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PEDAGOGIA

1600-1700: Secolo dei lumi. Il lume è la ragione che porta l'uomo a superare lo stato di minorità. È
presente in tutti gli uomini e rappresenta la guida per sopravvivere, e va a plasmare l'uomo.
Kant, filosofo nato nel 1724 e morto nel 1804, visto per tutto il secolo dei lumi, diede una definizione
di illuminismo: l’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole.
Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Infatti Kant
invita gli uomini a utilizzare la propria ragione, e crede che tutti gli uomini siano uguali, e forse
l’unica cosa che li distingue è il loro livello di conoscenza.
Quindi la luce alla quale alludevano questi nuovi filosofi/pedagogici è una sorta di simbolo che allude
alla ragione, che è lo strumento in grado di indagare ogni campo della conoscenza umana cercando
di superare il potere della tradizione.
La ragione, non è infallibile, perché si è consapevoli (mentalmente aperti) che l’intelligenza ha dei
limiti.
MOMENTO STORICO > è una fase della storia molto importante, nella quale il tema dell'istruzione è
centrale tra gli intellettuali. Il dibattito su chi, come e cosa deve essere formato non si ferma alle sole
aule, ma influenza anche il concetto di educazione, in modo più ampio.
ES: emergono elementi che cambiano la modalità di presa in cura: come venivano accolti i bambini,
la cui mortalità era altissima, ma oggi si fanno progressi riguardo le medicine infantili. Le puericultrici
sono operatrici sanitarie che si occupano dell'infanzia in tutte le sue forme.
Si capisce che fare allattare i figli da altre madri non era una pratica davvero favorita, perché i
bambini devono essere attratti dal seno della propria mamma.
Anche l'infanzia diviene un'età della vita importante. Intellettuali capiscono che le pratiche infantili
possono e devono essere modificate, poiché bisognava modernizzarle. Le pratiche educative
dipendevano da una questione pubblica, poiché figlie della tradizione (antico regime). Esse avevano
determinate caratteristiche che portarono i rivoluzionari a identificare tutto ciò che era stato in
passato. I cambiamenti non diventeranno subito una nuova normalità, poiché ci vorrà tempo.
JOHN LOCKE > nacque nel 1632 e morì nel 1704. Egli aveva una visione ottimistica.
Padre dell'empirismo, dove alla base c'è l'esperienza, e dall'altra parte c'era il razionalismo, dove alla
base c'è una ragione.
Locke favorì l'emergere del secolo dei lumi: grande contributo prodotto dalla ricerca medica infantile
e dalla psicologia.
L'empirismo è quella dottrina che considera l'esperienza l'unica fonte di conoscenza e verità. Il
metodo sperimentale è l'unico valido. Se tutto si basa sulla esperienza, Locke pensava quindi che le
idee innate non esistevano, infatti il bambino che nasce, per avere delle idee, deve prima crescere
attraverso l'apprendimento della vita, delle esperienze e dei 5 sensi. Il soggetto è figlio
dell'esperienza che compie, così da apprendere.
I programmi scolastici apriranno poi un altro dibattito, dove sullo sfondo si aprirà una nuova idea di
cittadino. Le prime modalità di insegnamento erano basate sulla tradizione, mentre ora si cerca di
cambiarle, modernizzando. Questi insegnamenti però sono frequentati da nobili, borghesi, e persone
di classi imprenditoriali, che pretendevano la formazione superiore.
La scuola divenne il luogo strategico dove si formavano i cittadini, studiando lingue, partendo dal
fare, per poi affrontare la teoria. Tutte le discipline venivano affrontate in modo empirico. Il resto
della popolazione affrontava una prima alfabetizzazione in lingua volgare, ma in generale si
parlavano diversi dialetti. Invece il latino era solo per le classi più alte.
INCINGRUENZE > Rousseau VS Kant
Ci sono diversi autori che scrissero sulla situazione delle donne, dicendo che potevano accedere alla
vita sociale, anche se non tutte. Rousseau mise al centro delle sue riflessioni il concetto di popolo.
Popolo: Per gli umanisti, il popolo è composto da soli uomini, perché ritengono che le donne siano
inadatte per questioni pubbliche e politiche. Le donne però allo stesso tempo, ebbero un certo tipo
di spazio nei saloni aristocratici, ma rimase comunque aperta la questione della parità. Anche se
questo idealismo andava contro l'idea che tutti possiedono la ragione.
Appartenenza: un altro elemento che ci fa ragionare sull'aspetto: tutti siamo uguali, è il concetto di
appartenenza. Persone di provenienza differente vengono considerate diverse per tratti estetici, usi,
costumi differenti. L'illuminismo fu il primo movimento che mise sotto accusa la schiavitù, e anche il
primo movimento che fece nascere motivazioni razionali per giustificare la divisione dell'umanità in
razze. Addirittura alcuni lavoravano per individuare il criterio per classificare gli uomini.
Emerge proprio per questa classificazione una prima teoria sulla differenza tra le razze umane, e
anche Kant scrisse che i caratteri razziali sono permanenti e li si possiede dalla nascita.
Kant individuò quattro tipi di razze (bianchi, neri, mongoli, indù), ma non fece una gerarchia. Altri
contemporanei però lo fecero e misero la razza bianca al vertice della piramide.
Religione: da un lato esisteva una sorta di laicismo che prevaleva, però c'era anche un'altra
controparte che comprendeva diversi movimenti religiosi, che rappresentavano rinascita spirituale, e
che permettevano di individuare delle regole etiche nella vita quotidiana. In questo secolo venne
soppresso l'ordine dei gesuiti, ma solo perché erano diventati troppo potenti e avevano fatto voto di
obbedienza al pontefice, e perciò si formò una sorta di Stato nello stato.
Assolutismo: venne mantenuto lo spirito centralizzato delle monarchie nonostante la spinta verso il
popolo.
Cosmopolitismo: era lo spirito di questo secolo, ma al contempo si elogiava il patriottismo.

JOHN LOCKE > nacque nel 1632 e morì nel 1704. È considerato un precursore dell'illuminismo e
padre dell'empirismo (corrente filosofica moderna). Per lui le idee non sono altro che l'impronta
lasciata in noi tramite il contatto con la realtà esterna.
Egli studiò ad Oxford dove venne anche chiamato tempo dopo per insegnare. Aveva moltissimi
interessi, tra cui la medicina, filosofia, scienza e politica. Si fece portatore della tolleranza religiosa e
affermò l'esistenza di un contratto/accordo tra gli esseri umani. Lui influenzò molto la pedagogia.
Dal punto di vista educativo, Locke lavorò sul tema dell'educazione dandole una certa importanza.
Negò l'esistenza delle idee innate, poiché affermava che tutto si conosce tramite l'esperienza. La
formazione divenne centrale per indirizzare il bambino nel modo migliore.
