri- consente di stabilizzare il sistema cardiocircolatorio, evita
duce il volume intravascolare e dell’interstizio cerebrale e risposte ipertensive causate dalla stimolazione chirurgica e
quindi la pressione intracranica. Il mannitolo, inoltre, sem- riduce la dose di propofol somministrata per mantenere l’a-
bra migliorare la perfusione cerebrale attraverso una altera- nestesia.
zione della viscosità del sangue. Gli steroidi sembrano ave- - Ventilazione controllata a partire da immediatamen-
re un effetto benefico nel trattamento dell’aumento della te dopo l’induzione dell’anestesia, mantenendo una lieve
pressione intracranica causato dall’edema cerebrale con ori- ipocapnia (PaCO2 4 kPa, 30 mmHg). Se necessario devono
gine citotossica. Sono impiegati, inoltre, prima di interveni- essere usati agenti miorilassanti non depolarizzanti (vecu-
re chirurgicamente sul cervello e, talvolta, sul midollo spi- ronio, atracurio, cisatracurio) per favorire il controllo della
nale, per ridurre la risposta infiammatoria conseguente al- ventilazione. Il grado di paralisi deve essere, in questo caso,
l’insulto chirurgico. Gli steroidi comunemente impiegati so- valutato in modo accurato, per assicurarsi che la funzione
no il metilprednisolone sodio-succinato ed il desametasone. neuromuscolare sia completamente riguadagnata prima di
La decisione di somministrare questi farmaci deve essere risvegliare il paziente. Nella fase postoperatoria l’adeguatez-
presa dopo averne considerato i possibili effetti collaterali za della funzione ventilatoria del paziente deve essere valu-
(immunosoppressione, lesioni gastroenteriche) e prendendo tata in modo accurato.
misure atte a limitarli (ad esempio somministrazione di ga- - Attento posizionamento del paziente, evitando la
stroprotettori). compromissione del drenaggio giugulare e mantenendo la
Le fondamentali misure pratiche impiegate per prevenire testa leggermente elevata rispetto al corpo (ciò favorisce il
e controllare le complicazioni in neuroanestesia verranno di ritorno venoso).
seguito elencate. - Mantenimento della pressione arteriosa all’interno del
- Acepromazina e crisi convulsive. Sebbene non esi- range di autocontrollo, meglio ancora se la pressione arte-
stano studi in condizioni controllate che determinino l’effet- riosa media è mantenuta nel range 80-100 mmHg. Il moni-
to proconvulsivante dell’acepromazina alle dosi comune- toraggio della pressione deve essere di tipo diretto nelle pro-
mente impiegate, questo farmaco rimane controindicato in cedure intracraniche e nella chirurgia più invasiva a carico
pazienti a rischio di crisi convulsive. L’acepromazina, inol- della colonna vertebrale. La somministrazione di potenti op-
tre, a causa della sua lunga durata d’azione, impedisce di ef- pioidi previene risposte cardiocircolatorie (tachicardia, iper-
fettuare un esame neurologico immediatamente al risveglio tensione) durante la procedura.
dall’anestesia. - In caso di chirurgia intracranica, somministrare ste-
- Evitare di somministrare sedativi e tranquillanti, roidi e mannitolo prima dell’apertura della volta cranica.
se possibile. La premedicazione, se necessaria, può essere Ciò previene l’edema cerebrale determinato dalla stimola-
effettuata con basse dosi di oppioidi agonisti, evitando di ri- zione meccanica del tessuto operata dal chirurgo.
correre alla morfina, che può indurre vomito, causando un - Monitoraggio intraoperatorio: ECG, pressione arte-
improvviso aumento della pressione intracranica. riosa invasiva, pressione venosa centrale, capnografia, pul-
- Induzione dell’anestesia con agenti che riducono la sossimetria, emogas arteriosi, produzione di urina, tempera-
pressione intracranica e diminuiscono il metabolismo ce- tura, monitoraggio della paralisi neuromuscolare (se neces-
rebrale (propofol o tiopentale). La ketamina è controindica- sario).
