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IGNAZ MOSCHELES

23 maggio 1794 nasce a Praga.

Studi da concerto al op 70 n. 3 spesso i accostava il preludio di Mendelssohn.

Nella pratica pianistica corrente studi soprattutto. Ma latri motivi di interesse: fonti lettere diari questi ultimi
pubblicati postumi a cura della moglie charlotte e del figlio Felix, testimonianze DISSEMINATE NEI TESTI
DEL TEMPO. metodo di pianoforte redatto con fetis lo storico. Nel 1837

Tanto materiale a disposizione per delineare la sua figura, musicista che ha occupato un importante ruolo
nell0universo pianistico 800

Piu importante pianista tra Hummel e chopin, si relaziono con i più importante pianisti del tempo. Famiglia ebrea
di origine tedesca. Settimana di scarto nel compleanno perché forse lo festeggiava nel giorno della sua
circoncisione, strano perché comunque si era convertito al protestantesimo. Diffuso fenomeno di conversione al
cristianesimo da parte di molti artisti di origine ebraica in quel tempo.

Da giovane studia con Dionisus Weber severo insegnante, incentrava le sue lezioni su Bach, Clementi e Mozart e
vietava ogni nuovo repertorio. Questo divieto alimentò in Moscheles passione per le nuove rivoluzionarie
composizioni di Beethoven. Si recò a Vienna dopo la morte del padre nel 1808 per studiare con Alberchtsberger e
Salieri, il suo desiderio era conoscere Beethoven di persona. Attraverso editore Artaria ottenne l’incarico di
trascrizione del Fidelio ebbe modo quindi di conoscere Beethoven che approvo il lavoro di trascrizione. Rapporto
si prolungo nel tempo. Congresso di Vienna i musicisti ebbero più occasioni di esibirsi e di essere ascoltati da
personaggi influenti. Gusto dominante favoriva composizioni di taglio virtuosistico e decorativo come le
variazioni sulla marcia di Alexander per pianoforte e orchestra. Sapere che a celebrità di moscheles all’epoca era
legata a una composizione così brillante ma convenzionale, potrebbe essere fuorviante. Dobbiamo considerare
altri elementi. Procedendo cronologicamente il cliché della figura di virtuoso si rafforza . vicende biografie ci
dicono di viaggi e tournee nelle più importanti città europee. Si racconta che il piccolo Schumann fu
accompagnato da sua madre al concerto del grande moscheles conservandone gelosamente il programma.

Moscheles continua i concerti i n Germania Belgio olanda nel 1820 giunge a Parigi. Sono anni molto densi, in cui
compose anche il concerto in sol minore per p.f.

Temi melodicamente semplici e ben individuati, scrittura lineare infarcita di elementi virtuosistici: genere del
concerto in quel periodo.

Critico londinese nel 1822 dice che moscheles fu una delle maggior gratificazioni della stagione. Rivela un genio
originale, novità del carattere e stile elevate. Dominio della tastiera, dalle sonorità delicate a quelle più potenti.
Contrasti, sfumature intermedie. Le difficoltà sono passatempi, e nei passaggi di grande rapidità genera sorprese
diletto e ammirazione.

Dopo 6 mesi a Parigi dove tenne concerti e partecipò all’alta società conoscendo folti gruppi di musicisti. Va
Londra dove il suo pianismo riceve successo trionfale. Londra era la città dove erano approdati clementi cramer e
kalkbrenner il cui percorso appare simile a moscheles, avevano studiato a Vienna con gli stessi maestri e poi
acclamanti virtuosi scelgono di andare a Londra. A Londra moscheles scrive sul diario dice sentirsi come a casa.
Viene insignito membro onorario della Royal Accademy of music. Si sposa con una colta ragazza della alta
borghesia amburghese, charlotte ember, che sarà testimone del lascito musicale del marito. Si stabilisce nella
capitale inglese ma continuano i viaggi in Europa. In Germania fu invitato da Mendelssohn padre a dare lezione a
Felix e Fanny. Moscheles ne esalta il grande talento. Aprirà la strada a Felix nel suo viaggio in Inghilterra. Si
trasformerà in amicizia. Il figlio di Ignaz, di nome Felix racconta l’assiduità di Mendelssohn a casa moscheles:
improvvisazioni, in cui avevano maestria, giochi. Il piccolo mimava la morte in battaglia mentre Mendelssohn e
moscheles improvvisavano un accompagnamento alla performance. Racconto della quotidianità.

