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disturbi

alimentari
disturbo evitante-restrittivo
dell'assunzione di cibo
si caratterizza per la scarsa assunzione di cibo
e/o per il rifiuto di consumare determinati
alimenti senza alcuna preoccupazione, da parte
del soggetto, per l'aspetto o il peso corpore;
atteggiamento tipico di chi soffre di anoressia o
bulimie nervose.
di solito i soggetti con questo tipo di disturbo
tendono ad essere schizzinose riguardo al
cibo e al tipo di alimento, ad esempio alcuni
evitano alimenti di un certo colore, consistenza o
odore, altri ne temono le conseguenze come
vomito o soffocamento
bulimia nervosa

caratterizzata da episodi
ripetuti in cui in poco tempo
si mangiano grandi
quantità di cibo, seguiti del
tentativo di rimediare
all'eccesso di cibo
consumato. per esempio i
soggetti possono provocarsi
il vomito o assumere
lassativi
picacismo
consiste nel mangiare regolarmente
cose non commestibili

disturbo di ruminazione
caratterizzato dal rigurgito del cibo depo il consumo

disturbo alimentazione
incontrollata
gli eccessi alimentari non sono seguiti da
condotte di alimentazione come nella bulimia
le cause
BIOLOGICHE
Un fattore biologico evidentemente
coinvolto è costituito dall’appartenenza al
genere femminile, ma naturalmente il peso
della cultura e degli stereotipi di genere
possono essere determinanti. Tipicamente i
DCA, anoressia in particolare, riguardano
giovani donne, dall’inizio della pubertà e
nella prima giovinezza, con frequenza
nettamente superiore (da 6 a 10 volte)
rispetto ai maschi, anche se si registra sia
una tendenza all’estensione alle fasce d’età
superiore e inferiore, sia a soggetti di sesso
maschile.

cause
PSICOLOGICHE
Anoressia, bulimia, disturbo da
alimentazione incontrollata (Binge eating
disorder) sono associati a determinate
caratteristiche psicologiche e la loro stessa
definizione implica un atteggiamento
psicologico e un disagio legato all’assunzione
di cibo e alle sue conseguenze sull’aspetto
esteriore. Il fatto di essere molto magri o
obesi deve essere associato a un disagio
psicologico che ne deriva.
Analogamente, i fattori familiari entrano in
modo vario ma costante nel favorire la
comparsa e la persistenza di tali disturbi.
le cause
PSICOSOCIALI
secondo dati aggiornati a novembre del
2006, forniti dal Centro Nazionale di
Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione
della Salute, la prevalenza dell’Anoressia
Nervosa e della Bulimia Nervosa in Italia
sarebbe rispettivamente dello 0.2%–0.8% e
dell’1%–5%, in linea con quanto riscontrato
in molti altri paesi europei e non.

Viceversa, nei paesi in via di sviluppo i dati


relativi a incidenza e prevalenza dei DCA
sono estremamente scarsi anche per la
loro scarsa rilevanza in termini quantitativi,
ma sembrano indicare che la presenza di
tali disturbi è collegata al grado di
esposizione all’influenza della cultura
occidentale.
NEI MASCHI

I maschi con tali disturbi possono avere


maggiori probabilità rispetto alle femmine
di praticare attività fisica estenuante:
È importante sottolineare che nei maschi,
uno studio ha indicato che ben l’84% dei
disturbi alimentari, hanno meno probabilità maschi con disturbi alimentari riporta tale
di riconoscere di avere un problema, meno condotta. I segni di un esercizio eccessivo
probabilità di essere diagnosticati o includono routine altamente strutturate e
identificati come affetti da disturbo ripetitive (comunemente in esecuzione) che
tendono a concentrarsi sulla resistenza
alimentare e meno probabilità di cercare un
fisica. Tutto ciò a discapito del tempo con la
trattamento famiglia, delle relazioni amicali o dell’attività
lavorativa/scolastica.
Inoltre nei disturbi alimentari della sfera maschile è
possibile rilevare alterazioni endocrine simili a
quelle riscontrate nelle pazienti di genere
femminile: se in quest’ultime infatti sono presenti
alterazioni del ciclo mestruale e rischio di infertilità,
nei maschi sono presenti bassi livelli di
testosterone e una notevole riduzione del volume
dei testicoli (Misra et al., 2008) con conseguente
perdita di libido e impotenza transitoria. Infine la
forte restrizione glucidica, che accompagna spesso
le diete iperproteiche, portano a una grande
produzione di corpi chetonici causando sintomi
quali nausea, affaticamento, irritabilità e
diminuzione dell’appetito (De Pascalis, 2013,
Pezzana et al., 2014).

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