IL MESSIA SOFFERENTE
Queriniana
Ringrazio vivamente ]ean-Pierre Sonnet
che mi ha incoraggiato a scrivere questo libro e lo ha accettato
nella collana «Le livre et le rouleau»
presso Lessius
a Sylvie e Louis
ospiti da sempre
Le Paren (Orthez)
a Amicie e Hubert
per la nostra amicizia cinquantennale
Titolo originale:
Jean-Noel Aletti,
Le Messie sou!frant. Un défi pour Matthieu, Mare et Luc.
Essai sur la typologie des évangiles synoptiques
J.;l
sione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, comprese la fotocopia e la digitalizzazione,
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1 }.- N. ALETTI, Jésus, une vie à raconter. Essai sur le genre des évangiles de Matthieu,
Mare et Luc, Lessius, coll. Le livre et le rouleau, Namur- Paris 2016. Tradotto in italiano
e in inglese: Gesù, una vita da raccontare. Il genere letterario dei vangeli di Matteo, Marco
e Luca, San Paolo - GB Press, coll. Lectio 1 1 , Cinisello B. - Roma 2017; The Birth o/
the Gospels as Biographies. With Analyses o/Two Challenging Pericopae, GB Press, coll.
AnBib Studia 10, Roma 2017.
2 Cfr. N. FRYE, The Great Code. The Bible and Literature, Harcourt Brace, New York
1982 [trad. it., Il grande codice. La Bibbia e la letteratura, Einaudi, Torino 1986] , nonché
l'opera collettiva a cura di R. KuNTZMANN, Typologie biblique, Cerf, coli. Lectio divina,
Paris 2002.
6 Introduzione
Con tipologia, almeno come suggerisce l'uso dell'AT da parte del NT, si
intende la percezione di corrispondenze significative fra le caratteristiche
e le circostanze di due individui, istituzioni o avvenimenti storici - cor
rispondenze tali che ciascuno è interpretato come un'anticipazione o un
compimento dell'altrd.
thaean Redaction, JSOT Press, coll. JSNT Sup 68, Sheffield 1993 , 223 . Si troveranno
descrizioni analoghe in R. KUNTZMANN (ed.), Typologie biblique, cit., 267-274 .
4 Sul rapporto profezia/tipologia, si veda anche G.W. GROGAN, The Relationship
9 Come !sacco fu legato sul legno (Gen 22, il verbo ebraico 'aqad significa legare),
anche Gesù fu legato al legno della croce (At 5 ,30; 10,38; 13 ,29; Gal 3 ,13; l Pt 2,24). Si
è pensato anche che l'Aqedah fosse la fonte principale della tipologia matteana. Cfr. L.A.
HUJZENGA, The New Isaac. Tradition and Intertextuality in the Gospel o/Matthew, Brill,
coll. NovT Sup 13 1, Leyden 2009. Interpretazione perlomeno discutibile!
10 J.-
N. ALEm, ]ésus, cit., cap. V, 107- 127 [trad. it., 13 1- 156].
11
Punti sottolineati da A. VANHOYE, Le message de l'épitre aux Hébreux, Cerf, coll.
Cahier Évangile 19, Paris 1977, 4 1 (riquadro che ha come titolo <<Les trois conditions
de l'accomplissement des Écritures») [trad. it., Il messaggio della Lettera agli Ebrei,
Gribaudi, Torino 1979] .
8 Introduzione
12
Si veda per esempio R.B. HAYS, Echoes o/Scripture in the Gospels, Baylor University
Press, Waco/TX 2016.
13 n termine designa un'elocuzione e un udito carenti.
14 Sull'uso generalizzato del paragone (sjnkrisis) nel libro degli Atti, si veda }EAN
NOEL ALETTI, Quand Luc raconte. Le récit comme théologie, Cerf, coli. Lire la Bible,
Paris 1998, 69- 1 12.
Introduzione 9
in Atti il narratore abbia fatto di Gesù il tipo dei due apostoli, poiché
egli è manifestamente superiore ad essi. Ma se non tutte le synkriseis
sono tipologiche, ogni relazione tipologica in compenso si basa su
una synkrisis, poiché sono i tratti comuni al figurante dell'AT e al
figurato del NT a permettere di accostarli.
Nel saggio precedente, spesso si è esaminato il requisito necessario
per le biografie, cioè l'anagnorisis - il riconoscimento del valore di
un uomo da parte dei suoi contemporanei e delle generazioni suc
cessive15. Affinché un uomo fosse oggetto di una biografia (in greco,
bios)16, doveva esserne riconosciuto degno, poiché non c'erano bioi
che di uomini illustri17• n presente saggio si propone di mostrare
che, per l'anagnorisis di Gesù come Messia, gli evangelisti hanno
dovuto ricorrere alla tipologia. La tipologia dei Sinottici è subordi
nata all'anagnorisis. I prossimi capitoli mostreranno, lo speriamo,
che senza tipologia non ci sarebbero mai stati dei racconti evangelici.
1 Oltre a parec�hi passi biblici noti (Sal 2, ecc.), cfr. per esempio 2 Baruc 30 ,1; 40, 1-4 ;
70 ,9; 72,2; 73, 1-2; Oracoli sibillini3, 49; 5, 41 4- 4 19; 4 Esdra 12,3 1-34; Salmi di Salomone
17, 2 1-43 .
12 Capitolo l
}ANOWSKI- P. STUHLMACHER (edd.), Der làdende Gottesknecht. ]esaja 53 und seine Wir
kungsgeschichte, Mohr Siebeck, coll. Forschungen zum Alten Testament 14, Tiibingen
1996, 49-91.
3 Faccio fatica a vedere in che modo M. HENGEL trovi riprese messianiche di Is 53
negli scritti ebraici intertestamentari. 4 Esd 7,29 riferisce l'oracolo di Dio: «E dopo questi
anni accadrà che muoia il mio servo il Messia, e tutti coloro in cui è respiro d'uomo»,
che riprende probabilmente l'idea di un messia che doveva regnare per un periodo
limitato, ma non menziona né il rifiuto né la sofferenza [per la citazione di 4 Esdra, cfr.
Apocrifi dell'Antico Testamento, UTET, Torino 2006, 324]. Per l'articolo diJ. AnNA, Der
Gottesknecht als triumphierender und interzessorischer Messias, Die Rezeption von ]es 53
im Targum ]onathan, pubblicato nella stessa opera collettiva di M. HENGEL, 129-158, non
si deve dimenticare che il targum in questione è di gran lunga posteriore all'epoca del
NT. Cfr. anche ciò che diceva negli stessi anni A. YARBRO CoLUNS, The Appropriation o/
Psalms o/Individuai Lament by Mark, in CHRISTOPHER M. TuCKETI (ed. ), The Scriptures
in the Gospels, coll. BETL 131, Peeters, Leuven 1997, 240: «Anche se il Sal22 e Is 53
non sono ancora stati interpretati messianicamente nelle cerchie ebraiche nell'epoca in
cui Mc fu scritto, è chiaro che l'applicazione messianica dei salmi individuali di lamento
trovati nel Vangelo di Marco si situa effettivamente entro i limiti di un'esegesi ebraica
accettabile...». Più che essere un'applicazione messianica, si tratta di una tipologia che
ha la funzione di affrontare la questione dell'anagnorisis.
La tipologia dei Sinottici oggi 13
4 Cfr. il cap. 2 del mio libro ]ésus, une vie à raconter, cit., 46-50 [trad. it., 53 -58] .
' Ibid. , 46-47 [trad. it., 53-54 ] . Anche, in questo stesso libro, pp. 50-55 ] .
6 Può darsi che la tipologia del racconto della passione in Marco sia anteriore all'ulti
ma fase redazionale. Ciò non cambia affatto la riflessione intrapresa qui sulla tipologia
dei Sinottici.
7 Le mie parole si ricollegano a quelle di MicHEL DENEKEN, ]ésus de Nazareth /on
dement atypique de la typologie chrétienne, in R. KuNTZMANN (ed.), Typologie biblique,
cit., 24 1-266, qui 259: «Non c'è alcun tipo fornito a priori. All'inizio, c'è solo l'anticipo.
Ogni lavoro di tipologia, ancora prima di pretendere di illustrare, o di fondare, l.l,n
compimento, inizia dapprima con l'affermazione di un punto di vista>>.
8 Si veda, per esempio, la sintesi finale pubblicata in R. KUNTZMANN (ed.), Typologie
biblique, cit., 269: alla base dell'operazione tipologica «troviamo la convinzione che la
storia si ripeta, e progredisca verso un compimento. Nella ripresa tipologica, l'elemento
antico appare come un annuncio dell'elemento nuovo, e il nuovo come il compimento
dell'antico». ·
14 Capitolo l
di prospettiva non rende vani tutti gli studi fino ad allora pubblicati,
nondimeno invita l'esegeta ad essere più attento di quanto lo sia
stato finora al modo in cui i Sinottici hanno elaborato la loro tipo
logia: dove vi sia tipologia e come determinare se si tratti realmente
di tipologia - un termine di cui troppo spesso si è usato e abusato.
