Le conoscenze sono l'insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o
di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche; la conoscenza si compone
di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per
comprendere un certo settore o argomento;
• Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a
termine compiti e risolvere problemi; le abilita' sono descritte come cognitive (uso del pensiero
logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l'abilita' manuale e l'uso di metodi,
materiali, strumenti);
• Competenze: indicano la comprovata capacita' di usare conoscenze, abilita' e capacita'
personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e
autonomia. (2006)
◦ D - Iniziale: l'alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in
situazioni note;
◦ C – Base: l'alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di
possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure
apprese;
◦ B – Intermedio: l'alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie
scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite;
◦ A – Avanzato: l'alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando
padronanza nell'uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni
e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.
OBBLIGO SCOLASTICO:
→ obbligo di istruzione 10 anni (L. 296/2006) con il fine di conseguire un titolo di studio di
secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo
anno di età + obbligo formativo (D. Lgs. 76/2005) dopo il compimento del 16esimo anno di età
(assolto l'obbligo di istruzione) permane l'obbligo formativo definito come diritto-dovere all'istruzione
e alla formazione fino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo
anno di età. L'obbligo di formazione può anche essere assolto mediante stipula, a partire dal 15esimo
anno di età, di contratti di apprendistato; frequentazione di corsi di istruzione per adulti presso un
Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA); frequentazione di un corso di IeF di competenza della
Regione.
Sistema Nazionale Istruzione = scuole statali + scuole paritarie + scuole private (garantite dall'art. 33
della Costituzione) + enti locali.
Formazione delle classi iniziali (il num. min. e max. può essere incrementato o ridotto del
10% dal DS):
– Primaria min. 15 max. 26, elevabile a 27 qualora residuino resti; pluriclassi min. 8 ma. 18; nei
comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze
linguistiche possono essere costituite classi con un numero minimo di 10 alunni;
– Sec. I grado min. 18 max. 27, elevabile a 28 o a 30 (quando si formi una sola classe);
– Sec. II grado min. 27 e max. 30; min. 25 alunni per le sezioni di indirizzo con un solo corso;
– Servizi educativi per l'infanzia (nidi e micronidi + sezioni primavera + servizi integrativi che
concorrono all'educazione dei bambini e soddisfano i bisogni delle famiglie in modo flessibile e
diversificato);
Scuola primaria: primo gradino del primo grado di istruzione. Obbligo di iscrizione a
decorrere dal compimento del 6 anno di età. Orario settimanale a 4 opzioni: 24h; 27h; 30h (27h + 3h di
attività opzionali; 40h (full time) 8h in 5 giorni con incluso orario mensa. Insegnamento obbligatorio
della lingua inglese (L. 53/2003) 1h classi prime, 2h classi seconde, 3h classi dalla terza alla quinta. Le
Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo sono state emanate nel 2012.
Valutazioni espresse in voti in decimi; valutazione del comportamento (e della religione cattolica)
espressa con un giudizio sintetico. Gli alunni non possono essere non ammessi alla classe successiva
anche in presenza di un apprendimento parziale e di risultati non soddisfacenti (la non ammissione è
prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime del Cdc).
Scuola sec. I grado: due modelli orari: 30h (normale); 36h elevabili a 40 su autorizzazione
dell'USR (tempo prolungato). Obbligo insegnamento di 2 lingue comunitarie (inglese 3h + un'altra tra
francese-spagnolo-tedesco 2h). L'anno scolastico è valido quando l'alunno ha frequentato almeno i ¾
dell'orario annuale personalizzato.1 Il voto in decimi dell'esame di Stato deriva dalla media tra il voto di
ammissione e la media dei voti delle tre prove scritte e della prova orale.
L. 107/2015 (Buona scuola) → 8 D.Lgs. attuativi, tutti datati 13 aprile 2017, tra cui da ricordare:
n.60 “promozione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali,
sostegno della creatività”2; n.61 “Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale […] nonché
raccordo con i percorsi dell'istruzione e formazione professionale.”; n.62 “Norme in materia di
valutazione e certificazione delle competenze”; n.66 “Norme per la promozione dell'inclusione
scolastica degli studenti con disabilità”.
Obbligo alternanza scuola-lavoro per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni
delle scuole superiori (tecnici e professionali almeno 400h, licei almeno 200h).
