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• Conoscenze: indicano il risultato dell'assimilazione di informazioni attraverso l'apprendimento.

Le conoscenze sono l'insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o
di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche; la conoscenza si compone
di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per
comprendere un certo settore o argomento;
• Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a
termine compiti e risolvere problemi; le abilita' sono descritte come cognitive (uso del pensiero
logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l'abilita' manuale e l'uso di metodi,
materiali, strumenti);
• Competenze: indicano la comprovata capacita' di usare conoscenze, abilita' e capacita'
personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e
autonomia. (2006)
◦ D - Iniziale: l'alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in
situazioni note;
◦ C – Base: l'alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di
possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure
apprese;
◦ B – Intermedio: l'alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie
scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite;
◦ A – Avanzato: l'alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando
padronanza nell'uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni
e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

ASSI CULTURALI: dei linguaggi; matematico; scientifico-tecnologico; storico-sociale.


→ L'asse dei linguaggi ha l'obiettivo di
➔ far acquisire allo studente la padronanza della lingua italiana come ricezione e
produzione, scritta e orale
➔ premessa indispensabile all'esercizio consapevole e critico di ogni forma di
comunicazione, per esprimersi, per comprendere e avere relazioni con gli altri, per
accrescere la consapevolezza di sé e della realtà, per interagire adeguatamente in una
pluralità di situazioni comunicative e per esercitare pienamente e positivamente la
cittadinanza. Le conoscenze fondamentali delle diverse forme di espressione e del
patrimonio artistico e letterario sollecitano e promuovono l’attitudine al pensiero
riflessivo e creativo, la sensibilità alla tutela e alla conservazione dei beni culturali e la
coscienza del loro valore.

➔ Conoscenza di almeno una lingua straniera:


➔ facilitare in contesti multiculturali la mediazione e la comprensione delle altre
culture e favorire la mobilità e le opportunità di studio e di lavoro.
➔ Competenza digitale arricchisce le possibilità di accesso ai saperi, consente la
realizzazione di percorsi individuali di apprendimento, la comunicazione interattiva e la
personale espressione creativa.

COMPETENZE CHIAVE (elaborate dal Parlamento europeo + il Consiglio dei ministri


dell'UE e diffuse nel 2006 con una prima Raccomandazione agli Stati membri riguardo la necessità di
sviluppare un'offerta formativa adeguata al raggiungimento delle competenze chiave (aggiornate con la
Raccomandazione 22 maggio 2018) che preparino i giovani alla vita adulta in un contesto di
competitività globale):
2006 2018
Comunicazione nella madrelingua Competenza alfabetica funzionale
Comunicazione nelle lingue straniere Competenza multilinguistica
Competenza matematica & Competenza matematica e competenze in
competenza di base in scienza e tecnologia scienze, tecnologie e ingegneria
Competenza digitale Competenza digitale
Imparare a imparare Competenza personale, sociale e capacità di
imparare a imparare
Competenze sociali e civiche Competenza in materia di cittadinanza
Spirito di iniziativa e imprenditorialità Competenza imprenditoriale
Consapevolezza ed espressione culturale Competenza in materia di consapevolezza ed
espressione culturali

Patto educativo di corresponsabilità:


è il documento – firmato da genitori e studenti, che enuclea i principi e i comportamenti che scuola,
famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare. È, in sintesi, un impegno formale e
sostanziale tra genitori, studenti e scuola con la finalità di rendere esplicite e condivise, per l’intero
percorso di istruzione, aspettative e visione d’insieme del percorso formativo degli studenti.
Coinvolgendo tutte le componenti, tale documento si presenta dunque come strumento base
dell’interazione scuola-famiglia.
– Apprendimento FORMALE: si tratta di quell’apprendimento che avviene in un contesto
organizzato e strutturato (in un’istituzione scolastica/formativa), è esplicitamente pensato e
progettato come apprendimento e conduce ad una qualche forma di certificazione;

– Apprendimento NON FORMALE: è l’apprendimento connesso ad attività pianificate ma non


esplicitamente progettate come apprendimento (quello che non è erogato da una istituzione
formativa e non sfocia normalmente in una certificazione, ad esempio una giornata di
approfondimento su un problema lavorativo nella propria professione);

– Apprendimento INFORMALE: le molteplici forme dell’apprendimento mediante l’esperienza


risultante dalle attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia, al tempo libero, non è
organizzato o strutturato e non conduce alla certificazione (ad esempio un’appartenenza
associativa).

OBBLIGO SCOLASTICO:

→ obbligo di istruzione 10 anni (L. 296/2006) con il fine di conseguire un titolo di studio di
secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo
anno di età + obbligo formativo (D. Lgs. 76/2005) dopo il compimento del 16esimo anno di età
(assolto l'obbligo di istruzione) permane l'obbligo formativo definito come diritto-dovere all'istruzione
e alla formazione fino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo
anno di età. L'obbligo di formazione può anche essere assolto mediante stipula, a partire dal 15esimo
anno di età, di contratti di apprendistato; frequentazione di corsi di istruzione per adulti presso un
Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA); frequentazione di un corso di IeF di competenza della
Regione.

→ Evasione scolastica = singolo studente minore inadempiente.

→ Dispersione scolastica = fenomeno che riguarda l'insieme dei comportamenti devianti


derivanti dall'ingiustificata assenza dei minori dalla scuola dell'obbligo → Anagrafe Nazionale Studenti
monitora gli abbandoni precoci grazie al dovere delle scuole (statali e paritarie) di aggiornare in tempo
reale la frequenza di ogni singolo alunno accedendo al SIDI (Sistema Informatico dell'Istruzione).

Sistema Nazionale Istruzione = scuole statali + scuole paritarie + scuole private (garantite dall'art. 33
della Costituzione) + enti locali.
Formazione delle classi iniziali (il num. min. e max. può essere incrementato o ridotto del
10% dal DS):

– Infanzia min. 18 max. 26;

– Primaria min. 15 max. 26, elevabile a 27 qualora residuino resti; pluriclassi min. 8 ma. 18; nei
comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze
linguistiche possono essere costituite classi con un numero minimo di 10 alunni;

– Sec. I grado min. 18 max. 27, elevabile a 28 o a 30 (quando si formi una sola classe);

– Sec. II grado min. 27 e max. 30; min. 25 alunni per le sezioni di indirizzo con un solo corso;

– In presenza di disabili il num max. non può superare le 20 unità.

Scuola infanzia: percorso prescolastico, consigliato ma non obbligatorio, per bambini da 3 a 6


anni con possibilità di attivazione di sezioni primavera.

Sistema Integrato di Educazione e Istruzione (Sistema 0-6 anni) si articola in:

– Servizi educativi per l'infanzia (nidi e micronidi + sezioni primavera + servizi integrativi che
concorrono all'educazione dei bambini e soddisfano i bisogni delle famiglie in modo flessibile e
diversificato);

– Scuole dell'infanzia statali o paritarie.

Scuola primaria: primo gradino del primo grado di istruzione. Obbligo di iscrizione a
decorrere dal compimento del 6 anno di età. Orario settimanale a 4 opzioni: 24h; 27h; 30h (27h + 3h di
attività opzionali; 40h (full time) 8h in 5 giorni con incluso orario mensa. Insegnamento obbligatorio
della lingua inglese (L. 53/2003) 1h classi prime, 2h classi seconde, 3h classi dalla terza alla quinta. Le
Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo sono state emanate nel 2012.
Valutazioni espresse in voti in decimi; valutazione del comportamento (e della religione cattolica)
espressa con un giudizio sintetico. Gli alunni non possono essere non ammessi alla classe successiva
anche in presenza di un apprendimento parziale e di risultati non soddisfacenti (la non ammissione è
prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime del Cdc).

Scuola sec. I grado: due modelli orari: 30h (normale); 36h elevabili a 40 su autorizzazione
dell'USR (tempo prolungato). Obbligo insegnamento di 2 lingue comunitarie (inglese 3h + un'altra tra
francese-spagnolo-tedesco 2h). L'anno scolastico è valido quando l'alunno ha frequentato almeno i ¾
dell'orario annuale personalizzato.1 Il voto in decimi dell'esame di Stato deriva dalla media tra il voto di
ammissione e la media dei voti delle tre prove scritte e della prova orale.

L. 107/2015 (Buona scuola) → 8 D.Lgs. attuativi, tutti datati 13 aprile 2017, tra cui da ricordare:
n.60 “promozione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali,
sostegno della creatività”2; n.61 “Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale […] nonché
raccordo con i percorsi dell'istruzione e formazione professionale.”; n.62 “Norme in materia di
valutazione e certificazione delle competenze”; n.66 “Norme per la promozione dell'inclusione
scolastica degli studenti con disabilità”.
Obbligo alternanza scuola-lavoro per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni
delle scuole superiori (tecnici e professionali almeno 400h, licei almeno 200h).