Locke nel 1690 scrisse il Saggio sull'intelletto umano, dove racconta l'importanza delle idee e si
concentra sulle possibilità della conoscenza: come essa funziona?
Lo scrisse in inglese e non il latino perché voleva che si diffondesse ovunque e voleva che venisse
letto da tutti, compresi chi di non mestiere.
Locke cercò di giustificare il fatto che l'origine di ogni conoscenza risiedeva nell’esperienza.
Essa derivava da due strade:
1. Sensazione > ti porge le immagini delle cose esterne
2. Riflessione > ricordi le immagini dei nostri dati psichici
La somma di sensazioni e percezioni, danno le idee semplici (es. idea di un colore), e in questo caso
l'intelletto è passivo. Invece l'intelletto è attivo quando confronta, mette insieme o separa le idee
semplici, formando così le idee complesse (es. idea di relazione).
Questo è il percorso per la conoscenza.
Nel 1693 scrisse i pensieri sull'educazione, dove cercò di tradurre la sua volontà e di mettere a fuoco
il tema dell'educazione. La pedagogia dell'abitudine andava a braccetto con la pedagogia dell'utile. È
una pedagogia intrisa di laicismo, di dimensione terrena. Locke non negava l’esistenza della
dimensione religiosa, ma non se ne occupa (era cristiano ma si convertì a questa religione).
La felicità la felicità mondana, distingue la dimensione della fede da quella che è la libera scelta
personale e dall'obbiettivo educativo.
Insegnare fin da subito l'abitudine, si può fare grazie agli imprinting. Persino persone di classi
differenti necessitano di uguali esigenze.
I bambini possono apprendere fin da subito i buoni valori morali, e sarà più facile poi accogliere ciò
che va in linea di continuità. I bambini devono essere accompagnati nei primi anni da un adulto, per
poi autodisciplinarsi, così da muoversi autonomamente in base alle diverse situazioni.
John Locke criticò le punizioni corporali e l'apprendimento mnemonico (al contrario era a favore del
ragionamento). Il comportamento si rimanda alla famiglia, in particolare ai padri.
Le materie come storia, geografia, scienze, francese e attività sportiva, avevano a che fare con la
concretezza. Purtroppo Locke si dimenticò della dimensione artistica ed estetica perché la riteneva
meno importanti.
Tutta questa concretezza ci ricorda che la pedagogia è interesse di cogliere le potenzialità di un
individuo. L'autore che per primo incarnò la pedagogia naturale dove il soggetto sarà il centro, sarà
Rousseau.

JEAN JACQUES ROUSSEAU > nacque nel 1712 e morì nel 1778. Autore importante per
l'illuminismo. Autore controverso, particolare ma geniale. Egli scrisse di moltissimi autori, secondo le
loro opinioni e i loro pensieri, ma allo stesso tempo ricevette lui stesso moltissime critiche.
Il suo modo di intendere l'infanzia, lo pose come precursore della pedagogia moderna. Pose nella
sua teoria l'aspetto puerocentrico (bimbo al centro) dell'educazione. Questo aspetto stava alla base
dell'attivismo. L'educatore per capire cosa succede deve assumere il punto di vista del bambino.
Rousseau era un innovatore contrario ai dettami dell'educazione del suo tempo, perciò si ritrovò
all'interno del movimento dell'illuminismo, dove si ritrovò molto con le caratteristiche.
Si ritrovò nell'accogliere l'importanza dell'aspetto intellettuale dell'uomo, dove però era importante
anche l'istinto, il sentimento... cose che non vengono trattate durante l'illuminismo. Il bambino è
come se dovesse essere risvegliato poiché dentro di sé possiede grandi potenzialità.
Rousseau nacque a Ginevra nel 1712. Proprio lì venne poi costruito l'Istituto di Ricerca che portava il
suo nome. Orfano di madre e poi di padre, venne affidato ad un pastore che lo aiutò a studiare.
Rousseau si dilettava con la filosofia e con la musica.
Nell'adolescenza conobbe una donna Svizzera (nobile), che prese a cuore la sua situazione, lo
mantenne e lo fece studiare. Lei era cattolica e fece convertire pure lui, anche se poi tornò al
protestantesimo.
Rousseau si recò a Parigi dove incontrò Voltaire, Young... Ebbe legami sentimentali e amicali molto
difficili, a un certo punto incontrò una donna, di umili origini, con cui ebbe 5 figli.
Rousseau era un'artista vero, seppur con i suoi difetti. Parte della sua conoscenza proveniva da
autodidatta. Nei momenti in cui non fu mantenuto, fece ogni tipo di lavoro. Egli scrisse anche
tantissimo, tra cui nel 1762 il Contratto Sociale (parla e la società) dove criticò Hobbs e Locke e i loro
modelli teorici. Disse che la società influenzava negativamente l'individuo e bisognava quindi
ristabilire un equilibrio. Nello stesso anno pubblicò l'Emilio, che parla dell’educazione.
Successivamente pubblicò la Nuova Eloisa nel 1761, che parla della famiglia.
Questi tre scritti sono legati tra di loro e rappresentano lo stesso soggetto osservato da punti di vista
differenti.
Tesi: gli uomini nascono tutti uguali e la divisione delle classi sociali è il prodotto della civiltà. Non si
può tornare all'origine, ma si possono individuare i criteri su cui fondare una convivenza più
equilibrata e più giusta.
Emilio è un bambino immaginario, che venne preso ed educato in Campagna. Rousseau raccontò
passo passo dell'educazione, impersonificandosi nell'istruttore. Una volta istruito venne poi
ricondotto nella società così da cambiarla invece di adattarsi.
Per Rousseau l'uomo nasce buono ma nella società perde la sua bontà. La società condanna l'uomo a
un modo di vivere contro natura. Non si può però annullare il cammino della società, per questo lui
voleva recuperare una norma di giudizio, per cercare di sottrarre l'uomo dall’ ingiustizia. Per Locke
alla base del vivere comune deve esserci un patto, che prevede che ciascuno cede i propri diritti a
tutta la comunità così da diventare una parte del tutto.
Per la Nuova Eloisa il discorso si sposta sulla coppia: i due amanti erano ostacolati dalle famiglie; il
vincolo familiare doveva essere basato sulla libertà naturale dei due soggetti.
Nell'Emilio si immagina un ritorno alle origini, in modo da potersi allontanare dalla degenerazione di
cui la società ne è la causa. Il precettore allontana il ragazzo dalla società (effetto negativo sia nel
percorso della società, sia per il soggetto).
Il Contratto Sociale e l'Emilio sono collegati, poiché entrambe parlano della società corrotta, il cui
rimedio era sul ritorno ad una condizione autentica che contrastasse l'influenza negativa della
società.
