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scons eT Rassegne | | Per una riflessione di genere sulla teoria | della letteratura* { di Monica Cristina Storini 1 Teoria della letteratura e saperi delle donne endo un discorso sulle opere leterarie che mette I'accento sull'esperienca della lettura, che descrve, interpreta, valuta il senso e l'efferto che j le opere hanno sui (buoni)lettori, ma non tali da essere necessariamente compe- i tent o professionisti [1 ‘Con storia letteraria intendo invece un discorso che insite su fattori esteri alle sperienza di lettura, ad esempio sulla concezione o sulla trasmissione delle opere, 0 su altri clementi che in generale non interessano chi non é specialist (.}. A volte si contrappongono critica e storia letteraria come un procedimento intrin- seco € un procedimento escrinseco: Ia critica si applica al testo la storia al contesto (ud. Le critica letteraria enuncia proposizioni del tipo: «A & pi bello di Be, men- tre la storia letteraria afferma: «C deriva da D>. Luna mira a valutae il testo, Pl tta.a spiegerlo, 1Lateoria della letteratura exige che i presupposti di tai affermazioni vengano espli- destinate degli uomini a ser~ virsi dei segni linguistic’ non); e dall'altra perché le donne, sempre riguardo allo. 0 corpo, Sono servite esse stesse da segni (certamente nelle strutture della parente- Ja, dove erano segni difertilita, ma anche nella prostituzione e nella pornografia do- ve erano segni di erotismo)*, Dunque: non solo tutto pud essere segno dotato di senso in un determinato si- stema sociale ¢ culturale, ma diviene anche necessario porsi la questione del soggetto produttore di segni, della sun modalia/possbilita di accesso al pro- cesso di significezione, di come il segno che lo “traduce” nella semiosi venga utilizzato. In questo modo le questioni relative alla relazione fre significante e significato (il significante “donna” quale significato tealizza e ha realizzato nel segno “donna”?) venivano immediatamente legate a un'altra tematica fonda- mentale, quella della relazione tra signficante,significato e materialita del re- ferente (corpo, appunto), del suo processo di simbolizzazione nell’enunciato da parte di un locutore materiale: la teoria dell enunciato disincamna Venuncia- zione, non ne tiene conto, non si pone domande sulla reificazione del corpo, anzi non Je contempla e non le pud contemplate fra le sue finalitd”, essendo vincolata alla presunta “oggettvita” del messaggio prodotto, In misura ancora pit complessa questo valeva anche per la semiotica letteraria, allinterno della quale la concezione dei testi letterari come luogo dela stratificazione di pi si stemi di segni otteneva una sorta di myse en abime della mancanza, ripetendo- si quest'ultima a ogni livelo testuale identificato ¢ identificabile. ‘Mentre poneva in discussione l'opgettivit, la neutralita ¢ l'universalita del discorso scrittoe letterario, denunciando le forme con cui le donne sono mar- cate nelle grammatiche delle lingue, la misoginia delle immagini che le rappre- sentano ¢ la parzialita occulta delle procedure valutative che Ie escludono dai canoni letterari, V'atraversamento della letteratura attuato dall’esperienza di {nterpretazione delle donne ha dichiarato anche la necessita di collocare al cen- tro dell'analisi dei processi di significazione le differenti modaliti con cui uo- ‘inj e donne percepiscono e pensano il sale. La sessuazione del linguag compreso quello letterario — ha spostato cosi attenzione dal segno, dal suo funzionamento in relazione ad altri segni, dal meecanismo costruttivo e dalle regole del gioco inverate dal testo, alla matrice generativa della semiosi (lete- raria), E se questo ha determinato una feroce ~ ea volte plateale - critica al fal- Jocentrismo della cultura occidentale, ha perd comportato anche un'istanza di (e prodorto una) maggiore conoscenza di cid che forma e di cid che avrebbe otuto formare la etteratura di primo grado, dei criteri con cui stata creata, 16. Iv, pp. 6-7 (cosivi nel testo) 17, Lo ha osservatosopratutto P Viol, Linfintosngolare. Cosideraziont