Nascono in questo contesto di collaborazione dei due musicisti, le variazioni per due p.f. . dovevano presentare
una nuova composizione per un concerto organizzato da moscheles, e lo fanno industriandosi per due giorni.
Prendono un tema noto tratto da la preziosa di Weber. E compongono collaborando delle variazioni. Si racconta
che quella sera cerano pochi fogli sul leggio con solo pochi accordi di traccia per i due formidabili improvvisatori.
La composizione fu poi messa per iscritto. Le prime due variazioni di Mendelssohn, le altre due di Moscheles.

Altro elemento comune ai due musicisti era la tradizione musicale del passato, interessa per la musica del passato.
Il contatto con mondo musicale londinese legato a Haendel e l’amicizia con Mendelssohn riscopritore di Bach
alimentarono questo aspetto in moscheles. Insieme eseguirono più volte il triplo concerto per strumenti a tastiera
di Bach, insieme a Clara Schumann, Thalberg, Dohler. Nel catalogo delle opere di moscheles esempi di assiduità
con la musica di Bach: studi in contrappunto melodico per pianoforte e violoncello op 137 b. sulla parte pianistica
pressoché invariata del clavicembalo ben temperato, (preludio in sol n 15, I vol. )sovrappone melodia del
violoncello. Come Gounod.

Sovrapposizione di elementi diversi: i musicisti dell’800 intendevano interpretare la musica del passato
rimaneggiandola e l’intento è apertamente didattico.

Con questi preludi diventerò famoso o sarò fatto a pezzi ma forse alcune persone conosceranno così la musica di
Bach scrive moscheles nei diari,

musicista iperattivo a tutto tondo, a suo agio nella vita sociale. 9 lezioni di pianoforte al giorno, studio personale,
componeva la notte, e organizzava concerti. Organizzava dal 37 historical soirée per p.f. solo, pietra miliare della
storia per pianoforte, primo vero esempio di recital per pianoforte solo. passaggio da concerti a repertori misti a
recital pianistico pare sia proprio in moscheles e non in Liszt. Carattere storico della programmazione di questi
recital, musica del passato, accostata a quella del presente creava idea di un repertorio. In altre citta europee
ancora il nucleo principale dell’esibizione del pianista solista erano trascrizioni da opere e improvvisazioni.

Virtuosi come Moscheles e Thalberg grande considerazione per il contrappunto di Bach e di handel. Che
riservano a contesti più adeguati

Direzione d’orchestra: Esecuzioni del repertorio sinfonico beethoveniano, editoria ( handel Mendelssohn
Beethoven) fu Mendelssohn a farlo trasferire a lipsia nel 1847 per assumere l’incarico di insegnante e
capodipartimento presso la hochschule. Quindi moscheles abbandona Londra città in cui aveva una posizione di
primo piano, per abbracciare una scelta di vita per passare la vecchiaia nell’alveo di una prestigiosa istituzione.
Ma l’anno dopo Mendelssohn (più giovane di 16 anni di moscheles) muore. Moscheles constata una generale
perdita di interesse nei confronti della sua musica e del suo stile.

Scrive so che molti mi considerano fuori moda ma più considero la tendenza del gusto moderno, i contrasti
bruschi e abbaglianti, più strenuamente sosterrò ciò che so essere l’arte dei suoni e accanto apprezzare la giocosità
di Haydn, la melodia di Mozart e la grandiosità di Beethoven

Guardò con reverenza all’età classica e apri con apertura mentale il romanticismo ai primi bagliori dello stile del
ventesimo secolo. Sperava che le sue opinioni sopravvivessero nel futuro (prefazione dei diari).
IL PIANOFORTE DI
BARTOLOMEO
CRISTOFORI
Nel 1746 Giovanni Ferrini costruisce un clavicembalo a penne e martelletti. Due sonorità rappresentavano
simultaneamente passato e futuro. Il fiorentino Ferrini era il miglior allievo del padovano Bartolomeo Cristofori
costruttore di clavicembali al servizio di Ferdinando de’ Medici, principe di Toscana, che nell’anno 1700 aveva
già inventato il pianoforte (fonte: inventari di corte). I tre esemplari superstiti sono datati tra il 1720 e il 1726.
(Uno sta a Roma al museo degli strumenti musicali). Nato a Padova nel 1655 e morto a Firenze nel 1732. Le sue
geniali soluzioni sono rimaste alla base della costruzione del pianoforte. Partiva dal clavicembalo, un po’ più
stretto e allungato del pianoforte. Le corde erano pizzicate da penne o plettri montate su asticelle dette saltarelli,
mossi dal tasto verticalmente. Per essere percosse le corde dovevano essere più resistenti, meno tese e più spesse.
Nel clavicembalo non aveva importanza che il saltarello tornasse indietro, nel pianoforte il martelletto dovevano
tornare indietro altrimenti avrebbero fermato la vibrazione della corda: soluzione scappamento, meccanismo di
leve che rendeva possibile questa fuga.

