SANT'AMBROGIO:L’edificio è composto da due volumi distinti, anche se accorpati: il
primo è il quadriportico, il secondo è la chiesa vera e propria, a cui si affiancano simmetricamente due campanili. Le uniche aperture verso l’esterno sono le porte di accesso al quadriportico. Questo è costituito da una corte a cielo aperto delimitata su tre lati da portici, mentre il quarto lato corrisponde alla facciata della chiesa. Il quadriportico, che nel cristianesimo primitivo era originariamente destinato ad accogliere coloro che, non ancora battezzati, non potevano entrare in chiesa, serve poi a dar riparo ai pellegrini e d iventa il luogo in cui si radunano i cittadini del Comune di Milano per discutere dei loro problemi. La facciata a due spioventi, detta per questo “a capanna”, è composta da un portico a grandi arcate sormontato da una loggia; da questa il vescovo era solito benedire la folla e le alte magistrature del comune parlavano ai cittadini. La basilica ha una pianta rettangolare delle medesime dimensioni del quadriportico. È divisa in tre navate; quella centrale è larga il doppio delle laterali. L’edificio è sviluppato in larghezza e lunghezza piuttosto che in altezza, dando così l’impressione di essere una struttura massiccia, fortemente attaccata al terreno.
SAN FEDELE:La facciata, articolata su due ordini, è ripartita da
semicolonne corinzie e paraste che inquadrano il portale sul quale si imposta un timpano arcuato, la finestra balconata in asse e le quattro nicchie ai lati (due per ordine). All’interno delle nicchie, nell’ordine superiore, le statue di Isaia (a destra) e del David (a sinistra) mentre nell’ordine inferiore troviamo San Fedele (a sinistra) e San Carpoforo (a destra). Rispettivamente opere del Sangiorgio, di Manfredini e di Monti nell’ordine inferiore. Colonne corinzie esaltano la ricchissima trabeazione che incornicia il portale d’ingresso. Sul fianco sinistro due ordini di semicolonne corinzie inquadrano nicchie al “piano” inferiore finestre sovrastanti. La facciata fu completata solamente nel 1835 con il timpano dell’architetto Pietro Pestagalli ornato dall’Assunzione di Gaetano Monti. S econdo il disegno del Tibaldi il coronamento triangolare doveva essere impreziosito da angeli con tromba L’interno è caratterizzato dalla luminosa navata che si distingue per la raffinatezza dell’ordito delle decorazioni, l’uso della pietra d’Angera rosata e le dimensioni imponenti. Risulta ripartita in due campate, con volte a vela impostate su colonne monolitiche di granito rosa ed alti plinti; il centro delle vele è caratterizzato dal Cristogramma IHS4 , in legno dipinto, simbolo della Compagnia di Gesù. Retaggio dell’architettura tardo romana colonne distanziate dalle pareti aumentano la profondità, in prospettiva, dell’edificio. La pianta è movimentata da una sequenza di archi (sopra la trabeazione si apre una finestra in corrispondenza della lunetta ed in asse con l’arco). Lesene evidenziano l’ingresso alle cappelle ai cui lati si aprono le nicchie arcuate dei confessionali, finemente lavorati dai Taurino, sui quali sono i coretti. Il gioco di luce, l’abbinamento di un arco centrale più grande e due archi laterali più piccoli (si ricordano gli archi trionfali romani della medesima struttura) tradiscono i temi classicistici adottati e fatti propri dal Tibaldi.