sulle diferen- 2 sessuali nl linguaggio, Essedve Edizion, Verona gt 38. Cle Olrecanone. Per una cartogrfia della srtursfemminile, «cuca di A.M. Ctispi- ‘po, Manifestolbr, Roma 2003 ¢ la recensione di Serena Sapegno in"Dul",n. 60,2003, Pp. 68, 85 analizzata e vagliata, della materialiti, per cosi dire, operativa di produzione e consumo della letteratura stessa. Su questa strada la critica femminista si im- messa catica non solo del patrimonio gnoseologico che le fornivano lo struttu- ralismo c a filologia, ma anche dell’eedita metodologica dello storicismo~so- prattutto di quello di origine marxista -, per sua natura eminentemente an- tiformalsta, sensible alle modalita con cui i test letterati riflettono gli aspetti storici e ideologici, i sistemi di pensiero delle classi dominanti i diversi assetti politici e sociali interni a un determinato contesto. L'attenzione a come le ope- re letterarie significano le relazioni di potere fra soggett politcirichiedeva sol. tanto di essere corretta e integrata con la presa in carico anche dei rapporti di dominio fra i sessi. Misembra evidente la natura ironico-parodica di quel soltanto: unitaall’ana- lisi delle forme in cui altr tipologie di dominio sono inglobate ed espresse nelle opere d'arte, la decifrazione del codice con cui viene resaladialetticasessualeba immediatamente rovesciato le gerarchie tradizionalmente considerate proprie del processo di simbolizzazione/significazione interno al linguaggio letterario, imponendosi, nel contempo, per prioritae trasversalit2. II resto & apparso cost inscrivere nella sua semiosinnanzi tutto le dinamiche di potere fra sess, sia ali velo superficiale che profondo. Questa la domanda e~ contemporaneamente ~ la risposta che scaturivano dalla paziente e continua opera di scavo a cui parte della critica e dela ricerca delle donne ha sottoposto (e sottopone) quanto écu- stodito nei fondi archivisticie bibliotecari pubblicie privati ‘Anche in questo caso, mi sembra, la corsezione metodologica operata dalla prassi interpretativa delle donne finisce per rivelare la riduzione operata dai ~ eT'incompletezza fuorviante dei sistemi teorici adottati, nei quali, ancora una volta, la critica letteraria femminista non ha potuto pet fortuna — dissolversi. 3 Le donne ela differdnce Legere cid che non @ stato ancora letto, conoscere cid che non @ stato prima conosciuto dice qualcosa anche su cid che, al contrario, & sempre stato letto € ‘conosciuto, Soprattutto sul perché questo sia accaduto. In atre parole, pone la differenea come criterio euristco. ‘Tuttavia c'8 diversita fra questa differenza e quella «differance» che veniva definita, innanzi tutto, dalla filosofia di Jacques Derrida, ea cui pure parte del- la critica femminista ha guardato ¢ tuttora guarda, soprattutto in alcune delle sue componenti di ispirazione francese. E. omprensibile il fascino derivante peril pensiero delle donne dal posizionare il concetto di differenza alla base del linguaggio e dell'intero sistema semiotico-culturale che da esso scaturisce ‘Anzi, meglio ancora, la nozione di differdnce che, come la nuova grafia france- se cerca di sottolineare, @ al contempo cid che si definisce per differenziazione dae che® prodotto di deferimento, di spostamento verso altro. Il senso di que- sta affermazione risulta pid chiaro se ci collochiamo, innanzi tuto, a livello del linguaggio: ogni segno, ogni unita di significazione linguistica, @ in stretta di- 86 < pendenza con una serie di differenze, innanai tutto con i contrasti fonematici (come voleva Saussure), ma anche, piti complessivamente, con un’intera serie di catene di differenziazioni di volta in volta istituite con sinonimi, parole ap- partenenti alla stessa famiglia, alla stessa classe o alle classi che vi si oppongo- 1no, con termini dello stesso genere econ quelli di tutti gli altri generi che a es- 50 si affiancano e cos via, in un processo di significazione in cui le scelte pon- gono delle differenze e spostano, contemporaneamente, il significato, gene- rtando una sorta di instabilitd semantica: se infati il