più
frequenti rivolte all’amministrazione del presidente Joe Biden è quella di non essere veramente interessata
a risolvere il conflitto ma di voler provocare Putin per giustificare un’escalation militare e un cambio di
regime a Mosca.
Queste critiche sono diventate più forti dopo il discorso pronunciato da Biden a Varsavia il 26 marzo. Molti
hanno interpretato le sue parole contro Putin, “un macellaio” che “non può restare al potere”, come una
dimostrazione ulteriore del bellicismo non solo della Casa Bianca nella crisi ucraina ma, più in generale,
della società statunitense nel suo complesso. L’idea che gli Stati Uniti siano un paese che tende
irrimediabilmente all’interventismo militare e a imporre la propria volontà al resto del mondo –
indipendentemente da chi sia il presidente – è una di quelle tesi preconfezionate di cui abbondano le analisi
dell’ultimo mese e mezzo, e che non aiutano a capire la crisi ucraina né le potenziali conseguenze per la
politica internazionale.