(riflessioni)
Sintonizzazione Acustica
Piena eratiita
Consaeolezza Sonora
Risosta Cometente
CRP
MENTE
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L’ a l f a b e t i z z a z i o n e s o n o r a
Oggetto di questa riflessione è l’apprendimento della lettura e scrittura musicale. Il primo pensiero, tanto banale quanto (spesso)
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«latitante» dalle «officine didattiche» quotidiane è il seguente: si impara a leggere e a scrivere solo quando si è già in grado di
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«comunicare».
Proprio come accade per la “grammatica” della lingua (il cui apprendimento inizia, scolasticamente, intorno ai sei anni, quando si è
già abilmente in grado di utilizzare verbalmente il linguaggio), è necessario procedere per la “grammatica musicale” che deve
essere affrontata solo dopo aver maturato la capacità di esprimersi (cantando e suonando, ma non solo) e comunicare
correttamente e coscientemente con i suoni.
Ecco dunque un primo “mito” da sfatare: saper leggere non rappresenta la competenza propedeutica e indispensabile al “fare
musica” ma, al contrario, per leggere e scrivere è necessario avere competenza sull’”oggetto” della lettura-scrittura.
Nel percorso di alfabetizzazione sonora è necessario progettare e realizzare percorsi congeniali ai fruitori (e alla loro specifica realtà
evolutiva) che tengano conto del requisito fondamentale rappresentato dell’esperienza attiva come veicolo fondamentale per
giungere alla competenza musicale.
L’alfabetizzazione musicale più «tradizionale» sembra avere una singolare particolarità: se osserviamo il bambino che dal primo anno della scuola di
primaria inizia il suo percorso di alfabetizzazione linguistica ci accorgiamo che egli apprende, in maniera paritetica, la pratica della lettura e della
scrittura. In altri termini, fin dai primi passi, viene abituato anche a “scrivere” (ricopiando da un testo, scrivendo sotto dettatura o creando un testo
proprio).
Ed ecco la “singolarità” alla quale si faceva riferimento: nei processi più comuni di alfabetizzazione musicale si punta, invece, quasi esclusivamente
sulla lettura. Sembra quasi che la didattica sonora sia preoccupata solo di decodificare il linguaggio inibendo, di fatto, la capacità di “muovere i primi
passi” anche nello “scrivere”. È in realtà fondamentale che il processo di acquisizione della competenza alfabetica favorisca la “manipolazione” del
codice attraverso l’imitazione, il dettato e la libera creazione di “testi” che potranno esprimere il personale «pensiero musicale».
I “testi” inventati dai coloro che iniziano ad utilizzare la scrittura musicale non saranno, evidentemente, dei raffinati “prodotti artistici” ai quali molti
insegnanti sembrano ossessivamente mirare. Leggere e scrivere rappresentano due “abilità parallele” che devono “camminare” in sincronia anche
perché l’una approfondisce l’altra (non si dice forse che per imparare a “scrivere bene” bisogna “leggere molto”? E non è forse vero che
l’interpretazione tecnica e semantica di una “lettura” è molto più agevole se si possiede una uguale esperienza di “scrittura” ?).
Sarebbe didatticamente interessante stabilire, per quello che riguarda l’alfabetizzazione sonora, dei livelli di apprendimento
attraverso i quali sia possibile osservare il graduale passaggio da una fase evolutiva all’altra fino al raggiungimento di una piena
autonomia di lettura e scrittura musicale.
Per raggiungere tale obiettivo, non è sufficiente allenarsi «graficamente» con note e pentagrammi; una efficace alfabetizzazione
musicale deve essere il risultato di un «allenamento formativo» condotto, lungo le diverse fasi, su vari «campi di esperienza».
Per ogni settore (o campo di esperienza) è necessario individuare le conoscenze 1, le abilità 2 e le competenze 3 che ogni allievo
deve maturare attraverso attività didattiche ben predisposte ed efficaci.
1 Conoscenze – sono tutte quelle informazioni che vengono assimilate attraverso l’esperienza. Le conoscenze sono pratiche e teoriche.
2 Abilità– sono tutti quei comportamenti che applicano le conoscenze al fine di portare a termine compiti e risolvere problemi.