Sviluppo continuo del pianoforte, farà tanta strada. Il pianoforte usato da Mozart era diverso da quelli per cui
scrivevano Beethoven o Schubert, questi erano diversi da quello su cui suonava Chopin, quelli adoperati da
Brahms, Debussy ecc. era diverso rispetto al pianoforte che conosciamo noi.
Cristofori continuò a costruire clavicembali spinette. Scipione Maffei veronese erudito, diede un primo risalto
alla sua invenzione, nel giornale dei letterati di Italia (fondato da lui nel 1710 insieme ad apostolo Zeno), pubblica
una descrizione del gravicembalo col piano e col forte nel 1711.

La testimonianza era corredata di uno schema della meccanica e costituì la molla della diffusione dello strumento
perché una sua traduzione in tedesco fu pubblicata ad Amburgo nel 1725 all’interno di Critica musica, un’opera
del teorico e compositore Johann Mattheson. In Italia non aveva destato particolare interesse a parte Ferrini e una
raccolta di Ludovico Giustini Sonate da cimbalo di piano e forte detto volgarmente di martelletti (1732). Prima
opera a stampa dedicata al nuovo strumento.

In Germania invece le soluzioni di Cristofori non passarono inosservate, Zilbermann (famiglia di organisti) le
riprese e le utilizzò nella costruzioni di strumenti che prima della metà del secolo arrivarono alla corte di Federico
2 Prussia, ambiente musicale importantissimo in Europa. Il pianoforte sbarcava in Inghilterra dove Johann
Christian Bach teneva un recital solistico nel 1768 col nuovo strumento che avanzava tra l’aristocrazia e la
borghesia inglese. La meccanica del p.f. ideata da Cristofori verrà qui sviluppata mentre in terra tedesca verrà
adottata la meccanica viennese dove il martelletto era incernierato direttamente sul tasto e poggiava su
quest’ultimo. Beethoven avrà modo di comporre per entrambi i tipi di pianoforte.

Dall’800 ricerca di suono sempre maggiore, in grado di poter essere usato in ambienti sempre più grandi. Solidità
struttura (telaio metallico), corde, peso martelletto.

Fonte 1704 corte medicea, arpi cimbalo del piano e forte inventato da b c nel 1700.

Oggi si usa il termine fortepiano per indicare gli strumenti settecenteschi e del primo ottocento, con la struttura in
legno e in cui il martellato è ancora ricoperto dal pellame anziché dal feltro. Si parla di pianoforte storico per gli
strumenti successivi dei restanti decenni dell’ottocento. Etichette non riescono a ben fotografare i diversi momenti
della sua storia.

Il musicologo Edwin good nel 2005 ironizzò sul termine Piano, adoperato colloquialmente. Mentre tutti sono
impegnati a rendere il suo suono più forte possibile, noi continuiamo a chiamarlo “piano”.
FRÉDÉRIC CHOPIN
Chopin pur avendo scritto solo per pianoforte e in forme piccole esercita un influsso decisivo e divenne il
compositore più accessibile e più amato da musicisti e amatori di ogni grado. È stato il lato fantasioso e sensibile
della natura di chopin

Dice ferruccio busoni nel 1916. Dice che è la sua personalità incarna l’ideale del personaggio balzachiano:
straniero pallido, misterioso, interessante a Parigi. Ma l’apporto più valido è aver espresso il suo mondo
soggettivo senza ritegno, aver arricchito l’armonia e sviluppato il pianismo puro. Busoni sintetizza bene ciò che è
stato d chopin dopo chopin. La musica di chopin possiede grande qualità e importanti innovazioni armoniche e
pianistiche. Busoni vuole epurarlo dal lato mondano e salottiero che a tratti sembrava prendere il sopravvento.

Busoni nel 1923 registra col sistema del pianoforte riproduttore (rulli).

Alfredo casella parla di busoni ne il pianoforte. “Costruiva mondo sonoro fatto di alterezza, dove gli altri
vedevano delicatezza, lui eroismo e vigore. Chopin di busoni non aveva niente in comune con gli altri pianisti.”

