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1 IL CONCETTO DI IGIENE
La disciplina igienistica
Essa è una disciplina che si occupa di promuovere la salute individuale e collettiva. La salute è
incentrata sull’uomo come unità fisica, mentale e sociale. Quindi la salute non è
semplicemente uno stato di assenza di malattia. La condizione di benessere riguarda fattori
individuali i quali non sono modificabili (geni, sesso…) e da fattori collettivi i quali sono
modificabili (ambiente, stili di vita…). La metodologia epidemiologica supporta l’igiene e la
sanità pubblica misurando frequenza, relazione e fattori di rischi. Queste discipline vengono a
supportare la disciplina igienistica per parliamo di una disciplina multidisciplinare.
La salute è vista come fine della disciplina; secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.
La prevenzione è un obiettivo ovvero mantenere un buono stato di salute.
La sanità pubblica è un modello operativo (analisi).
L’igiene è la filosofia di tutta la disciplina. Comprende la promozione e la conservazione della
salute attraverso l’educazione.
L’epidemiologia è una metodologia ovvero una tecnica di studio delle malattie.
La statistica è un modello concettuale con il quale analizziamo gli indicatori di salute.
Gli indicatori sono lo strumento attraverso il quale monitoriamo e valutiamo l’andamento di
un fenomeno.
L’educazione sanitaria
La promozione della salute comporta lo sviluppo delle capacità dell’individuo di scelta e quindi
di poter controllare e migliorare la propria salute. Si cerca di responsabilizzare gli individui per
far recepire l’importanza dell’avere coscienza di cosa significa raggiungere un livello ottimale
della salute.
L’OMS ha come scopo di aiutare la popolazione ad acquisire benessere attraverso i propri
comportamenti e i propri sforzi.
L’informazione sanitaria si intende la trasmissione delle informazioni su come mantenere la
salute ed evitare le malattie (es. campagne sull’HIV).
L’educazione sanitaria intendiamo un processo educativo che ha come finalità la
responsabilizzazione degli individui in grado di acquisire quella consapevolezza che ci rende
sicuri di poter affrontare i problemi e poter cambiare gli stili di vita errati. Ha come scopo far
capire agli individui che i progressi derivano da una propria responsabilità.
Alimentazione e malattie
Vi è una correlazione tra alimentazione e salute:
- I primati preominidi hanno ricavato proteine quasi esclusivamente dai vegetali
consumando pochissimi carboidrati.
- La scarsità di cibo dovuta al raffreddamento climatico ha comportato una dieta a base
di radici, semi, frutta e carne (selvaggina).
- L’attività sociale connessa alla caccia e alla fabbricazione di utensili ha stimolato
l’evoluzione di un cervello sempre più capace di apprendere e sviluppare delle
prestazioni cognitive complesse.
- All’inizio gli uomini assumevano un quarto delle calorie necessarie dalla carne.
- Il passaggio all’agricoltura e all’allevamento ha fatto si che la dieta cambiasse. Si
aumenta quindi il consumo di cereali e una riduzione di frutta e vegetali.
- La produzione di bevande fermentate, alcoliche e della canna da zucchero ha
comportato più patologie: aumento della pressione che ha portato ad un elevato
rischio di sviluppare malattie cardio e cerebro vascolari. La riduzione del consumo di
vegetali ha aumentato il rischio di sviluppare tumori.
- L’industrializzazione dei processi di produzione del cibo ha permesso l’accesso a tutti
agli alimenti ma ha ridotto il consumo di fibre.
- La vitamina C in passato ha causato una malattia chiamata scorbuto ed era dovuto al
fatto che si consumava poca frutta e verdura.
- Nel corso dell’evoluzione umana si è registrato un aumento delle dimensioni del
cervello e quindi è diventato necessario reperire l’energia tale da poter far funzionare
un organismo che nel corso del tempo si è triplicato. Ciò è stato possibile anche grazie
all’accorciamento dell’intestino in quanto il cervello ha accesso ha una parte di energia
che prima era utilizzata dall’intestino.
