Edizione digitale.
Collezione ItalianoL2/LS-Cipro.
ISBN 978-9925-553-13-6
2017 Centro Linguistico – Università di Cipro
Nicosia - Cipro
http://www.ucy.ac.cy/
Rosella Perugi
Turun Yliopisto -University of Turku
ABSTRACT
ABSTRACT
This practical experience shows the introductory class to a single course on Antonio Tabucchi, as
part of a M.A. degree course in Italian (Literature and Translation Studies). The course duration is
six months. The class is based on one of Antonio Tabucchi’s short stories, “Messaggio dalla
penombra” (A. Tabucchi, “I volatili del Beato Angelico”, Sellerio 1987), dealt with an integrated
approach (Liddicoat, Scarino, 2013:4) that starts with a motivating listening task, and gradually
increases the students’ active participation, from a guided to a completely autonomous and
independent learning. The teacher’s role is that of facilitating the students’ insight and eliciting
their own guesses while listening and reading the short story.
The humanistic-affective approach used (Caon, 2006:3), favouring above all concentration
through a relaxing environment in the class, encourages students to express their hypotheses and
to exploit their own receptive abilities of the text; moreover, this approach stimulates the students’
interest and involvement, turning a simple reading task into a lively dialogue with the author.
KEY WORDS
Short story, listening, reading, dialogue, involvement, empathy.
~3~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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SPIEGAZIONE/GIUSTIFICAZIONE:
L’esperienza è concentrata sull’ascolto di un breve racconto; l’ascolto viene dapprima
accompagnato solo da un’immagine che lo contestualizza. Successivamente si procede,
attraverso varie fasi e con metodi diversi (Kumaravadivelu, 1994,2003, cit. in Liddicoat,
Scarino, 2013:6), alla comprensione del testo: prima attraverso domande mirate, poi con
la ricerca di vocaboli ed espressioni particolari. Nuovi ascolti, accompagnati dalla
lettura, permettono agli studenti di effettuare un’indagine più approfondita del testo,
rielaborandolo con parole proprie, per potere in seguito affrontare una fase di
produzione autonoma di contenuti.
ABILITÀ:
Lingua parlata, ascolto, lettura, scrittura (guidata e libera), interazione fra studenti/con
insegnante.
TEMPO DI REALIZZAZIONE:
Lezione di 90’ (successivo lavoro individuale a casa).
TABUCCHI
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MATERIALI NECESSARI:
Diapositive in Presentazione PowerPoint;
Lavagna, pennarelli;
Quaderni, penne, matite;
Computer;
Proiettore;
Impianto Wi-Fi;
Impianto Hi-Fi.
1
Data l’importanza di questo autore nella formazione di Antonio Tabucchi, Fernando Pessoa sarà
successivamente oggetto di una lezione di 90’.
2
Per il testo completo si veda App. 2
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impiegate/riconosciute nel percorso didattico.5 Gli studenti sono quindi solo esposti al
testo, in un ambiente rilassante che favorisce la concentrazione, senza precise istruzioni,
se non quella di ascoltare attentamente.
Il racconto che ho scelto, Messaggio dalla penombra (Tabucchi, 1986:40-41), è letto da
Adam Vox6 e l’ho selezionato su YouTube:7 dura quattro minuti scarsi, è accompagnato
da un sottofondo musicale a basso volume, perciò non invasivo e difficilmente
riconoscibile dagli studenti, che rimane, quindi, in secondo piano rispetto al testo e non
interferisce con esso.8
La necessità di creare un’atmosfera adeguatamente rilassata ma al tempo stesso significativa
e coinvolgente mi ha portato a escludere l’immagine originale che accompagna la clip, una
foto in bianco e nero di Antonio Tabucchi. Gli studenti hanno già visto un’immagine
dell’autore (dia. 1, app. 1) e in questa fase motivazionale non mi interessa che si
concentrino su di lui, quanto piuttosto sulla musicalità della lingua del racconto.
Pertanto, proietto un’immagine fissa (dia. 2, app. 1) che sia evocativa del testo: un
tramonto su un’isola tropicale, rimando perfetto al messaggio del testo. Rielaboro
3
Più avanti nel corso verrà proposta un’intervista all’autore che ha per argomento il romanzo e il racconto.
4
Di questo metodo vanno brevemente evidenziati l’approccio multisensoriale; la ritmizzazione tra attività e
rilassamento, l’interazione tra insegnante e discente, l’alternanza di attività singole, di gruppo, di coppia;
l’attenzione all’ambiente di lavoro, particolarmente confortevole e familiare nell’università finlandese.
5
In questa fase particolare utilizzo l’approccio multisensoriale, che in questo caso privilegia l’ascolto,
unito ad un’immagine visiva adeguata e sottolineato dalla musica rilassante.
TABUCCHI
6
https://www.youtube.com/watch?v=I6mTijYRkb8
7
https://www.youtube.com/watch?v=FKUPgCTsrEE
8
Si tratta di "Love On A Real Train" dei Tangerine Dream, un gruppo tedesco attivo negli anni ‘60/’70
ma mai famoso in Italia e quindi difficilmente riconoscibile dagli studenti.
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3. Feedback 1, 10’
Dopo un primo ascolto senza lettura del testo è utile indagare il livello di comprensione,
per verificare sia l’aspetto emotivo (qualche sensazione evocata dalla voce, dalla musica
e dall’immagine) sia l’aspetto cognitivo (qualche traccia di riconoscimento funzionale,
l’individuazione di alcuni vocaboli o strutture morfosintattiche).
Il mio ruolo è solamente orientativo: pongo a tutto il gruppo degli studenti alcune
semplici domande e riporto le loro risposte su una lavagna, così che queste diventino
patrimonio comune sul quale continuare a riflettere.
Le domande sono orientate a definire la struttura comunicativa del messaggio:
a. chi è il protagonista;
b. qual è la situazione;
c. qual è il mezzo;
d. chi è il destinatario.
Accetto qualsiasi tipo di risposta:
a. ex-amante, uomo, attualmente lontano, morto
b. lontananza, assenza
c. privata, intima
d. ex-amante, donna, lontana
TABUCCHI
Per favorire la riflessione chiedo agli studenti di spiegare come sono pervenuti a queste
affermazioni, cosa li ha portati a formulare le loro ipotesi; in questa fase mi interessa
~7~
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9
T. Todorov esprime molto chiaramente l’impatto della letteratura sul lettore: “[le parole dei poeti, dei
romanzieri] mi consentono di esprimere i sentimenti che provo, di mettere ordine nel fiume degli
avvenimenti insignificanti che costituiscono la mia vita. Mi fanno sognare, tremare d’inquietudine o
cadere nella disperazione” (Todorov, 2008:65).
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7. Feedback 2, 10’
Dopo aver cercato di creare le condizioni per un’esperienza estetica, adesso chiedo agli
studenti/lettori di interessarsi concretamente, cioè di stare nel mezzo del testo (lat.
inter+esse).10
Il focus del dibattito adesso non è più ciò che il racconto suscita nel lettore ma ciò che
l’autore vuole comunicare – oggetto dello studio sono adesso le scelte stilistiche e
lessicali di Antonio Tabucchi, il come ci comunica il suo messaggio, per arrivare alla
fine della lezione al perché del testo/a decodificarne il messaggio.
Viene ripresa la riflessione iniziale, con la richiesta di una lettura più approfondita. Gli
studenti sono invitati a chiedersi che tipo di racconto sia questo, chi sia il narratore e quale
sia il suo rapporto con l’autore, nonché quale messaggio voglia comunicare innanzitutto al
UN BAULE PIENO DI GENTE INCONTRO CON LO SCRITTORE ANTONIO
destinatario interno al racconto (e poi al lettore), quale sia l’argomento, dove e quando abbia
luogo questo scambio comunicativo. In alcuni casi le risposte a queste domande non
possono che rimanere vaghe, lasciando aperta la sensazione di indeterminatezza che si
ritroverà durante il corso, con la lettura delle altre opere, ma assolvendo allo stesso tempo a
uno dei compiti essenziali della letteratura, quello di superare il proprio microcosmo e
“immaginare altri modi di concepirlo e organizzarlo” (Todorov, 2008:17).
10
Come Silas Flannery, l’alter ego di Calvino in Se una notte d’inverno un viaggiatore, che afferma: “Dai
TABUCCHI
lettori m’aspetto che leggano nei miei libri qualcosa che io non sapevo, ma posso aspettarmelo solo da
quelli che s’aspettano di leggere qualcosa che non sapevano loro”( Calvino, 1979:156).
11
Per il momento non si parla ancora delle figure retoriche, che saranno oggetto di un approfondimento
successivo, come mostra la tabella in dia. 7, app.1
~ 10 ~
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9. Conclusioni, 15’
Nei pochi minuti rimanenti riflettiamo insieme su alcune caratteristiche generali del
racconto.
Con domande mirate cerco di evidenziare le modalità estetiche e narrative, invitando gli
studenti a esprimere il proprio apprezzamento per il testo e indicarne alcuni aspetti
linguistici e stilistici (espressioni, uso di sostantivi + aggettivi, alternanza frasi
brevi/lunghe; brevità, frammentarietà, complicità mittente/destinatario; stato onirico
sottolineato dall’alternanza continua fra tempo e spazio…).
Sottolineo l’importanza degli elementi linguistici come trama/tessuto narrativo, ovvero
non semplici giochi di abilità, ma espressioni concrete di densità di contenuti universali
(ad esempio l’amore, la lontananza, lo scorrere del tempo).
12
Un esempio della tabella è fornito dalla dia. 7, app.1
~ 11 ~
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10. Continua…
Questi alcuni dei successivi sviluppi dell’attività:
• ancora sul Messaggio: le canzoni (testo-dialetto/lingua)
• Antonio Tabucchi: uno scrittore italiano/europeo
• le raccolte di racconti
• Tabucchi e Pessoa: uno scrittore, molti scrittori
• Notturno Indiano, l’incontro con l’Altro
• Sostiene Pereira, l’impegno politico
• dal libro al film: Notturno Indiano e Sostiene Pereira
• il poliziesco: La testa perduta di Damasceno Monteiro
• la storia d’Italia: Il piccolo naviglio, Piazza d’Italia
UN BAULE PIENO DI GENTE INCONTRO CON LO SCRITTORE ANTONIO
BIBLIOGRAFIA
Balboni P. E. (2014). Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera, Torino:
Loescher/Bonacci.
Balboni, P. E. (2008). Fare educazione linguistica. Torino: UTET.
Barenghi, M. (2013). Cosa possiamo fare con il fuoco? Macerata: Quodlibet.
Calvino, I. (1979). Se una notte d’inverno un viaggiatore. Torino: Einaudi.
Caon, F. (2006).” La glottodidattica ludica: fondamenti, natura, obiettivi” InIT, n.19.
Perugia: Guerra.
Council of Europe (2002). Quadro comune europeo di riferimento per le lingue:
apprendimento, insegnamento, valutazione. Oxford, Firenze: La Nuova Italia.
Liddicoat, A. J. & Scarino, A. (2013). Intercultural Language Teaching and Learning.
N. J.: John Wiley & Sons.
Lozanov, G. (2005) Suggestology and Outlines of Suggestopedy. London: Taylor &
Francis.
Tabucchi, A. (1987). I volatili del beato Angelico. Palermo: Sellerio.
Todorov, T. (2008). La letteratura in pericolo. Milano: Garzanti.
RISORSE SU INTERNET:
TABUCCHI
Su Antonio Tabucchi:
http://www.antoniotabucchi.it/
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http://www.letteratura.rai.it/articoli/antonio-tabucchi-tra-romanzo-e-
racconto/505/default.aspx
https://www.youtube.com/watch?v=G6UnhMu5z24
http://www.letteratura.rai.it/articoli/tabucchi-la-mia-india/263/default.aspx
http://www.letteratura.rai.it/articoli/tabucchi-su-sostiene-pereira/2364/default.aspx
http://www.letteratura.rai.it/articoli/perch%C3%A9-si-scrive-secondo-antonio-
tabucchi/463/default.aspx
https://www.youtube.com/watch?v=5HE4jTjXWxs
TABUCCHI
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APPENDICI
-1 PPT UN BAULE PIENO DI GENTE-INCONTRO CON ANTONIO TABUCCHI
MESSAGGIO DALLA PENOMBRA
(A.Tabucchi, I volatili del Beato Angelico, 1987)
https://www.youtube.com/watch?v=FKUPgCTsrEE&t=7s
La notte, in queste latitudini, cala all'improvviso, con un crepuscolo effimero che dura un
soffio, e poi è buio.
Io devo vivere soltanto in questo breve spazio di tempo, e per il resto non esisto. O meglio,
ci sono, ma è come se non ci fossi, perché sono altrove, anche lì, dove ti ho lasciata, e poi
dappertutto, in tutti i luoghi della terra, sui mari, nel vento che gonfia le vele dei velieri, nei
viaggiatori che attraversano le pianure, nelle piazze delle città, con i loro mercanti e le loro
UN BAULE PIENO DI GENTE INCONTRO CON LO SCRITTORE ANTONIO
voci e il flusso anónimo della folla. È difficile dire come è fatta la mia penombra, e che cosa
significa. È come un sogno che sai di sognare, e in questo consiste la sua verità: nell'essere
reale al di fuori del reale. La sua morfologia è quella dell'iride, o meglio delle gradualità
labili che già non sono più mentre sono, come il tempo della nostra vita. Mi è dato di
ripercorrerlo, questo tempo che più non è mio e che è stato nostro, ed esso corre svelto
all'interno dei miei occhi: così rapido che io vi scorgo paesaggi e luoghi che abbiamo
abitato, momenti che abbiamo diviso, e anche i nostri discorsi di un tempo, ricordi?,
parlavamo dei parchi di Madrid e di una casa di pescatori dove avremmo voluto vivere, e
dei mulini a vento, e delle scogliere a picco sul mare una notte d'inverno quando
mangiammo il pancotto, e della cappella con gli ex-voto dei pescatori: madonne dal volto
di popolane e naufraghi come burattini che si salvano dai flutti attaccandosi a un raggio di
luce piovuta dal cielo. Ma tutto questo che mi passa dentro agli occhi, e che io pure decifro
con esattezza minuziosa, è così rapido nella sua inarrestabile corsa che è solo un colore: è
il malva del mattino sull'altopiano, è lo zafferano dei campi, è l'indaco di una notte di
settembre, con la luna appesa all'albero sullo spiazzo di fronte alla vecchia casa, l'odore
forte della terra e il tuo seno sinistro che io amavo con maggiore intensità, e la vita era lì,
placata e scandita dal grillo che abitava accanto, e quella era la notte migliore di tutte le
notti, perché era una notte liquida, come la polpa di un'albicocca.
Nel tempo di questo infinito minimo, che è l’intervallo fra il mio ora e il nostro allora, ti
dico arrivederci e fischietto Yesterday e Guaglione. Ho posato il mio pullover sulla
TABUCCHI
poltrona accanto alla mia, come quando andavamo al cinema e aspettavo che tu tornassi
con le noccioline.
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Messaggio
dalla
Penombra
TABUCCHI
https://www.youtube.com/watch?v=FKUPgCTsrEE
Immagine riprodotta ad uso esclusivamente didattico
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2.lessico
• PENOMBRA • PANCOTTO
• CALA • EX-VOTO
• CREPUSCOLO EFFIMERO • POPOLANE
• ANONIMO • BURATTINI
• CONSISTE • FLUTTI
• MORFOLOGIA • DECIFRO CON ESATTEZZA
• IRIDE MINUZIOSA
• GRADUALITA’ LABILI • INARRESTABILE
UN BAULE PIENO DI GENTE INCONTRO CON LO SCRITTORE ANTONIO
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4. in altre parole
• messaggio dalla penombra
• un crepuscolo effimero che dura un soffio
• devo vivere soltanto in questo breve spazio di tempo, e
per il resto non esisto. O meglio, ci sono, ma è come se
non ci fossi, perché sono altrove […] dappertu?o
• la mia penombra […]
– come un sogno che sai di sognare
– morfologia […] dell'iride, o meglio delle gradualità labili
che già non sono più mentre sono, come il tempo della
nostra vita
Nel tempo di questo infinito minimo, che è l’intervallo fra il mio ora e il nostro
allora, ti dico arrivederci e fischie?o Yesterday e Guaglione. Ho posato il mio
pullover sulla poltrona accanto alla mia, come quando andavamo al cinema e
aspe?avo che tu tornassi con le noccioline. Immagine riprodotta ad uso esclusivamente didattico
TABUCCHI
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La notte, in queste latitudini, cala QUANDO e DOVE? Di notte, MA una notte NOTTE PERSONIFICATA CHE AGISCE:
1 all'improvviso, con un crepuscolo tropicale che arriva all’improvviso CALA (da alto a basso, come un sipario-
ef+imero che dura un sof7io, e poi è separa, chiude)
buio. CREPUSCOLO, termine tecnico/
letterario;
EFFIMERO= brevità
SOFFIO, (inconsistenza)termine scelto in
rapporto al tempo=brevità
UN BAULE PIENO DI GENTE INCONTRO CON LO SCRITTORE ANTONIO
TABUCCHI
~ 18 ~
KAHOOT!
Alessandro Mariotti
Italian in Italy – Accademia Studioitalia
ABSTRACT
l concetto di game-learning, relativamente nuovo nell’ambito della didattica delle lingue
ABSTRACT
The concept of game-learning, quite new in language teaching, consists in using games in many
learning contexts.
