Teognideo nasce a Siracusa e cerca di ottenere i favori del tiranno di Siracusa, Gerone II, ma
gli nega il sussidio economico che era necessario per fare poesia, si stabilì dapprima a Cos,
dove entrò in contatto con Filita e Nicia e in seguito ad Alessandria dove trovò finalmente un
mecenate in Tolomeo Filadelfo.
Come tanti suoi contemporanei lo scopo della sua vita è studiare, una ricerca una ricerca
condotta in qualche modo remunerata, ma Siracusa non ha le risorse di cui dispongono i
Tolomei e Alessandria (museo dotato di biblioteca che si sta riempiendo e la più fornita del
mediterraneo).
Questi due spostamenti sanciscono il successo accademico di Teocrito perché non tutti gli
intellettuali venivano accettati e accolti in quella che era la più importante istituzione allora
esistente.
Anche sulla morte abbiamo pochissime informazioni
Il corpus teognideo comprende 20 epigrammi, raccolti in un'elegia.
Oltre a questi ci sono 30 idilli, iltermine idillio viene dal greco eidos.
Inizialmente questo termine un genere oppure indica un singolo componimento ed in seguito il
significato di quadretto "piccolo componimento".
Il termine idillio utilizzato da Leopardi che con questo termine indica buona parte della sua
produzione poi non è un termine teognideo e non sappiamo con precisione come Teocrito
designasse i suoi componimenti ed è un termine che entrato poi nella terminologia
successivamente.
Si tratta di un nuovo periodo di tendenza alla sperimentazione, di rinnovamento per quanto
riguarda le opere letterarie, in cui gli scrittori rompono gli schemi tradizionali per mescolare
argomenti.
Si riparte dalla poesia popolare siciliana, dalla tradizione delle gare poetiche tra pastori e le
trasforma il secondo secondo lo stile ellenistico.
Scriverà in esametri, utilizzando il dialetto dorico talvolta contaminato da quello ionico, vi sono i
richiami alla poesia amorosa di Saffo Alceo e poi vi sono riferimenti alla poesia callimachea
l'apparente semplicità e rifiuto l'epos
Allora vi era un vivace dibattito letterario.
Da una parte vi erano coloro che sostenevano lo stile di Omero più tradizionale dall'altra parte vi
erano coloro che sostenevano invece non si è più leggero e semplicità di complimenti è
caratterizzato dalla levigatezza formale simile a Catullo eccetera.
Questo stile viene poi applicato ai argomenti tipici della poesia pastorale.
ovviamente il tema principale è quello dell'amore pastorale descritto in modo molto realistico.
All'interno di questo mondo ovviamente il pastore è protagonista.
La vita dei pastori viene rappresentata anche questo modo molto realistico, un locus amoenus
separato dalla realtà, una natura ridente, in cui abitanti della città sente le nostalgie di una vita
semplice.
Il primo componimento tratto della morte di dafni, come far aprire Virgilio.
Il secondo complimento trust dell'amore infelice di Titiro per Amarillide.
il sesto dell'undicesimo tratteranno dell'amore di Polifemo per Galatea.
Anche Virgilio tratterà il tema dell'amore infelice nelle sue egloghe.
Peraltro il terzo idillio di Teocrito è un "lamento presso la porta" un lamento dell'amante presso
la porta chiusa del traditore dell'amante.
Nel Quintilio viene ripreso il tema della gara poetica fra pastori sotto la forma di botta e
risposta, anche Virgilio dedicherà una parte dell'opera al topos della agone poetico.
Virginia però non tratterà solo i temi della tradizione siciliana ma anche temi più attuali più vicino
alla sua esperienza.
La nona ecloga tratta della minaccia alla serenità del Popolo pastorale esprimendo tutta la sua
avversità nei confronti di quelle che erano state le espropriazioni che lo avevano coinvolto in
prima persona durante le guerre civili oppure nella quarta tratterà il ciclo cosmico collegato alla
nascita di un puer.
Anche la stessa parlerà del valore importante della poesia.
