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INSERZIONE/ESTRAZIONE CON ELICOTTERO ED ELIASSALTO


03/05/18 - Gli elicotteri, per loro natura, sono un
mezzo aereo molto versatile ed altamente essibile.
Per tale ragione possono far fronte a differenti
necessità operative e possono quindi essere
impiegati in più tipologie di missioni, comprese
quelle in cui sia necessario decollare e/o atterrare
non potendo usufruire di strutture o super ci
permanentemente dedicate, o comunque allestite e
predisposte anche solo in via temporanea.

Grazie alla loro riconosciuta “versatilità tattica”, gli


elicotteri vengono regolarmente impiegati dalle forze
armate e dalle forze di polizia di tutto il mondo per
portare a termine svariati compiti. Gli elicotteri
militari, in particolare, possono essere classi cati in
base a varie caratteristiche ma, per averne un’idea
immediata e concreta, è su ciente conoscerne la
“classi cazione per peso”, che ne determina
grossomodo anche le dimensioni, nonchè il “ruolo
d’impiego operativo” per i quali sono stati progettati.

A seconda del proprio peso gli elicotteri possono


appartenere ad una delle seguenti 4 classi: leggeri (2-4 tonnellate), medio-leggeri (5-8 t.), medio-pesanti (9-12 t.), pesanti (13-16 t.).

Progettualmente parlando, e parallelamente, un determinato


modello di elicottero può essere stato concepito per un unico e
speci co ruolo (combattimento, attacco al suolo, caccia anti-
sommergibile, sminamento di super cie, supporto aerotattico,
ricerca e soccorso..), o per più ruoli di cui uno principale (multiruolo,
esplorazione e ricognizione, trasporto e sbarco, trasporto truppe ed
evacuazione feriti, scorta e protezione …), se non addirittura
prevedendo la possibilità di poterne attuare, nel momento del
bisogno, una “temporanea ricon gurazione” mirata a rendere
l’elicottero in grado di fornire quelle ulteriori capacità operative
necessarie per quella particolare missione. Naturalmente si potrà
a narne ed ottimizzarne l’impiego tattico-operativo considerando
anche altri fattori e parametri (dimensioni e ingombri, usso di aria
dei rotori, tipo di turbine, armamento, strumentazione di bordo,
quota utilizzabile, potenza, velocità, autonomia, rateo di discesa,
con dotazione di ruote o pattini, capacità di carico, di trasporto…)
che andranno a delineare meglio le possibilità ed i vincoli nell’ambito della tipologia di missione da assolvere valutando, altresì, anche il contesto
entro il quale essa debba essere portata a termine (requisiti operativi, tempo a disposizione, distanze in gioco, rotte di avvicinamento, regole di
ingaggio, numero di velivoli coinvolti, arco diurno o notturno, situazione meteorologica, tipo di obiettivo, presenza nemica …) e con quali eventuali
particolari modalità debba essere svolta (avvicinamento occulto, necessità di protezione aerea…).
A partire dagli anni ’50 gli elicotteri militari cominciarono ad essere
impiegati signi cativamente in attività operative di natura offensiva,
compresi quegli elicotteri inizialmente adibiti al “trasporto truppe”
ma che, grazie a delle modi che strutturali abbastanza semplici ed
al posizionamento di idonee mitragliatrici in prossimità dei
portelloni laterali, poterono essere utilizzati in missioni di
ricognizione, di in ltrazione, di es ltrazione, e di assalto dall’aria (Air
Assault o Eliassalto, da non confondere con l’Airborne Assault o
l’Airland Assault, rispettivamente l’aviolancio e l’avioassalto
effettuati dalle truppe aviotrasportate). Tali capacità operative da
parte di componenti elicotteristiche militari di vari Paesi sono ormai
una realtà da tempo consolidata, realtà comprovata anche dalla
presenza sul mercato di diversi modelli di elicotteri multiruolo
appositamente dedicati (ed armati). Per poter effettuare tali attività
operative, alcune forze armate prevedono anche il possesso, sia da
parte dei piloti che da parte degli “assaltatori”, di una apposita
specializzazione. In de nitiva, comunque, quando vi è la necessità
operativa di portare delle truppe d’assalto direttamente sull’obiettivo, ovvero in un punto preciso di un territorio, sul tetto di un edi cio o su una nave
(azione tattica de nita come Eliassalto) o di in ltrare/es ltrare truppe in/da un territorio ostile o nemico (azione tattica de nita come
Inserzione/Estrazione), vengono spesso usate queste particolari opzioni tattiche, basate sostanzialmente sull’impiego di elicotteri, che consentono
di ridurre in modo signi cativo le possibilità di scoperta da parte del nemico. Per inciso, il termine “in ltrazione” ed il termine “inserzione” (e
parimenti i termini “es ltrazione” ed “estrazione”) vengono usati come sinonimi, tuttavia, si rammenta che si parla di in ltrazione quando differenti
gruppi operativi vengono “rilasciati” (ovvero “lasciano il mezzo”che li sta portando) e si in ltrano in punti diversi provenendo da direzioni diverse,
anche se è previsto il loro successivo ricongiungimento (per poi dirigere in forze sull’obiettivo), mentre si parla di inserzione quando uno o più gruppi,
anche in successione, vengono “rilasciati” in un unico ben speci co punto provenendo però tutti dalla stessa direzione. Riferendosi comunque
all’elicottero è più appropriato parlare di “inserzione” ed “estrazione”.

