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capacità a riprodursi
Probabilmente all’inizio si trattava di commensalismo, cioè il proto-cane viveva e
si riproduceva
in maniera selvatica, ma usufruiva dell’ambiente creato dall’uomo e si nutriva
anche dei suoi avanzi.
Già questo era un vantaggio, perchè i cani tenevano puliti i villaggi, svolgevano
il compito di spazzini
e probabilmente davano segnali di allarme. Gli abitanti dei primi insediamenti
umani potevano così dormire
tranquilli e riposarsi prima di affrontare la caccia, perchè erano i cani
responsabili nell’avvisare di
eventuali pericoli.
Dai primi gruppi etnici si sono via via differenziate le razze, spesso
esclusivamente per l’intervento
operato con la selezione artificiale da parte dell’uomo. Ecco perchè i cani
appartenenti ad una stessa
razza, mostrano caratteristiche morfologiche molto simili e peculiarità
caratteriali. Di frequente si
sente parlare di “caratteristiche di razza”, a volte anche con connotazione
negativa, facendo intendere
che alcuni comportamenti sono determinati geneticamente e, per questo, non
modificabili. Ovviamente questo
non sempre è vero, le caratteristiche di razza sono per lo più una sorta di
predisposizione genetica ad un determinato range di comportamenti, ma non è
assolutamente detto che tutti i cani della stessa razza debbano mostrare gli stessi
comportamenti. Ogni individuo è sempre diverso dagli altri, ha sue peculiarità e
una personalità che dipende, oltre che dalle caratteristiche ereditate
geneticamente, anche dall’ambiente in cui vive, dall’educazione ricevuta, dalle
esperienze di vita.
CHI TROVA UN AMICO... Questa forma di aiuto risultò cruciale per la sopravvivenza
dei nostri antenati.
E il legame con i cani non fece che rafforzarsi ulteriormente. Uno studio
giapponese pubblicato proprio
in questi giorni su Science rivela l'arma definitiva che i cani utilizzarono per
fare breccia nei cuori umani: l'ossitocina.
NO SGUARDO CHE PARLA. Secondo Takefumi Kikusui, etologo dell'Università di Azabu a
Sagamihara, Giappone,
i cani sarebbero riusciti a fare proprio un meccanismo tipico del legame tra madri
e figli: quello per cui,
fissandosi negli occhi, si stimola la reciproca produzione di ossitocina, un
ormone che rafforza la reciproca
fiducia ed empatia e aiuta a capirsi anche in assenza di una comunicazione verbale.
Questa capacità avrebbe
aiutato i cani a legare con gli esseri umani, e sarebbe uno dei motivi che ci
spinge a definirli ancora
oggi parte integrante della famiglia.