PROGETTO STRATEGICO
Altra condizione essenziale per realizzare l'impresa è un progetto realizzabile, esso deve appunto
essere dotato di:
- Vision, idea dell'ambito del quale il sistema intende occuparsi, l'area di business nel quale
l'imprenditore decide di concentrare i propri sforzi;
- Mission, è il tipo di missione che si vuole ottenere nell'ambito di competenza (es. Sostenibilità del
sistema);
- Individuazione strategie competitive, esse vanno individuate attraverso la pianificazione strategica,
bisogna creare un modello d'impresa competitivo che deve perdurare in un sistema competitivo a
sua volta, cioè caraterizzato da una moltitudine di imprese competitor in grado di offrire prodotti o
servizi e caratterizzate dal medesimo core business della nostra impresa.
In questo sistema il livello dell'offerta è notevolmente superiore a quello della domanda (sistema
competitivo) e si opera quindi in mercati definibili saturi, bisogna quindi individuare dei percorsi da
perseguire al fine di far ritagliare all'impresa una propria quota di mercato.
Perchè siano vincenti queste strategie competitive devono essere realizzabili e compatibili con il
patrimonio genetico dell'impresa, bisogna quindi sfruttare le risorse disponibili nel miglior modo
possibile.
- Creare un modello di sviluppo, modalità attraverso la quale rendere operative le scelte strategiche
precedentemente fatte, utilizzando al meglio risorse e relazioni.
IMPRESA FAMILIARE
Un'impresa si dice familiare quando i membri della famiglia sono coinvolti nella gestione e
controllo del business, devono partecipare almeno al 50% del capitale azionario (25% se quotata in
borsa), e sono spesso imprese di piccole dimensioni.
Elemento fondamentale è quello del SEW (Socioemotional Whealt Theory), dimostra che nella
gestione delle imprese familiari possono avere particolare rilevanza anche aspetti non strettamente
di natura economica, l'aspetto socioaffettivo non ha una particolare forza economica ma rappresenta
una leva strategica per l'impresa, la ricchezza si basa sull'incremento di questa leva socioaffettiva
che guida tutte le capacità strategiche rilevanti per la vita di un'impresa.
Le dimensioni fondamentali che caratterizzano il SEW sono:
1) Controllo e influenza esercitati dalla famiglia sul business, il controllo dell'impresa è una
condizione necessaria al fine del mantenimento della SEW, controllo da parte del fondatore su
quella che sono le decisioni aziendali (Family Firm, controllo del fondatore), viene effettuato dal
fondatore o da persone ad esso legate, è influenzante sulle decisioni aziendali e può avvenire anche
al di là delle quote societarie possedute.
Si parla di meccanismo di controllo formale e informale, a seconda se avviene in maniera
gerarchica, di poteri di cui si è formalmente investiti (formale) o se si è soggetti ad una forma di
condizionamento a causa dell'autorevolezza esercitata da un determinato soggetto (informale).
2) Identità tra impresa e famiglia, è una forma di collante tra impresa e famiglia, è una forma di
estensione, si genera una sorta di identità condivisa.
Comportamenti aziendali, legato al concetto di reputazione che la famiglia intende ottenere nei
confronti degli stakeholder interni ed esterni.
3) Relazione con gli stakeholder, la corporate sociale responsability è la responsabilità sociale nello
sviluppo sostenibile (nel rispetto di coloro che interagiscono con l'impresa) della comunità, deve
svolgere un ruolo positivo.
Crea una sorta di legittimità sociale ad operare in un determinato modo e tutela dei soggetti
coinvolti, può essere interna ed esterna e ha il fine di determinare il patrimonio relazionale, deve
creare un'immagine positiva cercando di evitare eventi negativi.
4) Attaccamento emotivo, si da spazio al ruolo emozionale tra soggetti appartenenti alla stessa
famiglia.
Può portare a delle situazioni conflittuali all'aumentare del numero di soggetti che appartengono alla
medesima famiglia o anche grazie alla presenza di individui esterni che però, a differenza di quelli
familiari, possono essere estromessi più facilmente dall'impresa.
Altra problematica che sorge è quella della confusione di ruoli e responsabilità, quando il socio
fondatore a causa del suo status, continua a condizionare le attività dell'impresa pur non avendo più
formalmente un ruolo strategico definito.
5) Processo di successione aziendale, processo tramite il quale poteri e responsabilità passano da un
membro della famiglia ad un altro, normalmente avviene in modo graduale, il predecessore
gradualmente delega nei confronti del successore il quale inizialmente assiste agli incontri aziendali
per poi divenire un membro a tempo pieno, aumentando le responsabilità fino ad ottenere un ruolo
dirigenziale.
Essendo un'impresa familiare si preferisce delegare a soggetti facenti parte della famiglia piuttosto
che a soggetti esterni, per cercare di mantenere il controllo familiare.
Il processo di successione avviene in modo graduale cosi da permettere al predecessore di
individuare un soggetto degno, nel contesto familiare, il quale viene investito di responsabilità via
via maggiori.
Tra gli aspetti chiave della successione troviamo quella della pianificazione, essa è un'attività
cruciale per garantire la continuità intergenerazionale nell'ambito della stessa famiglia, è un
momento di forti cambiamenti che ha bisogno di una fase di assestamento.
Comunicazione e fiducia degli stakeholder interni ed esterni devono essere continui.
Il livello di competenze manageriali deve essere adeguato a quelle che sono situazioni che l'impresa
si troverà ad affrontare.
I manager esterni all'impresa vengono scelti più per le loro capacità individuali ma non essendo
soggetti della famiglia, viene meno il concetto di SEW.
Il suo elevato livello di preparazione rappresenta una minaccia alla leva socioemozionale. Il
manager esterno porta al venir meno dell'elemento non economico, prevale quello della
performance aziendale, che è un elemento negativo per quanto riguarda l'impresa familiare, che è
più direzionata verso obiettivi emozionali, può avere ripercussioni sull'intero contesto familiare in
modo negativo. Si va quindi ad individuare un punto di equilibrio che deve si guardare
principalmente ai membri della famiglia ma senza rilasciare il livello performante dei soggetti
presenti, questi devono rappresentare un giusto compromesso tra le posizioni che un'impresa
familiare si troverà a gestire.
La scelta dei soggetti esterni (decision makers) non avviene solo in casi di successione ma anche al
liberarsi di figure dirigenziali al termine del contratto, sono soggetti meno sensibili alle dinamiche
familiari e più incentrati verso gli obiettivi aziendali. Hanno un ruolo importante nel processo di
internazionalizzazione delle imprese.
I soggetti esterni possono avere un ruolo di accompagnamento nei gradi di successione aziendale
nei confronti del successore.
3a Lezione 05/03
AMBIENTE DELL'IMPRESA
Esso offre vincoli ed oppurtunità che la presenza dell'impresa crea nei suoi legami con l'ambiente,
ha un'influenza determinante ai fini del successo dell'impresa, con tutte quelle che sono le sue
caratteristiche, condizioni e attori.
Attori e condizioni rappresentano gli elementi vitali di un sistema con il quale l'impresa va ad
interagire, è fondamentale la coerenza che l'impresa mantiene al proprio interno e con l'ambiente
circostante.
Attori, sono tutti i soggetti con cui l'impresa trattiene rapporti, l'importanza di un attore si determina
dal livello di interesse rappresentato, anche gli attori sono dei sistemi più o meno complessi i quali
devono cercare di raggiungere degli obiettivi.
Condizioni, sono degli elementi strutturati che risultano dai comportamenti degli attori, obiettivo
dell'impresa è quello di gestire certe condizioni e di far si che queste le consentano di raggiungere i
propri obiettivi.
Coerenza, consentirà all'impresa di mantenere un certo tipo di programma, di pianificare un certo
tipo di attività e di raggiungere un certo tipo di obiettivo. Si dovrà essere coerenti con gli attori con i
quali ci si relaziona.
Si parla di 2 tipologie di ambiente:
1) Ambiente esteso, sono l'insieme di condizioni, fattori ma anche degli attori che direttamente o
indirettamente condizionano l'evoluzione dell'impresa, ne influenzano i risultati, le strategie e
l'eventuale sviluppo, è un condizionamento reciproco. Per ambienete esteso si intende che gli effetti
di questa reciprocità si espletano nel medio/lungo termine, è un'influenza mediata nel tempo.
