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Magazzini Frigoriferi

Intervista a Marino Folin

I magazzini frigoriferi sono stati acquistati, è stata acquistata la società che era
proprietaria dei magazzini frigoriferi e questo spiega tutte le evoluzioni successive.
Abbiamo acquistato la società dei magazzini frigoriferi perchè a noi interessava l’area
dei magazzini frigoriferi, però l’area era di proprietà di una società e il proprietario
della società vendeva la società con l’area. Quindi, così è andata.
Inizialmente l’area doveva essere destinata e alcuni lavori erano anche iniziati, per
realizzare lì una ventina di aule, didattiche, il rettorato ( che doveva passare lì ), una
sala espositiva, un grande auditorium da 500 posti divisibile in due e un ristorante/bar.
Quindi, lì di fatto, il destino di quell’area era quello di essere un luogo in cui si sarebbe
insediato il centro, cuore e testa, dell’università Iuav.

E’ stato fatto un concorso internazionale, hanno aderito in 500, 500 era un cosa
fantastica in quel periodo lì; era un concorso libero, li abbiamo tutti esposti alla corderie,
per poterli esaminare. Calcoli le corderie dell’Arsenale, dall’inizio alla fine, carrellate di
progetti. La commissione si è chiusa lì dentro per 4-5 giorni per decidere, esaminare
e alla fine... Era un concorso in due fasi: prima sono stati scelti dieci finalisti, ai dieci
finalisti è stato chiesto di rielaborare il progetto, in una forma pressochè simile a quella
di un definitivo, insomma abbastanza preciso. E nella seconda fase è risultato vincitore
Enric Miralles e la Benedetta Tagliabue. E il progetto è poi iniziato, tutto è proceduto
regolarmente, tralaltro, differentemente da quanto in passato era sempre avvenuto
per i grandi progetti di architetture a Venezia che erano stati osteggiati, con difficoltà
pazzesche, in quel caso lì avevamo ottenuto tutti i permessi, sia dalla sovraintendenza,
che urbanistici, insomma perfetto, tutto filava come l’olio.
Allora, al tempo della gara, valeva ancora il principio, la gara aveva potuto essere
fatta con le opere pubbliche, in base alla Merloni, sulla base, fondamentalmente, del
massimo ribasso d’asta; avrebbe vinto chi avrebbe fatto il massimo ribasso d’asta. Il
massimo ribasso d’asta è pericolosissimo e difatti così è stato, perchè le imprese pur
di vincere sbassano tantissimo, stanno fuori, dopodichè cercano in tutti i modi di
trovare pretesti per recuperare il ribasso che hanno effettuato. E così è stato anche
quella volta. Il ribasso era, non mi ricordo più, ma nell’ordine del 25-26% circa e tenga
conto che, quando avevano fatto i computi metrici e capitolati e i calcoli, avevamo;
insomma, noi ritenevamo che il massimo ribasso possibile potesse essere nell’ordine
del 2-3%. Erano offerte anomale, nel senso che troppo basse rispetto alla media, per
cui la legge prevede che in questi casi tu chiedi una serie di informazioni ulteriori alle
imprese prima di assegnare il posto. Noi ne abbiamo scartate due, mi pare due prima
della Grassetto, che ci ha provocato poi dei ricorsi; dopodichè alla fine non potevamo
scartare anche la Grassetto, la Grassetto è stata... Due perchè non ci convincevano le
risposte che ci avevano dato, dopodichè la Grassetto insomma, dava ampie garanzie
e comunque le risposte ai quesiti che avevamo proposto per legge, dei chiarimenti
che avevamo chiesto erano soddisfacenti per cui, non potevamo non dare, affidare il
lavoro alla Grassetto. E sono cominciati i guai quasi subito, nel senso che la Grassetto
ha cominciato a protestare: le fondazioni, proponendo altre tipologie di fondazioni
rispetto a quelle che facevano parte del progetto esecutivo; un serie di cose si sono
accanite, di cui in parte è responsabile la Grassetto, in buona parte, in parte era la
questione che avevano trovato dei reperti archeologici. Reperti archeologici, dei resti
di casette del 1600, niente di particolare, però, però su quello si è innestata una specie
di polemica, un contenzioso con la sovraintendenza dei beni archeologici e con Sgarbi,
che allora era il sottosegretario, viceministro dei beni culturali. L’idea è che lì sotto ci
fossero i resti di un porto romano, una totale cagata; anche solo pensare un cosa del
genere. Questo ci ha fermato un anno, dopodichè la Grassetto ci ha fermato un altro
anno e mezzo; a quel punto abbiamo rescisso il contratto ai termini di legge con la
Grassetto e la cosa è finita lì.

