I principi di economia mirano a offrire le nozioni essenziali all’economia immobiliare e alle valutazioni
estimative.
Il consumatore ha dei bisogni, sacrificando una parte del reddito li soddisfa acquistando beni o servizi; da
essi cerca di trarne la massima utilità.
L’utilità è il concetto cardine della teoria del consumatore e può essere determinata secondo due approcci:
1. Cardinale
2. Ordinale
1. Approccio cardinale
Utilità misurata cardinalmente quindi attraverso il costo/moneta/soldi/cash
Utilità di misura non costante
Utilità marginale decrescente
Comportamento razionale del consumatore
Beni indipendenti. Utilità totale pari alla somma delle singole utilità
Beni complementari. Utilità totale maggiore della somma delle singole utilità
Beni succedanei. Utilità uguale per ogni bene
Il consumatore ha un comportamento razionale: cerca di trarre la massima utilità sotto il vincolo del reddito
quindi con il minor sacrificio di reddito.
2. Approccio ordinale
Utilità misurata non in termini monetari ma in base al gusto.
Preferenze del consumatore ordinate
Curve di indifferenza
Comportamento razionale del consumatore
Abbiamo le curve di indifferenza: Luogo dei punti ove il consumatore ritrae lo stesso livello di utilità nel
consumo di una coppia di beni
La funzione utilità è funzione della quantità di beni x1 e x2 e l’utilità lungo la curva di indifferenza è
costante.
Il saggio marginale di sostituzione SMS è la pendenza della curva. Esso è un rapporto, è una misura della
reattività del bene 2 al variare del bene 1 e viceversa mantenendo costate l’utilità.
Funzione di domanda: è una funzione moltiplicativa: è funzione del prezzo del bene stesso, dei prezzi delle
altre merci, dei redditi, dei gusti del consumatore, ecc
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo. Rappresenta il grado di reattività della quantità
domandata rispetto al prezzo.
=
0
e
p
x
Infinitamente elastica: quando il prezzo non varia ma varia la quantità.
L’elasticità incrociata della domanda misura la relazione economica tra beni sostituti e beni
complementari
dx 1
e incrociata=
x1
=
dx1 p 2
⋅ e incrociata <0 beni complementari eincrociata 0 beni sostituti
dp 2 dp 2 x 1
p2
Il processo di produzione consiste nella creazione di beni e servizi o nell’incremento di utilità dei beni
esistenti attraverso trasformazioni nella forma, nello spazio e nel tempo.
Nella forma: farina + acqua + sale = pane che fornisce utilità maggiore
Nello spazio: un prodotto ad esempio verdura ha utilità maggiore se consumato in luoghi dove la
verdura non è coltivata
Il formaggio, il vino, ecc acquisiscono utilità con il tempo
endogeni:
o Fattori naturali
o Capitali
o Lavoro
o Organizzazione
Esogeni
o Stato
o Processo tecnologico
o Ecc.
Lavoro direttivo
1°. Un pezzo di terra nel corso del tempo acquista valore solo perché esiste. Il soggetto (proprietario)
possiede un fattore di produzione (terra) che produce un compenso (rendita).
2°. Sono i macchinari e i soldi. Il soggetto (capitalista) possiede un fattore produttivo (soldi o capitali) che
producono un compenso (interesse).
3°. Per dare ai beni maggiore utilità serve il lavoro. Il soggetto (lavoratore) possiede il fattore produttivo
(lavoro, mando d’opera) che produce un compenso (salario, stipendio).
4°. Il tutto deve essere organizzato. Il soggetto (imprenditore) possiede il fattore produttivo (impresa) che
produce un compenso (utile o perdita).
La funzione di produzione esprime la relazione tecnica tra fattori produttivi (input) e i prodotti (output).
Y produzione
L lavoro
K capitale
M materiali e le materie prime
υ rendimenti di scala
organizzazione
Dalla funzione di costo traiamo il concetto di valore aggiunto pari alla differenza tra il prodotto finito e le
materie prime X =Y −M
X =f ( L,K,T,υ,γ )
Costo di produzione
Le funzioni di costo sono derivate dalle funzioni di produzione.