In this perspective, according to the cooperative-approach, each student is seen as a resource for the
entire group (Curmi, 2013).
Recent studies (Ligorio et Al. 2006; Petruzzi, 2015) show that the level of interest is triggered by the
desire of winning the game, which works as a motivation element.
In this practical experience, these elements are made more concrete thanks to the example of Kahoot, a
free platform that allows the creation of quizzes and sentences, with the possibility of sharing the
results on the most important social networks.
KEY WORDS
Game-learning, Kahoot, learning, cooperative approach.
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SPIEGAZIONE/GIUSTIFICAZIONE:
Nel presente articolo ci si pone la domanda su come è possibile applicare le nuove tecno-
logie in classe, in particolar modo all’interno della glottodidattica, ancora più nel dettaglio
su come utilizzare software, app, siti web che utilizzano un approccio ludico.
I materiali disponibili online, i software didattici di carattere mutimediale, le piattaforme e-
learning, come ad esempio moodle, e i testi audiovisivi compongono un ampio e variegato
insieme di strumenti linguistici che, se da un lato supportano l’apprendimento, dall’altro
possono condurre a un caos metodologico, che ostacola molto il processo dell’appren-
dimento. Inoltre, il computer – in quanto strumento che unisce in sé queste innovazioni – di
tanto in tanto non funziona bene, disturbando lo svolgimento della lezione (Kaliska, 2016).
Per l’esperienza pratica è stato usato un tool molto popolare soprattutto in Nord Europa e
nelle Americhe, e in molti paesi anglofoni; parliamo di Kahoot. Kahoot è uno strumento
che “nasce” nel marzo 2013 dalla collaborazione tra un gruppo di imprenditori e i ricer-
catori dell’Università di Tecnologie e di Scienze della Norvegia (Marini 2014). Lo
strumento consente di creare quiz, sondaggi, ricostruzioni di frasi e discussioni, proiettando
le domande attraverso uno schermo di un PC, o di una tv collegata ad un PC, o anche
attraverso l’utilizzo di un proiettore, sempre collegato ad un PC. Si può utilizzare Kahoot
per coinvolgere gli studenti su un determinato argomento e per vedere le loro conoscenze
pregresse su di esso, o usarlo alla fine di un’unità didattica, in fase di verifica. Lo studente
può utilizzare il proprio device (PC, smartphone o tablet) come telecomando. Il docente,
dopo essersi registrato su Kahoot, potrà creare da zero una nuova attivtà o usare il tasto
“cerca” per vedere se qualche altro docente ha creato un test simile che può essere adattato
ai propri scopi. È altresì possibile copiare un’attività creata da altri e modificarla per i propri
scopi. Nella funzione editing dell’attività è possibile inserire musica e video, per poi poter
creare domande su di essi. La musica di default è ritmata e coinvolgente. Si possono creare
quiz con un indeterminato numero di domande, si può scegliere il tempo di risposta ad ogni
domanda. Gli studenti, una volta risposto alla domanda, prima di passare a quella
successiva, visualizzano un grafico a istogramma con la distribuzione dei punteggi della
classe nel quale viene evidenziata la risposta corretta. Per accedere al quiz, l’insegnante ne
fa partire uno a sua scelta e gli studenti attraverso i loro device inseriscono prima il PIN
relativo al quiz in questione che compare visualizzato nell’interfaccia proiettata, dopodiché
KAHOOT!
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creare un loro account, possono accedere di volta in volta digitando il relativo PIN;
l’interfaccia è in inglese, ma è uno strumento semplice ed intuitivo e non servono specifiche
competenze per il suo corretto utilizzo.
Esperienza pratica:
Alla fine dell’esperienza, il partecipante saprà creare un quiz con Kahoot e potrà a sua volta
sottoporlo ai propri discenti. L’esperienza pratica è suddivisa in fasi differenti:
1. Scoperta dello strumento Kahoot.
2. Creazione di un account gratuito sulla piattaforma Kahoot.
3. Creazione di domande a scelta multipla o ricostruzioni di frasi sulla piattaforma.
4. Sottoporre ai colleghi l’attività creata.
ABILITÀ:
Questa attività può essere usata per rafforzare ogni tipo di abilità.
TEMPO DI REALIZZAZIONE:
La durata di questa attività può essere variata dall’insegnante in base alle esigenze della
classe di volta in volta, potendo durare l’attività da pochi minuti di gioco a attività di
gioco più lunghe.
MATERIALI NECESSARI:
Aula informatica
Collegamento internet
PC
KAHOOT!
Proiettore
Smartphone e tablet (facoltativo)
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BIBLIOGRAFIA
Curmi, K. (2013). “Il Cooperative Learning: gioco di squadra, classe vincente”,
Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792. Disponibile su:
http://www.itals.it/il-cooperative-learning-gioco-di-squadra-classe-vincente
[21/08/17]
Kaliska, M. (2016). “Utilizzo didattico delle nuove tecnologie nell’insegnamento
dell’italiano”, in Jamrozik. E. (a cura di), Italia 2.0 – lingua, cultura, società. Le
ultime ricerche dei giovani italianisti. Varsavia: Università di Varsavia.
Ligorio M., Cacciamani S. & Cesareni D. (2016). Blended learning. Dalla scuola
dell'obbligo alla formazione adulta. Roma: Carocci Editore.
Marini, G. (2014). “Kahoot: piattaforma blended learning per l'apprendimento basato
sul gioco game-based learning”. Disponibile su:
http://gianfrancomarini.blogspot.it/2014/02/kahoot-piattaforma-blended-learning-
per.html [21/08/17]
Petruzzi, V. (2015). Il potere della gamification. Milano: Franco Angeli Editore.
KAHOOT!
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
PROGETTARE UNA LEZIONE CON LA PIATTAFORMA STORYBIRD
Silvia Maneschi
The American School in Switzerland - Italiano Allegro
ABSTRACT
I
l presente contributo si propone come una riflessione teorica e metodologica
sull'integrazione tra la didattica dell’italiano come lingua straniera e le nuove tecnologie.
A tal proposito, verrà presentato un esempio di lezione in cui l’uso di strumenti web è
funzionale allo svolgimento delle attività didattiche proposte, secondo lo schema di integrazione
di didattica e tecnologia proposto da Ruben Puentedura (2013). Nel presente intervento si
riflette altresì sull’importanza, in termini glottodidattici ed educativi, della produzione scritta.
Analisi e riflessione sul genere testuale della fiaba rappresentano il punto di partenza per una
progettazione didattica che culmina in una fase creativa in cui, sfruttando il potenziale dello
storytelling, ovvero della narrazione, lo studente si cimenta in prima persona nella riscrittura
digitale di una fiaba. A questo scopo, si presenterà la piattaforma online Storybird e si rifletterà
sull’efficacia della narrazione digitale per immagini ai fini della rielaborazione, in termini
creativi, dei contenuti appresi durante la lezione.
PAROLE CHIAVE
Narrazione, narrazione digitale per immagini, Nuove Tecnologie, Storybird, E-learning,
insegnamento online.
ABSTRACT
The present article is as a theoretical and methodological reflection on the integration of
Didactics of Italian as a Foreign Language and New Technologies. In this regard, it presents an
example of a lesson where the web tools usage is functional to the proposed teaching activities,
according to the Teaching and Technology Integration model SAMR proposed by Ruben
Puentedura (2010). Furthermore, this paper reflects on the importance of developing written
skill in language teaching and educational terms. Analysis and reflection on the fairy tale genre
represent the starting point for a didactic design that culminates in a creative phase. By using the
potential of visual storytelling, the student assists in the digital rewrite of a fairy tale. For this
purpose, the reader will be presenting the webware Storybird, and we will shed light on the
advantages of this web tool for re-elaborating in creative terms the contents learned during the
lesson.
KEY WORDS
Storytelling, visual digital storytelling, New Technologies, Storybird, E-learning, teaching online.
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SPIEGAZIONE/GIUSTIFICAZIONE:
L’esperienza pratica propone un esempio di lezione, della durata circa di 4 ore, rivolta a
studenti con un livello di italiano corrispondente al B2 del Quadro Comune Europeo di
Riferimento per la conoscenza delle lingue. La lezione può essere usata per l’appren-
dimento di studenti adolescenti e adulti, in contesto di italiano come lingua seconda
(L2) e straniera (LS). Ideata per uno svolgimento online in modalità sincrona, la lezione
è spendibile anche in un contesto di insegnamento in presenza, con l’ausilio di
specifiche glottotecnologie (pc e connessione ad internet). Si è scelto di offrire come
input la tipologia testuale della fiaba, con l’obiettivo principale di sviluppare l’abilità di
scrittura. La lezione propone una serie di attività didattiche, molte delle quali da
svolgere in rete con l’ausilio di specifiche applicazioni, e culmina con la presentazione
di Storybird, una piattaforma gratuita online che consente di realizzare attività di
narrazione digitale per immagini.
ABILITÀ:
● comprensione scritta
● produzione scritta
TEMPO DI REALIZZAZIONE:
4 ore.
MATERIALI NECESSARI:
Internet, computer.
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1. Introduzione
Obiettivo di questo contributo è presentare una lezione di italiano LS/L2 ideata per un
contesto di insegnamento ancora poco conosciuto e praticato in Italia: l’insegnamento
online sincrono. Molto diffusa in ambito anglosassone, questa forma di insegnamento
rientra nella più generica definizione di E-learning, ma al tempo stesso la supera. Infatti,
quando si insegna una lingua online, l’interazione docente - studente è contraddistinta
dalla sincronia dello scambio comunicativo, mediante l’uso di software che avvicinano
lo comunicazione via computer alla comunicazione faccia a faccia1. La lezione online,
d’altro canto, si differenzia dalla lezione tradizionale in presenza, in termini di attori
coinvolti: nella maggior parte dei casi, si tratta infatti di learning one - to - one, ovvero
di apprendimento basato su uno scambio interattivo tra un docente e un solo studente.
Siamo dunque di fronte ad una modalità di insegnamento innovativa sotto vari aspetti
che pone al docente nuove sfide, in primis in termini di competenze tecnologiche. Come
PROGETTARE UNA LEZIONE CON LA PIATTAFORMA STORYBIRD
1
Per lo svolgimento di lezioni online ci sono vari software specifici per realizzare conference call. Tra
questi, i più comuni sono Skype, Hangouts e Zoom.
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L’input testuale è preso da Bailini, S. & Consonno, S. (2012). Ricette per parlare, Firenze: Alma
edizioni.
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nella nostra pratica quotidiana di docenti significa interrogarsi sui reali benefici in
termini didattici e, in senso più ampio, pedagogici. Infatti il semplice utilizzo di
applicazioni web, dispositivi digitali, etc. non produce automaticamente e magicamente
un miglioramento della qualità dell'apprendimento. Alla luce di queste considerazioni,
nella scelta degli strumenti da usare nella lezione, ho fatto riferimento al modello
SAMR, ideato da Ruben Puentedura nel 2010. Il modello “SAMR”, acronimo di
Substitution, Augmentation, Modification, Redefinition, è un quadro teorico di
riferimento che ha l'obiettivo di facilitare l'azione di integrazione delle nuove tecnologie
nella didattica. Costruito intorno all'idea che l'integrazione permette di sviluppare
ambienti di apprendimento, gestire compiti e costruire percorsi didattici molto più
LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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Nella scelta degli strumenti usati nella lezione, ho cercato di esemplificare il modello
SAMR e di selezionare applicativi che consentissero di scalare sino al livello ultimo di
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Cognitively, if we remember best when we can create linkages from active working memory to
passive working memory to long-term memory by associations, then it makes logical sense that
stories with familiar components are more easily recalled. Thus, if we learn to tell stories that
contain good flow, entertainment or emotional content, and plentiful associative material, our
stories are more likely to be linked to passive working memory and long-term memory; doing
so makes our stories more easily recalled later (Christopher, 2014).
Nella progettazione della lezione, mi sono orientata da subito su uno strumento online
per fare storytelling. Il web offre diversi applicativi dedicati a tale scopo e la mia scelta
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si è orientata su Storybird, una piattaforma per creare online storie per immagini.
Rispetto ad altri strumenti simili, Storybird mi ha colpito per il suo carattere fortemente
artistico che rovescia il procedimento che sta dietro i classici libri illustrati: partire
dall’immagine per arrivare al testo, liberando in questa maniera la fantasia di chi scrive.
La piattaforma mette a disposizione dei suoi utenti una vastissima repository di
illustrazioni originali, realizzate da disegnatori selezionati dalla piattaforma stessa.
Storybird presenta il vantaggio di avere una finalità didattica: all’utente, infatti, è data
anche la possibilità di registrarsi come docente o come studente. Gli insegnanti, una
volta registrati, hanno la possibilità di creare classi e aggiungere studenti senza necessità
di usare la loro mail, aspetto di fondamentale importanza per la privacy. Il docente può
assegnare compiti alla classe, proponendo immagini da commentare oppure lasciando
liberi gli studenti di trovare l’immagine che meglio si adatta alla traccia data.
All’interno della stessa classe, studenti e docenti possono lasciare commenti ed
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lessicali visti a lezione, attraverso un’attività di creazione e stesura di una fiaba sulla
piattaforma Storybird. In appendice sono mostrati due esempi di storie: nel primo, lo
studente ha riscritto in chiave personale la fiaba letta a lezione, mentre nel secondo si
è lasciato lo studente libero di creare una fiaba ex novo.
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BIBLIOGRAFIA
Balboni, P. E. (1998). Tecniche didattiche per l’educazione linguistica. Torino: UTET
Bruner, J. (1986). Actual minds, possible worlds Cambridge: Harvard University Press.
(tr. it. 1988 La mente a più dimensioni. Roma: Laterza)
Bruner, J. (1990). Acts of meaning, Cambridge: Harvard University Press, (tr. it. 1992
LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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SITOGRAFIA
Scribblar
Learningapps
Wordsift
Coggle
Storybird
www.wikiscuola.it/index.php/menu-ad-modulo-2/menu-ad-samr
PROGETTARE UNA LEZIONE CON LA PIATTAFORMA STORYBIRD
LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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APPENDICE
Scheda 1
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Scheda 2
PROGETTARE UNA LEZIONE CON LA PIATTAFORMA STORYBIRD
LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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Scheda 3
Attività 5
Leggi la fiaba e verifica se la tua storia si avvicina all’originale.
falchi per comprare dello zucchero da aggiungere all'impasto. Che bontà! Il "pane
dell'Adalgisa" era diventato famoso in tutta la città e i clienti venivano da ogni parte per
comprarlo. Ughetto, sempre più entusiasta, provò allora ad aggiungere anche dei pezzetti di
frutta candita e delle uova: il "pane" speciale piaceva sempre di più! Arrivò il Natale e, per
l'occasione, il giovane Ughetto decise di aggiungere anche dell'uvetta. Fu un successo: tutta
Milano faceva la fila davanti al negozio di Adalgisa per comprare il "pangrande" o "pan de
ton", il pane di un certo tono, il pane ricco. Era nato il "panettone" da portare in tavola il
giorno di Natale. E fu così che Ughetto e Adalgisa, grazie alla nuova ricetta, riuscirono a
realizzare il loro sogno d'amore, diventarono ricchi e vissero felici e contenti.
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Scheda 4
Attività 6
Rileggi la fiaba e completa la tabella con le informazioni mancanti.
I due innamorati
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Scheda 5
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Scheda 6
Attività 10
Leggi di nuovo la fiaba e completa la tabella.
AGGETTIVI/AVVERBI
_______________________________________________________
_______________________________________________________
CONNETTIVI
1. temporali: _________________________________________
2. causali:____________________________________________
LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
3. oppositivi: _________________________________________
4. gerarchici (per ordinare i paragrafi e stabilire una successione):
___________________________________________________
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Scheda 7
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Scheda 8
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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Scheda 9
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Scheda 10
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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Scheda 11
PROGETTARE UNA LEZIONE CON LA PIATTAFORMA STORYBIRD
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LO STORYTELLING PER IMMAGINI.
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DIALOGARE CON LA BELLEZZA: L’ARTE NELLA CLASSE DI
ITALIANO LS
Michele Magnatti
Edulingua - Laboratorio di lingua e cultura italiana
Università degli Studi di Macerata
ABSTRACT
e seguenti riflessioni riguardano le potenzialità dell’utilizzo dell’arte nella classe di
L lingua italiana. Si affrontano le motivazioni per le quali proporre dei percorsi integrati di
analisi artistica e sviluppo linguistico nella classe di italiano in contesto LS. Le riflessioni
partono dalle motivazioni degli studenti nella scelta di intraprendere lo studio della lingua italiana,
spesso legate a interessi culturali. Si evidenziano, poi, le caratteristiche dell’input artistico e si
intendono proporre degli approcci allo studio dell’arte funzionali all’acquisizione linguistica.
L’obiettivo è porre le basi per la costruzione di percorsi CLIL, adattabili a diversi contesti
didattici, differenti per livelli e obiettivi. La ricerca, di cui qui si presentano alcuni risultati, è frutto
della collaborazione di Edulingua-Laboratorio di lingua e cultura italiana e l’Università degli studi
di Macerata all’interno di un progetto di dottorato Eureka.
PAROLE CHIAVE
Arte, CLIL, input autentico, italiano LS.
