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TESTIMONIANZE Tetyana e Marianna fanno parte della

Siete VIVI?
“prima migrazione”, cominciata negli
anni ’90 dopo la dissoluzione dell’ex
Urss. Yarina e Iryna sono “bambine di
Chernobyl”, affidate temporaneamente
a famiglie italiane dopo il disastro del
1986 e poi ritornate qui da adulte. «Le
prime a venire nel nostro Paese sono
È la domanda, sempre la stessa, che rimbomba nella testa
state donne tra i 40 e i 50 anni, spinte
e nella voce delle oltre 160.000 ucraine d’Italia. Venute qui dalla crisi economica che in pochissimo
per lavorare, hanno lasciato in patria genitori, figli, amici. tempo aveva svalutato i loro stipendi»
E ogni giorno vivono nell’angoscia di non ricevere risposta. spiega Francesca Alice Vianello, ricerca-
trice dell’università di Padova e autrice
Quattro di loro ci raccontano la guerra vista da quaggiù di Migrando sole. Legami transnaziona-
di Monica Piccini li tra Ucraina e Italia (Franco Angeli).
Com’è accaduto a Tetyana, 50 anni, ar-
rivata 30enne a Roma nel 2000. «Inse-
gnavo letteratura inglese all’università
etyana, direttrice della Scuo- Marianna, caporedattrice della Gazeta di Dnipro senza mai aver messo piede in
T la ucraina di Roma, mette in
guardia gli studenti più picco-
Ukrainska con sede a Roma, condivide
informazioni sulle manifestazioni con-
Inghilterra. Avevo uno stipendio di 50
dollari, quando una lavatrice ne costava
li: «Attenzione a chi vi chiede tro il conflitto: «Invito ad aderire perché 500. Il primo computer l’ho comprato
l’amicizia sui social. In Ucraina stanno noi vogliamo la pace, anche se siamo in Italia con i guadagni da baby sitter»,
domandando ai bambini come voi, fin- in guerra da 8 anni e abbiamo 16.000 uno dei pochi impieghi, insieme alla
gendo che sia un gioco, di mettere una morti sulle spalle». Iryna, nella sua casa cura della casa e degli anziani, che offri-
croce sulla loro casa. Ma è un trucco per di Milano, smista online le richieste di va il nostro mercato del lavoro. «L’80%
trovare gli obiettivi da colpire». Yarina, aiuto: «Ogni giorno inizia dal giro di dei circa 200.000 ucraini d’Italia sono
dalla provincia di Varese, chiede ai suoi messaggi con chi è laggiù: “Siete vivi? donne chiamate dalle connazionali già
contatti Facebook testimonianze video Avete cibo?”. Nessuno risponde: “Sto qui e arrivate come fonte di reddito per
sui crimini contro i civili per un amico bene”». Sono solo alcune delle ucraine la famiglia lasciata nel loro Paese: sono
GETTY (3) / LA PRESSE

regista: «A documentare la tragedia di che guardano dall’Italia un conflitto che partite le madri per permettere ai figli
questi giorni sono tornati anche i fil- riavvolge il nastro della loro vita. E le di rimanere». Tetyana è invece stata
maker del gruppo Babilon 13, voce e tiene sveglie di notte con il fiato sospeso raggiunta dalla figlia 13enne dopo 3
occhi della proteste antirusse del 2014». per parenti e amici lontani. anni - «Quando è arrivata ho raccolto

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Mentre mariti e padri restano a combattere,
le madri fuggono per mettere in salvo i loro bambini.
Nell’altra pagina: una mamma già arrivata a Medyka,
in Polonia. Sopra e a fianco: due donne con i figli
alla stazione Lviv di Leopoli, nell’Ucraina occidentale.
Sotto: un seminterrato trasformato in base militare
a Dnipro, la terza città più popolosa del Paese.