D.P.R 122/2009 + D.lgs 62/2017 → Valutazione studenti e valutazione e certificazione


delle competenze e riforma dell'esame di Stato: valutazione periodica e finale effettuata dal Cdc
presieduto dal DS. I docenti di sostegno contitolari della cattedra partecipano alla valutazione di tutti
gli alunni. La valutazione del comportamento è in decimi e il voto numerico è accompagnato dalla
dicitura in lettere. Per l'ammissione all'anno successivo: frequenza di ¾ dell'orario annuale
personalizzato; voto di comportamento non inferiore a 6/10; voti in ciascuna materia non inferiori a
6/10 (nel caso di insufficienze il Cdc sospende il giudizio → predispone interventi didattici di recupero
al termine dei quali formula il giudizio finale in base ai risultati ottenuti. Per quanto riguarda
l'ammissione all'esame di Stato si aggiunga: superamento prova INVALSI quinto anno; svolgimento
dell'attività scuola-lavoro negli ultimi tre anni; nel caso di un voto inferiore a 6/10 in una disciplina, il
Cdc può deliberare comunque l'ammissione all'esame.
L'Esame di stato consiste in 2 prove scritte3 (max 20 pt) + un colloquio orale (ma 20 pt).

D.Lgs 62/2017 Oggetto e finalità della valutazione e della certificazione:


La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli
alunni, delle studentesse e degli studenti delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di
istruzione e formazione, ha finalità formativa ed educativa e concorre al miglioramento degli
apprendimenti e al successo formativo degli stessi, documenta lo sviluppo dell'identità personale e
promuove la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e
competenze. […] La valutazione del comportamento si riferisce allo sviluppo delle competenze di
1 Per orario annuale personalizzato si intende un monte ore annuale pari al numero di ore di lezione settimanale
previsto dal piano di studi per la singola classe moltiplicato per il numero di settimane di scuola che
convenzionalmente viene fissato pari a trentatré settimane.
2 Art.1 c.1 La cultura umanistica e il sapere artistico sono garantiti alle alunne e agli alunni, alle studentesse e agli
studenti al fine di riconoscere la centralità dell'uomo, affermandone la dignità, le esigenze, i diritti e i valori.
3 Abolita la terza prova.
cittadinanza.

CREDITO SCOLASTICO (ultimi tre anni) → calcolato in base alla media dei voti,
all'assiduità della frequenza, all'interesse, impegno e partecipazione, al comportamento nonché a
eventuali crediti formativi. La somma dei punteggi ottenuti nei tre anni costituisce il credito scolastico
per un max di 40 punti (il D.lgs 62/2017 art. 15 aumenta considerevolmente il suo peso nella
formulazione del voto finale rispetto al precedente credito scolastico che era di max 25pt) ripartiti in
max 12 per il terzo anno, max 13 quarto anno, max 15 quinto anno:

Credito formativo → contribuisce a formare il credito scolastico e proviene da qualificate


esperienze acquisite al di fuori della scuola da cui derivino competenze coerenti con il percorso di studi
e la cui certificazione deve essere presentata al Cdc entro il 15 maggio.

ISTITUTI PROFESSIONALI
Percorsi Istruzione Professionale (parificati a livello legislativo ai percorsi di Istruzione e
Formazione professionale di competenza delle regioni, cosicché lo studente possa il passaggio dall'uni
all'altro non interrompendo la continuità scolastica → es.: uno studente che consegue il titolo
quadriennale IeFP può qualora lo decida completare il suo percorso di istruzione inserendosi al quinto
anno dell'istruzione di secondo ciclo così da poter accedere all'esame di Stato conclusivo).

D.P.R. 87/2010:
L'identità degli istituti professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e
tecnico-professionale, che consente agli studenti di sviluppare, in una dimensione operativa, saperi e
competenze necessari per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento,
considerato nella sua dimensione sistemica per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per
l'accesso all'università e all'istruzione e formazione tecnica superiore.

D.lgs 61/2017:
Le istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionale sono scuole
territoriali dell'innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed
innovazione didattica. […] modello didattico improntato alla 1) personalizzazione educativa – con lo
scopo di rafforzare e innalzare le competenze degli studenti in vista dell'apprendimento permanente a
partire dalle competenze chiave di cittadinanza – e 2) all'orientamento dei progetti di vita degli studenti
con l'obiettivo di migliorare le loro prospettive future di occupabilità favorendone l'ingresso nel mondo
del lavoro. […] Assetto didattico caratterizzato dall'utilizzo prevalente di metodologie didattiche per
l'apprendimento induttivo: esperienze laboratoriali, contesti operativi, lavoro cooperativo per progetti.
[…] Come strumenti per l'attuazione dell'autonomia, oltre alla quota di autonomia e agli spazi di
flessibilità, possono avviare partenariati territoriali per il miglioramento e l'ampliamento dell'offerta
formativa; costituire dipartimenti quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti; dotarsi di un
comitato tecnico-scientifico con funzioni consultive e di proposta. […] Organizzazione didattica in
UdA, riferimento necessario per il riconoscimento dei crediti posseduti dagli studenti. 4 […] Il sistema
dell'istruzione professionale ha la finalità di formare studenti per un saper fare di qualità nel campo del
Made in Italy. […] Il profilo educativo, culturale e professionale si basa su uno stretto raccordo della
scuola con il mondo del lavoro e delle professioni. […] Struttura quinquennale organizzata in un
biennio + un triennio (revisione del precedente due bienni e un quinto anno). […] obiettivo di far
acquisire agli studenti competenze basate sull'integrazione tra i saperi tecnico-professionali e i
saperi linguistici e storico-sociali, da esercitare nei diversi contesti operativi di riferimento. […] La
professionalità (principio che si sostituisce a quello parziale di “qualifica”) che gli studenti acquisiscono
progressivamente nel corso del quinquennio tende a valorizzare la cultura del lavoro, intesa nella sua
accezione più ampia, come l'insieme di operazioni, procedure, simboli, linguaggi e valori, ma anche
l'identità e il senso di appartenenza ad una comunità professionale, che riflettono una visione etica della
realtà, un modo di agire per scopi positivi in relazione ad esigenze non solo personali, ma collettive. Per
corrispondere alle dinamiche evolutive degli assetti economici e produttivi e contribuire ad anticiparne i
relativi sviluppi e fabbisogni è richiesta una preparazione caratterizzata da una fluida integrazione tra
competenze culturali generali e competenze tecnico professionali specifiche. I risultati di
apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionale dello studente prevedono, quindi,
una stretta integrazione tra la dimensione culturale-comunicativa e quella tecnico-operativa, tipica delle
vocazioni dell'istruzione professionale. […]
→ riferimento alla filiera produttiva.

LINEE GUIDA ISTITUTI PROFESSIONALI (dal D.PR. 87/2010 al D.lgs 61/2018): Tre
parole-chiave possono aiutare a sintetizzare i riferimenti progettuali per articolare l’offerta
4 Le UdA rappresentano anche il riferimento per la valutazione, la certificazione e il riconoscimento dei crediti
attribuiti agli studenti, anche ai fini del passaggio ad altri percorsi dei sistemi formativi professionalizzanti (sia della
IP che della IeFP). Circa la valutazione al termine del primo anno del biennio , si prevede che si proceda alla
valutazione intermedia dei risultati relativi alle UdA inserite nel PFI, e che, a seguito di questa valutazione, il
consiglio di classe comunichi agli studenti interessati le carenze riscontrate ai fini della revisione del PFI e la
definizione delle “misure di recupero, sostegno ed eventuale ri-orientamento” da attuare nell’ambito della quota non
superiore a 264 ore nel biennio.
formativa in modo da rispondere ad una pluralità di bisogni: menti d’opera, 5 professionalità6 e
laboratorialità.7
È molto importante che i docenti scelgano metodologie didattiche coerenti con l’impostazione
culturale dell’istruzione professionale e capaci di realizzare il coinvolgimento e la motivazione
all’apprendimento degli studenti → metodi induttivi, metodologie partecipative, didattica di
laboratorio, uso diffuso delle TIC, ricorso a metodologie progettuali ecc. da estendere anche all'area
dell'istruzione generale.
Di fronte a questa duplice sfida, quella dei nuovi studenti richiedenti significati per la
vita e opportunità di inserimento nel reale, e quella del sistema economico che necessita di profili
sempre meno di esecutori o di meri specialisti, e sempre più di persone capaci di visione,
cooperazione, apertura e intraprendenza, l’Istruzione professionale è chiamata a configurare la propria
offerta verso un nuovo curricolo.
Superamento del disciplinarismo “divisionista”, caratterizzato dalla contrapposizione fra teoria
e pratica, poco attento alla dimensione tecnico-operativa dei processi conoscitivi ed al legame
attivo con il contesto territoriale, mentre acquisisce nuova rilevanza la metodologia della alternanza
formativa che nei nuovi percorsi risulta anticipata al secondo anno e rafforzata.
Attivazione e l’”ingaggio” diretto degli studenti stessi visti come risorsa, bene collettivo
del paese e del territorio, in quanto portatori di talenti e di energie da mobilitare e far crescere per la
comunità, attraverso un nuovo patto educativo. Tale patto dovrebbe essere in grado di
promuovere crescenti livelli di autonomia e responsabilità dei giovani, superando da un lato lo
stereotipo dello studente “fragile”, in quanto scarsamente ricettivo di stimoli teorici, deficitario di
capacità mnemoniche, astrattive, espositive ed argomentative (e quindi poco funzionale a
processi di apprendimento “inerti” tipici della didattica tradizionale), dall’altro spingendo alla
valorizzazione dello studente quando si mostra capace, con prove tangibili e significative, di
mobilitare le proprie risorse – abilità, conoscenze e capacità personali – al fine di fronteggiare e
portare a termine positivamente i compiti ed i problemi che gli sono proposti.
Assunzione di una prospettiva pienamente co-educativa da parte del team dei docenti, in
quanto adulti significativi in relazione con giovani che vanno sottratti sia dalla distrazione dell’irrealtà
(soprattutto come conseguenza della diffusione del “virtuale”), sia dall’umiliazione della
stigmatizzazione sociale così diffusa negli Istituti professionali. Ciò comporta l’ampliamento delle
metodologie didattiche da utilizzare, in modo da favorire l’espressione di tutte le tipologie di intelligenza
5 Concezione culturale che intende superare gli stereotipi di una interpretazione sequenziale del rapporto tra
teoria e pratica e del primato dei saperi teorici, promuovendo una chiave di lettura che valorizza i diversi
stili di apprendimento degli studenti e offre risposte articolate alle domande del mondo del lavoro e delle
professioni → menti del fare, che privilegiano l'operatività, la pragmatica, la spendibilità di un sapere teorico nella
sfera tangibile del reale.
6 Valorizzazione della cultura del lavoro, inteso come insieme di operazioni, procedure, simboli, linguaggi, valori, ma
anche identità, senso di appartenenza ad una comunità professionale, un modo di agire per scopi positivi e in
relazione non solo personali ma comuni.
7 Imparare ad imparare (obiettivo) da raggiungere mediante l'imparare lavorando (metodo).
degli studenti, e non solo di quella logico-deduttiva. Tale ampliamento prevede in particolare di
includere nella didattica ordinaria attività in grado di suscitare l’intelligenza pratica, sociale, emotivo-
relazionale, intuitiva, riflessiva ed argomentativa, ricorrendo ad esempio a tecniche quali il lavoro
di gruppo, l’educazione tra pari, il problem solving, il laboratorio su compiti reali, il project work,
gli eventi pubblici, le dissertazioni, le gare, i concorsi, ecc.
Il diploma finale, rilasciato in esito al superamento dell’esame di Stato, attesta l’indirizzo e la
durata del corso di studi e il punteggio complessivo ottenuto dal candidato. Il diploma contiene
anche l’indicazione del codice ATECO attribuito all’indirizzo e reso esplicito al livello di sezione
e di divisione (struttura di classificazione codici ATECO) →