CREDITO SCOLASTICO (ultimi tre anni) → calcolato in base alla media dei voti,
all'assiduità della frequenza, all'interesse, impegno e partecipazione, al comportamento nonché a
eventuali crediti formativi. La somma dei punteggi ottenuti nei tre anni costituisce il credito scolastico
per un max di 40 punti (il D.lgs 62/2017 art. 15 aumenta considerevolmente il suo peso nella
formulazione del voto finale rispetto al precedente credito scolastico che era di max 25pt) ripartiti in
max 12 per il terzo anno, max 13 quarto anno, max 15 quinto anno:
ISTITUTI PROFESSIONALI
Percorsi Istruzione Professionale (parificati a livello legislativo ai percorsi di Istruzione e
Formazione professionale di competenza delle regioni, cosicché lo studente possa il passaggio dall'uni
all'altro non interrompendo la continuità scolastica → es.: uno studente che consegue il titolo
quadriennale IeFP può qualora lo decida completare il suo percorso di istruzione inserendosi al quinto
anno dell'istruzione di secondo ciclo così da poter accedere all'esame di Stato conclusivo).
D.P.R. 87/2010:
L'identità degli istituti professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e
tecnico-professionale, che consente agli studenti di sviluppare, in una dimensione operativa, saperi e
competenze necessari per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento,
considerato nella sua dimensione sistemica per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per
l'accesso all'università e all'istruzione e formazione tecnica superiore.
D.lgs 61/2017:
Le istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionale sono scuole
territoriali dell'innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed
innovazione didattica. […] modello didattico improntato alla 1) personalizzazione educativa – con lo
scopo di rafforzare e innalzare le competenze degli studenti in vista dell'apprendimento permanente a
partire dalle competenze chiave di cittadinanza – e 2) all'orientamento dei progetti di vita degli studenti
con l'obiettivo di migliorare le loro prospettive future di occupabilità favorendone l'ingresso nel mondo
del lavoro. […] Assetto didattico caratterizzato dall'utilizzo prevalente di metodologie didattiche per
l'apprendimento induttivo: esperienze laboratoriali, contesti operativi, lavoro cooperativo per progetti.
[…] Come strumenti per l'attuazione dell'autonomia, oltre alla quota di autonomia e agli spazi di
flessibilità, possono avviare partenariati territoriali per il miglioramento e l'ampliamento dell'offerta
formativa; costituire dipartimenti quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti; dotarsi di un
comitato tecnico-scientifico con funzioni consultive e di proposta. […] Organizzazione didattica in
UdA, riferimento necessario per il riconoscimento dei crediti posseduti dagli studenti. 4 […] Il sistema
dell'istruzione professionale ha la finalità di formare studenti per un saper fare di qualità nel campo del
Made in Italy. […] Il profilo educativo, culturale e professionale si basa su uno stretto raccordo della
scuola con il mondo del lavoro e delle professioni. […] Struttura quinquennale organizzata in un
biennio + un triennio (revisione del precedente due bienni e un quinto anno). […] obiettivo di far
acquisire agli studenti competenze basate sull'integrazione tra i saperi tecnico-professionali e i
saperi linguistici e storico-sociali, da esercitare nei diversi contesti operativi di riferimento. […] La
professionalità (principio che si sostituisce a quello parziale di “qualifica”) che gli studenti acquisiscono
progressivamente nel corso del quinquennio tende a valorizzare la cultura del lavoro, intesa nella sua
accezione più ampia, come l'insieme di operazioni, procedure, simboli, linguaggi e valori, ma anche
l'identità e il senso di appartenenza ad una comunità professionale, che riflettono una visione etica della
realtà, un modo di agire per scopi positivi in relazione ad esigenze non solo personali, ma collettive. Per
corrispondere alle dinamiche evolutive degli assetti economici e produttivi e contribuire ad anticiparne i
relativi sviluppi e fabbisogni è richiesta una preparazione caratterizzata da una fluida integrazione tra
competenze culturali generali e competenze tecnico professionali specifiche. I risultati di
apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionale dello studente prevedono, quindi,
una stretta integrazione tra la dimensione culturale-comunicativa e quella tecnico-operativa, tipica delle
vocazioni dell'istruzione professionale. […]
→ riferimento alla filiera produttiva.
LINEE GUIDA ISTITUTI PROFESSIONALI (dal D.PR. 87/2010 al D.lgs 61/2018): Tre
parole-chiave possono aiutare a sintetizzare i riferimenti progettuali per articolare l’offerta
4 Le UdA rappresentano anche il riferimento per la valutazione, la certificazione e il riconoscimento dei crediti
attribuiti agli studenti, anche ai fini del passaggio ad altri percorsi dei sistemi formativi professionalizzanti (sia della
IP che della IeFP). Circa la valutazione al termine del primo anno del biennio , si prevede che si proceda alla
valutazione intermedia dei risultati relativi alle UdA inserite nel PFI, e che, a seguito di questa valutazione, il
consiglio di classe comunichi agli studenti interessati le carenze riscontrate ai fini della revisione del PFI e la
definizione delle “misure di recupero, sostegno ed eventuale ri-orientamento” da attuare nell’ambito della quota non
superiore a 264 ore nel biennio.
formativa in modo da rispondere ad una pluralità di bisogni: menti d’opera, 5 professionalità6 e
laboratorialità.7
È molto importante che i docenti scelgano metodologie didattiche coerenti con l’impostazione
culturale dell’istruzione professionale e capaci di realizzare il coinvolgimento e la motivazione
all’apprendimento degli studenti → metodi induttivi, metodologie partecipative, didattica di
laboratorio, uso diffuso delle TIC, ricorso a metodologie progettuali ecc. da estendere anche all'area
dell'istruzione generale.