ta, perché può aumentare la pressione intracranica e non di- - Assicurarsi che, al termine della procedura, il pazien-
minuisce il metabolismo cerebrale. te venga risvegliato in un ambiente tranquillo, dopo aver
- Evitare risposte (tosse, tachicardia, ipertensione) du- ripristinato la normotermia ed essere sicuri che la funzione
rante l’intubazione orotracheale. La tosse può aumentare ventilatoria e neuromuscolare siano normali. Può essere in-
drammaticamente la pressione intracranica. Prima di intuba- dicato, soprattutto dopo interventi maggiori, mantenere il
re la profondità dell’anestesia deve essere adeguata. La lido- paziente addormentato per qualche ora, per garantire un ri-
caina (1 mg/kg IV), somministrata prima dell’induzione del- sveglio tranquillo.
l’anestesia, sembra ridurre la risposta all’intubazione orotra- - Se indicato, somministrare anticonvulsivanti prima
cheale. della procedure ed iniziare (o continuare) una terapia anti-
- Mantenimento dell’anestesia con agenti che non alte- convulsivante con fenobarbitale dopo il risveglio. L’impiego
rino significativamente la reattività alla CO2 e l’autocontrol- di antibiotici per via endovenosa deve essere valutato consi-
lo. L’agente ideale, in questo, caso è il propofol (0.1-0.5 derando il tipo di procedura effettuata.
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- Dopo il risveglio valutare ad intervalli regolari la fun- battiti/minuto possono essere tollerate nel cane, se non asso-
zione dei nervi cranici e lo stato del sensorio. Il diametro ciate ad ipotensione o blocco atriventricolare di II grado tipo
pupillare e la reattività della pupilla possono essere facil- 2 di Mobitz. In caso di necessità può essere ridotta la velo-
mente controllati in tutti i pazienti. Dopo la chirurgia a cari- cità di infusione degli oppiodi.
co della colonna vertebrale valutare la risposta al dolore e, in - Ipertensione arteriosa durante l’anestesia. Può esse-
caso di interventi a carico della colonna cervicale, monitora- re controllata aumentando la quantità di oppioidi e propofol
re il pattern respiratorio. infusi, se causata da una risposta del sistema simpatico alla
- Fluidoterapia. Devono essere evitati i fluidi conte- stimolazione chirurgica. Non va trattata con vasodilatatori
nenti glucosio (predispone al metabolismo anaerobio in ca- (acepromazina o nitroprusside), ma con sostanze che mi-
so di ischemia cerebrale e peggiora il danno ischemico). La gliorino la perfusione cerebrale se si sospetta che sia causa-
soluzione di Ringer è lievemente ipotonica e favorisce l’au- ta dall’aumento della pressione intracranica. Nella chirurgia
mento del volume cerebrale. La soluzione fisiologica non della colonna vertebrale l’ipertensione può essere efficace-
presenta particolari controindicazioni, se non quella di non mente trattata aumentando la profondità dell’anestesia con
contenere potassio che, comunque, può essere aggiunto (10- agenti inalatori o somministrando propofol.