Chopin era arrivato a Parigi nel 1831, kalkbrenner volle farlo debuttare e gli offrì lezioni di tecnica ma chopin non
accettò. Non amaca suonare davanti a un grande uditorio, la sua attività di concertista fu però considerevole. A
Parigi cerano Liszt Thalberg ecc., ma divenne leggendaria la sua fama già agli inizi dei40. La sua attività d
pianista lo rese famoso anche come compositore.

Liszt e Schumann si entusiasmarono della sua musica sin dalle prime composizioni. Chopin suonava in pubblico
quasi sempre sue composizioni.

Berlioz dice che è un’artista a parte, non somiglia nessun altro musicista le sue melodie hanno qualcosa di
selvaggio, i suoi studi combinazioni armoniche stupefacenti, rimi particolari. È l’unico a poter suonare la sua
musica a conferire imprevedibilità , sfumature di tempo di cui solo lui possiede il segreto.

Estrema originalità linguaggio personale con ascendenze polacche, conduzione agogica imprevedibile, non
codificabile e raffinatissima.

Destabilizzanti le polacche dal punto di vista ritmico. Libertà con cui trattava il ritmo naturalezza con cui trattava
il discorso musicale ricorre nei racconti su come suonava. Soprattutto nelle composizioni legate a temi di
ispirazione folklorica, i ritmi ternari sembravano binari e gli ornamenti fiorivano in maniera inaspettata. Poi
sempre più contrappunto. Rubato: allungare o ridurre il valore di una nota, pratica del bel canto italiano già dal
barocco. Passa nella musica strumentale già da Mozart. Raccomandazione di chopin ai suoi allievi: sinistra
regolare, destra rubare.

Dall’ op 24 rubato non compare più tra le indicazioni. Perché chopin riteneva che l’esecutore doveva capirlo da
sé.

Liszt dice che chopin faceva ondeggiare la sua melodia. Bilanciamento di accento e prosodia. Negli ultimi dieci
anni di vita, la vicenda umana di chopin giunge a un momento culminante. La relazione con George Sand è
caratterizzata da alti e bassi. Fino al 1846 grande fecondità creativa molte composizioni nella casa di campagna di
g s. per esempio l’ultimo dittico di notturni: l’ornamentazione non è più decorativo ma è un vagare della melodia,
una ricerca di suono volutamente incerta. Sempre maggiore ricerca di un suono impalpabile e sospeso. Allieva di
chopin testimonianza.

Il colore timbrico assume tinte preimpressionistiche. Polacca fantasia: traspare la natura improvvisativa del
pianismo di chopin. Chopin in pubblico improvvisava anche su temi a richiesta.

Invece le composizioni scritte grande lavoro di elaborazione, di labor limae. George Sand lo racconta. La
composizione per chopin era un processo a tempo indeterminato, ecco perché spesso abbiamo fonti discrepanti tra
loro, spesso tutte di mano sua.

Altro aspetto del pianista chopin: vigore era un dato di fatto. Non sempre presente per le condizioni di salute.
Semplicità e totale mancanza di affettazione, nobiltà.

Negli ultimi due anni di vita non compose quasi più nulla, la separazione con Sand nel 1847 lo gettò in
prostrazione profonda e le condizioni di salute peggiorarono. Grande considerazione da parte dei contemporanei.
Sigismund Thalberg

Celebre in vita, considerato insieme a Liszt il più famoso e virtuoso concertista. Postumo non ha avuto cosi tanta
fama quanta ne aveva in vita. Secondo la leggenda i veri genitori sono principe e baronessa. Dai documenti no.

Studi musicali e studi per una carriera da diplomatico. Debutto a Londra a 14 anni studia con Hummel a Vienna,
moscheles a Londra e kalkbrenner a Parigi. Suonava composizioni dei contemporanei e proprie, le più amate le
fantasie sui temi d’opera. Spettacolari e virtuosistici

Conobbe Mendelssohn chopin Schumann e Clara Wieck.

Clara scrive che ha suonato deliziosamente bene, tecnica perfetta. Straordinario effetto pianistico. Preferisce
sentirlo suonare in una stanza. Le piacciono le interpretazioni ma non le composizioni perché le sembra imitare
Liszt senza avere il suo slancio. Tema cruciale: il dover fare i conti con Liszt

Charles hallè (pianista) senti sia Liszt che Thalberg. In riferimento al 1837 diceva: nuove sensazioni dà Thalberg
esecuzioni accurate, senza sporcizia, suono bello rotondo, chiarezza cristallina, massima perfezione nel fare
risaltare la melodia. Modo di suonare statuario freddo ma bello. Divenne l’idolo del pubblico, perché si sentiva
che il suo pianismo poteva essere imitato ( cosa impossibile con chopin e Liszt).

