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Cristina De Siati
Nasciamo per dare la possibilità alla nostra anima essere noi stessi, di esprimersi al meglio
vivendo molteplici esperienze e tutti, nessuno escluso, abbiamo la stessa missione: vivere
queste esperienze per poterci evolvere.
Fintantoché una situazione viene vissuta nella non-accettazione, nel senso di colpa, nel
giudizio, nella paura, l'essere umano continuerà ad attrarre circostanze e persone che gli
faranno rivivere quella stessa esperienza. E' il cammino che la nostra anima ha scelto per
potersi evolvere, per risolvere conflitti che si porta dietro da altre incarnazioni e questa vita
rappresenta il modo migliore per porre fine a corsi e ricorsi di situazioni e poter finalmente
proseguire sulla sua strada.
Rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia sono le ferite che
c'impediscono d'essere noi stessi, ci condizionano e gettano un’ombra scura sulla nostra
vita impedendoci di vedere il vero scopo della nostra esistenza.
Esse determinano molti aspetti del nostro carattere perché, per sopravvivere a tali ferite,
reagiamo indossando delle maschere che ci consentono di non rivivere quel dolore:
Verifichiamo con il quadrante -10/+10 la presenza di tali ferite nel soggetto che ci interessa
trattare con il nostro pendolo e vediamo quanto incidono sul suo benessere attuale:
● RIFIUTO
● ABBANDONO
● INGIUSTIZIA
● UMILIAZIONE
● TRADIMENTO
Chiedere alle nostre guide spirituali se vogliono essere coinvolte al fine di lavorare per noi e
se la risposta sarà positiva procedere.
Al solito si procederà dapprima con la ferita che rappresenta l'incidenza più alta, dopo di che
si passera a quella successiva fino ad aver lavorato su tutte e 5.
PROTOCOLLO:
La fase della guarigione inizia con il riconoscimento e l’accettazione della ferita, chiederemo
poi al nostro sistema radiestesico di perdonare l'anima del genitore che ha causato
involontariamente la ferita e di rendere benefica l’energia rilasciata.
“Desidero andare indietro nel tempo, esattamente un attimo prima che si verificasse
quel lontano evento che ancora oggi mantiene la ferita … nella mente inconscia di ...”
Fai girare il pendolo o il biotensore in senso ANTIORARIO finché non torna spontaneamente
all'oscillazione.
“Chiedo che la maschera .... relativa alla ferita.... venga dissolta affinché .... (il
soggetto) possa sentirsi libero nei suoi comportamenti”
Fai girare il pendolo o il biotensore in senso ANTIORARIO finché non torna spontaneamente
all'oscillazione.
"Chiedo di pacificare l'anima di ... e di perdonare il genitore che ha provocato
involontariamente la ferita"
Fai girare il pendolo in senso ORARIO finché non torna spontaneamente all'oscillazione.
“Chiedo che vengano cambiate le frequenze di quell'evento che ha generato la ferita
… e che vengano sintonizzate sul livello a loro più appropriato.”
“Chiedo che tutta l'energia resa neutra in questo protocollo dal movimento antiorario
del mio pendolo venga ora trasformata in energia benefica.”
Fai girare il pendolo in senso ORARIO finché non torna spontaneamente all'oscillazione.
“Chiedo che l'energia di quell'evento venga portata avanti nel tempo, fino al
presente.”
Fai girare il pendolo in senso ORARIO finché non torna spontaneamente all'oscillazione.
“Chiedo che l'energia recuperata da quella ferita venga reintegrata nella mente
inconscia di … e armonizzata affinché smetta di attirare a sé circostanze e persone
che gli fanno rivivere quella stessa esperienza e possa riattivare capacità e talenti che
sono rimasti inespressi fino ad oggi a causa di essa”
Fai girare il pendolo in senso ORARIO finché non torna spontaneamente all'oscillazione.
Misurare nuovamente a quanto ammonta l'effetto negativo della ferita sulla quale si è
lavorato.
Se è 0%, ok. Se è ancora presente, verificare nei giorni successivi ed eventualmente
valutare se è necessario ripetere il protocollo.
OSSERVAZIONI:
Pare sia utile lasciar passare tre – quattro settimane tra l'elaborazione di una ferita e la
successiva, per consentire all'inconscio di “digerire” quanto è stato fatto e di comunicare alla
persona (in genere in chiave simbolica attraverso i sogni nelle prime tre notti successive al
lavoro) che “qualcosa” si è mosso. Questo intervallo è comunque soggettivo, può essere
anche più breve.