20 mmol/l) per evitare l’insorgenza di ipopotassiemia. Gli - Risveglio di pessima qualità. Dopo la chirurgia a ca-
elettroliti devono essere monitorati regolarmente per ricono- rico della colonna vertebrale è solitamente causato da un’i-
scere precocemente complicazioni quali ipernatriemia ed nadeguata analgesia. Viene prevenuto somministrando op-
ipokaliemia. pioidi prima del risveglio ed infondendo oppioidi (morfina
Le più comuni complicazioni incontrate sono di seguito 0.1-0.2 mg/kg/h) nell’immediato postoperatorio. L’infusione
elencate. di medetomidina (1-2 µg/kg/h) consente di sedare adeguata-
- Crisi convulsiva al momento dell’induzione dell’a- mente il paziente, ma al tempo stesso non compromette la
nestesia, durante l’anestesia o dopo il risveglio. La crisi sua capacità di alimentarsi e non compromette l’esecuzione
deve essere controllata con diazepam. In caso si sospetti sia di un esame neurologico. La qualità del risveglio dopo chi-
stata causata da un mezzo di contrasto, posizionare il pa- rurgia intracranica viene migliorata evitando di risvegliare il
ziente con la testa in posizione elevata, inclinando il tavolo. paziente immediatamente dopo la procedura, mantenendolo
In caso di mancata risposta al diazepam, si può sommini- addormentato per 1-2 ore dopo il termine della chirurgia in-
strare pentobarbitale oppure propofol. I sistemi cardiocirco- tracranica. Nel frattempo i parametri vitali vengono stabiliz-
latorio e respiratorio devono essere supportati adeguatamen- zati ed il paziente viene riscaldato. L’infusione di oppioidi
te (pressione arteriosa, ossigenazione, ventilazione). Even- può essere terminata con la chirurgia, lasciando all’organi-
tuali aritmie cardiache possono essere trattate con lidocaina smo il tempo di metabolizzarli adeguatamente ed evitando di
(se ventricolari) o β bloccanti se sopraventricolari. incontrare depressione ventilatoria al momento del risveglio.
- Ipertensione intracranica dopo l’induzione dell’a- Il tubo orotracheale deve essere rimosso prima che il pa-
nestesia ed erniazione del contenuto cerebrale. Le misure at- ziente possa tossire, ma non prima che possa mantenere ade-
te a controllare questa complicazione potenzialmente letale guatamente le vie aeree. La dose di propofol può essere gra-
sono la ventilazione assistita e la somministrazione di man- dualmente ridotta, fino a quando il paziente non riprende la
nitolo e steroidi, seguiti se necessario dalla decompressione ventilazione spontanea. Quando questa è giudicata soddisfa-
chirurgica. cente, l’infusione di propofol può essere interrotta e circa
- Emorragia durante la procedura. È consigliabile di- 10-15 minuti dopo il paziente sarà sufficientemente sveglio
sporre di un donatore di sangue in caso di necessità. Questo per essere stubato. Prima di rimuovere il tubo può essere
vale per procedure intracraniche, chirurgia della colonna somministrata lidocaina (1 mg/kg IV), per prevenire tosse e
cervicale e, in generale, tutti i tipi di chirurgia per rimuove- una stimolazione cardiocircolatoria indesiderata.
re neoformazioni ben vascolarizzate. - Demenza dopo il risveglio. È la complicazione più
- Instabilità cardiocircolatoria. Solitamente dipende frequente dopo chirurgia intracranica. Può essere controllata
da un’inadeguata profondità dell’anestesia, come anche la evitando di stimolare eccessivamente il paziente. Talvolta
difficoltà a controllare la ventilazione. Le parti più dolorose può essere necessario somministrare tranquillanti ed, even-
dell’intervento sono l’accesso chirurgico e la ricostruzione tualmente, farmaci analgesici.
di muscoli e cute nella chirurgia intracranica. Nella chirurgia - Ipertensione arteriosa dopo il risveglio. Si manife-
della colonna vertebrale la rimozione di materiale discale da sta frequentemente dopo chirurgia intracranica ed insorge al-
una radice nervosa è uno stimolo transitorio difficilmente cune ore dopo il risveglio. Se non è associata ad un deterio-
controllabile, anche con dosi elevate di oppioidi. In queste ramento neurologico è probabilmente causata da dolore o
occasioni potrebbe essere necessario aumentare la dose di dalla presenza di sangue a livello peridurale. Dura solita-
oppioidi e propofol infusi. mente circa 6-12 ore e poi si risolve. La pressione arteriosa
- Erniazione del contenuto cerebrale dalla breccia media deve essere monitorata con l’obiettivo di mantenerla
operatoria. È una complicazione potenzialmente disastrosa al di sotto di 140 mmHg (limite superiore del range di auto-
e richiede la somministrazione di mannitolo, steroidi e l’i- regolazione). Per controllare l’ipertensione possono essere
perventilazione. somministrati β bloccanti (che limitano anche il vasospasmo
- Bradicardia conseguente l’infusione di oppioidi. cerebrale), bloccanti del canale del calcio, oppure, in caso di
Normalmente non è necessario somministrare anticolinergi- necessità, piccole dosi di agenti vasodilatatori. In questi ca-
ci, che potrebbero indurre ipertensione ed aumento della si, tuttavia, esiste il rischio che l’ipertensione si manifesti
pressione intracranica. Frequenze cardiache fino a 45-50 nuovamente al termine della terapia.
