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LACRIME ZINGARE di Olimpio Cari

Mi hai incatenato,
mi hai spinto nelle case
con marmo oro e legni preziosi,
ma non hai preso
il mio cuore,
corre leggero e libero
verso boschi e fuochi e fumo:
cuore zingaro.
Mi hai reso cieco,
mi hai ostruito lo sguardo
con case muri e parole,
ma non hai spento
i miei occhi,
guardano oltre i confini
vedono cieli nuvole e stelle:
occhi zingari.
Mi hai sorriso,
mi hai legato a te
con mani gesti e promesse,
ma non hai saputo asciugare
le mie lacrime,
piangono il mio popolo
che è senza patria:
lacrime zingare.

HANNO CALPESTATO IL VIOLINO ZINGARO di Rasim Sejdic


Hanno calpestato il violino zingaro
cenere zingara è rimasta
fuoco e fulmini
salgono al cielo.

Hanno portato via gli zingari


i bambini divisi dalle madri
le donne dagli uomini
hanno portato via gli zingari.

Jasenovac è piena di zingari


legati a pilastri di cemento
pesanti catene ai piedi ed alle mani
nel fango in ginocchio

Sono rimasto a Jasenovac


le loro ossa
denuncia di disumanità
altre albe schiariscono il cielo
e il sole continuava a scaldare gli zingari

AUSCHWITZ di Santino Spinelli


Faccia incavata
occhi oscurati
labbra fredde;
silenzio.
Cuore strappato
senza fiato,
senza parole,
nessun pianto

AD AUSCHWITZ C’ERA UNA CASA di Ruzena Danielova


Ad Auschwitz c’era una casa
E c’era mio marito imprigionato
Seduto, seduto si lamentava
E pensava a me
Oh tu uccello nero
Porta le mie lettere
Portale, portale a mia moglie
Perché sono imprigionato ad Auschwitz
Ad Auschwitz c’era una grande fame
E noi non avevamo nulla da mangiare
Nemmeno un pezzo di pane
E la guardia del blocco è cattiva

OLOCAUSTO DIMENTICATO di Paola Shöpf


Silenzio, desolazione, oscura notte
Il cielo è cupo, pesante di silenzio!
aleggia nell’aria la nenia della morte
Da queste pietre, grigie pietre
da ogni rovina, dalle cornici infrante,
esala disperazione di sangue e lacrime.
Il mio spirito s’impiglia nel filo spinato
E la mia anima s’aggrappa alle sbarre,
prigioniera in casa nemica!
Chi sono? Nessuno! Tu chi sei? Nessuno!
Voi Sinti chi siete? Nessuno! Solo ombre,
nebbia! Nebbia che per abitudine è rimasta
Prigioniera della più grande infamia
Della storia dell’uomo!

LIBERTA’ di Santino Spinelli


Ascolto in silenzio
il muto canto
dell'erba
che dondola l'anima al vento
disprezzando le vanità
e le ricchezze vane;
i sospiri degli abeti
che s'infrangono nei gelidi turbini;
gli umili pianti del salice
che non si sciolgono alle carezze della neve.
Adoro le solitarie danze del castagno
che trema le palmipedi foglie
come mani al cielo;
il sole che non si maschera per apparire;
la luna che non si trucca per ingannare.
Amo la nudità e il soave profumo
dell'eterna libertà.

KHORAKHANE’ di Fabrizio De Andrè


Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
Porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom sì è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
Saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finché un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace
I figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
E poi Mirka a San Giorgio** di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere
Ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
E se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina***
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio
****
Cvava sero po tute (poserò la testa sulla tua spalla)
i kerava (e farò)
jek sano ot mon (un sogno di mare)
i taha jek iak kon kasta (e domani un fuoco di legna)
vasu ti baro nebo (perché l'aria azzurra)
avi ker (diventi casa)
Kon ovla so mutavla (chi sarà a raccontare)
kon ovla (chi sarà)
ovla kon ascovi (sarà chi rimane)
me gava palan ladi (io seguirò questo migrare)
me gava (seguirò)
palan bura ot croiuti (questa corrente di ali)
* Tribù rom di provenienza serbo-montenegrina
** Festa annuale del popolo rom nel sud della Francia
*** Baracca da campo dei rom
**** Traduzione in romanes di Giorgio Bozzecchi (rom harvato)

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