Non solo sono temi solo teocritei.
Per quanto riguarda il pastore tir si narra la morte e la trasfigurazione di dafni in cambio di alcuni
doni, tra i quali una coppa, questa coppa con delle descrizioni che occupano 30 versi.
Tipico della poesia per serale il ritornello c'è una formula che ritorna, in questo caso sulla morte
di Dafni, che é rimpianto da tutta la natura e dagli animali.
Mi sono due versioni di questo mito.
La prima versione è quella di stesicoro secondo la quale dafni viene accecato da un da ninfa il
primo si rifugia nella poesia poi un certo punto preso da un momento di sconforto si butta da
una rupe.
La seconda è quella di teocrito secondo la quale colpisce da fine di un amore travolgente e
Dadni pur di non cedere a questo amore preferisce la morte.
E poi ci sono le talisie, che derivano dal termine che significa germogliare, e sono delle feste
della fertilità in onore di Demetra.
In quest'opera il protagonista è un nobile cittadino che si sta recando a queste feste con due
amici e di incontra Nicida (?) incontra un pastore ed iniziano a scambiarsi i canti pastorali,
sempre sull'amore infelice.
Quello di Nicita è un canto per il buon viaggio del giovane.
Alla fine donerà a Nicida un bastone pastorale e questo gesto è quello dell' investitura poetica
che un topos.
E però comunque diverso perché è un uomo a dare il bastone e non una musa o un Dio e
soprattutto Nicida è già un poeta e solitamente l'investitura poetica all'inizio della sua carriera
quando si è giovani.
l'autore si identifica nella figura di Simitida e vuole conferire con la investitura poetica dignità a
questo nuovo genere e soprattutto vuole reclamarne la paternità.
L'invito che rivolge a Nicida suona bucoliazomeza
cioè un canto pastorale intonato.
Nicida afferma che la sua poetica è quella callimachea e che non vogliono pretendere di
confrontarsi con la poesia omerica ed aderire alla poetica antica.
VIRGILIO
Nell'incipit della quarta egloga invoca le Muse.
L'invocazione alla musa una prerogativa della poesia alta, infatti questi non sono musica
qualsiasi ma sono un muse siciliote, cioè greche della Sicilia.
Perché si sta rivolgendo alle Muse di teocrito.
Teocrito di Siracusa esorta a cantare con lui "cose un po'più grandi".
Quindi si ribadisce che la poesia pastorale è nella gerarchia dei generi poetici il genere che sta
più in basso.
Naturalmente una falsa modestia perché ritenevano che teocrito avesse nobilitato il genere.
non a tutti piacciono o sono graditi cespugli le basse tamerici cioè non a tutti piace la poesia
pastorale.
Almeno i boschi siano degni di un console come se si dedicasse idealmente il componimento
idealmente ad un console e si auspichi che il linguaggio,i toni e gli argomenti siano un po' più
elevati.
Il console è console è in carica nel 40 avanti Cristo, Pollione.
L'intero componimento si presenta come una celebrazione dell'imminente ritorno dell'età
dell'oro.
Formulata questa celebrazione nei modi allusivi e spesso oscuri delle profezie oracolari.
Gli oracoli non parlano chiaro vogliono essere interpretati e si esprimono con un linguaggio
volutamente oscuro.
Infatti qui si legga il ritorno dell'età dell'oro alla nascita di un puer.
Si dice che questo puer che sta per nascere sarà lui artefice del ritorno ad una condizione in cui
non c'è lavoro anche perché il lavoro è tutto ciò che ad esso collegato viene percepito con una
violazione, come un'oltraggio fatto alla natura.
non si lavorerà e si dovrà quindi in un felice stato di natura, che è anche il fine ultimo della vita
etica secondo Epicuro.
quindi la descrizione dell'età dell'oro si carica, proprio come locus amoenus, di forti significati
simbolici.
Da un lato ci riporta alla vita del sapiente epicureo, dall'altra parte l'età dell'oro cioè l'Eden è
caratterizzato dall'assenza di qualunque conflitto, quindi è la quintessenza della pace.