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- Deterioramento neurologico. Come già descritto, i - Embolia gassosa. È una rara complicazione intraope-
riflessi dei nervi cranici e lo stato del sensorio del pazien- ratoria, ma può essere letale se non riconosciuta in tempo. In
te devono esser monitorati ad intervalli regolari dopo il ri- caso di cospicua emorragia dai seni venosi cerebrali o verte-
sveglio. In caso di deterioramento neurologico può essere brali, la pressione venosa può diventare subatmosferica e fa-
somministrato mannitolo (e/o steroidi), in quanto la più vorire l’aspirazione di aria. L’aria si accumula nel cuore de-
probabile causa del quadro clinico osservato è l’ipertensio- stro e nell’arteria polmonare determinando prima un’altera-
ne intracranica. È necessario assicurarsi, tuttavia, che la zione del rapporto tra ventilazione e perfusione, poi iperten-
ventilazione sia adeguata (normocapnia) e che la pressione sione polmonare ed insufficienza cardiaca acuta. La patolo-
arteriosa sia all’interno del range di autoregolazione, altri- gia può essere riconosciuta identificando le bolle d’aria nel-
menti le misure prese non saranno efficaci. Se il paziente la cavità cardiaca con un ecografo oppure con uno stetosco-
non risponde adeguatamente, può essere necessaria l’ese- pio esofageo. Quando l’embolia ha raggiunto un volume si-
cuzione di indagini diagnostiche (risonanza magnetica nu- gnificativo, induce desaturazione dell’emoglobina e diminu-
cleare o tomografia assiale computerizzata) ed, eventual- zione della CO2 espirata dal paziente. Successivamente in-
mente, un nuovo intervento chirurgico. L’ipertensione in- duce una insufficienza cardiocircolatoria acuta.
tracranica può essere causata da edema cerebrale postope-
ratorio oppure da un’emorragia.
- Inappropriata diuresi ed alterazioni dell’equili- Riferimenti bibliografici e letture consigliate
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ziente trattato in modo da evitare il rigurgito e la polmoni-
te ab ingestis.
- Pneumoencefalo. È una complicazione rara, ma che
richiede tempestivamente un secondo intervento chirurgico Indirizzo per la corrispondenza:
per drenare l’aria e decomprimere il cervello. Può conse- Federico Corletto c/o Animal Health Trust
guire al passaggio attraverso i seni frontali durante l’acces- Lanwades Park, Kentford, CB8 7UU, Newmarket, Suffolk, UK
so chirurgico. e-mail: fcorletto@yahoo.it
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È ben noto da decenni che il dolore non è un’entità sin- mo livello la nocicezione diventa dolore che, per definizio-
gola, bensì un fenomeno complesso che interessa l’organi- ne, è un fenomeno che richiede la coscienza.