Di fronte a questa duplice sfida, quella dei nuovi studenti richiedenti significati per la
vita e opportunità di inserimento nel reale, e quella del sistema economico che necessita di profili
sempre meno di esecutori o di meri specialisti, e sempre più di persone capaci di visione,
cooperazione, apertura e intraprendenza, l’Istruzione professionale è chiamata a configurare la propria
offerta verso un nuovo curricolo.
Superamento del disciplinarismo “divisionista”, caratterizzato dalla contrapposizione fra teoria
e pratica, poco attento alla dimensione tecnico-operativa dei processi conoscitivi ed al legame
attivo con il contesto territoriale, mentre acquisisce nuova rilevanza la metodologia della alternanza
formativa che nei nuovi percorsi risulta anticipata al secondo anno e rafforzata.
Attivazione e l’”ingaggio” diretto degli studenti stessi visti come risorsa, bene collettivo
del paese e del territorio, in quanto portatori di talenti e di energie da mobilitare e far crescere per la
comunità, attraverso un nuovo patto educativo. Tale patto dovrebbe essere in grado di
promuovere crescenti livelli di autonomia e responsabilità dei giovani, superando da un lato lo
stereotipo dello studente “fragile”, in quanto scarsamente ricettivo di stimoli teorici, deficitario di
capacità mnemoniche, astrattive, espositive ed argomentative (e quindi poco funzionale a
processi di apprendimento “inerti” tipici della didattica tradizionale), dall’altro spingendo alla
valorizzazione dello studente quando si mostra capace, con prove tangibili e significative, di
mobilitare le proprie risorse – abilità, conoscenze e capacità personali – al fine di fronteggiare e
portare a termine positivamente i compiti ed i problemi che gli sono proposti.
Assunzione di una prospettiva pienamente co-educativa da parte del team dei docenti, in
quanto adulti significativi in relazione con giovani che vanno sottratti sia dalla distrazione dell’irrealtà
(soprattutto come conseguenza della diffusione del “virtuale”), sia dall’umiliazione della
stigmatizzazione sociale così diffusa negli Istituti professionali. Ciò comporta l’ampliamento delle
metodologie didattiche da utilizzare, in modo da favorire l’espressione di tutte le tipologie di intelligenza
5 Concezione culturale che intende superare gli stereotipi di una interpretazione sequenziale del rapporto tra
teoria e pratica e del primato dei saperi teorici, promuovendo una chiave di lettura che valorizza i diversi
stili di apprendimento degli studenti e offre risposte articolate alle domande del mondo del lavoro e delle
professioni → menti del fare, che privilegiano l'operatività, la pragmatica, la spendibilità di un sapere teorico nella
sfera tangibile del reale.
6 Valorizzazione della cultura del lavoro, inteso come insieme di operazioni, procedure, simboli, linguaggi, valori, ma
anche identità, senso di appartenenza ad una comunità professionale, un modo di agire per scopi positivi e in
relazione non solo personali ma comuni.
7 Imparare ad imparare (obiettivo) da raggiungere mediante l'imparare lavorando (metodo).
degli studenti, e non solo di quella logico-deduttiva. Tale ampliamento prevede in particolare di
includere nella didattica ordinaria attività in grado di suscitare l’intelligenza pratica, sociale, emotivo-
relazionale, intuitiva, riflessiva ed argomentativa, ricorrendo ad esempio a tecniche quali il lavoro
di gruppo, l’educazione tra pari, il problem solving, il laboratorio su compiti reali, il project work,
gli eventi pubblici, le dissertazioni, le gare, i concorsi, ecc.
Il diploma finale, rilasciato in esito al superamento dell’esame di Stato, attesta l’indirizzo e la
durata del corso di studi e il punteggio complessivo ottenuto dal candidato. Il diploma contiene
anche l’indicazione del codice ATECO attribuito all’indirizzo e reso esplicito al livello di sezione
e di divisione (struttura di classificazione codici ATECO) →
PFI - Progetto Formativo Individuale - è previsto dall'art. 5 del D.Lgs 13 aprile 2017, n. 61.