3 Competenze – possono essere considerate tutte quelle espressioni di responsabilità ed autonomia personale e professionale nell’utilizzo delle conoscenze e
conoscenze
Campo di esperienza
abilità
VO C ALITA’
competenze
conoscenze
LIVELLO DI EVOLUZIONE FASE DI APPRENDIMENTO Campo di esperienza abilità
MANIPOLAZIONE OGGETTI SONORI
competenze
conoscenze
Campo di esperienza
abilità
CORPO
competenze
conoscenze
Campo di esperienza
abilità
MENTE
competenze
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FMB
LIVELLO – I NI ZIALE – FASE DELLA C ONSAPEVOLEZZA S ONORA
ASCOLTO
VOCALITA’
MAIPOLAZIONE DEGLI
OGGETTI SONORI
CORPO
MENTE
INTR
L’alfabetizzazione musicale può essere idealmente suddivisa su tre diversi livelli di apprendimento:
- uno propedeutico che, in generale, riguarda il primo «approccio» con l’esperienza di fruizione e produzione della comunicazione sonora.
Come per l’evoluzione di qualsiasi altro linguaggio, è necessario che, prima di un apprendimento di natura cognitivo-alfabetica, vi sia una
completa immersione nell’oceano… dei suoni;
- uno iniziale nel quale l’esperienza di «immersione sonora» converga gradualmente nella consapevolezza di un linguaggio musicale
articolato e ben organizzato;
- uno avanzato che conduca verso una completa autonomia comunicativa.
Ogni livello è caratterizzato da una o più fasi evolutive che sono strettamente legate al «soggetto» della formazione musicale di base… la
persona!
Le fasi che qui vengono delineate sono distribuite in modo «diacronico» e cioè si pongono in sintonia con la naturale evoluzione della
persona per cui, dalla «contaminazione sonoro-musicale» che idealmente investe il bambino fin dalla sua nascita, si giunge alla «risposta
competente» che, sempre idealmente, conclude l’età scolare «di base» e coincide con un ragazzo che termina la terza media.
La «diacronia» di tali fasi è comunque indicativa per qualsiasi percorso di alfabetizzazione musicale. Ogni allievo dovrà infatti affrontare
prioritariamente una fase di «contaminazione sonora» e di «sintonizzazione acustica» prima di giungere ad una «piena operatività» che
approdi naturalmente nella fase della «consapevolezza sonora» per giungere poi ad una piena ed autonoma «risposta competente».
Solo i «tempi» saranno diversi. Se infatti nella naturale evoluzione, ad esempio, della fase della «contaminazione sonora» viene indicato uno
sviluppo di tre anni (… la fase coinvolge bambini da 0 a 3 anni), in un ipotetico allievo di 7/8 anni che inizia il percorso di alfabetizzazione
musicale, tale «fase» potrebbe fare già parte del suo «patrimonio» (… e dunque posso predisporre test iniziali che rivelino a quale «fase» il
bambino si trova all’inizio del suo percorso orientando così il suo inserimento in uno dei tre livelli di apprendimento suggeriti) oppure, se così
non fosse, potrei predisporre attività di «contaminazione» per il primi mesi di attività per poi passare alla fase successiva seguendo i «tempi
di risposta» dell’allievo stesso.
Per quello che riguarda l’alfabetizzazione musicale, in questa fase prevale la ricchezza e la varietà di stimoli di cui è
stato accennato. Il soggetto è prevalentemente sollecitato all’ascolto, un ascolto prevalentemente fruitivo. Dal punto di
vista didattico, In questa fase l’obiettivo prevalente è quello di trasmettere il «germe» linguistico musicale con tutti i
mezzi possibili, con tutte le attività che possono rivelarsi congeniali ai fruitori.
Per quello che riguarda l’alfabetizzazione musicale, nella fase della sintonizzazione acustica si costruiscono le fondamenta della competenza
alfabetica non anticipando, ovviamente, la classica “lettura delle note” ma “preparando il terreno” par far si che ciò avvenga agevolmente in
futuro.
Non è naturalmente impossibile insegnare ai bambini di 4/5 anni a leggere “le note” sul pentagramma. Essi infatti già compiono un esercizio del genere (con altre
finalità, evidentemente) quando riconoscono la “scrittura” che corrisponde al proprio nome. L’abilità che entra in gioco non è però di tipo alfabetico: il nome scritto
diventa un “disegno” con il quale il bambino acquista “familiarità” senza però saper utilizzare autonomamente il “linguaggio” attraverso il quale quel “disegno” è
stato costruito (se ad esempio presentiamo al bambino il suo nome scritto in corsivo anziché in stampatello egli non è più in grado di “leggerlo”, così come non è in
grado, di “comporre” da solo altri nomi).