L'ambiente esteso è caratterizzato da 5 tipi di condizioni, sono elementi eterogenei tra di loro ed
esogeni all'impresa, di questo tipo di condizionamenti l'impresa ne tiene conto quando va a fare
pianificazioni di medio/lungo termine:
1&2) Economica & Politico Istituzionale, è l'insieme delle norme e regolamenti che disciplinano il
sistema economico di un'impresa, disciplina la condizione civile di diverse istituzioni in un
determinato sistema.
Economico, norma di maggiore attinenzi nei confronti di un'organizzazione economica (Impresa).
Politico istituzionale, norme e leggi non necesseriamente di valenza economica, se vado ad
approcciarmi in campo internazionale dovrò fare caso al sistema economico col quale mi rapporterò
e del suo condizionamento politico istituzionale.
3) Tecnologico, devo guardare il livello di innovazione tecnologica presente in un mercato in cui
voglio fare impresa, che può essere stato occupato da potenziali imprese concorrenti, deciderò cosi
se sarò in grado di competere o meno. Dipende dalla capacità imprenditoriale dello sfruttamento di
materie prime.
4) Socio culturale, riguarda le condizioni del mercato col quale vado ad interagire, ogni impresa che
si approccia ad un mercato deve segmentarlo in base a variabili:
- sociali;
- demografiche;
- comportamentali.
Permettono di fare un'analisi del mercato e della potenziale domanda che si vuole andare ad
intercettare nel momento in cui vado a realizzare un determinato bene o servizio.
5) Ambientale, capacità che un'impresa deve avere per salvaguardare un territorio, deve essere
sostenibile (Es. Emissioni CO2, rifiuti, utilizzo energie rinnovabili) tutti elementi che condizionano
il livello di un determinato ambiente.
2) Ambiente competitivo, sistema col quale l'impresa ha delle interazioni reciproche con effetti nel
breve termine, in questo caso avverrano in modo più diretto rispetto all'ambiente esteso. Anche in
questo caso avremo un condizionamento di tipo reciproco.
L'imprese deve quindi cercare di sfruttare l'ambiente circostante e le opportunità che esso offre a
cercare di limitarne i vincoli, che sono una situazione di freno per l'impresa stessa, o al suo sviluppo
economico ed al suo raggiungimento degli obiettivi.
Gli attori che compongono l'ambiente esteso sono i portatori di interesse che influenzeranno in
maniera più o meno attiva la nostra azienda che è anch'essa in grado di condizionare (acquirenti,
concorrenti, fornitori, distributori, investitori, autorità pubbliche, forze sociali, organismi rilevanti).
Composto da attori con la quale l'impresa intrattiene rapporti sia di tipo attivo che passivo,
interferisce con l'ambiente competitivo e gli effetti delle politiche della nostra impresa sono più
immediati nel breve periodo.
Le interazioni che l'impresa tesse con questo ambiente hanno una duplice natura:
1) Ripetitività, si intende la ciclicità che può essere più o meno frequente.
2) Grado di conflittualità, può essere:
- Collaborativo, se è di grado basso;
- Competitivo, se il grado di conflittualità è alto.
A seconda del grado di conflittualità possono nascere rapporti cooperativistici o conflittualistici, da
un rapporto di tipo collaborativo l'impresa può trarre forze per il rafforzamento della propria
posizione di mercato, altresì la ripetività dei rapporti conflittuali alla lunga porta ad un logoramento.
Queste sono le 2 variabili fondamentali che determinano la natura delle relazioni che l'impresa
detiene con gli attori e con i fattori presenti in un determinato ambiente.
2a) Ambiente specifico relativo al business, è una delle componenti dell'ambiente competitivo, è un
ambiente specifico dell'area di business nella quale l'impresa svolte l'attività.
VARIABILI DI PORTER
L'ambiente competitivo è descritto da queste 5 forze che determinano il sistema all'interno del quale
l'impresa svolge la propria attività, delineando il livello di competitività presente all'interno di un
determinato sistema.
1aF) Livello di intensità della concorrenza, è data dal grado di concentrazione del settore, le
variabili che incidono sul grado di concentrazione sono:
- Valore della produzione, i ricavi;
- Livello delle attività investite.
La concentrazione è data dal rapporto percentuale (%) sul totale del mercato, e può essere di 2 tipi:
1) Assoluta, quando poche imprese dentengono la maggioranza delle quote di mercato, le quote
possono essere divise in quote ecque o meno.
Le imprese che godono di posizione privilegiata in termini di quote di mercato potranno assumere
atteggiamenti di tipo prepotente sfruttando la loro posizione di oligopolio dove poche imprese
rappresenteranno la maggioranza quasi totale delle quote di mercato di un determinato sistema,
spesso le imprese in concorrenza si uniscono a danno delle imprese con quote minori o di potenziali
entranti, assumono una posizione dominante violando accordi che regolano la concorrenza.
2) Relativa, c'è una frammentazione relativamente alle queote di mercato delle imprese presenti in
un determinato sistema, lo scostamento rispetto a questo valore medio ci indica il grado di
distribuzione, si dirà relativa quando la distribuzione delle quote di mercato è più equa rispetto a
quella assoluta.
Si calcolerà mettendo a rapporto le quote di mercato con il valore medio del mercato di riferimento.
Il grado di concetrazione determinerà le politiche strategiche delle imprese.
BARRIERE ALL'USCITA
Imprese presenti in un determinato sistema dove la concorrenza ne limita l'operatività e le
potenzialità, non sono in grado di confrontarsi con imprese più forti e meglio dotate. Queste
imprese manifestano la volontà di uscire dal sistema per approcciarsi ad altri mercati più aderenti
alle proprie potenzialità ed esigenze. Questo spesso non è facilmente realizzabile per la presenza di
barriere all'uscita, fattori che impediscono e/o rallentano queste tipologie di decisioni.
Le barriere possono essere:
a) Grado di idiosincraticità degli impianti, è il grado di specializzazione degli impianti, se è forte
questo può essere controproducente in quanto bisognerà svendere o abbandonare gli impianti che
non potrò riutilizzare. Maggiore è il grado e più forte è l'impredimento all'uscita per non vendere
immobilizzazioni per cui si era investito precedentemente.
b) Livello di interrelazione tra più business, se la mia attività è attinente con altre aree di business
andar via da una di essere può portare conseguenze negative in tutti i business interrelati tra di loro.
c) Gli attori istituzionali, soggetti pubblici che hanno un interesse affinchè l'impresa sia presente in
un determinato sistema, ne hanno facilitato gli investimenti. A questo si affiancano le politiche
istituzionali al fine di mantenere l'impresa all'interno di un certo sistema economico.
d) Le forze interne all'impresa, l'uscita può essere osteggiata da soggetti che operano all'interno
dell'impresa perchè potrebbe minarne il ruolo o l'immagine al di fuori di essa.
BARRIERE ALL'ENTRATA
Sono elementi che rallentano il possibile ingresso di soggetti esterni nel mercato, possono
determinare uno svantaggio in termini di massimizzazione dei costi e di minori ricavi.
Possiamo individuare quindi barriere:
A) Istituzionali, erette dalle autorità centrali che emanano norme che complicano l'accesso in un
determinato mercato da parte di imprese esterne (protezionismo; dazi doganali), cosi facendo le
imprese verranno scorsaggiate a causa dei ricavi non conventienti. Negli ultimi anni c'è stata una
liberalizzazione dei mercati ed una privatizzazione delle aziende pubbliche (telecomunicazioni,
trasporti, energia elettrica, alimentare). Avviene quindi una regolamentazione della concorrenza da
parte delle authority soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia delle piccole imprese;
B) Strutturali, elementi che caratterizzano l'equilibrio di un determinato ambiente, possono essere:
- Economie di scala, processi attraverso il quale l'impresa all'aumentare dello sfruttamento degli
impianti e delle vendite riesce a ridurre il costo unitario medio, o grazie all'acquisto di una quantità
elevata di beni. Teorizzata da Taylor secondo il quale"ha senso utilizzare i propri impianti solo se
sfruttati al limite delle loro capacità";
- Economie di estensione, comportano un vantaggio di costo dovuto al fatto che l'impresa riesce ad
essere presente in diverse aree di business interrelate tra di loro, questo permette di ridurre i costi;
- Economie di esperienza, la riduzione del costo unitario medio è legata alla presenza nel business
per un lungo periodo di tempo;
- Accesso privilegiato a determinati canali distributivi;
- Dotazioni finanziarie, rappresentato dal livello delle risorse finanziarie, sono una barriera
strutturale per le aziende esterne che dovranno investire più di quello che conviene per entrare in un
determinato mercato;
C) Strategiche, sono politiche che le incumbent decidono di attuare per scoraggiare i potenziali
concorrenti ad entrare nel sistema. La strategia si decide in base a concetti di:
- Convenienza economica, è data dal rapporto tra costi diretti e costi indiretti, per le incumbent le
quali dovranno calcolare se i costi di innalzamento delle barriere, per evitare la minaccia, sono
superiori a quelli che otterrebbero in termini di ricavi con la potenziale entrata di massa di imprese
nell'ambiente specifico, cioè un rapporto tra costi e benefici che ne trarranno dall'innalzamento delle
barriere.