I percorsi formativi sono strutturati in un biennio e in un successivo triennio e hanno


un’identità culturale, metodologica e professionale, riconoscibile dagli studenti e dalle loro
famiglie, che si riassume nel Profilo educativo, culturale e professionale riportato nell’Allegato A
del d.lgs. 61/2017. Il PECuP dello studente dell’istruzione professionale integra il profilo educativo,
culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di
istruzione e formazione, di cui all’art. 1, comma 5, del decreto legislativo n.226/2005 volto a garantire
a ogni giovane la crescita educativa, culturale e professionale, lo sviluppo dell’autonoma capacità
di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale.
→ i punti cardine dell’identità dell’istruzione professionale e della sua vocazione educativa che
intende offrire ai propri studenti percorsi che integrino, in modo armonico, competenze chiave
di cittadinanza con competenze scientifiche, tecniche e operative, costitutive di figure professionali
di livello intermedio.

PFI - Progetto Formativo Individuale - è previsto dall'art. 5 del D.Lgs 13 aprile 2017, n. 61.
Viene redatto dal consiglio di classe entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza e aggiornato
durante l'intero percorso scolastico. Il PFI si basa su un bilancio personale che evidenzia i saperi e le
competenze acquisiti da ciascuna studentessa e da ciascuno studente, anche in modo non formale e
informale ed è idoneo a rilevare le potenzialità e le carenze riscontrate, al fine di motivare ed orientare
nella progressiva costruzione del percorso formativo e lavorativo. Spetterà al dirigente scolastico,
sentito il consiglio di classe, individuare all’interno di quest’ultimo i docenti che, in qualità di tutor,
sosterranno gli studenti nell’attuazione del PFI.

Organizzazione IP:
(2010): Primo biennio, secondo biennio, quinto anno.
Settore Servizi:
B1 - “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”
B2 - “Servizi socio-sanitari”
Articolazioni : “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, Odontotecnico”
“Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, Ottico”
B3 - “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”,
Articolazioni: “Enogastronomia”
“Servizi di sala e di vendita”
“Accoglienza turistica”
B4 - “Servizi commerciali”.
Settore Industria e artigianato:
- C1 “Produzioni industriali e artigianali”
Articolazioni: “Industria” e “Artigianato”
– C2 “Manutenzione e assistenza tecnica”

REVISIONE organizzazione IP (D.lgs 61/2017):


Biennio 1188h istruzione generale + 924h attività e insegnamenti di indirizzo = 2112h;
Triennio 462h + 594h = 1056h.
→ si superata l'articolazione in "primo biennio, secondo biennio e ultimo anno" e si
introduce il biennio unico ed il successivo triennio, con distinte annualità del terzo, quarto e quinto
anno.
1) Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse
forestali e montane;
2) Pesca commerciale e produzioni ittiche;
3) Industria e artigianato per il Made in Italy;
4) Manutenzione e assistenza tecnica;
5) Gestione delle acque e risanamento ambientale;
6) Servizi commerciali;
7) Enogastronomia e ospitalità alberghiera;
8) Servizi culturali e dello spettacolo;
9) Servizi per la sanità e l'assistenza sociale;
10) Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico;
11) Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.
Gli indirizzi di studio sono strutturati in:
a) attività e insegnamenti di istruzione generale, comuni a tutti gli indirizzi, riferiti all’asse culturale
dei linguaggi, all’asse matematico e all’asse storico sociale; b) attività e insegnamenti di indirizzo
riferiti all’asse scientifico, tecnologico e professionale e, nel caso di presenza di una seconda lingua
straniera, all’asse dei linguaggi.
Il diritto di passaggio, in rapporto al carattere personalizzato dello stesso, si esplica
in diversi momenti:
- nel corso o al termine del primo anno;
- nel corso o al termine del secondo anno;
- nel corso o al termine del terzo anno;
- al termine del quarto anno limitatamente agli studenti dei percorsi quadriennali di IeFP che
intendono transitare nel sistema di IP.
→ Il sistema dei passaggi opera anche in caso di discontinuità nella frequenza dei
percorsi e in caso di rientro nei percorsi di IP o di IeFP dopo un periodo di interruzione degli
studi, fornendo all’impianto doti di permeabilità che consentono il rientro nel sistema formativo da
parte di quegli studenti che per diversi motivi sono stati costretti ad allontanarsene.
ISTITUTI TECNICI:
D.P.R. 88/2010: L'identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale
di carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell'Unione europea, costruita
attraverso lo studio, l'approfondimento e l'applicazione di linguaggi e metodologie di carattere
generale e specifico ed e' espressa da un limitato numero di ampi indirizzi, correlati a settori
fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l'obiettivo di far acquisire
agli studenti, in relazione all'esercizio di professioni tecniche, saperi e competenze necessari per un
rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l'accesso all'università e all'istruzione e formazione
tecnica superiore. […] Metodologie didattiche laboratoriali/stage/tirocini/alternanza scuola-lavoro;
analisi e soluzione di problemi, lavoro per progetti; orientamento alla gestione di processi in contesti
organizzati e all'uso di modelli e linguaggi specifici; raccordo con il mondo del lavoro e delle
professioni, compresi il volontariato e il privato sociale. […] nell'esercizio della loro autonomia,
possono dotarsi di: dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, per il
sostegno alla didattica e alla progettazione formativa; un comitato tecnico-scientifico composto da
docenti ed esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica, con
funzioni consultive e di proposta per l'organizzazione delle aree di indirizzo e l'utilizzazione degli
spazi di autonomia e flessibilità; ai componenti del comitato non spettano compensi ad alcun
titolo; possono inoltre stipulare contratti d'opera con esperti ai fini dell'arricchimento dell'offerta
formativa […]
→ forniscono preparazione tecnica e scientifica.

LINEE GUIDA ISTITUTI TECNICI per il passaggio al nuovo ordinamento (D.P.R.


88/2010):
Il rinnovamento degli istituti tecnici va inquadrato, quindi, all’interno della cooperazione
europea per la costituzione di un sistema condiviso di istruzione e formazione tecnico-
professionale (Vocational Education and Training- VET) e, più in generale, in coerenza con gli
impegni assunti dal nostro Paese a seguito del Consiglio di Lisbonadel 2000. I nuovi ordinamenti del
secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione sono fondati sul principio
dell’equivalenza formativa di tutti i percorsi con il fine di valorizzare i diversi stili di
apprendimento degli studenti e dare una risposta articolata alle domande del mondo del lavoro e
delle professioni. La diversificazione dei percorsi di istruzione e formazione ha proprio lo scopo di
valorizzare le diverse intelligenze e vocazioni dei giovani, anche per prevenire i fenomeni
di disaffezione allo studio e la dispersione scolastica, ferma restando l’esigenza di garantire a
ciascuno la possibilità di acquisire una solida ed unitaria cultura generale per divenire cittadini
consapevoli, attivi e responsabili.
Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il profilo
educativo, culturale e professionale (PECuP) definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n.
226, allegato A). Esso è finalizzato a:
a) la crescita educativa, culturale e professionaledei giovani, per trasformare la molteplicità dei
saperi in un sapere unitario, dotato di senso, ricco di motivazioni;
b) lo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio;
c) l’esercizio della responsabilità personale e sociale.

