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ISBN 13 978-88-8207-331-2
EAN 9 788882 073312
Manuali, 80
Prima edizione, aprile 2009
Prima ristampa, marzo 2010
Aleo, Massimo
Il nuovo manuale del CTU : consulenze tecniche, accertamenti e perizie
sugli immobili / Massimo Aleo. – Palermo : Grafill, 2009.
(Manuali ; 80)
ISBN 978-88-8207-331-2
1. Estimo – Edilizia. 2. Perizie civili.
333.3382 CDD-21 SBN Pal0217759
CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”
© GRAFILL S.r.l.
Via Principe di Palagonia, 87/91 – 90145 Palermo
Telefono 091/6823069 – Fax 091/6823313
Internet http://www.grafill.it – E-Mail grafill@grafill.it
Finito di stampare nel mese di marzo 2010
presso Eurografica S.r.l. Viale Aiace, 126 – 90151 Palermo
Tutti i diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica e di riproduzione sono riservati. Nessuna parte di questa
pubblicazione può essere riprodotta in alcuna forma, compresi i microfilm e le copie fotostatiche, né memorizzata tramite
alcun mezzo, senza il permesso scritto dell’Editore. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita a norma di legge.
Nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici.
3
indice
presentazione........................................................................................ p. 15
Parte Prima
consulenti d’ufficio e periti
3. l’incarico di ctu
nell’accertaMento tecnico preVentiVo ..................... ˝ 38
3.1. Nomina ............................................................................................ ˝ 39
3.2. il quesito .......................................................................................... ˝ 39
4 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
Parte SeCONDa
il quadro di riferiMento
delle coMpetenze disciplinari
Parte terza
schede docuMenti-tipo
Parte QUarta
forMulario
n Modello 1
istanza per l’iscrizione all’albo dei Consulenti tecnici d’Ufficio ........... ˝ 247
n Modello 2
istanza per l’iscrizione all’albo dei Periti ................................................ ˝ 248
n Modello 3
Comunicazione di avvenuta iscrizione all’albo del tribunale................. ˝ 249
n Modello 4
Ordinanza ammissiva della consulenza .................................................... ˝ 249
n Modello 5
avviso di nomina ...................................................................................... ˝ 250
n Modello 6
Decreto di nomina (accertamento tecnico preventivo) ............................. ˝ 250
n Modello 7
istanza di astensione dall’incarico ............................................................ ˝ 251
n Modello 8
istanza di rinvio del conferimento dell’incarico per gravimotivi ............. ˝ 251
n Modello 9
verbale di giuramento ............................................................................... ˝ 252
n Modello 10
Comunicazione di inizio delle operazioni peritali .................................... ˝ 253
n Modello 11
verbale di inizio delle operazioni peritali ................................................. ˝ 254
n Modello 12
Convocazione di sopralluogo .................................................................... ˝ 255
10 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
n Modello 13
verbale di sopralluogo............................................................................... p. 255
n Modello 14
Convocazione di riunione.......................................................................... ˝ 256
n Modello 15
verbale di riunione .................................................................................... ˝ 256
n Modello 16
istanza di accesso agli atti presso una Pubblica amministrazione ........... ˝ 257
n Modello 17
richiesta copia documenti presso uffici privati........................................ ˝ 258
n Modello 18
istanza di sospensione delle operazioni peritali........................................ ˝ 258
n Modello 19
istanza per integrazione fondo spese ........................................................ ˝ 259
n Modello 20
istanza di proroga del termine di consegna dell’elaboratoperitale ........... ˝ 259
n Modello 21
istanza di autorizzazione all’ausilio di collaboratore specializzato.......... ˝ 260
n Modello 22
istanza di autorizzazione all’ausilio di personale specializzato................ ˝ 260
n Modello 23
istanza di autorizzazione a richiedere l’assistenza della forza pubblica
e di personale specializzato....................................................................... ˝ 261
n Modello 24
istanza di sostituzione per gravi motivi .................................................... ˝ 262
n Modello 25
verbale di conciliazione/transazione......................................................... ˝ 263
n Modello 26
relazione di consulenza tecnica d’ufficio................................................. ˝ 264
n Modello 27
Scheda di valutazione immobile ............................................................... ˝ 266
n Modello 28
verbale di giuramento per accertamento tecnico preventivo.................... ˝ 266
n Modello 29
verbale di giuramento per procedura fallimentare.................................... ˝ 267
n Modello 30
verbale di asseverazione (perizia giurata) ................................................ ˝ 267
n Modello 31
Osservazioni del CtP................................................................................ ˝ 268
n Modello 32
Nota spese e proposta competenze............................................................ ˝ 268
iNDiCe 11
n Modello 33
tabella di calcolo delle spese.................................................................... p. 269
n Modello 34
tabella di calcolo degli onorari commisurati al tempo (vacazioni) ......... ˝ 270
n Modello 35
tabella di calcolo degli onorari a percentuale in materia
di costruzioni edilizie, impianti, infrastrutture, ecc. ................................. ˝ 271
n Modello 36
tabella di calcolo degli onorari a percentuale in materia di estimo ......... ˝ 271
n Modello 37
tabella di calcolo degli onorari a importo variabile ................................. ˝ 272
n Modello 38
tabella di calcolo dell’indennità di trasferta con mezzo proprio
di trasporto................................................................................................. ˝ 273
n Modello 39
tabella riepilogativa di spese e competenze ............................................. ˝ 274
n Modello 40
Ordinanza di liquidazione per spese e onorario........................................ ˝ 275
n Modello 41
Decreto di liquidazione per spese e onorario............................................ ˝ 276
n Modello 42
ricorso avverso il provvedimento di liquidazione ................................... ˝ 277
n Modello 43
Nota di richiesta pagamento acconto per fondo spese.............................. ˝ 278
n Modello 44
Nota di richiesta pagamento saldo competenze ........................................ ˝ 279
n Modello 45
Parcella ...................................................................................................... ˝ 280
n Modello 46
trasmissione della parcella ....................................................................... ˝ 280
n Modello 47
tabella di calcolo dei diritti di usufrutto e nuda proprietà ....................... ˝ 281
n Modello 48
interessi legali............................................................................................ ˝ 281
n Modello 49
Denuncia inizio attività ............................................................................. ˝ 282
Parte QUiNta
appendice norMatiVa
o Guida all’installazione
e all’uso del software ............................................................. ˝ 340
Contenuti del CD-rOm allegato .............................................................. ˝ 340
requisiti hardware e software ................................................................... ˝ 340
richiesta della “password utente”............................................................. ˝ 340
Procedura per l’installazione del software ................................................ ˝ 340
Procedura per la registrazione del software .............................................. ˝ 341
Procedura per l’utilizzo del software ........................................................ ˝ 341
presentazione
Questo libro vuole costituire un’utile guida per i professionisti che intendono occu-
parsi di perizie e consulenza tecnica giudiziaria specialmente in campo immobiliare.
La consulenza d’ufficio sugli immobili è un particolare settore professionale che
sta assumendo negli ultimi tempi un crescente rilievo parallelamente al notorio incre-
mento del contenzioso civile e amministrativo.
Per altro verso, è lecito attendersi un ulteriore sviluppo per l’effetto (malaugurata-
mente prevedibile) della futura proliferazione delle procedure esecutive immobiliari
che deriveranno dalla cosiddetta “crisi dei mutui”, propagatasi nel mondo occidentale
in questi mesi, ponendo in risalto un livello di indebitamento delle famiglie della clas-
se media, in molti casi, oltre il limite della sostenibilità.
Dopo avere affrontato nella prima parte le principali questioni di interesse genera-
le (da come avviene l’iscrizione all’albo presso il tribunale fino alla descrizione dei
diversi ruoli che il consulente tecnico può generalmente assumere nelle procedure di
giustizia), il volume dispiega nella seconda i fondamenti di alcune materie base (cata-
sto, estimo, urbanistica, tariffa professionale) la cui conoscenza è indispensabile per un
corretto svolgimento dell’attività peritale.
La terza e la quarta parte, poi, raccolgono un esteso formulario di modelli di con-
sulenze svolte e di schede documenti-tipo che possono rivelarsi di importante ausilio
sia per l’inquadramento pratico del lavoro sia per l’acquisizione di un metodo chiaro e
efficace nella prassi professionale.
infine, la quinta è costituita da un’appendice normativa che riporta in estratto le
principali disposizioni codicistiche di interesse per il consulente tecnico e per il perito,
la normativa relativa ai compensi e un estratto della Legge Fallimentare.
17
Parte Prima
consulenti d’ufficio e periti
19
CaPitOLO 1
CaPitOLO 2
t 2.2. Giuramento
all’udienza fissata per il conferimento dell’incarico, il giudice istruttore – previa
raccolta delle generalità – ricorda al consulente l’importanza dell’incarico che è chia-
mato a svolgere e ne riceve a verbale il giuramento di “bene e fedelmente adempiere
le funzioni affidategli al solo scopo di far conoscere al giudice la verità”, di solito in-
vitando il professionista a dire “lo giuro” dopo avere egli stesso declamato la formula
di rito.