Viene redatto dal consiglio di classe entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza e aggiornato
durante l'intero percorso scolastico. Il PFI si basa su un bilancio personale che evidenzia i saperi e le
competenze acquisiti da ciascuna studentessa e da ciascuno studente, anche in modo non formale e
informale ed è idoneo a rilevare le potenzialità e le carenze riscontrate, al fine di motivare ed orientare
nella progressiva costruzione del percorso formativo e lavorativo. Spetterà al dirigente scolastico,
sentito il consiglio di classe, individuare all’interno di quest’ultimo i docenti che, in qualità di tutor,
sosterranno gli studenti nell’attuazione del PFI.
Organizzazione IP:
(2010): Primo biennio, secondo biennio, quinto anno.
Settore Servizi:
B1 - “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale”
B2 - “Servizi socio-sanitari”
Articolazioni : “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, Odontotecnico”
“Arti ausiliarie delle professioni sanitarie, Ottico”
B3 - “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”,
Articolazioni: “Enogastronomia”
“Servizi di sala e di vendita”
“Accoglienza turistica”
B4 - “Servizi commerciali”.
Settore Industria e artigianato:
- C1 “Produzioni industriali e artigianali”
Articolazioni: “Industria” e “Artigianato”
– C2 “Manutenzione e assistenza tecnica”
Organizzazione IT:
Passaggio al nuovo ordinamento a partire dalle classi prime dell'a.s. 2010/2011
Primo biennio 660h istruzione generale comune a tutti gli indirizzi + 396h attività e insegnamenti
specifici di indirizzo;
Secondo biennio 495h istruzione generale + 561h attività e insegnamenti di indirizzo;
Quinto anno 495h istruzione generale + 561h attività e insegnamenti di indirizzo.
Settore Economico:
Amministrazione, finanza, marketing;
Turismo.
Settore Tecnologico (dotazione di un Uffizio tecnico di supporto per la organizzazione,
funzionalità, sicurezza, innovazione dei laboratori):
Meccanica, meccatronica ed energia;
Trasporti e logistica;
Elettronica ed elettrotecnica;
Informatica e telecomunicazioni:
Grafica e comunicazione;
Chimica, materiali e biotecnologie;
Sistema moda;
Agraria, agroalimentare e agroindustria;
Costruzioni, ambiente e territorio.
LICEI:
DPR 89/2010: I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per
una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale,
creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca
conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al
proseguimento degli studi di ordine superiore, all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del
lavoro. […]
Fatto salvo quanto stabilito specificamente per il percorso del liceo linguistico, nel quinto
anno è impartito l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL – content
language integrated learning) compresa nel! 'area del!e attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti
gli studenti o nell'area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del
contingente di organico ad esse annualmente assegnato. Tale insegnamento è attivato in ogni caso
nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente.
Articolazione:
Artistico: a. arti figurative; b. architettura e ambiente; c. design; d. audiovisivo e multimediale; e.
grafica; f. scenografia.
Classico
Linguistico
Musicale e coreutico
Scientifico
Scienze umane
_____________________________________
BES:
I Bisogni Educativi Speciali (BES) comprendono tre macro categorie: disabilità; disturbi
evolutivi specifici (DSA + altri Disturbi Evolutivi Specifici come deficit del linguaggio, delle abilità
non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività – spesso in comorbilità
con disturbo oppositivo provocatorio, disturbo della condotta, disturbi d'ansia e dell'umore ecc.
(disturbi classificati come comportamentali) –, mentre il funzionamento cognitivo limite (intelligenza
borderline) – e cioè quoziente intellettivo basso, al di sotto della deviazione standard (±15) dalla
media (100), quindi (70-85) – è uno svantaggio che sta sulla soglia tra disabilità e disturbi evolutivi,
questi alunni sono in una condizione non facile perché sospesi tra normalità e ritardo 8; svantaggio
8 Rappresentano la categoria con il più alto tasso di insuccesso scolastico, soprattutto perché molto spesso non
ricevono il supporto adeguato che li aiuti a fronteggiare un ritmo di apprendimento diverso dagli altri. Questi
studenti, se abbandonati al proprio destino, scivolano via via verso un funzionamento cognitivo sempre più basso.