Per tali operazioni sono previste diverse tecniche sostanzialmente


legate alla quota di volo alla quale deve posizionarsi l’elicottero,
prevalentemente “in volo stazionario” (detto anche “in hovering” o
“in volo a punto sso”), per effettuare il rilascio o il recupero degli
uomini. La quota è ovviamente legata, oltre che al tipo di missione, a
vari fattori tra i quali la possibilità o meno di atterraggio (o
appontaggio) da parte dell’elicottero, dalla natura della super cie,
dalla visibilità, dal vento in quota ed al suolo, dalla eventuale
presenza di ostacoli e dalla loro altezza, dal tempo a disposizione e
dal numero di uomini da rilasciare o da recuperare. Per inciso, è
opportuno ricordare che tutte le tecniche di rilascio e di recupero
richiedono speci ci accorgimenti all’interno dell’elicottero (talvolta
anche all’esterno) per rendere sicure le varie tipologie di ancoraggio,
di braghe, funi, cavi, ganci, anelli, barre, tubi, moschettoni e di
dispositivi di “sgancio rapido” (in caso di emergenza) nonché un
coordinamento via radio tra il pilota (per il corretto posizionamento
dell’elicottero e il mantenimento della “verticalizzazione” delle funi),
l’operatore di volo (addetto alla sicurezza ed all’assetto delle
attrezzature) e il “direttore di rilascio/recupero” (addetto alla
sicurezza e al movimento degli uomini in rilascio o in recupero).

Le tecniche in questione, alcune delle quali inglobate nelle generiche “HRST” (Helicopter Rope Suspension Techniques), sono le seguenti:

Landing (Atterraggio), Deck Landing (Appontaggio) and Take-Off (Decollo). L’elicottero, in relazione ai propri vincoli tecnici, ai parametri operativi e
alle condizioni ambientali, atterra posandosi stabilmente sul terreno (anche entro una certa percentuale di pendenza) o su una super cie o apponta
sul ponte di una nave (in navigazione, ma entro un certo numero di gradi di rollìo e di beccheggio della nave stessa) rilasciando o recuperando uomini
e materiali;

HHMAD (Heli Hanging in Mid-Air and Debarking/Disembarking - Sbarco/Rilascio con balzo a terra). L’elicottero, rimanendo in assetto di volo
stazionario, s ora il terreno (appoggiandosi lievemente ma non posandosi), o permane alla quota massima di circa 1 metro dal suolo, in modo da
consentire al personale di saltare direttamente a terra. In casi di emergenza tattica tale tecnica può essere impiegata anche per un velocissimo
reimbarco ed una immediata es ltrazione;