Nella consuetudine, inoltre, al fine di velocizzare le formalità, la cancelleria dispo-
ne sovente di un apposito modulo che viene riempito nel corso dell’udienza, sottoscrit-
to e allegato al verbale del processo.
il verbale di giuramento, indipendentemente dalla disponibilità o meno di una mo-
dulistica precompilata, riporta i seguenti elementi essenziali:
– data di udienza;
– numero di ruolo del procedimento;
– nome e cognome del giudice istruttore;
– parti in causa;
– generalità (nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo di studio) del con-
sulente tecnico d’ufficio;
– la data, l’ora e il luogo di inizio delle operazioni peritali fissati dal CtU (ovve-
ro una sua dichiarazione con la quale si riserva la successiva comunicazione for-
male alle parti, per esempio a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento,
telegramma o fax);
L’attività DeL CONSULeNte teCNiCO D’UFFiCiO 25
t 2.3. il quesito
il quesito è l’elemento fondante della consulenza ed è costituito dal complesso del-
le domande, degli accertamenti e delle indagini tecniche che il giudice ritiene necessa-
rie, o semplicemente opportune, per una compiuta conoscenza dei fatti da cui è scatu-
rito il contenzioso.
anche se trascritto nell’ordinanza notificatagli, è evidente che il CtU dovrà acqui-
sire piena cognizione di tutte le questioni nel corso dell’udienza cui è stato convocato
per il giuramento e per il conferimento dell’incarico, prestando la massima attenzione
al giudice e alle eventuali dichiarazioni delle parti.
Per il consulente, del quale è stata già chiarita la delicatezza del ruolo e l’impor-
tanza delle responsabilità che assume con il giuramento, è sempre indispensabile chie-
dere di essere autorizzato a prendere lettura personale, con eventuale acquisizione di
copia integrale o a stralcio, del verbale del procedimento in cui il quesito stesso è espli-
citato. infatti, dal momento che ordinariamente i verbali di udienza sono manoscritti e
le cancellerie in genere sovraffollate di utenti e oberate di lavoro, non è improbabile
imbattersi in qualche involontario errore di trascrizione nelle notifiche, con tutto ciò
che può conseguirne in termini di attendibilità del lavoro.
il verbale dovrà essere redatto sempre, anche nel caso in cui la riunione andrà deser-
ta. il momento di inizio delle operazioni peritali è quello ordinariamente fissato dal
giudice come termine assegnato alle parti in causa per l’esercizio della facoltà di no-
minare propri consulenti tecnici.
il primo sopralluogo, o la riunione con cui si dà inizio alle operazioni peritali, co-
stituisce l’attività senz’altro più delicata dell’incarico, giacché è proprio da qui che sca-
turiscono i primi convincimenti per il CtU, il quale può prendere finalmente cono-
scenza dei luoghi di causa e ascoltare direttamente le ragioni delle parti.
L’esperienza porta ad evidenziare a beneficio del neofito, in particolare almeno
quattro aspetti di natura pratica che riguardano questa fase.
il primo attiene alla scelta del momento e del luogo di inizio delle operazioni pe-
ritali, ove non sia deciso d’autorità dal giudice per motivi di urgenza e contingenza.
È buona prassi, come si può comprendere, trovare preventivamente anche per via
telefonica un accordo preventivo con gli avvocati delle parti, di solito impegnati tutte
le mattine per le udienze e a pomeriggi alterni per il ricevimento dei clienti. Ciò, natu-
ralmente, al solo scopo di evitare fastidiose attese e richieste di rinvio.
il secondo aspetto su cui occorre prestare molta attenzione è la gestione a livello
psicologico della riunione e del sopralluogo di inizio delle operazioni peritali.
Occorre avere sempre ben chiaro che tra i soggetti in lite i rapporti personali sono
nel più dei casi molto deteriorati. vi è quindi una marcata propensione alla divagazio-
ne e alla recriminazione, con la conseguenza che gli animi dei presenti possono predi-
sporsi ad accendersi facilmente.
il terzo elemento è relativo all’organizzazione dei lavori, rammentando in primis
che le operazioni peritali non sono pubbliche dal momento che è la legge ad individua-
re i soggetti aventi titolo a partecipare.
Occorre poi che il CtU manifesti, con equilibrio e senza eccedere, polso e idee
chiare sulle attività di sua competenza, evitando di cadere in polemica o di fomentare
intemperanze, anche indirettamente o involontariamente.
in particolare, per quanto riguarda i rapporti con i consulenti di parte (CtP), devo-
no mantenersi su un piano di distacco e equidistanza, dato che ciascuno di loro mira
esclusivamente a far valere le ragioni della parte che difende.
L’attività DeL CONSULeNte teCNiCO D’UFFiCiO 27
ricorre spesso il caso in cui uno o più dei CtP presenti al sopralluogo avanzi al
CtU richieste di approfondimento o domande di vario genere. in proposito va sottoli-
neato che il mandato conferito costituisce il limite operativo del consulente d’ufficio.
Pertanto è evidente che se in tali richieste non è possibile riconoscere alcuna attinenza
al quesito posto dal giudice ad esse non è dovuta alcuna risposta. Sarà eventualmente
il giudice, in un secondo tempo, lette le deduzioni delle parti alla relazione di consu-
lenza, a richiamare il tecnico per investirlo di ulteriori quesiti.
il quarto, in ultimo, è essenzialmente di natura formale ma riverbera le più impor-
tanti conseguenze sul piano pratico.
attiene alla necessità per il CtU di verificare, prima dell’avvio delle operazioni,
l’avvenuta regolare ricezione – da parte dei procuratori degli stessi contendenti – del-
la comunicazione scritta con cui si è disposto l’inizio delle operazioni peritali, ovvia-
mente quando ciò non è stato stabilito in sede di udienza di giuramento.
Nel caso, anche per un semplice disguido postale o altro, non risulti correttamente
eseguita la notifica, l’attività peritale svoltasi in condizioni in cui non sia garantito suf-
ficientemente il diritto di difesa (contraddittorio), potrà essere ritenuta nulla dal giudi-
ce il quale può disporne l’integrale rinnovazione.
1
articolo 90 disp. att. c.p.c.
28 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
senza giusta causa. Sotto questo profilo è evidente come il tecnico incaricato non de-
ve perdere mai di vista la necessità, comunque tipica di ogni professione, di uno svol-
gimento dei lavori preciso ma spedito. egli, dunque, è bene che giunga sui luoghi in
perfetto orario, con buona cognizione delle questioni oggetto degli accertamenti, mu-
nito di adeguati strumenti per l’esecuzione rapida di rilievi e misurazioni e, eventual-
mente, accompagnato da collaboratori o assistenti.
Di tutti i sopralluoghi effettuati sarà redatto apposito verbale rispettando le moda-
lità già viste.
Possono verificarsi taluni casi o circostanze in cui l’accesso ai luoghi non è possi-
bile materialmente ovvero è impedito dal proprietario o dal possessore del bene al CtU
o ad una delle parti.
Ove si verifichi l’impossibilità materiale di eseguire il sopralluogo (luoghi inacces-
sibili, immobili pericolanti, ecc.), il CtU deve innanzi tutto valutare se comunque sus-
sistano le condizioni per rispondere ai quesiti del giudice e quindi portare a termine
l’incarico.
in caso negativo deve informare il giudice formulando delle proposte e chiedendo,
nello stesso tempo, la sospensione delle operazioni peritali.
Diversa è la circostanza in cui il proprietario, o il possessore dell’immobile, assume
un atteggiamento ostruzionistico e non presti la dovuta collaborazione al CtU. Non tut-
ti intuiscono che un simile atteggiamento di solito non apporta alcun vantaggio ma, an-
zi, crea un effetto boomerang che finisce per penalizzare la stessa parte che lo adotta.
in questi casi il CtU, preso atto che le proprie insistenze bonarie si rivelano del
tutto inutili, è tenuto a rappresentare la situazione al giudice e, ove non ritenga di do-
vere rinunciare all’incarico, deve chiedere di potersi avvalere dell’ausilio della forza
pubblica e di eventuale personale specializzato per l’apertura della porta o del cancel-
lo di ingresso nonché l’autorizzazione a sostenere le maggiori spese.
Le operazioni di sopralluogo possono essere sospese dal CtU nell’eventualità in cui
una parte neghi l’accesso ad una delle parti avverse, al suo legale o al consulente tecnico.
Se neppure il ricorso a metodi bonari e di persuasione tramite il procuratore del re-
calcitrante consente di ripristinare condizioni sufficienti di garanzia del contraddittorio
e di diritto alla difesa, il CtU dovrà rassegnare al giudice la situazione per le conse-
guenti decisioni.
va rammentato che le operazioni peritali iniziate o proseguite in assenza di con-
traddittorio, ove eccepite dalla parte interessata alla prima udienza utile, possono esse-
re dichiarate nulle dal giudice e, come conseguenza, devono essere ripetute.
to professionale del soggetto che svolge il compito ausiliario; dall’altro, il regime del-
le spese.
Nella prima, la forma di collaborazione ha carattere essenzialmente di strumenta-
lità diretta e quindi l’eventuale spesa, che sarà comunque valutata sotto i profili del-
l’ammissibilità e congruità direttamente dal giudice in sede di liquidazione, non neces-
sita del disbrigo di alcuna formalità né di autorizzazione preventiva.