ABSTRACT
The following reflections concern the potential of the study of art in classes of Italian as a
Foreign Language. The article tries to delineate the reasons for an integration of artistic analysis
and improvement of language skills. The students' motivations to study the Italian language,
often linked to their interests in Italian culture, have been considered. Furthermore, the article
underlines the characteristics of the artistic input and aims to propose some approaches to the
study of art that are at the same time functional to the linguistic improvement. The aim is to lay
the foundations for CLIL lessons about art, which are adaptable to various linguistic contexts
with different levels and objectives. The study is the result of the collaboration between the
University of Macerata and Edulingua, a school of Italian language and culture for foreigners.
KEY WORDS
Art, CLIL, authentic input, Italian as a foreign language.
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È necessario però definire quale sia, nel caso dell’arte, la natura di questo input e quali
siano le caratteristiche che lo rendono rilevante per l’acquisizione linguistica.
Proporre attività didattiche in una classe di lingua italiana su un mosaico bizantino, su un
quadro di Botticelli, oppure su una statua di Bernini può fare affidamento, oltre che sulla
già citata motivazione, su una serie di caratteristiche che ne fanno un input di assoluta
qualità e efficacia. Innanzitutto le opere d’arte si presentano sotto forma di immagini e gli
studenti di lingua sono in genere abituati a lavorare su questa tipologia di input. Gobbis e
1
Gli studi statistici di Giovanardi e Trifone (2012) confermano questo legame tra motivazione e
tematiche culturali, indicando che la motivazione principale allo studio dell’italiano nel mondo è proprio
la cultura, nominando espressamente l’arte tra le tematiche culturali che gli studenti indicano come
principale motivazione allo studio dell’italiano.
2
Rimandiamo a Serragiotto (2003) e (2014) come punti di riferimento per gli studi sul CLIL e alla
bibliografia ivi contenuta.
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Paoli Legler (2011: 332), tra i principali propugnatori dell’uso dell’arte nella classe di
lingua italiana, fanno notare come nei libri di testo stia aumentando fortemente la
presenza di foto, fumetti, dipinti e disegni. Secondo loro, infatti, la stessa forma-immagine
presenta dei vantaggi, perché “il processo di apprendimento viene facilitato [dalle
immagini], nonché motivato e reso più attraente e stimolante”. Le opere d’arte, però,
hanno delle caratteristiche peculiari rispetto ad una qualsiasi altra immagine. In primo
luogo le realizzazioni artistiche hanno un valore culturale immenso, riconosciuto
innanzitutto dagli stranieri stessi che, come detto, sono molto spesso motivati allo studio
della lingua proprio per entrare in contatto con l’arte e la cultura: le opere possono
fungere da punti di accesso per conoscere storie, abitudini, curiosità, idee legate alla
cultura italiana. Un'altra caratteristica dell’arte di grande importanza per l’apprendimento
Balboni (2013: 12) aggiunge altri criteri con i quali l’apprendente valuta l’input a livello
emotivo:
la novità rispetto alle attività che in generale si svolgono durante un corso di lingua,
la qualità estetica dell’input, sia a livello dei supporti didattici con i quali viene
fornito l’input (fotocopie, proiettori ecc.) sia riguardo la bellezza dell’input in
quanto tale,
la rilevanza funzionale delle attività, con la quale lo studente percepisce che
quanto sta facendo ha uno scopo preciso.
L’arte, secondo chi scrive, soddisfa a pieno molte di queste caratteristiche. Riguardo la
piacevolezza intrinseca ribadiamo il valore emozionante di osservare la bellezza delle opere
dei più grandi artisti, nate con l’obiettivo di coinvolgere emotivamente l’osservatore. Più
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avanti evidenzieremo come uno dei nostri obiettivi è quello di comprenderne anche i
messaggi facendo notare, come dice Mattozzi, che il lavoro di interpretazione “può essere
fortemente emozionante e motivante, in quanto sollecita attività cognitive che suscitano
l’emozione della costruzione della conoscenza” (Mattozzi, 1999: 22). Sulla pertinenza
rispetto ai bisogni rimandiamo all’importanza nella motivazione, per chi studia italiano,
degli approfondimenti delle tematiche culturali, all’interno delle quali l’arte non può che
risultare tra le più rappresentative dell’eccellenza italiana. Proporre attività didattiche
sull’arte all’interno di un corso di lingua può avere senza dubbio un effetto di novità dal
grande valore motivante. Ormai il lavoro di apprendimento linguistico attraverso testi,
ascolti, canzoni e video sono abituali in molti contesti didattici, tanto da essere a volte anche
ripetitivi. Presentare la tematica artistica può accendere la curiosità degli studenti,
DIALOGARE CON LA BELLEZZA: L’ARTE NELLA CLASSE DI ITALIANO LS
soprattutto se le attività si delineano come nuove, per approcci e tecniche, rispetto a quelle
che si fanno di solito. La questione più complessa è quella di rendere le attività realizzabili e
non rischiose dal punto di vista psicosociale. L’arte rimane una tematica specialistica,
quindi potenzial-mente complessa per chi ha percorsi formativi lontani. È possibile che
parte degli studenti percepisca il lavoro sulle opere d’arte come troppo complesso e magari
non funzionale alla propria crescita di studente di lingua e cultura italiana. Sarà quindi
necessario rendere le attività adatte ad un destinatario sì interessato ad avere i rudimenti di
questa tematica, ma non motivato a diventarne esperto: le attività devono essere pensate per
poter essere svolte da chiunque. Qualora non si ponesse attenzione a questo aspetto si
rischierebbe, soprattutto in una classe molto variegata, di far sentire in difetto alcuni
studenti, i quali magari non hanno preconoscenze, rispetto ad altri che per interessi personali
già hanno delle basi che li facilitano. Percepire che si sta facendo qualcosa che non ci si
sente in grado di fare mina quelle sicurezze psicosociali citate da Daloiso come importanti
per l’efficacia di un input, con la conseguenza di attivare filtri affettivi che potrebbero
decretare il fallimento dell’azione didattica, quindi bisogna prestare massima attenzione alla
realizzabilità dei compiti. I percorsi integrati di lingua e arte dovranno essere pensati in
modo che lo studente si senta protagonista ma al contempo guidato in un mondo in parte o
completamente sconosciuto.
Dopo aver indagato le caratteristiche che spingono a utilizzare l’arte nella classe di lingua è
necessario vedere in profondità la struttura dell’input artistico, cioè come sia possibile che
gli studenti siano esposti alla lingua italiana, con le sue strutture e funzioni, durante il lavoro
sulle opere dei grandi artisti italiani.
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3
Facciamo notare come una parte dell’esame per l’ottenimento della certificazione CEDILS, una delle
principali per testare le professionalità degli insegnanti di italiano a stranieri, riguardi proprio la
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tra gli altri testi autentici l’opera d’arte risulta generalmente meno accessibile anche per
chi ne condivide la storia, il sistema culturale e naturalmente la lingua. Il nostro scopo
non può essere quello di indagare tutte le modalità di comprensione della testualità
artistica e tutte le preconoscenze per una comprensione totale del fenomeno artistico,
necessarie tanto ai madrelingua quanto agli stranieri, ma di evidenziare quelle
operazioni di interpretazione che hanno una maggiore utilità glottodidattica, con
l’obiettivo di fornire alcuni spunti per proporre l’analisi di opere d’arte come base per la
costruzione di unità didattiche o di apprendimento.
La grande potenzialità del materiale autentico artistico è che esso nasce come mezzo di
rappresentazione e comunicazione. Ciò che però deve essere tenuto a mente è che il
codice di questa comunicazione non è verbale, scritto o orale, come nei materiali
DIALOGARE CON LA BELLEZZA: L’ARTE NELLA CLASSE DI ITALIANO LS
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bisogno di sapere come comunicare tutto questo nella lingua obiettivo. Il linguaggio
artistico, poi, si discosta dal linguaggio visuale delle immagini o delle foto perché carica
i suoi segni non solo di un significato primario e rappresentativo (quella è una mela) ma
anche di tutta una serie di significati simbolici (il peccato originale, ad esempio). Per i
fini dell’acquisizione linguistica anche questo valore simbolico ha una grande
potenzialità: la presenza di una mela in un dato contesto può generare il bisogno di
esprimere il significato metaforico di questo frutto, cioè il significato del peccato
originale, con tutta la storia di Adamo ed Eva e tutti i possibili riferimenti. L’arte può
generare un gap comunicativo, un bisogno di espressione, che rappresenta una grande
risorsa per la classe di lingua. A differenza di altre immagini, e anche di altri testi
autentici, questo gap comunicativo è stratificato: nell’esempio della mela in un livello
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Come abbiamo già discusso in un altro contributo (Magnatti, 2016: 65-69) per
coniugare queste due esigenze è necessario avere un approccio interpretativo su singole
opere, e non sulla storia dell’arte in generale: il percorso didattico integrato come
contenuto dovrà avere la comprensione di una singola opera d’arte. In questo modo sarà
più semplice controllare le nozioni necessarie per soddisfare la curiosità degli studenti, e
soprattutto porre un obiettivo realisticamente raggiungibile: capire, anche in parte, cosa
l’autore ha voluto trasmettere con quella determinata opera. Quindi proponiamo alcuni
approcci analitici per leggere la testualità visiva dell’arte con lo scopo di interpretarla e
usarla ai fini dell’apprendimento linguistico:
descrittivo, in cui l’opera viene vista come pura immagine rappresentativa di
oggetti e situazioni reali;
DIALOGARE CON LA BELLEZZA: L’ARTE NELLA CLASSE DI ITALIANO LS
Vediamo ora come questi approcci possono essere utilizzati nella classe di italiano
dando attenzione alle potenzialità glottodidattiche di ognuno di essi. Per dare un
esempio pratico applichiamo questi metodi di analisi all’Ultima Cena di Leonardo.
L’approccio descrittivo è quello che evidenzia immediatamente come l’opera d’arte
potrebbe essere utilizzata con finalità linguistiche. Questo approccio si rivela ottimo per
i quadri, i mosaici e gli affreschi, in cui sono rappresentati oggetti, personaggi,
paesaggi, con tutti le caratteristiche ad essi associate (azioni, colori, posizioni, ecc.)
riscontrabili anche nella realtà quotidiana, generando il bisogno di comunicarle in lingua
straniera. Applicando questo approccio all’Ultima Cena notiamo come Leonardo abbia
dipinto una tavola imbandita con tovaglia, piatti, bicchieri, pirofile, vassoi, cosci di
pollo, vino, tovaglioli e altro ancora. Se si osservano gli apostoli, poi, presentano tutti
caratteristiche fisiche diverse, e nella copia di Giampietrino conservata a Oxford, si
vedono bene anche i colori dei vestiti. Ogni apostolo compie dei gesti, esprimendo con
la fisicità diverse emozioni. Questo elenco vorrebbe stimolare la riflessione su quanto
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sia potenzialmente ricco l’input linguistico di un’opera d’arte come questa. Con il
Cenacolo di Leonardo si potrebbe lavorare sul lessico della cucina, oppure sui colori, o
ancora sugli aggettivi per descrivere fisicamente gli apostoli e di conseguenza l’accordo
sostantivo-aggettivo. Saranno i destinatari a cui rivolgiamo il percorso a suggerire se
presentare la visione dell’opera per generare il bisogno di acquisire questi elementi non
ancora appresi o per riutilizzarli in contesto una volta affrontati precedentemente.
Ricordiamo che l’opera d’arte è un input autentico, che poi deve essere debitamente
didattizzato analizzando il pubblico a cui rivolgerla e seguendo gli scopi specifici.
Un altro punto di vista è quello che chiamiamo interpretativo/intertestuale: l’opera viene
analizzata come rappresentazione di un episodio, di una storia o di un concetto. In
questa fase ci si concentra per lo più su quello che nel linguaggio iconografico si chiama
5
I nostri esempi legati al Cenacolo leonardesco prendono in considerazione un destinatario implicito
scolarizzato e con un retroterra culturale occidentale-cristiano, altrimenti non sarebbe capace né di
riconoscere l’episodio biblico né tantomeno avrà l’esigenza di trovare le risorse linguistiche in L2 per
raccontarlo, dal momento che non lo conosce. Se si decide di utilizzare questo approccio è necessario
sapere cosa i nostri destinatari possono conoscere e cosa no. Qualora si lavorasse con studenti con un
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attenzioni che il contesto classe richiede, sia nell’analisi di quanto mediamente gli episodi
possano essere conosciuti o meno, sia riguardo la sensibilità delle culture di appartenenza
ai temi proposti. Al contrario, scegliere un’opera che utilizza una fonte testuale ignota può
essere utile a migliorare le capacità di comprendere testi in LS da parte dello studente. Si
potranno prevedere attività didattiche sui testi scritti o orali che raccontano l’episodio
rappresentato, in cui l’opera fungerà da sostegno e verifica della comprensione. L’artista,
poi, non sempre traduce le fonti in modo letterale: spesso inserisce delle variazioni di
diversa natura (cfr. Sciolla, 2001: 62). A volte può decidere di cambiare l’ambientazione
della scena, altre volte di eliminare degli elementi o di aggiungerne altri. In generale, poi,
l’opera d’arte sarà inevitabilmente più sintetica di un testo scritto che, soprattutto se in
prosa, non avrà grandi esigenze di brevità. Tali discrepanze tra fonte e rappresentazione
DIALOGARE CON LA BELLEZZA: L’ARTE NELLA CLASSE DI ITALIANO LS
bagaglio culturale diverso qualsiasi opera deve essere analizzata come il secondo gruppo di fonti citato da
Sciolla, cioè come se la fonte fosse sconosciuta.
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opere, di diversa natura e con varietà linguistiche che suggeriscono una vasta gamma di
attività. L’arte è anche naturalmente connessa alla storia d’Italia: tornando al nostro
esempio, si pensi ai rischi per l’integrità del Cenacolo leonardesco corsi durante la
seconda guerra mondiale, quando il convento di Santa Maria delle Grazie, contenente il
capolavoro leonardesco, fu bombardato. L’arte, quindi, non solo è un materiale autentico
in sé ma è ricco di rimandi ad altra testualità altrettanto autentica e ricca di occasioni di
esposizione ai fenomeni linguistici e alla cultura.
La terza possibilità di proporre l’opera è quella meno tecnica e interna all’analisi
artistica: con l’approccio tematico si propone alla classe di utilizzare l’opera come
stimolo alla conversazione su alcuni argomenti generali, possibilmente connessi alla
vita quotidiana. Chiaramente un’opera come l’Ultima Cena può suggerire discussioni
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però non si può esagerare nell’usare l’arte come pretesto: se lo studente percepisse che
in fondo il centro della lezione è l’apprendimento di forme linguistiche, allora sarà stato
inutile lavorare con l’arte. In ogni caso le attività dovranno sempre essere di natura
CLIL, cioè rispondere al tentativo di integrare acquisizione di contenuti, per quanto
semplici e basilari, e apprendimento di lingua. Questo significa che anche nel caso si
decida di attuare un approccio puramente descrittivo, oppure di usare l’opera come
mero stimolo pretestuale per affrontare un tema, si dovrebbero dare delle informazioni
su cosa, anche parzialmente, l’artista volesse comunicare con quell’opera. In fondo la
decisione di utilizzare l’arte in classe nasce dall’interesse degli studenti di italiano LS
per questo argomento, quindi se, non si vogliono deludere le aspettative, sarà necessario
fare in modo che ci sia una scoperta di quel mondo di simboli, segreti, storie, emozioni
BIBLIOGRAFIA
Acaso, M. (2006). El lenguaje visual. Barcelona: Paidos.
Begotti, P. (s.d.). Didattizzazione di materiali autentici e analisi dei manuali di italiano
per stranieri. Disponibile su:
http://venus.unive.it/filim/materiali/accesso_gratuito/Filim_didattizzazione_analisi_
teoria.pdf [17/08/2017]
Balboni, P. E. (2013). “Il ruolo delle emozioni di studente e insegnante nel processo di
apprendimento e insegnamento linguistico”, El.Le, n.1, vol. 2, pp. 7-30.
Daloiso, M. (2009). I fondamenti neuropsicologici dell’educazione linguistica. Venezia:
Cafoscarina.
Giovanardi, C. & Trifone, P. (2012). L’italiano nel mondo. Torino: Carocci.
Gobbis, A. & Paoli Legler, M. (2011). “Come l’arte può motivare l’interesse per
apprendenti di lingua italiana L2”, Italiano LinguaDue, 2, pp. 332-400.
Gobbis, A. & Paoli Legler, M. (2014). Alla scoperta della lingua e della cultura
italiana attraverso l’opera di Sandro Botticelli. Fano: Aras edizioni
Magnatti, M. (2016). “La didattica dell’arte a stranieri: esperienze e riflessioni”,
Bollettino ITALS, 63, pp. 61-78.
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UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
Alessandro Mariotti
Italian in Italy – Accademia Studioitalia
ABSTRACT
ra gli strumenti più utilizzati dagli insegnanti di italiano per studenti stranieri, lo
T strumento video è sicuramente uno dei più utilizzati in classe. Quale video è più adatto
da utilizzare in classe? In quale momento della lezione? Queste sono solo alcune
domande che accompagnano quotidianamente il lavoro degli insegnanti che si apprestano a
svolgere una lezione utilizzando il video all’interno della lezione. Il laboratorio si pone come
obiettivo quello di provare a rispondere a queste domande, identificando metodi e strategie per
didattizzare al meglio il materiale che si intende proporre; il laboratorio si divide in due fasi, una
dedicata alla didattizzazione di un film, portando ad esempio tre film differenti, l’altra invece
dedicata all’utilizzo di piccoli video e cortometraggi come elementi centrali della lezione e non
più relegati al momento della verifica.