prodotto dell’enunciazione porta inscritt in sé anche cid (tutto cid) che poteva essere e non é stato enun- ciato, la differenza si trova in una sorte di sospensione che non la rende né in ato né in potenza, né del tutto presente né completamente assent La funzione ele final pratiche e pragmatiche nella comunicazione quoti- diana annullano il gioco delle differenze, ma si pud avere un'idea dell infinita possibilita di significazione proprio nei testi leterar, in cui il linguaggio figu- rato lavora soprattutto sull'arbitrarieti del rapporto fra simbolo e referente, evocando un referente con un altro”. L'immagine che ne scaturisce & quella di un testo frutto della compresenza a tutiilvelli di una serie di relazioni diffe- renziali ~ attuate e potenziali, palesi o nascoste, dichiarate o presupposte — fra i segni che ne codificano il messaggio. Linterpretazione si applica cos) a de-co- struire Vopera letteraria, individuandone i pre-supposti espliciti ed esplicitati, ma molto pid spesso implicit e implicati in essa presenti, Si tratta di una sor- tadiverae propria messa in crsi del testo, di una sua de-stabilizeazione rispetto una forma data, cristallizzata, oggettivamente e chiaramente definita e defi- nibile, diun de-centramento, cio® di uno spostamento dell attenzione analiti- ca dal centro del testo, da cid che si ritiene evidente e auto-evidente, verso il margine ¢ la marginaliti di cid che é solitamente soppresso, vale a dire verso «de infinite possiblit,il “gioco libero” dei significati. Ogni decostruzione apre se stessa ad un’ulteriore decostruzione»”, poiché la catena di significazione & potenzialmente infinita. Mi sembrano facilmente identificabili i punti di interesse comuni che pos- sono allacciarsi fra decostruttivismo e pensiero delle donne: innanzi tutto la messa in crisi del concetto di opposizione binaria che Saussure poneva fra cid che & presente in un enunciato (i segni im praesentia, sulla catena sintagmatica che costituisce la frase) e cid che & assente (i segni i absentia, sulla catena pa- radigmatica della relazione che ciascun segno della parole istituisce con gli al- Uti che formano il serbatoio lessicale della langue), per sostituirvi una visione decisamente pit complessa dei rapporti inter ed extra-testuali. Lassunzione del concerto di differenza come matrice originatia del signifi- cato — che si sviluppa dalla visione gi saussuriana e strutturalista del linguag- gio come “rete economica di differenze” ~ permetteva di inscrivervi allinter- rho anche quella che per le donne appariva e appare come la dfferenza pili ope- rativa nel processo di significazione del simbolico occidentale e, cig la diffe 18. CJ. Culler, Sulla decostruzione (3983), Bompiani, Milano 1988. 20. K, Wales, Dizionario di stilitca (1985), Sansoni, Firenze 1993, p15 7 remza sessuale. La de familiarizzazione della percezione del simbolo stesso, sot- tratto a quello che gia lo strutturalismo e il formalismo avevano indicato come Vautomatismo della percezione, rivelava nuovi e inattesi aspetti dell'esperien- za, tichiamando in tutta la sua evidenza 'empiria della prassi creativa e il mol- tiplicarsi della differenza nelle difference dei vissuti, a partire dalla differenza biologica per arrivare al concetto di differenza/dfferenze di genere, Tn questo modo trovava una cornice di referenza ~ secondo il termine che Barthes preferiva a quello di codice simbolico ~ anche la sfida che la pratica analitica delle donne veniva sferrando contro Portodossia critica, investendo temi particolarmente significativi, come il rapporto fra scrtto e parlato, la na- tura stessa del linguaggio come sistema di segni, a nozione di lingua lerterara, fino a modificare profondamente le finalitae gli esti ella stessaattvit inter- pretativa. E pur tuttavia, ecco che la segnalazione delle qualita di linguaggio figurato propria della comunicazione out courte non come privilegio del codice let- teratio -, oppure la traduzione dellintertestualita in gioco di significatidisse- minati lungo le fonti del testo, o ancora la dissoluzione dei confini fra discorso