→ le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative apprese


(il fare consapevole), nonché l’insieme delle azioni e delle relazioni interpersonali intessute (l’agire)
siano la condizione per maturare le competenze che arricchiscono la personalità dello studente e lo
rendono autonomo costruttore di se stesso in tutti i campi della esperienza umana, sociale e
professionale.
Il riordino dell’istruzione tecnica si è misurato, tuttavia, con la frammentarietà che negli anni
si è andata moltiplicando, in assenza di riforme organiche e ha ricondotto l’insieme delle
proposte formative ad alcuni indirizzi fondamentali, in modo da favorire l’orientamento dei
giovani e, nel contempo, garantire una preparazione omogenea su tutto il territorio nazionale.
Nel successivo triennio sarà possibile articolare ulteriormente tali proposte in opzioni, anche
per rispondere alle esigenze di una formazione mirata a specifiche richieste del tessuto produttivo
locale.

Organizzazione IT:
Passaggio al nuovo ordinamento a partire dalle classi prime dell'a.s. 2010/2011
Primo biennio 660h istruzione generale comune a tutti gli indirizzi + 396h attività e insegnamenti
specifici di indirizzo;
Secondo biennio 495h istruzione generale + 561h attività e insegnamenti di indirizzo;
Quinto anno 495h istruzione generale + 561h attività e insegnamenti di indirizzo.

Settore Economico:
Amministrazione, finanza, marketing;
Turismo.
Settore Tecnologico (dotazione di un Uffizio tecnico di supporto per la organizzazione,
funzionalità, sicurezza, innovazione dei laboratori):
Meccanica, meccatronica ed energia;
Trasporti e logistica;
Elettronica ed elettrotecnica;
Informatica e telecomunicazioni:
Grafica e comunicazione;
Chimica, materiali e biotecnologie;
Sistema moda;
Agraria, agroalimentare e agroindustria;
Costruzioni, ambiente e territorio.

LICEI:
DPR 89/2010: I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per
una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale,
creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca
conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al
proseguimento degli studi di ordine superiore, all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del
lavoro. […]
Fatto salvo quanto stabilito specificamente per il percorso del liceo linguistico, nel quinto
anno è impartito l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL – content
language integrated learning) compresa nel! 'area del!e attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti
gli studenti o nell'area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del
contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Tale insegnamento è attivato in ogni caso
nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente.

Articolazione:
Artistico: a. arti figurative; b. architettura e ambiente; c. design; d. audiovisivo e multimediale; e.
grafica; f. scenografia.
Classico
Linguistico
Musicale e coreutico
Scientifico
Scienze umane

INDICAZIONI NAZIONALI PER I LICEI (2010):


Le Indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i licei
rappresentano la declinazione disciplinare del Profilo educativo, culturale e professionale dello
studente a conclusione dei percorsi liceali. Il Profilo e le Indicazioni costituiscono, dunque,
l’intelaiatura sulla quale le istituzioni scolastiche disegnano il proprio Piano dell’offerta
formativa, i docenti costruiscono i propri percorsi didattici e gli studenti sono messi in condizione
di raggiungere gli obiettivi di apprendimento e di maturare le competenze proprie
dell’istruzione liceale e delle sue articolazioni.
Il PECUP chiama innanzitutto in causa “il concorso e la piena valorizzazione di tutti gli
aspetti del lavoro scolastico: lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e
critica; la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari; l’esercizio di lettura,
analisi, traduzione di testi letterari, filosofici, storici,scientifici, saggistici e di interpretazione di opere
d’arte; l’uso costante del laboratorio per l’insegnamento delle discipline scientifiche; la pratica
dell’argomentazione e del confronto; la cura di una modalità espositiva scritta ed orale
corretta, pertinente, efficace e personale; l‘uso degli strumenti multimediali a supporto dello
studio e della ricerca”. Si tratta di aspetti puntualmente richiamati nel testo delle Indicazioni, che
sottolineano, innovandoli, i capisaldi della tradizione degli studi liceali.
Il PECUP indica inoltre i risultati di apprendimento comuni all’istruzione liceale, divisi
in cinque aree: metodologica (aver acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile, che
consenta di condurre ricerche e approfondimenti personali; essere consapevoli della diversità dei
metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i criteri di affidabilità dei
risultati in essi raggiunti. Saper compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti
delle singole discipline); logico-argomentativa (saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare e
valutare criticamente le argomentazioni altrui; acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, ad
identificare i problemi e a individuare possibili soluzioni; essere in grado di leggere e interpretare
criticamente i contenuti delle diverse forme di comunicazione); linguistica-comunicativa
(padroneggiare pienamente la lingua italiana e in particolare: dominare la scrittura in tutti i suoi
aspetti, da quelli elementari (ortografia e morfologia) a quelli più avanzati (sintassi complessa,
precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e specialistico), modulando tali competenze a
seconda dei diversi contesti e scopi comunicativi; saper leggere e comprendere testi complessi di
diversa natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature di significato proprie di ciascuno di essi, in
rapporto con la tipologia e il relativo contesto storico e culturale; curare l’esposizione orale e
saperla adeguare ai diversi contesti. Aver acquisito, in una lingua straniera moderna, strutture, modalità e
competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro Comune Europeo di
Riferimento. Saper riconoscere i molteplici rapporti e stabilire raffronti tra la lingua italiana e
altre lingue moderne e antiche. Saper utilizzare le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione per studiare, fare ricerca, comunicare); storico-umanistica (conoscere i presupposti
culturali e la natura delle istituzioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento
particolare all’Italia e all’Europa, e comprendere i diritti e i doveri che caratterizzano l’essere
cittadini. Conoscere, con riferimento agli avvenimenti, ai contesti geografici e ai personaggi più
importanti, la storia d’Italia inserita nel contesto europeo e internazionale, dall’antichità sino ai
giorni nostri. Utilizzare metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-ambiente, sintesi regionale),
concetti (territorio, regione, localizzazione, scala, diffusione spaziale, mobilità, relazione, senso del
luogo...) e strumenti (carte geografiche, sistemi informativi geografici, immagini, dati statistici, fonti
soggettive) della geografia per la lettura dei processi storici e per l’analisi della società contemporanea.
Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura e della tradizione letteraria, artistica, filosofica,
religiosa italiana ed europea attraverso lo studio delle opere, degli autori e delle correnti di pensiero più
significativi e acquisire gli strumenti necessari per confrontarli con altre tradizioni e culture.
Essere consapevoli del significato culturale del patrimonio archeologico, architettonico e artistico
italiano, della sua importanza come fondamentale risorsa economica, della necessità di preservarlo
attraverso gli strumenti della tutela e della conservazione. Collocare il pensiero scientifico, la storia delle
sue scoperte e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito più vasto della storia delle idee.
Saper fruire delle espressioni creative delle arti e dei mezzi espressivi, compresi lo spettacolo, la
musica, le arti visive. Conoscere gli elementi essenziali e distintivi della cultura e della civiltà dei
paesi di cui si studiano le lingue.
La lingua italiana rappresenta un bene culturale nazionale, un elemento essenziale
dell’identità di ogni studente e il preliminare mezzo di accesso alla conoscenza.
Il gusto per la lettura resta un obiettivo primario dell’intero percorso di istruzione, da
non compromettere attraverso una indebita e astratta insistenza sulle griglie interpretative e sugli
aspetti metodologici, la cui acquisizione avverrà progressivamente lungo l’intero quinquennio,
sempre a contatto con i testi e con i problemi concretamente sollevati dalla loro esegesi.

_____________________________________

BES:
I Bisogni Educativi Speciali (BES) comprendono tre macro categorie: disabilità; disturbi
evolutivi specifici (DSA + altri Disturbi Evolutivi Specifici come deficit del linguaggio, delle abilità
non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività – spesso in comorbilità
con disturbo oppositivo provocatorio, disturbo della condotta, disturbi d'ansia e dell'umore ecc.
(disturbi classificati come comportamentali) –, mentre il funzionamento cognitivo limite (intelligenza
borderline) – e cioè quoziente intellettivo basso, al di sotto della deviazione standard (±15) dalla
media (100), quindi (70-85) – è uno svantaggio che sta sulla soglia tra disabilità e disturbi evolutivi,
questi alunni sono in una condizione non facile perché sospesi tra normalità e ritardo 8; svantaggio