Spesso questi studenti preferiscono lo stile di apprendimento cinestetico, attraverso l'esperienza, la pratica diretta,
concreta, meglio ancora se svolta in un contesto cooperativo/tutoraggio tra pari. Infatti, più è alto il grado di
astrazione dell'insegnamento impartito, più basso sarà il loro livello di apprendimento.
socio-economico, linguistico, culturale. (Disposizioni relative agli strumenti di intervento per alunni
con BES, 2012)
Gli altri disturbi evolutivi specifici, seppur compromettano la qualità della vita dei soggetti
interessati, non sono certificabili si sensi della legge 104/1992 come disabilità, e quindi non danno
diritto al docente di sostegno. Inoltre, non essendo classificati come DSA, questi disturbi non
possono nemmeno essere certificati ai sensi della L. 170/2010, che consente di fruire di particolari
metodologie, strumenti compensativi e misure dispensative. → Per sopperire a questo vuoto
normativo, la Direttiva 27 dicembre 2012 menziona la possibilità di estendere anche a questa
tipologia di disturbi le disposizioni previste dalla L. 170/2010 → misure quindi con possibilità di
essere estese a tutti gli alunni che presentano bisogni educativi speciali → la possibilità di attivare
misure compensative/dispensative per i casi non certificabili spetta all'esclusivo Consiglio di classe, il
quale è autonomo nel decidere se formulare o meno un PDP, anche in presenza di richieste di
genitori accompagnate da diagnosi che non hanno appunto diritto alla certificazione.
La Direttiva 27 dicembre 2012 individua come ulteriori motivi di svantaggio tutte quelle
situazioni che rientrano nello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale. Anche questi alunni
possono quindi, su decisione opportunamente motivata e obbligatoriamente verbalizzata (al fine di
evitare contenziosi) del Consiglio di classe, beneficiare di PDP, misure compensative/dispensative,
metodologie didattiche personalizzate/individualizzate etc. Da tenere in conto è la differenza
evidenziata dalla Nota protocollata 2563/2013 tra ordinarie difficoltà di apprendimento (temporanee
in ciascun alunno), gravi difficoltà (carattere stabile e più complesso da affrontare) e disturbi
dell'apprendimento (carattere permanente e e base neurologica). In linea di massima per i BES
socio-economici/linguistici e culturali, trattandosi molto spesso di situazioni transitorie, la normativa
invita i docenti a evitare di attivare misure compensative/dispensative e a concentrarsi piuttosto su
efficaci strategie educative/didattiche; nel caso di misure dispensative chiarire che hanno carattere
transitorio (evitare di far leggere ad alta voce/scrittura sotto dettatura a uno studente straniero
appena arrivato in Italia), NON si possono attuare misure dispensative particolari come l'esonero
dalle prove scritte in lingua straniera.
Altra situazione particolare di disagio che la Nota prot. 4233/2014 del MIUR fa rientrare nei
BES è quella degli alunni adottati, soprattutto se provenienti da paesi esteri. Nel periodo 2010-2013
sono stati adottati 14mila bambini tramite adozione internazionale e 4mila con adozione nazionale.
STUDENTI STRANIERI:
D.P.R. 394/1999: “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto
all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle
forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le
disposizioni vigenti in materia”, anche se poi si precisa che “i minori stranieri privi di
documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono
iscritti con riserva. […] in mancanza di accertamenti negativi sull'identità dichiarata dell'alunno, il
titolo viene rilasciato all'interessato con i dati identificativi acquisiti al momento dell'iscrizione.”
Le Linee Guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri del 2006 e poi 2014 ribadisce il
diritto-dovere all'istruzione e alla formazione per i minori stranieri.
L'iscrizione (aspetto burocratico-amministrativo) avviene con le stesse modalità previste per
gli alunni italiani. Per gli alunni stranieri arrivati in Italia in corso d'anno l'iscrizione può avvenire in
qualsiasi momento dell'anno scolastico in corso. I documenti richiesti dalla scuola al momento
dell'iscrizione sono: permesso di soggiorno in corso di validità, documentazione anagrafica (carta
d'identità, codice fiscale, certificato di nascita, atto di cittadinanza), documenti sanitari (vaccinazioni
obbligatorie → nel caso in cui l'alunno non sia vaccinato ha comunque diritto all'iscrizione. In
questo caso la scuola avviserà la famiglia dell'obbligo di vaccinare l'alunno o, in caso di inadempienza
o resistenza degli stessi, provvederà ad avvisare l'ASL competente), documenti del precedente
percorso scolastico.
Accoglienza (aspetto umano): costituzione di una commissione di accoglienza (commissione
intercultura) costituita da docenti e personale competente (che possono ulteriormente essere
supportati da un mediatore culturale o interprete esterno) per favorire 1) la conoscenza da parte
della famiglia e dell'alunno della realtà scolastica, della sua organizzazione e del sistema di istruzione
nazionale; 2) conoscenza da parte del personale scolastico e dei docenti della situazione familiare e
della storia personale e scolastica dell'alunno. Questa introduzione conoscitiva non deve essere
frettolosa né invasiva. A seguito poi dell'accertamento delle conoscenze linguistiche dell'alunno, si
procederà con la decisione della classe in cui egli verrà inserito e i relativi percorsi
individualizzati/personalizzati da attivare in relazioni ad eventuali BES emersi. → prediligere classi
eterogenee e diversificate, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o
religiosa.