Tanto più frequente si rintraccia in essi [nei Padri della Chiesa] l'attivi
tà interpretatrice della realtà: interpretazione innanzi tutto delle Sacre
Scritture, ma anche delle grandi linee dell 'accadere storico, specialmente
della storia romana, per accordarla con la concezione storica giudaico
cristiana. A questo scopo venne quasi sempre im piegato il metodo fi
gurale [ . . . ] . L'interpretazione «figurale» stabilisce una connessione fra
due awenimenti o due personaggi, nella quale connessione uno dei due
9 Parecchi enunciati tratti dalla sintesi finale pubblicata in ibid. sono rappresentativi
di questo modo di vedere; oltre a quello citato nella nota precedente, quest'altro: «<l
significato risiede nel compimento del tipo,che ne diviene una profezia» (273).
10
E. AUERBACH, Mimésis. La représentation de la realité dans la littérature occiden
tale, Gallimard,Paris 1968 [trad. it.,Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, 2
voll.,Einaudi,Torino 1977,83-84]; originale tedesco del 1946, 84-87 (fine del capitolo
sull'arresto di Pierre Valvomeres). Sull 'argomento, cfr. anche WALTHER EICHRODT, Is
Typological Exegesis an Appropriate Method?, in C. WESTERMANN (ed.), Essays on Old
Testament Hermeneutics John Knox,Richmond!VA 1963,225 .
,
La tipologia dei Sinotticz' oggi 15
11 AUERBACH cita uno dei suoi studi precedenti, Figura, un lungo articolo pubblicato
in Archivum Romanicum 22 (1938) 436-489. Traduzione francese: Figura, Macula, Paris
20173 [trad. it. cit.] . TI passo citato si trova a p. 65 di questa traduzione. A ragione, si
è visto in questo articolo un'idea faro della riflessione di Auerbach, secondo la quale
san Paolo e i Padri della Chiesa hanno, a torto, visto nell'Antico Testamento soltanto
l'ombra delle cose a venire.
16 Capitolo l
- profeti messi a morte: Ger 26/33,1 9 (Michea); 26/33,20-23 (Uria);Ne 9,26 («hanno
ucciso i tuoi profeti»;anche Le vite dei profeti, uno scritto ebraico originariamente
in greco, probabilmente del l secolo della nostra era, in cui si dice che Isaia fu se
gato (1 , 1 ), Geremia, lapidato (2, 1 ), Ezechiele, messo a morte dal capo del popolo
(3, 1 ), Michea, impiccato (6, 1 ), Amos, colpito alla tempia (7, 1 ) e Zaccaria, messo a
morte dal re loas nel tempio (23, 1 ); Il martirio di Isaia 5,1 b-1 O.
- il luogo comune (o t6pos)è ripreso nel NTin Mt5,1 2;23,29-31 .34.37; Lc6,23; 1 1 ,48;
.
A t 7,52; Rm 1 1 ,2-3; Eb ll ,37.
12
Cfr. Mt 16,4; 2 1 , 1 1 .46; Mc 6,15; 8,28; Le 7,16; 24, 19.
La tipologia dei Sinottici oggi 17
riconosciuto anche lui come profeta dalle folle prima e dopo la sua
morte13• Ora, le synkriseis stabilite dai Sin ottici fra Gesù e i profeti del
passato, letterariamente fondate, non possono che essere ammesse
dagli esegeti. Ecco perché, benché non si giunga al punto di ragionare
in termini di annuncio e compimento, si è autorizzati a parlare di ti
pologia quando le synkriseis hanno il ruolo di far riconoscere l'essere
profetico di Gesù. In altri termini, è il percorso dell'anagnorisis in
ogni vangelo che permette di distinguere fra le synkriseis quelle che
sono propriamente tipologiche.
Il numero di synkriseis è tale, del resto, che alcuni sono giunti a
dichiarare che Gesù non era esistito e che gli evangelisti avevano
svolto un lavoro biografico andando a pescare nelle Scritture tutti i
racconti con l'aiuto dei quali avevano creato il personaggio Gesù14•
Il presente saggio non si interrogherà sull'affidabilità storica delle
synkriseis tipologiche elaborate dai Sinottici. Diciamo soltanto, in
poche parole, che è desolante passare subito dalla synkrisis - tecni
ca letteraria - alla negazione della realtà storica. Anziché prendere
di mira il Gesù storico, gli sviluppi che seguono avranno la finalità
primaria, del resto, di dire perché i Sinottici non hanno· potuto fare
a meno della tipologia per scrivere i loro racconti e perché la scelta
dei figuranti veterotestamentari differisce da un Sinottico all'altro.
1 9 Su questi episodi, si veda il mio ]ésus, cit., 1 17- 1 19 e 12 1- 123 [trad. it., 144- 145
e 147-150] .
20
Trad. it. , Storie d'avventura antiche. Cherea e Calliroe, Storie etiopiche, Metamorfosi,
Edizioni Dedalo, Bari 1987,34.
21
Gli specialisti hanno osservato che l'autore di Luca/Atti procede nella stessa ma
niera. Cfr. J.-N. ALEm., Quelle culture pour le na"ateur de Lc!Ac? Des techniques à la
théologie, in Il Vangelo dei numeri secondi. Il volto di Dio attraverso i volti deipiccoli, FS
M. Grilli, GB Press, coll. AnBib Studia 12, Roma 2018, 401-4 12.
20 Capitolo l
1 R. HAYs, Echoes ofScripture in the Letters ofPaul, Yal e U niversity Press, N ew Haven
1989,29-32. Come dice P. FosTER, Echoes without Resonance: Criti'quing Certain Aspects
od Recent Scholarly Trends in the Study o/]ewish Scriptures in the New Testament, in
]SNT 38 (2015) 96-97,al termine "eco", che può indicare la ripresa involontaria di un
passo dell'AT, occorre preferire il termine "allusione", che denota una ripresa voluta.
2 Ibid. ; D.C. ALusoN ]R., The New Moses. A Matthean Typology, Fortress, Minnea
polis 1993 , 19-23 ; M. KNOWLES, ]eremiah in Matthew's Gospel, cit., 162-222.
22 Capitolo 2
Allora, scendendo, egli [il sommo sacer Poi [Gesù] li [i discepoli] condusse fuori
dote Simone] verso Betania
alzava le sue mani su tutta l'assem blea e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre
dei figli d'Israele, per dare con le sue li benediceva, si staccò da loro e veniva
labbra la benedizione del Signore e per portato su, in cielo.
g loria rsi del nome di lui.
21Tutti si prostravano di nuovo per rice 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi
vere la benedizione dell'Altissimo. tornarono a-Gerusa lemme con g rande
gioia.
All ' epoca, le Scritture non erano riunite tutte come oggi in un
solo volume. Se tutte le sinagoghe avevano i rotoli dei cinque libri
della Torah, dei Salmi e del libro di Isaia, gli altri profeti e i libri det
ti oggi deuterocanonici, scritti in greco, si trovavano soltanto nelle
sinagoghe della Diaspora più facoltosa. L'autore del terzo vangelo
ha potuto leggere il Siracide? Altri passi di Luca permettono di dare
4 Cfr. A.G. MEKKATTIJKUNNEL, The Priestly Blessing o/the Risen Christ. An Exegetico
Theological Analysis o/Luke 24,50-53, Peter Lang, coli. Europaische Hochschulsschrif
ten 714, Bern 2001, 191-192. Impressionato da questa tesi, anche F. Bovo N pensa che si
tratti di una benedizione sacerdotale (I.:évangile selon saint Luc, Labor et Fides, Genève
2009,vol. IIId, 487) [trad. it. , Vangelo di Luca, Paideia, Brescia].
5 In greco: proskyn�santes aut6n.
24 Capitolo 2
(f) Quanti lettori (dai primi Padri della Chiesa a oggi?) hanno
individuato prima di noi l'allusione scritturale?
Se crediamo agli specialisti, l'Antichità cristiana non sembra avere
commentato Le 24,50-52. Nell'VIII secolo, Beda sarebbe il primo a
interpretare in modo sacerdotale la benedizione di Gesù7•
con termini che dovevano essere conosciuti da tutti gli Israeliti - egli
riprende allora un t6pos. Ma se gli apostoli adorano Gesù risorto, di
venta difficile vedere nel personaggio del sommo sacerdote (un uomo
che, per questo, non può essere adorato) , il figurante di un Gesù
ormai Signore e la cui gloria è quella stessa di Dio. Se dunque Gesù
non è nella posizione del sommo sacerdote, perché dare a intendere
che la sua benedizione sia sacerdotale o descriverla come se fosse tale?
Malgrado la loro pertinenza, i criteri di Hays non autorizzano alcuna
risposta sicura. Aggiungiamo che Le 24, 50- 52 la cui anfibologia è nota,
è uno dei passi in cui la lista dei criteri fomiti da Hays non basta.
8 Gen 1;27: «Maschio e femmina [Dio] li creò»; Gen 2;24: <<Per questo l'uomo lascerà
suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne».
26 Capitolo 2
9 Su questi capitoli di Mt, si veda il cap. 4 e lo studio di D.C. ALusoN, The New
Moses, cit., 182-194.
