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ATTIVITÀ: LE MIE EMOZIONI IN UN FILM

In quest'attività proverai ad esprimere le tue emozioni in un modo insolito.


Innanzitutto, proverai una breve esperienza con il tuo gruppo: vi muoverete
all'indietro insieme, uniti come vagoni di un treno, non senza difficoltà, per le varie
stanze della struttura, anche attraverso le scale.
Quali sensazioni hai provato? Quali le difficoltà? Quali attenzioni hai usato?

Passiamo ora alla prima parte dell'attività: costruire una linea del tempo (timeline) di
alcuni eventi della tua vita per te fondamentali. Utilizzerai un cartoncino simile, sul
quale riporterai la tua data di nascita, quattro eventi importanti scelti della tua vita,
la data di oggi.

È importante scegliere i quattro eventi con un certo equilibrio tra quelle che hai
vissuto come esperienze positive e quelle che hai vissuto come esperienze negative.
Si tratta di un momento di riflessione personale, che richiederà un po' di tempo. I
quattro eventi vanno inseriti in ordine cronologico, riportando la data (almeno l'anno) e
l'esperienza scelta. Quindi, torna nel gruppo per la condivisione.
A questo punto, ti sarà dato un altro cartoncino, simile all'immagine seguente.

Rappresenta una pellicola fotografica: in ogni spazio bianco metterai l'immagine di


una o più emozioni che hai provato durante le esperienze che hai selezionato sulla
timeline. Quindi, nel primo riquadro inserirai l'emozione (o le emozioni) riguardo la
prima esperienza scelta, nel secondo quella (o quelle) per la seconda, e così via. Le
immagini che userai per rappresentare le tue emozioni prendono spunto da un film
Disney del 2015, Inside out. Inserisci una o, al massimo, due emozioni/immagini in
ciascun riquadro. Prendendo esempio da questo film, distingueremo le 5 emozioni
primarie: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto.
Eventualmente, sarà possibile combinarle per esprimere emozioni secondarie, come nel
seguente schema, oppure semplicemente accostarle insieme.
Anche in questo caso, si tratta di un
momento di riflessione personale. Se
hai scelto con equilibrio esperienze
positive e negative della tua vita,
avrai un numero maggiore di emozioni
rappresentate sulla tua pellicola
fotografica. Ultimato il lavoro, torna
nel gruppo per la condivisione.
I due cartoncini, ossia la timeline e la
pellicola fotografica, andranno
posizionati cercando di far
corrispondere l'esperienza con il
riquadro delle emozioni che la
riguardano. Attaccheremo i nostri lavori su un cartellone.

Ora, proviamo a riflettere sul collegamento tra quest'attività e il sinodo. Per


comprendere, è opportuno leggere una parte del secondo capitolo del documento
preparatorio: esso focalizza l'attenzione proprio sul fatto di riconoscere <<desideri,
sentimenti, emozioni>>: è il primo passo che consentirà poi di interpretare e scegliere:
sono le tre parole che caratterizzano il dono del discernimento, punto focale di questo
sinodo e aspetto fondamentale all'interno della Chiesa.

IL DONO DEL DISCERNIMENTO


Prendere decisioni e orientare le proprie azioni in situazioni di incertezza e di fronte a
spinte interiori contrastanti è l’ambito dell’esercizio del discernimento. [...]

Riconoscere
Il riconoscimento riguarda innanzi tutto gli effetti che gli avvenimenti della mia vita, le
persone che incontro, le parole che ascolto o che leggo producono sulla mia interiorità:
una varietà di «desideri, sentimenti, emozioni» (Amoris laetitia, 143) di segno molto
diverso: tristezza, oscurità, pienezza, paura, gioia, pace, senso di vuoto, tenerezza,
rabbia, speranza, tiepidezza, ecc. Mi sento attirato o spinto in una pluralità di direzioni,
senza che nessuna mi appaia come quella chiaramente da imboccare; è il momento degli
alti e dei bassi e in alcuni casi di una e vera e propria lotta interiore. Riconoscere
richiede di far affiorare questa ricchezza emotiva e nominare queste passioni senza
giudicarle. Richiede anche di cogliere il “gusto” che lasciano, cioè la consonanza o
dissonanza fra ciò che sperimento e ciò che c’è di più profondo in me.
In questa fase la Parola di Dio riveste una grande importanza: meditarla mette infatti in
moto le passioni come tutte le esperienze di contatto con la propria interiorità, ma al
tempo stesso offre una possibilità di farle emergere immedesimandosi nelle vicende che
essa narra. La fase del riconoscere mette al centro la capacità di ascolto e l’affettività
della persona, senza sottrarsi per paura alla fatica del silenzio. Si tratta di un passaggio
fondamentale nel percorso di maturazione personale, in particolare per i giovani che
sperimentano con maggiore intensità la forza dei desideri e possono anche rimanerne
spaventati, rinunciando magari ai grandi passi a cui pure si sentono spinti.
(Dal documento preparatorio per il Sinodo dei Vescovi 2018, cap. 2, par. 2)
A questo punto, è arrivato il momento di mettersi in gioco con il tuo gruppo: divisi in
squadre, si sceglieranno delle timeline con relative pellicole per provare a mettere in
scena le proprie emozioni, come se si trattasse di scene tratte da un unico film,
impegnandosi a far emergere dalle esperienze individuate le emozioni ad esse
attribuite.

Concludiamo l'incontro con una domanda: Gesù ha provato emozioni?


Di seguito si presentano alcuni passi del Vangelo: prova a riconoscerne le emozioni.

“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere;
rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe.” (Mt 21,12)

“E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E
disse loro:<<La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me>>.” (Mt
26, 38)

“In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di
sangue che cadevano a terra.” (Lc, 22, 44)

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia
turbato il vostro cuore e non abbia timore.” (Gv 14, 27)

“Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.” (Gv 15, 11)

Infine, preghiamo insieme:

Ed oggi ancora, Signore, pronunzia quella parola:


"Effatà, àpriti!" di fronte a ciascuno di noi.
Apri le nostre orecchie affinché non siamo sordi
agli appelli del nostro prossimo, amico o traditore che sia,
e della tua voce nella coscienza, piacevole o antipatica che sia.
Apri le nostre bocche perché possa sgorgare sincera
la voce dell'affetto e della stima, ferma e convinta,
quella che difende la giustizia e la pace.
Apri le nostre mani affinché restino pulite nella nostra professione,
leste e operative nelle nostre attività,
capaci di stringere le mani di tutti,
indipendentemente dal loro colore e calore.
Apri i nostri cuori affinché vibrino all'unisono col tuo,
vivendo emozioni che conducono a scelte concrete
e sentimenti che resistono alla corsa del tempo e dei tempi. Amen.

(Pierfortunato Raimondo, Abbiate sale in voi stessi - Effatà, Ed. Cantalupa (TO), 2005)

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