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Questo approccio analitico, parte dal presupposto che la musica sia un processo a

evoluzione
lineare. Secondo Rudolph Réti, un compositore non parte da uno schema teorico, ma
da un
motivo suscettibile di espansioni e trasformazioni continue; trasposizioni,
reiterazioni, parafrasi,
varianti. L’opera che ne risulta può dunque considerarsi come una macro-melodia
(thematic song)
costruita intorno a pochi motivi. A sua volta, la stessa successione di motivi
forma un
raggruppamento di livello superiore, una formula tematica caratteristica (thematic
pattern) che
ricorre da un movimento all’altro. Essa si traduce “nell’intelaiatura di tutti i
temi dei vari
movimenti; determina modulazioni, figurazioni e collegamenti; e soprattutto
rappresenta lo
scheletro dell’architettura complessiva” (Réti 1967, p. 94). Nell’esempio possiamo
osservare le
due cellule primarie della Patetica di Beethoven, individuate da Réti mediante
riduzione di tutto il
materiale tematico della sonata agli elementi comuni più persistenti:
3.3 Analisi morfologica
Questo approccio analitico parte dai modelli morfologici comuni a molti generi e
forme musicali.
Tali procedimenti sono riducibili a loro volta a due modelli fondamentali – AB e
ABA – che la
terminologia anglosassone distingue come binary form e ternary form (forma binaria
e forma
ternaria) mentre la terminologia germanica li identifica rispettivamente con il
tipo bipartito e
tripartito della Liedform (forma-canzone): un termine utilizzato per la prima volta
da Adolf
Bernhard Marx (1837-47). Modelli morfologici di dimensioni maggiori sono
considerati come
amplificazioni dell’uno e dell’altro modello base. La forma sonata, ad esempio,
amplificherebbe il
modello binario, il rondò quello ternario. Morfemi musicali sono considerati il
soggetto, il
tema, il secondo tema, ecc. (vedi U.A. precedente).
3.4 Analisi fraseologica (Riemann)
La teoria insiste sul postulato che il modulo debole/forte (da lui chiamato motiv)
sia il
fondamento di qualsiasi composizione. Il motiv è dunque considerato come unità
base, ovvero
come singola unità di energia, che si evolve da una fase di espansione fino alla
sua estinzione,
passando per un punto intermedio di massima intensità. Due unità motiviche in
successione
costituiranno un ulteriore livello strutturale.
Convenzioni grafiche utilizzate da Rieman

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