Barbara Polacchi
Come
armonizzare una
melodia data?
www.suonolachitarra.it
Ciao,
ecco un nuovo argomento che voglio affrontare: come fare quando si ha una melo-
Per seguire bene questo argomento, è necessario avere un po' qualche nozione di
base di armonia, mentre per quanto riguarda la melodia, qui trovi tutti gli articoli in
cui m sono occupata di come trasformare e variare una melodia (oppure qui puoi ri-
Bene, diciamo subito che quando abbiamo una melodia e vogliamo armonizzarla, le
1) trovare il basso
2) numerarlo e quindi trovare gli accordi che posso usare per l'accompagnamen-
to
3) realizzare l'accompagnamento.
La cosa principale da fare, quindi, prima di ogni altra, è quella di costruire un basso.
Tra la melodia e il basso non deve esserci nessun movimento proibito (come le quin-
Il basso scelto può essere inserito sotto ogni nota del canto in modo che ogni nota
che sia).
Se il passaggio melodico non cambia tonalità, e quindi non modula, possiamo armo-
re
o FA minore
Per quanto riguarda il basso, io posso decidere se mettere l'accordo allo stato fonda-
Questo mi aiuta a dare un movimento al basso e a rendere più interessante il mio ac-
compagnamento.
* * * * *
In un primo momento il lavoro che farò sarà quello di trovare tutti gli accordi, in tutte
Allora partiamo dalle scale maggiori e vediamo che trovo la nota DO nelle scale di:
➢ DO maggiore
➢ SOL maggiore
➢ FA maggiore
➢ SIb maggiore
➢ MIb maggiore
➢ LAb maggiore
➢ REb maggiore
Gli accordi che trovo contenuti in queste scale che contengono la nota DO sono i se-
guenti:
Puoi vedere, quindi, quanti accordi posso sottoporre ad una determinata nota della
melodia, e quindi quanti sono (gli accordi) che possono accompagnare una nota della
melodia data.
In più posso decidere se usare quegli accordi allo stato fondamentale o sotto forma
di rivolti.
Beh, intanto diciamo che partiamo sempre dalla tonalità in cui ci troviamo: se, ad e-
sempio, mi trovo nella tonalità di DO minore, escluderò già in partenza l' accordo di
Il primo è quello di trovare la nota DO su tutti gli accordi delle scale minori.
Fai poi la stessa cosa con tutte le note della scala di DO maggiore (quindi RE, MI, FA,
SOL, LA e SI).
Infine fare la stessa operazione con le note alterate (quindi DO#, REb, RE#, MIb, FA#,
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Dopo aver trovato gli accordi che possiamo sottoporre ad una determinata nota della
melodia, avrai sicuramente visto quanti sono (gli accordi) che possono accompagna-
Ricorda, comunque, che è sempre meglio partire da una nota di basso e stabilire
poi, tramite la numerazione del basso stesso, quale sarà l'accordo sovrastante.
qualsiasi.
Prendiamo una melodia qualsiasi che non sia modulante (cioè che non cambi tonali-
tà): essa sarà accompagnata da accordi allo stato fondamentale, allo stato di pri-
mo o di secondo rivolto.
La parte del basso dovrà necessariamente far parte dell'accordo che abbiamo deciso
Ricorda sempre che tutte le frasi che iniziano un brano devono necessariamente af-
nota.
Dopo aver analizzato un po' la melodia, basta mettere la numerazione sotto ogni
Perché all'inizio è meglio pensare di fare questa armonizzazione per un coro a quat-
tro voci, in modo da avere quattro parti indipendenti tra di loro e che abbiano dei
Finita la stesura del nostro accompagnamento possiamo prendere ogni parte vocale
in modo separato per vedere se il movimento melodico è giusto, cioè se la parte è fa-
Dovremo, poi, controllare la parte del soprano e quella del contralto (per vedere se ci
sono eventuali errori), così come la parte del soprano e quella del tenore.
Dobbiamo quindi controllare queste parti interne (contralto e tenore) con il basso e
fare lo stesso tipo di verifiche, per controllare, infine, le due parti interne tra di loro.
È possibile, a questo punto, che la correzione di un errore porti al cambio di una posi-
zione d'accordo.
Riassumendo quanto detto finora possiamo dire che la prima preoccupazione che
la parte del basso, ma per fare questo, dobbiamo conoscere la tonalità e il modo
Supponiamo, ora, che la linea melodia è nella stessa tonalità, quindi non è modulan-
te.
Quindi dobbiamo guardare bene l'armatura di chiave, cioè le alterazioni che trovo all'
inizio del pentagramma subito dopo la chiave: in questo modo sappiamo che possia-
mo avere una sola tonalità maggiore e/o una sola tonalità minore.
alterato con un'alterazione che lo alza di un semitono e che non troviamo in chiave,
senza nessuna esitazione diremo che siamo in una tonalità minore; al contrario, se
non troviamo nessuna alterazione nel quinto grado, saremo in una tonalità maggio-
re.
Nel caso siamo in una tonalità minore, bisognerà alterare di un semitono que-
sta nota (il settimo grado) ogni volta che essa si presenterà nel corso della rea-
lizzazione dell'accompagnamento.
L'assenza delle alterazioni nel corso di una linea melodica non deve farci abbandona-
re a priori l'eventuale modo minore in quanto un passaggio melodico può NON con-
tenere la sensibile.
In questo caso si dovrà esaminare la melodia fino alla fine per capire i gradi dove l'al-
terazione o la non-alterazione può farci capire la tonalità alla quale appartiene real-
Bisogna, perciò, capire il senso tonale del brano esaminando soprattutto le fina-
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teriore approfondimento di questo argomento.
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Barbara Polacchi