1° Cfr., per esempio, J. MARcus, Mark 1-8. A New Translation With Introduction
and Commentary, Yale University Press, New Haven - London 2008,4 15 ; ugualmente,
CAMIT.LE FocANT, I.:évangt1e selon Mare, Cerf, coll. Commentaire biblique du Nouveau
Testament 2,Paris 2004,25 1. L'osservazione vale per Matteo e Luca, ma anche per Gv
6 che riprende al v. 9 l'espressione «pani d'orzo» di 2 Re 4,42.
La tipologia dei vangeli sinottici 27
Mc 6,36-44 2 Re 4,42-44
ordine di Gesù 37• date (a lle fo lle) da man- 42b 43b date l dallo da mangiare
e di Eliseo giare alla gente
reazione di impo- 37b obiezione dei d iscepoli 43a domanda del servitore d i
tenza Eliseo
quantità di cibo 38 cinque pani (e due pesci) 42a venti pani d'orzo
(e) se la trama narrativa è simile nei due passi, siamo dinanzi a una
rtpresa.
(f) Quando l'ordine dei termini del passo del NT segue grosso
modo quello dell' AT, probabilmente allude ad esso.
I vocaboli che seguono la progressione del racconto dell' AT de
vono evidentemente essere essenziali per l'intreccio. Il riquadro pre
cedente conferma la pertinenza di quest'ultimo criterio fornito da
Alli son.
I criteri di Hays e Allison sono complementari. Facendoli entrare
in gioco insieme - e non separatamente - l'esegesi può identificare
con maggiore probabilità un'allusione tipologica. Ma individuare
un'allusione non basta, poiché, anche quando è facilmente identi
ficabile, rimane da interpretarla correttamente, come ha osservato
Foster a proposito del grido di Gesù in Mc 15 ,34: «Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?» (Sa/ 2 1/22 ,2)11• Egli segnala infatti che
non tutte le interpretazioni di questo grido sono compatibili. Alcuni
vi vedono un'invocazione nella derelizione, niente di più, mentre per
altri, pronunciando queste parole, Gesù vuole esprimere che, come
il salmista, egli attende il soccorso divino, sicuro che il suo grido sarà
ascoltato. Ho già preso in esame questo grido12, e ci ritornerò nel cap. 3
del presente saggio.
Ciò che questi criteri non dicono è che, anche se una citazione
e un'allusione sono ovvie, resta da interpretarne la funzione, e in
generale è a questo punto che le difficoltà cominciano. Nel suo stu-
Se la forza della citazione può essere tanto grande da portare quindi con
sé tutto il suo contesto, si deve, a rigar di metodo, poter verificare che
i programmi narrativi - cioè la sintassi, la concatenazione del racconto
- siano simili nell'uno e nell'altro contesto: quello da cui si trae la cita
zione e quello in cui essa viene a iscriversi. Una tale identificazione può
avvenire soltanto con tutto il rigore necessario, se l'interpretazione non
vuole essere errante o folle14•
sement des Écritures en Matthieu, Cerf, coli. LD 176, Paris 1999, 26.
1 4 Alla stessa p. 26: «Un solo termine, una sola figura, non crea di per sé un legame
fra due racconti. La presenza di un termine, di una figura, non basta perché si possa
riconoscere un'allusione».
1 5 Stessa osservazione in P. FoSTER, Echoes without Resonance, cit., 109.
1 6 Letteralmente: «che parla molto difficilmente», il che vuol dire «quasi muto».
30 Capitolo 2
17 l Sam 2,26: <<il giovane Samuele andava crescendo ed era gradito al Signore e agli
uomini>>; Le 2,40: «ll bambino [Gesù] cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la
grazia di Dio era su di lui»; Le 2 ,52: <<E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia, davanti
a Dio e agli uomini».
18 J.- N.
ALErn, ]ésus, cit., 1 10- 1 1 1 [trad. it., 135- 136] .
La tipologia dei vangeli sinottici 31
23 Cfr. ibid. , 46-52 [trad. it., 53 -60] . Come pure il prossimo capitolo di questo saggio.
24 Cfr. ibid. , 107- 127 [trad. it., 13 1 - 156] .
2' Cfr. ibid. , 46-49 e 68-7 1 [trad. it., 53-58 e 81-85] .
26 Cfr. M . KNOWLES, ]eremiah, cit., 2 17-222. L'osservazione vale anche per Gv 1 9 , in
cui Gesù sulla croce è l'agnello pasquale, il Nuovo Tempio ecc.
La tipologia dei vangeli sinottici 33
Secondo i locutori
Non è molto pertinente dichiarare che c'è una tipologia in un
episodio sinottico, se non si prende in considerazione colui che la
enuncia: il narratore, le folle, gli oppositori; i discepoli, Gesù, o addi
rittura Dio Padre. Gesù e la voce divina vanno nello stesso senso degli
altri personaggi, li correggono, oppure rifiutano la loro tipologia?
Così, in Mc_ 1 ,6, è il narratore che designa Giovanni Battista con
i tratti di Elia, e in realtà non fa che seguire l'oracolo divino di Mc
1 ,2-3 , in cui Dio dichiara al Messia che lo farà precedere dal suo mes
saggero, che sicuramente è l'Elia della fine dei tempi. A questi due
locutori se ne aggiunge un terzo in Mc 9,13 , Gesù, affidabile quanto
i primi due. Queste tre voci indicano in modo indubitabile che Elia
è davvero, in Marco, il tipo di Giovanni Battista. Si vede allora che le
opinioni riferite in Mc 6,14-16 e in 8,28, secondo cui Gesù sarebbe
l'Elia della fine, non sono fondate: dalla diversa affidabilità dei locu
tori dipende la solidità di una ripresa tipologica27·
In Le 1-2, il narratore (lo abbiamo segnalato in precedenza) svilup
pa una tipologia profetica, con Samuele come tipo di Gesù, mentre
le voci angeliche enunciano in maniera reiterata una tipologia regale.
Nell'episodio dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, in Mt 2 1 , la
tipologia regale· è enunciata ancora a più voci: dal narratore, che cita
le Scritture, dalle folle, ma anche, in modo indiretto e anticipato,
da Gesù stesso che vuole entrare in città seduto su un animale da
soma. In Mt 2 1 , 1 - 1 1 , Gesù e il narratore non sono i soli ad alludere
al figurante regale; le folle stesse riconoscono in Gesù il loro Messia
e lo acclamano come tale. In questo passo, la ripresa tipologica è
manifestamente polifonica.
Secondo i destinatari
Indubitabilmente, tutte le riprese tipologiche sono fatte per il let
tore e, nei passi in cui provengono dal narratore, hanno ancora il
lettore come primo, o addirittura unico, destinatario. Così, la frase
«[e Gesù] lo restituì a sua madre», di Le 7 , 15, può essere interpretata
come un'allusione a 1 Re 17,23 soltanto dal lettore. Ma in più episo
di la tipologia ha anche come destinatari i personaggi del racconto,
come in Mc 9, 13 , in cui Gesù fa comprendere ai tre discepoli che
Giovanni Battista è stato l'Elia della fine dei tempi, e che lui stesso,
di conseguenza, è il Messia.
A coloro che seguivano e ascoltavano Gesù sono ugualmente ri
volte dichiarazioni tipologiche come quelle di Mt 12,3 9-4 1 (e passo
parallelo):
Cristologia e tipologia
nel racconto di Marco
l. Mc 6, 14- 1 6 E 8,27-28
Mc 6, 1 4- 1 6 Mc 8,27-28
Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso
suo nome era diventato famoso. i villaggi i ntorno a Cesarea di Filippo, e
per la strada interrogava i suoi discepoli
dicendo: «La gente, chi dice che io sia?».
1 5Aitri (greco: d//01) invece dicevano: «� altri (greco: ci/loi) dicono Elia
Elia».
Altri (greco: d/loi) ancora diceva no: «!: u n
profeta, come uno dei profeti». e altri (greco: d/lot) uno dei profeti>>.
16Ma Erode, al sentirne parlare, d iceva:
«Quel Giovanni che io ho fatto deca pi-
tare, è risorto!» (greco: eghérthe).
7 Si veda in particolare lo studio di P. MAscJLONGO, «Ma voi, chi dite che io sia?».
Analisi narrativa dell'identità di Gesù e del cammino dei discepoli nel Vangelo secondo
Marco alla luce della «Confessione di Pietro» (Mc 8,2 7-30), GBP Press, coli. AnBib 1 92,
Roma 201 1 .
8 Cfr. Mal 3 , 1 ; 3,23 -24; Sir 48, 10. Sul profeta escatologico, si veda anche l QS 9, 1 1 .
40 Capitolo 3
Mc 6, 1 7-29 Mc 1 4- 1 5
10
Ibid. , «[T]he miraculous successes o/Christian missionaries are made possible by the
suf!ering death o/Jesus, to which the death o/ the Baptist points» [«l miracolosi successi
dei missionari cristiani furono resi possibili dalla morte sofferente di Gesù, a cui rinvia
la morte del Battista»·.
42 Capitolo 3
Mc 6, 1 4- 1 6 Mc 6,1 7-29
identificazioni erronee identificazioni corrette
11
Est 2,9.
12
Est 5,3 ; ripreso in 7 ,2.