Se l'alunno straniero neo-iscritto non parla l'italiano è necessario che lo apprenda come L2.
La fase dell'apprendimento di italiano come L2 si articola in 3 fasi: apprendimento iniziale finalizzato
alla comunicazione (livello A1/A2 QCER → corsi laboratoriali di base di 8-10 ore settimanali per 3-
4 mesi. Buona parte di questo tipo di apprendimento avviene anche tramite l'interazione con i
compagni e con il docente o interagendo in situazioni fuori dalla scuola); 2) accesso all'italiano come
veicolo di sapere (apprendimento integrato: mentre si impara il contenuto si impara
contemporaneamente anche la lingua in cui il contenuto è trasmesso); 3) apprendimenti comuni.
Preferire una valutazione formativa anziché certificativa almeno nelle fasi iniziali per studenti
non italofoni.
Quattro processi di acculturazione (quando due gruppi che hanno culture diverse entrano in
contatto permanente con conseguenti cambiamenti nei modelli culturali originali di uno o di
entrambi i gruppi) di un gruppo minoritario (M) che entra in contatto con un gruppo maggioritario
dominante (D) che è quello storicamente prevalente nel Paese: 1) assimilazione (M-, D+) gli
individui M abbandonano la propria cultura minoritaria per conformarsi e adeguarsi ad usanze e stili
di vita appartenente a D; 2) integrazione (M+, D+) volontà di riconoscere valore alla cultura D e,
allo stesso tempo, sostenere e coltivare la propria cultura M; 3) separazione o segregazione (M+,
D-) rifiuto della cultura dominante e desiderio di proteggere la propria; 4) marginalizzazione (M-,
D-) rifiuto di D e rifiuto di M.
Michael Byram: Società multiculturali (multiculturalismo → politiche atte a riconoscere e
accogliere comunità appartenenti a culture minoritarie) 9; pluralità (ciascun individuo inserito in un
contesto multiculturale fa le proprie scelte autonome circa gli aspetti, le idee e le pratiche che ritiene
conciliabili con la propria personalità → le culture variano non solo perché esposte al contatto con
culture diverse, ma anche per effetto interno con il cambiare dell'atteggiamento dei suoi
componenti); persone pluriculturali che vivono in società multiculturali (individui che fanno propri
aspetti appartenenti a culture diverse → i soggetti pluriculturali solitamente sono quelli che
appartengono a M e che si confrontano con D; viceversa gli appartenenti a D raramente tendono ad
essere pluriculturali, a meno che nel loro contesto locale loro stessi diventino M → l'individuo
pluriculturale può esprimere la propria pluriculturalità in 3 modi: 1) contemporaneità di patrimoni
culturali differenti; 2) alternanza in base al contesto, il che avviene quando la cultura M è molto
diversa dalla cultura D; 3) fusione → creazione di una propria sintesi culturale); educazione
interculturale → se la pluriculturalità indica l'adozione di aspetti culturali differenti, l'interculturalità
invita al confronto, al dialogo, alla sperimentazione, all'analisi tra culture differenti per riflettere su
questioni che di solito appaiono scontate o banali nell'ambito usuale della propria cultura e del
proprio ambiente. L'interculturalità implica perciò: 1) apertura: capacità di essere curiosi, interessati
ed empatici verso persone di altre culture; 2) confronto: tra noi e gli altri, a partire dalle differenze si
valutano i propri modi di essere → identificando l'altro si conosce meglio se stessi; 3)
coinvolgimento: deriva da un confronto equo, corretto e rispettoso e tollerante; 4) mediazione:
necessaria quando si interagisce con gli altri per garantire la trasparenza e la correttezza
dell'interpretazione delle diverse prospettive.
L'educazione interculturale si persegue attraverso tre settori chiave di competenza: 1)
cittadinanza democratica; 2) apprendimento delle lingue; 3) storia, che favorisce la capacità
intellettuale di analisi e interpretazione delle informazioni in modo critico e responsabile eliminando
pregiudizi e stereotipi mettendo in risalto soprattutto le influenze reciproche tra popoli e culture nel
corso della storia.
9 Ugualmente con multilinguismo si intende la presenza di più lingue in una determinata area geografica, mentre con
plurilinguismo la capacità dei parlanti di padroneggiare più codici linguistici.
La L. 170/2010 Riconosce come disturbi 10 specifici dell'apprendimento (DSA): dislessia,
disgrafia, disortografia, discalculia. Disturbi che si manifestano in presenza di capacità cognitive
adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una
limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.
