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La Divina Commedia

Introduzione e motivazione dell’opera:

La Divina Commedia, è il grande capolavoro di Dante Alighieri, conosciuta perfino a livello globale.. È
un’opera molto completa, varia e ricca, e presenta anche una complessità (linguistica, letteraria e strutturale)
che però non le impedì di divenire conosciuta tra il culto popolare. La Commedia risponde alla cultura del
tempo, quindi molto legata a Dio, infatti Dante scriverà quest’opera perché crede di essere stato investito da
Dio, e ritiene di essere stato scelto per portare il suo popolo alla salvezza, poiché l’uomo (lui compreso) è
immerso nel peccato ed ha perso la retta via. Dante aveva secondo gli studiosi già preannunciato la
composizione di una nuova opera, alla fine della Vita Nuova (scrive di aver avuto una visione, nel quale
vide un migliore modo/contesto per trattare di lei). Da qui parte il progetto di cantare lode di Beatrice in un
universo senza confini, quello dei tre regni oltremondani (Beatrice verrà collocata nel paradiso).

Il Genere letterario:

Il vero titolo dell’opera assegnato da Dante fu Commedia (per l’accostare termini elevatissimi e termini
quotidiani), l’aggettivo Divina (per alludere al suo contenuto) è stato attribuito da Boccaccio La Commedia
è un’opera difficile da definire per il genere letterario, ma generalmente viene indicata come “didattico-
allegorica”. Didattico poiché ci vuole donare un insegnamento, mentre allegorico poiché l’allegoria è la
chiave di lettura dell’opera. Tra i diversi stili esposti da Dante nel suo secondo libro del De Vulgari
Eloquentia, l’opera appartiene ad un genere medio, si colloca nello stile comico. La commedia ha
inizialmente un inizio negativo, ma termina con lieto fine, questa è una tecnica utilizzata nel genere
narrativo. Quindi dire soltanto che l’opera appartiene ad un genere letterario didascalico-allegorico non è
sufficiente, poiché presenta anche delle caratteristiche del genere tragico, narrativo, e della lirica. Proprio
per questo la Divina Commedia viene denominata: “poema totale” poiché presenta diversi generi letterari.

Allegoria: chiave di lettura:

La Divina commedia dovrebbe essere interpretata in modo allegorico. La forma più complessa dell’allegoria
è quella figurale (un personaggio preannuncia un fatto che accadrà dopo o l’entrata di un personaggio),
come ad esempio Virgilio che nell’opera è una figura figurale, poiché nella vita terrena ha incarnato dei
valori che poi vedremo del mondo ultra-terreno. Tramite una lettura allegorica, gli studiosi hanno ottenuto
due interpretazioni della Commedia.

 Interpretazione morale: L’umanità si trova smarrita nel peccato e dovrebbe fare appello alla
ragione e comprendere i propri peccati. Ma l’umanità non essendosi ancora ricondotta alla bontà
nelle quattro virtù cardinali, non potrà essere salva se non giungerà la grazia divina
 Interpretazione politica: L’umanità è smarrita nel disordine civile e non riesce ad uscirne, per
salvarsi ha bisogno di due guide una materiale e una spirituale.

Struttura:

La Divina Commedia è formata da tre cantiche (inferno, purgatorio e paradiso) ed ognuna di essa è formata
da 33 (3 numero perfetti) canti più il proemio, che ne ha 34 canti, per un totale di 100 canti, che nasce dal
multiplo di 3 e da 1, poiché Dio è uno solo, per un totale di 14233 endecasillabi. Ogni regno è diviso in 9
parti. Il metro utilizzato da Dante è la terzina e presenta uno schema di rime incatenato (ABA, BCB,CDC).

Le tecniche narrative:

Il poema si caratterizza per la narrazione, poiché troviamo gli stessi elementi di un testo narrativo, vi è
quindi un narratore ed ecc. Vi possono essere anche più narratori che raccontano le storie: quello di 1º grandi
ovvero Dante e quello di 2º grado ovvero le persone che incontra durante il viaggio nei diversi regni. Molte
volte utilizza il narratore onnisciente, altre quello interno. Quando il narratore è onnisciente la narrazione è
più distesa e lineare mentre quando è interna vi è più tensione, cioè aumenta il patos. Poi sono presenti molti
personaggi e tante tipiche strutture di un testo narrativo.

Spazio e Tempo:

Lo spazio è molto più verticale che orizzontale. Questo spazio è allegorico poiché il cammino di Dante va
dal basso verso l’alto, cioè dalla dannazione alla salvezza. Il tempo è un tempo reale (quello di Dante)
collocato nella settimana Santa del 1300 durante il Giubileo. Vi è anche una dimensione irreale dove il
tempo non esiste, cioè l’eternità dei Dannati.

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