Cristologia e tipologia nel racconto di Marco 43
« fosse anche la metà del [suo] regno (héos hem{sus tes basiléias mu,
v. 23 )». li vocabolario invita a vedere nel libro di Ester lo sfondo di
Mc 6,2 1 -28. Se così fosse, il re Assuero sarebbe il tipo di Erode, ed
Ester quello della figlia di Erodiade. Tuttavia, occorre confutare que
sta inferenza, in primo luogo perché nel libro di Ester non è possibile
trovare un personaggio che possa essere il tipo del Battista. Inoltre,
se il vocabolario indica davvero che il narratore marciano ha copiato
alcune espressioni del libro di Ester, ciò non basta per poter parlare
di ripresa tipologica. Eccettuata la bellezza, Ester e la figlia di Ero
diade non hanno in comune né lo status - la prima è regina e l'altra
no- né l'agire - la prima opera per la vita del suo popolo, mentre la
seconda chiede e ottiene la testa di Giovanni Battista.
Che cosa concluderne? Che queste frasi provengono effettivamen
te dal libro di Ester, poiché è lì e soltanto lì che si trovano gli stessi
termini presenti in Mc 6,2 1 -28. Ma non vi è parallelismo semantico
fra i personaggi dei due racconti. Questo sfondo infatti non è l'unico
né il più importante. Come rivelano i commentatori!\ è nel ciclo di
Elia che bisogna andare per trovare situazioni e personaggi paralleli a
quelli di Mc 6,2 1 -28. In ciascuno dei racconti, i tre personaggi hanno
status rispettivi identici:
re Acab Erode
sposa de/ re Gezabele Erodiade
profeta Elia Giovanni Battista
14 Cfr. Lv 18,16; ripreso in Lv 20,2 1 . Erodiade, nipote di Erode il Grande, era la ni
pote di Erode Antipa, come era stata la nipote del suo precedente marito. Ma Giovanni
Battista non accusa Erode Antipa di avere sposato sua nipote, ma piuttosto la moglie
di suo fratello.
15 Cfr. in precedenza, Mc 1 ,2 .3 .6; 9,11-13.
16
Cfr. 1 Re 17 ,3 .5 e 2 Re 2,6-7.
Cristologia e tipologia nel racconto di Marco 45
1 Re 1 9, 1 9-2 1 Mc 1 ,1 6- 1 8 e 1 9-20
Elia passa dal luogo Elia trova El iseo e gli pas- Passando, Gesù vede Simo-
in cui si trova Eliseo sa vicino ne e Andrea
Gesù passa dal luogo + G iacomo e Giovanni
in cui ci sono i pescatori
chiamata Elia getta il suo mantello Gesù: «Ven ite dietro a me»
gestuale (Elia) addosso a Eliseo (signifi- + v. 20
laconica (Gesù) cato: Eliseo deve accom-
pagnarlo e succedergl i)
1 7 Così, B.M.F. VAN IERsEL, Mark. A Reader-Response Commentary, coll. JSNT Sup
Series 164, Sheffield 1998, 128 [trad. it., Marco. La lettura e la risposta. Un commento,
Queriniana, Brescia 2000, 1 18] ; J. MARcus, Mark 1-8, cit., 179. 181 (sul verbo chiamare,
in greco: kalein).
1 8 ] . MARcus, Mark 1-8, cit., 183 ; A YARBRO CoLUNS - H.W. ATIRIDGE, Mark, For
tress, coll. Henneneia, Minneapolis 2007, 157 [trad. it., Vangelo di Marco, 2 voll., Pai
deia, Brescia] , menzionano anche un racconto greco di chiamata dello Pseudo-Diogene
(38,4-5), secondo il quale colui che il illosofo ha chiamato l'indomani distribuisce i suoi
beni alla sua famiglia e lo segue.
46 Capitolo 3
parallelo non è che Gesù sia Elia (cfr. 6,15; 8,28), poiché questo ruo
lo in Marco è assunto da Giovanni Battista (cfr. 1 ,2-8; 9, 1 1 - 13 ) . . . »19•
Tuttavia la difficoltà permane perché, se per il resto del macra
racconto marciano effettivamente Elia è il tipo soltanto di Giovanni
Battista, allora per quale ragione la chiamata di Mc 1 , 1 6-20 è così
simile a l Re 19, 19-2 1 , l'unico passo dell'AT in cui un profeta dice a
colui che egli incontra di seguirlo senza tergiversare, di lasciare tutto,
proprietà e famiglia, per divenire suo discepolo2°? In l Re 19 e in
Mc l , né Elia né Gesù si presentano, e analogamente né Eliseo né i
quattro pescatori declinano il proprio nome. Essi ricordano soltanto
la chiamata e la risposta positiva immediata.
Se esaminiamo più da vicino i due passi, una differenza importante
esiste nondimeno fra di essi. Infatti, in l Re 19, non è Elia ad avere
scelto Eliseo come successore, ma YHWH stesso ( l Re 19,16). Elia
non ha fatto che eseguire gestualmente l'ordine che gli è stato dato21,
mentre in Mc 1,16-20 è Gesù che, mediante la propria autorità, chia
ma quelli che vuole come discepoli. Se Mc 1 , 16-20 usa il modello
narrativo di l Re 19,19-2 1 , i personaggi Elia e Gesù non sono tuttavia
paralleli, e allora si deve escludere una qualunque ripresa tipologica22•
A partire dai paragrafi precedenti, è possibile trarre tre conclu
sioni. La prima, metodologica: la ripresa di un modello letterario
non denota necessariamente una relazione tipologica. Le altre due,
ordine di Gesù e di Eliseo 37"voi stessi date (alle folle) 42b43bdate/dallo da mangia-
da mangiare re alla gente
23 Mc 6 ,4: Gesù diceva loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria,
tra i suoi parenti e in casa sua».
24 Per una rilevazione completa dei paralleli fra 2 Re 4,42-44 e Mc 6,36-44, si veda
J.-M. VAN CANGH, La multiplication des pains et l'eucharistie, Cerf, coli. Lectio divina
86, Paris 1975, 65-66.
48 Capitolo 3
25 Mc 2, 12: «Non abbiamo mai visto nulla di simile! »; 5,20: «Tutti erano meravigliati».
26 TI passaggio del Giordano (2 Re 2,7-8.14. 15) e la moltiplicazione dei pani (2 Re
4,35-40).
Cristologia e tipologia nel racconto di Marco 49
Unzione a Betania
Getsemani
• La preghiera di Gesù vv. 32-42
I processi
• Davanti a Pilato 15 ,2 - 15
(a) il perseguitato invoca Dio (v. 2) (b) cause che preparano il grido:
X
azioni: divisero le sue vesti
(v. 24b)
parole: insulti (v. 29b)
(b) cause che giustificano il grido
parole: insulti (v. Ss.) (a) Gesù invoca Dio (v. 34)
azioni: vesti divise (v. 1 9)
31 La relazione tipologica non impedisce che ci siano differenze tra i figuranti dei salmi
e il figurato Gesù. Così, la richiesta di distruzione totale dei nemici, riscontrabile in un
certo numero di queste suppliche (cfr. Sal 16/17,13; 27/28,4; 30/3 1 , 18-19; 34/35,3-8;
58/59,14; 69n0,3-4; 140/14 1 ,7 . 1 0), non si trova evidentemente sulle labbra di Gesù.
Cristologia e tipologia nel racconto di Marco 55
3. IL GRIDO m GEsù32
Un'invocazione di aiuto
In Gesù, una vita da raccontare, ho dichiarato parecchie volte che
non si poteva interpretare correttamente il grido di Gesù in Mc 15 ,34
se lo si separava dal modello a cui esso appartiene33• La mia posizione
non è cambiata, ma qui mi viene data l'occasione di esplicitarla.
Siccome Marco segue fedelmente il modello delle suppliche dei
giusti perseguitati, bisogna prima di tutto ricordare che il grido ini
ziale è un'invocazione di aiuto. Se l'orante rivolge il suo grido a Dio,
è perché si aspetta da lui un intervento rapido, dato che la morte è
vicina. Il grido deriva certamente da una derelizione reale - «stato
di abbandono e di solitudine morale completa», così la definiscono
i dizionari -, ma quest'ultima non è espressa nel grido, ma piuttosto
nelle ragioni che lo accompagnano. li grido è una richiesta di soc
corso e di salvezza rivolta a Dio. Se d'altra parte il supplice invoca, è
perché spera di ricevere da Dio l'aiuto. Sarebbe incoerente rivolgersi
32 Per uno status quaestionis sull 'interpretazione del grido di Gesù in croce, si veda
H.J. CAREY, ]esus' Cry /rom the Cross. T owards a First-Century Understanding o/ the
Intertextual Relationship between Psalm 22 and the Na"ative o/ Mark's Gospel, T & T
Clark, coli. LNTS 398, London - New York 2009, 1-28.
33 J.-N. ALETTI, ]ésus, cit., 48 [trad. it., 55] .
56 Capitolo 3
34 Per Carey, con il suo grido, Gesù chiede a Dio di fargli giustizia più di quanto
esprima la sua afflizione. ll modello seguito molto fedelmente dal narratore marciano
obbliga a non separare i due punti di vista.