Possiamo quindi insegnare ai bambini a “rispondere” meccanicamente ad uno stimolo visivo: ad una figura (nota) posta sul pentagramma corrisponde (tanto per fare
un esempio) un “tasto” dello strumento (a questa modalità, che assomiglia molto alla tecnica utilizzata per “ammaestrare le scimmie”, viene spesso associato il
colore – nota colorata=tasto colorato - oppure le “note” vengono disegnate sotto forma di fiori o con l’aggiunta di occhietti, naso e bocca quasi a dar loro un aspetto
più “umano”). Non siamo sinceramente convinti che questa sia la strada migliore per “apprendere” (che sappiamo essere cosa ben diversa dal rispondere
istintivamente ad uno stimolo) il linguaggio sonoro e musicale.
Per quello che riguarda i tanti “metodi” che potremmo riunire sotto il segno del “suono subito” (note colorate, numerate, “umanizzate”, ecc.) non ci sembrano proprio
adeguati ad un processo di formazione sonora e musicale. Come si diceva, l’alfabetizzazione deve essere graduale ed efficace e quindi non si vede l’opportunità di
anticiparla precocemente (per creare dei piccoli geni?); così come crediamo che il codice tradizionale sia il “migliore” che si possa avere per tradurre il suono e la
musica e dunque, pur conservando la validità di una dimensione globalmente ludica dell’apprendimento, non si ritiene didatticamente opportuno utilizzare dei codici
“alternativi” (resi accattivanti da figure, cromatismi ecc.) destinati a “sostituire” quello tradizionale (perché erroneamente ritenuto di “difficile comprensione”).
SEGUE
SINTNIZZAZINE ACUSTICA
Diverso è il discorso per la realizzazione di scritture “propedeutiche”, non destinate a “sostituirsi” o a “semplificare” la lettura delle note sul pentagramma, ma a
preparare le competenze necessarie per capire, in futuro, il funzionamento della comunicazione musicale. Siamo allora nella dimensione della “traduzione” del suono
in segno che attiva i processi mentali e li guida verso la creazione di segni che rappresentino effettivamente (come accadrà poi per il codice tradizionale) il “tracciato”
delle caratteristiche di un suono o una musica ascoltati.
Tutte le esperienze di fruizione e produzione sonora rappresentano dunque, in questa fase dell’esperienza sonora, la “semina” ottimale per
l’avviamento alla lettura e scrittura musicale. Cantare, innanzi tutto, suonare, tradurre il suono con il corpo o attraverso segni grafici, inventare e
creare musica contribuiscono in maniera determinante alla costituzione della competenza necessaria per compiere i futuri “passi” del cammino
scolastico.
Riteniamo importante realizzare percorsi didattici mirati anche alla scoperta della “materia prima” della musica (e cioè il suono, quello che verrà
poi “tradotto” in “note”) e delle caratteristiche predominanti di tale “materia”
Le proposte metodologiche destinate a questa fase dell’esperienza musicale, devono comunque essere ancora
prioritariamente realizzate attraverso l’imitazione che rimane, per ora, il veicolo di “trasmissione” privilegiato della
competenza fruitiva e produttiva della musica. Il “saper fare per imitazione” non dovrebbe essere mai completamente
sostituito dal “saper fare per lettura” ma gradualmente affiancato man mano che si “sale” verso i livelli più alti della
formazione.
Per quello che riguarda l’alfabetizzazione musicale, in questa fase prosegue (idealmente con i bambini di 6 e 7 anni)
l’opera di sensibilizzazione sonora e musicale avviata in precedenza e si consolida l’operatività sonora avviata per mezzo
delle prime esperienze di base in relazione alla fruizione e produzione dei suoni e della musica. Si tratta in pratica di
fornire a tutti gli studenti l’occasione di realizzare attività sonore e musicali (attingendo anche al patrimonio già
“accumulato” nelle precedenti esperienze scolastiche) che possano costituire il “terreno fertile” sul quale poi gettare i
“semi” della futura competenza alfabetica.
In questa fase, finalità del percorso musicale che coinvolge (… sempre idealmente!) i bambini dagli 8 ai 10 anni, è quella di approfondire
gradualmente l’esperienza di fruizione e produzione sonora e musicale attivata fin dai primi passi del cammino formativo, favorendo la
consapevolezza sonora che si traduce nello sviluppo di un primo livello di competenza musicale. Ciò significa iniziare un percorso che
conduca gradualmente gli allievi verso una sempre più attiva coscienza e conoscenza del fruire e produrre musica. Non solo dunque
emissione sonora ripetuta ed imitata a regola d’arte ma un discorso musicale cosciente, critico, creativo dove ognuno possa inserirsi
esprimendo se stesso attraverso la comunicazione sonora. E’ questo il momento in cui si dovrà favorire, sempre attraverso percorsi graduali
e progettati intorno ai fruitori, l’iniziale approccio con “l’alfabeto” e la tradizionale “grammatica” musicale.
