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Trattato ceca, durata di 50 anni, scaduto nel 2002. Non più ceca!
-Firma del trattato: consenso dato da rappresentanti dello stato alla conclusione di un
trattato al termine dei negoziati(non vincolante per paesi)
-Ratifica del trattato: manifestazione formale del consenso dello stato a vincolarsi con
il trattato secondo regole precise.
Dal 1957 la cee e l euratom cominciano una forte evoluzione per interazione e
collaborazione
1)comunità europee
Però sin dal 1960 gran bretagna continuava a chiedere l ingresso nella comunità
europea(in prima battuta questa richiesta venne respinta dalla Francia).
Fino a metà anni 70 Grecia non ebbe possibilità di entrare. Nel 1981 entrò.
Portogallo e spagna entrarono nel 1986 con la ratifica nella comunità europea.
Erano tre paesi fondamentali per poter prendere trattative con paesi marittimi.
(motivazioni economiche e commerciali)
Criteri di Copenaghen dovuti agli ultimi due ingressiparametri che stai membri UE
hanno fissato nel consiglio europeo di Copenaghen a fine anni 90 tre criteri da
imporre agli stati candidati all’ingresso dell’UE per poter entrare.
Solo queste entità sono istituzioni. Gli altri sono organi. Le istituzioni hanno potere di
auto organizzazioni sui loro compiti; hanno potere di auto regolamentazione; in ogni
caso le istituzioni devono agire secondo competenza dei trattati, se no
comportamento può essere sindacato; principio di leale collaborazione
reciproca(devono rispettare gli ambiti di competenza); operato istituzioni deve essere
indirizzato a garantire la coerenza, l’efficacia e la continuità dell’azione dell’unione
europea.
IL PARLAMENTO EUROPEO
Idea del legislatore europeo doveva individuare una procedura uniforme per tutti gli
stati membri x quanto riguarda le elezioni.
Decisione n 772 del 2002 del consigliofissate norme minime comuni per procedura
elettorale dei membri del parlamento.
CONSIGLIO EUROPEO
È una Istituzione europea. Dall’inizio anni 60 i capi di stato dei primi paesi membri
decisero di incontrarsi in vertici per discutere dei problemi. Dal 1974, vertice di parigi,
i vertici dei capi di stato si qualificano come consiglio europeo. Nel 1992 il consiglio
europeo viene formalizzato sul trattato. Dopo la riforma di mastricht diventa organo e
non istituzione dell’unione europea. Solo con il trattato di Lisbona il consiglio europeo
diventa una istituzione dell’UE.
Prima di trattato di Lisbona 2 volte anno si incontrava e non aveva sede fissa.
Consiglio, dove non deciso dal trattato, delibera per consensus( deliberazioni
adottate dopo una discussione e non ci siano problematiche espresse). In assenza di
obiezioni espresse.
1) Unanimità
3) Maggioranza qualificata
Prima di Lisbona il presidente durava sei mesi e era scelto in base allo stato che
era a capo.
Deve risiedere nel consiglio e far si che tutto vada secondo norme, riferire al
presidente e mediare fra le parti.
Inoltre è possibili che vengano pubblicate delle Conclusioni della presidenza che
riassumono quanto deciso nel consiglio europeo in sede di riunione. È possibile che
vengano adottate dal consiglio delle Decisioni x quanto riguarda scelte importanti
da prendere.(ci sono due ipotesi di decisioni che possono essere prese dal consiglio
europeo).
PROCEDURE DI VOTO materia del voto nel consiglio è fondamentale. Regola per
decisioni è quello della maggioranza qualificata(può essere diverso solo se
espresso nel trattato di Lisbona. Esempio unanimitànon preclusa da astinenza da
parte di uno stato; astensione costruttiva possibilità che uno stato ha per
motivare il suo dissenso a una mozione. Ha dei limiti, superato 1/3 degli stati
membri la decisione del consiglio non può essere adottata).
LA COMMISSIONE EUROPEA
FUNZIONI COMMISSIONE:
Corte di giustizia dell’UE, con la sentenza “Van ghen den loos”, sottilineò che
l’ordinamento dell’UE è autonomo e distinto dall’ordinamento degli stati membri, è
cioè un complesso di norme e soggetti che deve essere considerato in maniera
autonoma e distinta da quello degli stai membri. Oltre questo la corte di giustizia disse
che i soggetti non siano soltanto gli stati ma anche i cittadini(anche i privati, persone
fisiche o giuridiche) anche i singoli sono destinatarie di diritti e di obblighi.