35 Cfr. Sa/ 27/28,1; 34/35 ,22; 3 8/39,13 ; 82/83 ,2; 108/109,1 .
Cristologia e tipologia nel racconto di Marco 57
5 . TIPOLOGIA E ANAGNORISIS
Conclusioni
Cristologia e tipologia
nel racconto di Matteo
I. Tipologia salmica
Unzione a Betania
Getsemani
• La preghiera di Gesù
• L'arresto
e da Pietro da lontano
I processi
• Davanti al Sinedrio
• Davanti a Pilato
La morte in croce
(avrete il mio) sangue (innocente) su di v. 25, il popolo: «Il suo sangue ricada su
voi (eph'hymas) di noi»
Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu
valutato dai figli d'Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi
aveva ordinato il Signore.
2 Ger 1 1 ,2 1 : «Riguardo agli uomini di Anatòt che vogliono la mia vita e mi dicono:
"Non profetare nel nome del Signore, se no morirai per mano nostra", così dice il
Signore degli eserciti [. . ]». li sintagma greco zetéo (tèn) psycben, <<Volere la vita di>>, è
.
l . l PROFETI IN MATTEO
Il narratore
Gesù e i profeti
Quando Gesù parla dei profeti e si designa in modo obliquo come
tale (Mt 13 ,53 ) , è per evocare il suo rifiuto e la sua messa a morte (Mt
5, 12; 23 ,3 0.34.37)11. 1n Mt 12,39, egli annuncia perfino in modo allu
sivo la propria morte, che presenta come segno (profetico) menzio
nando il soggiorno di Giona nel ventre del mostro marino12, facendo
così di se stesso l'antitipo di questo profeta. Knowles vede anche a
ragione nella versione matteana della parabola dei vignaioli omicidi
(Mt 2 1 ,33 -44) l'uno o l'altro indizio a favore di una tipologia geremia
na13. 1nfatti, al v. 35, il verbo <<lapidare» (in greco, lithoboléo), assente
nella versione di Marco e Luca, probabilmente allude al t6pos di una
lapidazione di Geremia, come testimoniano più o meno nella stessa
epoca le Vite dei profeti e i Paralipomeni di Geremia14• La ripresa
11
Si tratta di un t6pos che proviene da Q, presente anche in Le: Mt 5 , 12 = Le 6,23 ;
Mt 23 ,29-32 = Le 1 1 ,47 -5 1; Mt 23 ;37 = Le 13 ,34.
12
ar. Gn 2,1: «il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò
nel ventre del pesce tre giorni e tre notti>>.
13 M. KNoWLES, ]eremiah, cit., 1 1 1 .
14
Vite dei profeti, 2,1; Paralipomeni di Geremia, 9,19-32.
72 Capitolo 4
20
Mc 1 1,17 = Le 19,46.
21
= Le 13,34.
22 = Le 13 ,35. Cfr. M. KNOWLES, ]eremiah, cit., 185.
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 75
Durante la passione
La lettura tipologica alla base delle dichiarazioni di Gesù fatte prima
della passione sulla distruzione del tempio e di Gerusalemme invita a
vedere prolungarsi la stessa tipologia, profetica e più precisamente ge
remiana, durante la passione, e alcuni enunciati come quelli di Mt 27 ,4
e 24 confermano questa lettura24•
di Dio».
76 Capitolo 4
Gesù, che insiste sul rifiuto e sulla messa a morte dei profeti e an
nuncia così la propria morte. Questa tipologia profetica diventa più
precisamente geremiana con l'arrivo di Gesù a Gerusalemme, e si
prolunga durante la passione, con la confessione di Giuda davanti
ai sommi sacerdoti (Mt 27 ,4) e la risposta del popolo a Pilato (Mt
27 ,25) . Per il narratore matteano, la tipologia profetica ha permesso
di risolvere la questione dell'anagnorisis, ma in maniera diversa da
Marco, poiché il rifiuto fa parte integrante, addirittura obbligatoria,
se crediamo al t6pos allora in voga, del destino dei profeti.
27 D.C. ALusoN, The New Moses, in particolare le appendici delle pp. 293-328.
28 Mt 1,16-2,23 (vangelo dell'infanzia); 4,1- 1 1 (le tentazioni nel deserto); 5 , 1-2 (l'in
troduzione al discorso della montagna); 5,5 .8 (due beatitudini); 5 , 17-18 (la Legge, non
abrogata, ma compiuta); 7,13-27 (la fine del discorso della montagna); 7,28-29 (le reazio
ni al discorso), 8--9 (i miracoli di Gesù); 10 (il discorso missionario); 1 1 ,25-30 (l'azione di
grazie di Gesù) 12,15-2 1 (Gesù e il Servo di Isaia); 12,38 e 16, 1 (quale segno?); 14,13-2 1
e 15,29-39 (le due moltiplicazioni dei pani); 17,1-9 (la trasfigurazione); 2 1 , 1-17 (l'ingres
so a Gerusalemme); Mt 23 (contro gli scribi e i farisei); Mt 24,3 (Gesù sul monte degli
Ulivi e il suo awento); 26,17-3 1 (l'ultima cena); 27 ,45-54 (la morte di Gesù) ; 28,16-20
(le direttive finali ai discepoli).
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 77
Matteo Esodo
1,18 1,19
prima che (Maria e Giuseppe) andassero prima che g i u nga da l o ro (le donne
a vivere insieme (coabitare) ebree) la levatrice
(prìn e synelthein autus) (prìn e eiselthéin pròs autas)
2,1 3-1 4 2, 1 5
Erode vuole cercare (zétein) il ba mbino il faraone fece cercare (ezétel) Mosè
per ucciderlo (tiì apo/ésai aut6) per metterlo a morte (anelein)
(Giuseppe) si rifugiò (anech oresen) in Mosè fuggì (anech 6resen) nel territorio
Egitto di Madian
29 Ibid. , 268.
30 Sulla tipologia mosai ca in Mt 1-2, si vedano le analisi illuminanti di A. PAUL, L'évan
gile de l'en/ance selon saint Matthieu, Cerf, Paris 1968, in particolare alle pp. 153-161.
31 La tabella è quella di D.C. ALLISON, The New Moses, cit., 155 - 156.
78 Capitolo 4
2,1 5 2,23
fino alla morte (tes teleutes) di Erode il re d'Egitto morl (eteléutesen)
2,1 3 4,20
prendi (paralabe) prese (analaboo)
il bambino (tò paidion) e sua madre la moglie e i figli (tà paidia)
32 Per una dimostrazione, si veda J.-N. ALETTI, ]ésus, cit., 62-65 [trad. it., 72-77] .
80 Capitolo 4
I paralleli più simili sono quelli in cui Mosè sale per ricevere le
tavole (Es 24 ,12 e Mt 5 , 1 ) , e scende con esse (Es 32,15 e Mt 8, 1 ) .
Siccome queste corrispondenze lessicali non bastano, occorre passare
in rassegna i paralleli semantici esistenti fra Gesù e Mosè, poiché il
fatto di salire e scendere dalla montagna non implica peraltro che
essi svolgano ruoli analoghi.
Ciò che occorre mostrare è che Mosè e Gesù hanno entrambi un
ruolo legislativo33• La difficoltà deriva dal fatto che in nessun mo
mento Gesù menziona Mosè nel discorso della montagna. Matteo
avrebbe potuto fargli dire: «Mosè vi ha detto». Orbene, egli impie
ga il passivo - «fu detto (greco: e"éthé) agli antichi/a voi»34 - che
potrebbe essere teologico e avere dunque Dio come soggetto. La
synkrisis non sarebbe più allora fra Gesù e Mosè, ma fra Gesù e
Dio, poiché le direttive di Gesù sono superiori a quelle emesse in
passato da Dio. Si comprende che i commentatori non siano andati
in tale direzione, poiché il Gesù di Matteo non pretende di superare
Dio, suo Padre. Allison ha ragione nel dire che le espressioni: «Fu
detto, ma io vi dico» non significano, da parte di Gesù, un rifiuto
33 In Mt 5,1, si dice: «Gesù salì sul monte: si pose a sedere (kathiz6) e si avvicinarono
a lui i suoi discepoli>>. Secondo D.C. ALusoN, The New Moses, cit., 175- 176, la posi
zione seduta indica sicuramente la posizione del maestro, come tutti ammettono, ma
denota senza dubbio un t6pos, quello di Mosè seduto presso Dio, come FILONE riferisce
in De sacri/iciis Abelis et Caini, 8: «Ci sono quelli che Dio fece sedere (hidryse) presso
di sé, come Mosè, a cui egli disse: "Tu resta (stethi) qui con me"» (Dt 5 ,3 1). Allison
menziona anche Dt 9,9 in cui il verbo wa'éshéb avrebbe come primo significato: «e io
mi sedetti». Matteo descrive ancora Gesù seduto in posizione di maestro in 15 ,29 con
il verbo kdthemai che è detto anche di Mosè in Es 18,14, in cui Ietro dice al suo genero
Mosè: <<Perché siedi (kdthèmai) tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina
alla sera?». Posizione di maestro e di giudice. Se si attribuisce una tale importanza al
verbo sedersi, evidentemente è per fornire un argomento supplementare alla sjnkrisis
Gesù/Mosè. .