E quindi ci richiama a quell'altro tema, quello del conflitto della storia e della pace che
costituisce l'aspirazione ultima, così forte da potersi tradurre nei termini di una profezia.
Resta il problema di capire chi sia questo puer di cui non ci viene detto nulla probabilmente
anche perché i lettori di Virgilio capivano implicitamente di chi si trattasse.
E quindi le ipotesi sono: che si trattasse del figlio di pollione che stava per nascere, che si tratti
invece di di un figlio di Ottaviano che invece poi non è mai nato o non è sopravvissuto.
Ma i riferimenti sono così vaghi che a partire da questa quarta egloga che di Virgilio si è
appropriata la cristianità medioevale per annunciare la nascita di Cristo, perché questo puer
potrebbe addirittura essere Gesù, ilcui in cannarsi avrebbe aperto il percorso l'umanità per il
paradiso terrestre.
Il mito dell'età dell'oro è per moltissimi aspetti sovrapponibile al mito biblico del paradiso
terrestre.
Corrisponde al passaggio dall'età dell'oro all'
età argentea, a quella che Esiodo chiama l'età del ferro.
Questa quarta egloga e inoltre una rapida sintesi della Teogonia di Esiodo.
Questa ripresa di Esiodo significa allearsi alle indicazioni di Teocrito e Callimaco, che
rivalutavano Esiodo in una prospettiva anti-epica.
Chiunque contesti l'attualità della poesia epica perché troppo lunga non può che trovare in
Esiodo il giusto autore di riferimento (molto brevi, circa un migliaio di versi).
Il primo a polemizzare con l'epica di stampo omerico è stato Esiodo che ha scritto due poemi
che pur avendo lingua e metro omerico hanno argomenti profondamente diversi ed una
lunghezza enormemente inferiore.
Ci sono alcuni passaggi di questa ecloga in cui si dice: la terra farà spuntare per te
volontariamente (vv.18) ogni sorta di fiore e pianta per rendere omaggio alla tua culla, le
caprette torneranno agli ovili con le mammelle piene di latte e pascoleranno insieme le pecore e
i leoni, perirà anche il serpente.
Un accenno come questo può aver facilmente stimolato i cristiani a pensare ad un riferimento
biblico.
E successivamente (v.40) si dice che quando il puer sarà diventato grande, quello sarà il
momento in cui il ritorno all'Eden si compirà pienamente.
Nessuno costruirà navi, come la nave Argo per solcare i mari, il che significa violare il mare così
come la terra non sopporterà più gli aratri né levigne dovranno più sopportare la falce.
Non ci saranno giochi peritori e non si tingeranno più i tessuti.
Una rapida rassegna, presa da molti componimenti precedenti, delle attività umane.
Addirittura le pecore produrranno già lana colorata.
Si conclude sempre con un'esortazione al puer (v.70).
Incomincia bambinetto a riconoscere la madre e poi non chiaro "risu" intendibile come "con il
sorriso", quindi riconosciuta "sorridendole", oppure "dal sorriso", dal modo in cui lei ti sorride.
Alla tua madre 10 mesi hanno procurato lunghi tormenti (gravidanza, per i 10 mesi lunari, la
durata di un ciclo mestruale 28 giorni).
Riprende in anafora "inci parve puer" e "cui non risente parentesi" che è una relativa prolettico.
Né un Dio ha considerato degno della sua mensa né una dea ha considerato degno del suo
letto colui al quale i genitori non hanno sorriso.
Oppure colui che non ha sorriso alla madre questo non …
Un'infanzia felice, allietata dall'amore dei genitori è la condizione indispensabile per diventare
grandi.
Essere invitati alla tavola di un Dio o fare innamorare una dea sono gli elementi che
contraddistinguono gli eroi del mito.
La grandezza eroica nasce nella culla, si collega alla felicità dell'infanzia, le piccole cose sono
quelle che costruiscono la grandezza.