Suonare melodia con pollici alternativamente mentre le mani percorrevano la tastiera con arpeggi e trilli.
Riempiva la sala di sonorità inattese che stupivano il pubblico. Tutto realizzato con impassibilità del corpo che
contrastava con l’effetto sonoro. E stupiva ancor più. Liszt il contrario (essenza demoniaca dell’arte, frenesia del
corpo)

Confronto tra Liszt e t a Parigi 1837 dalla principessa Belgioioso. Thalberg è il primo pianista al mondo ma Liszt
è il solo sentenziò la principessa. Liszt scrisse a proposito di t : non bene presagivo di t come compositore, opere
vuote e mediocri.

La rivalità tra i due fu però più un espediente giornalistico.

Per Thalberg attività concertistica turbinosa, tanti incontri con i musicisti del tempo. A quelli anni risale la prima
venuta in Italia: a Napoli città a cui rimane legato. Nel 1843 aveva sposato Francesca la blanche.

Nel 1855 tournée in Sudamerica. Poi torna a Parigi e poi 1856 va in Nordamerica dove fece tanti successi e
fortuna economica. La moglie era rimasta in Europa, poi lo raggiunge e poi tornano alla villa del suocero a
Posillipo. Da lì Thalberg concert in Europa poi in brasile e poi torna alla villa, ricevendo qualche giovane pianista
per le lezioni coltivando i vitigni.

Nel 1871 a 59 anni dopo una vita turbinosa morì a Napoli. Fatto unico per quel tempo il fato che avesse calcato i
palcoscenici del nuovo mondo.

Le leggende hanno trovato terreno fertile sulla sua vita, mancanza di documenti + vita emblematica dell’artista
ottocentesco. Si racconta che i documenti in possesso di t sono stati racchiusi in una cassa custodita dalla nobile
discendenza napoletana, che si era originata da una sua figlia nata in America e poi riconosciuta dai coniugi t. si
racconta che questa cassa sarebbe andata distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

La sua musica un centinaio di composizioni, alcuni in forme classiche, alcuni pezzi caratteristici. La maggior parte
rielaborazione di temi noti di provenienza operistica.

Introduzione lenta o più concitata che crea un clima di attesa

Tema principale esposto in modo semplice e poi sempre più variato4


Climax di trilli e arpeggi sonorità ampia e sontuosa e su tutto il tema che galleggia enunciato dai pollici delle due
mani: effetto delle tre mani. Sonorità molto ampie anche grazie alla maestria di Thalberg come esecutore.

Effetto di diversi livelli sonori, sonorità immaginifiche.

Distaccandosi dagli altri compositori biedermeier, partecipa a ciò che di nuovo si annunciava sul pianismo: lavora
sul suono, ricerca timbrica e sonora. Anticipa esiti impressionistici.

Idea della parafrasi come sequenza di temi va nella direzioni opposta di Liszt che estrapolava pochi elementi per
elaborarli e seguire la propria fantasia talvolta trasformando completamente.

Il suo modello di parafrasi e l’espediente della terza mano era definita facilmente imitabile e la produzione di
epigoni che ne scaturì decretò la svalutazione dell’originale.

Altro aspetto di t: vita in Italia. A Napoli aveva fatto facilmente breccia data la dedizione ai temi d’opera. Napoli
era una città vivace. Affidò il suo lascito didattico ai musicisti di quella città. Questi non sempre lo ricambiarono.
Si recò in visita ufficiale nei 50 al cons suonando Bach e Beethoven. La formazione del pianista doveva essere
basata sul grande repertorio, raccomandava. Beniamino cesi fu il principale allievo napoletano di Thalberg.

T non scrisse un metodo pianistico ma affidò ad alcune pagine introduttive de l’arte del canto al pianoforte
a riflessioni sulla tecnica pianistica. Appaiono ancora oggi avanzate o avveniristiche. Si raccomanda per
cantare morbidezza di mano polso e avambraccio. Per cantar di petto attaccare suoni da vicino, cantabili
tranquilli con mano disossata. Ammorbidire il tocco sviluppando la sensibilità da vicino. Gran sobrietà nei
movimenti del corpo, ascoltarsi suonando, interrogarsi, non lavorare solo con le dita ma con l’intelligenza.

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