In conformità con la L. 170/2010 → D.M. 5669/2011 Linee guida per il diritto allo
studio degli alunni e degli studenti con DSA:
→ Piano Didattico Personalizzato (per DSA): la scuola predispone, nelle forme ritenute
idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere
almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo: • dati anagrafici
dell’alunno; • tipologia di disturbo; • attività didattiche individualizzate; • attività didattiche
personalizzate; • strumenti compensativi utilizzati; • misure dispensative adottate; • forme di verifica
e valutazione personalizzate.
D.M. 5669/2011: gli strumenti compensativi sono quegli strumenti didattici che e
tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell'abilità deficitaria. Servono a
sollevare lo studente DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli
il compito da un punto di vista cognitivo. Lo scopo è ridurre il più possibile il divario tra le abilità del
DSA e quelle degli altri studenti. L'utilizzo di strumenti compensativi è studiato per far partire lo
studente DSA dal medesimo punto di partenza degli altri.
La L. 170/2010 prevede la messa in pratica di misure dispensative che esonerino gli
studenti DSA da prestazioni non essenziali ai fini della qualità dell'apprendimento, evitando così
situazioni inutili di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo (lettura,
scrittura, calcolo) senza ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti dai percorsi
didattici individualizzati e personalizzati. Ostinarsi a far svolgere determinate operazioni
direttamente interessate dal disturbo significherebbe aumentare la pressione sullo studente e anziché
trarre giovamento per l'apprendimento ottenere demotivazione/sfiducia/frustrazione e
peggioramento dello stesso. Tuttavia bisogna sempre vagliare con attenzione le misure dispensative
adottate evitando di scadere nell'eccessiva facilitazione che, ugualmente, distoglierebbe dall'obiettivo
del successo formativo. Tra le misure più comuni: esonero dalla lettura ad alta voce in classe, dalle
attività in cui la lettura viene valutata, dalla lettura autonoma di brani la cui lunghezza sia
incompatibile con le abilità dello studente; semplificazione del testo da studiare, riduzione
complessità lessicale e sintattica; esonero dalla lettura dei quesiti dei test, dalleconsegne dei compiti,
tracce di temi o questionari a risposta multipla: in tal caso può esserci una persona che li legga allo
studente, oppure il docente può fornire una registrazione audio della lettura delle tracce; concessione
di un tempo maggiore durante lo svolgimento delle prove +30% oppure somministrazione di una
prova a contenuto ridotto ma disciplinarmente significativo.
→ GIT: Gruppo per l'inclusione territoriale: organo tecnico in materia di organico dei
docenti di sostegno da assegnare alle scuole.
→ GLI: Gruppo di lavoro per l'inclusione presso ciascuna istituzione scolastica ed è
composto da docenti curriculari, di sostegno ed eventualmente personale ATA, nonché da specialisti
dell'ASL di riferimento.
PTOF (elaborato dal Collegio dei docenti e approvato dal Consiglio di Istituto): carta di
identità culturale e progettuale di ogni scuola, proposta alle famiglie che intendano conoscere la
progettazione dell'istituto. Il Piano rende pubblico il curricolo obbligatorio proposto dalla scuola per
i suoi studenti, che nasce dalla quota indicata a livello nazionale e da quella riservata all'autonomia
delle scuole, che comprende le discipline e le attività scelte liberamente dal singolo istituto per
valorizzare la specificità culturale del territorio in cui opera. Sono indicate anche le attività
extracurricolari, educative e organizzative, i criteri di valutazione e quelli per il riconoscimento dei
crediti formativi.
PECuP (Piano Educativo, Culturale e Professionale) → elenca le competenze che l'alunno
dovrebbe possedere alla fine di ogni ciclo scolastico e costituiscono la base per la progettazione
dell'attività didattica dei consigli di classe.
A seguito della riforma costituzionale del 2001, l'art. 117 della Costituzione riserva allo Stato
la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che
devono essere garantiti sul territorio nazionale (e gli compete anche di conseguenza la verifica che
tali livelli vengano rispettati) e le norme generali sull'istruzione. Alle istituzioni scolastiche compete la
responsabilità della realizzazione dei diritti dei discenti, anzitutto il successo formativo, nell'ambito
delle Indicazioni ricevute e delle risorse assegnate, elaborando il PTOF e collaborando con
l'Amministrazione centrale per la verifica dell'efficienza del sistema.
ORGANI COLLEGIALI:
➔ Consiglio di circolo12 (primarie) o di istituto (secondarie) → organo elettivo che esercita le
funzioni di indirizzo. È composto dal DS e dai rappresentati eletti dei genitori, degli studenti
(superiori), del personale docente e non docente. Ha potere deliberante riguardo: approvazione
PTOF; organizzazione e programmazione della vita della scuola; bilancio annuale; regolamenti;
calendario scolastico.