Teoria del sensismo: il bambino vive dalla nascita ai primi anni un'esperienza indifferenziata, poiché
non conosce la differenza tra i sensi. Il bambino vive una situazione in cui la sua esistenza si basa sul
benessere o malessere, ma non li sa esprimere bene.
Dopo la prima fase di indifferenziazione, il bambino crescendo inizia a differenziare. I sensi sono il
tramite per la realtà.
Potersi permettere un precettore privato esclude però molte persone, poiché non tutti avevano la
necessaria disponibilità economica. Il precettore guida emette appunto il percorso educativo del
bambino.
Il precettore la possibilità di isolare l'allievo dall'esterno ed educarlo secondo natura. Rousseau fece
proprio questo, poiché isolò il suo allievo da ogni influenza esterna, educandolo secondo il naturale
sviluppo educativo. Rousseau non voleva aver fretta di indottrinare Emilio, poiché voleva rispettare
la sua velocità di crescita. Emilio perciò è l'esempio di:
 educazione negativa > rimozione degli inciampi che potrebbero deformare la crescita del
bambino e la sua educazione
 educazione indiretta > capacità di promuovere tutte le circostanze affinché il bambino venga
istruito ed educato
Bisogna ricordare che un ruolo importante lo ha limitazione: si impara attraverso essa, e i momenti
che imita devono essere positivi. Per Rousseau l'educazione ha un ruolo laterale ma fondamentale.
L'educazione prevede tre piani diversi ma contemporanei: natura, cose, uomini.
 Natura > prevede che il bambino sviluppi corpo e sensi
 Cose > esperienza concreta della realtà
 Uomini > cultura e conoscenze
Crescendo Emilio sarà edotto alla conoscenza che la società ha (teorie, conoscenze).
Questa idea di Rousseau consente di tenere Emilio nella purezza. Il punto di partenza per i tre piani è
l'esperienza. I meriti di Rousseau in questo testo vanno all'esposizione delle teorie del sensismo,
all'attenzione per le potenzialità di un unico allievo, al merito di aver ampliato la teoria pedagogica di
quel tempo rispettando il percorso naturale del soggetto.
EMILIO > L'educazione ci deve essere anche se laterale (non si parla di autoeducazione). Tutti i sensi
devono poter essere esercitati gradualmente, infatti l’Emilio veniva abituato a alla temperatura,
tramite bagni caldi e freddi. Inoltre gli educatori intuiscono che il pianto dei bambini non è sempre lo
stesso, e soprattutto la madre impara a rispondere a queste esigenze.
Emilio deve imparare a regolarsi secondo le leggi che la natura gli impone di osservare.
L'Emilio impara quasi per caso: se impara a leggere è perché lui stesso si rende conto dell'importanza
della curiosità che gli suscita. Le lezioni che il precettore offre sono motivate dall'interesse nella vita
quotidiana di Emilio.
Secondo Rousseau, l'intelletto e la ragione pervengono invece intorno ai 15 anni.
In quegli anni sorse anche l'età morale. Per Freud rinascita del super-io avvenne con il superamento
del complesso di Edipo. Anche l’educazione religiosa perviene ai 15 anni.
In tutto questo percorso rosso voleva fare di Emilio un uomo, voleva farlo sbocciare secondo la sua
idea. Era favorevole all'educazione privata, infatti la sosteneva (protettore che istruisce il figlio).
Ciò andava in contrasto con la scuola pubblica, poiché se è vero che l'educazione doveva formare
l'uomo del domani, allora questo tipo di scuola formava gli studenti come sudditi della monarchia.
(parte Marti) È la somma del pensiero di Rousseau declina l’educazione del soggetto nell’ambito
dell’educazione negativa- indiretta. Intento è quello di parlare di qualcosa di naturale che segua
l’interesse del bambino, l’educatore cerca di seguire la crescita dei Emilio. Secondo Rousseau
l’educatore deve essere laterale, Deve cercare di seguire il filo del percorso del soggetto che ha di
fronte. L’ambiente è campestre. Per esprimere al meglio le teorie del sensismo Emilio viene abituato
alla temperatura (bagni caldi e freddi), dorme e mangia quando vuole.
Il bambino deve essere libero, si deve muovere secondo le sue capacità del momento. Il bambino fa
conoscenza degli oggetti in maniera graduale se non viene invaso dall’ambiente circostante. Tutti i
sensi devono poter essere esercitati gradualmente. La madre differenzia il pianto in base alla
frequenza dei suoni. Emilio deve imparare a regolarsi secondo leggi che la natura gli impone di
osservare, Non bisogna sollecitare se non ce n’è bisogno, non bisogna essere troppo severi e non ci
devono essere le punizioni corporali. Rousseau immagina che locazione di Emilio si compia per caso,
sulla scorta degli atteggiamenti dell’educatore. Se Emilio impara a leggere perché Emilio si accorge
dell’interesse che la lettura gli suscita, e chiede il precettore aiuto il quale gli consiglia. Le lezioni di
Emilio sono motivate dall’interesse della concretezza, al contrario della lezione diretta e organizzata.
Lo sviluppo intellettivo (regole che ti fanno muovere nella società) tardivo, secondo il suo senso
sociale morale si sviluppa intorno ai 15 anni. Emilio incontrerà la cattiveria nella società e che
rischiano di invadere il suo processo formativo. La dimensione religiosa parla per 15 anni dopo con la
morale. Russo vuole fare di Emilio un uomo, sulla scorta delle sue capacità. Russo inoltre è a favore
di un’educazione privata. È contro educazione pubblica perché si acquistano valori influenzati dagli
assolutismi, alunni sudditi che rispondono alle volontà di chi comanda.
Le critiche: quando l'Emilio venne pubblicato, al di là del fatto che venne condiviso, tradotto..., le
persone lo criticarono molto. Tra questi c'era Giacinto Sigismondo Gerdil (uomo di chiesa), che era
negativo nei confronti dell'opera. Era contro le tesi di Rousseau sull'insegnamento della Chiesa.
Rousseau diceva che il catechismo era inutile per i bimbi che ancora non avevano uno sviluppo
cognitivo. Per questo motivo, secondo lui, il battesimo doveva essere proposto ai 15 anni, quando si
era già in grado di comprenderlo. Padre Gerdil era dell'idea opposta, perciò scrisse un libro:
riflessioni sulla teoria la pratica dell'educazione contro le teorie del signor Rousseau.
Padre Gerdil inoltre accolse la vecchia diatriba tra l'istruzione pubblica e quella privata. Rousseau era
a favore di quella privata, mentre Padre Gerdil era a favore di quella pubblica. Per Padre Gerdil
quella privata era dedicata a piccoli gruppi, e ciò che si imparava non poteva essere praticato nella
realtà. Era dell'idea che fosse meglio dare fiducia ai collegi pubblici.