La seconda fattispecie ricorre quando determinati aspetti da approfondire sfuggo-
no alla competenza professionale del consulente incaricato, per il quale diventa pertan-
to indispensabile richiedere l’affiancamento di uno specialista o rivolgersi a strutture
specializzate.
alcune forme tipiche di collaborazione in questo senso sono rappresentate, ad
esempio, dalle attività specifiche di geometri e topografi, i quali possono essere inca-
ricati dal CtU di eseguire attività catastali e misurazioni sul terreno nel contesto di sti-
me fondiarie e progetti di divisione ereditaria; ragionieri e commercialisti possono in-
vece essere coinvolti relativamente a questioni condominiali; ancora, l’attività di labo-
ratori di analisi e prove di resistenza dei materiali è spesso di fondamentale importan-
za per la determinazione e la stima di danni a fabbricati.
in tutti questi casi, vigendo innanzi tutto il principio di diligenza e la connessa esi-
genza di buon governo delle spese, è compito del CtU valutare l’opportunità di richie-
dere al giudice la preventiva autorizzazione ad incaricare il soggetto designato (ovvia-
mente individuato sulla base di requisiti attestanti comprovata fiducia e professiona-
lità) e a sostenere i relativi costi, anche in funzione dell’ammontare di questi2.
Bisogna, peraltro, rimarcare che le prestazioni d’opera degli ausiliari eventualmen-
te incaricati in forma autonoma dal CtU solo perché in possesso di determinate e spe-
cifiche attrezzature non possono equipararsi all’uso di macchinari e strumentazioni
proprie e le spese non saranno riconosciute dal giudice.
infine, è bene rammentare che l’istanza di autorizzazione al giudice deve indicare
se l’espletamento delle attività dell’ausiliario comporti un allungamento dei tempi di
indagine rispetto a quanto preventivato al momento del conferimento dell’incarico. in
tale circostanza può avanzarsi contestualmente richiesta di proroga del termine per la
consegna della relazione di consulenza.
2
articolo 7, legge 8 luglio 1980, n. 319.
L’attività DeL CONSULeNte teCNiCO D’UFFiCiO 31
Secondo tale norma, se la consegna avviene dopo la scadenza del termine, il giu-
dice liquiderà le vacazioni senza considerare il tempo successivo alla scadenza e gli
onorari saranno ridotti di un quarto.
al fine di regolarsi opportunamente con la tempistica, di solito determinata da un
numero di giorni successivi all’udienza di giuramento (sessanta, novanta o quant’altro
stabilito dal giudice) oppure in mesi, occorre tenere presente che3:
– non va computato il giorno in cui cade il momento iniziale del termine;
– se il termine finale cade in giorno festivo, si considera il primo giorno successi-
vo non festivo;
– se la durata dell’incarico è stabilita in mesi, la scadenza si verifica nel giorno del
mese di scadenza corrispondente al giorno del mese iniziale;
– il periodo feriale giudiziario, che va dal giorno 1 agosto al 15 settembre non ha
alcun rilievo ai fini del calcolo del termine, trattandosi unicamente di un perio-
do sospensivo dei processi4.
3
articolo 2963 c.c.
4
articolo 1, legge n. 742/1969.
34 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
Descrizione dei luoghi. Così come detto in precedenza, questo volume tratta es-
senzialmente della consulenza tecnica in campo immobiliare. Per una chiara e com-
pleta descrizione dei luoghi di causa si può seguire il metodo dell’approfondimento
di scala, altrimenti definito “a cannocchiale”. Partendo quindi da un sommario in-
quadramento a carattere generale delle informazioni di tipo geografico e urbanistico,
si procede con la descrizione dell’edificio, quindi con l’indicazione dei dati catasta-
li e delle coerenze, fino all’illustrazione (più o meno dettagliata, a seconda delle fi-
nalità dell’incarico) dell’immobile o della porzione di immobile oggetto delle inda-
gini tecniche richieste.
La descrizione scritta dello stato dei luoghi risulta di solito più facilmente com-
prensibile se il testo contiene annotazioni con riferimento ad elementi percepibili visi-
vamente come disegni e fotografie.
L’attività DeL CONSULeNte teCNiCO D’UFFiCiO 35
CaPitOLO 3
l’incarico di ctu
nell’accertaMento tecnico preVentiVo
5
articolo 696 c.p.c.
6
articolo 696-bis c.p.c.
7
articolo 699 c.p.c.
8
articolo 700 c.p.c.
L’iNCariCO Di CtU NeLL’aCCertameNtO teCNiCO PreveNtivO 39
t 3.1. nomina
Si è detto in apertura di questa sezione che la nomina del CtU nell’accertamento
tecnico preventivo è richiesta dalla parte interessata con ricorso motivato rivolto al pre-
sidente del tribunale o al giudice di pace, in base alla competenza.
il giudice adito, letto il ricorso e valutata la sussistenza delle circostanze previste
dall’articolo 696 c.p.c. (o, eventualmente, dell’articolo 696-bis), procede alla nomina
del consulente tecnico d’ufficio.
il decreto di nomina, la cui notifica al consulente (unitamente a copia del ricorso)
è a carico del ricorrente che provvede tramite ufficiale giudiziario, dispone in merito:
– all’attività richiesta al CtU;
– al termine entro il quale il CtU deve dare inizio alle operazioni peritali;
– al termine di consegna della relazione peritale;
– all’ammontare dell’acconto a favore del CtU;
– alle eventuali altre richieste del giudice (per esempio riguardo all’esperimento
del tentativo di conciliazione, l’autorizzazione a ricorrere ad ausiliari, il termi-
ne assegnato alle parti per la nomina dei CtP, ecc.).
t 3.2. il quesito
in linea generale, il decreto di nomina non postula specificatamente le domande a
cui il tecnico deve rispondere ma si limita a disporre che il CtU accerti la veridicità e
fondatezza di quanto lamentato nel ricorso.
ricordando che l’accertamento tecnico preventivo, in base al testo novellato dell’ar-
ticolo 696 c.p.c., può comprendere anche valutazioni in ordine a danni e alle relative cau-
se, si capisce bene come, in sostanza, è dalla formulazione del ricorso stesso che emer-
ge l’articolazione e la natura delle richieste costituenti il quesito rivolto al CtU.
È quindi solo il ricorso che definisce nella realtà pratica l’oggetto e l’ambito del-
l’incarico affidato al professionista.
Una volta ricevuto il decreto di nomina unitamente alla copia del ricorso, il nomi-
nato CtU avrà cura, come primo adempimento, di prelevare dalla competente cancel-
leria il fascicolo che contiene tutti gli atti depositati dal ricorrente (originale del ricor-
so, eventuale perizia di parte, ecc.).
parti coinvolte i cui recapiti sono desumibili dalle relate di notifica che l’ufficiale giu-
diziario allega all’orginale del ricorso.
Nel caso in cui le verifiche richieste riguardino un bene immobile, considerati i ri-
stretti termini ordinariamente assegnati, per economia di tempo l’atto di inizio delle at-
tività tecniche di solito avviene direttamente sui luoghi. Nulla comunque vieta che, te-
nuto conto della natura e della complessità delle questioni lamentate in ricorso, il CtU
disponga l’inizio delle operazioni peritali presso il proprio studio.
Dell’inizio delle operazioni peritali, così come di ogni altra attività svolta in for-
male contraddittorio, il consulente redige apposito verbale con le consuete modalità.
Si rammenta infine che, di norma, il giudice fissa entro e non oltre la data di ini-
zio delle operazioni peritali il termine per la nomina dei consulenti tecnici di parte.
9
Cfr. § 2.5 e segg.
L’iNCariCO Di CtU NeLL’aCCertameNtO teCNiCO PreveNtivO 41
tecnici) non si sia di comune accordo stabilito di rendere più snelle e dirette le mo-
dalità di comunicazione10.
10
Cfr. in particolare § 2.5.1.
11
articolo 696-bis c.p.c.
12
Cfr. in particolare § 2.5.2.
13
Cfr. § 2.6.
42 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
c) precisazioni introduttive;
d) descrizione dello stato dei luoghi;
e) risposte ai quesiti formulati in ricorso;
f) conclusioni;
g) verbale di giuramento;
h) allegati:
1. comunicazione di inizio delle operazioni peritali o di sopralluogo;
2. verbale di inizio delle operazioni peritali;
3. documentazione acquisita;
4. rilievo fotografico;
5. rilievo metrico;
6. osservazioni dei CtP (eventuali);
7. documenti acquisiti presso uffici pubblici e privati.
CaPitOLO 4
t 4.1. nomina
Nella procedura di esecuzione immobiliare, la nomina del CtU viene disposta dal
giudice dell’esecuzione (Ges) emettendo l’ordinanza ammissiva della consulenza a se-
guito dell’istanza avanzata da parte del creditore procedente.
in questa procedura, l’attività del consulente tecnico d’ufficio viene effettuata an-
teriormente alla prima udienza al fine di accelerare l’iter di esproprio mediante l’acqui-
sizione della relazione in via preliminare e poter fissare la vendita.
t 4.2. Giuramento
il giudice dell’esecuzione conferisce in sede di giuramento al nominato consulen-
te tecnico d’ufficio, l’incarico di accertare tutti gli elementi necessari per la vendita
dell’immobile colpito dal pignoramento, tra i quali anche il valore di stima.
L’esperto nominato può sostenere la formalità del giuramento dinanzi al giudice
senza la presenza delle parti ovvero con la sola presenza del creditore procedente.
L’attività peritale richiesta al professionista, nella procedura di esecuzione immo-
biliare, possiede gran parte dei caratteri generali della consulenza tecnica d’ufficio. Si
14
atto con cui si ingiunge al debitore ad astenersi dal compiere atti tesi alla sottrazione del bene alla ga-
ranzia del credito.