PAROLE CHIAVE
Video, Psicologia Culturale, Didattica dell’italiano LS/L2, attività.
ABSTRACT
Among all the resources used by teachers of Italian as a foreign language, videos are the most
widely used in the classroom.
However, which video is the most suitable for a class? In which moment should videos be
shown?
These questions are paramount for teachers who are about to perform a lesson using a video.
The aim of this workshop is trying to answer the aforementioned questions, by individuating
methods and strategies in order to use authentic material for teaching purposes.
The workshop consists in two main phases: the first one is dedicated to the didactic use of a
movie through the example of three movies, while the second one is focused on using short
videos or short movies as key elements of the class. In this perspective, they are no more
considered just as evaluating tools.
KEY WORDS
Video, Cultural Psychology, Didactics of Italian as a foreign language, activities.
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
9 e 10 giugno 2017
Esiste un video più adatto per essere didattizzato? In accordo con la Psicologia
Culturale, fondata da Jerome Bruner, la mente e la vita di un uomo sono lo specchio
della cultura dove vive. (Bruner, 1990)
Se questo presupposto è vero, significa che ogni input esterno entra a far parte della
nostra vita in modo consapevole o inconsapevole. Provando ad applicare questa teoria
psicologica alla domanda posta sopra, possiamo tranquillamente rispondere che non
esiste un video più adatto ad essere didattizzato e che qualsiasi stimolo può essere
presentato per spiegare la cultura e di conseguenza il linguaggio di riferimento.
Premesso quindi che qualsiasi stimolo video può essere utilizzato, passiamo alla
disamina di come e in che momento della lezione sia più indicato presentare il video.
L’uso del filmato in classe può essere presentato quasi in qualunque momento
dell’Unità Didattica, l’importante è fare attenzione al risultato che vogliamo
raggiungere;
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
9 e 10 giugno 2017
Le attività presentate sono state differenziate per livello degli apprendenti (abbiamo
considerato sempre il livello A2 come livello di partenza), per obiettivi linguistici
e/o comunicativi o culturali. Per le attività specifiche si rimanda all’allegato 1.
Alcune attività si riferiscono ai seguenti materiali:
Slide N.° 23, 24, 25 ,26 da Accademia del Giglio Blog (2012). Pane e
tulipani – discorso diretto e indiretto.
Disponibile su: http://www.adgblog.it/2012/01/23/litaliano-con-pane-e-
tulipani-dal-discorso-indiretto-al-diretto/.
Slide N° 4, 5, 6, 7, 8, 11, 12, 13, 14, 15 da Centro Galileo (2010). Benvenuti al
Sud. Internet, Creta, Grecia. E da Brillante, L. (2016). Blog: Vita da prof. Parigi.
Disponibile su: http://www.centrogalileo.gr/index.php/it/materiale
Slide N.° 9 e 10 da Bozzone Costa, R., Piantoni, M., Scaramelli, E. &
Ghezzi, C. (2013). Nuovo Contatto C1. Torino: Loescher Editore.
Per la grafica della slide N.° 20 da De Giuli, A. & Naddeo, C. M. (2010).
Cinema Italiano Redux. Firenze: Alma Ed.
La seconda parte del laboratorio è stata invece dedicata all’utilizzo del video come
elemento centrale della lezione, portando ad esempio otto tecniche differenti (da
Guastalla, C. (2016). Webinair “AlmaTV - tecniche didattiche per l’utilizzo del
mezzo video in Classe”. Alma Edizioni: Firenze.):
1. Ascolto guidato: si ascolta il dialogo selezionato senza vedere il video,
l’obiettivo è quello di fare delle ipotesi sul contenuto del video e dopo averne
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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3. Presentare solo il titolo: si scrive alla lavagna il titolo del video che si sta per
andare a vedere e si stimolano gli studenti a fare delle ipotesi sul contenuto di
quello che andranno a vedere.
4. Scrivere/recitare il finale: si può bloccare il video verso la fine e far produrre
agli studenti il probabile finale; o, visto un video, si può far raccontare la storia
da un terzo partecipante al racconto; oppure si può pensare all’antefatto del
video o a cosa succede dopo, farglielo scrivere e farglielo recitare.
5. Lavorare sull’intonazione: per i livelli più bassi (A2 QCEF) si pronuncia una
parola con differenze intonazioni e si prova a far ragionare gli studenti sulle
possibili differenze di significato; per i livelli alti (da B2 in poi, del QCEF),
l’insegnante propone una parola e gli studenti propongono una situazione,
provando a “recitare” la situazione utilizzando la parola data nel contesto più
corretto.
6. Individuare la battuta: l’insegnante scrive una battuta specifica di un dialogo e
propone il video senza audio; lo scopo per gli studenti è quello di individuare la
battuta data.
7. Attività dopo la visione: provare a cambiare il copione del video, senza alterarne
i concetti; recitare le stesse battute, ma con tono diverso per alterarne i
significati. Ripetere un role-play: si propone l’argomento e si chiede agli
studenti di provare a recitare una situazione. Dopo aver visto il video riproporre
l’attività e vedere come e se cambia il role play iniziale.
UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
8. La classe capovolta: Gli studenti guardano a casa un dato video e il giorno dopo,
prima di vedere il video in classe in plenum si fa fare un confronto a coppie,
provando a fare un riassunto di quanto visto e capito. Le coppie espongono poi
alla classe il prodotto del lavoro fatto in classe. Dopo aver visto il video in
plenum, si ripropone una discussione sul lavoro precedente.
BIBLIOGRAFIA
Accademia del Giglio Blog (2012). Pane e tulipani – discorso diretto e indiretto.
Disponibile su: http://www.adgblog.it/2012/01/23/litaliano-con-pane-e-tulipani-dal-
discorso-indiretto-al-diretto/
Bozzone Costa, R., Piantoni, M., Scaramelli, E. & Ghezzi, C. (2013). Nuovo Contatto
C1. Torino: Loescher Editore.
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APPENDICE
Allegato 1.
Diapositive presentazione “Utilizzo del mezzo video in classe” dalla slide 13 alla 40.
Slide 1
UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
Slide 2
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Slide 3
Slide 4
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Slide 5
UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
Slide 6
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Slide 7
Slide 8
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Slide 9
UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
Slide 10.1
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Slide 11.2
Slide 12
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Slide 13
UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
Slide 14
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Slide 16
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UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
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Slide 19
Slide 20
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UTILIZZO DEL MEZZO VIDEO IN CLASSE
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Slide 27
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NUOVE TECNOLOGIE PER L’APPRENDIMENTO
Alessandro Mariotti
Italian in Italy – Accademia Studioitalia
ABSTRACT
I l laboratorio si pone come introduzione generale alle tecnologie presenti in internet, dagli
strumenti creati appositamente per l’insegnamento, alla didattizzazione di materiali
autentici; il laboratorio vuole essere una guida agli strumenti Open source, e quindi di
libero accesso, facendo però attenzione alle criticità di questi stessi. Il laboratorio si divide in
due fasi, la prima dedicata ai Device, e quindi gli strumenti fisici di cui deve essere in possesso
l’insegnante per poter utilizzare i Software, seconda parte del laboratorio, ovvero gli strumenti
presenti nel web utili all’insegnante. La tecnologia ha facilitato in parte il ruolo dell’insegnante
in classe, richiedendo però il costante aggiornamento professionale su questi strumenti e sulla
tecnologia in generale. Esistono però dei limiti e delle domande su come applicare al meglio le
tecnologie all’interno della classe, analizzate nel laboratorio dedicato.
PAROLE CHIAVE
E-learning, B-learning, nuove tecnologie, didattica ludica, Software, Hardware.
ABSTRACT
This workshop is intended to be a general introduction to online technologies, from tools
created for teaching, to the use of authentic material for didactic purposes. The workshop is a
guide to open source tools, which considers also the negative aspects related to them.
The workshop consists in two phases: the first one is dedicated to the devices that the teachers
should have, while the second part is focused on the online software that could be useful for
teachers. Technology has also made the role of the teacher easier, even if it requires an effort to
be constantly up-to-date on tools and more in general about technology.
A deep analysis on how these technologies should be applied in the classroom needs to take into
account some limitations and some issues that were tackled in this workshop.
KEY WORDS
E-learning, B-learning, new technologies, game learning, software, hardware.
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Italian in Italy è un’associazione di scuole di lingua e cultura italiana nata nel 1997 dalla
Dott.ssa Pina Foti. Tra gli obiettivi preposti dall’associazione, presente anche nello
statuto, c’è quello di promuovere corsi di aggiornamento e di formazione per insegnanti
di lingua e cultura italiana (Foti, 1997). In linea con lo statuto dell’Associazione, sono
stati organizzati degli incontri nell’anno 2016, nella sede centrale della stessa, con tema
“Le nuove tecnologie nelle classi di italiano L2/LS”; l’articolo che segue è il risultato
dei dibattiti agli incontri, ove ogni membro dell’associazione ha portato le proprie
esperienze teoriche e pratiche, e le proprie strategie d’azione in merito al tema. Pertanto
il seguente articolo va inteso come una breve raccolta di consigli, per lo più pratici,
sull’utilizzo delle nuove tecnologie in classe.
Sembra doveroso fare un’introduzione con piccoli cenni storici su come le nuove tecnologie
siano entrate all’interno delle nostre classi di stranieri apprendenti la lingua italiana.
La rivoluzione digitale ha interessato sia i dispositivi tecnologici (device o hardware) che
gli strumenti (software o tools). L’introduzione dei PC e delle nuove tecnologie in classe ha
richiesto il costante aggiornamento degli strumenti a disposizione degli insegnanti e
l’aggiornamento degli stessi circa l’utilizzo di questi strumenti. La tecnologia ha sicura-
mente facilitato il ruolo dell’insegnante in classe, basti pensare alla comodità, nelle lezioni
fuori sede, di utilizzare il drive di Google per caricare gli ascolti, evitando così di andare in
giro con stereo e CD. L’utilizzo di Youtube in classe, o di podcast, ha consentito altresì di
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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tramite le onde Wi-Fi. Questa soluzione consente di utilizzare uno schermo (TV o
proiettore) come fosse una LIM, e il costo di di questi prodotti varia dai 20 ai 60€.
Affrontato il discorso dispositivi elettronici (device), passiamo agli strumenti disponibili
(software o tools).
Il pacchetto office offre, tra i vari strumenti, Microsoft Powerpoint, tool. Questo software
è già ampiamente utilizzato e conosciuto. Oggi però internet offre strumenti più completi
e accattivanti, come ad esempio la piattaforma Prezi per le presentazioni online. Oltre a
presentare una grafica più accattivante, lo strumento risulta più semplice e più fruibile,
senza che l’insegnante che lo usa debba necessariamente essere un tecnico o avere una
preparazione specifica. Inoltre, essendo una piattaforma online, tutto il lavoro è salvato
nel cloud specifico, quindi si può accedere in qualunque parte del mondo a condizione di
avere una connessione internet e uno strumento per accedervi. Il programma è utilizzabile
sia in E-learning che in B- learning, in quanto è presente un tasto per avviare e comandare
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la presentazione a distanza. Tra i limiti degli strumenti open source a cui accennavo
prima, Prezi dal 2017 è diventato prevalentemente a pagamento e nella sua versione
gratuita non è possibile salvare il lavoro svolto, limitando così di molto le potenzialità
dello strumento. Nelle nostre scuole, oltre ad aver utilizzato moltissimo questa
piattaforma, usiamo anche le principali piattaforme online per la creazione dei quiz, quali
Kahoot!, Socrative, o i più completi Educaplay o LearningApp.
Entrerò ora nel dettaglio di questi strumenti analizzando i pro e i contro.
Kahoot1 è una piattaforma virtuale che nasce per proporre quiz in classe. Per poter
accedere al quiz lo studente ha bisogno di uno smartphone o di un tablet connesso ad
internet e non ha bisogno di avere un account personale. Tra i punti di forza dello
strumento sicuramente annoveriamo l’accattivante grafica, la facilità di accesso per gli
studenti, e la facilità di creazione del quiz, e la nuova attività di ricostruzione delle frasi.
Fra i contro, sicuramente il limite più grande è quello di essere uno strumento progettato
per essere utilizzato in B-learning e non in E-learning in quanto le domande vengono
proiettate sullo schermo principale e non sui device degli studenti.
Socrative2 è uno strumento molto simile a Kahoot, che consente la creazione di
domande a risposta multipla, vero o falso, o domande con inserimento di risposte brevi.
A differenza di Kahoot, lo strumento si presta ad essere utilizzato sia in B-learning sia in
E-learning, in quanto le domande compaiono direttamente sul device dello studente.
1
www.kahoot.it
2
www.socrative.com
3
www.lyricstraining.com
4
www.educaplay.com
5
www.learningapps.org
~ 93 ~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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parole – video, etc.). Anche in queste piattaforme lo studente non deve creare un
account per poter accedere, e si possono riportare le attività create su un terzo sito
internet o blog, così che lo studente possa collegarsi direttamente alla pagina
personale dell’insegnante. Possono essere utilizzati sia in E-learning, sia in B-
learning, sia in aula che in autoapprendimento.
Everest, a partire dal campo base, o esplorare il mondo acquatico della barriera corallina.
In questa ottica possiamo immaginare infinite situazioni da applicare alle lezioni di
italiano per studenti stranieri: chiedere di descrivere quello che vedono, seguire delle
istruzioni, interagire con italiani stando seduti dall’altra parte del mondo.
Come ente formatore stiamo promuovendo l’aggiornamento all’uso delle nuove
tecnologie in classe, per le scuole nostre associate, o presso scuole private di italiano
sparse nel mondo che richiedono questo tipo di aggiornamento. Il punto di domanda che
però per noi rimane il fulcro fondamentale del nostro lavoro è: fino a quando queste
piattaforme esisteranno su internet in forma gratuita? Esiste il rischio che un giorno queste
piattaforme diventino a pagamento impedendoci l’accesso ai contenuti da noi creati?
~ 94 ~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
9 e 10 giugno 2017
BIBLIOGRAFIA
Aa.Vv. (2016) “Stati generali della lingua italiana nel mondo. Italiano lingua viva,
Gruppo 3, Le nuove tecnologie e la comunicazione Linguistica”, Ministero degli
Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, pp. 65 - 72, Firenze.
Bersin, J. (2004) The blended Learning Book. Best Practices, Proven Methodologies,
and Lessons Learned. London. Wiley Publishers.
Cucchiara, S., Spadaro, P. F. & Ligorio, M. B. (2008) “Identità e comunità in contesti
collaborativi: un’esperienza blended universitaria”, Qwerty – “Rivista italiana di
tecnologia cultura e formazione, pp. 24-25. Disponibile su:
http://www.ckbg.org/qwerty/index.php/qwerty/article/viewFile/25/25
Foti, P. (1997) Associazione di scuole di lingua e cultura italiana “Italian in Italy” – Lo
statuto. Roma. Disponibile su: http://italianinitaly.org/images/pdf/statuto-italian-in-
italy.pdf
~ 95 ~
STRATEGIE E TECNICHE PER LO SVILUPPO DEL LESSICO
NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO COME LINGUA
SECONDA E STRANIERA
Giuseppe Maugeri
Università “Ca’ Foscari”, Venezia
ABSTRACT
erché gli allievi tendono a non saper riutilizzare il lessico appreso a lezione? Come aiutare
P gli studenti a sviluppare il lessico senza che lo dimentichino? In questo articolo si cercherà di
dare risposta ai due quesiti mettendo in relazione i modelli di funzionamento del cervello per
l’acquisizione del lessico e le metodologie glottodidattiche a disposizione del docente di italiano per
stranieri allo scopo di insegnare un lessico carico di valenze emozionali e connotazioni
socioculturali. Nel fare questo si metteranno a fuoco le tecniche didattiche legate alla dimensione
cognitiva e ludica dell’apprendimento in modo da promuovere un lavoro in classe basato sulla
qualità e sulla spendibilità del lessico in situazione.
PAROLE CHIAVE
Psicolinguistica, modularità, memoria a lungo termine, metodo di insegnamento, competenza
lessicale.
ABSTRACT
In this paper, we will describe the brain model for the acquisition of the vocabulary and the
teaching methodologies in order to teach lexical phrases with a sociocultural value. In doing so,
in the first part we will focus on the cognitive and learning dimension, in the second part we
will present several strategies to promote teaching quality and usability of the working
vocabulary in a communicative situation.
KEY WORDS
Psycholinguistics, memory process, lexical approach, lexical competence.
~ 96~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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1. Coordinate teoriche
Nell’insegnamento delle lingue e, più specificatamente, nell’insegnamento dell’italiano
come lingua seconda e straniera, si impongono oggigiorno dei metodi glottodidattici
concreti, dove gli input lessicali derivano da una situazione comunicativa reale o
possibilmente verosimile, oppure mediante l’indovinamento contestualizzato in questi
casi lo studente è messo nelle condizioni di scoprire i meccanismi di funzionamento
della lingua, di riflettere sulle funzioni pragmatiche dei nuovi termini, di riconoscerle, di
fissarle e di reimpiegarle.