SAN MARCO:La Basilica di San Marco è il principale
monumento di piazza San Marco a Venezia, una delle piazze più belle del mondo che da questa chiesa prende il nome. La Basilica di San Marco è idealmente racchiusa in un quadrilatero di poco più di 60 metri di lato. È infatti lunga 76,5 metri e larga 62,60 (al transetto). Il transetto è lievemente più corto della navata centrale perché, al momento della costruzione, fu limitato dalla presenza di edifici preesistenti. La basilica ha dunque una pianta assimilabile a una croce greca con i quattro bracci (quasi uguali) divisi in tre navate. Le navate centrali (A) sono coperte da cupole (cinque in tutto, compresa la centrale), ognuna delle quali è sostenuta da quattro pilastri (1); le navate laterali (B) sono voltate a botte e si affacciano sulle centrali mediante colonne (2). Un nartece a U (C), comunemente chiamato “atriodella basilica”, precede l’interno della chiesa sui tre lati del braccio frontale. È diviso da piccole campate coperte a cupola. Fu realizzato entro la prima metà del Duecento creando le condizioni per costruire una nuova facciata, aperta da cinque arconi (3). Questo suggestivo nartece, con la sua luce smorzata, prepara visivamente e psicologicamente all’ingresso nella chiesa, alla quale si accede attraverso quattro porte (4)L’interno, incredibilmente ricco, mostra pareti e pilastri completamente rivestiti, nel registro inferiore (1), con lastre di marmi policromi. Colonne, fregi, marmi, sculture sono perlopiù materiale di spoglio, ricavato da edifici antichi e giunto a Venezia dall’Oriente¢ La facciata attuale si articola su due livelli. Il piano terreno è scandito da cinque grandi portali strombati, ornati di bassorilievi medievali di straordinaria bellezza, che immettono al nartece. Il portale centrale (1) è monumentale ed emerge otticamente rispetto agli altri. I due portali estremi (2) presentano particolari timpani ad arco inflesso, di chiara derivazione araba. Il secondo piano della facciata è una terrazza percorribile, con quattro arcate cieche (3) e una arcata centrale (4) più grande, dove una loggia ospita una copia della celeberrima quadriga di cavalli in bronzo di epoca romana (oggi conservata nel Museo della Basilica).
SAN VITALE:L’edificio a pianta ottagona preceduta,
un tempo da un quadriportico, oggi rimane solo il Nartace che si dispone tangente ad uno spigolo della costruzione. Compositivamente gli spazi sono ottenuti dalla compenetrazione di solidi geometrici. La semplicità esterna è ravvivata a mezza altezza da un marcapiano e da robuste lesene. All’interno è inscritto un secondo ottagono con i lati che si dispongono come i petali di un fiore . lo spazio centrale è coperto da una cupola emisferica. I mosaici coprono la zona presbiteriale e del catino absidale della chiesa. In essi sono rappresentate scene del vecchio e del nuovo testamento ed altre in cui compaiono i cortei imperiali formati dai personaggi del tempo.
SAN APOLLINARE:L’impianto basilicale a tre navate
per mezzo di arcate su colonne con capitelli e pulvini presenta tutte le caratteristiche dell’architettura sacra ravennate. Il rivestimento interno in marmo è stato portato via nel XV secolo per riutilizzarlo nel tempio
NEONIANO O BATTISTERO ORTODOSSI:L’edificio a pianta ottagonale, presenta quattro
absidi semicircolari, una muratura esterna in laterizi a vista con finestre centinate e archetti pensili separati da lesene nella parte superiore. L’interno riccamente decorato da marmi pregiati si conclude con una cupola realizzata con una tecnica costruttiva conosciuta in epoca romana, con giri concentrici di tubi in terracotta infilati uno dentro l’altro tenuti insieme da malta.Il mosaico è diviso in tre zone concentriche, al centro su uno sfondo dorato si trova la scena del battesimo di Cristo da parte del Battista. Dalle acque emerge la personificazione pagana del fiume Giordano, intorno si snoda la processione dei dodici apostoli, ritmata da elementi vegetali, le figure in pose differenti portano delle corone.
MAUSOLEO GALLA PLACIDA:Il mausoleo, edificato nel V secolo
d.C. come futura tomba di Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio Il mausoleo è a pianta cruciforme ,croce greca in stile bizantino. All’esterno la cupola è nascosta dal tiburio, una piccola torre quadrangolare, che svolge la funzione di protezione e contenimento delle spinte. Le pareti in mattoni a vista sono decorate da arcate cieche. La cupola centrale si imposta su una base quadrata i quattro bracci della croce sono coperti da volte a botte e scarsamente illuminati da finestre
MAUSOLEO DI TEODORICO: L'accesso al quadriportico
avveniva attraverso un colonnato, che a sua volta dava accesso a tre portali che conducevano al corpo principale. Questo era costituito da un'aula quadrata inscritta in un tetraconco, le cui esedre erano scandite al loro interno da quattro colonne. Attorno a tale vano correva il deambulatorio, sormontato da uno spazio usato in seguito come matroneo. Ai quattro angoli dell'edificio sorgevano altrettante torri a pianta quadrata. In corrispondenza degli angoli si elevano quattro torri per contrastare la spinta della cupola. Lo spazio che ci troviamo di fronte è uno spazio romano tanto che nel già nel Medioevo la Basilica di San Lorenzo veniva paragonata al Pantheon.