letterario e altri tipi di discorso, si muovono fra le pieghe di una rflessione che, mentze li aequisisce come dati imprescindibili, si libera anche dalle scomode aporie, Precisa, allora, che se @ sicuramente vero che la letteratura attinge da- ali idiolett e dall'esperienza pragmatica di ogni singolo/a scrittore/scrittrice, & altrettanto vero che & innanzi tutto con leredit letteraria ¢ con quegli insiemi special di simboli (che i diversi domini evolvono all'intemno di una data cultu ra) che 'autore e 'autrice debbono fare i conti. Insomma, la critica femminista sottolinea fortemente che quellarbitrarietd e quelle relazioni differenziali che governano il gioco dei segni giungono alla semiosie alla scrittura individual gia elaborate, tradorte in un simbolico che struttura preventivamente le diff renze, secondo significati, categorie, meccanismi di potere di dominio inter- ni al sistema culturale di appartenenza, che nella sua declinazione occidentale 2 essenzialmente maschile, patriarcale ed eterosessuale. Questo dato non inve- ste solo la differenza sessuale, ma tutte le differenze che delineano i soggetti, le identita individuali dei Vintera differenza di genere*. Con una differenza e un’arbi wva, insomma, forse senza sa- perlo veramente, il decostruzionismo post-strutturalista, senza denunciarne intima natura, senza disincrostarle dalle loro pretese di universaliti, neutra- litd e oggettivita, senza, in una parola, assumerle, Non é certo mia intenzione avanzare crtiche e perplessita circa le conse- guenze che scaturiscono dai presupposti di questa prassi interpretativa ~ criti- che e perplessiti che meglio e con maggiore dovizia di particolari sono gia sta- te avanzate da altri in altri luoghi -, non ultime quelle che tendono a sottoli- neare come il decostruzionismo in fin dei conti finisca per aver bisogno pro- 21, Peruna definzione di genere e differenza di genere, cf, Piccone Stell, C. Saraceno, Introduzione. La storia di un concetto edi un dibatito, in Genere. La cosirazione sociale del fem- nile e del mascbile,a cura delle tess, il Mulino, Bologna 1996, pp. 7-38. prio di quelle fondamenta che cerca di scalzare e di una referenze stabilita ~ collettivamente e socialmente — per quei termini cui ricorre, compreso quello di differenza. Tuttavia, c'é qualcosa che non pud non andar stretto al discorso delle donne in una categoria di differenza cosi concepita, ed é essenzialmente il fatto che le scelte sistematicamente differenziate e differenzianti su cui essa si basa finiscono con I'essere sempre contrast intern’ al sistema linguistico ¢ te- stuale, quindi, a /oro volta, operazioni fra segnie simboli del codice, E vero che affermare che i rapporti tra significante e significato sono instabili, e che que- stultimo é indeterminato e difficile da afferrare, metteva in crisi uno dei prin- conoscenza del testo —> esperienza del Vautrice empirica— esperienza dellinterprete. Primo esito di quest'imposta. zione interpretativa & stato senz’sltro quello di recuperare alla tradizione lette- 42. Spetta a Kate Milet, come riconosciuto git da Jonathen Culler (On Deconstruction: Theory and Criticism after Strcturalism, Comell University Press, Ithaca1982) i merito di aver spostato'atienzione del pensieroe dellanalisifemminista verso ato ela pratica della lett, 43.C. Dematia, Teore di genere. Femminismo, critica postcolonale e semiotce, Bompiani, Milano 2003, p. 74. 44. Cit. A. Santoro, Introduzione alla Guida al Caralogo delle srittura femninile italiana a stampe presente ne’ fonds libra della Biblioteca nazionale di Napoli, a cura di A. Santoro, Am 'ministeazione Provincale-cPe, Napoli 1990, pp. 5-10. 