- Convenienza strategica, nel contenere il rischio dell'intensificarsi della concorrenza cercando di
mantenere il controllo del settore, bisogna evitare il ripetersi di interrelazioni con queste imprese
concorrenti già avvenute in altre aree di business;
- Sostenibilità finanziaria, disponibilità di capitali finanziari per attuare delle strategie aggressive
che imprediscano l'ingresso di nuovi soggetti. Le fonti finanziarie determinano anche la mia
capacità di sostenere i costi derivanti dall'attuazione di queste strategie.
4a Lezione 08-03
RAGGRUPPAMENTO STRATEGICO
Gruppo di imprese presente all'interno di un determinato settore, che:
- svolgono strategie simili;
- godono dello stesso patrimonio di risorse;
- sono accomunate dal medesimo livello di dimensione;
- hanno il medesimo modello produttivo e assetto societario;
Più sono le variabili considerate più affinata sarà la ricerca del raggruppamento strategico e di
conseguenza si avrà una maggiore specializzazione e ristrettezza di esso.
La mappatura dei raggruppamenti strategici, varia a mappe che considerano diversi livelli
strategici:
1) Matrice di Ansoff (Matrice Prodotto-Mercato) 1965
Considera il prodotto venduto ed il mercato in cui viene venduto
2) Modello di Dereck Abell
Considera il gruppo di clienti, si considera la funzione d'uso del prodotto e quindi il livello di
tecnologia utilizzata, lo spazio geografico ed il grado di integrazione verticale delle altre attività
svolte.
Altre variabili possono essere:
- Innovazione;
- Brand;
- Posizionamento del prezzo, che inciderà anche sul prezzo del prodotto.
Sono tutte variabili interrelate tra di loro.
GRADO DI SOSTENIBILITA'
E' la risultante di 3 dimensioni:
1) Rilevanza sociale ed ambientale con quella economica, tutte devono soddisfare le aspettative
degli stakeholder;
2) Integrazione tra attività del business e dell'aspetto sociale e ambientale;
3) Misura dei contenuti di valore sociale e ambientale, quanto siano condivisi e resi partecipi con
gli stakeholder, raffigura la misura della condivisione e da un'immagine anche del grado di
sostenibilità.
All'aumentare di una o di entrambe le dimensioni aumenterà anche il grado di sostenibilità.
MATRICE DI ANSOFF
Viene individuato attraverso strategie di crescita scelte tramite:
- Prodotto;
- Mercato;
Possono verificarsi 4 situazioni diverse:
1) Prodotto attuale & Mercato attuale ->Penetrazione nel mercato del prodotto esistente,
sfruttamento delle potenzialità del prodotto e del mercato;
2) Prodotto nuovo & Mercato attuale -> Sviluppo di strategie inerenti il mercato, espansione e
sviluppo di un nuovo prodotto in un mercato esistente
3) Prodotto attuale & Mercato nuovo -> Sinergie che il mio prodotto può esprimere in un mercato
nuovo, sviluppo di nuovi mercati dove piazzare prodotti esistenti;
4) Prodotto nuovo & Mercato nuovo -> Nuovo prodotto in un nuovo mercato, diversifico la mia
attività.
5a Lezione 15-03
COMPETENZE E RISORSE
L'impresa è un sistema composto da risorse, nel 1915-17 Schumpeter introduce il concetto di
impresa innovativa e di risorsa immateriale, impresa come resource based (basata su un patrimonio
di risorse), risorse che possono essere di tipo:
1) Tangibile, è tutto ciò che attiene la parte fisica del sistema (es. immobilizzazioni);
2) Intangibile, può sfuggire alla nostra comprensione, si riferisce principalmente a tutto ciò che
attiene:
- Mercato, immagine, identità, reputazione, l'impresa cerca di dare una certa immagine per ottenere
una reputazione che, se positiva, porta con se fedeltà da parte del consumatore;
- Sistema aziendale, si parla di spinta imprenditoriale cioè della capacità di un soggetto di avere
un'idea imprenditoriale e quindi di innovare, comprende una certa attitudine al rischio, affinchè il
sistema possa rinnovarsi.
Relazione con gli stakeholder, professionalità, imprenditorialità diffusa, sono attributi attinenti il
sistema aziendale.
Non basta che l'azienda produca le risorse, ma bisogna anche saperle utilizzare e combinare tra di
loro cosi da creare delle sinergie, e bisogna renderle discriminanti in modo tale da differenziarsi
dalle altre imprese.
Le risorse intangibili consentono un miglior sfruttamento di quelle tangibili, producendo
determinati benefici:
- Maggiore coerenza dei processi produttivi con le condizioni del contesto dove l'impresa opera e
con le altre risorse utilizzate, l'impresa inserita in un determinato sistema;
- Aumenta il valore dell'offerta, se c'è maggiore coerenza migliora il valore intrinseco dell'offerta;
- Miglior accesso alle risorse necessarie, acquisire materie prime utili ai processi produtti ed al loro
svolgimento in modo più semplice;
- Migliore connessione tra impresa e attori esterni, relazioni con stakeholder collegati all'impresa.
Tutto questo porta capacità organizzativa, cioè la capacità dell'impresa di utilizzare le risorse e di
innovare. La capacità organizzativa e i capitali sono tutti elementi connessi tra di loro.
Le proprietà delle risorse intangibili, esse per avere un valore devono essere caratterizzate da:
- Certo livello di sedimentabilità, si accumulano, per avere un valore il patrimonio di risorse
intangibili può essere limitatamente sviluppato attraverso l'acquisizione di risorse dall'esterno o
attraverso il tentativo di imitazione da parte di soggetti esterni.
Rappresenta il mio obiettivo che le risorse siano più uniche sul mercato e poco imitabili. Questo è il
valore per l'impresa, che siano percepite in maniera diversa.
- Imperfetta mobilità, risorse che possono essere traslate in modo complicato, devono essere più
vincolate all'impresa stessa, poco imitalibili.
- Poca deperibilità, non devono essere scarsamente utilizzabili;
- Flessibilità, impresa deve essere in grado di adattarsi alle esigenze di mercato, realizzando
prodotti che possono raggiungere un certo livello di personalizzazione.
3) Intellettuale, è la giusta dotazione di un capitale di risorse umane, esso è composto da:
- Capitale umano, le capacità mentali di cui un'impresa si dota;
- Capitale strutturale, il mercato nel quale l'impresa può contare e cercare di raggiungere;
- Capitale sociale, l'insieme delle relazioni esterne che l'impresa attiva grazie alle sinergie con i
soggetti esterni, migliore sarà la fiducia di cui un'impresa gode in un determinato contesto più
l'impresa sarà connessa con l'esterno, questo comporterà un rafforzamento del capitale sociale ed un
miglioramento delle fonti di finanziamento.
L'impresa è considerata come un portafoglio di competenze e attività, tutto ciò che può essere
considerato un punto di forza o debolezza per l'azienda che la detiene è considerato come risorsa.
Contenitore statico in quanto è inserito in un determinato sistema che influenza e dal quale viene
influenzato.
Contenitore dinamico perchè essa crea, genera, sviluppa e utilizza le risorse.
2 PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RISORSE INTANGIBILI
1)Conoscenza, è la capacità di valutare, individuare, acquisire quelle che sono le risorse più adatte
alle mie esigenze per utilizzarle al meglio e valorizzarle al fine di raggiungere gli obiettivi.
2)Fiducia, è la condizione essenziale per l'impresa che deve relazionarsi con gli interlocutori
esterni, relazioni necessarie all'acquisizione di ulteriori risorse per portare a termine i processi
produttivi.