DUOMO DI PARMA:La facciata è a capanna , con paramento murario in blocchi di pietra
squadrati e presenta tre ordini sovrapposti. Nel primo ordine è liscio, privo di decorazioni, si trovano tre portali i due laterali più piccoli, quello centrale più grande, ciascuno dei quali è leggermente strombato ed è sormontato da una lunetta chiusa da vetrate. Il portale centrale, a differenza degli altri due, è preceduto da un protiro, opera di Giambono di Bissone (1281), con arco a tutto sesto, poggiante su due colonne corinzie ognuna delle quali a sua volta e retta da un leone stiloforo. Il protiro termina con una loggia con copertura a doppio spiovente e volta a botte, il cui archivolto è decorato con motivi ad archetti; la copertura è sorretta da una colonnina corinzia per lato. Al centro, sopra il protiro, si apre una grande monofora con arco a tutto sesto, che dà luce all'interno. La fascia mediana è composta da due ordini di loggette ad arcate cieche percorribili a trifore con colonnine in marmo veronese. Probabilmente in origine esse dovevano essere continue, essendo il protiro di costruzione posteriore. La secondaloggia ha il medesimo schema di quella inferiore, ma è meno alta. La terza galleria continua segue gli spioventi del tetto.Durante la fase campionese il tetto è stato rialzato costringendo ad aggiungere le cornici a torciglione ed a scaletta.I portali laterali hanno una struttura più semplice: gli archivolti sono a triplice ghiera decorata a racemi e palmette in nello stile piatto del romanico lombardo, piedritti tripartiti e capitelli figurati. La zona presbiteriale all’esterno è caratterizzata da effetti plastici grazie al susseguirsi di volumi squadrati e semicilindrici decorati con lesene e arcate cieche terminanti con loggette. È in laterizio lavorato e disposto in modo da creare un motivo decorativo; questa novità diventerà una caratteristica tipica di questa area. L'attuale campanile risale alla fine del XIII secolo, è alto circa 65 metri è quadrata, secondo la tipologia del romanico lombardo, con sottili lesene verticali. L’elegante trifora e la guglia di coronamento, risalgono alla fine del XIII secolo e sono di chiara ispirazione gotica.
MICHELE A PAVIA:La facciata è a capanna ed è caratterizzata da quattro semipilastri
che dividono la sua superficie in tre parti, aventi ognuna il proprio portale strombato. Nella parte centrale della facciata si distinguono tre bifore a doppia ghiera, e al di sopra di esse, compaiono tre monofore e ancora poco sopra, un’apertura a forma di croce e due aperture a forma circolare ai lati di quest’ultima. Lo scopo di tutte queste finestre è di permettere il passaggio della luce all’interno dell’edificio sacro e in particolar modo nella navata principale. Nelle parti laterali, sopra i portali, si trova invece una sola bifora, avente anch’essa la stessa funzione delle altre aperture. Lungo gli spioventi è presente una loggetta costituita da ventuno arcatelle. Molti sono i rilievi che adornano la parte inferiore della facciata, realizzati in arenaria, raffiguranti soggetti biblici, uomini, animali, angeli, mostri, draghi, figure reali e immaginarie, che oggi però sono profondamente danneggiati per l’azione degli agenti atmosferici. Anche il transetto ha una facciata, assai meno elaborata di quella principale della basilica. DUOMO DI MODENA:Riprende all'esterno la ripartizione in tre navate dell'interno. Essa si impernia sul portale centrale e sul protiro(arco sorretto da due colonne nella porta centrale) e presenta ancora il complesso programma decorativo realizzato da Wiligelmo.Il portale, che è stato recentemente restaurato, come anche le sculture della facciata, presenta negli stipiti esterni e nell'archivolto (elemento di decorazione architettonica costituita da una fascia che si svolga sulla fronte dell'arco) il tema del 'tralcio abitato' ovvero uomini, fiere creature mitologiche o animali fantastici che si muovono all'interno di una fitta vegetazione che simboleggiano il percorso irto di ostacoli e pericoli che l'uomo deve affrontare nel mondo verso la salvezza eterna. Il 'tralcio abitato' allude alla selva oscura di cui pure scrisse Dante, riferimento all'inestricabilità del peccato in cui si dibatte l'uomo ma anche alla realtà della foresta medioevale, nella quale l'immaginario medioevale poneva animali e figre fantastiche e allegoriche.