34 Mt 5,2 1 (sull'omicidio; Es 20,13 ; Dt 5,17); 5,27 (sull 'adulterio; Es 20,14; Dt 5,18);
5,3 1 (sul divorzio; Dt 24 , 1 -4); 5 ,33 (sull o spergiuro; Lv 19,12); 5 ,38 (sulla legge del
taglione; Es 2 1 ,24; Lv 24,20; Dt 19,2 1 ) ; 5,43 (sull'amore del prossimo; Lv 19,18).
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 81
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho co
mandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
{
a Gesù Risorto, che h a ogni autorità in cielo e sulla terra
Gesù comincia col dichiarare (i) che egli ha piena autorità (ii) ,
che questa autorità è di origine divina (iii) e di estensione illimitata,
poiché tutto il creato gli è sottomesso, dagli esseri celesti agli esseri
35 Qui riprendo più o meno alcune pagine di un articolo pubblicato nel 2005 : J.-N.
ALETTI, Lesfinales des récits évangéliques et le statut du livre et des lecteurs, in Revue des
Sciences religieuses 79 (2005) 27-3 1 (23 -37). Si veda ancheJ.-P. SONNET, De la généalogie
au «Faites disciples» (Mt 28, 19). Le livre de la génération de ]ésus, in C. FocANT - A.
WÉNI N (edd.), Analyse narrative et Bible. Deuxième colloque international du Rrenab,
Louvain-la Neuve, avri/ 2004, Peeters, coli. BETL 191, Louvain 2005, 199-209.
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 83
(a) Fra Mosè e Gesù, al termine dei loro percorsi rispettivi. L'uno
e l'altro
- salgono su una montagna (Dt 32,49; 34, 1 ; Mt 28, 16) ,
- istituiscono quello/ quelli che succederanno loro, Giosuè ( Dt
3 1 ,7 . 14) e gli Undici (Mt 28, 1 8-20),
- affinché essi dicano ai loro successori ciò che dovranno fare (Dt
3 1 ,23 , Mt 28- 19-20a) ,
- sapendo che Dio (per Giosuè) e Gesù (per i discepoli) saranno con
loro continuamente (Dt 3 1 ,23 ; Mt 28,20).
37 Per D.C. ALusoN, The New Moses, cit., 264-265, lo sfondo di Mt 28,16-20 è lo stes
so del Testamento di Mosè, scritto probabilmente nel I secolo d.C., che racconta anche
la trasmissione dei poteri fra Mosè sul punto di morire e Giosuè. Matteo e il Testamento
di Mosè potrebbero ispirarsi allora a quello che era divenuto un t6pos.
86 Capitolo 4
Con circospezione, Allison analizza altri passi, più brevi - fra gli
altri la trasfigurazione38, l'azione di grazie39 e l'ultima cena di Gesù -,
in cui la tipologia mosaica è probabilmente all'opera. Non è necessa
ria una visita approfondita, poiché essa non cambierebbe i risultati
d'insieme. n percorso effettuato finora mostra che un'interpretazione
figurale multipla corre lungo tutto il racconto matteano: messianica
nell'introduzione (Mt 2) e nel discorso della montagna (Mt 5-7 ) ,
profetica durante le peregrinazioni di Gesù (Mt 8-20), e salmica du
rante il racconto della passione (Mt 26-27) - disposizione illustrata
dal riquadro seguente:
38 La voce celeste che chiede ai tre discepoli di ascoltare Gesù alluderebbe, secondo
molti commentatori e studi, a Dt 18,15 («TI Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo
a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me») e 18,18 («lo susciterò loro un profeta in
mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli
comanderò») .
39 Cfr. Mt 1 1,29 («[Io] sono mite (prays) e umile di cuore») e Nm 12,3 (<<Mosè era
un uomo assai umile (prays), più di qualunque altro sulla faccia della terra»), l'unico
passo della Bibbia greca in cui troviamo questo aggettivo. In Mt 1 1 ,29, è possibile anche
un'allusione alla legge mosaica, poiché se con il termine «giogo» (zyg6s) Gesù designa
le sue istruzioni, la medesima metafora è usata per la Legge («il giogo della Legge»)
nell'Apocalirse (siriaca) di Baruc (4 1 ,3 ). Vi è forse un t6pos le cui prime testimonianze
potrebbero trovarsi in Sir 6,24-34 e 5 1 ,26 a proposito della Sapienza che, come sappia
mo, è identificata con la Legge in questo libro?
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 87
l. l TITOLI REGALI
i magi Mt 2,2
(re dei Gi udei)
citazione Mt 2 1 ,5
d i Zc 9,9
ad opera del Narratore
Gesù Mt 25,34.40
re/giudice
escatologico
Pilato Mt 27, 1 1
(re dei Giudei)
i soldati Mt 27,29
di Pilato (re dei Giudei)
oppositori Mt 27,42
ai piedi della croce (re d'Israele)
confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più
grande di Salomone! ») Gesù procede in modo tipologico, enunciando indirettamente
la sua regalità, proprio come in Mt 12,4 1 («qui vi è uno più grande di Giona>>) il suo
essere-profeta.
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 89
Mt 2 1 , 1 -1 1 Mc 1 1 , 1 - 1 0 Le 1 9,29-40
Quando furono vicini a Ge- Quando furono vicini a Ge- Qua ndo [Gesù] fu vicino a
rusa lemme e giu nsero pres- rusalemme, verso Bètfage Bètfage e a Betània, presso il
so Bètfage, verso i l monte e Betàn ia, presso il monte monte degli Ulivi, inviò due
deg l i U l ivi, Gesù mandò degli Ulivi, mandò due dei d iscepo l i 30d icendo: «Andate
due discepoli, 2dicendo loro: suoi discepoli 2e disse loro: nel villaggio di fronte; entra n-
«Andate nel villaggio di fron- «Andate nel villaggio d i do, troverete
te a voi e su bito troverete fronte a voi e subito, entra n-
u n'asina, legata, e con essa do in esso, troverete
u n puledro. un puledro legato, sul quale u n puledro legato, sul quale
Slegateli e cond uceteli da nessuno è ancora salito. Sle- non è mai salito nessuno. Sle-
me. gatelo e portatelo qui. gatelo e conducetelo qui.
3E se qualcuno vi dirà qualco- 3E se qualcuno vi dirà: "Per- 31 E se qualcuno vi domanda:
sa, rispondete: ché fate questo?� rispondete: "Perché lo slegate?� risponde-
rete così:
"Il Signore ne ha bisogno, "Il Signore ne ha bisogno, "Il Signore ne ha bisogno"».
ma li rimanderà indietro su- ma lo rimanderà qui subito"».
bito"». 40ra questo avvenne
47 L' hosannd è una traslitterazione dell 'ebraico (hoshy'ah n'a = salva ! ) . n sintagma,
che inizialmente è una richiesta di salvezza, in seguito è divenuto un'acclamazione,
come vediamo in questa pericope. Sull'evoluzione dell'espressione, si veda E. LOHSE,
Hosianna, in Novum Testamentum 6 (1963 ) 1 13 - 1 19.
48 Traduco seguendo l'ordine dd greco, il che può dare adito a confusione. Non
bisogna collegare il sintagma «nel nome dd Signore» con «colui che viene», ma con
«benedetto», come mostrano altri passi: 2 Sam 6,18; 1 Cr 16,2; Sa/ 128/129,8.
49 Regno (in greco, basiléia) per re (in greco, basiléus).
' 0 1 Re 1 ,33: Davide a Sadoc, Natan e Benaià: «Fate montare Salomone, mio figlio,
sulla mia mula>>; 1 ,38 (esecuzione dell'ordine di Davide) . Parimenti, 2 Sam 16,2: Siba
a Davide: «Gli asini serviranno da cavalcatura alla famiglia del re»; 2 Sam 13 ,29: dopo
l'omicidio di Amnon: «Allo ra tutti i figli del re si alzarono, montarono ciascuno sul
proprio mulo e fuggirono».
92 Capitolo 4
(c) I tre Sin ottici segnalano che le folle stendono i loro mantelli sul
la strada percorsa da Gesù. Bisogna vedervi un'allusione a 2 Re 9, 1352
o a un gesto di sottomissione praticato durante l'intronizzazione di
un re, al quale 2 Re 9 e i Sin ottici rimanderebbero l'uno e l'altro?
(d) La menzione dei rami (Mt 2 1 ,8; in greco: kltidoi) o delle fronde
(Mc 1 1 ,8), omessa in Luca, probabilmente allude alla festa delle Ca
panne53, e la sua interpretazione non ha niente di ovvio. Il puledro
e i mantelli stesi infatti suggeriscono già un'intronizzazione regale,
e le fronde ugualmente a terra con i mantelli sembrano arricchire
escatologicamente54 questa connotazione regale. Ma possiamo anche
pensare che le motivazioni delle folle siano nazionaliste55• Quale che
sia l'intenzione delle folle, poiché all'epoca la festa delle Capanne era
51 Tutti i commentari osservano che il primo stico della citazione in realtà è tratto
da is 62, 1 1 .