Aumenta il capitale di reputazione, se il mercato mi giudica positivamente vuol dire che condivide
il mio sistema di valori.
Outsourcing è l'esternalizzazione di parte dei processi produttivi interni all'azienda.
Le risorse non determinano la competitività dell'impresa, esse devono essere sfruttate ed integrate
creando delle sinergie tra di loro al fine di raggiungere un determinato livello di competenze in
funzione delle singole attività che andrò a svolgere.
Perchè avvenga un passaggio dalle risorse alle competenze devo assumere una certa capacità
organizzativa, creo delle azioni per coordinare e utilizzare al meglio le risorse al fine di dare un
valore maggiore della semplice disponibilità, questo mi porta una routine organizzativa, cioè alla
capacità dell'impresa di ripetere in modo costante attività funzionali all'obiettivo, è un elemento
semi-automatico, una ripetizione costante, sono azioni coordinate tra di loro per il raggiungimento
di un certo obiettivo (Es. Approviggionamento, logistica in uscita, manutenzione impianti)
COMPETENZE
Sono il risultato della corretta acquisizione e sfruttamento delle risorse, si possono suddividere in 3
gradi di complessità:
1) Attributi soglia, elementi base per configurare prodotti o servizi, non danno valori distintivi in
quanto elementi base imprescindibili;
2) Caratterizzazione dell'offerta, si incomincia a caratterizzare l'offerta per un determinato
segmento di mercato al quale ci si intende rivolgere;
3) Distintività, è la capacità di distinguere la propria offerta rispetto a quella dei concorrenti, per
essere più facilmente riconoscibile dai consumatori rispetto alle altre imprese, permette quindi di
differenziarsi.
COMPETENZE DINAMICHE
La capacità di innovare la propria offerta e attuare cambiamenti strategici e organizzativi da parte
dell'impresa per intercettare la domanda.
Si manifestano in determinati processi:
- Integrare risorse e competenze;
- Riconfigurare le risorse nel sistema aziendale, risorse adattabili al configuramento e quindi
dinamiche, solo se verifico un certo livello di adattabilità delle stesse;
- Acquisire e scambiare risorse, continua possibilità di scambio (acquisizione e vendita);
Le competenze dinamiche rappresenzano la capacità dell'impresa di creare nuove competenze di
tipo distintivo, non devono essere mai uguali a se stesse.
Trovano la loro massima espressione in condizioni di ipercompetitività, in quanto devono cercare di
distinguersi e di non standardizzarsi.
Devono innovare continuamente il patrimonio di competenze chiave (competenze strategiche che
permettono di mantenere un certo posizionamento sul mercato), questo avviene attraverso la
riconfigurazione, integrazione, acquisizione continua di nuove risorse. Innoverò le competenze
firm-specific cioè competenze specifiche dell'impresa.
Path Dependence, l'esigenza di dinamismo, esistono dei fattori che limitano le mie competenze
dinamiche, dipendenza da un percorso, può limitare l'impresa nel momento in cui essa ha necessità
di cambiamento.
Alcuni elementi che possono limitare l'impresa sono:
- Livello di idiosincraticità degli investimenti effettuati, investimenti importanti che devono essere
presi in considerazione e che devo analizzare prima di cambiare strategie;
- Richiamo della routine organizzativa, quando ha un rilievo strategico ci si ricollega alla filosofia
imprenditoriale dell'impresa;
- Storia dell'impresa, non si può tradire la mission di valori, la storia non può essere tradita solo
perchè le strategie tendono a strade differenti;
- Cambiamento e stabilità, non sono in contrapposizione, la stabilità non è resistenza al
cambiamento essa non esclude l'ipotesi di mutamento cosi come l'evoluzione non annulla i fattori di
stabilità;
- Risorse e competenze distintive, sono fondamentali per la gestione strategica la quale permette di
utilizzare e massimizzare le risorse in relazione al contesto e all'ottenimento di vantaggio
competitivo (valorizzazione esterna), la valorizzazione può avvenire anche verso l'interno attraverso
il processo di autocreazione delle risorse, porta quindi a 2 vantaggi:
1) Vantaggio competitivo all'esterno;
2) Autocreazione delle risorse all'interno.
- Leveraging, processo che mi permette di sfruttare le mie risorse e competenze anche in aree di
business differenti;
- Replicazione, le conoscenze da tacite diventano esplicite.
La strategia quindi mi serve ad individuare una modalità di acquisizione e di integrazione delle
risorse e delle competenze, mi consente di creare un percorso di sviluppo che possa portare al
raggiungimento di un determinato vantaggio.
Mi consente di migliorare le potenzialità competitive di risorse e competenze che mi consentiranno
di essere un sistema competitivo.
6a Lezione 19-03
STRATEGIE D'IMPRESA
Strategie competitive, sono strategie che permettono ad un'impresa di stabilire vantaggio
competitivo.
Strategie di crescita, vengono intraprese dalle imprese col fine di crescere.
Strategia, elaborazione di un percorso finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi, ne
esistono differenti a seconda dei contesti. Permette all'impresa di assumere un potere effettivo.
Ci sono 3 casi per cui un'impresa decide di elaborare una strategia:
- Incertezza, data dalla varietà dei fenomeni che un'impresa si trova a dover affrontare;
- Interdipendenza, il percorso evolutivo di un'impresa la porta a dover gestire situazioni di
interdipendenza con altri soggetti interni ed esterni (stakeholder), il grado di queste interdipendenze
saranno frutto delle dinamiche competitive che l'impresa affronta;
- Potere effettivo, obbligo e possibilità di esercitarlo anche se limitato dalle competitività con le
altre imprese, ha quindi durata breve. L'impresa cercherà di sfruttare i fattori.
CREAZIONE DI VALORE
Valore, è dato dalla differenza tra:
- Beneficio netto, beneficio percepito e raggiunto dal consumatore;
- Costo totale, costo che l'impresa sostiene per creare valore.
Maggiore è la distanza maggiore sarà il valore ed il conseguente vantaggio competitivo ottenuto.
Per aumentare il valore:
a) aumento il beneficio netto;
b) diminuisco il costo totale.
- Prezzo, rappresenta il limite ed è dato da:
a) Capacità del consumatore a pagare;
b) Reddito di cui dispone il consumatore, la disponibilità massima che ha di pagare un certo
prodotto;
c) Valore per il consumatore, è dato dalla differenza tra il prezzo e il beneficio netto;
d) Valore per l'impresa, è dato dalla differenza tra il prezzo e il costo totale;
Entrambi i concetti sono sempre legati a quello di differenziazione per creare valore e vantaggio
competitivo.
7a Lezione 22-03
STRATEGIE COMPETITIVE
Sono le strategie che permettono all'impresa di conseguire vantaggio competitivo, vantaggio in
termini reddituali su un'impresa concorrente operante nella nostra medesima area di business, nei
confronti di altri soggetti raggiungendo posizioni di:
1) Leadeship di costo, andando a proporre un'offerta più vantaggiosa economicamente rispetto a
quella delle imprese concorrenti.
Prodotto o servizio tendenzialmente standard ad un prezzo più basso, si misura in base
all'omologazione con il servizio delle altre imprese, il costo è la caratteristica che mi permette di
raggiungere il vantaggio competitivo;
2) Differenziazione, la proposta di offerta si differenzia da quella delle imprese concorrenti.
Deve essere percepita dal mercato il quale deve accettare il prezzo maggiore che andrò a richiedere
dovuto alla mia differenziazione;
3) Focalizzazione, si concentra in 2 casi:
a) Leadership di costo;
b) Differenziazione;
Si parla di ristrettezza in termini di:
- Specializzazione;
- Area di mercato;
Le imprese che attuano una di queste strategie non omettono la possibilità di utilizzare le altre.
LEADERSHIP DI COSTO (1 strategia competitiva)
L'imrpresa adotterà dei sisstemi per minimizzare i costi al fine di ridurre il prezzo finale, farò leva
sulla forza del costo, tutto ciò per ottenere un margine di redditività più alto rispetto ai concorrenti.
Le imprese introducono prodotti a prezzi sempre più bassi per concorrere nel mercato, a questo
concetto si sottraggono:
- Beni di lusso;
- Beni tecnologici;
Il vantaggio dovuto al basso prezzo è sostenibile solo nel breve periodo, solitamente nella fase
inizia del ciclo di vita del prodotto.
Breakeven point, da la possibilità di conoscere il punto di pareggio quando dato un determinato
quantitativo di bene i costi saranno uguali ai ricavi.