Per quello che riguarda l’alfabetizzazione musicale, in questa fase gli alunni dovrebbero aver maturato quelle abilità fruitive e produttive
tali da permettere loro di iniziare la vera e propria attività di lettura e scrittura musicale. La graduale scoperta della grammatica sonora
avviene per “ricerca” e “deduzione” (e non per “induzione” acritica come spesso è avvenuto attraverso l’accademica pratica del solfeggio)
operata intorno ai numerosi “materiali” di cui ogni alunno, date le esperienze pregresse, dispone.
La motivazione che ispira questo lavoro di avviamento alla letto-scrittura musicale, è rappresentata dalla “voglia” di saper leggere e scrivere
che l’insegnante sarà riuscito a creare attraverso le molteplici attività svolte fin dai primi passi. Ciò significa che l’apprendimento
grammaticale nasce (si spera!) da una esigenza dichiarata degli studenti ed è “inquadrata” nell’ottica di una “risposta” alle loro primarie
esigenze. I “primi passi” verso la scoperta di “note, chiavi e pentagrammi” possono essere caratterizzati dalla “lettura” dei brani (o di
frammenti di essi) già noti (cantati e suonati più volte) e dalla progressiva presa di coscienza delle norme che regolano tale scrittura. Avremo
così un percorso “attivo”, concreto, che, ancora una volta, parte dall’esperienza per raggiungere competa autonomia dell’abilità di leggere e
scrivere la musica.
Per quello che riguarda l’alfabetizzazione musicale, in questa fase conclusiva dell’esperienza sonora gli allievi saranno così abilmente avviati
all’interno dell’intricata “dimensione alfabetica” della musica ed alternano, abbastanza agevolmente, la produzione per imitazione a quella
per lettura.
In particolare, in quest’ultimo periodo, potrebbero essere affrontati anche percorsi didattici mirati all’analisi e comprensione sempre più
approfondita del nostro sistema musicale tonale e deve prendere sempre di più corpo la manipolazione creativa dell’alfabeto sonoro
attraverso la quale gli alunni hanno la possibilità di esprimere il proprio “pensiero musicale”.
In un ipotetico profilo d’uscita, l’allievo dovrà dar prova di saper leggere e scrivere con estrema abilità. Il cammino futuro che lo aspetta è
concentrato sull’approfondimento costante dei diversi sistemi di scrittura (da quelli tonali a quelli non tonali) contemporanei e del passato. A
livello produttivo la “creatività” si sviluppa a livelli professionalmente apprezzabili sfociando nel meraviglioso “mare della composizione” (nel
quale ogni buon musicista dovrebbe navigare!)
La “lettura” diventa il “veicolo” (non l’unico ma sicuramente quello più frequente a questo punto) attraverso il quale viaggia l’informazione e
l’approfondimento musicale; informazione che deve essere ulteriormente rielaborata e interpretata per essere effettivamente fruibile da un
musicista che non sia un semplice “riproduttore” di musica ma un interprete unico e irripetibile.
PROPEDEUTICO
1° Livello
- Fase della C O N T A M I N A Z I O N E S O N O R A
- Fase della S I N T O N I Z Z A Z I O N E A C U S T I C A
2° Livello
INIZIALE
- Fase della C O N S A P E V O L E Z Z A S O N O R A
AVANZATO
3° Livello
- Fase della R I S P O S T A C O M P E T E N T E
Possiamo sinteticamente individuare quelli che seguono come i settori fondamentali della formazione musicale di base:
Campo di esperienza dell’ASCOLTO (… non può esserci attività musicale senza una preventiva esperienza di ascolto);
Campo di esperienza della VOCALITA’ (… l’’uso della voce rappresenta il mezzo più immediato ed accessibile per fare musica):
Campo di esperienza della MANIPOLAZIONE DEGLI OGGETTI SONORI (… riguarda il «produrre musica», ritmicamente e melodicamente, con gli
«oggetti sonori» e gli strumenti musicali);
Campo di esperienza del CORPO (… riguarda il «tradurre/interpretare musica», attraverso il corpo per approfondire e radicare gli
apprendimenti);
1 Conoscenze – sono tutte quelle informazioni che vengono assimilate attraverso l’esperienza. Le conoscenze sono pratiche e teoriche.
2 Abilità – sono tutti quei comportamenti che applicano le conoscenze al fine di portare a termine compiti e risolvere problemi.