8 Rappresentano la categoria con il più alto tasso di insuccesso scolastico, soprattutto perché molto spesso non
ricevono il supporto adeguato che li aiuti a fronteggiare un ritmo di apprendimento diverso dagli altri. Questi
studenti, se abbandonati al proprio destino, scivolano via via verso un funzionamento cognitivo sempre più basso.
Spesso questi studenti preferiscono lo stile di apprendimento cinestetico, attraverso l'esperienza, la pratica diretta,
concreta, meglio ancora se svolta in un contesto cooperativo/tutoraggio tra pari. Infatti, più è alto il grado di
astrazione dell'insegnamento impartito, più basso sarà il loro livello di apprendimento.
socio-economico, linguistico, culturale. (Disposizioni relative agli strumenti di intervento per alunni
con BES, 2012)
Gli altri disturbi evolutivi specifici, seppur compromettano la qualità della vita dei soggetti
interessati, non sono certificabili si sensi della legge 104/1992 come disabilità, e quindi non danno
diritto al docente di sostegno. Inoltre, non essendo classificati come DSA, questi disturbi non
possono nemmeno essere certificati ai sensi della L. 170/2010, che consente di fruire di particolari
metodologie, strumenti compensativi e misure dispensative. → Per sopperire a questo vuoto
normativo, la Direttiva 27 dicembre 2012 menziona la possibilità di estendere anche a questa
tipologia di disturbi le disposizioni previste dalla L. 170/2010 → misure quindi con possibilità di
essere estese a tutti gli alunni che presentano bisogni educativi speciali → la possibilità di attivare
misure compensative/dispensative per i casi non certificabili spetta all'esclusivo Consiglio di classe, il
quale è autonomo nel decidere se formulare o meno un PDP, anche in presenza di richieste di
genitori accompagnate da diagnosi che non hanno appunto diritto alla certificazione.
La Direttiva 27 dicembre 2012 individua come ulteriori motivi di svantaggio tutte quelle
situazioni che rientrano nello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale. Anche questi alunni
possono quindi, su decisione opportunamente motivata e obbligatoriamente verbalizzata (al fine di
evitare contenziosi) del Consiglio di classe, beneficiare di PDP, misure compensative/dispensative,
metodologie didattiche personalizzate/individualizzate etc. Da tenere in conto è la differenza
evidenziata dalla Nota protocollata 2563/2013 tra ordinarie difficoltà di apprendimento (temporanee
in ciascun alunno), gravi difficoltà (carattere stabile e più complesso da affrontare) e disturbi
dell'apprendimento (carattere permanente e e base neurologica). In linea di massima per i BES
socio-economici/linguistici e culturali, trattandosi molto spesso di situazioni transitorie, la normativa
invita i docenti a evitare di attivare misure compensative/dispensative e a concentrarsi piuttosto su
efficaci strategie educative/didattiche; nel caso di misure dispensative chiarire che hanno carattere
transitorio (evitare di far leggere ad alta voce/scrittura sotto dettatura a uno studente straniero
appena arrivato in Italia), NON si possono attuare misure dispensative particolari come l'esonero
dalle prove scritte in lingua straniera.
Altra situazione particolare di disagio che la Nota prot. 4233/2014 del MIUR fa rientrare nei
BES è quella degli alunni adottati, soprattutto se provenienti da paesi esteri. Nel periodo 2010-2013
sono stati adottati 14mila bambini tramite adozione internazionale e 4mila con adozione nazionale.

STUDENTI STRANIERI:
D.P.R. 394/1999: “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto
all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle
forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le
disposizioni vigenti in materia”, anche se poi si precisa che “i minori stranieri privi di
documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono
iscritti con riserva. […] in mancanza di accertamenti negativi sull'identità dichiarata dell'alunno, il
titolo viene rilasciato all'interessato con i dati identificativi acquisiti al momento dell'iscrizione.”
Le Linee Guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri del 2006 e poi 2014 ribadisce il
diritto-dovere all'istruzione e alla formazione per i minori stranieri.
L'iscrizione (aspetto burocratico-amministrativo) avviene con le stesse modalità previste per
gli alunni italiani. Per gli alunni stranieri arrivati in Italia in corso d'anno l'iscrizione può avvenire in
qualsiasi momento dell'anno scolastico in corso. I documenti richiesti dalla scuola al momento
dell'iscrizione sono: permesso di soggiorno in corso di validità, documentazione anagrafica (carta
d'identità, codice fiscale, certificato di nascita, atto di cittadinanza), documenti sanitari (vaccinazioni
obbligatorie → nel caso in cui l'alunno non sia vaccinato ha comunque diritto all'iscrizione. In
questo caso la scuola avviserà la famiglia dell'obbligo di vaccinare l'alunno o, in caso di inadempienza
o resistenza degli stessi, provvederà ad avvisare l'ASL competente), documenti del precedente
percorso scolastico.
Accoglienza (aspetto umano): costituzione di una commissione di accoglienza (commissione
intercultura) costituita da docenti e personale competente (che possono ulteriormente essere
supportati da un mediatore culturale o interprete esterno) per favorire 1) la conoscenza da parte
della famiglia e dell'alunno della realtà scolastica, della sua organizzazione e del sistema di istruzione
nazionale; 2) conoscenza da parte del personale scolastico e dei docenti della situazione familiare e
della storia personale e scolastica dell'alunno. Questa introduzione conoscitiva non deve essere
frettolosa né invasiva. A seguito poi dell'accertamento delle conoscenze linguistiche dell'alunno, si
procederà con la decisione della classe in cui egli verrà inserito e i relativi percorsi
individualizzati/personalizzati da attivare in relazioni ad eventuali BES emersi. → prediligere classi
eterogenee e diversificate, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o
religiosa.
Se l'alunno straniero neo-iscritto non parla l'italiano è necessario che lo apprenda come L2.
La fase dell'apprendimento di italiano come L2 si articola in 3 fasi: apprendimento iniziale finalizzato
alla comunicazione (livello A1/A2 QCER → corsi laboratoriali di base di 8-10 ore settimanali per 3-
4 mesi. Buona parte di questo tipo di apprendimento avviene anche tramite l'interazione con i
compagni e con il docente o interagendo in situazioni fuori dalla scuola); 2) accesso all'italiano come
veicolo di sapere (apprendimento integrato: mentre si impara il contenuto si impara
contemporaneamente anche la lingua in cui il contenuto è trasmesso); 3) apprendimenti comuni.
Preferire una valutazione formativa anziché certificativa almeno nelle fasi iniziali per studenti
non italofoni.
Quattro processi di acculturazione (quando due gruppi che hanno culture diverse entrano in
contatto permanente con conseguenti cambiamenti nei modelli culturali originali di uno o di
entrambi i gruppi) di un gruppo minoritario (M) che entra in contatto con un gruppo maggioritario
dominante (D) che è quello storicamente prevalente nel Paese: 1) assimilazione (M-, D+) gli
individui M abbandonano la propria cultura minoritaria per conformarsi e adeguarsi ad usanze e stili
di vita appartenente a D; 2) integrazione (M+, D+) volontà di riconoscere valore alla cultura D e,
allo stesso tempo, sostenere e coltivare la propria cultura M; 3) separazione o segregazione (M+,
D-) rifiuto della cultura dominante e desiderio di proteggere la propria; 4) marginalizzazione (M-,
D-) rifiuto di D e rifiuto di M.
Michael Byram: Società multiculturali (multiculturalismo → politiche atte a riconoscere e
accogliere comunità appartenenti a culture minoritarie) 9; pluralità (ciascun individuo inserito in un
contesto multiculturale fa le proprie scelte autonome circa gli aspetti, le idee e le pratiche che ritiene
conciliabili con la propria personalità → le culture variano non solo perché esposte al contatto con
culture diverse, ma anche per effetto interno con il cambiare dell'atteggiamento dei suoi
componenti); persone pluriculturali che vivono in società multiculturali (individui che fanno propri
aspetti appartenenti a culture diverse → i soggetti pluriculturali solitamente sono quelli che
appartengono a M e che si confrontano con D; viceversa gli appartenenti a D raramente tendono ad
essere pluriculturali, a meno che nel loro contesto locale loro stessi diventino M → l'individuo
pluriculturale può esprimere la propria pluriculturalità in 3 modi: 1) contemporaneità di patrimoni
culturali differenti; 2) alternanza in base al contesto, il che avviene quando la cultura M è molto
diversa dalla cultura D; 3) fusione → creazione di una propria sintesi culturale); educazione
interculturale → se la pluriculturalità indica l'adozione di aspetti culturali differenti, l'interculturalità
invita al confronto, al dialogo, alla sperimentazione, all'analisi tra culture differenti per riflettere su
questioni che di solito appaiono scontate o banali nell'ambito usuale della propria cultura e del
proprio ambiente. L'interculturalità implica perciò: 1) apertura: capacità di essere curiosi, interessati
ed empatici verso persone di altre culture; 2) confronto: tra noi e gli altri, a partire dalle differenze si
valutano i propri modi di essere → identificando l'altro si conosce meglio se stessi; 3)
coinvolgimento: deriva da un confronto equo, corretto e rispettoso e tollerante; 4) mediazione:
necessaria quando si interagisce con gli altri per garantire la trasparenza e la correttezza
dell'interpretazione delle diverse prospettive.
L'educazione interculturale si persegue attraverso tre settori chiave di competenza: 1)
cittadinanza democratica; 2) apprendimento delle lingue; 3) storia, che favorisce la capacità
intellettuale di analisi e interpretazione delle informazioni in modo critico e responsabile eliminando
pregiudizi e stereotipi mettendo in risalto soprattutto le influenze reciproche tra popoli e culture nel
corso della storia.

9 Ugualmente con multilinguismo si intende la presenza di più lingue in una determinata area geografica, mentre con
plurilinguismo la capacità dei parlanti di padroneggiare più codici linguistici.
La L. 170/2010 Riconosce come disturbi 10 specifici dell'apprendimento (DSA): dislessia,
disgrafia, disortografia, discalculia. Disturbi che si manifestano in presenza di capacità cognitive
adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una
limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.

In conformità con la L. 170/2010 → D.M. 5669/2011 Linee guida per il diritto allo
studio degli alunni e degli studenti con DSA:

La didattica INDIVIDUALIZZATA (idealmente consiste nel rapporto precettore-


apprendente uno-a-uno e se applicata alla didattica nel contesto gruppo-classe diventa meramente
un idealizzazione a cui tendere ma che è praticamente irrealizzabile nella pratica quotidiana) consiste
nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o
per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di
studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o
in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite
dalla normativa vigente.
L’individualizzazione è un processo atto a garantire a tutti il diritto all’apprendimento delle
competenze fondamentali del curricolo, ovvero, a raggiungere traguardi formativi comuni attraverso il
diritto alla diversità e ai prerequisiti di ciascuno. Compito del docente è analizzare i bisogni degli alunni,
valutare il livello raggiunto, sia esso in ingresso o in itinere, e strutturare/adattare attività che
consentano a tutti di raggiungere lo stesso obiettivo.