Rousseau sapeva che il modello dell'Emilio era irrealizzabile, o comunque realizzabile su rarissimi
casi.
Il modello dell'Emilio aveva:
 aspetto negativo > isolamento: non conosceva minimamente la psicologia dell'età evolutiva
(non era ancora nata). Sbagliò ad attribuire determinate facoltà a certe età.
 aspetto positivo > basato sull'esperienza: anticipava la scuola attiva dell'educazione.
Rousseau rivalutò l'importanza dell'infanzia e dell'adolescenza, che sono aspetti validi in sé e non da
tramite per qualcos'altro.
In questo testo vennero affrontati 2 temi:
 istruzione religiosa posta all'inizio: i sensi possono portare anche altrove, è la religione che
deve portare al principio
 accoglie la vecchia diatriba tra educazione privata e pubblica: non tutti possono permettersi
quella privata

GESTIONE STATALE DELL’ISTRUZIONE > obiettivo: avere il controllo della scuola così dal toglierla
ai gesuiti. Essi vennero accusati di corrompere la mente dei giovani con insegnamenti contro il re e la
sua organizzazione di Stato (dichiarazione falsa).
Gli Stati Europei si organizzarono per ottenere il controllo dell'istruzione e quindi nel 1773 i gesuiti
furono soppressi.
Nel decennio tra il 1760 e il 1770, le monarchie cercarono di sostituire i gesuiti, e perciò entrò in
gioco l'Impero Asburgico di Maria Teresa d'Austria. Lei però si rese conto che il compito della
formazione spettava allo stato, e infatti voleva avere il controllo sui sudditi. Per cercare di
disciplinare quindi, vennero dati i primi strumenti ma senza esagerare, poiché si aveva la paura che
essi potessero ribellarsi. La scuola elementare serviva a insegnare i principi etico-morali.
Maria Teresa d'Austria inaugurò tutto questo, firmando un decreto che prevedeva l'obbligo
scolastico per i bambini dai 6 ai 13 anni. Insegnavano a leggere e a scrivere per l'istruzione superiore
(corrispondente alla nostra 3^ e 4^ elementare). Essa durava anche 4/5 anni. Venne introdotto
anche il latino.
Pensarono anche alla formazione dei maestri, i quali dovevano frequentare dei corsi per poter
insegnare (intuizione di straordinaria modernità).
Venne costruito un sistema scolastico a forma piramidale, dove alla base stavano gli studenti, e
ognuno aveva il proprio ruolo e un proprio referente a cui rivolgersi.
Per tutto il Regno ci furono degli ispettori locali che controllavano la situazione, e la gestione era
piuttosto precisa, perché nulla veniva fatto a caso.
Morta Maria Teresa, venne susseguita dal figlio Giuseppe II, convinto nel cammino della madre ed
era convinto che l'istruzione di base dovesse essere gratuita (quindi accessibile a tutti).
I maestri erano sempre più laici.
Questo metodo di sistema piramidale si diffuse fino agli anni napoleonici. Nel 1805 nacque a Vienna
la prima cattedra di pedagogia, come testimonianza dell'importanza che assunse questa materia.
L'istruzione assunse un valore politico, e si mise a punto un modello scolastico che fosse rivolto alla
formazione dell'individuo, e quindi della società.
Vennero fatti molti dibattiti riguardo questa tematica. Ad esempio, Montesquieu sosteneva
l'importanza dell'istruzione e sosteneva anche la separazione dei poteri.
Inoltre si andò verso una laicizzazione dell'istruzione: la fede religiosa venne sostituita sempre di più
dalla ragione.
Nel tardo illuminismo iniziarono ad essere ribaditi i principi di uguaglianza. Le monarchie guardavano
al futuro. Il primo paese a divenire una Repubblica moderna furono gli Stati Uniti nel 1776.
IMMANUEL KANT > è il filosofo della modernità, per questo si occupò anche di pedagogia.
Nacque nel 1724 e morì nel 1803. egli segnò il passaggio dall'illuminismo al romanticismo, infatti
chiuse il secolo dei lumi.
Era un uomo rigoroso, metodico e razionale. Ebbe una vita privata e si laureò in filosofia. Otenne il
dottorato e prese la cattedra nella stessa università dove studiò.
Egli scrisse moltissimo, tra cui critiche:
 Critica della ragion pura > si interroga sulla conoscenza
 critica della ragion pratica > si occupa della morale
 Critica del giudizio > esperienza estetica e sentimentale
Queste critiche rispecchiano l'ordine mentale, complesso ma lineare di Kant.
La parola critica, significa qualcosa di più del criticare, distinguere, valutare, soppesare. Questi
concetti portano Kant a valutare le varie situazioni in cui l’uomo si può trovare. Lui vuole interrogarsi
sulle esperienze umane, chiarendo per ciascuna direzione le possibilità e limiti. Il fatto che si
interroghi sui limiti significa che lui è interessato a capire fin dove l’uomo può arrivare a conoscere,
sa che l’uomo non è onnisciente. L’aspetto importante è che lo caratterizza è proprio che il suo
pensiero è come se, soprattutto nella prima critica, lui operasse una vera e propria rivoluzione
copernicana (Copernico pone la terra al centro). Kant capovolge il rapporto tra l’essere umano che
conosce e la realtà conosciuta dicendo che non è la mente umana che si modella sulla realtà ma la
realtà che si modella sulle forme attraverso cui l’uomo la percepisce, questo vuol dire che queste
forme sono spazio, tempo, categorie (richiama Aristotele). Ciò vuol dire che quest’inversione
produce che mettono in una condizione particolare questa visione della conoscenza.
Nel 1803 venne pubblicato un piccolo saggio: Sulla Pedagogia. Questo è un piccolo testo creato dagli
appunti di uno studente di Kant, che aveva preso, raccolto e riordinato durante una sua lezione.
Kant era un criticone, giudicava, valutava... Tutto ciò lo portò a valutare le varie esperienze umane,
chiarendo le possibilità e i limiti. Il concetto di limite è caro alla sua trattazione, poiché si interroga
spesso fin dove l'uomo può arrivare.
Il suo pensiero, soprattutto nel primo testo, è molto rivoluzionario: capovolge il rapporto tra l'essere
umano che conosce e la realtà conosciuta. Inverte così l'importanza di questi elementi. Affermò che
non è la mente umana che si modella sulla realtà ma è la realtà che si modella sulle forme attraverso
cui l'uomo la percepisce. Questo concetto venne affrontato per la prima volta da Aristotele.
CRITICA DELLA RAGION PRATICA > testo che fornisce più informazioni dirette sull'idea
dell'educazione, il cui obiettivo principe era l'educazione morale del soggetto.