Le fonti del diritto dell’UE sono distinte per importanza in base a dove sono poste
abbiamo un diritto primario e un diritto secondario o derivato
- Diritto secondario o derivato tutti gli atti più specifici che trovano base nei trattati e
che sono adottati da istituzioni europee. Il diritto derivato prende diversi nomi in base
alle forme che deve assumere(pareri, raccomandazioni, norme….)
Sui trattati ci sono stati diversi dibattiti riguardo a come essi dovessero essere
considerati(se come vere e proprie costituzioni o semplici norme). La Corte di giustizia
dell’UE ha espresso il seguente verdetto: i trattati sono una carta costituzionale di una
comunità di diritto la corte non dice che i trattati sono costituzioni ma vuole far
capire come si distinguano da meri trattati internazionali per le loro specifiche
tendenzialmente costituzionali 1) i trattati prevedono gli organi e le metodologie
delle loro norme(fissazione criteri e organi che devono interpretarli)ci sono diverse
interpretazioni per i trattati(interpretazione di carattere sistematico valutare e
analizzare le disposizioni dei trattati in base al contesto nelle quali sono inserite;
interpretazione teleologicodare priorità alla finalità/scopo che una norma persegue).
L’interpretazione dei trattati deve essere indirizzata al processo di integrazione
europea.
I principi generali sono quelle norme sulle quali poggia tutto l’ordinamento
dell’unione(tutte le norme più specifiche adottate dall’UE devono rispettare questi
principi). Molti principi sono propri dell’ordinamento dell’unione europea. Esempi
principi generali: art 18 trattato sul funzionamento UE principio di uguaglianza o
divieto di discriminazione: in base a criteri(sesso, età …). Altro principio è quello di
leale cooperazione tra le istituzioni e gli stati e viceversa ci deve essere una leale
cooperazione per il raggiungimento degli obiettivi posti dal trattatointegrazione
europea.
Principi generali sono importanti perché sono la base delle fonti dell’UE, ma anche
perché diventano fondamentali come criteri interpretativi rispetto ai quali orientare la
valutazione e l’interpretazione dell’UE e degli atti da questa adottati; rappresentano
anche limiti all’esercizio delle funzioni delle istituzioni europee; rappresentano
fondamentali garanzie per i soggetti dell’ordinamento dell’UE(chi si appella a questo
può vedere più tutelati i propri diritti).
TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI come aspetto dei principi generali norma art 6
trattato UE(ultimo paragrafo): i diritti fondamentali fanno parte dell’ordinamento
dell’UE come principi generali. I diritti fondamentali vanno inseriti nel più vasto
insieme dei principi generali.
La tutela dei diritti è stato sempre origine di dibattito perché nulla prevedeva una
tutela dei diritti(nei trattati). Dal 1992 con trattato mastricht e trattato UE(introduzione
art 6) si affrontò la tutela dei diritti fondamentali all’interno dell’UE. Art 6 prevedeva
che UE si obbligava al rispetto dei diritti fondamentali delle libertà dell’individuo dei
principi di democrazia e uguaglianza. A fronte della formulazione dell’art 6 mancava,
nell’ordinamento dell’UE, un catalogo dei diritti(elenco dei diritti tutelati dall’UE non
esisteva. Non c’era atto dell’UE che indicava quali e come fossero tutelati i diritti).
Lacuna colmata con richiamo a diverse fonti dei diritti fondamentali art 6 dice che i
diritti fondamentali dovevano essere desunti dalle tradizioni costituzionali degli stati
membri(principi costituzionali e diritti fondamentali garantiti nelle costituzioni degli
stati membri) e dalla convenzione europea dei diritti dell’uomo(atto internazionale che
è stato adottato e approvato nell’ambito del consiglio d’Europa organizzazione
internazionale.) si trovava la fonte dei diritti fondamentali al di fuori
dell’ordinamento dell’unione. Nel 2000 lacuna colmata, in prossimità del consiglio
europeo di Nizzaparlamento, consiglio e commissione proclamarono
congiuntamente la carta di Nizzacarta dei diritti fondamentali dell’unione
europeaè l’atto che mancava nell’unione europea per la tutela dei diritti
fondamentali. Fino al trattato di Lisbona questa carta ha avuto valore interpretativo,
ma non era giuridicamente vincolante dopo entrata in vigore trattato di Lisbona
diventò vincolantestabilisce al primo paragrafo art 6, la carta dei diritti fondamentali
dell’UE ha lo stesso valore giuridico dei trattati è tanto quanto i trattati diritto
primarioformalmente la carta non fa parte del trattato: non è stata incorporata al
trattato né è stata allegata ad esso, è un atto a sé stante. Valore giuridico
fondamentale. La carta dei diritti fondamentali dell’UE deve essere interpretata e letta
alla luce delle SPIEGAZIONI ad essa allegate per ogni art c’è una spiegazione per
interpretare la carta. Applicazione carta è diversificata per gli stati membri.(gran
bretagna e poloniaprotocollo 30 applicato a questi due stati membri).