Una siffatta logica che rifiuta la meccanicità dello stimolo e della risposta tipica del
neocomportamentismo di Skinner, diventa rilevante per i seguenti motivi:
a. si insegna oggi a una persona colta nella sua unicità e complessità;
l’implicazione didattica più rilevante di tale visione stabilisce che l’insegnante
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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l’input, dopo essere stato valutato e classificato dalla mente, viene accomodato nella
memoria. Qui si sistematizza e viene automatizzato per cui l’allievo potrà attingere da
questo nuovo ‘magazzino’ di conoscenze quando sarà il caso di riutilizzare i nuovi termini.
Questo comporta che l’esperienza formativa che l’allievo vive in classe è frutto di un
processo motivazionale, euristico, intuitivo e affettivo, legato inevitabilmente al
contesto di apprendimento e alle strategie personali attivate per apprendere la lingua.
Speculari di un tale processo risultano l’ambiente di apprendimento, il coinvolgimento
emotivo-cognitivo dell’allievo e la memorizzazione.
A tal proposito, la letteratura glottodidattica si è espressa con Bruner (1996) e con
Balboni (2014); entrambi sotto una prospettiva diversa mettono l’accento
sull’importanza del contesto di insegnamento in cui si situa l’esperienza formativa;
STRATEGIE E TECNICHE PER LO SVILUPPO DEL LESSICO NELL’INSEGNA-
italiano per stranieri diventa quindi cruciale poter agire sulle due dimensioni entro una
cornice comunicativa in grado di situare il lessico da apprendere in modo che venga
depositato nella memoria a lungo termine, divenendo perciò una traccia stabile da poter
esser utilizzata (Cardona, 2010: 72).
Una tale considerazione mette in evidenza i termini della questione basata sul rapporto
tra ambiente di apprendimento e linguaggio-funzionamento del cervello. Pertanto, in
linea con gli studi di Danesi (2015) e della psicolinguistica, nel prossimo paragrafo
considereremo quei fattori che consentono al cervello di elaborare un input lessicale e di
organizzarlo nella memoria semantica.
Conoscerne il funzionamento consente di mettere a fuoco le strategie migliori per lo
sviluppo della competenza lessicale degli allievi.
1
Fodor (2004) in questo senso potrebbe essere considerato tra i primi ad aver descritto tale dimensione al
di fuori delle scienze cognitive.
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ITALIANO L2 ITALIANO LS
Input esterno alle ore di italiano Docente come modello e unica fonte di
input
Manuali di italiano per L2 destinato a più Manuali di italiano per LS destinato a più
fasce di età fasce di età
Un’analisi attenta dei vari fattori legati alle diverse situazioni didattiche per
l’insegnamento e per l’apprendimento dell’italiano a stranieri permette di sottolineare
~ 99 ~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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Un tale processo risulta corretto se il docente presenta l’input seguendo due principi
correlati alle caratteristiche dei due emisferi dell’area cerebrale: bimodalità e direzio-
nalità. Il primo criterio pone l’accento sul coinvolgimento dei due emisferi quando si
apprende un lingua. Il secondo criterio, invece, fa leva sulle caratteristiche degli
emisferi e sul passaggio dall’emisfero destro a quello sinistro; dal globale all’analitico,
dal visivo-contestuale-situazionale al linguistico.
Dunque la stabilità del lessico è strettamente connessa con la qualità di questa analisi; se
il docente presenta il materiale linguistico secondo l’unità naturale di acquisizione,
unitamente a un percorso a spirale di contenuti e di informazioni che ritornano, allora è
possibile attivare un processo continuo di recupero e di ritorno delle informazioni
apprese durante il corso. Quando il cervello è attivato in modo corretto, l’input
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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Per poter correttamente far ricorso alla memoria a lungo termine il docente dovrebbe:
a. collocare le parole in situazioni comunicative reali;
b. contestualizzare gli usi e le funzioni del lessico in rapporto alla situazione;
c. presentare le parole in modo ridondante.
Inoltre l’insegnante dovrebbe presentare l’input linguistico mediante la pluralità di codici in
modo da favorire i diversi tipi di intelligenza. Infatti con un’azione di diversi processi di
codifica vi sono più possibilità nel pervenire a una rappresentazione stabile del lessico.
Da ciò è evidente che non è sufficiente analizzare i tratti sensoriali e fisici della parola,
ma occorre passare a una elaborazione più profonda a livello semantico.
In conclusione, l’insegnante dovrebbe conoscere i meccanismi di funzionamento del
cervello nell’atto di acquisire la lingua perché ciò consentirebbe di mettere a fuoco le
STRATEGIE E TECNICHE PER LO SVILUPPO DEL LESSICO NELL’INSEGNA-
strategie migliori perché lo studente possa giungere ad avere una solida competenza
comunicativa e lessicale, ovvero un repertorio linguistico e mentale nel quale tutte le
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~ 102 ~
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b. il lessico utile per gli studenti: il docente presenta in classe soltanto quei termini
che si relazionano con l’esperienza degli studenti, con le loro esigenze di studio
e di tipo comunicativo;
c. il lessico legato a una precisa scelta emotivo-affettiva: una programmazione
didattica centrata sul discente è quella che porta in classe un repertorio lessicale
utile e rilevante per gli obiettivi che dovranno conseguire gli allievi;
d. il lessico comprensibile ovvero adeguato al livello linguistico degli allievi;
e. la frequenza d’uso: questo criterio si riferisce al grado di occorrenza con cui una
parola è presente nell’input linguistico e quindi diventa fondamentale per lo
studente conoscerla;
f. la pronunciabilità: la frequenza d’uso si raccorda con la pronunciabilità. Infatti
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pregresse degli studenti, a costruire quel lessico funzionale al testo che gli studenti poi
affronteranno in fase di globalità; inoltre è una modalità che serve a rompere il ghiaccio,
coinvolgendo specialmente chi è più diffidente all’oralità. Sotto il profilo psicodidattico,
la tecnica esaminata è rispondente al modo di organizzare l’informazione da parte del
cervello, dando luogo a una sorta di sinapsi collegate attorno alla parola chiave e su cui
si sviluppa il lessico di un preciso campo semantico. In tal senso, lo spidergram
promuove il raggruppamento delle conoscenze per categorie che sono facilmente
visualizzate attorno alla forma del ragno.
Un’altra strategia che permette di lavorare sulla qualità del lessico riguarda le tecniche
di riconoscimento della collocazione. Con questa forma è possibile far lavorare gli
studenti sull’accoppiamento dei verbi con le parole, oppure questa tecnica si rivela utile
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Graziano: Giuseppe, non ti ricordi che dovevamo incontrare Paolo e Fabio a pranzo?
Giuseppe: Me ne ero dimenticato, in questi giorni sono molto distratto e ho:
MENTO DELL’ITALIANO COME LINGUA SECONDA E STRANIERA
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3. Conclusioni
Come sottolinea Cardona (2010: 59) ogni nostra azione presuppone il coinvolgimento dei
processi della memoria. Come docenti di lingua italiana per stranieri si dovrebbe essere
interessati ad attivare la memoria semantica nella quale è depositato a lungo termine il
nostro sapere. Perché ciò sia possibile è opportuno che l’insegnante conosca i meccanismi
che legano il linguaggio ai processi di memoria e sappia riconoscere l’utilità di certe scelte e
azioni didattiche per situare il lessico dentro una cornice comunicativa, essendo una
strumento per comunicare e non per scandagliare la grammatica. In questa direzione, si è
ritenuto utile poter descrivere la natura della memorizzazione, esaminando quei fattori
(ambientali, psicolinguistici) che possono influenzare la qualità dei meccanismi di
memorizzazione. Nella seconda sezione si sono esaminate alcune possibili strategie per
BIBLIOGRAFIA
Balboni, P. E. (2014). Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera. Torino:
Loescher.
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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STRATEGIE E TECNICHE PER LO SVILUPPO DEL LESSICO NELL’INSEGNA-
~ 108 ~
LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI
Graziano Serragiotto
Università Ca’ Foscari - Venezia
ABSTRACT
a valutazione è uno dei momenti fondamentali ed irrinunciabili dell’azione didattica che
L presenta da sempre una serie di difficoltà oggettive che partono dalla difficoltà a costruire,
interpretare e utilizzare prove di verifica davvero utili e significative, all’impossibilità di non
tenere in giusta considerazione nel processo valutativo fattori che riguardano la sfera e l’universo
personale dello studente e del docente stesso.
Ogni insegnante competente, ogni insegnante di qualità dovrebbe possedere la competenza
valutativa: dovrebbe cioè essere in grado di monitorare il suo percorso didattico per migliorarlo, ges-
tirlo, cambiarlo, assecondarlo alle esigenze di chi sta appendendo e cioè alle esigenze degli studenti.
PAROLE CHIAVE
Valutazione, monitorare, verifica, autovalutazione, competenza valutativa.
ABSTRACT
Evaluation is one of the most important and difficult steps to focus on. Difficulties can be found
in building, interpreting and using forms of testing which should be useful and meaningful for
specific purposes. This becomes challenging when one has to consider personal factors referring
to the students and also to the teachers.
Each teacher should be able to develop an evaluation competence in order to analyse the
teaching path, improve it and change it according to the students’ needs.
KEY WORDS
Evaluation, monitor, testing, self-evaluation and evaluation competence.
~ 109~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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nostra attività.
Secondo Porcelli (1992:55) Valutare significa ancora dare "valore a qualcosa". Il
"qualcosa" in questione non deve e non può riguardare la sola sfera della conoscenza.
Nella valutazione concorrono molte varianti che intervengono sui criteri di giudizio nel
momento del confronto tra le attese e le prestazioni; la valutazione è un’operazione
necessariamente soggettiva. Essa cioè fa tesoro di dati oggettivi e li soggettivizza
nell’atto del giudizio valutativo. D’altra parte, che non sia possibile trasformare il voto-
misura tout court in voto-valutazione rispettando il criterio dell’obiettività, è dimostrato
dal fatto che valutatori diversi trasformano la stessa misura in valutazioni con scarti
incredibilmente grandi tra loro.
La valutazione è dunque anche un’interpretazione. La valutazione diventa il momento
dell’interpretazione dei dati della verifica, dati resi leggibili e comparabili in quanto
riportati ad una scala di valori numerici attraverso la misurazione.
La verifica si pone come momento della ‘raccolta dei dati’ relativi al raggiungimento o
meno di un preciso obiettivo didattico, dati che poi vengono distribuiti lungo una scala
di valori il più possibile oggettiva e comparabile.
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II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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Tessaro (2004) suggerisce che il senso da dare alla valutazione nella scuola sta
nell’individuazione e nella ricerca di ciò che ha valore per la formazione della persona:
negli apprendimenti, negli insegnamenti, nell’istituzione.
Riassumendo possiamo affermare che:
a. valutare significa attribuire o dichiarare il valore di qualcosa e valorizzare
qualcosa in funzione di uno scopo;
b. la valutazione è attività del pensiero e il pensiero è valutativo solo se è
produttivo, comparativo e critico. Produttivo nel senso che riesce ad essere
funzionale alla crescita, al cambiamento e, allo sviluppo dei soggetti interessati
(funzionale alla regolazione, al cambiamento, alla crescita, allo sviluppo);
comparativo perché, come abbiamo accennato, nella valutazione concorrono
sempre due o più entità; critico perché sa mettere in discussione idee ed ipotesi.
~ 111 ~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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3. Le attività valutative
LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI
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comprensione di tali situazioni, che potranno essere misurati o solo descritti. Questa
è l’attività di rilevazione degli obiettivi.
- Il controllo è l’attività con cui vengono controllate l’attendibilità, la validità e le
procedure, ovvero tutti gli step, le fasi del processo che vengono messi in atto
durante la realizzazione di un progetto;
- La verifica è il momento di raccolta dei dati; consiste nel mettere a confronto i
risultati ottenuti e gli obiettivi prefissati in fase di progettazione;
- La valutazione è il momento di analisi interpretativa dei dati ottenuti nelle
verifiche; in questo modo si otterranno informazioni sulle varie tipologie di
apprendimento/insegnamento dei soggetti coinvolti nel progetto didattico. La
valutazione è, dunque, una fase di sintesi tra dati ottenuti con le verifiche e le
interpretazioni;
- La metavalutazione costituisce la fase di riflessione durante la quale tutti gli attori
con spirito critico riguardano le strategie, gli strumenti e le tecniche utilizzate nel
corso del progetto;
- Il monitoraggio, infine, riprende il concetto di osservazione, ma con questa attività si
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non lo studio ma il risultato dello studio; non il processo ma un singolo punto dello stesso.
Per valutare l’apprendimento bisognerà valutare in modo integrato i risultati con i processi.
Una specifica classificazione delle prove di verifica degli apprendimenti viene proposta da
B. Vertecchi (1984) e a seguito ne proponiamo uno schema di classificazione che
riprendiamo da Tessaro (2004):
a. STIMOLO APERTO - RISPOSTA APERTA.
Esempi: interrogazioni su argomenti di una certa ampiezza; temi; relazioni su
esperienze; tenuta di verbali; redazione di articoli e lettere.
Lo stimolo consiste nel fornire l’indicazione di una certa area di problemi entro
cui orientarsi. Una risposta richiede che si utilizzi la capacità di argomentare, di
raccogliere le conoscenze possedute anche in aree disciplinari vicine.
b. STIMOLO CHIUSO - RISPOSTA APERTA
Esempi: composizione e saggi brevi; attività di ricerca; esperienze di laboratorio;
rapporti su moduli strutturati predisposti. Lo stimolo si presenta accuratamente
preparato in funzione del tipo di prestazione che intende sollecitare. La risposta
può essere fornita in modo adeguato solo se l’allievo, facendo ricorso alle sue
LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI
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A seconda delle diverse modalità di strutturazione dei quesiti e delle risposte, cambia la
tipologia dei quesiti proposti. Il numero degli item di cui si struttura la prova deve essere
messo in rapporto alla situazione in cui si opera e la scelta dell’una piuttosto che dell’altra
tipologia è legata alle variabili che entrano in gioco nel contesto in cui si attua la verifica.
Durante la somministrazione della prova si deve porre molta attenzione nell’evitare indebite
comunicazioni fra gli allievi, così come non dovrà esser fornito alcun input da parte
dell’insegnante.
Le prove strutturate vengono chiamate anche prove oggettive perché (Balboni, 2014):
a. la chiusura dello stimolo e della risposta consente di stabilire a priori (al
momento stesso della costruzione della prova) il punteggio da attribuire a
ciascun quesito a seconda che la risposta fornita sia giusta oppure errata;
b. la correzione della prova, e di conseguenza il punteggio da attribuire, è
indipendente dal correttore, garantendo l’oggettività della correzione della
prova. Una prova sarà completamente oggettiva se accanto alla concordanza tra
correttori diversi e all’omogeneità nella somministrazione la si definisce in
modo sperimentalmente standardizzato;
LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI
c. i soggetti ai quali la prova viene somministrata sono posti tutti nelle stesse
condizioni, dato che si richiede loro di svolgere il medesimo compito, nello
stesso tempo, nelle stesse condizioni ambientali: oggettività nella
somministrazione della prova.
Possiamo anche evidenziare aspetti negativi o inconvenienti: la limitazione della libertà
degli studenti; il tempo che necessariamente si impiega nella costruzione delle prove; il
fatto che sono misurati (e si possono misurare) soltanto alcuni aspetti dell’apprendi-
mento intellettuale; la mancata possibilità di risalire al processo mentale messo in atto.
Inoltre, non consentono di verificare capacità espressive né abilità di organizzazione
delle risposte; non consentono di valutare il processo di apprendimento nella sua
struttura e nella sua globalità e infine l’elaborazione delle prove, specie nel caso dei
quesiti a scelta multipla, richiede molto tempo.
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Per valutazione formativa o “costruttiva” si intende quella che dall’analisi dei dati ricava
informazioni continue sul processo di apprendimento e che si inserisce nell’attività
didattica, orientandola, ponendovi dove risulti necessario, parziali adattamenti. In quanto
formativa, essa interessa l’apprendimento nel suo verificarsi, fornendo all’insegnante e
agli studenti una fitta rete di informazioni tale da determinare gli interventi didattici
successivi e da permettere aggiustamenti e modifiche alla programmazione. Infatti non è
un momento isolato del processo educativo, ma una fase strettamente legata alle finalità,
agli obiettivi, ai contenuti, ai metodi e ai presupposti teorici, nonché ai materiali e ai
mezzi usati. Ha funzione diagnostica, didattica, di feedback.
Essa interviene nei processi in atto ed è una forma di comunicazione per mezzo della
quale si mette il discente nella condizione di riconoscere l’errore o di modificarlo. In
quest’ottica l’errore viene visto come risorsa che consente al docente di individuare il
tempo ed il luogo per il suo intervento correttivo. In base a questi presupposti la
valutazione formativa si rifà ad una pedagogia della riuscita piuttosto che alla selezione,
a cui presiede, invece, la valutazione sommativa.
La valutazione deve saper essere funzionale, nel senso che deve mettersi al servizio
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5. L’autovalutazione
L’autovalutazione da parte degli studenti in un processo formativo è da auspicare, sia
per rendere partecipi gli stessi studenti nel loro processo formativo, sia per abituarli ad
autovalutarsi.
Può essere fatta in varie situazioni, con varie tecniche glottodidattiche, attraverso
esercizi come il dettato autocorretto, la procedura cloze, gli incastri, gli accoppiamenti,
ecc. in modo che gli stessi studenti si rendano conto dei propri standard e non si sentano
mortificati in caso di insuccesso.