smo a diversi livelli. Il dolore acuto, per esempio, ha lo sco- A livello del corno dorsale del midollo spinale le regioni
po di iniziare riflessi deputati alla protezione dell’organi- periferiche dell’organismo sono rappresentate in maniera so-
smo, pertanto è ben localizzato, definito ed ha una compo- matotopica, pertanto possono essere individuati dei campi
nente emozionale limitata nel tempo. Il dolore infiammato- recettivi nei neuroni nocicettivi specifici nelle lamine super-
rio ha carattere differente, è sostenuto da meccanismi loca- ficiali del midollo spinale. Esiste un pool di neuroni, (WDR,
li periferici e dura più a lungo dell’insulto. Ben diverso è il wide dynamic range, ampio spettro dinamico, o multirecet-
dolore cronico, che altera lo stato di attivazione del sistema toriali), in grado di rispondere sia a stimoli nocivi che non,
nervoso centrale ed induce alterazioni dell’omeostasi fino a secondo l’entità della stimolazione in entrata nel midollo
determinare un significativo decadimento della qualità del- spinale. Questi neuroni possono essere reclutati per amplifi-
la vita del paziente. Da sintomo di malattia, il dolore divie- care e modulare il segnale ed hanno campi recettoriali più
ne malattia per se, in quanto rappresenta uno stato alterato ampi rispetto a quelli dei neuroni nocicettivi specifici. L’at-
del sistema nervoso centrale, in assenza di danno tessutale tivazione ed il reclutamento di tali neuroni determinano
vero e proprio. un’alterata percezione del dolore, con un allargamento della
Alla base di tale significativo cambiamento della perce- rappresentazione somatotopica dell’area interessata dall’in-
zione del dolore, fino allo sviluppo di un dolore autososte- sulto dolorifico.
nuto patologico, è la capacità del sistema nervoso centrale di La normale risposta del SNC al dolore è, come già intro-
riorganizzare i proprio sistemi di amplificazione ed inibizio- dotto precedentemente, l’attivazione di sistemi inibitori di-
ne del segnale, associata ad alterazioni dei recettori a livello scendenti, che modulano il segnale in entrata nel midollo
periferico, denominata neuroplasticità. spinale a livello del corno dorsale. L’esistenza di sistemi ini-
L’idea di un sistema nervoso centrale statico e passivo bitori serotoninergici, adrenergici ed oppioidi è ben nota e
nella componente sensoriale è, pertanto, superata, in favore viene utilizzata quotidianamente nella terapia del dolore.
di un modello in cui il sistema nervoso centrale è in grado di La persistenza dello stimolo in entrata non determina,
processare lo stimolo a livello subcorticale, amplificandolo come ci si potrebbe aspettare, un aumento dell’attività dei
fino a trasformare un fenomeno protettivo –il dolore acuto- sistemi inibitori, piuttosto induce una maggiore amplifica-
in un evento patologico, il dolore cronico. Ciò è evidente sin zione del segnale. Il recettore NMDA per il glutammato co-
dal 1965, quando è stata ipotizzata l’esistenza di un sistema stituisce un elemento essenziale per l’attivazione dei mec-
di modulazione del dolore. canismi che determinano l’amplificazione del dolore a li-
Il dolore inizia come nocicezione, l’attivazione di recet- vello del midollo spinale (iperalgesia secondaria e sensi-
tori a livello periferico. Anche a questo livello la risposta bilizzazione centrale).