Abbiamo i:
CFT
Costo fisso medio CFM=
X
CVT
Costo variabile medio CVM=
X
Costo marginale: Variazione del costo totale per la produzione di una ulteriore unità
Economie esterne di produzione: Inducono risparmio di cost. Tutte quelle condizioni favorevoli e benefiche
alla produzione.
Presenza di infrastrutture
Presenza di servizi
Viabilità
Spese di disinquinamento
Perdite per congestione
Economia di scala
- Lavoro
- Capitale tecnico
- Scorte
Vendita o marketing
- Pubblicità
- Promozione
Manageriali
- Specializzazione
- Meccanizzazione
Trasporto e magazzino
- Costo di finanziamento
- Tariffe di trasporto
Forme di mercato
Mercato di concorrenza perfetta (è la forma di mercato della Borsa Valori) caratteristiche:
o Grande numero di acquirenti e di venditori
o Prodotto omogeneo
o Ogni offerente controlla una piccola parte del prodotto complessivamente offerto nel mercato
e non è in grado di controllare il prezzo prevalente
o L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è infinita in quanto le unità di prodotto sono
perfetti sostituti
o Completa assenza di rivalità tra le imprese, in quanto ciascuna impresa decide il proprio livello
di produzione ignorando il comportamento delle al tre imprese del settore
o Libertà di entrata e di uscita
o Conoscenza perfetta delle quantità scambiate e dei prezzi
o Assenza di intervento da parte delle istituzioni pubbliche
Nel breve periodo l’impresa è Price Taker cioè accetta il prezzo di mercato. Il prezzo di mercato non lo fa il
produttore ma le condizioni generali.
L’impresa punta al profitto Π=RT −CT=MAX . L’impresa spinge la produzione finché costo marginale =
ricavo marginale.
Funzione di offerta: La curva di offerta delle imprese può essere costruita ponendo in relazione le variazioni
del prezzo con le variazioni della quantità offerta. In condizioni di concorrenza se il prezzo aumenta la retta
di domanda si innalza e il punto di equilibrio dell’impresa si sposta seguendo la curva del costo marginale.
La quantità offerta quindi aumenta all’aumentare del prezzo per cui la curva di offerta asseconda la curva
del costo marginale.
La funzione di offerta asseconda quindi l’andamento della curva del costo marginale in condizioni di
concorrenza.
Monopolio, caratteristiche:
o la presenza di un solo offerente e di numerosi compratori
o l’elasticità della domanda rispetto al prezzo è finita
o non vi sono sostituti stretti della merce
o sono poste barriere all’entrata di nuove imprese
o alla proprietà esclusiva di materie prime (minerarie) e di brevetti per i prodotti e per i processi
produttivi (industriali);
o alle disposizioni legislative e alla concessioni governative (risorse idriche)
o alla estensione del mercato della merce o del servizio che induce a realizzare grandi impianti
per sfruttare le economie di scala solitamente per i servizi pubblici (trasporti, elettricità, ecc.);
o alla concentrazione dell’offerta per la progressiva esclusione dal mercato delle altre imprese
con correnti e per la formazione di accordi collusivi.
L’equilibrio dell’impresa monopolistica segue la regola della massimizzazione del profitto che può essere
raggiunto attraverso due strategie alternative
o prima strategia: il monopolista fissa la quantità e accetta il prezzo offerto dal mercato
o seconda strategia dell’impresa monopolistica consiste nella discriminazione del prezzo di
offerta, per cui la stessa merce è venduta a prezzi diversi a compratori diversi.
Oligopolio, caratteristiche:
Nel mercato oligopolistico l’offerta è rappresentata da un ridotto numero di imprese
o oligopolio non collusivo
o oligopolio collusivo
Le merci prodotte dalle imprese oligopolistiche possono essere omogenee (oligopolio puro) o differenziate
(oligopolio differenziato).
Nel mercato oligopolistico il comportamento delle imprese può essere reciprocamente influenzato da un
sistema di interdipendenze che conduce alla rivalità tra le imprese (oligopolio non collusivo) oppure verso
la stipula di accordi (oligopolio collusivo)