➔ Collegio dei docenti: è presieduto dal DS ed è composto da tutti i docenti in servizio. Il DS
affida la funzione di segretario a uno dei docenti collaboratori. Ha potere
➔ deliberante riguardo: adozione libri di testo; valutazione alunni e dell'andamento
dell'azione didattica; promozione di iniziative di sperimentazione; promozione di iniziative di
aggiornamento per gli insegnanti; programmazione e attuazione di iniziative per il sostegno
di alunni con BES.;
➔ proponente: PTOF; formazione e composizione classi; assegnazione ad esse dei
docenti; orario delle lezioni.
➔ Consiglio di intersezione (infanzia), di interclasse (primaria) e di classe (secondaria):
riunioni dei docenti (coordinamento didattico e operazioni di valutazione periodica e finale) a cui si
aggiunge la presenza dei rappresentanti dei genitori e degli studenti (secondo ciclo) per favorire la
collaborazione educativa, verificare l'andamento complessivo dell'attività didattica, approvare
progetti didattici di classe, proporre il piano annuale di visite e viaggi di istruzione, esprimere pareri
sull'adozione dei libri di testo.
➔ Assemblee studentesche (di classe – 2h al mese; di istituto plenarie – non più di 4) e dei
genitori.
USR – Il principale compito degli Uffici Scolastici Regionali (che sono in tot. 18, 1 per
regione, escluse Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige) è l'assegnazione delle risorse umane e
finanziarie ai singoli istituti dotati di autonomia, sulla base dei contingenti determinati dal Ministero.
Prevedono articolazioni territoriali (USP)
Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo che uno studente compie, dalla
scuola dell'infanzia alla scuola secondaria, nel quale si intrecciano e si fondono i processi cognitivi e
quelli relazionali. L’unitarietà del percorso non dimentica la peculiarità dei diversi momenti evolutivi
nei quali l’avventura dell’apprendimento si svolge, che vedono un progressivo passaggio
dall’imparare facendo, alla capacità sempre maggiore di riflettere e formalizzare l’esperienza,
attraverso la ri-costruzione degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli consapevolmente come
chiavi di lettura della realtà.
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Uno dei principi dell'Unione europea è quello di SUSSIDIARIETÀ: nei settori che non
sono di sua esclusiva competenza, l'UE interviene soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi
dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono
dunque essere realizzati meglio a livello comunitario → no ingerenza ingiustificata, sì supporto.
Commissione Europea → organi di governo dell'Unione indipendente dagli stati, funzione
di proposta legislativa.
Consiglio Europeo (capi di stato degli stati membri) → definisce gli orientamenti e le
priorità politiche generali dell'Unione.
Consiglio dell'Unione → è composto dai ministri del governo degli stati membri →
funzione legislativa in azione congiunta con il Parlamento Europeo.
→ QNQ (Quadro nazionale delle qualificazioni) riportato fino al livello 4 (diploma superiore)
GERARCHIA FONTI GIURIDICHE (primarie e secondarie):
COSTITUZIONE
Leggi costituzionali e di revisione della
Costituzione (approvate dal Parlamento)
REGOLAMENTI GOVERNATIVI
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→ Testo Unico in materia di istruzione (TU), D.Lgs. 297/1994 → abbandonata la delega 2017 per
un aggiornamento.
→ D.l. 1/2020 (scissione dei ministeri dell'istruzione e quello dell'università e della ricerca) convertito in
L. 12/2020.
→ Libro bianco dell'istruzione 1995 “Verso la società cognitiva/conoscitiva – insegnare e apprendere.
→ Strategia di Lisbona per l'istruzione e la formazione (2000-2010);
→ Consiglio Europeo di Stoccolma (2001) → 13 obiettivi;
→ Consiglio Europeo di Barcellona (2002) → approfondimento 13 obiettivi;
→ Consiglio dei ministri dell'istruzione (2003) → 5 aree di intervento;
→ Consiglio Europeo di Bruxelles (2004) → 3 leve dell'azione futura;
→ Relazione congiunta Consiglio-Commisione Europea (2006) → urgenza di riforme per
la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri;
→ Parlamento Europeo + Consiglio dei ministri dell'UE (2006) → raccomandazione
competenze chiave per l'apprendimento permanente (lifelong learning + lifewide learning) che preparino i
giovani alla vita adulta in un contesto di competitività globale;
→ Relazione congiunta Consiglio-Commisione Europea (2018) → apprendimento
permanente per la conoscenza, la creatività e l'innovazione → aggiornamento competenze chiave.