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Le Magnitudini stellari

Orsa Maggiore
Nel 129 a.c L’astronomo greco Ipparco realizzò il
primo catalogo stellare a noi conosciuto.
Chiamò le stelle più luminose di prima
grandezza, di seconda quelle un po’ meno
luminose sino ad arrivare alla sesta per quelle
appena visibili ad occhio nudo.
Tolomeo nel 140 d.c. adottò lo stesso metodo
aggiungendo un “maggiore” o “minore” per
indicare all’interno della stessa classe, stelle più
o meno brillanti.
Galileo con il suo telescopio si accorse che
esistevano stelle più deboli di quelle di sesta
magnitudine.(Sidereus Nuncius 1610 “..di queste
le più grandi ….potremmo definirle come di
settima magnitudine”)
La scala delle magnitudini che ne risultò era
logaritmica in accordo con la convinzione del tempo
che la risposta dell’occhio fosse di questo tipo (in
realtà è leggermente differente; una stella di 3° non
ha luminosità esattamente a metà strada tra la 2° e
la 4° ).

Altro problema : alcune stelle erano più luminose


della mag.1°: La scala delle magnitudini venne
estesa anche a magnitudini negative -1,5 Venere, -
12,5 la Luna piena , -26.7 il Sole.
•Dalla metà del XIX secolo gli astronomi si resero conto
della necessità di classificare l’intera scala delle magnitudini

•Norman Pogson (1856) arguì che la


magnitudine di una stella doveva essere basata
sul flusso d’energia ricevuto e propose che una
differenza di 5 magnitudini corrispondesse ad un
rapporto di luminosità pari a 100.
•Una magnitudine corrisponde quindi alla radice
quinta di 100 pari a 2,512 (noto come rapporto di
Pogson)
Restava ancora da definire un punto di riferimento,
cioè una stella a cui ancorare tuta la
classificazione successiva per definire il punto zero
della scala delle magnitudini.

Venne definita la scala ponendo la magnitudine


della stella polare uguale a 2 ; valore che fu poi
modificato in 2.12 .
30 HST, Keck limit

25 Palomar Hale telescope limit

18 1 m telescope

10 Binocular limit
9.5 Barnard’s star
6 Naked eye limit
2.5 Polaris limit
0 Alpha Cen limit

-6 Venus at brightest

-12.5 Full Moon

-26.8 Sun
Il significato delle magnitudini
Differenza in mag Rapporto
luminosità
0 1a1
0,1 1,1 a 1
0,5 1,6 a 1
1 2,5 a 1
2 6,3 a 1
5 100 a 1
10 10.000 a 1
15 1.000.000 a 1
Parallasse
La parallasse è il fenomeno per il quale un oggetto
sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia il
punto di osservazione.

Tramite misure di parallasse, in astronomia, è possibile


determinare la distanza di corpi celesti non
particolarmente lontani.
Parallasse Stellare

Utilizzando lo spostamento apparente dell’oggetto sulla volta celeste nel


corso dell’anno si possono misura le distanze delle stelle (più vicine alla
Terra)

Questa tecnica ha indotto in astronomia una unità di misura per la


distanza: il parsec definito come la distanza alla quale la parallasse
annua è un secondo d’arco. Tale distanza corrisponde a 3.26 anni luce.

La stella a noi più vicina è Proxima centauri (parallasse 0.750” distanza 4.3
anni luce)
L’onda elettromagnetica

λ= lunghezza d’onda
ν = frequenza c
c = velocità della luce = 300 000 km/s
λ
ν
Onde radio FM

υ= 87.5 - 108 MHz

λ = c/υ= 3.42 – 2.77 m


M101

Lastra sensibile al blu Lastra sensibile al rosso


Magnitudini fotografiche
• Dalla fine del XIX secolo gli astronomi iniziarono
ad utilizzare le lastre fotografiche; si accorsero
che le stelle avevano diverse magnitudine se
osservate visualmente o tramite lastra
fotografica (dipende dalla risposta del sensore)
Diverse lastre fotografiche hanno diverse
risposte spettrali: si definì il sistema di misura
delle magnitudini per differenti lunghezze d’onda
per poter fare “confronti” tra valori misurati con
strumenti diversi .
•Di conseguenza vennero concepite diverse
scale: quella delle magnitudini fotografiche (m p)
e quella delle magnitudini visuali (mv) e vennero
impiegati diversi filtri.
IL Corpo Nero

Esperienza:
un corpo freddo non produce, alla vista, alcuna radiazione
ma al crescere della temperatura comincia a diventare
luminoso e a cambiare colore

Esempio:
un metallo che diventa incandescente
cambia il suo colore e diviene prima rosso, poi
arancione, e infine di un giallo-bianco
abbagliante
Un corpo nero è un oggetto teorico che assorbe il
100% della radiazione che incide su di esso. Perciò
non riflette alcuna radiazione e appare perfettamente
nero.