44 iL NUOvO maNUaLe DeL CtU
tratta tuttavia di un’attività funzionale alla vendita forzosa di beni avviata a richiesta di
soggetti aventi titolo per il recupero di loro crediti e non di uno strumento giuridico te-
so all’accertamento di fatti e circostanze in vista dell’espressione di un giudicato per la
soluzione di una controversia.
t 4.3. il quesito
Nella procedura coattiva di esproprio, l’oggetto principale del quesito a cui il con-
sulente tecnico d’ufficio deve rispondere riguarda la verifica di tutti gli elementi indi-
spensabili per definire l’effettiva commerciabilità del bene e evitare l’insorgere di mo-
tivi ostativi alla vendita in fase di trasferimento della proprietà.
in particolare, la relazione di stima deve contenere i seguenti elementi:15
1. identificazione del bene, comprensiva dei confini e dei dati catastali;
2. una sommaria descrizione del bene;
3. informazioni sullo stato di possesso del bene, con l’indicazione, se il bene è oc-
cupato da terzi, del titolo in base al quale è occupato, con particolare riferimen-
to alla esistenza di contratti registrati in data antecedente al pignoramento;
4. l’indicazione delle formalità, vincoli o oneri, anche di natura condominiale, gra-
vanti sul bene che resteranno a carico dell’acquirente, ivi compresi i vincoli con-
dizionanti l’eventuale trasformazione a fini edilizi dello stesso nonché i vincoli
conservativi di carattere storico-artistico;
5. l’indicazione delle formalità, vincoli e oneri, anche di natura condominiale, che
saranno cancellati o che comunque risulteranno non opponibili all’acquirente;
6. la verifica della regolarità edilizia e urbanistica dell’immobile nonché dell’esi-
stenza della relativa certificazione di abitabilità/agibilità ovvero l’acquisizione
o l’aggiornamento, in caso di terreni, del certificato di destinazione urbanistica.
15
articolo 173 c.p.c
16
articolo 567, ii comma, del c.p.c.
L’iNCariCO Di CtU NeLLe eSeCUziONi immOBiLiari 45
17
il comma 5 dell’articolo 46, D.P.r. n. 380/2001 così recita: “Le nullità di cui al presente articolo non si
applicano agli atti derivanti da procedure esecutive immobiliari, individuali o concorsuali. L’aggiudica-
tario, qualora l’immobile si trovi nelle condizioni previste per il rilascio del permesso a costruire in sa-
natoria, dovrà presentare domanda di permesso in sanatoria entro 120 giorni dalla notifica del decreto
emesso dall’autorità giudiziaria”.
L’iNCariCO Di CtU NeLLe eSeCUziONi immOBiLiari 47
Nel caso in cui il debitore occupi l’immobile e non permetta l’accesso del consu-
lente o comunque lo ostacoli nelle funzioni assegnategli, il giudice dell’esecuzione de-
ve essere immediatamente informato. Questi provvederà quindi all’emissione di ordi-
nanza di liberazione dell’immobile, in modo da consentire al consulente tecnico di ac-
cedere per effettuare i rilievi e gli altri accertamenti di sua spettanza.
Nella diversa ipotesi per cui l’immobile sia detenuto da soggetto titolato diverso
dal debitore, il consulente cercherà bonariamente di prendere gli accordi che il caso ri-
chiede per l’accesso ai luoghi.
Ove sorgano difficoltà, dovrà tempestivamente riferire al giudice per l’adozione
dei provvedimenti necessari che possono comprendere l’intervento della forza pubbli-
ca e l’ausilio di personale specializzato per l’apertura di porte e cancelli.
t 4.8. deposito
in base alla normativa in materia, il periodo intercorrente tra il provvedimento di
nomina del consulente tecnico d’ufficio e l’udienza di autorizzazione alla vendita non
deve superare i 120 giorni.
inoltre l’esperto, una volta terminata la relazione, è obbligato ad inviarne copia sia
ai creditori procedenti sia a quelli intervenuti sia allo stesso debitore. tale adempimen-
to deve essere espletato almeno 45 giorni prima della suddetta udienza.
Si comprende pertanto che per il deposito dell’elaborato peritale (nonché della do-
cumentazione attestante l’avvenuta trasmissione a tutte le parti interessate), al tecnico
non restano che (120 – 45 =) 75 giorni utili.
Nella considerazione che i suddetti termini hanno carattere ordinatorio e non pe-
rentorio, il riferimento temporale principale resta individuato dalla data di rinvio del-
l’udienza di vendita stabilita dal giudice dell’esecuzione e che viene da questi determi-
nata sulla base della propria agenda e del carico di lavoro.
Ciò, ovviamente, non esonera il tecnico dal segnalare al giudice eventuali ritardi e
dal richiedere formalmente la proroga dei termini di consegna.
CaPitOLO 5
L’articolo 107 della legge fallimentare, nel testo riformato dal D.Lgs. n. 5/2006 e
dal D.Lgs. n. 169/2007, dispone che “le vendite e gli altri atti di liquidazione sono ef-
fettuati dal curatore, tramite procedure competitive anche avvalendosi di soggetti spe-
cializzati, sulla base di stime effettuate … da parte di operatori esperti …”.
Per quanto riguarda la procedura relativa alla vendita dei beni e, di conseguenza
l’impostazione della consulenza tecnica e il suo taglio contenutistico, va detto che al-
le procedure concorsuali si possono applicare i principi delle disposizioni stabilite dal
codice di procedura civile per l’espropriazione immobiliare e non solamente ove ciò
sia espressamente previsto ma poiché del tutto compatibili in linea generale.
il potere di nominare il consulente tecnico per la stima del compendio dei beni mo-
bili e immobili colpiti dalla procedura è ora attribuito al curatore, soggetto che ammi-
nistra il patrimonio fallimentare e al quale sono state assegnate dalla normativa di rifor-
ma una serie di nuove competenze.
t 5.1. nomina
La nomina del consulente o stimatore viene eseguita direttamente dal curatore ov-
vero dal giudice delegato al fallimento, a seconda che la procedura rientri nel nuovo o
sia relitta del vecchio rito. Nel secondo caso il provvedimento viene adottato dal giu-
dice annotando la designazione del tecnico incaricato direttamente sull’istanza di no-
mina del CtU presentata dal curatore.
in un caso o nell’altro, la nota della curatela che comunica al professionista il con-
ferimento dell’incarico contiene, tra l’altro, l’invito a prendere urgentemente contatti
per quanto a doversi praticare al fine della stima del compendio fallimentare.
18
il comma 5 dell’articolo 46 del D.P.r. n. 380/2001 così recita: “Le nullità di cui al presente articolo non
si applicano agli atti derivanti da procedure esecutive immobiliari, individuali o concorsuali. L’aggiudi-
catario, qualora l’immobile si trovi nelle condizioni previste per il rilascio del permesso a costruire in
sanatoria, dovrà presentare domanda di permesso in sanatoria entro 120 giorni dalla notifica del decre-
to emesso dall’autorità giudiziaria”.
L’iNCariCO Di CtU NeLLa PrOCeDUra FaLLimeNtare 51
CaPitOLO 6
Nel rito amministrativo, il giudice di merito può disporre dello strumento della
consulenza tecnica d’ufficio in due differenti circostanze al fine di acquisire conoscen-
ze specifiche per integrare o definire le cognizioni di ordine tecnico relative alla con-
troversia sulla quale è chiamato a giudicare.
La prima è quella regolata dal terzo comma dell’articolo 35 del D.Lgs. n. 80/1998
il quale, nel testo modificato dall’articolo 7 della legge n. 205/2000, stabilisce che “il
giudice amministrativo … può disporre l’assunzione dei mezzi di prova previsti dal co-
dice di procedura civile, nonché della consulenza tecnica d’ufficio …” nelle materie
rientranti nella sua giurisdizione esclusiva.
La seconda circostanza è invece quella riguardante l’articolo 16 della suddetta leg-
ge n. 205/2000, integrativo dell’articolo 44 del r.D. n. 1054/1924 e che concerne il
giudizio ordinario di legittimità.
in particolare detta disposizione statuisce che il giudice amministrativo possa di-
sporre anche della consulenza tecnica d’ufficio in aggiunta agli strumenti istruttori del-
la “richiesta di schiarimenti e di documenti” e della “verificazione”.
in realtà bisogna ricordare che in campo amministrativo, fino all’abrogazione san-
cita dall’entrata in vigore del t.U. dell’edilizia (D.P.r. n. 380/2001), esisteva anche lo
strumento della “perizia” regolata dall’articolo 16 della legge n. 10/1977, strumento a
cui i giudici dei t.a.r. potevano ricorrere nel contenzioso relativo al rilascio o dinie-
go di concessioni edilizie e in quello scaturente nella determinazione degli oneri con-
cessori e delle relative sanzioni.
evidenziando che lo strumento della “verificazione” affidata all’organo tecnico di
una pubblica amministrazione possiede molti punti in comune con la CtU (non è tutta-
via prevista la formalità del giuramento e, va detto, si tratta oggi di uno strumento in so-
stanziale recessione), si deve rimarcare che, comunque, la scelta di avvalersi in ogni mo-
mento di un ausiliario resta sempre riservata alle valutazioni discrezionali del giudice.
È il giudice, infatti, che deve determinare volta per volta, su istanza di parte o d’uf-
ficio, la sussistenza delle ragioni di opportunità o necessità, ai fini della decisione, del-
la collaborazione di un professionista in possesso di specifica competenza tecnica.