L'abbassamento del prezzo non porta automaticamente vantaggio in termini di quote di mercato
perchè ci sono i fattori di rallenatamento, elementi che condizionano le decisione e le attività
dell'impresa nel proporre prodotti a prezzi bassi, potrò anche non abbassare i prezzi ma godere di
vantaggi in termini di redditività maggiore dovuta ai costi di produzione bassi, tra questi fattori di
rallentamento troviamo:
- Informazioni sulle riduzioni del prezzo, inteso come informare il mercato sulla diminuzione del
prezzo può rallentare e complicare le intenzioni delle imprese in quanto è un processo lento e
richiede del tempo;
- Capacità produttivam logistica e di distribuzione aumenta, quindi si può non essere in grado di
soddisfare il livello della domanda potenziale;
- Inerzia dei clienti, un soggetto difelizzato ad un altro brand può agire con inerzia nei confronti del
mio prodotto anche in presenza di un vantaggio in termini di prezzo.
EFFICACIA ED EFFICIENZA
Altri 2 fattori relativi ai legami tra le attività in questione e quelle della catena del valore:
1) Efficienza con cui i materiali e i semilavorati sono fisicamente movimentati da una fase all'altra
del processo operativo;
2) Efficacia delle correlazioni con cui sono interconnesse le attività del valore.
Non posso disinteressarmi al fine di ridurre i costi, questi 2 fattori vanno sempre ponderati, questo è
significativo quando le attività della catena del valore sono in parte esternalizzate, cioè cedute a
soggetti terzi.
8a LEZIONE 26-03
SVANTAGGI FOCALIZZAZIONE
L'area di mercato diventa poco sostenibile a causa di:
- Scarsa redditività, l'area di mercato si rivela non redditizia;
- Area facilemente aggredibile, dalle altre imprese in quanto vi è la mancanza di barriere a
protezione della stessa;
- Ciclo di vita dell'area di mercato, connesso al ciclo di vita del prodotto (5 fasi-> introduzione-
crescita-maturità-declino-uscita), la focalizzazione si riferisce solo alle fasi dell'introduzione e della
crescita, dove l'impresa sfrutta la crescita aziendale, nelle restanti diventa un'area meno focalizzata.
COLLABORAZIONE
Le imprese decidono di creare sinergie dalle quale ottenere vantaggi, obiettivo di questo
orientamento strategico è la massimizzazione del valore economico, rapporto tra 2 o più imprese
diventa una opportunità per creare valore.
La fase di ricerca e sviluppo spesso comprende la sinergia tra imprese per sfruttare opportunità al
fine di trarne valore.
Le collaborazioni possono essere:
- Orizzontali, riguardano imprese appartenenti alla medesima area di business e dove non sono
presenti barriere;
- Verticali, appartengono alla stessa filiera, aree complementari tra di loro;
- Laterali, aziende che appartengono a settori differenti;
Queste collaborazioni possono avvenire anche:
- Tra imprese e altri tipi di aziende (no profit, ecc);
- Per alleanze tra distretti, medesime aree di business caratterizzate dalla condivisione di un
ristretto territorio d'appartenenze (mobili, design, ecc..);
- Per la numerosità dei soggetti presenti in un determinato territorio possno nascere altre
collaborazioni.
In determinati territori vi è la presenza di forme legislative atte a regolare queste collaborazioni.
MOTIVAZIONI DI COLLABORAZIONE
- Il livello delle competenze, entrambe le imprese che vogliono sviluppare il proprio patrimonio di
competenze distintive, condividono i rischi di investimenti in ambiti per migliorare le proprie
competenze e rafforzare le proprie posizioni al fine di ottenere un ritorno in termini reddituali. Può
avvenire anche tra aziende appartenenti ad aree di business complementari.
- Maggiore efficienza, integrazioni fra soggetti partner che condividono fasi del processo produttivo
(outsourcing);
- Espansione, può essere di tipo geografica intesa come i contesti geografici in cui le imprese
distribuiscono o di capacità produttiva riguardando l'aumento dei volumi prodotti;
- Rafforzamento della posizione competitiva, migliora e si rafforza la posizione competitiva delle
imprese coinvolte (Oligopolio, accordi taciti tra imprese e collusivi nei confronti della libera
concorrenza);
- Strategie emergenti, raggiungimento di livelli irraggiungibili individualmente, si individueranno
fattori di vantaggio competitivo i quali verranno condivisi tra le imprese;
- Fase marketing, forma collaborativa della distribuzione e vendita dei prodotto.
CAPACITA' DI COLLABORARE
Le imprese devono considerare anche le prospettive differenti dei soggetti con i quali collaborano,
la loro attitudine alla collaborazione è legata a condizioni:
- Materiali, la disponibilità finanziaria per l'accordo, costi dello stesso accordo e i capitali per i
finanziamenti;
- Immateriali, possono essere stile, vision, mission, reputazioni, obiettivi strategici, competenze
organizzative, capitale sociale, sono tutte condizioni condivisibili tra i soggetti.
Ogni soggetto deve attribuire all'accordo un "quid differenziale" che aggiunto a quello delle altre
imprese permetta la differenziazione sul mercato.
STRATEGIE DI CRESCITA
1S) Strategie di integrazione verticale, riguardano imprese appartenenti alla medesima filiera
produttiva, appartenenti a business diversi e complementari, cioè integrabili tra di loro.
Si devono precisare i confini a monte e a valle rispetto all'attività dell'impresa, i soggetti con cui
l'impresa sviluppa dei legami.
Vi è l'esplicitazione di criteri che portano a forme di integrazione verticale.
I confini verticali possono essere a monte o a valle, essa può essere statica o dinamica, l'entità
dell'integrazione può essere più stretta e intensa con fornitori (monte) o distributori (valle), può
essere più o meno elevata in relazione ai soggetti che ne fanno parte e alle attività svolte da essi.
L'integrazione verticale si dice:
- Completa, quando riguarda l'intera filiera produttiva dalla fase a monte a quella a valle o
viceversa, l'input utilizzato nella fase a valle è creato interamente nella fase a monte:
- Parziale, quando vi sono cessioni parziali di fasi della filiera a soggetti estranei ad essa;
- Statica, quando analizziamo la modalità di integrazione in un determinato momento;
- Dinamica, quando analizziamo l'incremento delle attività svolte durante la filiera produttiva.
La variabile del costo è essenziale al fine dell'integrazione verticale con le altre imprese ed al
concetto di convenienza derivante dalla riduzione dei costi in caso di integrazione.
Nel caso in cui un'impresa non si integra dovrà sopportare un costo derivante dalla non cessione
delle attività a soggetti terzi.
Se integro andrò a sostenere solo i costi variabili e non i costi fissi.
La teoria dell'agenzia è la teoria che prevede la relazione che si crea con i soggetti con i quali ci si
integra, vi è il rapporto tra l'impresa (agente), che determina se integrarsi o meno e l'eventuale
livello di integrazione, ed un altro soggetto terzo (cliente) che decide il costo.
Possono avvenire 2 situazioni estreme:
- Make, caratterizzata da un elevato grado di integrazione verticale e dove svolgerò tutte le attività
produttive sotto il mio controllo, avrò elevati costi, grandi dimensioni, autonomia sul mercato e
produrrò e avrò il controllo della situazione;
- Buy, intesa come transazione sul mercato, dove ci sarà un'elevata cessione delle attività aziendali
in modo parziale o totale, sarò flessibile, avrò un livello dimensionale e di costi ridotto e sarò
dipendente da soggetti terzi in quanto essi svolgeranno una buona parte della mia attività produttiva.
Il ciclo di vita del settore può prevedere elevata integrazione nelle prime fasi, in particolare nella
crescita vi è la commercializzazione dell'output per godere dei primi risultati delle diverse fasi
dell'integrazione e di quello che l'attività di ricerca ha prodotto, nelle fasi successive avverrà una
deintegrazione verticale, in particolare nella fase della maturità in quanto l'impresa tenderà a
specializzarsi in alcune fasi riducendo cosi la collaborazione con le altre imprese, questo avviene a
causa della diminuizione della della domanda e conseguentemente l'impresa può decidere se
integrarsi in nuove aree di business a scapito di quelle vecchie, per questo l'impresa decide di
slegarsi dalle altre in quanto viene meno la sostenibilità dei costi.