Helocast (Salto a mare). L’elicottero rimane in volo stazionario ad


una quota di 2/3 metri dalla super cie del mare (del lago o del
ume) ed il personale salta direttamente in acqua. Possono essere
lanciati in acqua anche eventuali battelli pneumatici;

Fast Rope (discesa con “Barbettone” o “Canapone”). Nell’ambito


delle tecniche FRIES (Fast Rope Insertion and Extraction System)
assume anche la dicitura FDR (Fast Descent Rope). Tale tecnica si
attua posizionando l’elicottero in volo stazionario ad una quota che
può variare dai 5 ai 15 metri. Sull’elicottero è agganciata e messa in
sicurezza una grossa fune sintetica (Rope), lunga non meno di 30
mt. e con un diametro non inferiore a 4.4 cm., che viene
sostanzialmente buttata fuori e fatta cadere a terra sul punto
previsto. Gli uomini in rilascio, tenendosi saldamente con mani e
piedi su detta fune (senza dover avere attrezzature aggiuntive per la
discesa), si fanno scivolare rapidamente sino a terra. A parte
l’equipaggiamento da combattimento e gli idonei guanti antiabrasione per le mani, tale tecnica non richiede alcun tipo di imbragatura o moschettone
di cui doversi rapidamente liberare, o con cui dover tra care, appena toccata terra. La Fast Rope viene giustamente considerata la tecnica più
semplice e veloce che consente una discesa rapidissima, su una unica fune, di numerosi uomini (mediamente 10 uomini in 15/20 secondi). Il peso
della fune stessa garantisce inoltre una certa stabilità di discesa nel turbinoso vortice di aria generato dalle pale dell’elicottero. Tale tecnica, tuttavia,
ha una sua limitazione nel momento in cui sia necessario avere al seguito, sulle spalle, uno zaino medio-pesante (oltre i 20Kg.) che potrebbe
comportare uno sbilanciamento del corpo in fase di discesa o una caduta in fase di “atterraggio” su un terreno sconnesso, scivoloso, roccioso o in
pendenza;

Rappelling/Abseiling o Helirappel (Discesa con tecnica alpinistica).


Vengono impiegate le 2 principali tecniche alpinistiche di discesa (e
per tale motivo si parla di “corde”) usando funi in bra poliammidica,
comunemente chiamate “corde d’alpinismo”, con un diametro da 8
ad 11 mm. ed una lunghezza minima di 60 metri, che consentono
una discesa da altezze anche superiori ai 50 metri:

discesa in corda singola (single rope/line technique) con corda di


tipo statico;

discesa in corda doppia (double rope/line technique) con corda di


tipo dinamico.

Ambedue le tecniche richiedono tuttavia, oltre all’equipaggiamento


da combattimento, speci che imbragature aggiuntive (imbragatura
bassa al bacino in assenza di zaino / imbragatura alta in presenza
di zaino che consenta un aggancio più alto per evitare il
ribaltamento del corpo in fase di discesa), moschettone con
sicurezza e discensore tattico (per uno sganciamento rapido, non
viene messo l’autobloccante sotto il discensore). In termini generali, viene comunque preferita la tecnica di discesa in corda doppia in quanto è per
sua natura più sicura ed inoltre garantisce un giusto attrito tra le corde consentendo così una discesa più controllata. Occorre ora ricordare che ogni
fune, o corda che si voglia dire, deve comunque avere sull’elicottero un suo punto di ancoraggio dedicato, il che signi ca che ogni uomo deve avere la
sua “stazione di discesa”. Ne consegue che tale fattore è determinante per stabilire quanti uomini possono essere in ltrati con quel tipo di elicottero
e con questo tipo di tecnica…e, conseguentemente, quanti elicotteri occorrerebbero per poter trasportare ed in ltrare un eventuale numeroso gruppo
operativo.