La nomina del CtU e lo svolgimento dell’incarico possono attuarsi nel giudizio
amministrativo secondo lo schema previsto dalle norme del codice di procedura civile
(nomina, giuramento, inizio delle operazioni peritali, attività connesse alla realizzazio-
ne delle stesse e stesura della relazione di consulenza, deposito), in quanto assoluta-
mente compatibili con le norme vigenti in materia di procedura amministrativa.
in assenza di disposizioni applicative in merito alla creazione di albi ufficiali di
consulenti tecnici presso le sedi giurisdizionali amministrative (t.a.r. e Consiglio di
L’iNCariCO Di CtU NeL ritO ammiNiStrativO 53
Stato), la nomina del consulente tecnico d’ufficio avviene secondo una prassi caratte-
rizzata da ampia discrezionalità e comunque prescindendo dal ricorso agli albi di peri-
ti e consulenti istituiti presso i tribunali civili e penali.
in concreto accade che il CtU viene individuato facendo riferimento a istituti, or-
ganismi specializzati o università nonché a funzionari tecnici di strutture o istituzioni
pubbliche o, al limite, a liberi professionisti purché in possesso di esperienza in cam-
po pubblicistico (amministratori di pubbliche amministrazioni locali, ecc.).
il conferimento dell’incarico del consulente d’ufficio avviene di norma con la stes-
sa ordinanza ammissiva dello strumento istruttorio e che solitamente ha veste collegia-
le (dati i caratteri peculiari del processo amministrativo) salvo il caso in cui viene
emessa dal presidente del collegio o dal consigliere a tale scopo delegato.
Per quanto riguarda tutte le modalità di esecuzione della consulenza tecnica d’uf-
ficio e gli aspetti relativi ai contenuti, si rinvia al caso generale per la richiamata com-
patibilità con le norme del codice di procedura civile.
54
CaPitOLO 7
il consulente tecnico di parte
t 7.1. nomina
La nomina del consulente tecnico di parte è effettuata dal difensore, in sede di
udienza, o anche direttamente dalla parte che presenzia all’inizio delle operazioni pe-
ritali indicando il nome e il recapito del professionista designato.
il CtP non è tenuto a sostenere alcun giuramento poiché risponde unicamente al-
la parte che lo ha nominato e non deve necessariamente essere iscritto a particolari al-
bi o ordini professionali.
Nell’eventualità la stessa parte in giudizio possieda competenze professionalmen-
te adeguate rispetto alla materia oggetto di consulenza tecnica, nulla preclude che pos-
sa svolgere personalmente la funzione di CtP.
t 7.2. funzioni
Con particolare riferimento al rito processuale civile, va sottolineato che il CtP è
chiamato a svolgere essenzialmente una funzione di controllo sull’operato del consu-
lente tecnico d’ufficio.
tra le attribuzioni salienti del consulente tecnico di parte vi è la partecipazione
alle operazioni peritali, la presentazione di osservazioni ed istanze al consulente tec-
nico d’ufficio nel corso delle stesse nonché la formulazione di osservazioni alle ri-
sultanze della consulenza dopo il deposito ed entro il termine all’uopo fissato dal giu-
dice istruttore.
iL CONSULeNte teCNiCO Di Parte 55
anche se notorio, è opportuno rimarcare che le richieste del CtP tendenti ad am-
pliare il campo d’indagine del consulente d’ufficio nel corso delle operazioni non so-
no ammissibili, essendo questi strettamente vincolato al mandato e ai quesiti formula-
ti dal giudice.
Non è tuttavia infrequente l’adozione di strategie difensive non improntate a tale
condotta al solo scopo di una migliore e più efficace tutela degli interessi del cliente,
fermo restando che dovrà essere il CtU ad evidenziare la portata e i limiti del suo in-
carico.
al contrario, la necessità di un eventuale ampliamento o completamento delle in-
dagini peritali deve essere dimostrato al giudice che, ove ritenga condivisibili le moti-
vazioni addotte, potrà disporre il richiamo del CtU formulando un quesito integrativo.
CaPitOLO 8
Per quanto riguarda infine la materia dei compensi, il tecnico incaricato potrà fare
riferimento alla tariffa professionale dato che questa particolare tipologia di incarico
non rientra tra quelle contemplate nelle tabelle ministeriali ordinariamente utilizzate
per il calcolo degli onorari spettanti ai consulenti tecnici d’ufficio.
La relativa spesa, sebbene anticipata dalla parte ricorrente, resta comunque sotto-
posta al giudizio finale di ammissibilità e congruità da parte del giudice dell’esecuzio-
ne per essere poi posta definitivamente a carico della parte esecutata.
58
CaPitOLO 9
La designazione del perito può investire non solo iscritti all’albo dei periti del tri-
bunale ma anche soggetti di riconosciuta competenza nella specifica disciplina richie-
sta dalla tipologia di accertamenti necessari.
L’iNCariCO Di PeritO NeL ritO PeNaLe 59
Nel caso dei consulenti tecnici del pubblico ministero invece la scelta deve ricade-
re, di regola, su una persona iscritta all’albo dei periti.
La consegna dell’ordinanza di nomina avviene tramite ufficiale giudiziario che può
avvalersi per la notifica anche del servizio postale o delle forze di pubblica sicurezza
(polizia, carabinieri).
t 9.3. il quesito
Nella stessa udienza fissata per il conferimento dell’incarico, il giudice formula
i quesiti, sentiti il perito, i consulenti tecnici, il pubblico ministero e i difensori pre-
senti.
Nella gran parte dei casi, data l’ordinaria complessità e delicatezza delle richieste,
al perito non è possibile rendere immediatamente il parere a verbale. in questo caso il
giudice può concedere al professionista un termine fino a 90 giorni (prorogabile non
oltre sei mesi) per rispondere anche mediante relazione scritta.
– redazione della relazione che può contenere o meno giudizi di stima immobilia-
re in base al quesito;
– partecipazione alle udienze secondo citazione.
Premessa. Nella parte iniziale della relazione, il perito riassume tutte le informa-
zioni di carattere formale che possono riguardare l’incarico:
– organo procedente;
– estremi del procedimento;
– dati identificativi dell’imputato;
– generalità personali e numero di iscrizione all’ordine professionale;
– la data dell’udienza in cui è stato conferito l’incarico;
– l’elencazione delle domande del giudice;
– l’eventuale enumerazione dei documenti consultati, ecc.;
– il termine di scadenza per la consegna della perizia.
mità e discrasie (per esempio riferimenti catastali errati), l’esistenza di alterazioni del-
lo stato dei luoghi o, in generale, per rappresentare al giudice questioni di una certa im-
portanza sorte nel corso delle operazioni peritali.
Risposte ai quesiti. Le risposte ai quesiti dovranno essere distinte per punti (capi-
toli o paragrafi) seguendo lo stesso ordine delle domande formulate dal giudice e limi-
tate all’esposizione dei fatti e degli accertamenti eseguiti, ivi compresa l’espressione di
un giudizio di stima, se richiesto.
Allegati. tutti gli atti ed elaborati formati o acquisiti nel corso delle indagini tec-
niche devono essere opportunamente e correttamente identificati (con lettera o nume-
ro) al fine di agevolare giudice, consulenti di parte e avvocati nella ricerca dei rife-
rimenti.
63
Parte Seconda
Il quadro dI rIferImento
delle competenze dIscIplInarI
65
caPitolo 10
la relazione del consulente tecnico deve cercare di evidenziare tre requisiti fonda-
mentali che riverberano direttamente non solo il livello qualitativo e la concreta affi-
dabilità dei contenuti dell’elaborato ma, soprattutto, la capacità tecnica e la personalità
del professionista che lo ha predisposto.
essa, in particolare, deve contraddistinguersi per essere:
– sobria, cioè priva di tutto ciò che può risultare ridondante e superfluo;
– ordinata, cioè organizzata secondo un criterio organico e ragionato, rispondente
all’esigenza di praticità e chiarezza complessiva dell’esposizione;
– obiettiva, cioè non influenzata da personalismi né da interferenze esterne.
t 10.2. I confini
i confini (denominati anche limiti, coerenze o termini) di un immobile possono es-
sere rappresentati in una relazione tecnica essenzialmente in tre modi:
1. indicando il nominativo del proprietario confinante risultante da un atto pubbli-
co (anche seguito dalla formula “o suoi aventi causa”);
2. indicando la qualità dell’immobile di proprietà privata confinante (terreno, ap-
partamento o altro anche seguito dalla formula “di proprietà di terzi” o “di pro-
prietà aliena” cioè non appartenente al proprietario del bene in oggetto, ecc.)
ovvero di proprietà condominiale (corpo scala, androne, giardino, ecc.) o, infi-
ne, di proprietà pubblica (via, piazza, ecc.);
3. indicando gli identificativi catastali degli immobili confinanti19.
Per la inequivocabile identificazione di un immobile in base ai suoi confini, è ne-
cessario indicarne almeno tre, indipendentemente dalla loro localizzazione che va rife-
rita preferibilmente ai punti cardinali (nord, est, sud e ovest) ovvero considerando la
posizione relativa rispetto all’immobile in esame (soprastante, sottostante, a destra ri-
spetto a, e così via).