Educare significa accogliere gradualmente una serie di norme e di regole. La ragione è ovviamente al
centro di tutto il suo pensiero, ma Kant voleva andare oltre, capendo meglio le possibilità e i limiti
della ragione stessa. Essa non serve solo per la conoscenza ma anche per le azioni e le scelte.
Kant distinse alcuni principi che regolavano la nostra volontà:
 Le massime: sono delle prescrizioni soggettive, ovvero valide per il soggetto che le utilizza
(es. per esercizio la mattina mi fa bene).
 Gli imperativi: sono delle prescrizioni oggettive, ovvero valide per chiunque, sempre. Queste
possono essere di due tipi:
o Ipotetico: la prescrizione vale per tutti, ma ti indica i mezzi necessari per raggiungere
il fine.
o Categorico: prescinde da qualunque scopo. Sono indicazioni incondizionate.
Prescrivono il dovere fine a sé stesso (credo in quel valore, perchè per me vale
sempre). Rispondono come ad una legge morale, già presente nell'uomo.
Un comportamento risulterà morale quando verrà attribuito a tutta l'umanità. E la morale non deve
essere imposta dall'esterno, ma deve provenire dall'uomo stesso. Tutto ciò può avvenire se l'uomo è
libero di scegliere. La libertà è un fondamentale prerequisito, infatti l'azione vale solamente se
dall'altra parte si aveva anche la possibilità di fare il suo contrario.
L’EDUCAZIONE > il cuore è l'educazione morale del soggetto, proprio perché l'oggetto è la
formazione della personalità.
Kant aveva letto l'Emilio e l'intera opera di Rousseau. A legarli era il riconoscimento della dignità
dell'uomo. L'uomo vale, non per quanto sa, ma per come agisce. Inoltre Kant precisò che la specie
umana poteva progredire e formare la propria personalità, con qualcuno che lo aiutasse e lo
modellasse
Es. Quando il bambino non è autonomo, l’educazione può far uso dell'autorità (riconoscimento del
bambino dell'importanza della parola dell'altro).
Li legano anche alcune tecniche che riguardano la prima infanzia: es. l'importanza dell'allattamento,
il rapporto tra madre e figlio, abbigliamento, l'ambiente...
Kant disse che tutto stava nelle buone abitudini, e che devono essere apprese da subito.
Rousseau pensava che l'educazione dovesse essere negativa (senza aggiungere o deviare, ma
semplicemente liberando il percorso).
Kant non era però d'accordo sull'educazione privata, poiché per lui doveva essere pubblica. I
bambini dovevano poter incontrare altri coetanei, così da misurarsi, capire i propri limiti e incontrare
quelli altrui.
Per Kant l'obiettivo dell'educazione era la capacità di acquisire delle nozioni della ragione, pronto a
guidare i comportamenti dell'uomo. La ragione è al centro dell'educazione, e deve comprendere
quattro aspetti:
1. Dimensione relativa alla disciplina: la cosa più importante è che la nostra parte più animale
(parte più primitiva) venga disciplinata. La ragione ci aiuta a trovare un equilibrio. Lanimalità
non deve prevalere sulla ragione.
2. Dimensione della cultura: questa si riferisce all'istruzione. La cultura da delle abilità che sono
sia utili a livello base, sia a comprendere tutte le abilità che l'uomo può apprendere nel corso
della propria vita.
3. Dimensione delle buone maniere: cercare con garbo di muoversi nelle cose della vita per
raggiungere i propri obiettivi.
4. Dimensione/formazione morale: È l'unica strada per seguire le virtù. Spesso questo aspetto
viene tralasciato, ma è il più importante.
La sua è una pedagogia degli esempi. Il principale dovere verso sé stessi è non venire meno alla
propria dignità. Fu anche un autore stimato, che contribuì al dibattito sull'istruzione di questo
secolo. Durante una lezione gli venne chiesto come si fa ad avviare il bambino verso la direzione del
bene: Kant aveva molto a cuore il fatto che qualsiasi attribuzione di significato che il bambino dava ai
propri sentimenti, si ripeterà poi nell'età più adulta.
Per lui non aveva senso ricattare o usare premi per convincere il bimbo a fare un qualcosa. Era
invece più importante far assimilare al bimbo il senso del bene e del male. L'obbedienza è un aspetto
legato alla fiducia; questo perché il bimbo deve, innanzitutto, riconoscere il ruolo del suo educatore,
e dargli totale fiducia. La sincerità è un altro valore, poiché è l'unica strada per raggiungere la
moralità.
Anche i rapporti di amicizia sono molto importanti. Kant vedeva nell'educazione uno strumento di
livellamento per le disuguaglianze sociali, così da migliorare le interazioni (purtroppo alla fine non fu
così, e tuttora non lo è). L'uomo però può sicuramente migliorare attraverso questo percorso.
Kant concluse il periodo dell'illuminismo, ma contemporaneamente aprì il romanticismo, e quindi
ancora verrà ribadito il discorso della ragione che permetterà di essere legislatore di sé stessi.
ROMANTICISMO > nacque in Germania. È un movimento culturale che si palesa nel 19°secolo
(1800). Il movimento partì da alcuni aspetti dell'illuminismo, per poi andare oltre.
Nacque in realtà tra il 1770/1780 un movimento chiamato: Sturm Und Drang (tempesta e impeto).
Questi autori (tra cui Pestalozzi) volevano sottolineare l’irrompere dell'irrazionalità nella razionalità.
Iniziò una ribellione nei confronti della ragione e si volle affermare una nuova visione delle cose.
Da questo avvio gli aspetti si attenuarono e si ammortizzarono. Ci fu un maggiore equilibrio e
armonia come nel Classicismo Greco (è il movimento dove c'è maggiore armonia tra animali
persone).
Venne recuperato il medioevo per i suoi ideali cavallereschi o religiosi, e altre sue caratteristiche.
Nacque una nuova concezione della natura, intesa come origine del tutto e ogni elemento che la
caratterizza, è un elemento di natura che finisce il suo ciclo.
Ghoete è l’autore che in assoluto meglio rappresenta il rapporto uomo natura. La natura è all’origine di tutto. È
una sorta di dimensione divina e ogni elemento che la caratterizza vive, è nella natura. La natura è fatta di tanti
aspetti differenti, l’educazione è l’esempio più straordinario di elemento più creativo, da una visione
meccanicistica, causa effetto.
La vera novità è rappresentata da una nuova modalità di considerare la ragione. Durante:
 Illuminismo: è una forza che trasforma il mondo, presente in tutti
 Romanticismo: diviene molto più importante e diviene una forza onnipotente che riesce a
trasformare le cose, e diventa capace di dominare modellare il mondo

JOHANN HEINRICH PESTALOZZI > Fu uno dei primi che scovò in pieno questa nuova direzione.