La didattica PERSONALIZZATA (a livello ideale dovrebbe prevedere la possibilità dello


studente di scegliere tra opzioni diverse in modo da costruirsi un proprio curricolo personalizzato,
ma la possibilità di scelta richiede come preliminari un'auto orientamento e una valutazione critica) ,
invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004,
calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei
bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali
soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di
ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli
obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso
l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il
successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.),
l’attenzione agli stili di apprendimento, diversificazione di metodologie, tempi e strumenti, la
calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un

10 Non sono malattie bensì condizioni di neurodiversità permanenti.


apprendimento significativo.
La personalizzazione è, invece, una strategia didattica volta a valorizzare i talenti dei singoli,
fino alle eccellenze, senza prevedere obiettivi da raggiungere: ciascuno raggiunge il “proprio”
obiettivo personale, in base alle proprie potenzialità. Compito del docente in questo caso è cercare le
potenzialità di ciascuno, le aree di eccellenza, e strutturare attività personalizzate affinché ciascuno
raggiunga il massimo obiettivo possibile dettato dalle proprie caratteristiche.

→ Piano Didattico Personalizzato (per DSA): la scuola predispone, nelle forme ritenute
idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere
almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo: • dati anagrafici
dell’alunno; • tipologia di disturbo; • attività didattiche individualizzate; • attività didattiche
personalizzate; • strumenti compensativi utilizzati; • misure dispensative adottate; • forme di verifica
e valutazione personalizzate.

Stili di apprendimento diversi: il modello VARK distingue apprendenti visivi, che


preferiscono osservare immagini e diagrammi per apprendere meglio, apprendenti uditivi che
prediligono l'ascolto, i lettori/scrittori che riconoscono nel testo letto/scritto il miglior veicolo di
conoscenza, gli apprendenti cinestetici che apprendono soprattutto mediante l'esperienza diretta e la
pratica. Nel caso dei DSA il canale legato al testo è molto inibito, pertanto il loro stile di
apprendimento prevede che essi possano imparare in qualità di apprendenti visivi/uditivi/cinestetici.
L'insegnante deve tenere conto dello stile di apprendimento che un DSA che approda alla scuola
secondaria ha imparato a maturare nel tempo in modo da uniformare ad esso la pratica didattica.

D.M. 5669/2011: gli strumenti compensativi sono quegli strumenti didattici che e
tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell'abilità deficitaria. Servono a
sollevare lo studente DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli
il compito da un punto di vista cognitivo. Lo scopo è ridurre il più possibile il divario tra le abilità del
DSA e quelle degli altri studenti. L'utilizzo di strumenti compensativi è studiato per far partire lo
studente DSA dal medesimo punto di partenza degli altri.
La L. 170/2010 prevede la messa in pratica di misure dispensative che esonerino gli
studenti DSA da prestazioni non essenziali ai fini della qualità dell'apprendimento, evitando così
situazioni inutili di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo (lettura,
scrittura, calcolo) senza ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti dai percorsi
didattici individualizzati e personalizzati. Ostinarsi a far svolgere determinate operazioni
direttamente interessate dal disturbo significherebbe aumentare la pressione sullo studente e anziché
trarre giovamento per l'apprendimento ottenere demotivazione/sfiducia/frustrazione e
peggioramento dello stesso. Tuttavia bisogna sempre vagliare con attenzione le misure dispensative
adottate evitando di scadere nell'eccessiva facilitazione che, ugualmente, distoglierebbe dall'obiettivo
del successo formativo. Tra le misure più comuni: esonero dalla lettura ad alta voce in classe, dalle
attività in cui la lettura viene valutata, dalla lettura autonoma di brani la cui lunghezza sia
incompatibile con le abilità dello studente; semplificazione del testo da studiare, riduzione
complessità lessicale e sintattica; esonero dalla lettura dei quesiti dei test, dalleconsegne dei compiti,
tracce di temi o questionari a risposta multipla: in tal caso può esserci una persona che li legga allo
studente, oppure il docente può fornire una registrazione audio della lettura delle tracce; concessione
di un tempo maggiore durante lo svolgimento delle prove +30% oppure somministrazione di una
prova a contenuto ridotto ma disciplinarmente significativo.

La legge quadro 104/1992 garantisce l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle


persone con handicap, colui cioè che in presenza di una menomazione fisica, psichica o sensoriale è
soggetto a difficoltà di apprendimento, di relazione o integrazione sociale e per questo viene a
trovarsi in una situazione di svantaggio sociale ed emarginazione.
L'art. 4 riguarda le procedure per la certificazione dell'handicap: 1) Diagnosi Funzionale
(DF): descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in
situazione di handicap redatta in base a elementi clinici + elementi psico-sociali; si articola in una
serie di aree (cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale, motorio-prassica,
neuropsicologica, anatomia personale e sociale) di intervento nelle quali vengono indicate le
difficoltà e le potenzialità che possono essere raggiunte dallo sviluppo del soggetto. 2) Il Profilo
Dinamico-Funzionale (PDF) è una sorta di aggiornamento del DF e punto di raccordo tra
l'aspetto clinico e diagnostico e l'aspetto educativo e formativo → redatto congiuntamente dall'Unità
Multidisciplinare (medico legale, specialisti, assistenti specialistici, medico INPS) + docenti
curricolari + insegnanti specializzati + collaborazione con i familiari → stabilisce in base
all'esperienza/osservazione diretta dopo un primo inserimento scolastico il prevedibile livello di
sviluppo dell'alunno sul breve (6 mesi) e medio periodo (2 anni). 3) Piano Didattico
Individualizzato (PEI – chiamato anche “progetto di vita”): documento nel quale vengono
descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di
handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e
all'istruzione; redatto congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dall'ASL e dal personale
docente curriculare e di sostegno.
Questi documento sono ancora vigenti ma sono stati ristrutturati in aderenza al nuovo
modello ICF e al D.lgs 66/2017 “Norme per a promozione dell'inclusione scolastica degli studenti
con disabilità” (integrato e aggiornata dal D.lgs 96/2019): fusione dei due documenti Diagnosi
Funzionale e Profilo Dinamico Funzionale nell'innovativo Profilo di Funzionamento (documento
propedeutico e necessario alla predisposizione del PEI e definisce le competenze professionali
nonché la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali e strumentali utili a favorire
l'inclusione scolastica. È redatto con la collaborazione dei genitori e – in misura possibile – dello
studente interessato, con la partecipazione del DS oppure di un docente specializzato. Va aggiornato
al passaggio di ogni grado di istruzione nonché in presenza di sopraggiunte condizioni di
funzionamento della persona) a partire dal 1 settembre 2019, a cui si affianca il PEI (parte dal PF;
individua ed esplicita strumenti, strategie e modalità didattiche e di valutazione in relazione alla
programmazione individualizzata per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni
della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione, dell'orientamento e delle
autonomie. Documento approvato da uno specifico gruppo di lavoro GLO (gruppo di lavoro
operativo) composto dal consiglio di classe con la partecipazione di genitori, figure professionali
specifiche, interne o esterne, unità di valutazione multidisciplinare, dello studente stesso. Stesura in
due momenti: in via provvisoria entro giugno e in via definitiva entro ottobre) e il Progetto
Individuale (di competenza dell'ente locale d'intesa con l'ASL su richiesta e con collaborazione dei
genitori → finalizzato a realizzare la piena integrazione delle persone disabili nell'ambito della vita
familiare e sociale nonché nei percorsi dell'istruzione scolastica o professionale e del lavoro).

→ GIT: Gruppo per l'inclusione territoriale: organo tecnico in materia di organico dei
docenti di sostegno da assegnare alle scuole.
→ GLI: Gruppo di lavoro per l'inclusione presso ciascuna istituzione scolastica ed è
composto da docenti curriculari, di sostegno ed eventualmente personale ATA, nonché da specialisti
dell'ASL di riferimento.

Dal 2001 la disabilità è certificata in base al sistema ICF (International Certification of


Functioning, Disability and Health) elaborato dall'OMS in sostituzione del precedente ICIDH del
1980. Con l'ICF non si parlerà più di handicap ma di disabilità (livello di menomazione del
soggetto, limitazione che il suo stato di salute gli impone nello svolgere attività e restrizione della sua
partecipazione alla vita sociale termine questo in contrapposizione a funzionamento (sistemi e
strutture corporee, attività svolte e partecipazione alla vita sociale). L'ICF non classifica lo stato di
salute di un individuo, ma lo stato di salute di un individuo immerso in un contesto, tenendo conto
dei fattori contestuali: ambientali e personali (che possono essere facilitatori o barriere/ostacoli)
. L'ICF integra il modello medico (che considera la disabilità come un problema della persona
derivante da malattie, traumi ecc. che va trattato individualmente attraverso un percorso di cura o
mediante l'adattamento dell'individuo al suo stato di malattia) e il modello sociale (che vede la
disabilità come un problema creato da una società che non mira a integrare e includere).
Nel 2006 l'Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione delle Nazioni
Unite per i diritti delle persone con disabilità (in continuità politica con quanto determinato a
livello medico e sociale dall'ICF), ratificata dal Parlamento italiano con la Legge 18/2009 →
promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le
libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro
intrinseca dignità. Disabilità = menomazione fisica, mentale, intellettuale, sensoriale + interazione
con barriere comportamentali, ambientali, sociali che ostacolano la piena ed effettiva partecipazione
nella società su base di uguaglianza con gli altri. → è necessario e possibile, quindi, operare sulle
barriere, eliminandole o riducendole in base al grado di necessità e all'onere non sproporzionato o
eccessivo, affinché possa essere garantito alle persone disabili il godimento e l'esercizio di tutti i
diritti umani e delle libertà fondamentali su base di uguaglianza con gli altri.