Non è più ripresa per una ragione molto semplice, perchè con il tempo che era passato
in realtà la cosa più semplice era ribandire la gara, poi però non avevamo più in fondi
necessari ad avviare il progetto. Il lavoro era finanziato con la legge speciale di Venezia.
Siamo incappati in una fase, che è continuata anche dopo, per cui tutti i fondi della
legge speciale di Venezia venivano destinati alla realizzazione del MOSE. Per cui non
c’è più stata la possibilità di ottenere dal Ministero e dal comitato interministeriale
per la salvaguardia di Venezia, di ottenere da loro, dal Ministro e dal comitato ulteriori
fondi per le nostre opere edilizie. E a quel punto siamo rimasti fermi. Coi soldi che
avevamo abbiamo cambiato politica e abbiamo acquistato, abbiamo fatto i lavori di
restauro di Magazzini Ligabue e di tutto quel sistema delle proventorie che sono lì, e
a quel punto abbiamo esaurito completamente i soldi che avevamo a disposizione.
Per cui l’area dei Magazzini Frigoriferi è restata ferma. Le aule si sono trovate nelle
provveditorie portuali, nei magazzini cosiddetti 7, 6, 5. Per cui i fondi disponibili sono
stati utilizzati per risolvere il problema delle aule e a quel punto è nata allora un’altra
ipotesi, che su quell’area potesse sorgere un grande complesso destinato a residenza
per gli studenti universitari. Ed è l’ipotesi che il Senato aveva in un primo momento
approvato salvo poi bloccarla, l’ipotesi era quella di realizzare...per me è tuttora quella
di realizzare, è la cosa che si può fare in quell’area lì. Se lei ha in mente quell’area, in
quell’area là c’è il Cotonificio con tutte le aule didattiche della Facoltà di Architettura;
le Terese con Design e Arti, gli ex Magazzini Liagabue che stanno a Design e Arti, il 6
che è architettura, insomma, lì hai un complesso didattico e manca però un centro. E il
centro potrebbe essere, e questa è l’ipotesi che a mio avviso poteva essere più sensata
da fare adesso all’interno di quell’area: realizzare lì un complesso multifunzionale in
cui possano coesistere un certo numero di alloggi per studenti e docenti, gli studenti
Erasmus, insomma, lì verrebbero fuori circa 400 posti letto, quindi neanche tanto
pochi. L’auditorium, auditorium inteso come una sala polivalente in cui si possano fare
le varie attività di carattere collettivo dell’Ateneo: seminari, convegni, attività teatrali,
proiezioni di film, attività culturali, un ristorante/bar/mensa perchè quello è un luogo
di ritrovo e anche, l’idea era questa, un spazio, che ci starebbe per attività di carattere
espositivo.
Quindi abbiamo un luogo che diventa il centro, diciamo così, di vita collettiva.
L’ipotesi è tuttora questa, il problema è che il senato..è lo Iuav che in questo momento
ha delle incertezze sul destino di quell’area e non vede ben chiaro che fare.
Il porto sarebbe interessato ad avere in affitto quell’area per fare un parcheggio a raso,
pagando ovviamente l’affitto di quell’area; ma questa è una soluzione transitoria, fino
a che il contratto con la società NETUN che è la società del porto che è interessata a
questo, sarebbe un contratto di carattere annuale, cioè rinnovabile di anno in anno
con la possibilità di disdetta in qualsiasi momento. Nel senso che, francamente, fino a
che non si è deciso cosa fare lì è anche un peccato che resti inutilizzato, che fa schifo
con quella staccionata, almeno quelli pulirebbero, farebbero un piazzalotto..... quindi
l’ipotesi del garage non è alternativa alla casa dello studente, è in attesa di..un palliativo
per non lasciarla inutilizzata. Perchè in realtà è un costo quello, bisognerebbe spendere
adesso un mucchio di soldi per rifare la staccionata che sta crollando, dentro fa schifo
bisognerebbe pulirlo insomma e invece quello è un modo senza alcuna spesa per lo
IUAV, anzi guadagnando un po’ di soldi di tenerla utilizzata fino al momento in cui si è
deciso di fare la casa dello studente o qualunque cosa si decida di fare, è un contratto
rinnovabile annuale ma tutto esclusivamente temporaneo. Secondo me è un delitto
lasciarlo così. Devo dire che la cosa che mi preoccupa è che in questo momento allo Iuav
alcuni ipotizzano anche di venderlo invece; venderlo sarebbe una roba assurda, per
realizzare cosa lì? Un albergo in mezzo alla zona universitaria? Un centro commerciale?
Rompere così quella che potrebbe essere una fantastica zona universitaria in Italia,
magnifica, per cui io francamente mi opporrò sempre ad un ipotesi di questo genere,
dopodichè se lo Iuav decide....