Unì ragione e sentimento. È un autore che sintetizzò l’Illuminismo e anticipò alcuni aspetti del
romanticismo.
Nacque a Zurigo da una famiglia italiana, il padre era medico e morì quando lui aveva 5 anni. Difatti
crebbe con la madre e la domestica, la quale fu un riferimento per lui importantissimo. La figura
della madre sarà elemento centrale nella scena educativa della sua vita, difatti ebbe indicazioni
prevalentemente femminile e ciò si riversò nel suo pensiero pedagogico. Crebbe anche con il nonno
che era un pastore protestante, e lo accompagnava, quando era adolescente, a fare visita alla gente
più povera, questo gli suggerì una serie di riflessioni che lo porteranno a occuparsi delle classi
popolari.
Il suo sogno era quello di una rigenerazione sociale, che lo portò ad immaginare che tutti abbiano
una prima esercitazione (pensiero tipico dell’Illuminismo) e che gli sia garantita una forma di vita
gradevole.
Anche la Svizzera tedesca partecipò a quello che è il dibattito sull’educazione, e il pensiero di
Pestalozzi è un misto tra l’illuminismo e romanticismo. Tra gli autori che influenzarono il suo
pensiero troviamo Rousseau, Kant, Comenio. Comenio portò avanti una pedagogia protestante,
l’educazione per lui doveva essere secondo natura, cioè partendo dai sensi. Portò avanti
un’educazione naturale perché si cogliesse l’aspetto spontaneo dei bambini. Comenio scrisse il
primo libro illustrato. L’aspetto di Comenio che più lo influenzerà è l’aspetto pratico.
Pestalozzi aprì 4 scuole, ma in ciascuna delle 4 c’era qualcosa che non andava dal punto di vista
dell’organizzazione. Ebbe solo un figlio, fu un padre amorevole ed educò il figlio seguendo l’Emilio di
Rousseau, non tutto ma le tesi di base. Scrisse “Leonardo e Geltrude”, un romanzo pedagogico per
formare il popolo.
Kant influenzò Pestalozzi sull’aspetto morale come fine dell’educazione.
LEONARDO E GERTRUDE > Testo scritto alla fine di una tragica esperienza. Dopo essersi sposato,
Pestalozzi perse in affitto una tenuta agricola insieme alla moglie, dove accoglieva una serie di
ragazzi poveri; li toglieva dal rischio che i proprietari li sfruttassero per i campi e voleva dare loro
un’istruzione, così da prepararli al lavoro agricolo. Voleva operare un’azione formativa-educativa. La
scuola però doveva reggersi su una sorta di autonomia: vivere dei proventi, dei raccolti o dalle
vendite, una sorta di comune. Lidia fallì dopo una decina d’anni perché i soldi finirono. Pestalozzi
non era capace nel suo ruolo amministrativo, e per questo chiesero aiuto finanziario, ma arrivò
troppo tardi.
Leonardo e Geltrude fu scritto in 10 anni, in cui si dedicò solo allo studio, alla lettura (non azioni
concrete). Composto da 4 volumi. Parla di questo villaggio che cade nella misericordia totale, sia
materiale che morale, per colpa dell’egoismo da parte di chi governa come Potestà, che pensa solo
al suo tornaconto a discapito degli altri, i quali perdono il controllo della loro vita.
C’è una donna che però che attraverso la forza della sua fede e il suo amore, riuscì a fare redenzione
per il marito e poi per tutto il villaggio. Con l’aiuto del maestro di questo villaggio, che rimase una
persona virtuosa, collaborò nel rimettere insieme le cose. Salvare la società attraverso l’amore di
Geltrude e dall’altra parte dalla scuola (cultura di base). In questo romanzo mette in luce i vizi e le
virtù. La possibilità di stabilire armonia viene solo quando tutti si rendono conto del loro ruolo, una
sorta di filantropismo che riecheggia sul fondo.
Nel 1798 decise di partire per conoscere i filosofi romantici e si mise all’opera con l’idea di
un'educazione popolare. Un’esperienza breve ma importante, dà fiducia ai poveri orfani e ricreare
un nuovo familiare, funzionando come una figura paterna. L’esperienza dell’orfanotrofio è quella che
più si configura al meglio nella sua idea di figura materna, e lui materializza la figura paterna.
Ebbe straordinaria importanza il muto insegnamento che fece sì che ci fosse un insegnamento tra
pari e che i più capaci insegnassero agli altri. Chiuso anche l’orfanotrofio per ragioni di difficoltà gli si
spazia all’idea che l’insegnamento andasse semplificato, inizia insegnare al figlio.
Diviene maestro a Burgdorf, nelle scuole popolari, collaborò con i colleghi. Questa esperienza fu
proficua per la messa a punto del suo metodo di insegnamento.
Nel 1805 si occupò di Yverdon, scuole per bambini disagiati, che successivamente aprì anche ai
bambini benestanti: coeducazione. Non erano solo lezioni ma si faceva anche esercizio fisico e
questo metodo investì l’interesse di altri paesi. Yverdon aprì poi anche alle ragazze. Chiuse poi per
problemi finanziari, risorse gestite male. Ci furono delle critiche per il suo metodo, lui le ammise nel
canto del cigno.
IL PENSIERO PEDAGOGICO > Il pensiero pedagogico di Pestalozzi venne influenzato da Rousseau,
Kant, Comenio. Il suo pensiero si tradusse nell’identificare tre condizioni dell’umanità:
 Stato di natura: stato all’interno del quale l’umanità parte primitiva dominata dall’istinto,
dall’egoismo, dall’inerzia. Non è uno stato così tanto positivo come sosteneva Rousseau.
 Stato sociale: cioè un misto tra bene e male. In queste condizioni l’istinto incontrò la ragione,
l’uomo si rese conto che l’aspetto dell’animalità dovesse essere gestito dalla ragione per
raggiungere un equilibrio.
 Stato etico: l’uomo usava l’intelligenza per dirigere la sua volontà nella direzione della
purezza. Questo stato è l’aspetto educativo più importante (idea sostenuta anche da Kant).
Per Pestalozzi la rigenerazione sociale dipendeva dalla qualità dell’educazione. Per Pestalozzi
l’educazione non era solo il cammino della ragione che portava l’uomo a superare il livello di origine,
ma a questa ragione si aggiungeva l’importanza del cuore, cioè del sentimento, delle emozioni. Il
bambino (cuore), poi lo compie (mano), infine lo comprende appieno (mente).
Inoltre aggiungeva anche l’aspetto religioso che per lui l’educazione doveva abbracciare, quindi un
amore come sentimento e un amore verso la religione, fratellanza.