RELAZIONI VERTICALI
Relazioni stabili e di lunga durata fra tutti i soggetti facenti parte dell'integrazione, questa tiene
lontana le relazioni opportunistiche, possiamo riscontrare:
- Forme contrattuali di quasi integrazione verticale, l'impresa stabilisce rapporto di lunga durata
attraverso un idoneo contratto, scoraggia comportamenti opportunistici che non vanno in direzione
dell'integrazione;
- Il franchising, è un contratto di natura commerciale fra il franchisor (Casa madre), colui che
realizza e fornisce i prodotti, e il franchise (Stabilimento) il quale avrà il compito di
commercializzarli. Il franchisor potrà distribuire i propri prodotti senza accollarsi rischi ed il
franchise si garantirà di vendere un prodotto di valore in esclusiva. E' una forma di
similintegrazione, si stabiliscono le royalties con le quali la casa madre partecipa alla suddivisione
dei dividendi che lo stabilimento produce.
9a LEZIONE 16-04
STRATEGIE DI CRESCITA
2S)Diversificazione, ci si sviluppa in aree di business differenti, diverse da quella originaria, la
diversificazione può avvenire in 3 modalità:
1) Crescita interna, aumentando le proprie dimensioni e i propri valori quantititativi e qualitativi;
2) Accordi, con altre imprese attraverso:
- Join venture, vi è la nascita di un nuovo soggetto giuridico e le imprese che lo compongono
smettono di esistere singolarmente;
- Consorzi, collaborazioni tra aziende che si uniscono per conseguire un determinato obiettivo
mantenendo autonomia giuridica ed economica;
3) Fusioni, acquisizioni di aziende esterne, la mia impresa che vuole diversificare acquisisce o si
fonde con le imprese che svolgono l'attività verso la quale mi sto diversificando, le quali hanno già
un know-how e delle risorse orientate in quella determinata area di business.
TIPOLOGIE DI DIVERSIFICAZIONE
La diversificazione può essere:
1) Correlata, quando l'area di business nella quale l'impresa entra è affine, simili in termini di
know-how e quindi di risorse e competenze rispetto all'area di business precedentemente occupata
(es. Veicolo commerciale & automobili, aziende vinicole che producono vino bianco, rosso e
bollicine);
2) Pura o Conglomerale, quando l'impresa si approccia ad aree di business completamente
differenti, senza alcun contatto tra di loro in termini di risorse e conoscenze rispetto a quelle
precedentemente occupate (es. Yamaha, Samsung, Bic);
STRATEGIE DI CRESCITA
3S) Internazionalizzazione, quando l'impresa in maniera significativa va ad occupare un'area di
business o un mercato estero rispetto al proprio mercato iniziale, in termini economici e fisici, come
ad esempio:
- Quando una quota significativa del fatturato lo ottengo in campo internazionale;
- Una parte rilevante della mia produzione la svolgo in un paese straniero.
EVOLUZIONE INTERNAZIONALE
I ritmi temporali possono essere diversi da impresa ad impresa, ma le fasi attraversabili dall'impresa
nel processo di internazionalizzazione sono sostanzialmente 4:
1) Entrata nel mercato estero, in modo sistematico si darà vita al processo di esportazione dei miei
prodotti perchè ho colto opportunità commerciali;
2) Assestamento, attraverso uffici di rappresentanza, sedi ma non con un posizionamento di parte
della produzione attraverso impianti o siti industriali che permettono di sviluppare il bene o parte di
esso;
3) Sviluppo della posizione competitiva, raggiungo nel mercato estero una particolare posizione, un
determinato ruolo, una ben definita collocazione;
4) Razionalizzazione, vado ad impiantarmi in un mercato internazionale e a svolgere la quasi totalità
della mia attività produttiva in quel mercato.
Born Global sono le imprese che nascono internazionali e che sviluppano un D.N.A. globale dalla
nascita, cioè che il posizionamento di quell'impresa è lo stesso a livello mondiale (Mc Donald's;
Apple).
Le strategie di crescita sono caratterizzate da variabili che possono avere valore sia:
- Quantitativo, come fatturato, valore aggiunto e dipendenti, queste grandezze le posso applicare
anche in termini di diversificazione, essere determinano se stiamo parlando di impresa
internazionale o che ha diversificato la propria attività:
- Qualitativo, come livello di organizzazione se gli stabilimenti produttivi sono all'estero, il livello
di articolazione organizzativa, il livello delle operazioni estere effettuate, il livello della conoscenza
delle caratteristiche del mercato estero.
CRITERI DI SCELTA DELLE STRATEGIE DI CRESCITA
Possono essere:
- Caratteristiche del mercato, la componente dimensionale e in termine di crescita della domanda e
del fatturato;
- Caratteristiche del prodotto, che si presta alla proposta in mercati esteri;
- Livello di intensità della concorrenza, se è più basso rispetto a quello del mercato originario, mi
vado a porre in un mercato meno concorrenziale;
- Struttura distributiva, mi consentono di facilitare il processo di internazionalizzazione del sistema,
attraverso i canali distributivi e logistici.
- Politiche pubbliche, il ruolo delle autorità e le relative leggi da esse emanate.
PIANIFICAZIONE STRATEGICA
E' un sistema che può essere di medio/lungo termine (3-5 anni), attraverso questa pianificazione
l'impresa capisce se sussistono le condizioni necessarie, sia interne che esterne, per dar vita a una
gestione strategica che consenta all'impresa di passare alla fase operativa. E' un collegamento tra la
gestione strategica e la fase delle decisioni operativa che si trasformerà nella produzione finale, in
particolare per la sussistenza della pianificazione strategica e della definizione delle decisioni
operative.
Si articola in 4 fasi:
1) Analisi delle operazioni a 360° e delle prerogative di sussistenza;
2) Metodo di attuazione, si cerca di capire la metodologia da utilizzare nella fase di analisi;
3) Coinvolgimento delle parti aziendali, tutti gli stakeholder diretti e indiretti, interni ed esterni;
4) Stabilimento delle procedure del controllo strategico, il quale serve a monitorare gli scostamenti
di ciò che si era programmato e ciò che si sta realizzando effettivamente, questa verifica viene fatta
durante il processo per aggiustare ciò che non sta andando come dovrebbe.
PIANIFICAZIONE D'IMPRESA
Avviene attraverso attività e considerando vari fattori come:
a) Attività di budgeting, capire il budget che possono utilizzare, analisi di costi e ricavi che
normalmente avviene sulla base delle attività degli esercizi precedenti.
Attraverso il budget si può effettuare un controllo sull'andamento gestionale ed effettuare l'analisi
degli scostamenti relativi agli esercizi passati;
b) Orizzonte temporale, di solito è lungo, dai 3 ai 5 anni, cosi facendo si ha la possibilità di
pianificare correttamente in termini di flussi finanziari e risultati, tutte le variabili qualitative e
quantitative le potrò considerare solo con un orizzonte temporale di cosi ampia durata;
c) Ambiente, la pianificazione strategica che andrò ad elaborare va sempre effettuata tenendo conto
dell'ambiente;
d) Management strategico, effettua la gestione, il raccordo tra la fase strategica e quello operativo
dove ci deve essere coerenza tra le attività e l'organo di gestione;
e) Piano, risultato del processo di pianificazione, può essere disposto senza una formale procedura.
Possiederà dei :
1) Contenuti tipici:
- Analisi del sistema del mercato dell'ambiente, visione generale del contesto operativo nel quale
l'impresa si muove.
- Stabilire il target, vision, mission dell'impresa, obiettivi dell'orizzonte temporale, ecc...
- Strategie individuate, nel percorso della pianificazione strategica, le strategie che si è deciso di
percorrere;
- Risorse necessarie, affinchè possa attuare operativamente quello pianificato precedentemente
Questi sono tutti elementi legati l'uno con l'altro.
2) Caratteristiche generali:
- Orizzonte temporale, pianificazione ampia dai 3 ai 5 anni, utili a vedere i risultati della
pianificazione;
- Ciclicità, nella ciclicità potrò cogliere gli effetti fra le decisioni strategiche, i risultati e le decisioni
operative;
- Grado di complessità, caratterizza il piano d'impresa in relazione a quello che è la complessita del
sistema aziendale nel quale l'impresa opera;
- Grado di flessibilità, grado di adeguamento dell'impresa a quelle che sono le dinamiche
competitive e l'andamento della domanda, deve essere più o meno articolata e deve possedere un
grado di adattamento alle caratteristiche del sistema mercato.