- L’aspettativa di vita inizialmente non superava i 30 anni.
I fattori di rischio sono caratteristiche, situazioni, sostanze che risulta essere associato in
maniera costante a malattie. È utile rendere consapevoli le persone di tali fattori per
sensibilizzare la popolazione. Molto spesso anche i medici non sanno i motivi in quanto vi
sono malattie che sono scaturite da più fattori di rischio. Tutto ciò che aumenta la possibilità
di una persona di sviluppare la malattia viene definito fattore di rischio. Tutto ciò che
diminuisce questa possibilità è definito fattore protettivo. Alcuni fattori di rischio non possono
essere evitati come per esempio i geni i quali sono stabiliti dall’inizio. Altri possono essere
evitati come per esempio il fumo. Prevenzione significa infatti ridurre i fattori di rischio in
modo da diminuire la probabilità di contrarre o sviluppare una malattia. Le malattie possono
però insorgere anche in assenza dei fattori di rischio, in questo caso si parla di causa non
necessaria e la loro presenza non comporta necessariamente la malattia, causa non
sufficiente.
Il primo vaccino fu quello anti-vaioloso nel 1796 individuato da Edward Jenner. Il vaiolo
vaccino era una malattia trasmessa dalle mucche ed egli si rese conto che tutte le persone che
erano a contatto con questi animali e che avevano avuto una malattia in passato rimanevano
immunizzati. Quindi egli dimostrò che l’inoculazione del virus del vaiolo vaccino avrebbe reso
l’individuo immune alla malattia del vaiolo in quanto stimolava la produzione degli anticorpi
provocando una piccola lezione localizzata.
Prima della vaccinazione veniva praticata la variolizzazione la quale consisteva nel prelevare
delle croste delle persone infette di vaiolo, polverizzate e successivamente inoculate
attraverso un piccolo taglio negli individui sani per renderli immuni. La differenza tra la
vaccinazione e della variolizzazione è che nella vaccinazione viene estratto il pus dalle pustole
degli animali (animaleuomo) mentre nella variolizzazione viene preso dalle croste di individui
malati (uomouomo).
Pasteur riuscì a spiegare tutti i meccanismi di azione delle malattie contagiose e dimostrò la
possibilità di isolare il laboratorio gli agenti patogeni e notò che trattandoli opportunamente
non producevano più un danno all’ospite ma garantivano l’immunità di tali malattie. Egli
quindi evidenziò che il contatto dell’organismo con microrganismi meno virulenti genere
un’immunità e se l’organismo sopravvive ad una prima infezione, la difesa diventa
permanente.
I vaccini antitossici sono allestiti con anatossine cioè tossine trasformate in prodotti non
tossici (neutralizzate) in modo da far perdere la capacità patogena senza alterare la struttura
antigenica. Essi sono: antitetanica e antidifterica.
I vaccini sintetici sono allestiti con una sintesi di componenti peptidiche che si esprimono
come determinanti antigenici con un elevato potere immunogeno. Attraverso l’analisi della
proteina si creano questi vaccini i quali devono contenere delle sequenze riconosciute dai
linfociti T.
I vaccini combinati sono costituiti da diversi antigeni che vengono somministrati insieme.
Possono essere: multivalenti (diretti contro diversi tipo dello stesso agente batterico) o multi-
patologia (in grado di prevenire diverse malattie).
I requisiti fondamentali dei vaccini sono:
- Immunogenicità: sviluppo di un livello di anticorpi adeguato in modo da indurre una
buona risposta immunitaria nel momento della somministrazione. Essa dipende
dall’ospite e dal vaccino.
- Efficacia: capace di indurre una buona risposta immunitaria dando all’ospite una
protezione duratura in modo da costituire una memoria immunologica di lunga durata.
Dipende dagli indicatori utilizzati per verificare l’effetto di un vaccino. Il vaccino ideale è
quel vaccino che è capace di provocare un’efficace risposta protettiva, che non
comporta danni collaterali, ben tollerato e di facile conservazione.