dell’organismo è dinamica. Se il dolore persiste, vengono at- Il recettore NMDA per il glutammato è peculiare poiché
tivati recettori normalmente quiescenti ed aumenta la sensi- per la sua attivazione richiede la contemporanea presenza di
bilità del pool generale dei recettori deputati a percepire gli eventi pre e postsinaptici. Normalmente il recettore è quie-
stimoli nocivi. Le prostaglandine ed altri mediatori infiam- scente ed il suo canale è bloccato da uno ione magnesio
matori (sostanza P, istamina, bradichinina, serotonina, TNF, (blocco voltaggio dipendente). In questa condizione il glu-
noradrenalina, protoni, NGF) esercitano un ruolo fondamen- tammato liberato nello spazio sinaptica non riesce a stimola-
tale nell’iniziare e sostenere il fenomeno denominato ipe- re il recettore. La persistente depolarizzazione della cellula
ralgesia primaria. La parte colpita dall’insulto e quelle im- postsinaptica ad opera del glutammato stesso su recettori
mediatamente adiacenti diventano più sensibili agli stimoli AMPA e kainato, determina lo spostamento dello ione ma-
dolorifici ed anche stimoli al di sotto della soglia dolorifica gnesio dal canale del recettore NMDA, attivandolo e ren-
diventano dolorosi. Le modalità di intervento terapeutico a dendolo sensibile alla stimolazione del glutammato. L’atti-
questo livello sono numerose, vanno ricordati i FANS, gli vazione del recettore NMDA determina un aumento del cal-
oppioidi ed i cannabinoidi. cio intracellulare (influsso attraverso il canale aperto e libe-
La persistenza dello stimolo dolorifico non adeguata- razione dalle riserve intracellulari) e quindi dell’eccitabilità
mente controllato determina l’invio di una continua serie di della cellula, oltre che aumentare l’attività delle kinasi cito-
impulsi al corno dorsale del midollo spinale, ove il segnale plasmatiche. L’attivazione del recettore NMDA per il glu-
viene modulato localmente e da vie discendenti, quindi in- tammato è l’evento fondamentale per consentire la somma-
viato al talamo ed alla corteccia cerebrale. Solo a quest’ulti- zione temporale degli stimoli, o wind up, che si manifesta
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già dopo poche ore di persistenza della stimolazione. compressione cronica di un nervo a livello del forame inter-
L’attivazione del recettore NMDA è legata anche all’ini- vertebrale. Il dolore causato risponde in modo poco soddi-
zio di fenomeni di trascrizione nucleare, iniziati dall’attiva- sfacente alle terapie analgesiche convenzionali ed è alta-
zione delle kinasi, che determinano una radicale mutazione mente invalidante.
dell’attività nel sistema nervoso centrale. Tra i prodotti di ta- Infine, non necessariamente né classicamente considerati
le attività trascrizionale, va ricordato il protoncogene c-fos, nella neuroplasticità, ma importantissimi dal punto di vista
che è un marker di sensibilizzazione centrale. La funzione clinico, devono essere menzionati gli effetti del dolore croni-
del gene c-fos non è ancora chiara, ma sembra possa con- co sugli apparati cardiocircolatorio (ipertensione, tachicardia,
trollare l’attivazione di altri sistemi di produzione di neuro- aumento del consumo di ossigeno), respiratorio (diminuzione
peptidi. A tale proposito una caratteristica interessante dei della clearance mucociliare, ipoventilazione), gastrointestina-
fenomeni neuroplastici che avvengono nel corno dorsale del le (anoressia, ipodipsia), neuroendocrino (ipercortisolemia),
midollo spinale è l’alterazione della produzione di neurotra- immunitario (depressione, ritardo della cicatrizzazione), mu-
smettitori: il dolore che persiste per diversi giorni determina scoloscheletrico (ridotta mobilità) e, non ultimo in importan-
l’aumento della produzione da parte dei terminali in entrata za, comportamentale (ridotta interazione, aggressività).