Inoltre ci può essere un’autovalutazione del proprio percorso: riuscire ad identificare il
livello raggiunto oppure verificare i propri interessi, la motivazione, i punti forza e
quelli deboli del proprio apprendimento. In molti casi serve anche per capire se si possa
accedere o meno al successivo livello in base ai risultati raggiunti, senza che sia
l’insegnante ad evidenziarlo e quindi può stimolare situazioni di autoapprendimento.
L’autovalutazione è una delle forme valutative riconosciute adatte, soprattutto nella
formazione agli adulti, perché rendere partecipi gli studenti nel valutare il loro percorso
formativo è fondamentale. Soprattutto gli adulti prediligono un rapporto diretto e
6. Il portfolio
La valutazione dei percorsi formativi è molto importante e molto spesso le modalità
usate per attuarla non soddisfano, perché non tengono sempre conto delle caratteristiche
e delle diversità degli studenti. Questa lacuna potrebbe essere risolta con il portfolio
dello studente, un documento in cui le varie competenze sono segnalate durante tutto il
percorso di apprendimento.
Non esiste un modello standard di portfolio, si può decidere in autonomia quale modello
sperimentare se si vuole crearne uno che risponda in modo più preciso alle esigenze
specifiche del proprio contesto operativo.
~ 119 ~
II Giornate di Formazione per Insegnanti di Italiano L2/LS a Cipro
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Il portfolio potrebbe servire per una visione globale di quanto appreso dagli allievi in
termini di contenuto, ma anche dell’intero processo formativo attivato; inoltre
potremmo valutare il percorso fatto da ciascuno studente in modo più ampio e corretto.
In questo modo l’alunno sarà al centro dell’azione didattica e sarà partecipe della
definizione degli obiettivi, dei contenuti e della scelta dei materiali da inserire nel portfolio,
si sentirà più motivato ad apprendere e più responsabile del proprio iter educativo.
Il Portfolio è anche uno strumento di autovalutazione poiché promuove la riflessione
dello studente sul proprio processo di apprendimento, sugli esiti già conseguiti e sugli
obiettivi futuri, è una forma di valutazione che rientra nel tipo di valutazione “autentica”
o “alternativa” (De Luchi, 2003).
Tale tipo di valutazione alternativa offre, attraverso il portfolio, una registrazione
continua dello sviluppo cognitivo e formativo dello studente.
Esistono varie tipologie di portfolio, ma in questa sede ci soffermeremo solo sulle
principali:
a. Portfolio illustrativo che serve a mostrare i lavori migliori degli studenti che
sono stati scelti ad hoc per dimostrare i loro progressi;
LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI LINGUISTICI
b. Portfolio di raccolta che raccoglie tutti i materiali prodotti dagli studenti, può
mettere in evidenza sia il processo, sia il prodotto;
c. Portfolio di verifica che contiene documenti sulla riflessione sul raggiungimento
degli obiettivi, griglie di autovalutazione e valutazioni dell’insegnante.
Le principali operazioni da parte di uno studente per la stesura di un portfolio sono:
a. progettare;
b. raccogliere materiali;
c. selezionare;
d. riflettere;
Tutte attività che permettono di avere informazioni complete sulle modalità
dell’apprendimento e sugli effetti dello stesso apprendimento.
Poiché ci sono varie tipologie di portfolio sarà importante (De Luchi, 2003):
a. definire l’obiettivo o gli obiettivi, per esempio valutare la produzione orale in un
determinato contesto;
b. stabilire l’utilizzo del portfolio, ad esempio, individuazione dei punti deboli e forti;
c. scegliere la tipologia appropriata: illustrativo, di raccolta, di verifica;
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AMARA TERRA MIA:
LA STORIA DELL`EMIGRAZIONE ITALIANA NELLE CANZONI
Evgeniya Litvin
Moscow State University of Psychology and Education
ABSTRACT
’elenco delle canzoni presentate nel seguente articolo è stato compilato in modo da
ABSTRACT
A small collection of songs presented and analysed in this paper demonstrates cronologically
several periods of the Italian emigration, from the moment of the Unification of the country
until the last decades, with the ‘brain drain’ phenomenon. They can be used as class material
during lessons of Italian as a foreign language. The corpus shows the importance of the
emigration process in the cultural, social and political history of Italy. The teacher can also use
the texts separately, to draw students’ attention at several phenomena of the Italian history and
culture (the participation of Italy in the Napoleon wars, ‘Little Italy’ quarters, the post-WWII
labour migration, linguistic minorities etc.). In the same time, some text can provide material to
talk about particular regions of Italy, such as Maremma, Campagna, Veneto, Piemont, Salento,
their cultural specifics and the regional history and geography.
KEY WORDS
Italian emigration, glottodidactics, regional Italian, culturology, intercultural communication.
~ 122~
Questo articolo propone una raccolta di canzoni che può essere utilizzata come
materiale didattico per discutere la storia e la cultura italiane durante le lezioni di lingua.
Le canzoni già da tempo vengono impiegate dagli insegnanti di lingue straniere come
un comodo strumento che permette di spiegare determinate strutture morfologiche e
sintattiche del testo, mostrare delle regole grammaticali nella pratica, oppure introdurre
temi lessicali, far conoscere agli studenti alcuni aspetti storico-culturali, ecc. La
sinteticità e la struttura del testo poetico facilitano l’apprendimento della canzone, il cui
motivo musicale crea una conessione emotiva che si rivela anch’essa uno strumento
didattico dal notevole potenziale.
Non è sorprendente, quindi, che i materiali didattici di italiano per stranieri includano
numerose pubblicazioni che si concentrano sulle canzoni (per citarne solo alcune: Naddeo
& Trama (2000); Di Dio & Bellagamba (2012); Costamagna, Marasco & Santeusanio
(2010)). In questa sede proponiamo una piccola rassegna di testi su un unico tema,
accentuandone soprattutto l’utilizzo come fonte di informazioni storico-culturali.
Spesso il programma unversitario non prevede corsi specifici di storia, arte o letteratura
italiana. In questo caso, per l’insegnante che volesse fornire agli studenti informazioni
periodi storici e delle cause che hanno spinto gli italiani ad emigrare. Perciò possono
essere utilizzate anche separatamente l’una dall’altra, per discutere un particolare
contesto storico-geografico.
Infine, il tema dell`emigrazione italiana (ma anche dell’immigrazione in Italia) è stato
scelto perché è un fenomeno relativo a tutta la storia d’Italia dopo l’Unità e molto
~ 123 ~
importante di per sé. L’emigrazione dall’Italia negli ultimi 150 anni ha una portata
veramente impressionante: tra il 1876 e il 1988 sono partiti circa 27 milioni di abitanti
(in seguito ne sono tornati circa 12-14 milioni). Il numero degli abitanti del paese nel
1871 era pari a circa 27 milioni, e nel 1991 era di poco inferiore ai 57 milioni. Il numero
degli immigrati ha superato quello degli emigrati per la prima volta dopo l’Unità d’Italia
solo alla fine degli anni ’80 del Novecento (Gollini & Amato, 2001: 45).
Le discussioni sulla migrazione (sopratutto immigrazione), di grande attualità nell’Italia
contemporanea, presentano un altro fenomeno della vita quotidiana del paese su cui,
secondo la mia esperienza, gli appassionati di lingua e cultura italiana all’estero
riflettono relativamente poco. Ad esempio, in Russia l’interesse nei confronti dell’Italia
è sempre stato altissimo. Ci sono facoltà in diverse università dove si studia la storia
dell’arte e della letteratura italiana. Inoltre, ci sono molte persone che, pur non essendo
specialisti del settore, conoscono abbastanza bene l’arte rinascimentale, la letteratura
classica italiana, la storia del cinema, ecc. C’è sempre stato anche un grandissimo
interesse turistico verso l’Italia, che però spesso si limita alle grandi città d’arte.
Essendo non solo insegnante di italiano, ma anche antropologa, e rientrando nei miei
LA STORIA DELL`EMIGRAZIONE ITALIANA NELLE CANZONI
1
PhD in Slavistica, insegnante di lingua italiana presso l`università ‘Higher School of Economics’ di Mosca,
traduttrice all’Ambasciata d’Italia di Mosca.
2
PhD in Slavistica, traduttore all’Ambasciata d’Italia ed insegnante all’Istituto Italiano di Cultura a Mosca.
3
https://www.facebook.com/seratepoetiche/?fref=ts
~ 124 ~
degli eventi in questione è non solo far conoscere al pubblico russo diversi aspetti della
cultura italiana, ma anche creare un corpus di materiali didattici su temi meno studiati, che
possano essere utili per gli insegnanti di italiano oppure diventare letture per gli autodidatti.
I materiali vengono pubblicati sul sito Italiano ConTesti4, anch’esso frutto di un lavoro
collettivo volontario e autofinanziato sotto la guida di Alina Zvonareva5. Di seguito
riportiamo l’elenco delle canzoni presentate all’evento, con brevi commenti in merito al
loro eventuale utilizzo didattico.
Le canzoni sono ordinate cronologicamente e allo stesso tempo secondo un criterio
geografico, dal Nord al Sud Italia. E non è un caso, perché i primi gruppi di viaggiatori
verso i due continenti americani alla fine dell’Ottocento partivano dai porti veneti e
liguri. Le ondate dei migranti provenienti da Campania e Sicilia diventano molto più
consistenti all’inizio del Novecento (Marucco, 2001: 79). Tuttavia, i primi e più antichi
esempi di canzoni sull’emigrazione, risalenti alla prima metà dell’Ottocento,
provengono dalla Toscana. Queste canzoni mettono in evidenza un ampio spettro dei
motivi che hanno spinto i loro protagonisti all’emigrazione.
La canzone Partire partirò6 di Anton Francesco Menchi (anche chiamata Il Canto dei
4
http://italianocontesti.ru/chi-siamo/
5
PhD in Filologia Romanza, http://italianocontesti.ru/alina-zvonareva-it/
6
https://www.youtube.com/watch?v=-pCGowdCG8w
7
https://www.youtube.com/watch?v=8RA3ePzwiiM
8
https://www.youtube.com/watch?v=OHDMauIARhY
~ 125 ~
Maremma, che descrive la vita dei lavoratori stagionali un secolo dopo e in una
situazione politico-sociale abbastanza diversa: la Leggera9.
A questo punto ci spostiamo dalla Toscana verso il Nord Italia, per mostrare alcuni
esempi della rifessione poetica popolare sulla Grande Emigrazione, ovvero
l’emigrazione verso l’America, che è durata dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino alla
Seconda guerra mondiale. Come esempio di testo sull’emigrazione politica e sull’esilio
può essere scelta Addio Lugano bella10, anche se si trovano tanti altri esempi
appartenenti alle varie epoche. Questa canzone degli anarchici dell’Ottocento può essere
utilizzata per parlare del movimento anarchico italiano e dei suoi rapporti internazionali
con i politici dell’Europa Occidentale (in primo luogo quelli francesi e svizzeri) e della
Russia. L’autore del testo è Pietro Gori, e questa canzone è dedicata al momento in cui
venne accusato da una parte della stampa di essere l’ispiratore dell’omicidio del
Presidente della Repubblica Francese Sadi Carnot in quanto amico e avvocato difensore
dell’omicida, Sante Caserio -protagonista di un’altra canzone famosa dello stesso
autore, la Ballata di Sante Caserio11- (Pivato, 2005: 67-69). Inoltre, questa canzone
evidenzia un fenomeno frequente per le canzoni popolari: il loro ‘riutilizzo’ e
LA STORIA DELL`EMIGRAZIONE ITALIANA NELLE CANZONI
l’adattamento del testo agli eventi attuali: la musica ed il testo di questa canzone sono
stati mutuati dall’aria di una canzone popolare, Addio a San Remo bella12. In seguito
vedremo anche altri esempi simili.
Ci sono numerose canzoni popolari sulla Grande Emigrazione che possono essere usate
separatemente oppure come ciclo tematico. Alcune esistono in diverse versioni: più
dialettali, che mostrano certi elementi dei dialetti veneti e piemontesi, oppure più
letterarie. Da queste canzoni possiamo imparare:
- che il popolo analfabeta immaginava che il continente americano (sia Settentrionale
che Meridionale) fosse chiamato ‘La Merica’ (vedi la Benedizione a Cristoforo
Colombo, diffusa in molte versioni e più nota come Merica Merica (Pivato, 2007:
cap. VII), che descrive il viaggio verso il continente sudamericano13);
- che il viaggio era molto lungo (30-40 giorni sulla nave), le condizioni sanitarie
pessime e molti viaggiatori morivano prima di arrivare alla meta. Spesso le navi non
AMARA TERRA MIA:
la raggiungevano neppure (si pensi alla canzone Il tragico naufragio della nave
9
https://www.youtube.com/watch?v=ltetXkZK5x4
10
https://www.youtube.com/watch?v=k84G4ODpBsE
11
https://www.youtube.com/watch?v=HPQS-0c0g3M
12
https://www.youtube.com/watch?v=S4ou1pNZPMs
13
https://www.youtube.com/watch?v=HPAEJHW3phs
~ 126 ~
Sirio14, dedicata al naufragio del cosidetto “Titanic dei poveri” nel 1907 vicino alla
costa spagnola (Pivato, cap. VII);
- che – come avevamo già accennato prima – le canzoni popolari ‘si adattano’ ai temi
attuali del contesto storico che le circonda. Un esempio del genere può essere
utilizzato in classe per creare un compito di analisi filologica. Così, la versione
precedente della canzone Mamma mia dammi cento lire15 si chiamava La bella del
Re di Francia e raccontava una storia d`amore in cui una giovane ragazza lasciava la
madre contro la volontà di quest’ultima per raggiungere il proprio innamorato
lontano (Pivato, cap. VII). Dopo la maledizione della madre la protagonista muore:
cade da cavallo attraversando il fiume. La struttura della canzone originale, i
personaggi principali (la madre, la figlia, i suoi fratelli), alcune strofe intatte e infine
il motivo della morte causata dal mare / fiume rimangono anche nella versione della
canzone diffusa qualche decennio più tardi. Si modifica solamente il motivo del
viaggio: la protagonista parte per raggiungere non il suo amante ma una meta più
astratta: la vita felice nel nuovo mondo, la lontana America. La presenza della
protagonista femminile è, senza dubbio, influenzata dalla versione precedente della
14
https://www.youtube.com/watch?v=aDbuCqS_wm8
15
https://www.youtube.com/watch?v=fjimYWYeY0o
16
https://www.youtube.com/watch?v=jwOWVzDxLu0
~ 127 ~
quartieri etnici, le Little Italies, violavano le regole della segregazione razziale, perché gli
italiani insediavano le periferie urbane vicino ai ghetti afroamericani. L’immagine
stereotipata della malavita italiana può essere trovata in molti film e libri americani. Nella
prima metà del Novecento molti immigrati hanno trovato il proprio posto congeniale e sono
saliti nella scala sociale, ma un nuovo periodo di crisi ha avuto luogo durante il periodo del
fascismo e la Seconda Guerra mondiale con i pogrom anti-italiani e leggi sugli “enemy
aliens” (Stella & Franzina 2002: 310-311; Boncompagni 2002:114).
La Guerra ha portato con sé nuovi tipi di migrazione: da un lato c’erano i soldati
italiani, prigionieri o feriti e rimasti in altri paesi dopo la fine del conflitto (cfr. il film I
Girasoli di Vittorio De Sica, 1970); dall’altro i soldati, soprattutto americani, che erano
venuti a liberare l’Italia e avevano portato con sé a casa donne che si chiamavano
proprio ‘le spose di guerra’ (Cassamagnaghi, 2014). E poi, nell’Italia del secondo
dopoguerra, la cultura e il modo di vivere all’americana erano talmente alla moda che
portavano a una sorta di ‘emigrazione immaginaria’, quella sbeffeggiata da Renato
Carosone nella sua canzone Tu Vuò Fa' L'Americano17 (Gundle 1995: 242).
Il periodo del secondo dopoguerra ha portato con sé un tipo di emigrazione molto
LA STORIA DELL`EMIGRAZIONE ITALIANA NELLE CANZONI
diverso: non transcontinentale, ma dal Sud verso il Nord della stessa Italia e più lontano,
verso l’estero, nei paesi dell’Europa centrale: Germania, Svizzera, Austria, ecc.
Uno degli esempi di famiglia emigrata al nord può essere quello immortalato nel film
Rocco e suoi fratelli di Luchino Visconti del 1960, dove una madre con quattro figli si
trasferisce dal Sud a Milano. La colonna sonora del film contiene una canzone
sull’emigrazione, Bel paese mio18 (musica di Nino Rota, parole di Gian Domenico Giagni).
Un altro esempio di canzone sull’emigrazione che è diventata, forse, più famosa fuori
dall’Italia che in patria, è scritta in Griko, il dialetto greco della Puglia. Il titolo della
canzone originale è Klama (Lamento), ma è diffusa anche con il titolo di Andra mou
paei (Mio marito parte)19. Il suo autore, Franco Corlianò, ha cercato di riflettere
sull’abbandono del Salento dovuto ai flussi dei migranti in cerca di lavoro, ma la
canzone, scritta nel 1970 e subito dopo diffusa anche in Grecia, dove era appena finito
quel regime dei Colonnelli che aveva spinto molte persone alla fuga all’estero, cominciò
AMARA TERRA MIA:
17
https://www.youtube.com/watch?v=BqlJwMFtMCs
18
https://www.youtube.com/watch?v=t1S79HmYdpM
19
https://www.youtube.com/watch?v=y5FoAzUKD-E
~ 128 ~
dolore. La canzone è ricca di allusioni alle tragedie greche antiche e ai lamenti funebri
popolari presenti in Salento.