19
articolo 950 c.c.
i dati identficativi deGli immobili 67
– numero di partita;
– numero di foglio di mappa;
– numero di particella e subalterno (eventuale);
– consistenza in termini di superficie espressa in ettari, centiare, are;
– qualità;
– classe;
– reddito agrario;
– reddito dominicale;
– data dell’ultima variazione.
i documenti relativi al catasto terreni che, in genere e secondo il caso, possono es-
sere di utile acquisizione in sede di redazione di una consulenza tecnica sono:
– consultazione per nominativo, partita o particella;
– estratto di mappa in scala 1/1000 o 1/2000;
– copia del tipo di frazionamento.
nella fattispecie relativa al catasto fabbricati, l’ispezione consente di ottenere le
informazioni seguenti:
– intestazione ditta;
– numero di partita;
– zona censuaria;
– numero di foglio di mappa;
– categoria catastale;
– numero di particella e subalterno;
– consistenza espressa in termini di vani catastali;
– classe;
– reddito catastale;
– data dell’ultima variazione.
i documenti del catasto fabbricati di norma d’ausilio nel contesto dell’esecuzione
di indagini peritali a loro volta sono:
– consultazione per nominativo o per immobile;
– elenco fabbricato;
– estratto di mappa a scala 1/1000 o 1/2000;
– planimetria catastale in scala 1/100 o 1/200;
– scheda accatastamento (in caso di mancato classamento).
10.4.1. La trascrizione
la trascrizione è una forma di pubblicità degli atti riguardanti la situazione giuri-
dica dei beni immobili, tesa a renderla legalmente conoscibile ai terzi.
le disposizioni normative del codice civile dettate a proposito della trascrizione di-
sciplinano i conflitti derivanti dai trasferimenti dei diritti sugli immobili20.
Se si verifica un conflitto fra acquirenti, conflitto che teoricamente potrebbe risol-
versi a favore di chi risulti aver acquistato per primo, la legge privilegia il soggetto che
per primo ha trascritto il titolo, anche se il suo acquisto è posteriore21.
Pertanto, la trascrizione dell’atto presso l’ufficio della conservatoria dei registri im-
mobiliari nella cui circoscrizione è ubicato il bene, costituisce la condizione per potere
efficacemente opporre l’acquisto del diritto ai terzi eventualmente controinteressati.
nel caso delle compravendite, l’adempimento viene svolto di norma dal notaio che
è tenuto ad eseguirlo nel più breve tempo possibile mediante presentazione di apposi-
ta nota alla conservatoria dei registri immobiliari.
la nota di trascrizione contiene una sintesi dell’atto a cui si riferisce con l’identi-
ficazione delle parti, dell’oggetto e delle condizioni di trasferimento.
la trascrizione si definisce “a favore di” oppure “contro” un determinato sogget-
to in dipendenza del fatto se il diritto sul bene oggetto della trascrizione stessa viene
acquistato o ceduto.
a titolo esemplificativo si riporta un elenco dei principali atti relativi a immobili
che devono essere soggetti a trascrizione:
– i contratti che trasferiscono, costituiscono o modificano diritti di proprietà e usu-
frutto;
– gli atti di rinunzia ai medesimi diritti;
– alcuni contratti riguardanti diritti non reali (locazioni ultranovennali, società o
associazioni, consorzi);
– transazioni che hanno per oggetto controversie su tali diritti;
– le sentenze con le quali sono costituiti, trasferiti o modificati gli stessi;
– le divisioni immobiliari;
– gli atti con i quali sono costituiti vincoli dotali, comunioni fra coniugi, patrimo-
ni familiari;
– le accettazioni di eredità e di legati;
– le cessioni dei beni immobili ai creditori;
20
articolo 2643 e segg. c.c.
21
articolo 2644 c.c.
i dati identficativi deGli immobili 69
10.4.3. L’annotazione
l’annotazione altro non è che una forma integrativa di pubblicità che serve a ren-
dere possibile a terzi la conoscenza della eventuale modifica di determinate situazioni
giuridiche già rese pubbliche mediante trascrizione o iscrizione.
22
articolo 2808 e segg. c.c.
70 il nuovo manuale del ctu
23
articolo 17 legge n. 47/1985 oggi trasfuso nell’articolo 46 del d.P.r. n. 380/2001.
24
articolo 40, comma ii, legge n. 47/1985.
i dati identficativi deGli immobili 71
n. 326/2003), nel caso in cui il fabbricato risulti sprovvisto di formale titolo abi-
litativo alla costruzione rilasciato dal comune, occorre indicare gli estremi di
presentazione dell’istanza di sanatoria e dell’avvenuto pagamento della relativa
oblazione. a seconda delle circostanze e delle richieste a cui il tecnico deve ri-
spondere nell’espletamento del mandato affidatogli, può risultare opportuno o
anche necessario consultare la pratica di condono presentata al comune per ac-
certare la fedeltà delle dichiarazioni in essa contenute rispetto alla situazione ri-
levata in sede di sopralluogo.
Quanto sopra è valido fatte salve le diverse disposizioni previste dalle normative
regionali in materia25.
in alcune circostanze il tecnico può trovarsi al cospetto di casi particolari.
a titolo esemplificativo:
– sull’istanza di concessione edilizia non riscontrata dal comune si è formato il
“silenzio assenso”;
– l’atto di consenso è stato rilasciato a seguito dell’intervento di un commissario
ad acta in sostituzione dell’amministrazione comunale inadempiente;
– la concessione edilizia è stata rilasciata come “accertamento di conformità”
dell’immobile abusivamente realizzato, ai sensi dell’articolo 13 della legge
n. 47/1985 (contemporanea conformità agli strumenti urbanistici vigenti al mo-
mento della realizzazione dell’opera e al momento della presentazione del-
l’istanza) e successive modifiche.
nel caso di terreni, i contratti stipulati sia in forma pubblica sia in forma privata
sono nulli e non possono essere stipulati né trascritti nei pubblici registri ove non sia
allegato il certificato di destinazione urbanistica contenente le prescrizioni urbanistiche
riguardanti l’area interessata.
Sono escluse le pertinenze di edifici censiti al catasto urbano, purché la superficie
complessiva sia inferiore a 5.000 m2 26.
25
non in tutte le regioni è avvenuto l’integrale recepimento del t.u. dell’edilizia.
26
articolo 30, d.P.r. n. 380/2001.
72 il nuovo manuale del ctu
mobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vi-
gente, il restauro comprende l’intervento di miglioramento strutturale”.
27
cfr. articolo 137, d.P.r. n. 380/2001.
i dati identficativi deGli immobili 77
ministrazione preposta alla tutela del vincolo. in caso di mancata formulazione del
parere entro 180 giorni dalla richiesta questo si intende reso favorevolmente tranne
nel caso di vincoli di legge o urbanistici a tutela del patrimonio storico-artistico, pae-
saggistico, idrogeologico, delle falde idriche, dei parchi e delle aree protette nazio-
nali e regionali.
Per ottenere detti nulla osta vanno presentati agli enti preposti i relativi documen-
ti e versati gli eventuali diritti amministrativi.
in particolare, per quanto riguarda il caso di opere realizzate in zone soggette a vin-
colo paesaggistico, è altresì dovuta l’indennità risarcitoria prevista dall’articolo 15 del-
la legge n. 1497/1939 confluita nel recente codice del paesaggio (codice urbani,
d.lgs. n. 42/2004).
legittimato a presentare l’istanza nei termini previsti (31 marzo 2004), è il proprie-
tario ovvero qualunque altro soggetto interessato al conseguimento della sanatoria sal-
vo diritto di rivalsa nei confronti del proprietario stesso.
la domanda deve essere corredata da idonea documentazione, in parte sostituibile
da dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, e dal rilievo fotografico dell’abuso e
della prova dell’avvenuto pagamento dell’oblazione nella misura prevista.
Per il rilascio del provvedimento di sanatoria è previsto il termine perentorio di un
anno, nei comuni fino a 50.000 abitanti, o due nei comuni con popolazione superiore.
l’effetto del silenzio-assenso tuttavia non si produce se l’oblazione non è stata in-
teramente corrisposta o se è stata determinata in modo errato o dolosamente infedele.
il rilascio della sanatoria, subordinato ancora alla corresponsione degli oneri conces-
sori, produce l’inapplicabilità delle sanzioni amministrative (il reato penale è invece
estinto con l’integrale pagamento dell’oblazione) e la piena commerciabilità del bene.
il procedimento di definizione agevolata degli abusi edilizi resta sospeso per i sog-
getti indagati per associazione mafiosa o riciclaggio fino all’esito del processo. in caso
di condanna il giudice penale dispone anche sulla confisca della costruzione abusiva.
tra le norme di interesse relative all’argomento abusivismo, dobbiamo infine ri-
cordare la legge n. 308/2004, il cui testo, oltre alla definizione delle deleghe in mate-
ria ambientale, introduce ai commi 36 e 37 un condono per i piccoli abusi edilizi rica-
denti in zone vincolate commessi entro il 30 settembre 2004.
28
articolo 1497 c.c.
i dati identficativi deGli immobili 79
29
titolo v, articolo 117, della costituzione riformato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001.