Se le prove dell'esame di stato hanno valore equipollente (possono consistere nell'utilizzo di


mezzi tecnici e modi diversi: ad esempio una prova può essere presentata in linguaggio Braille per
uno studente non vedente o in formato ingrandito per uno studente ipovedente; oppure nello
sviluppo di contenuti culturali e professionali differenti ma NON differenziati) → consentono di
verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea al
rilascio del diploma attestante il superamento dell'esame in conformità con le Indicazioni Nazionali.
Se non sono equipollenti ma differenziate (e cioè attinenti a un programma differenziato
che non permette di verificare se il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e
professionale idonea al rilascio del diploma) → rilascio attestato recante gli elementi informativi
relativi all'indirizzo e alla durata del corso di studi seguito, alle materie di insegnamento comprese nel
piano di studi, con l'indicazione della durata oraria complessiva destinata a ciascuna, alle
competenze, conoscenze e capacità anche professionali acquisite e dei crediti formativi documentati
in sede di esame.

In una scuola di massa chiaramente l'orientamento generale è permettere a tutti di


raggiungere gli stessi obiettivi, soprattutto a chi si trova in condizioni di svantaggio e difficoltà. Gli
studenti plusdotati/ad alto potenziale cognitivo (APC o anche Gifted children)11 finiscono così, per
paradosso, per essere quelli dimenticati. Perché se gli insegnanti attivano metodologie di supporto
per favorire chi è svantaggiato, non capita invece il contrario, cioè l'applicazione di metodologie che
stimolino ulteriormente chi è già in possesso degli obiettivi fondamentali. Questi alunni da risorsa
diventano un problema. L'art 4 della Costituzione italiana recita che chiunque secondo le proprie
possibilità e le proprie scelte ha diritto a svolgere un'attività o una funzione che concorra al
progresso materiale o spirituale della società → chi ha dentro di sé grandi potenzialità può
11 Sono circa il 5% e presentano altri tipi di intelligenza, come afferma H. Gardner, come ad esempio la creatività e il
pensiero divergente, la leadership, il talento artistico, le capacità interpersonali o anche l’intelligenza musicale.
grandemente concorrere al progresso della società. Molte risorse sono giustamente profuse per
assicurare il migliore sviluppo possibile a chi ha difficoltà. Tuttavia non bisogna tralasciare o
sottodimensionare le eccellenze: sono infatti queste a ridare competitività alla ricerca, alla scienza,
all'imprenditoria, al progresso della società ecc. Occorre che la scuola valorizzi e sostenga
maggiormente il merito e l'eccellenza spezzando “il cerchio mortale dell'egualitarismo senza principi
e della mediocrità senza futuro” → gli obiettivi devono essere sempre altissimi, e ci si deve
adoperare per far raggiungere, al di là degli obiettivi minimi fondamentali e indispensabili, il
meglio/massimo a ciascuno studente in relazione al suo potenziale (non vanno considerati solo i
potenziali degli alunni svantaggiati). Essere uguali di fronte al diritto dell'istruzione non significa
dover diventare uguali nei risultati raggiunti.
Nota MIUR 552/2019 → anche gli studenti plusdotati hanno bisogni educativi speciali e
necessitano di essere tutelati. Per questi studenti inclusione significa valorizzazione del loro stile di
apprendimento, adozione di un PDP, cura educativa → avere grandi doti non coincide infatti per
forza con una condizione di benessere → spesso gli alunni plusdotati sono anche ADHD, oppure
“sotterranei”, restii a mostrasi per paura di “tradire” il gruppo classe e solo in altri casi invece i loro
profili corrispondono a quelli di individui di successo, con un alto grado di autostima e una visione
del mondo solida e positiva.
D.Lgs. 262/2007 (ministro Fioroni) “Disposizioni per incentivare l'eccellenza degli studenti
nei percorsi di istruzione” → binomio competizione-eccellenza come molla per la valorizzazione
delle intelligenze migliori.

L. 275/1999 e successiva riscrittura dell'art. 117 della Costituzione → AUTONOMIA


SCOLASTICA (patrimoniale, amministrativa, didattica e organizzativa nel rispetto delle norme
generali sull'istruzione emanate dallo Stato) è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo
culturale e mira al successo formativo. Al fine di ottenere l'autonomia un istituto doveva avere una
popolazione scolastica compresa tra 500 e 900 alunni con deroga per piccole isole, comuni montani
e aree geografiche contraddistinte da minoranze etno-linguistiche in cui il parametro fu ridotto a 300
alunni. La L. 111/2011 stabilisce apportando alcune modifiche l'aggregazione obbligatoria di
infanzia, primaria e secondaria di primo grado in istituti comprensivi → questi istituti comprensivi al
fine di ottenere l'autonomia devono contare almeno 1000 alunni (500 per piccole isole, comuni
montani ecc.). La successiva L. 128/2013 stabilisce però che gli accorpamenti scolastici siano operati
dalle Regioni.
→ Quota di autonomia del 20% per 1) potenziare un insegnamento incrementandone le
ore per un max. +20% e diminuendo parallelamente per un max. -20% quelle di un altro
insegnamento giudicato meno fondamentale in linea con il PTOF; 2) attivare nuovi insegnamenti.
→ Spazi di flessibilità sono invece riservati alle aree di indirizzo: si possono addizionare
alle quote di autonomia e sono disponibili a partire dal terzo anno nella misura di 30% (secondo
biennio) e 35% (quinto anno) per gli IT; 25% (primo biennio) 35% (secondo biennio) e 40% (quinto
anno) per gli IP. Gli spazi di flessibilità permettono di articolare le aree di indirizzo per le quali il
Regolamento non prevede articolazioni in nuovi indirizzi più specifici con l'obiettivo di aderire alle
esigenze del territorio e ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro.

→ ANSAS – Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica.

Il dirigente scolastico ha autonomi poteri di direzione, coordinamento e valutazione delle


risorse umane; svolge funzioni di garanzia per l'esercizio nella scuola dei diritti costituzionalmente
tutelati: libertà di insegnamento, libertà di scelta educativa delle famiglie, diritto all'apprendimento da
parte degli alunni. Può individuare autonomamente docenti collaboratori nel limite del 10%
dell'organico. È affiancato da DSGA che è il Direttore dei Servizi Generali Amministrativi; è titolare
delle relazioni sindacali; ha responsabilità del datore di lavoro in ambito di sicurezza sul lavoro; è
titolare del trattamento dei dati personali. La l. 107/2015 rilancia il concetto di autonomia anche
rafforzando il ruolo del DS. Tra le nuove competenze assegnategli: definire gli indirizzi per le attività
della scuola sulla base dei quali il Collegio docenti elabora il PTOF; individuare il personale cui
assegnare incarichi triennali sull'organico dell'autonomia; assegnare annualmente ai docenti
meritevoli un bonus.

PTOF (elaborato dal Collegio dei docenti e approvato dal Consiglio di Istituto): carta di
identità culturale e progettuale di ogni scuola, proposta alle famiglie che intendano conoscere la
progettazione dell'istituto. Il Piano rende pubblico il curricolo obbligatorio proposto dalla scuola per
i suoi studenti, che nasce dalla quota indicata a livello nazionale e da quella riservata all'autonomia
delle scuole, che comprende le discipline e le attività scelte liberamente dal singolo istituto per
valorizzare la specificità culturale del territorio in cui opera. Sono indicate anche le attività
extracurricolari, educative e organizzative, i criteri di valutazione e quelli per il riconoscimento dei
crediti formativi.
PECuP (Piano Educativo, Culturale e Professionale) → elenca le competenze che l'alunno
dovrebbe possedere alla fine di ogni ciclo scolastico e costituiscono la base per la progettazione
dell'attività didattica dei consigli di classe.

A seguito della riforma costituzionale del 2001, l'art. 117 della Costituzione riserva allo Stato
la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che
devono essere garantiti sul territorio nazionale (e gli compete anche di conseguenza la verifica che
tali livelli vengano rispettati) e le norme generali sull'istruzione. Alle istituzioni scolastiche compete la
responsabilità della realizzazione dei diritti dei discenti, anzitutto il successo formativo, nell'ambito
delle Indicazioni ricevute e delle risorse assegnate, elaborando il PTOF e collaborando con
l'Amministrazione centrale per la verifica dell'efficienza del sistema.