nel midollo di neurotrasmettitori con azione pronocicettiva Il dolore cronico e neuropatico, come gia detto, risponde
(sostanza P, neurokinine, prostaglandine, tirosina kinasi, in modo poco soddisfacente agli analgesici convenzionali
CGRP) e dei loro relativi recettori. L’effetto finale dell’alte- (FANS, oppioidi), pertanto qualora il paziente non dimostri un
razione della produzione e della liberazione di neurotra- significativo miglioramento della condizione clinica, si può ri-
smettitori e della riorganizzazione delle sinapsi nel corno correre a terapie meno “convenzionali”, quali la somministra-
dorsale del midollo spinale è un dolore autosostenuto, afina- zione di bloccanti del recettore NMDA (ketamina, destrome-
listico, che si estende oltre l’area dell’insulto primario e non torfano), la gabapentina (registrata per il trattamento del dolo-
che persiste oltre la durata dell’insulto. Per scatenare questi re neuropatico in medicina umana), oppure l’infusione di li-
eventi il dolore deve estendersi per molti giorni o settimane. docaina, che stabilizza le membrane cellulari. Considerando
Il recettore NMDA interagisce anche con la modulazione le conoscenze attuali ed i farmaci disponibili, l’approccio me-
del dolore esercitata dagli oppioidi. L’aumento del calcio in- no convenzionale dovrebbe essere riservato, a mio avviso, ai
tracellulare legato all’attivazione del recettore NMDA attiva pazienti che ne possano derivare il massimo beneficio, piutto-
enzimi proteina-kinasi che alterano lo stato di fosforilazione sto che non riscontrare alcun beneficio e dedurre che tali tera-
del recettore per gli oppiacei, determinando tolleranza. È pro- pie non debbano essere utilizzate. Per ora il miglior modo di
babilmente per questo motivo che il dolore cronico risponde prevenire le modificazioni del SNC indotte dal dolore è una
in modo poco soddisfacente alla terapia con oppioidi. La efficace analgesia locoregionale, eventualmente associata alla
somministrazione di oppioidi per il trattamento del dolore è somministrazione di FANS ed oppioidi.
in grado, in modo simile, di attivare le stesse kinasi e quindi
diminuire l’efficacia del trattamento analgesico. Il metadone
sembra differenziarsi dagli altri oppioidi in quanto è in grado Bibliografia
di attivare il recettore per gli oppioidi (OR3), ma allo stesso
tempo blocca il recettore NMDA, ritardando l’insorgenza Flecknell P, Waterman-Pearson A. (2000) Pain management in animals. WB
Saunders, Londra
della tolleranza. Il fascino teorico di questo concetto diviene
Loeser J.D. (2003) Bonica’s Trattamento del dolore. Antonio Delfino Edi-
interesse pratico nel momento in cui si considera che l’infu- tore, Roma
sione di oppioidi potenti (fentanyl, remifentanil) determina Petersen-Felix S., Curtarolo M. (2002) Neuroplasticity- an important factor
l’insorgenza di tolleranza nel giro di alcune ore. in acute and chronic pain. Swiss Med Wkly; 132, 273-278
La riorganizzazione del midollo spinale determina, se Woolf CJ, Costigan M. (1999) Transcriptional and posttranslational plasti-
city and the generation of inflammatory pain. Proc Natl Acad Sci, 96,
non trattata, una riorganizzazione della corteccia cerebrale.
7723-7730.
È questo il caso del “phantom limb” o del dolore neuropati- Rabben T, Skjelbreb P, Oye I (1999) Prolonged anlagesic effect of ketami-
co determinato dal danneggiamento di un nervo periferico. Il ne, an NMDA inhibitor, in patients with chronic pain. J Pharmacol
nervo danneggiato va incontro a persistente depolarizzazio- Exp Ther, 289, 1060-1066
ne e determina alterazioni nel midollo spinale (allargamento Okamoto M et al (2001) Functional reorganization of the sensory pathways
in the rat spinal dorsal horn following peripheral nerve injury. J Phy-
dei campi recettoriali, sommazione temporale). Lo stesso
siol, 532, 241-250.
avviene a livello corticale, ove l’area che rappresenta la par-
te innervata dal nervo danneggiato si allarga progressiva-
mente ed il dolore si estende quindi ad aree adiacenti o, nel
caso dell’arto fantasma, inesistenti. Indirizzo per la corrispondenza:
Per valutare l’impatto clinico di tali fenomeni non è ne- Federico Corletto c/o Animal Health Trust
cessario chiedersi se gli animali manifestino la sindrome Lanwades Park, Kentford, CB8 7UU, Newmarket, Suffolk, UK
dell’arto fantasma, piuttosto è sufficiente pensare ad una e-mail: fcorletto@yahoo.it
116 48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Caso dermatopatologico
Luisa Cornegliani
Med Vet, Milano
Antonella Vercelli
Med Vet, Ces Derm, Torino