80 il nuovo manuale del ctu
nel caso di patti territoriali o contratti d’area la gestione di questo istituto può es-
sere affidata al soggetto responsabile.
con il successivo d.P.r. n. 447/1998 (modificato ed integrato dal d.P.r. n. 440/2000)
è stato definito il regolamento di attuazione che stabilisce la disciplina per la localizza-
zione, realizzazione, ristrutturazione, ampliamento, ecc. degli impianti produttivi intesi
come “tutte le attività di produzione di beni e servizi, ivi incluse le attività agricole, com-
merciali e artigiane, le attività turistiche ed alberghiere, i servizi resi dalle banche e da-
gli intermediari finanziari, i servizi delle telecomunicazioni”.
le funzioni della struttura S.u.a.P. sono pertanto quelle di esercitare, in materia di
attività produttive di beni e servizi, le competenze di carattere amministrativo (gestio-
ne del procedimento unico), informativo (assistenza ed orientamento all’impresa e al-
l’utenza in genere) e promozionale (diffusione e conoscenza delle opportunità).
le procedure di autorizzazione riguardano tutte le tipologie di intervento, dalla lo-
calizzazione ex-novo, alla riconversione, alla realizzazione di opere interne, ecc. come
individuate nell’articolo 1, comma 1, del citato d.P.r. n. 447/1998.
tra le altre caratteristiche peculiari della struttura vi è l’obbligo della formazione
e aggiornamento dell’archivio informatico, l’accessibilità gratuita per l’utenza ai dati
archiviati e la possibilità per gli interessati di ottenere pareri preventivi anche su pro-
getti di massima.
rinviando alla lettura dei provvedimenti sopra citati per i dettagli, si ritiene utile
ricordare alcuni elementi di riferimento con la materia urbanistica, in particolare per
quanto attiene alle modalità e alle procedure da seguire per l’attribuzione a determina-
te aree della destinazione specifica per attività produttive.
intanto va chiarito che tali attività, in base alle definizioni delle Zone territoria-
li omogenee dell’articolo 2 del d.i. n. 1444/1968 sono riconducibili, ai fini della
loro localizzazione:
– alle zone d dello strumento urbanistico comunale, che sono le parti del territo-
rio destinate ad insediamenti industriali o ad essi assimilati;
– alle zone f, cioè le parti del territorio destinate ad attrezzature o impianti di in-
teresse generale, tenendo presente la consolidata accezione estensiva (già la cir-
colare del ministero dei lavori pubblici n. 3210/1967 individuava come finalità
di carattere generale gli aspetti economici, culturali, industriali, igienici, religio-
si, ecc., di edifici e impianti, finalità peraltro capaci di determinarne l’interesse
pubblico).
nulla vieta, in ogni caso, che le norme di attuazione degli strumenti urbanistici ri-
tengano compatibili, a determinate condizioni, attività produttive di beni e servizi an-
che in altre zone omogenee.
Si pensi agli esercizi di vicinato, ai servizi bancari e di ristorazione o al piccolo ar-
tigianato ammissibili nelle zone a, b e c ordinariamente destinate alla residenza.
considerato che le previsioni urbanistiche comunali molto spesso non risultano
adeguate rispetto al differente dinamismo del mondo imprenditoriale, è frequente il ri-
corso alla regione per l’approvazione di varianti localizzative cosiddette “puntuali” ai
sensi dell’articolo 5 del regolamento ricorrendo allo strumento della conferenza di
servizi regolato dall’articolo 14 e segg. della legge n. 241/1990.
i dati identficativi deGli immobili 81
caPitolo 11
cennI dI estImo
30
vedi infra.
84 il nuovo manuale del ctu
– acquisto dell’area;
– progetto, direzione lavori e altre spese tecniche;
– oneri amministrativi per ottenere il titolo abilitativo all’edificazione;
– approntamento cantiere;
– utenze di cantiere;
– movimenti terra (scavi, rinterri, rilevati);
– strutture portanti (opere di contenimento, sottofondazioni, vespaio, fondazioni,
corpo scala-ascensore, travi, pilastri, solai, coperture);
– opere murarie (tompagnamenti, tramezzi);
– impianti tecnologici (idrico-sanitario, elettrico, telefonico, citofonico, sistema
allontanamento reflui, smaltimento acque meteroriche, ascensore, ecc.);
– intonaci interni;
– pavimenti e rivestimenti;
– infissi interni e esterni;
– intonaci esterni;
– allestimenti, coloriture e decorazioni;
– sistemazione e attrezzatura degli spazi pertinenziali interni e esterni (posti auto,
parchi gioco, giardini, ecc.);
– smaltimento sfabbricidi;
– oneri fiscali;
– oneri amministrativi;
– oneri finanziari.
aggiungendo:
– spese di allacciamento ai servizi a rete;
– spese notarili;
– utile netto dell’imprenditore;
– rivalutazione monetaria;
si può determinare un valore prossimo al valore di mercato ottenibile a lavori conclusi.
Questo criterio è utilizzato nel caso in cui non esista un mercato per il bene da sti-
mare per effetto di caratteristiche altamente specifiche riguardanti la sua tipologia, de-
stinazione o condizioni d’uso e manutenzione (luoghi di culto, ospedali, edifici indu-
striali, edilizia sportiva e ricreativa, ecc.).
in tal senso rimane evidente che, di norma, non esistendo un mercato per un certo
bene potrebbe risultare disagevole trovarne altri capaci di offrire prestazioni analoghe
e quindi capaci di surrogarlo pienamente. Per tale ragione, una volta ottenuta la stima
del bene preso come riferimento (attraverso un metodo sintetico o analitico), a questa
possono essere applicati dei coefficienti correttivi per tenere conto di eventuali speci-
ficità che potrebbero determinare una aggiunta o una diminuzione del valore del bene
da valutare.
la sussistenza dei suddetti requisiti ricorre sostanzialmente solo nel caso di immo-
bili (per i quali è possibile ipotizzare una capacità di produrre reddito estesa ad un ar-
86 il nuovo manuale del ctu
co di vita temporale di almeno 80/100 anni) motivo per cui si tratta di un metodo fre-
quentemente applicato nelle stime di terreni e fabbricati.
Si esegue realizzando la ricostruzione analitica della redditività del bene conside-
rata come differenza della totalità dei ricavi (r) e delle spese (S) e, applicando la nota
formula della matematica finanziaria, dividere il risultato ottenuto per il tasso medio
rilevato di rendimento (o di capitalizzazione):
vc = rn / r
in cui:
vc = valore di capitalizzazione (corrispondente al valore di mercato o venale del bene);
rn = reddito netto o annualità (r – S);
r = tasso di capitalizzazione (rmedio = [r1 + r2 + r3 + … + rn] / n).
Se, per quanto detto prima, si assume l’esponente n pari a 80/100 o, comunque, ad
un numero piuttosto alto, il valore della frazione tra i termini (qn – 1) e qn sarà prossi-
mo o comunque tendente a 1, rendendosi pertanto sostanzialmente ininfluente rispetto
al rapporto tra reddito annuo (a) e tasso (r), per cui
S0 = a / r (ovvero vc = rn / r)
– il calcolo del valore di una servitù (vs), mediante la capitalizzazione del danno
(d) permanente subito dal fondo servente (vs = d / r);
– il calcolo del valore del diritto dell’usufruttuario applicando la formula
vu = ru (qn – 1) / r qn
in cui:
vu = valore del diritto;
ru = reddito netto dell’usufruttuario;
q = 1 + r;
r = tasso;
n = durata residua dell’usufrutto (ovvero attesa di vita dell’usufruttuario de-
sunta dalle tavole di vita probabile nel caso di usufrutto a tempo indeter-
minato);
– il calcolo del valore dell’indennità temporanea di occupazione di un fondo ap-
plicando la formula
i = [bf (qn – 1) / r qn ] + d
in cui:
i = valore del diritto;
bf = beneficio fondiario perduto;
q = 1 + r;
r = tasso;
n = anni di durata dell’occupazione;
d = danni (spese di ripristino, ecc.).
scienza, motivo per cui i risultati ottenuti da una stima, seppur verificabili, quasi mai
sono ripetibili.
in buona sostanza, è del tutto inconsueto ed invero assai raro che due perizie redat-
te da tecnici diversi sullo stesso bene, specialmente se bene immobile, pervengano
esattamente allo stesso risultato in termini di valore economico.
infatti sia la scelta del criterio di stima, sia del procedimento, sia di ogni singolo
fattore di stima, può variare da caso a caso, dipende dal momento e dalle circostanze
e, soprattutto, dal processo logico di apprezzamento che effettua il principale protago-
nista della stima, cioè il perito.
nel caso in cui non si dispone di dati rilevati direttamente, è sempre possibile as-
sumere a riferimento un parametro calcolato sinteticamente, ordinariamente quantifi-
cabile con una percentuale variabile dal 13% al 25% del reddito lordo dipendente dal-
le caratteristiche dell’immobile da valutare.
una volta ottenuti i valori di stima con i due metodi sopradescritti, considerando
che ogni operazione di valutazione economica comporta una certa dose di astrazione
trattandosi principalmente di un esercizio intellettuale e di ragionamento, un corretto
giudizio finale di stima può anche esprimersi senza troppi patemi come media aritme-
tica dei due valori determinati:
vf = (v1 + v2) / 2
deve sottolinearsi che in materia di estimo ogni elemento che contribuisce all’e-
spressione di un giudizio di stima deve essere analizzato sempre con massima diligen-
za e attenzione. abbiamo infatti appena visto la buona dose di flessibilità (per non di-
re di discrezionalità) che il perito può infondere nelle valutazioni.
cenni di eStimo 91
11.4.3. Stima del valore del diritto di usufrutto e della nuda proprietà
nel caso di usufrutto a vita, il primo passo da compiere riguarda la determinazio-
ne del valore venale dell’immobile con i consueti criteri.
a detto valore si potranno applicare in via sintetica i coefficienti riportati nelle ta-
belle pubblicate ai fini dell’imposta di registro (d.P.r. n. 131/1986 e s.m.i.) e utilizza-
te dai notai per il calcolo del valore fiscale dell’usufrutto e della nuda proprietà31.
come alternativa analitica ovvero nel caso di usufrutto a tempo determinato (du-
rata massima 30 anni) si dovrà applicare la formula della matematica finanziaria già
vista precedentemente
vu = ru (qn – 1) / r qn
dove ru è la redditività netta annua del diritto e n è il numero di anni mancanti alla
scadenza del diritto (in caso di usufrutto vitalizio il termine corrisponde all’attesa di vi-
ta dell’usufruttuario desumibile dalle tabelle di vita probabile pubblicate periodica-
mente dall’iStat per maschi e femmine).
il valore della nuda proprietà può essere a questo punto calcolato per differenza tra
il valore complessivo e quello dell’usufrutto, considerando la fattispecie pratica ricon-
ducibile al concetto di valore complementare
vnp = v – vu
31
cfr. scheda 2.47 nella prossima Parte iv.