95 raria le scrittrici dimenticate, di rompere il silenzio storiografico, legato allas- senza della ricezione, alla carenza di una tradizione a stampa e cosi via. Ma, svi- luppando le suggestioni derivanti dalla riflessione teorica sull'interazione fra esperienza dell’autore/autrice ed esperienza del lettore/lettrice ~ quindi dal Fuolo agito dal? esperienza e dalla relazione fra esperienze -, mi sembra sia pos- sibile fare un ulteriore passo: chiedersi, cio’, come si possa evitare il rischio di risolvere lesperienza nella sua pura nominazione, come essa possa continuare a mantenere, all’interno del sistema testuale, i legami con il corporeo, con il simbolico a ¢330 legato, con limmaginario, con il vissuto. Credo che da questo specifico punto di vista alcune utili categorie a cui ricorrere possano derivare dalla filosofia femminista propriamente detta e in particolare dal concetto di posizionamento - sviluppato da Adrienne Rich ~ e da quello di saperi situati — celaborato da Donna Haraway. I primo fa suo il concetto di genere — che abbiamo pid sopra brevemente ricordato ~ ¢ sottolinea come il fatto di tenere presenti le differenze significhi sostanzialmente esplicitare, ¢ nel contempo basare, le proprie esperienze co- noscitive e di produzione di senso sul contingente che caratterizza il soggetto riginario; significa assumere il - vale a dire essere consapevoli del —luogo da cui si parla, conoscendolo come punto prospettico che pud configurarsi come Jogo di potere e, dunque, sempre passibile di divenire spazio da cui si defini- ‘scono ¢ si impongono gli universali, i canoni, le regole e i modelli e, conse- guentemente, le marginalita, le “anormalita”, gli scart, le devianze dalle nor- me, Per owviare a questo tischio, sarebbe al contrario auspicabile definire ogni volta il proprio posizionamento, a partire dal quale si guarda agli altri soggetti. Il sapere sitwato collega all'assunzione del posizionamento, al riconosci- mento della contingenza, Vesistenza sempre ¢ comunque nell’operazione di configurazione o di ri-configurazione dei saperi — proprio in virvii di questa assunzione ~ di una prospettiva parziale legata a un luogo, a una posizione e una collocazione — geografica, antropologica, culturale, storica ecc. ~ specifi- che. Il sapere situato & quell'atto conoscitivo che vede le differenze partendo innanzi tutto dalla propria differenza, declinandola, presentandosi come par- siale e non universale ¢ facendo di questa parzalia il punto di forza per guar. date alle alte. Dal sapere situato nei cotpi, in quel punto di vista limitato, non interessato a cercare né a coincidere con il mito di una divinita che vede ognt cosa da nes- sun luogo, scatutisce cosi la possibilita di una visione infinitamente mobile, ca- pace di attuare il paradosso ~ tale solo in virti di una duale contrapposizione aprioristica fra parzialitt e universalit’ — consistente nella convinzione che esclusivamente adottando una prospettiva parziale si pud ottenere una visione oggettiva, Soltanto se il sé soggetto di conoscenza &— si pensa e si vede = par- sale, &capace di unirsi a un altco soggetto per vedere insieme senza pretendere di essere un altro 0 tutto Paltro possibile’, 45.Sidviene cost sogget een, seconde la iguazione propesta da Teresa de Lauze- tis Goggeti eccentric, Felrineli, Milano 1999). 96 be 4 cata Non si tratta di un’affermazione di principio. B piuttosto la matrice di un‘assunzione di responsabiliti, che, per quanto mi riguarda, si pud innansi tuto riassumere nell’atto di accorgersi che nel processo di letturae di acquis ione dei dati ¢ delle informazioni, nellimpiego e nel'applicazione degli stru. ‘menti e dei metodi, nel!interpretazione degli esti, il sapere ~ anche quello let. terario ~& prodotio da luoghi specific , quindi, sempre situsto. Significa po. stulare una critica consapevole, innanzi tutto, del proprio “posizionamento” ¢ prevedere un percorso di lertura non lineare, non teleologico, ma continue. ‘Mente attraversato da nuovi incroci e rimandi. A queste modalita non si sottrae ~e non deve, secondo me, sottrasi quel- Vatto dilertura specifico che é la praticacrtico-interpretativa, L'apparente ov. vieta di questa constatazione decade allorquando si rifletta sulla dimensione “politica” di tale atto ermeneutico, ripensato alla luce dei saperi delle donnes 11 “posizionamento” o,“collocazione”,infat, non @ una posizione che il sopgetto fissa ¢ definisce da sé. E un teritorio spaziotemporale condiviso e costruito collet. tivamente, occupato insieme ad altri [..]