Spostandoci cronologicamente, arriviamo agli anni ‘80-‘90, quando in Italia hanno
cominciato ad arrivare le prime ondate di immigrati. E lo stesso Sud Italia all’improviso
si è trasformato da punto di partenza a punto di accoglienza dei nuovi arrivati. Non è
sorprendente che le barche, piene di persone in cerca di fortuna, hanno ricordato agli
italiani i tempi in cui loro stessi partivano per l’America sulle navi: nel film LAMERICA
del 1994, diretto da Gianni Amelio, su una nave partita dall’Albania per la Puglia c’è un
personaggio particolare, ovvero un vecchio signore italiano che immagina di stare
andando negli Stati Uniti20.
L’Italia contemporanea ci mostra un nuovo fenomeno dell’emigrazione: “la fuga dei
cervelli”. Sulla ‘fuga dei cervelli’ non è stato scritto ancora molto, però abbiamo trovato
una canzone del cantautore contemporaneo Luca Bassanese, La Ballata
dell'Emigrante21 che proponiamo come illustrazione di questo fenomeno e come ultimo
esempio del nostro elenco.
Il tema dell’emigrazione non rientra spesso nei “classici” temi storico-culturali che si
BIBLIOGRAFIA
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AMARA TERRA MIA:
20
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21
https://www.youtube.com/watch?v=JhL8cBElJqE
~ 129 ~
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LA STORIA DELL`EMIGRAZIONE ITALIANA NELLE CANZONI
~ 130 ~
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO
L2/LS AI BAMBINI. SUGGERIMENTI E RIFLESSIONI
Fabio Ruggiero
Ita Okulları – Istanbul
ABSTRACT
’introduzione delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) nella
L classe di italiano come lingua straniera o come lingua seconda porta con sé indubbi
vantaggi.
Iniziare questo percorso nella scuola primaria, o in generale con bambini, significa fin da subito
intrecciare l’apprendimento della lingua straniera con l’iniziale sviluppo della competenza
digitale. Come fare per iniziare ad utilizzare le tecnologie in modo efficace nella nostra classe?
Quali accorgimenti possono essere utili per evitare alcune criticità? Possiamo contare sulle
competenze dei ‘nativi digitali’? Si può lavorare sul PC o è preferibile usare il tablet? Il
seguente lavoro si rivolge a tutti quei docenti che vorrebbero usare le TIC nella scuola primaria,
cercando di dare un punto di vista a queste domande e passando poi in rassegna alcuni software
online con esempi pratici di attività svolte in classe presso l’Ita Okulları di Istanbul nel corso
dell’anno scolastico 2015-2016.
PAROLE CHIAVE
Italiano L2/LS, TIC, competenza digitale, nativi digitali, bambini, software.
ABSTRACT
The introduction of Information and Communication Technologies (ICTs) during the Italian
class as a foreign language or second language brings with it clear advantages.
Starting this path in the primary school means to match immediately foreign language learning
process with the initial digital competence development. How to start to use in an efficient way
these technologies in our classes? What can be useful to avoid some critical issues? Can we
count on the competencies of ‘digital natives’? Can we work on PCs or is better to use tablets?
This work applies to all the teachers who want to use the ICTs in the primary schools trying to
give a point of view to these questions running through some software on line together with
practical examples for the classroom, carried out during the school year 2015-2016 in Istanbul
at the Ita Okulları.
KEY WORDS
Italian as foreigner language, ICT, digital competence, digital natives, children, software.
~ 131~
Introduzione
Tanti docenti vedono e sperimentano le grandi opportunità che le TIC offrono
nell’insegnamento delle lingue, come ad esempio la possibilità di ampliare le modalità
di esposizione alla lingua, di introdurre aspetti culturali e di moltiplicare le occasioni di
pratica. Basti pensare alla presenza dell’enorme quantità di testi autentici (audio-video,
scritti, immagini, ecc.) reperibili in rete, utilizzabili sia dagli studenti che dagli
insegnanti, alla possibilità di allargare l’interazione comunicativa in lingua straniera tra
gli studenti o di lavorare in gruppo anche fuori dagli orari della lezione in presenza.
Riuscire però a concretizzare queste opportunità in una didattica efficace è un percorso
lungo e faticoso, non privo di insidie. Come dice Souto “Surge la necesidad de educar a
las nuevas generaciones en cómo emplearlas correctamente, o sea, desarrollar la
competencia digital. Para lograrlo, los profesores se convierten a su vez en aprendientes
de una “asignatura” que para muchos es todavía motivo de recelo”1 (Souto, 2014: 74).
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS AI
Da questo punto di vista le competenze digitali degli insegnanti nell’uso delle TIC sono
elemento fondamentale per un impiego puntuale e creativo in ambito didattico.
Sebbene le suddette considerazioni generali circa i vantaggi delle tecnologie digitali
siano valide, ogni tentativo deve fare i conti con il contesto concreto di insegnamento e
con la tipologia di apprendenti a cui esso si riferisce. Il laboratorio che presento è basato
sulla mia esperienza con bambini dagli 8 ai 10 anni di una scuola elementare privata di
Istanbul, l’Ita Okullari, frequentata da bambini di madrelingua sia turca che italiana. Ho
cercato di sistematizzare le riflessioni e i risultati di quell’esperienza in un laboratorio
pratico2 che spera di essere un contributo per tutti quei docenti di italiano L2 o LS, e di
BAMBINI. SUGGERIMENTI E RIFLESSIONI
lingua straniera in generale, che vogliano introdurre le TIC nella propria classe per
cogliere al meglio le possibilità che esse offrono nella pratica didattica, ma anche essere
consapevoli dei rischi e delle difficoltà nelle quali si incorre.
1. Precauzioni
Tecnologie: tra il diavolo e l’acqua santa.
Tra gli insegnanti spesso si incontrano due visioni sull’uso delle tecnologie digitali in
classe contrapposte ma speculari, entrambe da evitare: da una parte una visione
demonizzatrice secondo la quale la tecnologia non produce nessun effetto significativo
1
È necessario educare le nuove generazioni a come usarle [le TIC, N.d.C.] correttamente, ovvero
sviluppare la competenza digitale. Per ottenere ciò, i professori si trasformano a loro volta in coloro che
imparano una ‘materia’ che per molti è ancora vista con sospetto. [Traduzione del Curatore].
2
La presentazione la trovate qui: https://www.tes.com/lessons/P6KR8shbm5fwxQ/nativi-ma-non-troppo-
spunti-per-l-uso-delle-tic-nella-classe-di-italiano-ls-della-scuola-primaria
~ 132 ~
sull'apprendimento, anzi è spesso un ostacolo ad un ‘vero’ apprendimento; dall’altra una
visione miracolistica secondo cui il mero uso delle tecnologie produce,
automaticamente e di per sé, un miglioramento nell’insegnamento e nell’apprendi-
mento. Entrambe le prospettive non tengono conto che alla base di qualsiasi strumento
noi usiamo in classe, sia esso un gessetto o un tablet, dobbiamo capire se e come può
esserci utile per i nostri obiettivi didattici. Marini sintetizza così la questione: “Perché le
tecnologie producano effetti significativi e positivi sull’apprendimento, è necessario che
siano subordinate alla pedagogia e rientrino in un percorso formativo finalizzato alla
realizzazione di precisi obiettivi didattici” (Marini, 2016). Detto altrimenti, prosegue
Marini “l’innovazione tecnologica in classe è sempre mediata e resa possibile
dall’innovazione pedagogica, ma senza innovazione didattica le tecnologie riproducono
l'insegnamento tradizionale ma con minor efficacia”. Anzi:
“la ricerca Evidence Based (Hattie) ci mostra che gli apprendimenti disciplinari non
~ 133 ~
Per quanto riguarda l’insegnamento ai bambini, il computer come “sussidio didattico
integrato” è la prospettiva che ho adottato nel mio percorso di introduzione delle TIC in
classe: le TIC ci offrono l’opportunità di integrare la nostra didattica, avendone però
chiari gli obiettivi e gli scopi, ma non sostituiscono tutti gli altri validi strumenti non
digitali fondamentali per l’apprendimento (delle lingue straniere) e lo sviluppo
cognitivo dei bambini. Tra i rischi maggiori bisogna tenere in conto la pervasività dei
dispositivi mobili nella vita dei bambini, la quale a sua volta porta ad un aumento della
‘relazione mediata’ col mondo. Quando la relazione mediata col mondo in tenera età è
esperita per varie ore al giorno sembrano esserci degli effetti, a mio avviso negativi,
sullo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini (Riva, 2014: 67-90). Il rapporto diretto
col mondo di cui fanno esperienza a scuola grazie alla letto-scrittura, al disegno su carta,
alla sperimentazione e ai rapporti interpersonali dal vivo, non può assolutamente essere
sostituito da un’esperienza col tablet, ma anzi va maggiormente valorizzato in
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS AI
di superare i problemi uno alla volta. Ad esempio, in attesa di dedicare del tempo a
come scaricare un’immagine sul computer, come sceglierla in base alla rilevanza e alle
sue proprietà (grandezza e qualità), potete fornire voi stessi le risorse che non sono in
grado di procurarsi dalla rete, attraverso una cartella condivisa o altri strumenti. In
questo modo accompagniamo i bambini cercando di ridurre il più possibile la
frustrazione di non riuscire a portare a termine un compito.
Il fatto di osservarli destreggiarsi sui dispositivi touchscreen con molta dimestichezza,
non significa che sappiano usare tutti gli strumenti informatici o che sappiano fare
qualcosa che vada oltre i loro usi abituali.
~ 134 ~
Attenzione ai contenuti
Quando si lavora con i bambini e dispositivi connessi alla rete bisogna fare molta
attenzione ai contenuti con i quali gli studenti possono venire a contatto. Prima di tutto
assicuratevi che ci siano dei filtri alla rete che i bambini useranno, per eliminare alla
base qualsiasi problema di contenuto inappropriato. Bisogna tenere presente che, anche
semplicemente accedendo a Youtube dal vostro computer collegato sulla LIM della
classe o a un proiettore, possono essere visualizzati contenuti non adatti ai bambini.
~ 135 ~
teoria, almeno nella sua formulazione originaria. Lo stesso Prensky ha rivisto le sue
posizioni in anni più recenti introducendo il concetto di ‘saggezza digitale’ (Prensky, 2009).
Per Palfrey e Gasser (2010: 346) nel loro famosissimo libro Born digital, Undestanding the
first generation of digital natives essere nativi digitali non è una questione generazionale: i
‘nativi digitali’ sono coloro che condividono una cultura globale definita dalle esperienze e
dal modo in cui si relazionano alle TIC (technical skill) e all'informazione (media edigital
literacy) l'un l'altro e con le persone e le istituzioni. Sono quindi le competenze tecniche e la
competenza mediatica e digitale a definire il nativo digitale, e non la sua fascia anagrafica.
Più recentemente Boyd, in un importante studio sugli adolescenti statunitensi e il loro
rapporto con la rete, afferma senza mezzi termini che la retorica sui nativi digitali è dannosa
per la reale comprensione delle sfide educative che i media digitali pongono. Per la studiosa
dei social media il termine “nativo digitale” tende a nascondere la distribuzione ineguale
delle competenze tecnologiche e digitali all'interno dei giovani: per lei il ‘divario digitale’
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS AI
(digital divide) negli USA è prima di tutto un divario tra chi ha le competenze e le
conoscenze per un uso efficace e profondo dei media digitali e chi non le ha, non una
questione generazionale o di accesso (Boyd, 2014: 176). In sostanza giovani ed adulti, e tra
questi ultimi gli insegnanti, sono chiamati a fare uno sforzo di alfabetizzazione digitale per
affrontare le sfide che i nuovi media pongono. Va segnalato inoltre che negli anni gli studi
sulle competenze effettive degli adolescenti e dei giovani rispetto all’accesso e all’uso dei
media digitali dimostrano come al loro interno ci siano grosse differenze dovute a fattori
socioculturali ed economici, e sono in pochi a trovarsi a loro agio con un uso efficace dei
mondi virtuali, spazi collaborativi online, strumenti avanzati per la condivisione e la
BAMBINI. SUGGERIMENTI E RIFLESSIONI
creazione di contenuti (Calvani, Fini, Ranieri & Picci, 2012:797-798). Gli studi condotti su
adolescenti italiani (Calvani, Fini, Ranieri & Picci, 2012: 805) e studenti turchi (European
Commission, 2014) rispecchiano in generale questa situazione.
Insomma, potremmo dire che il nodo centrale è quella che in Europa è stata definita
competenza digitale. Nel documento della Commissione Europea Proposal for a
Recommendation of the European Parliament and of the Council on key competences
for lifelong learning si definisce la competenza digitale come il:
“saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società
dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata
da abilità di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre,
presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti
collaborative tramite Internet” (Proposal for a Recommendation of the European Parliament
and of the Council on key competences for lifelong learning, 2005: 16. Trad. italiana in
Calvani, Fini & Ranieri, 2009:300).
~ 136 ~
La competenza digitale ha alla base diverse discipline e si relaziona a diversi
concetti come sintetizzato nella figura 1:
~ 137 ~
è utilizzabile anche nella primissima infanzia, mentre per l’uso di un PC è necessario
saper leggere e scrivere.
Queste considerazioni sono state alla base della scelta del PC fisso dell’aula informatica
per le mie classi: da un lato si usa uno strumento con il quale difficilmente i bambini si
interfacciano nella vita quotidiana, al fine di ampliare le loro competenze digitali;
dall’altro il PC fisso implica luoghi e tempi precisi nella direzione di un impiego
oculato del mezzo digitale al fine di abituarli ad un uso efficace ma limitato nel tempo.
Così facendo ho escluso i primi due anni della primaria, quando la scrittura non è ancora
pienamente interiorizzata. Questo non vuol dire, a mio avviso, che non sia possibile
utilizzare i tablet ma che il computer mi sembra, per le ragioni sopra esposte, uno
strumento migliore.
La classe online
Una classe online è una piattaforma sul web dove i componenti della classe, alunni ed
insegnanti, possono interagire tra di loro permettendo di condividere i link delle attività
BAMBINI. SUGGERIMENTI E RIFLESSIONI
online, risorse video e audio o le istruzioni per le attività. Di solito sono dei social-
network pensati appositamente per l’educazione, motivo per cui danno molta
importanza alla sicurezza e alla privacy degli utenti, sono facili da usare e permettono
un monitoraggio diretto e costante da parte degli insegnanti e in alcuni casi anche una
supervisione dei genitori che ne hanno accesso.
La classe online, inoltre, aumenta le occasioni di comunicazione scritta in lingua
italiana: riservando quello spazio solo alla lingua italiana si stimolano gli alunni ad una
comunicazione autentica in lingua straniera e nello stesso tempo si offre loro la
possibilità di fare esperienza in modo sicuro degli ambienti digitali come i social-
network. Di seguito trovate i link a tre software per la classe online. Tra questi Edmodo
~ 138 ~
è l’unico gratuito ed anche il più diffuso, ma è possibile sperimentare anche gli altri
software contattando l’impresa fornitrice.
Social Classroom3 Edmodo4 Fidenia5
Lezioni online
Può capitare che oltre alla classe online serva uno spazio in rete dove poter mettere
risorse multimediali e far collaborare gli alunni su un aspetto specifico del modulo o
unità didattica che state svolgendo. Lo strumento che preferisco è Blendspace. Permette
la creazione di account gratuiti per gli studenti, di integrare diverse risorse multimediali
(come video, pagine web, immagini, file di testo) in delle slide, le quali a loro volta
hanno uno spazio dedicato ai commenti e alle domande degli studenti.
Blendspace6:
Bacheche virtuali
Le bacheche virtuali permettono di presentare contenuti o di far collaborare in rete gli
studenti utilizzando risorse audio-video. Ogni utente dal suo computer può creare una
bacheca, “incollare” una risorsa qualsiasi (video, pagina web, immagine...) e condividerla
con gli altri utenti. Allo stesso tempo si può lavorare in bacheche condivise dove più utenti
3
http://www.socialclassroom.it
4
https://www.edmodo.com
5
https://www.fidenia.com
6
www.tes.com
7
https://www.tes.com/lessons/C0TQxVSDJ21zhA/la-citta-di-istanbul
~ 139 ~
Padlet8:
Esempio 19:
Attività di riutilizzo del lessico e delle strutture incontrate nell’unità didattica sugli
ambienti naturali del manuale Raccontami 2. Il cartellone è frutto di un lavoro di gruppo
che ha previsto un passaggio di discussione dal vivo per l’organizzazione e la scrittura
delle didascalie, che poi sono state inserite sulla bacheca online insieme alle immagini.
Esempio 210:
Una bacheca che ho utilizzato per mostrare la differenza delle stagioni tra l’emisfero
australe e quello boreale.
Linoit11:
Esempio 112:
Attività svolta in plenaria guardando il video e rispondendo alle domande. La bacheca è
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS AI
stata proiettata sulla LIM. L’obbiettivo era ripassare le diverse desinenze della prima e
della terza persona singolare del presente indicativo.