Rapporto tra carta dei diritti fondamentali dell’UE e convenzione europea dei diritti
dell’uomo(sono 2 atti)norma per chiarire rapportoart 52, paragrafo 3fissa criteri
interpretativi della carta: i diritti sanciti all’interno della carta devono essere
interpretati anche alla luce della convenzione europea dei diritti dell’uomo e della
giurisprudenza che ha interpretato la convenzione stessa(sentenze che hanno
applicato e interpretato gli art della convenzione europea dei diritti dell’uomo). I diritti
tutelati dall’UE devono essere garantiti quantomeno in misura equivalente a quanto
previsto in sede di convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’UE può garantire
tutela maggiore ma mai minore.
1) Atti tipici definiti tali in quanto sono espressamente disciplinati dal trattato(art
288 trattato sul funzionamento dell’UE)
2) Atti atipici tutte le fonti dell’ordinamento dell’unione che non sono previste dal
trattato/che non trovano disciplina nel trattato ma che possono derivare da una
prassi istituzionale o perché un’istituzione ha nel tempo elaborato l’abitudine di
adottare una certa tipologia di atti(es: libri bianchi e libri verdi della
commissione europeasono dei report che elabora su tematiche specifiche per
manifestare la propria posizione in materia e sollecitare le future politiche
dell’unione.
ATTI TIPICI ART 288(elenca i principali atti tipici) del trattato sul funzionamento
DELL’UE:
• Regolamenti
• Direttivi
• Decisioni
• Pareri
• Raccomandazioni
Art 288 oltre a fare l’elenco degli atti ci dice anche quali caratteristiche questi atti
hanno. Ogni atto ha le sue caratteristichequindi quale atto deve essere adottato dal
legislatore europeo per regolare una certa materia? SCELTA DEL TIPO DI ATTO, tre
criteri :
1) Testo del trattato disposizioni del trattato che dicono se il legislatore europeo
deve adottare un regolamento, una direttiva o una decisione.
Problema degli effetti diretti è legato all’estensione di questi effetti questi effetti
diretti operano solo in direzione verticale (le direttive, o per meglio dire le disposizioni
aventi efficacia diretta delle direttive non attuate, operano solo nei confronti e in
relazione ai rapporti giuridici che si instaurano tra i cittadini e la pubblica
amministrazione. Rapporto verticale perché il cittadino è subordinato alla pubblica
amministrazione( questo perché la pubblica amministrazione esercita diversi
poteri(potere coercitivo, potere di certificare….)che il singolo non ha e non può avere).
Almeno formalmente il cittadino è in rapporto verticale con la pubblica
amministrazione. Questi effetti non operano in direzione orizzontale(rapporti equi
ordinati tra privato e privato) ma solo in senso verticalemonodirezionale: solo il
cittadino può far valere l’efficacia diretta della direttiva.
Spetta alle istituzioni nazionali rispettare gli obblighi che derivano in capo all’Italia
dall’appartenenza all’unione europea e adeguare/adattare l’orientamento/norme
nazionali al disposto europeo. In questo caso l’adeguamento dell’ordinamento interno
ai parametri normativi fissati dall’UE, dipende dalla attività delle istituzioni interne e
rappresenta un obbligo in capo alle medesime( uno dei doveri è quello di applicare in
maniera puntuale e corretta il diritto dell’unione).