92 il nuovo manuale del ctu
ovvero applicando la formula che segue ottenuta dallo sviluppo della precedente nel-
l’ipotesi che il reddito dell’usufruttuario ru sia pari all’annualità del reddito netto rn
vnp = ru / rqn
11.4.6. Stima del valore delle fruttificazioni da una certa data fino all’attualità
le fruttificazioni prodotte da un immobile in un dato periodo possono considerar-
si costituite dalla somma di:
– canoni di locazione reali o potenziali comprensivi dell’adeguamento iStat pre-
visto dall’articolo 32 della legge n. 392/1978;
– interessi legali;
– rivalutazione monetaria calcolata anno per anno sulla base degli indici dei prez-
zi al consumo pubblicati dall’iStat.
Per ottenere la fruttificazione netta, dall’importo così ottenuto vanno detratti i co-
sti di gestione. alternativamente può procedersi per via analitica applicando la formu-
la inversa della capitalizzazione
fr = v x r
32
cfr. articolo 1026 c.c.
cenni di eStimo 93
1. i danni materiali cioè quelli relativi ai costi necessari all’esecuzione delle ope-
re di ripristino e riparazione calcolati mediante computo metrico estimativo
analitico. Gli importi unitari delle lavorazioni possono desumersi da documen-
ti ufficiali, come ad esempio il Prezziario delle opere pubbliche di pubblica-
zione più recente. all’importo complessivo delle lavorazioni devono poi esse-
re applicate alcune maggiorazioni (talune forfettarie, altre legali, altre ancora
tariffarie) da considerare con la dovuta attenzione e ragionevolezza in base al-
l’entità degli interventi:
– per imprevisti (10-15%);
– per la rivalutazione dei prezzi correnti di materiali e manodopera in conside-
razione del tempo trascorso dalla pubblicazione del Prezziario e delle dina-
miche commerciali;
– per i maggiori costi di mercato delle opere di modesta entità (15-20%);
– per i.v.a. sui lavori e forniture (20%);
– per consulenza tecnica, progettazione e direzione lavori, compresa i.v.a. e
cassa assistenza e previdenza (10-20%);
– per misura dei lavori e contabilità (5%);
– per collaudo e certificato di regolare esecuzione, compresa i.v.a. e cassa as-
sistenza e previdenza (5-10%);
2. i danni patrimoniali, dati dalla somma del lucro cessante (mancate fruttifica-
zioni e relativi interessi) e del danno emergente (maggiori spese e relativi in-
teressi, eventuale diminuzione di valore).
tro e fuori terra) fino al calpestio del solaio più alto nel caso di tetti piani ovvero alla
quota di gronda nel caso di tetti a falde, e detratti i volumi tecnici.
Volume edilizio (o lordo). cubatura complessiva dell’edificio, abitabile o non
abitabile.
Volumi tecnici. Sono i volumi strettamente necessari a contenere e a consentire
l’accesso di quelle parti degli impianti tecnici (idrici, termico, elevatorio, ecc.) che non
possono, per la loro funzionalità, trovare luogo entro il corpo dell’edificio realizzabile
nei limiti imposti dalle norme urbanistiche. a titolo esemplificativo, sono da conside-
rare volumi tecnici quelli necessari per contenere i serbatoi idrici, l’extracorsa degli
ascensori, il vano scala al di sopra della linea di gronda, ecc.33.
Superficie complessiva. corrisponde alla somma della superficie utile abitabile
(cioè la superficie di pavimento dei singoli vani) e del 60% della superficie non resi-
denziale (superficie dei locali accessori quali cantinole, soffitte, autorimesse, androni,
logge e balconi, ecc.)34.
33
cfr. circolare ministero dei lavori pubblici n. 2474 del 31 gennaio 1973.
34
cfr. articolo 2 e 3 decreto ministeriale 10 maggio 1977.
97
caPitolo 12
elementI dI urBanIstIca
Per introdurre questa sezione, occorre brevemente accennare alla questione relati-
va alle connessioni e ai rapporti tra economia e assetti territoriali, in altre parole tra le
dimensioni dello sviluppo e quelle dell’urbanistica, ponendo in evidenza quanto siano
intime le relazioni che intercorrono tra i meccanismi di programmazione economica e
gli strumenti di pianificazione degli assetti territoriali.
dato che la prospettiva e gli obiettivi dei primi appartengono, secondo logica, ad
un livello certamente vasto e non locale, non deve sorprendere che la legge urbanisti-
ca n. 1150 del 1942 prevedeva e prevede, essendo tutt’oggi in vigore, non solo i siste-
mi di organizzazione dell’ordinato assetto del territorio comunale ma, in primo luogo,
modelli di pianificazione di livello territoriale e sovracomunale.
l’impostazione cosiddetta “a cascata”, vale a dire discendente dall’amministra-
zione centrale verso le amministrazioni locali, delle strategie di programmazione eco-
nomica, si trasferisce nel disegno delle linee di sviluppo territoriale, il quale acquisisce
maggior dettaglio man mano che progressivamente si riduce l’ambito territoriale di ri-
ferimento (la base cartografica di supporto procede dalla scala a denominatore più
grande a quella a denominatore più piccolo).
in tal senso, anche i modelli di pianificazione possono definirsi “a cascata” ov-
vero basati sul “principio dei piani a cannocchiale”, locuzioni che molto efficace-
mente descrivono la sovrapposizione gerarchica ordinatrice dei vari strumenti per la
composizione della disciplina urbanistica del territorio. risulta chiaro, pertanto, che
in questi sistemi gerarchici la pianificazione di grado inferiore si uniforma a quella
di livello superiore.
non essendo questo lavoro la sede più opportuna per approfondimenti giuridici
sulla complessa materia dell’urbanistica, si preferisce a questo punto procedere alla
rassegna, il più possibile spedita, dello strumentario che compone il sistema comples-
sivo di pianificazione del territorio.
ciò sarà fatto tentando di non appesantire oltremodo la trattazione con disquisizio-
ni di livello tecnico-giuridico sulle differenti interpretazioni che gli specialisti attribui-
scono alla nozione di “urbanistica” o, secondo una moderna accezione derivante dal-
la riforma del titolo v della costituzione, di “governo del territorio”.
deve tuttavia sottolinearsi la grande attualità del tema e delle sue connessioni con
il variegato apparato disciplinare riguardante la materia della tutela ambientale e delle
dinamiche di trasformazione urbana e territoriale.
Per tali ragioni si è ritenuto opportuno non limitare la rassegna ai classici stru-
menti di pianificazione urbanistica estendendola, sebbene in termini molto sintetici,
anche ai principali strumenti settoriali riguardanti da una parte la disciplina della sal-
98 il nuovo manuale del ctu
originariamente di competenza statale, in realtà non sono mai stati redatti, deter-
minando una grave inadempienza da annoverare tra le concause principali del falli-
mento del sistema ordinatorio delineato dalla legge urbanistica.
infatti, la funzione particolare e specifica del piano territoriale di coordinamento
era quella di piano-cornice finalizzato a orientare e coordinare tutta l’attività urbanisti-
ca da svolgere in determinate parti del territorio nazionale.
il trasferimento alle regioni delle competenze riguardanti le procedure approvati-
ve (d.P.r. n. 8/1972) e l’effetto di un’interpretazione da parte ministeriale circa la di-
mensione territoriale del P.t.c., estensibile fino alla coincidenza con l’intera superfi-
cie regionale, ha portato nel tempo al definitivo abbandono dello stesso concetto di ta-
le forma di strumentazione, sostituita ovunque dai Piani urbanistici regionali.
elementi di urbaniStica 99
35
articolo 1, legge n. 431/1985.
100 il nuovo manuale del ctu
36
articolo 135 e 143 del codice dei beni culturali e del paesaggio.
elementi di urbaniStica 101
in altri, invece (lombardia), si avvicinavano più che altro alla tipologia del Piano
territoriale di coordinamento, possedendo essenzialmente carattere di indirizzo.
Si tratta di strumenti in fase recessiva che ormai hanno quasi ovunque esaurito le
loro funzioni.
vento per la sistemazione e la tutela del suolo e delle acque nonché le aree in cui isti-
tuire parchi e riserve naturali.
Sotto il profilo della natura giuridica, questo modello pianificatorio non dovrebbe
possedere contenuti conformativi della proprietà privata ma, come accennato in prece-
denza, la relativa disciplina dev’essere articolata dalle regioni che, nell’applicazione
delle facoltà discrezionali di cui dispongono, possono far virare l’istituto in una forma
mista, per esempio attraverso l’imposizione obbligatoria delle misure di salvaguardia
o, ancora, nella specificazione di vincoli immediatamente operativi.