- Innocuità: in grado di non provocare effetti collaterali. Questo è possibile quando il
vaccino contiene antigeni correlati alla virulenza e antigeni immunogeni in grado di
sviluppare il sistema immunitario. Occorre quindi controllare la purezza della
preparazione.
L’efficacia di una vaccinazione (vaccino) è la quota di persone protette da quella specifica
malattia a seguito della vaccinazione. Si calcola in valore percentuale (80%= su 100 persone
vaccinate se ne ammalano solo 20).
Le vie di somministrazione possono essere: orale, sottocutanea, intramuscolare, sottocutanea,
intradermica, intranasale e sottolinguale.
Le reazioni indesiderate sono dovute a proprietà intrinseche con manifestazioni locali (dolore,
gonfiore) o sistematiche (febbre).
Le complicanze assumono una propria fisionomia clinica e possono manifestarsi a seguito
della somministrazione del vaccino.
Per poter andare a fare uno studio e realizzare il controllo di una malattia infettiva occorre
sviluppare un vaccino sicuro, efficace e a basso costo, e pianificare una strategia di intervento
per avere la possibilità di ottenere una copertura vaccinale e questo ci permetterà di ottenere:
- Eradicazione: situazione in cui sia la malattia che l’agente causale sono definitivamente
eliminati.
- Eliminazione: situazione nella quale scompare la malattia a seguito della riduzione
dell’agente causale.
- Contenimento: situazione in cui si ha il controllo della malattia.
Un nuovo vaccino viene creato nel momento in cui risulta più efficace e più pratico rispetto a
quello già in uso: motivazioni epidemiologiche (fattori di rischio, letalità frequenza, durata),
economiche (costi e benefici, costi ed efficacia, costi ed utilità) o per un comune sentimento
nei riguardi della malattia (la cultura di un popolo può influire sulla politica di prenotazione del
vaccino e sulla strategia di impiego. A volte una malattia può essere considerata accettabile o
inaccettabile indipendentemente dalla diffusione e dalla gravità in quanto una comunità può
essere più o meno sensibile rispetto ad altre popolazioni).
L’acqua viene utilizzata per diversi usi e tutti gli organismi viventi sono costituiti d’acqua.
L’acqua presente nell’atmosfera è costante solo per quanto riguardo la quantità in quanto
attraversa diverse fasi dovute ai raggi solari. L’acqua dei mari e dei fiumi evapora e a contatto
con gli strati dell’atmosfera più freddi ricade al suolo sotto forma di pioggia, neve, grandine e
rugiada. Questa parte d’acqua può affluire nelle acque terrestri, evaporare o penetrare nel
terreno formando falde acquifere sotterranee. Questo è chiamato ciclo dell’acqua
successione di flussi e circolazioni di acqua e trasformazione da uno stato fisico all’altro:
- Evaporazione: dallo stato liquido allo stato gassoso.
- Condensazione: in aria il vapore acque si condensa dando luogo ai corpi nuvolosi i quali
danno origine a precipitazioni allo stato liquido (pioggia) o allo stato solido (grandine).
L’approvvigionamento idrico è un problema globale e consiste nella mancanza di acqua dolce
per il fabbisogno dell’umanità; viene effettuato utilizzando acque meteoriche, telluriche,
superficiali e marine.
Le acque meteoriche vengono raccolte nelle zone rurali in grandi serbatoi scavati nel
sottosuolo ed è un’acqua impiegata essenzialmente per usi domestici o agricoli in quanto non
presenta siti igienici di potabilità ed è povera di sali e contaminata. Essa è una raccolta
semplice ed economica ma soggetta all’irregolarità delle piogge ed all’inquinamento.
Le acque telluriche sono acque meteoriche che essendo penetrate nelle rocce e nei terreni si
sono arricchiti di sali calcaree. Esse possono rimanere latenti per decenni o riemergere in
sorgenti.
Le acque superficiali sono torrenti, fiumi, laghi e bacini artificiali. I fattori di rischio di queste
acque dipendono dalla presenza di microrganismi e dall’eventuale emissione di liquami e
scarichi industriali. Esse hanno come dato positivo il fatto di essere disponibili e di essere
economiche ma sono soggette alla variabilità stagionale.
