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OGGETTO GIURIDICO DEL REATO: bene/interesse protetto dalla fattispecie incriminatrice, offeso o messo in

pericolo dalla condotta criminosa del reo.


In base ad esso si distinguono:

• REATI MONOFFENSIVI: per l’integrazione dei quali è sufficiente l’offesa/messa in pericolo di un solo
bene giuridico;
• REATI PLURIOFFENSIVI: reati che offendono/mettono in pericolo più beni giuridici (es. rapina);
• REATI SENZA OFFESA, DI SCOPO, OSTATIVI: reati che puniscono condotte prodromiche alla
realizzazione di altri reati (es. detenzione di armi ed esplosivi).

SOGGETTO ATTIVO DEL REATO: colui il quale pone in essere il comportamento previsto e punito dalla
fattispecie incriminatrice.
In base ad esso si distinguono:

• REATI COMUNI: che possono essere commessi da chiunque;


• REATI PROPRI: che possono essere commessi solo da soggetti in possesso di specifiche qualifiche di
tipo naturalistico (es. l’essere madre, nel reato di infanticidio) o giuridiche (es. l’essere un pubblico
ufficiale);
• REATI MONOSOGGETTIVI: per i quali la fattispecie incriminatrice prevede siano posti in essere da
un solo soggetto, tuttavia ciò non toglie che possano essere realizzati da più soggetti;
• REATI PLURISOGGETTIVI O A CONCORSO NECESSARIO: per i quali è la stessa fattispecie
incriminatrice a prendere, tra gli elementi costitutivi del reato, che siano posti da una pluralità di
soggetti (es. rissa).

CONDOTTA: comportamento umano, oggettivamente percepibile, descritto e qualificato come reato dalla
fattispecie incriminatrice.
In base ad essa si distinguono:

• REATI DI AZIONE (O COMMISSIVI): nei quali la condotta penalmente rilevante consiste in un’azione
positiva, cioè in un “fare” materialmente percepibile che si manifesta nel mondo esterno,
modificandolo attraverso l’offesa o la messa in pericolo del bene tutelato dalla norma (es. furto);
• REATI DI OMISSIONE (O OMISSIVI): nei quali la condotta tipica si identifica in un “non fare”, o, più
precisamente, nell’astensione dal compimento dell’azione giuridicamente doverosa che il soggetto
aveva la possibilità di realizzare (es. omissione di soccorso);
• REATI A CONDOTTA MISTA: nei quali per l’integrazione della fattispecie incriminatrice, è richiesto il
compimento sia di un’azione che di un’omissione (es. insolvenza fraudolenta).

AZIONE: movimento corporeo, oggettivamente percepibile, diretto a modificare il mondo esteriore


attraverso la lesione o messa in pericolo del bene tutelato dalla norma.
In base ad essa si distinguono:

• REATI A FORMA VINCOLATA: nei quali la fattispecie incriminatrice descrive specifiche modalità, e
talvolta addirittura i mezzi, con cui deve essere posta in essere la condotta produttiva dell’evento
tipico;
• REATI A FORMA LIBERA (O CAUSALMENTE ORIENTATI): nei quali è sufficiente che l’azione sia
causalmente idonea a produrre l’evento, risultando indifferente per il legislatore le modalità con
cui la stessa si manifesta (es. omicidio).
OMISSIONE: comportamento inerte, meramente passivo, “non fare”.

• REATI OMISSIVI PROPRI (O DI PURA OMISSIONE): consistono nel mancato compimento, in presenza
della situazione tipica prevista dalla fattispecie incriminatrice, dell’azione doverosa comandata
dalla norma. Si tratta, pertanto, di reati di pura condotta nei quali il legislatore attribuisce rilevanza
penale a specifiche categorie di omissioni, per la sussistenza dei quali non è richiesto il verificarsi di
alcun evento; le figure reato omissivo proprio sono espressamente tipizzate dal legislatore (es.
omissione di soccorso);
• REATI OMISSIVI IMPROPRI: consistono nel mancato impedimento di un evento che si aveva
l’obbligo giuridico di impedire. Si tratta di reati di evento nei quali il legislatore non attribuisce
importanza all’omissione in quanto tale, ma al mancato impedimento, attraverso l’azione doverosa,
dell’evento tipico indicato dalla fattispecie incriminatrice (art. 40.2 c.p.).

EVENTO: conseguenza dell’azione o omissione in cui si sostanzia la condotta posta in essere dal soggetto
agente.
Si distinguono:

• REATI DI EVENTO: nei quali la fattispecie incriminatrice si perfeziona solo ed in quanto dall’azione
od omissione discenda un determinato evento;
• REATI DI MERA CONDOTTA: che si perfezionano con il semplice compimento dell’azione o
dell’omissione tipizzata dal legislatore.

Con riferimento ai rapporti spazio-temporali che possono intercorrere tra condotta ed evento si
distinguono:

• REATI AD EVENTO DIFFERITO: quando l’evento segue a distanza di tempo la condotta;


• REATI A DISTANZA: nei quali l’evento si verifica in un luogo diverso da quello nel quale si è svolta la
condotta (es. ingiuria telefonica);
• REATI AD EVENTO FRAZIONATO: nei casi in cui la verificazione dell’evento non si esaurisce in un
unico momento, ma si fraziona nel tempo.

PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ: impone che siano punite soltanto quelle condotte che ledono o mettono in
pericolo il bene giuridico tutelato dalla norma.
Si distinguono:

• REATI DI PERICOLO CONCRETO: per la sussistenza dei quali la situazione pericolosa, espressamente
tipizzata dal legislatore, deve realmente esistere, in quanto elemento costitutivo della fattispecie
incriminatrice;
• REATI DI PERICOLO ASTRATTO O PRESUNTO: nei quali la situazione di pericolo non è requisito
esplicito della norma incriminatrice, ma è ritenuta insita nella stessa condotta tipica in base ad un
apprezzamento condotto dal legislatore sulla base di regole di comune esperienza.
Si distinguono:
1. REATI DI PERICOLO CONCRETO: quando la ricorrenza della situazione pericolosa,
espressamente tipizzata dal legislatore, è requisito della fattispecie (es. art. 422 c.p.);
2. REATI DI PERICOLO ASTRATTO: quando la situazione pericolosa non è tipizzata dal
legislatore e considerata insita nella stessa condotta incriminata (es. art. 437 c.p.);
3. REATI DI PERICOLO PRESUNTO: nei quali il pericolo non è necessariamente implicito nella
condotta, poiché nel momento in cui essa viene posta in essere sarebbe possibile accertare
l’esistenza o meno delle condizioni per il verificarsi dell’evento (es. art. 423 c.p.)

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