SPIE (Special Patrol Insertion/Extraction) (Inserzione/Estrazione di


Pattuglia Speciale). È una tecnica impiegata per in ltrare ed
es ltrare rapidamente un Pattuglia di “Ricognizione speciale” (in
realtà viene quasi esclusivamente impiegata per l’es ltrazione).
All’elicottero viene agganciata una particolare fune, simile a quella
del Fast Rope ma molto più lunga, nella parte nale della quale, ad
una distanza regolare, sono presenti un certo numero di
moschettoni di acciaio (mediamente 12) ai quali il personale, dotato
di apposita imbragatura, si aggancia nel momento in cui l’elicottero
si abbassa (per consentire gli agganci) per poi alzarsi e procedere
all’es ltrazione. Il personale rimane appeso in aria durante l’intera
es ltrazione. La tecnica è riconoscibile non appena si vede un
elicottero in volo con una lunga fune alla ne della quale sono
appesi, più o meno a grappolo un certo numero di uomini che, per
stabilizzare il proprio corpo, allargano braccia e gambe (da qui il
nome iniziale di STABO - STAbilized Body, chiamato anche SRS-
STABO Rig System).

Swarming Rope (Fune a grappolo). È inserita nella famiglia delle tecniche FRIES (Fast Rope Insertion and Extraction System) ed assume anche la
dicitura “FRIES” perché, teoricamente, la fune impiegata potrebbe essere usata anche per il Fast Rope. È una tecnica sostanzialmente identica alla
già citata SPIE, ma cambiano alcuni dettagli sulla fune: gli anelli sono di bra sintetica e possono presentare diversi posizionamenti lungo la fune in
modo da consentire l’aggancio degli uomini “a grappolo” (da cui il nome). Con una fune leggermente più sottile, la tecnica prende il nome di RPX
(Rapid Personnel Extraction). Detta tecnica viene sovente usata da varie forze armate unicamente come “evento addestrativo”;

Ladder/Jacob’s Ladder (scaletta mobile tipo


Biscaggina/Biscaglina). La biscaggina viene impiegata
principalmente per il recupero di personale. Poiché il recupero è
sempre “lento”, si cerca una quota di volo stazionario
particolarmente idonea (mediamente si aggira sui 4/5 metri) sia per
ridurre il tratto di biscaggina in aria (riducendo così i tempi di salita
o discesa ) e sia per evitare l’eccessivo movimento della biscaggina
stessa;

Rescue Hoist (Verricello di soccorso con cavo d’acciaio, gancio e


braghe). Le procedure sono identiche a quelle impiegate per le
operazioni di soccorso. Per le operazioni militari, visti i tempi in
gioco, è previsto il rilascio ed il recupero di un numero limitatissimo
di personale e l’elicottero non si posiziona ad una quota superiore ai
30 metri.

Parachute Jump Technique (Lancio con il paracadute, sia di tipo a


calotta emisferica che con pro lo alare). Si può effettuare sia in
“tecnica di apertura automatica con fune di vincolo” che in “tecnica di caduta libera”. Il lancio con fune di vincolo richiede però particolari
predisposizioni a nchè la fune di vincolo, una volta libera, non vada ad in larsi tra le pale o nel rotore dell’elicottero. Il lancio con il paracadute
dall’elicottero potrebbe avere un signi cato operativo se effettuato da una quota di qualche centinaio di metri…ma allora, a parte casi
particolarissimi, tanto vale impiegare direttamente un velivolo ad ala ssa predisposto per il lancio di paracadutisti o far scendere di quota l’elicottero
impiegando le tecniche citate. Non a caso il lancio di paracadutisti dall’elicottero viene spesso effettuato come “evento addestrativo” in ambito
specialistico o come “evento dimostrativo” in ambito promozionale.

Contrammiraglio Marco Bandioli

(foto: U.S. Marine Corps / Armada de México / Mod Fed. russa / U.S. Army / U.S. Navy / U.S. Air National Guard / web)

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