Le acque marine sono le acque dei mari e degli oceani. Il problema di queste acque è l’elevato
contenuto di sali quindi per essere potabili devono essere sottoposti a processi di dissalazione
e successivamente si passano a misure di depurazione e disinfezione.
L’acqua per poter essere potabile deve avere una composizione chimica che può essere
tollerata dall’uomo quindi NON deve contenere impurezze nocive, NON deve essere trattata
in modo tale da presentare concentrazioni di sostanze nocive e NON deve essere corrosiva
per le tubature. Deve essere limpida, incolore e insapore. Nel caso in cui l’acqua non
presentasse questi tre elementi deve essere sottoposta a dei processi di correzione:
- Coagulazione: si corregge la torbidità con dei mezzi chimici.
- Filtrazione: si chiarifica l’acqua con mezzi fisici (filtri lenti o filtri rapidi).
- Areazione: si corregge il sapore e odore.
- Clorazione: si corregge odore e sapore con il cloro e l’azione è molto rapida.
- Ozonizzazione: si rilascia ozono e ha un’azione microbicida. Questo processo ha
un’azione disinfettante molto efficace ma è molto costoso.
L’acqua potabile contiene dei sali minerali e la sua composizione è influenzata dal terreno
attraverso cui passa. Essa risulta gradevole quando la temperatura è compresa tra i 10°-15°, la
conducibilità elettrica è bassa e il pH non è né troppo acido né troppo basico (7.0 pH).
Il residuo fisso ci da un’indicazione del contenuto delle sostanze in dissoluzione e in
sospensione; si prediligono le acque che hanno un residuo fisso tra i 100 e 500 mg/l. se il
valore è superiore l’acqua risulta pesante; al contrario, l’acqua è considerata oligominerale ed
è indicata per i soggetti con patologie.
La durezza totale dipende dalla concentrazione di Sali minerali in essa disciolti. La durezza può
essere temporanea (i sali scompaiono con l’ebollizione) o permanente. Se l’acqua ha un valore
alto di durezza significa che creerà delle incrostazioni nelle tubature.
Le sostanze tossiche per l’uomo sono rappresentate dall’argento, arsenico, cianuri, mercuri e
piombo.
Le acque minerali hanno un tenore salino diverso da quello presente nelle acque potabili e
una temperatura superiore. Hanno un’origine mista in quanto sono in parte sotterranee e in
parte giovanile. Vengono classificate in pase al contenuto di sali sciolti in un litro in artificiali
(aggiunta di anidride carbonica) o naturali.
Gli inquinanti che determinano la qualità dell’acqua possono essere chimici, biologici o fisici.
La qualità dell’acqua è il principale determinante della salute umana. L’acqua utilizzata, se
inquinata, può diventare un veicolo di agenti nocivi biologici, chimici o fisici.
L’inquinamento dell’acqua biologico avviane quando la materia organica presente sul terreno
subisce il processo di putrefazione di origine microbica.
L’analisi dell’esposizione dell’acqua ad agenti tossici può essere effettuata attraverso misure:
- Dirette: verifica della concentrazione degli inquinanti; sono considerate le più
attendibili. Le misure dirette consentono di valutare anche un graduale inquinamento
dell’acqua.
- Indirette: sono volte alla verifica della presenza degli inquinanti sugli animali esposti, si
basa quindi sull’osservazione degli effetti dei contaminanti e non sempre sono
riconducibili all’uomo quindi il campione deve essere necessariamente
rappresentativo.
- Dirette degli inquinanti negli organismi esposti: verifica la presenza degli inquinanti
nell’organismo di individui esposti.
La vulnerabilità esprime la probabilità che una o più componenti ambientali possano essere
modificate da azioni naturali o antropiche. Le falde idriche possono essere vulnerate
attraverso:
- Eccessivi prelievi: comportano il depauperamento delle falde.