Principale strumento di adattamento di cui l’ordinamento italiano si è dotatoLEGGE
COMUNITARIA: a seguito del trattato di Lisbona la legge comunitaria è in fase di
riforma.(continuiamo a considerare la disciplina in vigore) prevista dalla legge
buttiglione del 2005 che ha riformato, per la legge comunitaria, una precedente
normativa chiamata legge la pergola.(anni 80). Legge 2005 legge comunitaria è una
legge che annualmente, entro 31 di gennaio, deve essere adottata dal parlamento
italiano.(provvedimento a cadenza annuale)Italia cerca di adempiere agli obblighi
che le derivano dall’appartenenza all’UE. È una sorta di legge calderone nella quale
sono inserite una molteplicità di norme che consentono l’adattamento del diritto
italiano al diritto europeo.(legislatore italiano raccoglie gli obblighi ai quali l’Italia non
ha ancora adempiuto; cerca di raccogliere sotto lo stesso cappello normativo più
obblighi possibili ai quali adempiere; cerca di approvarli attraverso l’annuale legge
comunitaria.) parliamo di due macro categorie di obblighi:
2) Obblighi di origine giurisprudenziale tutti gli obblighi che derivano in capo allo
stato dalle sentenze della corte di giustizia
Tripartizione di categorie:
L’UE, nelle competenze non esclusive, può intervenire solo nella misura
in cui possa legiferare meglio una certa materia, mentre l’azione degli
stati membri non possano esercitare in maniera efficace la propria
potestà normativa. Questo è l’unico caso in cui l’UE può
intervenire(quando gli stati non sono in grado di legiferare al meglio).
- Articolo 352 può essere applicato solo nel momento in cui l’esercizio
di questo potere mancante sia necessario per il perseguimento degli
scopi dell’unione e non deve potersi individuare, nell’ambito del
trattato, una differente base giuridica(se vi fosse una base giuridica
riconducibile a quel potere, quella dovrebbe essere invocata e non
l’articolo 352).
Tematica del primato del diritto dell’UE sui diritti interni riguarda la dinamica e i
rapporti tra le norme europee e quelle nazionali. Il primato è un principio essenziale
che riguarda solamente le norme europee dotate di applicabilità diretta o di efficacia
diretta. Sono escluse tutte le norme non idonee ad esercitare effetti giuridici
immediati e diretti negli ordinamenti interni.
Caso della corte costituzionale italiana è emblematico la prima sentenza sulla quale
la consulta si pronunciò riguarda lo stesso caso della corte di giustizia, Costa vs Enel.
La corte di giustizia affermò il primato del diritto dell’unione, ma la corte costituzionale
applicò un diverso modo di ragionare: sottolineò come i trattati istitutivi delle
comunità europee abbiamo avuto attuazione, nell’ordinamento italiano, mediante una
legge di ratifica(ordinaria, pari a qualsiasi altra legge) di conseguenza per la corte
costituzionale deve applicarsi per quella legge il PRINCIPIO DELLA SUCCESSIONE DI
LEGGI NEL TEMPO in presenza di più disposizioni normative successive nel tempo,
quelle più recenti derogano alle precedenti(le più recenti prevalgono sulle precedenti).
Così la corte sottolineò come il legislatore italiano, intervenendo anche su questioni
previste e disciplinate dal trattato e dalla normativa europea, poteva derogare a
quest’ultime adottando leggi successive a contenuto differente rispetto al trattato. Nel
1975 la corte costituzionale fece un piccolo passo avanti: sottolineò come la normativa
di recepimento del trattato fosse fondata sull’articolo 11 della carta costituzionale
consente all’Italia di attribuire sovranità alle organizzazioni internazionali. È l’articolo
in base al quale è stata giustificata l’attribuzione di sovranità all’unione europea ( in
particolare la cessione di sovranità e di competenze sulle materie espressamente
attribuite alla potestà normativa dell’unione stessa). La normativa europea, in forza di
questo legame con l’art 11, si poteva ritenere che avesse una maggiore forza
nell’ambito dell’ordinamento interno. Questa considerazione portò a due conseguenze:
All’art 11 a partire dal 2001 si è aggiunto un nuovo articolo della costituzione che
richiama espressamente gli obblighi che derivano in capo all’Italia dalla dimensione
internazionale art 117 che per la prima volta cita espressamente gli obblighi
derivanti dall’unione europea. Pertanto anche questo articolo viene oggi considerato
parametro di costituzionalità delle eventuali norme nazionali contrastanti con il diritto
europeo.