. Le *poitche dei posizionamenti” sone cartografie del potere che poggiano su una forma di autocttia, di ertco e gence logico racconto di sé; sono relazionali e dirette allesterno. Cid significa che | reso. conti *incarnati” lluminano e tasformano la nostra conoscenza di noi stesse e del ‘mondo. Ecco perché i testi ele esperienze delle donne nere fanno si che noi bian- che vediamo ilimiti delle nostre collocazioni, delle nostre verithe dei nostri discorsi, M sapere femminista & un processo interativo che porta allo scoperto aspet della ‘ost stessa esistenza, in particolare della nostra stessa implicazione con il potere, che prima non avevamo notato. Per usar il linguaggio di Deleuze, eso ci “deters! ‘orializza”; ci estranea dal familiare,dall'intimo, dal noto luminandod dall'ester. no; secondo le parole di Foucault, si tratta di micropaltica e comincia dal sé inca rato. Le femministe, per, lo sapevano ben prima che Foucault o Deleuze lo too. rizzassero nella loro filosofia. 1 posizionamento diviene una “politica” in virti di un atto collettivo che lo fonda ¢ lo nomina,allnterno di un insieme, di uno spazio che non si occupa singolarmente o individualmente, ma unitamente ad altri soggett. Bun luose Parziale differenziale, fatto ciot di pitt parzialitae differenze che si lumine, no reciprocamente, rendendosi visibili e rendendo visibili altre potenzialita ¢ diffcrenze, prima insospettate e insospettabili. Diviene pertanto un ferriforio fatto di relazioni interne e rapport di potere, traducibile in una mappa, ome. slio, in una cartografia, che ne &, insieme, immagine e atto interpretativo la car. ‘ogrefia tappresenta, infatti, una dimensione descrittiva dei cambiamenti in corso in un determinato momento storicom. A6.R Bruidott, In metamorfri. Verso una teoria materialist del divenie 2002), a cura di M. Nadow, Feltrneli, Milsno 2005, pp. 22+. 47. Uso cartografia, nell accezione proposta da Rosi Braidott: il primo passo vers l ‘kfinisione dela sopgcrivit deve essere una specie di cartograia personalieats che aecle¢ Simultancamente slega i rapport di potere concentrati sul soggetto come entith corporea. E ‘nsomma una forma colletva di narrazione poltico-personale, una genealogia decoctrttva 97 Wi desiderio/i di colei/colui che legge dovrebbe/to individuare i; desiderio/i di colei/clui che ha scrit:& sulla matrice del ato interpretativa e eaeenen dung, che si gioca a possbilita del dialogo, del confronto e del confines no il testo letterario, Si tata di un vero ¢ proprio smantellamento del mito della neutral in. tcllettuale della prassiermeneutia, A eso si sosttuisce un atteggiamenne at likco che manca di qualsasi dogmatismo e che a a capaci di menens tinaamentein discussione; che incrocialiberamente diversi saperi digg j¢ diverse culture ec, facendo propria una curios e una stumen tarp Piamente nterdsciplinare, che coniuga Ianalisi delle condizioni di suber Zione di oppressione delle donne con un‘alta vena di creativita¢ di imencine attraverso un processo di ibridazione, che ridefinisce € supera di Volta in volta ‘confini dell oggertivoe del sopgettivo, de definitoedelindetinieg in. ta di contattazione di ci che si configura come sapere, conoscena ors sae perla quale la cultura anglosassone e angloamericana hana0 adotate | mine di gueer®, : La mesa in ato del pensero ede linguaggio che cos sideterming non pu on modificare profondamente anche i testo che ne seaturisce, fing g se nize anche il sgyo teorco un prodotocreativo, poiché&lacreatvah neh Tespressione e quell attuazone del desiderio che consent attiva le rey noe medesima. Non a caso la critica femminista parla dinarraione e di narra La narrasione 2, ifati, sempre imperfeta e pariale, ma non caotcn, non te ca un senso, diviene i diversi significati che il desiderio del soggetto che costruisce sul desiderio del soggetto scrivente. E la forma che consente di sc +e dai dualismi,assumendo l strurtara del desidevio come forza generat. linguagsio ¢ del genere: producendo non un linguaggio comune, ma wi

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