Poste queste tre condizioni, si riconosce che la personalità umana possiede tre diverse energie
incluse nell’educazione, nelle quali solo distinte ma coincidono:
1. Energia del cuore: (amore,sentimento) è la prima energia che muove il bambino. Si esprime
il principio nella fiducia, nell’amore, quindi nella relazione madre-figlio. La madre facendo
leva su questo sentimento naturale sarà attenta ad allargare l’orizzonte affettivo del
bambino, allargando il sentimento che lo condurrà ad un amore religioso ed etico. Deve
essere un amore puro, naturale e spirituale, diventa un esempio per tutte le relazioni future.
È come se dalla parola dalla madre, il bambino capirà come relazionarsi, sviluppa fiducia e
amore nei confronti degli altri. La centralità della madre deve essere proseguita dal padre e
dal maestro perché la relazione affettiva viene estesa alle altre figure educative. L’aspetto
paterno solitamente è uno stile educativo più distaccato rigido e severo, mentre per
Pestalozzi non è così. Attribuisce il modello femminile al padre e al maestro che devono
funzionare in modo affettuoso, devono svolgere un’opera educativa affettuosa e delicata.
L’importanza della madre lo fa riflettere sulla missione della maternità, per lui rappresenta
una fase importante. Questa è una missione naturale nella donna, la cui prima
manifestazione era individuata nell’allattamento, pratica che doveva essere favorita. Si vive
la relazione con la madre, la farà sua e sarà matrice per le altre relazioni. Facendola sua il
bambino ha la possibilità di sperimentare la solidarietà e la vicinanza con gli altri. Così
importante la figura della madre che capisce che le ragazze madri hanno bisogno di un luogo
dove essere accolte in caso i bambini fossero lasciati all’orfanotrofio. Afferma che lo Stato
deve tutelare queste ragazze e che le deve aiutare. In questo ruolo educativo della madre,
Pestalozzi in debito con Rousseau, entrambi danno valore alla naturalità nell’educazione.
2. Forza dell’intelletto: il bambino viene formato anche sull’intelletto il quale sottomette
l’istinto alla ragione, ha la possibilità di pervenire alla percezione. Se non può fare i pensieri
astratti si baserà sulla concretezza, visione immediata. L’educazione dovrà far passare quella
percezione intuitiva della realtà a concetti chiari (numeri, lingua, forme). Il primo grado è
l’intuizione bambino, che viene coinvolto da un processo di astrazione della realtà, che
grazie all’esperienza diretta fondava le abilità cognitive.
3. Forza dell’arte: è una energia molto concreta, tecnico-pratica, che si esprimerà in tutte le
forme di lavoro e creatività. È qualcosa che ha a che fare con il lavoro manuale, e le
esperienze che il bambino vuole fare rappresentano le sue intenzioni.
Pestalozzi è portatore di una concezione romantica, unisce ragione e sentimento. Per lui
l’educazione morale è il punto di arrivo e non può essere trasferita nell’adolescenza. Già dal
rapporto con la madre il bambino intuisce. In tutti i processi, tutte e tre le competenze vanno accolte
insieme, solo così il bambino matura una mente critica e flessibile.

L’opera di Pestalozzi ebbe un notevole riconoscimento in Francia dove gli dettero la cittadinanza
francese. A Pestalozzi bisogna riconoscere l’importanza che diede all’istruzione perché accolse
l’attitudine di partenza del bambino e la sua gradualità. Un altro aspetto che integra tutti gli alti e
l’integrità, è l’uomo in tutte le sue forme.
Divennero mosse però delle critiche:
1. L’intuizione per alcuni, in particolare quella sensibile, eccessiva. Pestalozzi da una
connotazione eccessiva quasi a coprire gli altri e questo può portare il bambino a
comprendere ciò che facilmente percepisce.
2. Pestalozzi aveva a cuore la matematica e le scienze, e venne criticato il fatto che un eccesso
di matematica, quindi del rigore, avrebbe bloccato la creatività.
3. Il padre barnabita Girard voleva farsi un’idea di ciò che succede a Yverdon perché anche lui
si occupava dell’educazione popolare, la sua presenza però raccolse diverse critiche.
L’eccesso dell’intuizione per Girard poteva portare alla messa da parte dell’aspetto religioso.
Il suo metodo era basato sulla lingua materna, cioè la madre doveva insegnare al bambino il
linguaggio. Questo metodo naturale poteva essere esteso in altri ambiti, attraverso la lingua
si attivava una formazione dei termini, dei valori e degli aspetti della cultura di riferimento.
Anche padre Girard utilizzò il metodo del mutuo insegnamento utilizzato da Pestalozzi
quando non disponeva di abbastanza insegnanti. Girard scrisse maggiormente dell’eccesso
dell’intuizione sensibile, che secondo lui portava il bambino a non credere a nulla se non
poteva farne esperienza. Intuire sui sensi e usare solo quelli vuol dire che se il bambino non
può sperimentare o non può assistere, avrà un’innata diffidenza.
La critica maggiore fu quella riguardante l’assenza di religione.
L’opera di Pestalozzi fu tradotta in più lingue e il suo metodo contribuì a innovare la scuola
elementare. Ebbe numerosi autori che seguirono la sua idea, tra cui Froebel.

DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE A NAPOLEONE > Scoppiò la Rivoluzione Francese, Luigi XVI
venne condannato a morte e iniziò il periodo della Repubblica.
Tutto questo fermento portato dalla rivoluzione portò un progressivo interesse nei confronti della
scuola, l’interrogativo rimane nella possibilità che i sovrani usassero la scuola come indottrinamento.
Fino a quel momento l’antico regime era un mondo che assomigliava al medioevo e al feudalesimo:
il re aveva potere assoluto, vi era una gerarchia. Nel momento in cui la rivoluzione si attuò ci fu uno
sconvolgimento. L’educazione e la scuola rimasero vivi nel dibattito e ebbero a che fare con una
nuova spinta. Nacque la seconda generazione di illuministi chiamati ideologi (Itard e Pinel) mentre la
prima generazione era definita i filosofi (Montesquieu, Diderot) la nuova generazione di intellettuali
aggiunse sul dibattito dell’istruzione l’infanzia. Ricontrollarono quello che è il ruolo dell’infanzia e per
la prima volta si stabilì che l’infanzia avesse dei diritti in quanto è una fase della vita importante.
Dall’altra parte si fa sempre più spazio l’idea di una formazione di base per tutti. La scuola diviene
una scuola laica gratuita e obbligatoria, l’obbligatorietà è solo un principio. Questi ideologi sono
piuttosto equilibrati, e credono che la formazione debba essere indipendente e scollegata dall’azione
politica. Di fatto nella realtà questa aspettativa non si verificò. I governi rivoluzionari vedono la
scuola con un significato politico, come strumento per formare in una certa direzione le masse.