Un corpo nero riscaldato ad una temperatura emette


radiazioni.

L’ energia emessa è totalmente isotropa e dipende solo


dalla temperatura del corpo e non dalla sua forma o dal
materiale di cui è costituito.

L’energia emessa da un corpo nero riscaldato ad una certa


temperatura T viene chiamata : radiazione di corpo nero
Legge di WIEN

Lo spettro di emissione del corpo nero mostra un


massimo di energia ad una certa lunghezza d’onda
(λmax)

All’aumentare della temperatura T del corpo, la


lunghezza d’onda del massimo di emissione decresce

0.2898
λ max  cm
T
All’aumentare della temperatura, l’energia totale emessa cresce (aumenta
l’area totale sotto la curva – legge di Stefan-Boltzmann )
lampada a
corpo umano
incandescenza
T = 37°C = 310 K
T  3 000 K
λmax9μm
λmax  1 μm

λ λ
stella
T  30 000 K λmax  1000 Å
T = 6000 K
max = 4800 Å

 (Å)
T = 30 000 K
max = 1000 Å

 (Å)
Magnitudine bolometrica
• Qual è la reale luminosità di un oggetto? Per
dare una risposta a questa domanda si utilizza
un’altra magnitudine: la bolometrica (mbol ).
Questa è la misura dell’ energia irraggiata
dall’oggetto su tutto lo spettro.
La correzione bolometrica ci dice quanto è più
luminosa una stella rispetto alla magnitudine
“visuale” V. questo numero è sempre negativo
poiché la stella emette almeno una parte della
radiazione all’esterno della parte visibile dello
spettro.
Tutte le magnitudini considerate sono
magnitudini apparenti. Indicano quanto appare
luminoso un oggetto osservato dalla Terra e non
ci danno indicazione di quanto sia
effettivamente luminoso l’oggetto .
Per avere un’ idea di quanto sia intrinsecamente
brillante dobbiamo considerare la distanza
dell’oggetto dall’osservatore.
Magnitudine assoluta
• Si definisce magnitudine assoluta la magnitudine
che l’oggetto avrebbe se fosse osservato da una
distanza di 10 parsec (32,6 anni luce)
• Il Sole a 10 parsec apparirebbe come una stella
di 4,85 mag.
• Rigel avrebbe mag -8 diventando luminosa
quanto la Luna al primo quarto.
• Proxima Centauri , la stella più vicina al Sole
apparirebbe di mag. 15,6
Le magnitudini assolute si indicano con la lettera
maiuscola M le apparenti con la m minuscola;
tutte le magnitudini , visuale , fotografica,
bolometrica possono essere convertite in
magnitudini assolute.
Mv=mv+5-log d
Dove:
Mv=magnitudine assoluta
mv= magnitudine visuale apparente
d = distanza dell’oggetto (espressa in parsec pc)
Per gli oggetti del sistema solare si utilizza una
magnitudine assoluta di tipo diverso:
La magnitudine assoluta rappresenta quanto
apparirebbero luminosi se fossero posti alla
distanza di un unità astronomica (distanza Terra-
Sole)
Le Stelle più luminose (viste dalla terra)
Dist. mag. Mag Tipo Lumin.
(LY) apparente Ass. spet. (unità
solari)
Sole - -26.7 4.8 G2V 1
Sirio 8.6 -1.46 1.4 A1 4.0
Canopus 74 -0.72 -2.5 A9 1500
Arcturus 34 -0.04 0.2 K1 100
Vega 25 0.03 0.6 A0 50
Capella 41 0.08 0.4 G6 200
Rigel 1400 0.12 -8.1 B8 80.000
Procione 11.4 0.38 2.6 F5 9
Betelgeuse 1400 0.5(var) -7.2 M2I 100.00

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