- Inquinamento: Le cause sono da ricercare nelle misure inadeguate di smaltimento dei
rifiuti.
- Caratteristiche geomorfologiche delle falde: sono legate alla litologia.
Le tecniche di recupero delle acque devono tener conto di diversi fattori:
- Caratteristiche idrogeologiche e dinamiche dell’acquifero.
- La natura del bacino imbrifero.
- La peculiarità della zona.
- Le fonti di inquinamento.
- La natura ed il livello di contaminazione.
Il suolo può essere una potenziale fonte di infezione in quanto è costituito da diverse
sostanze:
- Sostanze liquide
- Gas
- Sostanze solide organiche (vegetali)
- Sostanze solide inorganiche (disgregazione delle rocce)
Esso ha uno spessore variabile ed è suddiviso in uno strato attivo, uno strato inerte e il
sottosuolo.
Nello stato attivo avvengono i cicli dell’azoto (gas presente nell’atmosfera e indispensabile per
gli esseri viventi. Il suo ciclo è biogeochimico e le radiazioni cosmiche forniscono l’energia
necessaria affinché l’azoto si combini con l’ossigeno e si trasforma in nitriti e nitrati), carbonio
(è presente nell’atmosfera sotto forma di anidride carbonica. Il suo ciclo parte dall’anidride
carbonica la quale entra nella biosfera per trasformarsi in composti organici. Essa viene
utilizzata dalle piante per la fotosintesi clorofilliana generando ossigeno e carboidrati) e zolfo
(la maggior parte dello zolfo si trova nelle rocce sotto forma di minerali. L’erosione delle rocce
comporta la perdita dei Sali fino ad arrivare al mare dove vengono utilizzati dai pesci; gli
uccelli che si cibano di pesci restituiscono questi compisti alla terra sotto forma di guano).
Per rifiuto si intende qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfa. Lo smaltimento
consiste in un processo di raccolta, trasporto e trattamento. Esse sono operazioni necessarie
per il riciclo.
I rifiuti liquidi sono i liquami domestici o industriali. Le prime vengono allontanate tramite
statiche e dinamiche le fognature; le seconde vengono allontanate tramite fognature
pubbliche o aziendali.
I rifiuti solidi sono i rifiuti urbani (smaltiti attraverso la raccolta, cernita, trasporto e
trattamento), speciali (smaltiti tramite la raccolta in appositi contenitori e trattati attraverso la
disinfezione o sterilizzazione) e tossico-nocivi (raccolta in appositi contenitori e trattati
attraverso l’incenerimento).
Nella tossinfezione alimentare l’azione patogena è causata sia dalla tossina presente
nell’alimento, già prima dell’ingestione, e sia dall’azione diretta dell’agente patogeno ingerito.
Nel caso di tossinfezioni alimentari in sensu strictu occorre che l’alimento contenga sia le
tossine (preformate nel cibo), che i batteri con la loro azione diretta.
Qualsiasi contaminante rappresenta un pericolo in grado di compromettere la sicurezza di un
alimento e causare danni alla salute del consumatore.
Più i cibi sono manipolati e maggiore è il numero di batteri che possono contenere perché
acquisiti:
• durante lo stoccaggio con la scarsa pulizia delle celle frigo, con la promiscuità degli
alimenti;
• con la manipolazione ossia qualsiasi operazione con cui gli alimenti sono esposti alle
attrezzature e superfici di lavoro contaminate come con lo scongelamento,
l’impastamento, il raffreddamento, la cottura, il taglio, il lavaggio;
• dopo la lavorazione con la promiscuità cotto/crudo, il confezionamento in condizioni
igieniche inadeguate.
La dose minima infettante dipende:
• dalla virulenza del microrganismo;
• dallo stato di salute individuale;
• dal tipo di alimento.
Per la contaminazione biologica dell’alimento il microrganismo deve:
1. avere la capacità di mantenere l’infettività nell’alimento (carica e/o
capacità di moltiplicazione);
2. avere la capacità di produrre tossine ed essere invasivo (presenza di fattori patogeni
specifici);
3. avere una sufficiente dose infettante.