Sistema Nazionale di Valutazione (SNV):


– INVALSI (istituito con D.P.R 80/2013) - Istituto Nazionale Valutazione del Sistema di
Istruzione e formazione: seconda e quinta classe primaria; terza classe secondaria primo grado; seconda
e quinta classe secondaria secondo grado. Le prove riguardano le aree disciplinari di italiano e
matematica a cui si aggiunge a partire dalla quinta primaria l'inglese.
– INDIRE - Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa
– Corpo ispettivo MIUR

ORGANI COLLEGIALI:
➔ Consiglio di circolo12 (primarie) o di istituto (secondarie) → organo elettivo che esercita le
funzioni di indirizzo. È composto dal DS e dai rappresentati eletti dei genitori, degli studenti
(superiori), del personale docente e non docente. Ha potere deliberante riguardo: approvazione
PTOF; organizzazione e programmazione della vita della scuola; bilancio annuale; regolamenti;
calendario scolastico.
➔ Collegio dei docenti: è presieduto dal DS ed è composto da tutti i docenti in servizio. Il DS
affida la funzione di segretario a uno dei docenti collaboratori. Ha potere
➔ deliberante riguardo: adozione libri di testo; valutazione alunni e dell'andamento
dell'azione didattica; promozione di iniziative di sperimentazione; promozione di iniziative di
aggiornamento per gli insegnanti; programmazione e attuazione di iniziative per il sostegno
di alunni con BES.;
➔ proponente: PTOF; formazione e composizione classi; assegnazione ad esse dei
docenti; orario delle lezioni.
➔ Consiglio di intersezione (infanzia), di interclasse (primaria) e di classe (secondaria):
riunioni dei docenti (coordinamento didattico e operazioni di valutazione periodica e finale) a cui si
aggiunge la presenza dei rappresentanti dei genitori e degli studenti (secondo ciclo) per favorire la
collaborazione educativa, verificare l'andamento complessivo dell'attività didattica, approvare
progetti didattici di classe, proporre il piano annuale di visite e viaggi di istruzione, esprimere pareri
sull'adozione dei libri di testo.
➔ Assemblee studentesche (di classe – 2h al mese; di istituto plenarie – non più di 4) e dei
genitori.

12 Decaduti post 111/2011 con l'obbligatorietà della costituzione di Istituti comprensivi.


➔ Comitato per la valutazione dei docenti: individua i criteri sulla base dei quali il DS
assegna il bonus per merito; esprime parere sull'anno di prova docenti neoassunti; valutare il servizio
dei docenti già in ruolo che ne facciano richiesta. È composto da tre docenti (2 scelti dal collegio dei
docenti e 1 dal consiglio di istituto), 2 rappresentanti dei genitori (primo ciclo), 1 rappresentante
genitori e 1 studenti scelti dal consiglio di istituto, 1 componente esterno individuato dall'USR.

STATO GIURIDICO INSEGNANTE e PROFILO CONTRATTUALE:


Art. 1 TU D.lgs 297/1994 + art. 33 Costituzione (“l'arte e la scienza sono libere e libero ne è
l'insegnamento”) → Libertà di insegnamento nel rispetto delle norme costituzionali e ordinamentali
della scuola e finalizzata a promuovere la piena formazione della personalità degli alunni nel rispetto
della coscienza morale e civile degli stessi nonché del loro inappellabile diritto all'apprendimento.
Compito dello Stato democratico (a differenza di quello assoluto) non è di educare, ma di mettere in
condizione le famiglie di far educare i figli.
→ trasmissione non meccanicistica del patrimonio culturale (in cui le conoscenze non sono
saperi fini a se stessi ma funzionali a dare significato alla vita → non tanto “sapere” e basta, ma
sapere fare e saper diventare qualcosa sfruttando ciò che si conosce); contributo all'elaborazione di
essa (imparare a imparare); impulso alla partecipazione dei giovani quai contributori del processo
culturale e della formazione umana e critica della propria personalità (orientamento).
→ CCNL 2007: La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento
volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle
finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi
dell’istruzione dalle leggi dello Stato e dagli altri atti di normazione primaria e secondaria.
→ CCNL rinnovato 2018: La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e
professionale dei docenti e si esplica in attività individuali e attività collegiali, nonché nella
partecipazione alle attività di aggiornamento e di formazione in servizio.
→ Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, informatiche,
linguistiche, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali, di orientamento e
di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col
maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica.
→ Orario settimanale: 25h infanzia, 22h primaria, 18h secondaria. Obblighi attività
funzionali all'insegnamento: adempimenti individuali dovuti a preparazione lezione, correzione
elaborati, rapporti individuali con le famiglie; attività collegiali fino a 40h annue collegio docenti +
fino a 40h consiglio di classe + scrutini ed esami senza quantificazione oraria; assicurare accoglienza
e vigilanza degli alunni (5 min prima della lezione e assistere l'uscita).
→ Diritto-dovere all'aggiornamento culturale-professionale. L- 107/2015 rende obbligatoria,
permanente e strutturale l'attività di formazione degli insegnanti.
→ I funzionari pubblici, come dichiarato dalla Costituzione art. 38, sono al servizio esclusivo
della Nazione, da cui il divieto a svolgere parallele attività lavorative. Tuttavia il personale che opta
per un part-time non superiore al 50% può svolgere un secondo lavoro. I docenti possono impartire
lezioni private ad alunni di altri istituti, possono esercitare una libera professione sempre su
autorizzazione del DS.
→ Art. 20148 Codice civile culpa in vigilando: gli insegnanti sono responsabili del danno
cagionato dal fatto illecito dei loro allievi nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Sono liberati
dalla responsabilità solo nel caso in cui dimostrino di non aver potuto impedire il fatto.
→ Se il docente viola i propri obblighi disciplinari va incontro alla seguenti sanzioni: 1) di
competenza del DS: avvertimento scritto; censura (biasimo, riprensione scritta e motivata per lievi
trasgressioni); sospensione dell'insegnamento fino a 10 giorni; 2) di competenza dell'USR:
sospensione dal servizio e dalla retribuzione da 10 giorni a 1 mese; sospensione servizio e
retribuzione fino a 6 mesi; licenziamento con preavviso; licenziamento senza preavviso.

USR – Il principale compito degli Uffici Scolastici Regionali (che sono in tot. 18, 1 per
regione, escluse Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige) è l'assegnazione delle risorse umane e
finanziarie ai singoli istituti dotati di autonomia, sulla base dei contingenti determinati dal Ministero.
Prevedono articolazioni territoriali (USP)

Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo che uno studente compie, dalla
scuola dell'infanzia alla scuola secondaria, nel quale si intrecciano e si fondono i processi cognitivi e
quelli relazionali. L’unitarietà del percorso non dimentica la peculiarità dei diversi momenti evolutivi
nei quali l’avventura dell’apprendimento si svolge, che vedono un progressivo passaggio
dall’imparare facendo, alla capacità sempre maggiore di riflettere e formalizzare l’esperienza,
attraverso la ri-costruzione degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli consapevolmente come
chiavi di lettura della realtà.

_______________________________________

Uno dei principi dell'Unione europea è quello di SUSSIDIARIETÀ: nei settori che non
sono di sua esclusiva competenza, l'UE interviene soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi
dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono
dunque essere realizzati meglio a livello comunitario → no ingerenza ingiustificata, sì supporto.
Commissione Europea → organi di governo dell'Unione indipendente dagli stati, funzione
di proposta legislativa.
Consiglio Europeo (capi di stato degli stati membri) → definisce gli orientamenti e le
priorità politiche generali dell'Unione.
Consiglio dell'Unione → è composto dai ministri del governo degli stati membri →
funzione legislativa in azione congiunta con il Parlamento Europeo.

→ EQF (European Qualification Framework):

→ QNQ (Quadro nazionale delle qualificazioni) riportato fino al livello 4 (diploma superiore)
GERARCHIA FONTI GIURIDICHE (primarie e secondarie):

COSTITUZIONE
Leggi costituzionali e di revisione della
Costituzione (approvate dal Parlamento)

REGOLAMENTI DELL'UNIONE EUROPEA

LEGGI ORDINARIE (Parlamento); atti aventi forza di legge: Decreti Legge;


Decreti Legislativi (approvati dal Governo); Leggi Regionali

REGOLAMENTI GOVERNATIVI

______________________________________
→ Testo Unico in materia di istruzione (TU), D.Lgs. 297/1994 → abbandonata la delega 2017 per
un aggiornamento.
→ D.l. 1/2020 (scissione dei ministeri dell'istruzione e quello dell'università e della ricerca) convertito in
L. 12/2020.
→ Libro bianco dell'istruzione 1995 “Verso la società cognitiva/conoscitiva – insegnare e apprendere.
→ Strategia di Lisbona per l'istruzione e la formazione (2000-2010);
→ Consiglio Europeo di Stoccolma (2001) → 13 obiettivi;
→ Consiglio Europeo di Barcellona (2002) → approfondimento 13 obiettivi;
→ Consiglio dei ministri dell'istruzione (2003) → 5 aree di intervento;
→ Consiglio Europeo di Bruxelles (2004) → 3 leve dell'azione futura;
→ Relazione congiunta Consiglio-Commisione Europea (2006) → urgenza di riforme per
la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri;
→ Parlamento Europeo + Consiglio dei ministri dell'UE (2006) → raccomandazione
competenze chiave per l'apprendimento permanente (lifelong learning + lifewide learning) che preparino i
giovani alla vita adulta in un contesto di competitività globale;
→ Relazione congiunta Consiglio-Commisione Europea (2018) → apprendimento
permanente per la conoscenza, la creatività e l'innovazione → aggiornamento competenze chiave.

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