MATRICE
La matrice è il mezzo che consente all'impresa di mostrare degli obiettivi, in particolare quella
attrattività/competitività mette in relazione l'attrattività del segmento di mercato e il livello di
competitività dell'impresa.
OPERATIONS MANAGEMENT
Per operations intendiamo i processi produttivi, nelle operations management ci riferiamo a tutte le
attività gestionali delle imprese di produzione e servizi idonee a realizzare un determinato obiettivo,
in un caso parliamo di prodotto fisico mentre nell'altro di prodotto intangibile.
L'obiettivo delle operations management è quello di:
- Impiregare le risorse in maniera efficiente;
- Formare prodotti e servizi;
- Rispettare i tempi di produzione ed i costi riguardanti i servizi;
Trattiamo quindi di processi di trasformazione di input in output al fine di creare valore e
raggiungere vantaggio competitivo, questo processo avviene sia nell'atto di produzione di un
prodotto che nell'erogazione di un servizio.
L'approccio verso il mercato è sistematico perchè fa parte degli obiettivi intrinsechi all'impresa, la
modalità di approccio devono detere conto delle caratteristiche strutturali tra impresa che produce
un bene fisico e impresa che eroga un servizio.
Quindi l'operations management è il core business di entrambe le tipologie d'impresa ed in quanto
tale deve interagire con tutte le altre aree funzionali dell'impresa (finanziaria, logistica, risorse
umanre, ricerca e sviluppo).
Coinvolge la fase della pianificazione strategica in quanto parte integrante di essa e la quale fa da
collante tra la gestione strategica e le decisioni operative, parliamo quindi di efficace:
- Pianificazione di 3-5 anni;
- Programmazione sulla base di quello che ho pianificato;
- Esercizio, fase operativa, implementazione delle attività strategiche.
Questo tipo di attività avviene attraverso processi inerenti le attività interne all'azienda.
Quindi l'operations managements può sostanzialmente descriversi in 2 fasi:
1) Dove lo collochiamo in una precisa attività di pianificazione, programmazione ed esercizio delle
attività;
2) Ci si riferisce ai tempi delle attività presenti all'interno dell'azienda che vengono coinvolte
nell'operations management.
INVENTORY MANAGEMENT
Riguarda la gestione del magazzino, è il sistema che consente all'impresa di individuare i criteri di
gestione dell'inventario o di riordino delle scorte, i criteri sono:
1) Look Ahead, guardare avanti, come sistema di gestione guardo alle effettive necessità, alla
previsione degli effettivi fabbisogni, delle commesse e vado a reintegrare le scorte in base
all'andamento della domanda. E' un reintegro su previsione;
2) Look Back, guardare indietro, guardo le effettive giacenze di magazzino e se sono al di sotto di
eventuali livelli procedo al loro reintegro. E' un reintegro su consultivo.
4 sistemi di controllo e di reintegro delle scorte che compongono l'analisi look back sulla base
dell'andamento delle giacenze di magazzino, possono essere a:
1) Quantitativi fissi, vuol dire che la quantità approvvigionata è fissa e gli intervalli di tempo di
osservazione sono variabili, si andranno a reintegrare il livello delle scorte ma l'intervallo temporale
dell'emissione dei diversi ordini di approvvigionamento, ordini che vengono emessi quando le
giacenze scendono sotto un determinato limite, può essere variabile;
2) Cicli di riordino fissi, l'intervallo di approvvigionamento è fisso e varia la quantità
approvvigionata, dovrò anche considerare l'importanza delle scorte di sicurezza in modo tale da non
trovarmi mai al di sotto di un certo livello in modo da non compromettere l'emissione degli ordini e
di far fronte ad eventuali fluttuazioni della domanda, il controllo delle scorte è periodico;
3) Scorta minima e massima, l'ordine di approvvigionamento sarà pari alla differenza tra un livello
di scorte che tende verso il massimo e l'effettiva disponibilità di scorte quando questa giungerà ad
un livello inferiore rispetto al limite minimo;
4) Reintegro delle scorte, si parla di livello ottimale, l'emissione dell'ordine avviene quando la
disponibilità delle scorte è inferiore ad un livello ottimale, esso cambia da impresa ad impresa e
deve essere congruo alla disponibilità dell'impresa.
TECNICHE DI IMPROOVEMENT
A) Total Quality Management (TQM), gestione della qualità totale, l'impresa deve avere un
approccio culturale alla qualità totale, deve far parte del modus operandi dei soggetti coinvolti
nell'attività produttiva, sia interni che esterni, deve portare alla customer satisfaction. E' necessaria
la presenza di una leadership riconosciuta la quale avrà il compito di introdurre e mantenere principi
ispirati al mantenimento della qualità totale. Gli obiettivi sono:
- Valorizzazione delle risorse umane;
- Cliente interno, il lavoratore, se soddisfatto potrà manifestarlo all'esterno anche nei confronti del
potenziale cliente;
- Partnership con i fornitori, relazione con i soggetti esterni all'impresa ma che svolgono un ruolo
imprescindibile per l'attività produttiva dell'impresa stessa;
B) Lean Production, è una naturale evoluzione della Total Quality Management, è altro sistema
volto al miglioramento della produzione, è la produzione snella, è flessibile, versatile, deve adattarsi
alle diverse esigenze del mercato, l'applicazione della lean production viene effettuata con la
razionalizzazione delle risorse al fine del raggiungimento del valore più alto di valore in termini di
qualità.
Il paradigma delle fasi delle attività d'impresa diventano:
1) Vendita, si lavora su commessa o si realizzano prodotti che siano facilmente vendibili sul
mercato, la relazione col mercato volta alla customer satisfaction diventa essenziale al fine degli
obiettivi dell'impresa, si tende a guardare il mercato prima di produrre;
2) Produzione;
3) Consegna;
Questo sistema viene applicato tramite:
- Razionalizzazione delle attività;
- Utilizzo ottimale degli impianti;
- Giacenza delle scorte;
- Riduzione dei costi;
La lean production può anche essere applicata al sistema del:
C) Six Sigma, sistema concentrato sulla variazione dei processi rispetto ad uno standard, consente
che i processi possano essere vari al fine di raggiungere livelli alti di standard qualitativi, si rivolge
alle variazioni dei processi produttivi attraverso il sistema dello scarto quadratico medio il quale
definisce la variazione della variabilità del processo standard rispetto a quello che è un processo
utilizzato dalle nostre imprese, questo scarto viene rappresentato dalla lettera Sigma.
D) Lean Six Sigma, prende vita dall'unione del Six Sigma con la Lean Production i quali uniscono
la variabilità dei sistemi del primo con la capacità di razionalizzazione delle attività, di riduzione dei
costi e di utilizzo ottimale degli impianti caratteristici del secondo.
E) World Class Manufacturing, rappresenta un'evoluzione del Just In Time, è basato su:
- Progressiva eliminazione degli sprechi;
- Coinvolgimento e motivazione di tutti;
- Massima flessibilità;
- Qualità del prodotto;
Si vanno ad elencare le problematiche dell'impresa che vengono valutate in base alla loro incidenza
economica, alcune di essere avranno un'incidenza più bassa rispetto ad altre e per l'impresa sarà più
utile andare ad intervenire su quelle che incidono maggiormente sui costi.
DEFINIZIONE DI LOGISTICA
La logistica tratta delle fasi presenti nella filiera produttiva, che sono 2:
- Entrata, riguarda l'approvvigionamento dei materiali che consentono all'impresa di acquisire
risorse per avviare il processo produttivo;
- Uscita, distribuzione fisica dei prodotti finiti;
Si può aggiungere anche quella:
- Interna, relativa agli spostamenti interni dei prodotti;
Riguarda tutte quelle attività aventi come oggetto la pianificazione, la gestione e il controllo. Anche
la logistica avviene in base al mercato e può riguardare le operazioni inerenti al trasporto e
all'immagazzinamento, in quanto tutti i prodotti finiti devono essere posti in luoghi di deposito dove
quel flusso di materie serve, questa tipologia di attività verrà svolta in modo razionale.
Fa da raccordo tra le varie funzioni produttive ed i mercati di sbocco o i depositi dove verranno
successivamente trasportate, sempre tenendo conto della tipologia di prodotto.
Copre il tragitto che va dal punto di origine, dove vengono approvvigionate le materie prime, sino
al punto di consumo dove viene venduto il prodotto finito.