3 Competenze – possono essere considerate tutte quelle espressioni di responsabilità ed autonomia personale e professionale nell’utilizzo delle conoscenze e delle abilità
in situazioni diverse.
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ASCLT
Quello dell’ascolto è uno dei più importanti «campi di esperienza» di un progetto di educazione musicale
specialmente se esso è particolarmente rivolto all’alfabetizzazione sonora.
Il suono, lo sappiamo, è una “entità” percepibile solo dall’apparato uditivo ed è quindi ovvio che non può
esservi attività musicale senza una parallela attività uditiva.
Si ascolta per cantare, per suonare, per tradurre la musica in gesto e in segno; si ascolta per essere
creativi e si ascolta per diventare competenti e poter così avanzare giudizi estetici e pareri tecnici o sulla
musica. Insomma, dove c’è musica, c’è «bisogno» di ascolto!
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VCALITA
L’uso della voce rappresenta la modalità più naturale, immediata e accessibile a tutti per produrre suono
e musica.
Se l’ascolto rappresenta un’azione parallela e inscindibile con l’attività sonora stessa, cantare significa
compiere il primo fondamentale passo verso il “fare musica”.
Un qualsiasi percorso formativo musicale non può non comprendere esperienze didattiche centrate sullo
sviluppo della vocalità.
È consigliato cantare in gruppo, da soli, ad una voce, a più voci, con strumenti, senza strumenti…
Bisogna sempre tener presente che l’uomo usa la voce per comunicare fin dai suoi primi attimi di vita; la
competenza su di essa è smisurata e tutta l’energia vocale diventa un tesoro inestimabile a portata di
mano di ogni persona che sia guidata verso l’intonazione sonora (che è una «facoltà» geneticamente
predisposta in tutti gli individui e dunque, in tutti, sviluppabile attraverso una corretta ed efficace azione
didattica).
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MANIPLAZINE DEGLI GGETTI SNRI
Un altro fondamentale “cromatismo” percorso musicale è dato dalla manipolazione ritmica e melodica
degli “oggetti sonori”.
Produrre suono con dei “giocattoli” strutturati o occasionali, significa in qualche modo ripercorrere le
tappe della naturale evoluzione del bambino che prova una immensa gratificazione nel “battere” oggetti
diversi contro superfici diverse (o contro altri oggetti); e la sua gratificazione è tanto più grande quanto
più forte è il suono prodotto.
I “colori” vocali e strumentali, nella formazione musicale, vanno spesso mescolati fra loro (dosando in
quantità maggiore prima l’uno e poi l’altro) per ottenere delle “sfumature” sempre nuove che diano
all’esperienza musicale una “compattezza”, una “globalità” esecutiva ricca e sinergica.
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CRP
Nell’educazione sonora e musicale il corpo è sempre “parte in causa”. Ascolta, canta, suona, partecipa
emotivamente alla comunicazione ritmica e musicale.
Il corpo fa di più: “traduce” i messaggi sonori in gesto e in segno grafico. Tutta la persona dunque è
coinvolta nell’azione sonora e musicale e “vive” attivamente tutte le situazioni acustiche.
Balla seguendo il ritmo; si emoziona per una melodia “romantica”; s’impressiona ascoltando suoni
“cupi”; sottolinea con movenze spontanee le caratteristiche più evidenti del suono (intensità, timbro,
durata, altezza) ed è in grado di “guidare la propria mano” per “tradurre in segno” le emozioni, le
sensazioni, i contenuti musicali.
A M B I T I D E L L A F R U I Z IO N E E P R O D U Z I O N E S O N O R A
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MENTE
Nei nostri fondamentali campi di esperienza che conducono verso una solida formazione musicale di
base, inserito l’ascolto, la produttività vocale, strumentale, gestuale; non poteva naturalmente mancare
il “tocco finale”.
Il “colore della mente” è quello che completa e impreziosisce la «tavolozza» dei «campi di esperienza»
costruendo, dal «fare», il pensiero musicale, la competenza tecnica, l’estro creativo e permette di
rivalutare sotto la “luce cognitiva” anche i tanti aspetti socioculturali, storici, etnici, religiosi, ecc. della
musica.
Quello della «mente» può essere considerato un «campo di esperienza trasversale» in tutta la
formazione sonora e, in particolare, nell’ambito dell’alfabetizzazione musicale.
L’attenzione e la rielaborazione cognitiva di un «fatto musicale» ascoltato, cantato, suonato, interpretato
con il corpo deve rappresentare un «passaggio obbligato» per la conquista dell’autonomia linguistica.
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