Tenuto conto dei fattori predisponenti (come età, malattie, trattamenti terapeutici), le
reazioni difensive dell’uomo sono i fattori di resistenza aspecifici (come mucose, flora
intestinale, succo gastrico), fagocitosi e immunità specifica.
Sicuramente le condizioni esterne (come variazione delle abitudini di vita ed alimentari,
turismo) incidono sui fattori epidemiologici.
LA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI
Fino a 60°C si possono sviluppare i batteri, dai 60°C agli 80°C è presente la zona termica di
pastorizzazione, dopo gli 80°C avviene la distruzione di tutte le forme vegetative.
Nell’ambito dei metodi fisici, l’impiego delle basse temperature comporta l’arresto o il
rallentamento delle reazioni metaboliche dei batteri patogeni e di gran parte di altri
microrganismi. Viene effettuata nei processi di:
• refrigerazione: le temperature applicate sono comprese tra 0°C e 4°C come nei
frigoriferi domestici.
La conservabilità ha un periodo limitato, da pochi giorni ad alcune settimane, poiché
l’attività enzimatica e quella microbica risultano rallentate, ma non bloccate;
• congelamento: le temperature applicate sono comprese tra -15°C e -25°C.
È un metodo che solidifica l’acqua presente negli alimenti così i germi non riescono a
moltiplicarsi.
• surgelazione: è un congelamento rapido in quanto avviene a -45°C e quindi è possibile
solo a livello industriale.
Gli alimenti devono provenire da materie prime in stato di assoluta freschezza,
raggiunta la fase di cristallizzazione i prodotti devono essere confezionati e mantenuti
ad una temperatura non superiore a -18°C.
I metodi chimici più utilizzati per la conservazione degli alimenti sono rappresentati
dall’aggiunta di conservanti quali sale, zucchero, olio, aceto, succo di limone, alcol, dagli
additivi e dall’affumicatura. Infatti:
• il sale riduce la disponibilità di acqua ed esercita un’azione antisettica. Il sale può
essere impiegato da solo o diluito nell’acqua (in salamoia);
• lo zucchero agisce riducendo l’acqua e viene adoperato per la conservazione della
frutta;
• l’olio, mettendo i cibi sott’olio si elimina l’ossigeno e, di conseguenza, non possono
crescere i microbi;
• l’aceto ed il succo di limone favoriscono l’acidificazione;
• l’alcol svolge un’azione disidratante e battericida;
• gli additivi e l’affumicamento svolgono un’azione battericida e batteriostatica.
I metodi biologici più utilizzati sono le fermentazioni, l’uso di enzimi come conservanti o
nell’active packaging (quest’ultimo è un imballaggio che non intacca le caratteristiche
organolettiche e nutrizionali dell’alimento).
Con la fermentazione (alcolica, lattica, acetica) si formano alcuni microrganismi ed acidi
organici che precludono lo sviluppo di germi, ad esempio il mosto d’uva.
Gli alimenti poco acidi favoriscono la crescita dei microrganismi. L'abbassamento del pH si può
ottenere attraverso la fermentazione, l’aggiunta di prodotti acidi (quali aceto, succo di limone,
ecc.), l’aggiunta di acidificanti (quali acido citrico, tartarico, ortofosforico, lattico, ecc.).
L’alimentazione è uno dei più importanti determinanti della salute, in quanto l’errato
equilibrio di sostanze introdotte con la dieta (qualità nutrizionale ed organolettica) e la
presenza di sostanze indesiderabili nell’alimento (qualità igienica, sicurezza alimentare)
determinano l’allontanamento da una situazione di corretta alimentazione. Quest’ultima è
fondamentale anche per il sostentamento del proprio sistema immunitario.
Nella propria dieta sarebbe preferibile ridurre i seguenti alimenti: sale, farina bianca, zucchero
raffinato, latte (i c.d. 4 killer della salute).
Occorre incrementare l’utilizzo di: cereali, farina integrale, zucchero integrale di canna, pesce,
carne bianca, legumi, frutta e verdura.