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NEWS Le voci di questo articolo.
Dall’alto: Tetyana Kuzyk PROTEZIONE
Tarasenco, direttrice di scuola;
Marianna Soronevych,
DALL’UE PER
giornalista; Yarina Grusha I PROFUGHI
Possamai, docente
AL TAVOLO DEI
universitaria; Iryna Prus,
NEGOZIATI Russia e
consulente aziendale.
Ucraina hanno concordato la
creazione di corridoi umanitari
per permettere ai civili di
le firme per presentare il progetto della passate in Trentino dopo
evacuare alcune città sotto
Scuola ucraina a Roma» - ma ha lasciato Chernobyl. «Prima di tra-
attacco, tra cui la capitale
in Ucraina zii e cugini, oltre «alla casa sferirmi definitivamente
Kiev, ma i raid continuano ed
in cui sono cresciuta, piccola ma con ho vissuto la rivoluzione
è difficile per le persone
una bella vista sul fiume Dnepr. Non ho nel 2014, giorni orribili
mettersi in salvo. Intanto sono
mai preso niente da lì, neanche un’icona con la gente fucilata nel-
già 1 milione e mezzo gli
religiosa, e non so se ci rientreró mai». le strade di Kiev. E oggi
ucraini in fuga, e l’Onu stima
la storia si ripete: si può
un esodo di 5 milioni di
Anche Marianna, 43 anni, quando a combattere fino all’ultimo
persone. Per ora sono giunti in
22 partì da Leopoli dopo l’università sangue nel XXI secolo?».
Italia in 14.000. «Non sappiamo
non immaginava di lasciarsi per sempre La notte il momento in
quanti ne arriveranno in tutto:
alle spalle una vita che ora vede polve- cui ha più paura, racconta
da noi gli ucraini sono circa
rizzarsi sotto il fumo dei razzi che col- pensando i giorni in cui
200.000, di cui l’80% donne»
piscono il suo Paese. Arrivata pensando non riusciva ad avere no-
dice Daniela Pompei,
di rimanere pochi mesi, si è fermata tizie dei suoi: «Per fortuna
responsabile per i servizi agli
lavorando come badante. «Quando poi ora possiamo videochia-
immigrati della Comunità di
ha aperto a Roma la Gazeta Ukrainska marci grazie ai satelliti
Sant’Egidio che da anni offre
(il giornale per gli ucraini in Italia, di per l’accesso a Internet
servizi di sostegno. Alcuni
cui ora è caporedattrice, ndr) ho fatto che Elon Musk ha messo
intendono fermarsi nei Paesi
un colloquio e mi hanno presa». L’en- a disposizione dei cittadi-
confinanti (Polonia, Ungheria,
tusiasmo per i traguardi raggiunti lascia ni ucraini».
Slovacchia e Romania)
il posto al senso di impotenza e alla
per tornare a casa il prima
paura: suo fratello e i suoi nipoti sono A tenere aggiornati gli
possibile. «Oltre agli aiuti
rimasti «intrappolati a Poltava in case ucraini in Italia su quel
umanitari, per la prima volta
costruite a basso costo nei primi anni che accade in patria ci
l’Unione europea concederà
’60 da Krusciov, senza cantine e friabili pensano i gruppi su Tele-
la protezione temporanea,
come sabbia. Non hanno più cibo: se ri- gram, l’unica app ritenuta
un permesso di soggiorno
mangono muoiono di fame, se cercano libera dalle intercettazioni russe. «Co-
di 6 mesi che permette loro di
di raggiungere il confine rischiano di munica così anche il sindaco di Kiev:
studiare, lavorare, ricevere
morire. I russi hanno permesso l’eva- l’altro giorno ha chiesto ai cittadini di
assistenza sanitaria
cuazione di alcuni cittadini solo per mo- rimanere chiusi in casa rispettando il
dallo Stato ospitante».
strarlo in tv, gli altri sono in trappola». coprifuoco tutto il giorno. Un modo
per individuare i sabotatori, gli infil-
Nonostante l’assedio sempre più strin- trati russi che si fingono ucraini. Non a 22 anni per iscrivermi all’università e
gente, non vogliono lasciare Kiev, inve- pensavamo che Putin sarebbe arrivato non sono più tornata a Kiev, se non per
ce, i genitori di Yaryna, 36 anni, docente ad attaccare la nostra capitale in manie- andare a trovare i miei». Suo padre fa
di Lingua e letteratura ucraina all’univer- ra così spudorata» racconta Iryna, 34 ancora l’autista di autobus a Chernobyl,
sità Statale di Milano. «Sono entrambi anni, consulente di formazione azien- in quel che resta della centrale nucleare
insegnanti e vogliono rimanere perché dale a Milano. Nata a Chernobyl l’anno presa dalle truppe russe - «Ha aiutato gli
credono nel nostro esercito. Dicono che dopo il disastro nucleare, è arrivata in abitanti, circa 2.000 persone tra tecnici
se, scappano tutti, i russi avranno via Italia da ragazzina «con i programmi e guardiani, a scappare» - e nel weekend
libera» racconta. Abita a Gallarate, pro- umanitari degli anni ’90, ospite della torna a Kiev dalla moglie. «Dopo il pri-
vincia di Varese, dal 2015, sposata con mia seconda famiglia ad Albizzate, in mo allarme aereo mia madre per tenere
un italiano conosciuto durante le estati provincia di Varese. Sono poi venuta a bada la paura si è messa a fare il pane.
Per fortuna vivono al piano terra, così
non sono costretti a passare la notte
I GENTIORI DI IRYNA SONO RIMASTI A KIEV. «Per fortuna nello scantinato. Ma dormono, vestiti,
vivono al PIANO TERRA, così non sono costretti a passare in stanze diverse: se un missile colpisce
la notte nello scantinato. Ma dormono, VESTITI, in stanze uno, dicono, l’altro forse si salva».
diverse: se un MISSILE colpisce uno, dicono, l’altro forse si salva». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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