Quando abbiamo acquistato la società, la società era un società di magazzini frigoriferi,


noi non potevamo liquidare la società, perchè comporta tasse e casini bestiali, per
cui non abbiamo ritenuto di cambiare l’oggetto sociale della società, e la società è
diventata ISP, IUAV Studi e Progetti, che c’è tutt’oggi. Aveva le due anime dentro:
l’ISP era proprietaria dell’area e contemporaneamente una società di engineering,
progettazione a servizio dell’università. Fa anche lavori fuori, sempre per conto
dell’università, li faceva una volta, adesso li fa molto meno, ma lo fa attraverso i docenti
dello IUAV, quando poi non ci sono i docenti per particolari consulenze si chiamano
esterni, ma comunque è una società di engineering che lavora per conto dell’università
IUAV. Aveva le due anime ISP, le due anime dal punto di vista legislativo non andavano
molto bene, il Ministero ci haa consigliato di spezzarle in due e così è nata la fondazione.
Per cui quella che era un’unica società che era sia di engineering che proprietaria
dell’immobile è stata rotta in due: la società di engineering è rimasta puramente e
solamente una società di engineering e la società immobiliare proprietaria è diventata
la Fondazione IUAV. Questi sono i passaggi che ci sono stati. La Fondazione IUAV ha
in proprietà, in carico l’aerea dei Magazzini Frigoriferi, però svolge tutta una serie di
compiti che una fondazione universitaria può svolgere. Ha molti compiti, un’infinità
di possibilità di azione una fondazione, essendo una struttura di servizio all’università.
L’ateneo ha deciso di dare come missione alla Fondazione IUAV quella di occuparsi
del diritto degli studenti, di fare case dello studente ed è quello che stiamo facendo
adesso.
La Fondazione ha un suo consiglio di amministrazione, il Senato Accademico dà le
direttive dopodichè la Fondazione in base alle direttive gestisce autonomamente. E’
evidente che per quanto riguarda però le decisioni in merito a.... che fare dell’area dei
Magazzini Frigoriferi, siccome quell’area è della Fondazione, però la fondazione è dello
IUAV non è pensabile che la fondazione decida di fare lei.. su quell’area ci deve essere
una direttiva precisa da parte dell’Ateneo.
Adesso, per dirle, sono già cominciati i lavori di restauro dell’ex caserma Manin a
Venezia per fare la casa dello studente; quella è un’operazione che la fondazione ha
portato avanti sulla base della direttiva che dovevamo fare la casa dello studente, ma
che la fondazione ha portato avanti in totale autonomia: la gara d’appalto l’abbiamo
fatta noi, i finanziamenti li abbiamo trovati noi, lo IUAV non ha messo una lira, i soldi li
abbiamo trovati noi.

Lo studio Miralles non era incaricato di fare i lavori, la direzione dei lavori la faceva ISP;
lo studio Miralles aveva un contratto di “direzione artistica”, però direzione artistica che
non ha mai potuto esercitarsi per il fatto che non si mai cominciato.
Adesso l’ex caserma Manin, che è quella che abbiamo cominciato a restaurare per la
casa dello studente ha ottenuto un finanziamento dal Ministero con il quale facciamo
i lavori di restauro, sulla base di una legge, che è la 338 del 2000 che dava contributi
a quelle istituzioni che facevano case dello studente. Lì abbiamo ottenuto cospiscui
finanziamenti per fare la Manin. Questa legge è stata recentemente rifinanziata per
cui io sarei pronto a partire col Ministero per un finanziamento anche con l’area dei
Magazzini Frigoriferi. Bisogna che il senato mi dia il nulla osta, se il senato decide che...
il senato si assumerà la responsabilità che abbiamo perso dei finanziamenti possibili
per fare una casa dello studente. E’ colpa esclusivamente del senato accademico
perchè ancora 4 anni fa aveva fatto una proposta al senato accademico per fare
una casa dello studente e tralatro anche a quell’epoca... quattro anni fa è diverso da
adesso; la situazione finanziaria era diversa e avevo anche individuato alcuni soggetti
investitori che erano interessati a fare operazione di project financing e questi sono
svaniti. Si sono perse delle occasioni, se quella volta avessero deciso di farla a quest’ora
ci sarebbe già una casa dello studente fatta e una serie di servizi. Purtroppo il quadro
è questo. Spero che adesso il fatto che ci sia il decreto della Gelmini che rifinanzia la
vecchia 338 del 2000 spero che si sveglino e mi diano il nulla osta per muovermi in
quella direzione.

12 . 04 . 2011

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