Nasce una nuova concezione di uomo e di cittadino, un cittadino libero portatore di diritti che
valgono per tutti, anche per le donne, le quali è necessario che abbiano una formazione. Si rendono
conto che il fatto di poter andare a scuola comporti che ci sia un edificio: vengono costruite molte
elementari, più o meno in tutti i comuni e alle elementari aggiungono altri due livelli:
1. formazione primaria
2. scuole centrali
3. scuole speciali
L’idea di questa rivoluzione non portò a un’intera rivoluzione della struttura scolastica, ma furono
riferimenti comunque importanti. Il bambino viene un simbolo importante, di purezza e speranza
per il futuro e un elemento nella direzione del quale dirigere una serie di attenzione, il bambino è un
essere umano che merita interesse per le cure, per gli alimenti, pratiche puericultura. Attenzione
diretta anche al mondo dell’assistenza: nascono luoghi per bambini orfani. Capiscono l’importanza
del legame madre figlio e si cerca di rendere comune la pratica dell’adozione, ricreando a così il
rapporto. Alcune famiglie accolgono questi bambini chiamati esposti (1792 prima legge
sull’adozione), lo Stato deve provvedere agli orfani e agli esposti, richiedere solidarietà e
uguaglianza, uguaglianza giuridica fra orfani e non.
Il bambino simbolicamente rappresenta una nuova Francia, viene visto come l’uomo domani. Queste
idee crollano con Napoleone che vuole concentrarsi sull’istruzione secondaria e lascia la primaria agli
ordini religiosi. Si concentra su quella secondaria perché da li avrà poi futuri cittadini. Il modello della
scuola diviene un modello piramidale, dove ognuno ha un suo ruolo, è un referente ed è abbastanza
lungimirante perché aggiorna i contenuti e i metodi, richiamando il seminaria nobilitum del 500.
Nascono le università imperiali, varie accademie che cercavano di controllare i licei e collegi.
ITARD E RICTHER > Fine 1700 e inizio 1800, è ancora presente il dibattito sull’istruzione. Questi due
autori rappresentano due diverse correnti: Richter la corrente romantica e dunque va a sottolineare
l’purezza e la delicatezza dell’infanzia. Itard ha una visione di matrice organistica, pone l’attenzione
al funzionamento psichico. Questi due aspetti rappresentano due facce della stessa medaglia, le due
visioni dell’infanzia.
Richter nacque nella Germania del sud, iniziò a studiare teologia poi si avvicinò alla scienza
dell’educazione vera e propria, divenne precettore dei figli delle famiglie nobili così poteva verificare
sul campo le sue idee. Scrisse il saggio: “Levana“, nome della dea che nell’antica Roma tutelava il
riconoscimento paterno del figlio appena nato. Parla dell’infanzia e della prima infanzia e sottolinea
la figura del bambino.
Sullo sfondo per tutti e due gli autori troviamo Rousseau che aveva analizzato l’infanzia partendo
dall’aspetto naturale e spontaneo ma non era d’accordo con l’educazione negativa. Per Richter non
bastava solo togliere ciò che non funzionava, ma era necessario agire, aggiungere i valori
fondamentali dell’aspetto etico-morale. Oltre a questo a una concretezza: il bambino deve ritrovarsi
in un’atmosfera educativa, ci devono essere le condizioni che favoriscano la spontaneità, ci deve
essere empatia e rispetto.
Itard nacque nel 1774-1838, è francese, studiò medicina e si specializzò in psichiatria infantile. Fin da
subito ebbe una grande preparazione teorica ma particolare per la ricerca che lo porterà verso
quello che sarà l’incontro con il bambino trovato nei boschi dell’ Aveyron.
Lavorò in un istituto medico di Filippo Pinel, e faceva parte della società degli osservatori dell’uomo,
i quali volevano rafforzare il senso di identità della cultura francese, il collante della cultura.
Successivamente andrà lavorare in un istituto di sordomuti e nel frattempo (1800) nel sud della
Francia, ritrovato da alcuni cacciatori un bambino. i quali lo fecero prigioniero.
I Tar illuminati cercarono di avere un ruolo nell’educazione di questo ragazzo. Il bambino e venne
portato in un istituto medico dove con delle analisi cercarono di capire, il bambino però è molto
diffidente.
Dalla dentatura capiscono all’incirca l’età, circa 10 anni. Questo fatto scosse l’opinione pubblica e
quella della medicina. L’ipotesi era che fosse stato abbandonato a circa cinque anni. Proprio perché
non è stato abbandonato in fasce il bambino aveva imparato competenze nella società che però pian
piano ha dimenticato. L’educazione che aveva ricevuto, l’ha gradualmente disimparata, la prima
ipotesi che Pinel fa è che il ragazzo avesse un ritardo, mentre Itard credeva che non fosse giusta la
sua diagnosi perché il bambino semplicemente aveva un problema di memoria, è regredito allo stato
di profonda e radicale ignoranza. Il bambino natura perché aveva interrotto la relazione con gli altri.
Voleva avere l’affidamento del bambino per occuparsene, Pinel però era convinto che il problema
fosse cognitivo, che l’età mentale fosse ferma a quella di un bambino di un anno. Itard però
inspirandosi all’Emilio di Rousseau, si prese cura del bambino osservandolo nello stato di natura.
Itard volle smentire la diagnosi di Pinel e volle educare questo bambino.
Itard disse che aveva di fronte un ritardo evolutivo ma si pose l’obiettivo di costruzione delle
competenze; Pinel invece sosteneva che non si potevano ottenere risultati, ma alla fine si lasciò
convincere, e il bambino venne affidato a Itard.
Nella fase di analisi sembrava che il bambino fosse sordo e quindi sarebbe dovuto andare
nell’istituto dei sordomuti. Il bambino in realtà non lo era perché quando venne rotta una noce,
rumore che ricorda la foresta, lui si girò. La diversità è una sorta di possibilità di esibire come
fenomeno da mettere in mostra. Il bambino non era sordo ma aveva semplicemente l'apparato
fonatorio compromesso e la sua esperienza lo fece abituare a determinate situazioni. Itard lo chiama
Victor, e lo educa in una casa di campagna con la governante. Ogni sera scrive progressi, le
competenze scientifiche più l’esperienza. Per via del sensismo di Rousseau, venne formato e gli
insegnarono anche a camminare. Durante la storia scopriamo che alcuni aspetti vennero acquisiti da
Victor e altri no.
Questi due autori sono complementari e sono significativi per il dibattito e per il futuro del bambino.
Non si può prescindere alle emozioni, concepite fondamentali nell’attività educativa.
Negli anni successivi Itard contribuirà alla nascita della pedagogia speciale, e permetterà a soggetti
con disabilità di usufruire di un’educazione pari agli altri.

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