52 «Allora si affrettarono e presero ciascuno il proprio mantello e lo stesero sui gradini
sotto di lui, suonarono il corno e gridarono "Ieu è re"».
53 Cfr. Lv 23 ,40; Ne 8,13 - 18.
5 4 La festa delle capanne/tende non è soltanto un memoriale de11'Esodo, ma ha anche
zum Neuen Testament, cit., vol. I, 842-843 («Sach 9,9 in der rabbinischen Literatur>>,
842-844) risalirebbe al 150 d.C.
Cristologia e tipologia nel racconto di Matteo 95
Conclusioni
1 J.-N. ALEITI, ]ésus, cit., 107- 127 [trad. it., 13 1-156] . Si veda anche, dello stesso
autore, il Cahier Évangile 186, sulla tipologia lucana, pubblicato nel settembre 2018.
Avevo già enunciato una prima serie di tesi sulla tipologia di questo vangelo in Le ]ésus
de Luc, pubblicato presso Mame - Desclée nel 2010 (esaurito).
100 Capitolo 5
Mt Mc Le
. primo annuncio della passione 1 6,2 1 -23 8,3 1 -33 9,2 1 -22
l'imposta 1 7,24-27
2 lD., ]ésus, cit., rispettivamente 1 17- 1 19 e 120-123 [trad. it., 144- 145 e 147-150] .
La tipologia nel racconto lucano 101
Giovanni Gesù
2. L'ANNUNCIO A ZACCARIA
Le 1 , 1 1 -20 Le 1 ,26-38
motivi ripresi daii'AT
Giovanni Gesù
Da un inizio all'altro
Il narratore comincia il racconto con alcune indicazioni essenziali
per conoscere Zaccaria ed Elisabetta: la loro origine, la loro vita di
ebrei fedeli, l'assenza di posterità e la sua causa, la loro età (w. 5-7 ) .
Malgrado tutto, la descrizione h a qualcosa di anormale, anche se il
lettore può riconoscervi una certa logica:
- l'origine degli attori (legame con il passato)
- il loro comportamento religioso e morale esemplare (presente)
- l'assenza di discendenza (rottura: nessun futuro) .
Le 1 ,5-25 Genesi
Le 1 , 1 5-1 7 AT
Luca non segue gli scrittori del suo tempo soltanto per le conven
zioni biografiche, l'imitazione arriva anche al vocabolario e allo stile,
che assai giustamente è stato definito antologico.
8 A questa problematica dell'anagnarisis bisogna ricollegare ciò che è detto, sull 'inse
rimento di salmi o cantici nd tessuto narrativo biblico, da S. WEITZMAN, Song and Story
in Biblica! Narrative. The History o/ a Literary Convention in Ancient Israel, Indiana
University Press, Bloomington - Indianapolis 1997 . Questo autore mostra che tali lodi
inserite nei racconti biblici mirano a rendere normativo il racconto che esse interpretano,
come racconto in cui si leggono l'azione e il piano di Dio su Israele e sul mondo. Consa
pevoli del disegno salvifico di Dio, gli attori del racconto lo accolgono, vi acconsentono
e lo confessano a tutti come buona notizia attraverso il loro canto, che riprende tutta la
storia biblica, a partire dalle promesse.
1 14 Capitolo 5
Gen 1 8,3; 7 Sam 1 , 1 8 Le 1 ,28.30 la bontà e la grazia divina verso chi ri-
ceve l'annuncio
Es 3,1 2; Gde 6,1 2. 1 6 Le 1 ,28 «il Signore con te» {+ appellativo elo-
giativo)
2 genere e composizione di
ogni episodio
gli annunci = Gen 1 7; 1 8; Es 3; ecc.
le lodi/profezie = 1 Sam 2,1 -1 0; ecc.
l Sam 2,26: «il giovane Samuele andava crescendo ed era gradito al Si
gnore e agli uomini».
r;inviato di Isaia
Dopo che gli è stato dato il rotolo, Gesù lo apre e trova (il verbo
greco è heurfsko) il passo di Is 6 1 , 1 -2. La formulazione è perlomeno
strana. Difatti, se Gesù ha trovato questo passo, è perché lo cercava,
o perché era quello che bisognava leggere quel sabato, oppure perché
lui stesso voleva leggere quel passo e non un altro. Qualunque sia
la risposta, Gesù ha letto ciò che voleva far ascoltare a coloro che
erano presenti nella sinagoga, cioè il testo di Isaia, grazie al quale
egli presenta indirettamente se stesso. Possiamo dire effettivamente
che questa pericope dà l'avvio a quella che ormai si è convenuto di
chiamare la «cristologia indiretta» di Gesù.
n testo citato è formato da due passi (Is 6 1 , 1 -2 e 58,6b) che Gesù
evidentemente non ha potuto leggere, poiché in Isaia sono separati
l'uno dall'altro. Queste frasi sono messe l'una accanto all'altra grazie
a una gezerah shawah, un'antica tecnica esegetica ebraica che trovia-
1 18 Capitolo 5
Gesù pro/eta
Ciò che vi è di paradossale nell'annuncio che Gesù fa del suo
(futuro) rifiuto, è che esso è formulato con l'aiuto del passato - e al
passato ( vv. 25-27). Dicendo che nessun profeta è accettabile nella
sua patria, Gesù non pretende soltanto di descrivere la situazione
dei profeti del suo tempo, in particolare quella del suo predecessore
Giovanni Battista. Usando il presente dell'indicativo «è» (in greco,
éstin) , al v. 24, Gesù rimanda, sotto forma di proverbio, all'insieme
dei profeti del passato biblico inteso come totalità unificata: il pas
sato della storia profetica illumina gli eventi di Nazaret e l'insieme
dell'itinerario di Gesù.
I due esempi scelti ai vv. 25-27 sono tipici per più motivi. In primo
luogo, perché nei libri dei Re e nel resto della Bibbia i cicli di Elia
e di Eliseo hanno un'importanza quasi senza uguali; soltanto qui, e
in maniera continua, l'attività profetica è descritta in racconti che
presuppongono già una rilettura dell'attività taumaturgica di Mosè.
Poi, perché la stessa tradizione ebraica ha ricordato Elia come figu
ra escatologica (cfr. già Sir 48, 1 0- 1 1 ) ; tutta la storia profetica può
così riassumersi in lui: egli rimanda al modello passato, Mosè, ed è
promessa del tempo futuro, tempo della collera e della salvezza. Ma
è seguendo il terzo vangelo che vedremo la ragione profonda della
scelta di Elia e di Eliseo.
La tipologia nel racconto lucano 123
l. TIPOLOGIA E RICONOSCIMENTO
11
Cfr. p . 123 .
134 Capitolo 5
e, i m med7 \
Discorso di Gesù a Nazaret Le 4,20-30
Ammirato e riconosciuto in Le 4,22
nte dopo, rifiutato e minacc le 4.2&-29
Gesù, Gesù,
profeta riconosciuto profeta rifiutato e messo a morte
= Le 5,1 -9,2 1 = Le 9,22-1 9,44
persone presenti a casa di 7,49 «Chi è costui che perdona anche i pec-
Simone cati?»
l
Gesù,
profeta riconosciuto
\ Gesù,
profeta rifiutato e messo a morte
= Le 5,1 -9,21 = Le 9,22-1 9,44
140 Capitolo 5
7,1 6 (il popolo: u n grande profeta) Oltre agli annunci della passione da par
te di Gesù
7,1 9-22 (Gesù: v. 22 = fs 6 1 , 1 )
(9,22; 9,43b-44; 1 8,3 1 -34)
7,24-27 (Gesù: Giovanni Battista = pre
parare la sua via) 1 1 ,29-32 (Gesù: generazione malvagia . . .
Giona)
7,49 (la gente: chi è costui che perdona
i peccati?) 1 1 ,47 (Gesù: costruite i sepolcri dei pro
feti . . . )
8,24-25 (i discepoli: chi è costui a cui gli
elementi obbediscono?) 1 1 ,48 (Gesù: i vostri padri uccisero i pro
feti . . . )
8,28: (l'indemoniato: Gesù, Figlio del Dio
a ltissimo) 1 1 ,5Q-5 1 (Gesù: il sa ngue dei profeti)
Il necessario riconoscimento
Rispetto ai racconti della passione di Marco e Matteo, in cui il
modello salmico era usato per giustificare l'assenza radicale di un
riconoscimento orizzontale, quello di Luca è al contrario guidato in
teramente da un processo di riconoscimento orizzontale da parte dei
personaggi del racconto. Come spiegare questo nuovo orientamento?
La caratteristica principale del racconto lucano della passione è infatti
il riconoscimento progressivo e radicale dell'innocenza di Gesù nel
momento stesso in cui egli è schernito e rifiutato. Si obietterà forse
che questo motivo è presente anche in Matteo/Marco, poiché proprio
dopo la morte di Gesù il centurione esclama: «Veramente quest'uo
mo era Figlio di Dio/giusto». In realtà, in Luca il riconoscimento è
descritto in modo più sistematico e si estende a tutti i personaggi - ec
cettuate le autorità religiose ebraiche -, a partire dal processo fino alla
morte di Gesù. E di che cosa si dà riconoscimento? Dell'innocenza
di Gesù. Nel corso delle scene, è agevole evidenziare le reazioni che
La tipologia nel racconto lucano 143
personaggi tipi di
riconoscimento
gue innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi
ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».