MATRICE DI CRALIJC
Riguarda la logistica in entrata ed in particolare la classificazione dei materiali, in base a:
- Importanza dei materiali, riguarda essenzialmente l'incisione del costo del materiale sul prezzo
finale;
- Complessità del mercato di approvvigionamento, riguarda la capacità che un materiale sia
reperibile su un determinato mercato;
Quindi potremo avere 4 situazioni differenti:
1) b/b Materiali non critici, materiali di basso livello e che hanno un basso impatto finanziario e
complessità, si trovano facilmente;
2) a/a Materiali strategici, è elevato l'impatto finanziario ed è elevata la complessità;
3) b/a Colli di bottiglia, materiali facilmente ottenibili in quanto hanno un costo basso ma sono
difficilmente approvvigionabili;
4) a/b Effetto leva, il costo è incidente ma il materiale è facilmente reperibile;
STRATEGIE LOGISTICHE
Cosa l'azienda decide di fare e gli elementi che vengono coinvolti al fine dell'individuazione delle
strategie logistiche:
- Fornitori;
- Produzione, fa da collante tra fornitori e distributori ma anche perchè coinvolta nella logistica
interna;
- Magazzini, centri di distribuzione;
- Collegamenti tra i nodi (nodi, dimensioni, servizi), che possono essere di vario genere e natura a
seconda dei mezzi di trasporto;
- Modalità di produzione e della logistica, incidono i tempi e le modalità di produzione e riguarda
anche i diversi mercati che dovrò andare a servire tenendo conto della distanza e della tipologia di
mercato;
- Applicazione ICT (Information Comunication Technology), utilizzazione della struttura
informatica per le comunicazioni;
- Terziarizzazione, essendo anche un'attività di servizio la logistica presta l'impresa anche ad uno
sviluppo nell'ambito terziario, cioè di collegamento con l'attività di produzione per quanto riguarda
la consegna e la distribuzione di materiali;
- Collaborazione tra reti logistiche, l'impresa dovrà creare sinergie con le altre reti, con l'indotto;
LA LOGISTICA URBANA
Si intendono tutte quelle attività nelle quali vengono coinvolti i centri urbani, riguarda il flusso di
prodotti finiti nella direzione dell'area urbana, il trasporto avviene tramite:
- Distribuzione commerciale, orari e zone dedicate al trasporto;
- Logistica dei ritorni;
- Buste e piccoli pacchi, il trasporto della corrispondenza;
- Valori scambiati tra le banche e le altre attività, garantire la movimentazione fisica dei valori;
- Cantieri, manutenzioni e riparazioni, trasporto presso determinati cantieri con dei mezzi anche
importanti che devono essere disciplinati in una determinata maniera;
MARKETING RELAZIONALE
- Dallo scambio alla relazione, dal marketing transazionale a quello relazione;
- La gestione tattica e strategica della relazione, si individuano i momenti esatti in cui relazionarsi
con il consumatore al fine di creare valore;
- Customer experience, l'obiettivo è quello di far vivere, attraverso il prodotto, un'esperienza al
consumatore che sia particolare ed avvenga in una determinata occasione, esso soddisferà un
bisogno particolare. Il consumatore deve vivere un esperienza sensoriale, sia nella fase dell'acquisto
che in quella del post-acquisto dove l'acquirente vuole ricevere assistenza al fine di godere al
meglio della sua esperienza d'acquisto;
GESTIONE OPERATIVA
Consta delle 4 leve del marketing mix (4P - Prodotto, Prezzo, Promozione, Distribuzione)
1) Product, si intende la funzione d'uso atta soddisfare i bisogni e deve avere come obiettivo quello
di assumere un valore simbolico fino ad arrivare a far vivere un'esperienza sensoriale al
consumatore.
Può possedere elementi:
- Soglia,elementi di base che deve possedere un prodotto
- Di posizionamento, individuano dei fattori che vanno a differenziare il mio prodotto rispetto a
quelle concorrenti
- Di unicità, è l'unico che svolte una determinata funzione.
Le imprese propongono una linea di prodotti che può estendersi per:
- Lunghezza, del portafoglio prodotti, quindi dal numero della tipologia dei prodotti appartenenti ad
un determinato ambito
- Profondità, può essere maggiore o minore in termini di profondità;
2) Price, nell'ambito delle mie varianti devo attribuire prezzi differenti al mio portafoglio prodotti in
modo da intercettare i vari livelli di domanda a seconda delle esigenze del consumatore.
Le determinanti che incidono sono:
- Costi, fissi o variabili, che dovrò coprire per garantire un margine di guadagno;
- Livello della domanda;
- Comportamento della concorrenza, se si è un'impresa leader o follower.
I prezzi che si considerano per raggiungere determinati obiettivi sono distinguibili in:
- Base, con i quali vado a coprire i costi;
- Tecnico, lo si considera nelle fasi del lancio del prodotto;
- Target, intende raggiungere risultati più alti;
Il prezzo viene deciso in base alle vendite o al profitto da realizzare.
3) Promotion, ha diversi target come quello commerciale, economico finanziario, degli
stakeholders, istituzionale.
Gli obiettivi sono:
- Conoscenza, bisogna rendere il mercato consapevole dell'esistenza di una determinata impresa che
commercializza una determinata gamma di prodotti;
- Consapevolezza, è un grado superiore di conoscenza in quanto si sarà già a conoscenza
dell'esistenza di una certa impresa
- Adesione, si deve cercare di creare adesione alla mia idea di soddisfazione del cliente;
- Preferenza e scelta, dovrò farmi preferire e scegliere rispetto alle medesime attività svolte dai
concorrenti.
Gli elementi che costituiscono il processo di comunicazione sono:
- Comunicatore, è il soggetto che ha l'obiettivo di comunicare il messaggio;
- Messaggio, è l'oggetto della comunicazione che dovrà tenere conto del target;
- Ricevente, il destinatario, il target di riferimento dell'impresa individuato precedentemente in
modo tale da calibrare il messaggio comunicativo;
Esiste un processo di:
- Codifica, ogni messaggio può essere codificato a seconda dal linguaggio, del mezzo o
dell'oggetto;
- Decodifica, il messaggio deve essere decodificato dal destinatario, l'impresa ha interesse nella
facilitazione della decodificazione;
- Rumors, azioni di disturbo effettuate dai competitors al fine che il messaggio non venga
decodificato nella maniera corretta;
La strategia di comunicazione deve considerare:
- Target;
- Leve di comunicazione, come mass media, cartellonistica, relazioni pubbliche, la comunicazione
diretta, e-commerce, le si potrà utilizzare a seconda dell'obiettivo e dalle possibilità economiche;
- Indicatori di risultato della comunicazione, che consentano di conoscere il risultato della
comunicazione, se l'investimento effettuato avrà un ritorno in termini di quantum e di tempo.
4) Place, si hanno degli obiettivi di copertura del mercato a seconda della tipologia del prodotto e a
seconda del target di riferimento, la distribuzione potrà essere:
- Intensiva, utilizzerò tutti i canali possibili al fine di assicurare la mia distribuzione (multicanale)
- Selettiva, quando si selezionano i punti vendita e le aree di mercato in quanto si tratta un certo tipo
prodotto;
- Esclusiva, si utilizzeranno soggetti esclusivamente autorizzati a vendere i miei prodotti;
La modalità di distribuzione dipende dalla gestione forza vendita e quindi dai canali di
distribuzione:
- Agenti monomandatari o plurimandatari, svolgono l'attività di vendita in modo e per conto
dell'impresa;
- Organizzazione della rete per aree geografiche, linee di prodotto, insieme di clienti;
La forza della gestione commerciale avverrà tramite:
- Organizzazione dei canali distributivi, dei canali che consentono l'accesso ai mercati di sbocco;
- Sviluppo dei servizi commerciali attraverso i canali distributivi, servizi commerciali in termini di
rete commerciale che andrò ad adibire lungo il canale di riferimento;
La struttura dei canali distributivi sarà composta da:
- Lunghezza del canale, potrà essere lungo medio o corto a seconda del numero di intermediari
presenti lungo la filiera che porta dal produttore al consumatore;
- Criteri di scelta della lunghezza del canale, attraverso il quale si capisce se utilizzare degli
intermediari o meno;
Il commercio elettronico potrà avvenire tramite infomediari, intermediari dei siti internet che
assicurano tutte le informazioni utili, e servizi virtuali.