144 Capitolo 5
2. LA TIPOLOGIA IN Le 24
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
La tipologia nel racconto lucano 145
miracoli che egli aveva operato e quelli di Mosè, Elia ed Eliseo, tra
le sofferenze che egli aveva subìto e quelle dei profeti, in particolare
di Geremia, ma anche dei giusti perseguitati dei salmi di supplica.
Da queste somiglianze - le synkriseis - essi hanno compreso che, pur
essendo il Messia, egli apparteneva autenticamente alla stirpe pro
fetica e, progressivamente, che egli era la figura in cui si compivano
tutte le Scritture.
2 Re 2 Lc 24,50-52
Allora, scendendo, egli [il sommo sacer- Poi [Gesù] li [i discepoli] condusse fuori
dote Simone] alzava le mani su tutta l'as- verso Betà nia e, alzate le mani, l i bene-
semblea dei figli d'Israele, per dare con disse. Mentre li benediceva, si staccò da
le sue labbra la benedizione del Signore loro e veniva portato su, in cielo.
e per gloriarsi del nome di lui.
2 1Tutti siprostravano di nuovo per riceve- 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi
re la benedizione dell'Altissimo. tornarono a Gerusalemme con grande
gioia [ . . . ] .
Come mostra Gen 48,8-20, in cui ritroviamo gli stessi termini di Sir
50 e Le 24, il vocabolario della benedizione era usato solo dai sacer
doti. Inoltre esistono due difficoltà principali che vietano un vero e
proprio parallelismo fra il sommo sacerdote e Gesù ! La prima è che,
in Sir 50, i fedeli si prosternano davanti a Dio e non davanti al sommo
sacerdote, mentre in Le 24 è Gesù ad essere oggetto di adorazione,
come Dio. ll lettore lo avrà senza dubbio notato; il verbo usato - in
greco, proskynein - ha Gesù come complemento soltanto alla fine
del macra-racconto, poiché, essendo risorto, glorioso, egli è ormai
Signore (Kyrios) e condivide l'onnipotenza di Dio. Prima di Le 24,
il narratore non ha mai detto che uno dei personaggi del racconto si
prosternava davanti a Gesù, poiché Gesù stesso aveva dichiarato du
rante il suo soggiorno nel deserto che si doveva adorare (proskynein)
Dio solo (Le 4,8 che cita Dt 6, 13 ).
Una seconda difficoltà, che non riguarda i personaggi, ma il con
testo, rende ugualmente improbabile la tipologia sacerdotale. Certa
mente, si dice che, dopo l'ascensione di Gesù, i discepoli ritornano
a Gerusalemme e stanno sempre nel tempio a lodare Dio (Le 24,53 ).
Però, quando Gesù li benedice, né loro né lui sono nel tempio, men
tre la benedizione del sommo sacerdote è sempre impartita in questo
luogo santo. Lo spostamento è importante e lascia intendere che è
escluso che si possa interpretare in modo sacerdotale la benedizione
data sul monte degli Ulivi. Senza dubbio è bene ricordare qui ciò
che fu detto del monte degli Ulivi al momento della presentazione
dell'ingresso a Gerusalemme in Mt 2 1 15 •
L'uso che il narratore lucano fa della tipologia vieta infine di vedere
in Gesù l'antitipo dei sommi sacerdoti dell'AT. Lo abbiamo visto, il
suo modo di proceda-e infatti è ripetitivo; le allusioni ai personaggi
del passato biblico presentati come tipi di Gesù si trovano dissemi
nate lungo tutte le sezioni del suo racconto; Luca ha l'abitudine di
ritornare più volte sugli stessi figuranti, esclusivamente o quasi -
-
1� Cfr. p. 93 .
150 Capitolo 5
Conclusioni
16
Oltre a Gen 48,8-20, in cui ritroviamo le stesse parole (benedire, mano, proster
narsi) , si veda, per esempio, la benedizione pronunciata da Salomone in 1 Re 8,14 ( 2 =
Cr 6,3 ) . Sebbene i gesti non siano attribuiti agli stessi personaggi, troviamo anche in Ne
8,6 alcuni termini comuni a Sir 50,20-2 1 e a Le 24,50-52, termini che sono indicativi di
uno stesso sfondo cultuale: «Esdra benedisse il SIGNORE, Dio grande, e tutto il popolo
rispose: "Amen, amen", alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia
a terra dinanzi al SIGNORE». Cfr. anche Il libro di Giuseppe e Aseneth 17,5-6.
La tipologia nel racconto lucano 15 1
Alla fine del percorso, senza dubbio è utile ricordare che la tipolo
gia non è il solo metodo usato dai tre vangeli sinottici per costruire il
loro protagonista Gesù. Ma, anche se, a causa della sua discrezione,
essa resta ignota a molti lettori, nondimeno è lo strumento senza il
quale la cristologia dei narratori ne avrebbe risentito in termini di
forza ed estensione. Si dirà però: la morte di Gesù non fu confessata
come salvifica subito dopo la risurrezione? E i primi discepoli non
lessero Is 53 in questo modo, ancora prima che i Sinottici ricorressero
all a tipologia salmica e profetica? La fede fu la prima, ma affinché si
potesse dire che il Messia doveva soffrire per entrare nella sua gloria,
bisognò mostrare nondimeno che Gesù apparteneva veramente, a
motivo del suo agire e della sua morte, alla stirpe dei profeti.
Affin ché Gesù fosse riconosciuto come Messia sofferente e rifiu
tato, Marco, Matteo e Luca sono così dovuti ricorrere alla tipologia:
questa è stata la tesi sviluppata nel corso dei capitoli precedenti.
Ciò significa, ripetiamolo, che la tipologia dei Sinottici è subordinata
all'anagnorisis, e che senza il suo uso non ci sarebbero mai stati dei
racconti evangelici.
Detto ciò, siccome quasi tutti gli studi sulla tipologia biblica, incen
trati sulla relazione tra il figurante veterotestamentario e il figurato
neotestamentario, vedono nel primo un annuncio, un'anticipazione,
o addirittura una preparazione del secondo che, per la sua superio
rità, porta a compimento il primo, è importante considerare in modo
154 Capitolo 6
La tipologia di Marco
La tipologia di Matteo
Come Marco, anche Matteo ha seguito il modello salmico per il rac
conto della passione. Ma se per Marco il modello salmico permetteva
di fare a meno di ogni anagnorisis orizzontale - quella del popolo,
ma anche quella dei discepoli -, per Matteo lo stesso modello servì
piuttosto per mostrare che gli Israeliti non potevano andare oltre nel
loro rifiuto delle vie di Dio.
Quanto alla tipologia profetica, essa ha permesso al narratore
matteano di mostrare che, lungi dal contrapporsi, il riconoscimento
- l'anagnorisis e il rifiuto dovevano andare di pari passo per con-
-
.
fermare l'essere-profeta di Gesù.
Anche la tipologia matteana è mosaica. Grazie ad essa, è stato
possibile descrivere Gesù come l'antitipo del Mosè legislatore di cui
egli porta alla perfezione i precetti, ma anche fare del libro in cui sono
trasmesse le sue istruzioni la carta del discepolo.
Matteo comincia e termina il suo racconto con la tipologia regale;
essa gli servì per mostrare che, se Gesù non fu riconosciuto come re/
messia, è a causa della disobbedienza cronica del suo popolo.
La tipologia di Luca
Ricordiamo che la lettura tipologica di Luca cerca prima di tutto
di mostrare che Gesù appartiene alla stirpe profetica, a causa delle
sue azioni e delle sua morte violenta, e molto meno di lasciar inten
dere che Gesù è superiore ai profeti che lo hanno preceduto. In altri
termini, la tipologia lucana si basa innanzitutto sulle synkriseis, e
praticamente non sulla relazione preparazione/compimento, e an
cora meno sulla coppia ombra/realtà.
Matteo e Luca seguono due modelli diversi per la passione. TI pri
mo riprende il modello marciano delle suppliche dei giusti perse-
156 Capitolo 6
1 Ho mostrato in Gesù, una vita da raccontare che, per la prima generazione cristiana
(un gruppo ancora sconosciuto e non ancora in vista), una biografia di Gesù era il solo
mezzo per rispondere alle critiche provenienti dall'esterno.
La tipologia dei Sinottici 157
6 Mt 5 ,22 .28.32.34.39.44
La tipologia dei Sinottici 159
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Indice degli autori
Introduzione.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
I. Tipologia salmica 64
l. Racconto della passione e tipologia salmica 64
2. Allusioni a Geremia nel racconto della passione 68
II. Tipologia profetica 70
l. I profeti in Matteo 70
2. Il profeta Geremia in Matteo 73
III. Tipologia mosaica 76
l. Il vangelo dell'infanzia: Mt 1,16-2,23 77
2. Il discorso della montagna: Mt 5-7 79
3. La carta del discepolo: Mt 28,16-20 82
Iv. Tipologia regale 87
l. I titoli regali 87
2. I.;ingresso di Gesù a Gerusalemme 89
Conclusioni 96
Abbreviazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163