Esempio 213:
Attività in plenaria di elicitazione delle conoscenze rispetto ad alcuni stati fisici che si
costruiscono con il verbo avere: “il gatto ha freddo”, “il cane ha la febbre”…
d’autore, alle riprese di classe a scopo didattico, dai cartoni animati ai video amatoriali girati
dagli studenti. Di seguito riporto i link di due software che con poco sforzo possono
diversificare l’utilizzo che si fa nella classe di lingua dei video brevi, in special modo quelli
forniti dai social network come Youtube, Vimeo, EduTube, ecc.
8
http://padlet.com
9
https://padlet.com/Fabio_Ruggiero/animali_asia
10
https://padlet.com/Fabio_Ruggiero/stagioni
11
http://en.linoit.com/
12
http://linoit.com/users/fabio_ruggiero/canvases/Che%20fa%20Tom%3F%20Che%20fa%20Jerry%3F
13
http://linoit.com/users/fabio_ruggiero/canvases/verbo%20avere
~ 140 ~
EdPuzzle14:
Con EdPuzzle è possibile caricare video originali o da piattaforme come Youtube e
Vimeo, commentarli con l’aggiunta di un testo, immagini e audio, oppure inserire delle
domande aperte o a scelta multipla. Gli alunni possono così lavorare autonomamente sul
materiale audiovisivo rispondendo alle domande o ascoltando le istruzioni delle note
vocali. Inoltre l’insegnante può controllare le risposte degli studenti ed assegnare loro
un voto. Gli stessi studenti possono caricare un video da Youtube o altre piattaforme e
“annotarlo”. Non c’è limite numerico alla creazione di account gratuiti per gli studenti.
Nel momento in cui si creano gli account per gli studenti si forma una classe online
nella quale poter condividere le attività che create con questo strumento (Esempio 115,
Esempio 216).
Thinglink17:
14
https://edpuzzle.com/
15
https://edpuzzle.com/media/56de8a8141527cf44a53a2bd
16
https://edpuzzle.com/media/56d54d0eeecb283541eb4bdd
17
https://www.thinglink.com/
18
https://www.thinglink.com/videocard/849269196268240898
19
https://www.thinglink.com/
~ 141 ~
Esempio20:
Questa immagine è stata creata per un’attività sulla città di Istanbul e i nomi italiani dei
suoi monumenti. L’attività consisteva nell’esplorare le informazioni dei tag e
completare un foglio di lavoro.
Piktochart21:
Piktochart è un programma per creare delle info-grafiche. Molto utile per elaborare dei
piccoli volantini per la classe o per presentare un’attività. Ogni risorsa è condivisibile
attraverso un link. Non è possibile creare degli account per gli studenti e personalmente
non l’ho trovato molto facile da utilizzare (Esempio22).
Storytelling
Storybird23:
INTRODURRE LE TIC NELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2/LS AI
Storybird permette di inventare delle storie partendo dalle immagini di alta qualità che il
sito mette a disposizione grazie a un nutrito gruppo di illustratori. Si possono registrare
degli account per gli studenti, ma non più di 100 nella versione gratuita, ed accedere a
tutte le storie che i nostri studenti creano. Si può dare un feedback alle loro storie
direttamente sulla loro bacheca e ogni studente può condividere la storia con gli altri
membri della classe attraverso un link.
Esempio24:
L’obiettivo dell’attività era il riutilizzo in maniera creativa della struttura vorrei +
sostantivo e vorrei + infinito del verbo. Era parte del lavoro finale dell’unità 5 del
manuale Ambarabà 3.
BAMBINI. SUGGERIMENTI E RIFLESSIONI
Manipolazione audio
Clyp25:
Clyp è uno strumento per registrare e condividere file audio attraverso un link. La
registrazione non è obbligatoria. È molto utile per condividere un file audio su
piattaforme digitali come le classi online o le bacheche virtuali. Ho usato spesso questa
applicazione per inserire degli audio all’interno delle bacheche per far svolgere ai miei
studenti attività di ascolto.
20
https://www.thinglink.com/scene/655499245805109248
21
https://piktochart.com
22
https://create.piktochart.com/output/8794646-le-regole-della-classe-2
23
https://storybird.com
24
http://storybird.com/books/vorrei-8/?token=bsg2nysn9f
25
https://clyp.it
~ 142 ~
Esempio26:
Di seguito la rielaborazione di un’attività di Ambarabà 3 sugli stati d’animo. Gli audio
presenti sulla bacheca di Padlet qui sotto sono stati postati grazie a Clyp.
Nuvole di parole
Wordart27:
Permette di creare nuvole di parole della forma e del colore preferito. Può servire per
tante attività28. Non prevede account per gli studenti, ma è possibile utilizzarlo anche
senza crearne uno. La versione base è gratuita.
Esempio29:
La nuvola linkata qui sopra è stata utilizzata per un’attività di rinforzo sui giorni della
settimana, i mesi e le stagioni. Esplorando la nuvola postata nella loro classe online
dovevano riempire un foglio di lavoro distinguendo tra giorni della settimana, mesi
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COMPITI A CASA: IDEE PER MIGLIORARE LA COMPRENSIONE E
LA PRODUZIONE CON L’USO DELLA TECNOLOGIA
Rowena Burlenghi
Language Center, University of Cyprus
ABSTRACT
I
n questo intervento mi propongo di fornire idee e spunti su come usare la tecnologia nello
svolgimento dei compiti a casa per migliorare le abilità di comprensione e produzione, sia
scritte che orali, dei nostri studenti, mettendo a disposizione la mia esperienza di
insegnante di italiano come LS maturata sia in contesto universitario che in contesto scolastico
durante gli ultimi dieci anni.
PAROLE CHIAVE
Web 2.0, abilità di comprensione e produzione, compiti a casa, tecnologia didattica.
ABSTRACT
In this article I would like to give practical ideas on how to use instructional technology when
assigning homework. My aim is to show how to improve comprehension and production
abilities, both oral and written, of our students, through exercises with the use of ICT tools,
offering my ten years’ experience as a teacher of Italian as foreign language both at university
and school level.
KEY WORDS
Web 2.0, comprehension and production abilities, homework, instructional technology.
~ 146~
SPIEGAZIONE/GIUSTIFICAZIONE
L’esperienza pratica presenta una serie di strumenti, che ho raccolto in un sito creato ad uso
delle mie classi e che viene utilizzato dagli studenti come contenitore di materiali
glottodidattici e socioculturali e come piattaforma di partenza per svolgere diverse attività
online, dedicate al miglioramento sia della produzione che della comprensione orale e
scritta. Specificamente mi propongo di confermare i proficui risultati ottenuti con i compiti
a casa nel processo di apprendimento degli studenti e di come un approccio ludico alla
materia possa essere in particolar modo di beneficio in tal senso. La glotto-tecnologia viene
in nostro soccorso proprio in questa direzione. Gli strumenti tecnologici e gli esercizi sono
stati pensati per gli studenti dei miei corsi di livello elementare, A1-A2 del QCER1, ma
possono essere adattati in modo facile per livelli più alti. Gli strumenti utilizzati sono tutte
applicazioni gratuite e di grande facilità d’uso e non richiedono né all’insegnante creatore
dei materiali, né allo studente fruitore, particolari conoscenze tecniche.
ABILITÀ
Comprensione scritta
Produzione scritta
Comprensione orale
Produzione orale
1
Dal Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue.
~ 147 ~
TEMPO DI REALIZZAZIONE
Essendo attività pensate come compiti a casa, il tempo di realizzazione varia a seconda
dello studente.
MATERIALI NECESSARI
Connessione internet
Un computer dotato di microfono ed eventualmente video per realizzare gli esercizi.
1. Introduzione
Voglio partire da un dato acquisito durante la mia esperienza di insegnante di italiano LS
maturata a Cipro in diversi ambiti e contesti e rivolta a discenti di diverse fasce di età2.
All’inizio della mia esperienza di insegnante, ho assegnato i famosi (famigerati?)
compiti a casa come una cosa naturale, li avevo fatti io, li avrebbero fatti anche i miei
COMPITI A CASA: IDEE PER MIGLIORARE LA COMPRENSIONE E LA
alunni. Da alunna non avevo mai riflettuto su cosa e come mi avessero aiutato
maggiormente ad apprendere le lingue straniere, da insegnante invece ho dovuto
ribaltare la prospettiva.
DOMANDA? Anche per voi è stato importante riflettere sulla vostra duplice
posizione: di alunni prima, e di insegnanti poi? Vi ha aiutato questa riflessione
dicotomica? In che modo?
Ben presto quindi mi sono accorta di come fosse indispensabile interrogarsi sulla validità ed
PRODUZIONE CON L’USO DELLA TECNOLOGIA
efficacia dei compiti a casa e su come fosse importante modificarli ed adattarli a seconda
del target a cui si rivolgono, e sono giunta alla conclusione che essi possono (vorrei dire
devono) trasformarsi in un potente momento di apprendimento e consolidamento.
Per fare brevemente il punto della situazione, posso citare Antonio Calvani (2013: 96) che,
riassumendo il grande lavoro di ricerca sull’efficacia dei compiti a casa fatto sino ad allora,
scrive: “In breve si sa che essi diventano significativi man mano che si sale nel livello
scolare mentre non risultano efficaci alla scuola elementare”. Continua poi riflettendo sulle
implicazioni di quanto detto e si domanda se a questo punto sarebbe opportuno eliminare
completamente i compiti a casa per gli alunni della scuola elementare e conclude asserendo
che “Si può interpretare questo dato come invito a cambiare il modo di fare i compiti a
casa” (Calvani, 2013: 97). Io parto proprio da qui, ho fatto mio questo invito e voglio
2
Ho insegnato italiano in contesto universitario a giovani adulti e in contesto scolastico ed extrascolastico
a ragazzi dai 12 ai 18 anni.
~ 148 ~
condividere con voi insegnanti idee e strumenti che, secondo la mia opinione ed esperienza,
possono rendere i compiti a casa più efficaci ed interessanti.
DOMANDA: Voi come cercate di rendere più efficaci e interessanti i compiti a casa?
2. Gli studenti
Volendo classificare gli alunni in 3 categorie, potrei azzardare queste:
1. Gli “entusiasti”
2. Gli “impercettibili”
3. I “non mi interessa e te lo faccio capire subito”.
Non sorprendentemente ho notato sin da subito come la prima categoria, gli alunni più
motivati ed entusiasti, fossero quelli che svolgevano meglio i loro compiti a casa e che
ne traevano quindi i maggiori benefici nel loro processo di apprendimento. Al contrario
gli esponenti della terza categoria, fortunatamente sempre una piccola minoranza
autoreferenziale, non ne potevano trarre alcun beneficio in quanto non svolgevano
~ 149 ~
Alla luce di tutto questo, è quindi indispensabile assegnare compiti a casa stimolanti,
che stuzzichino la creatività, la propensione alla bellezza e all’autonomia. E allora cosa
più della tecnologia può venire in nostro soccorso?
Dato che questo articolo descrive l’esperienza pratica che ho proposto alle Giornate di
Formazione, voglio condividere con voi esempi pratici e strumenti che ho realmente usato
in classe per rendere i compiti a casa dei miei studenti più motivanti, e quindi più efficaci.
Partiamo dalle abilità di produzione, sia scritta che orale. Le abilità di produzione sono
le prime con cui ho sperimentato le pressoché infinite possibilità di uso che ci offre la
tecnologia. Convinta che scrivere aiuti a pensare, e che quindi esercitare l’abilità di
produzione scritta possa incentivare anche la capacità di produzione orale, questi sono i
primi strumenti con cui ho iniziato il mio viaggio di insegnante 2.0.
3. Le abilità di produzione
3.a. La produzione scritta
COMPITI A CASA: IDEE PER MIGLIORARE LA COMPRENSIONE E LA
FORUM
Forum di classe3: Inizio dallo strumento più semplice che uso: il forum all’interno del
sito che ho creato per i miei gruppi di primo corso4 e secondo corso5 all’università
grazie al sito weebly, un generatore di siti web che trovo facile ed intuitivo. Il
meccanismo è semplice: anziché chiedere agli studenti di scrivere una composizione per
poi consegnarla/inviarla via mail o attraverso la piattaforma Blackboard in uso
PRODUZIONE CON L’USO DELLA TECNOLOGIA
all’Università di Cipro, invito gli alunni ad iscriversi al forum della loro classe (ogni
classe ha un forum diverso) e “postare” l’esercizio al di sotto di quello di un compagno.
Nel caso in esame l’obiettivo è presentarsi alla classe6. Questa è un’attività che
propongo al secondo livello, niente di particolarmente innovativo, ma rompe la
consuetudine dell’esercitazione scritta a casa e crea quell’elemento di novità che, come
detto prima, ha un effetto benefico sull’apprendimento.
DOMANDA: Voi usate i forum con le vostre classi? In che modo? Li considerate utili?
3
http://italiano076ucy.weebly.com/forum.html#/
4
http://italiano075ucy.weebly.com/
5
http://italiano076ucy.weebly.com/
6
Qui il link all’esercizio proposto: http://italiano076ucy.weebly.com/forum.html#/20140606/1-esercizio-
presentiamoci-e-parliamo-del-nost-3990990/page2/
~ 150 ~
LINOIT
Linoit7: Anche questo strumento, come il precedente, è un tool conosciuto già a molti e
che personalmente trovo intuitivo ed accattivante. Ho spesso usato questo strumento per
stimolare la produzione scritta a partire da un’immagine significativa per gli studenti.
Qui presento solo la foto della schermata dell’esercizio in quanto accessibile solo agli
autori. È un esempio d’uso per il lessico delle opere d’arte, tema che ho trattato
all’università con gli studenti del secondo livello.
DOMANDA: Avete mai usato lo strumento Linoit? In che modo? Quale è stato lo
VOICETHREAD
Voicethread8: Strumento conosciuto e usato da tanti insegnanti attraverso il quale si può
esercitare la produzione orale grazie a semplici registrazioni audio o più coinvolgenti
registrazioni video! Io uso questo tool sia con gli studenti del primo corso che con quelli
7
http://linoit.com/home
8
https://voicethread.com/
~ 151 ~
del secondo, differenziando ovviamente il compito e le modalità di esecuzione per dare
un senso di continuità ma anche di avanzamento nell’apprendimento dell’italiano.
Per il primo corso l’esercizio9 ha come tema la descrizione della propria abitazione e gli
studenti potranno usare gli elementi linguistici (strutture e vocabolario) appresi in classe
e rinforzare così il loro aprendimento. Per rispetto della privacy non riporto il link alla
pagina con l’esercizio descritto, limitandomi a presentare solo un’immagine della
schermata così come la vedono gli studenti.
COMPITI A CASA: IDEE PER MIGLIORARE LA COMPRENSIONE E LA
Figura 2: Esempio
Voglio invece riportare due esempi di esercitazione linguistica orale eseguiti a casa, uno
classificabile nella media10 e l’ altro decisamente eccezionale11.
PRODUZIONE CON L’USO DELLA TECNOLOGIA
9
È consultabile qui: https://drive.google.com/open?id=1NOjQMsXY6ATrF86cEORQPksz9H1P8EOi
10
Qui il link: https://drive.google.com/open?id=1MCY311-CTJst5TAaT1F424xI7tcPXdL9
11
qui il link: https://drive.google.com/open?id=1blYcZQW38e7UROcu5FwHhTzBxh4yU4x4
12
https://drive.google.com/open?id=1c4Ic9rwICKHygn8N8fyaM1cNVrsWeMvp
13
https://drive.google.com/open?id=0B2mtjFIDgkA5V3FyV0pkSmUtMkYyQkEwX2owZFUyWGU0cENJ
~ 152 ~
Figura 3: Esempio
DOMANDA: Avete mai usato Voicethread? In che modo? Per esercitare quale abilità e
quale tema?
EPUZZLE
EdPuzzle14: Questo è uno strumento che trovo molto interessante e che permette di pescare
nel mare dei materiali audiovisuali più o meno autentici e di creare esercizi su misura per i
nostri studenti.
Questo strumento è abbastanza nuovo anche per me perché mi sono avvicinata
recentemente alla sperimentazione tecnologica a favore delle abilità di comprensione. Qui
provo a dare un esempio di come si possa esercitare la comprensione orale creando un
piccolo quiz a risposte chiuse che si autocorregge e che può aiutare gli studenti a migliorare
14
https://edpuzzle.com/
~ 153 ~
le loro abilità di ascolto e in più venendo un po’ a conoscere, allo stesso tempo, una famosa
città italiana15.
DOMANDA: Avete mai usato EdPuzzle per esercitare la ricezione orale? In che
modo? Potreste pensare ad altri usi?
uno strumento efficace per allenare la comprensione scritta? Potreste pensare ad altri
modi di usarlo per questa abilità?
DOMANDA: Avete mai usato un programma di questo tipo per lavorare sulla
competenza culturale? Vi sembra uno strumento efficace?
BIBLIOGRAFIA
Balboni, P. E. (2013). “Il ruolo delle emozioni di studente e insegnante nel processo di
apprendimento e insegnamento linguistico.”, EL.LE, v. 2, n. 1, pp. 7-30. Disponibile su:
http://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/riviste/elle/2013/1/il-ruolo-delle-emozioni-di-
studente-e-insegnante-n/ [01/04/2018].
Balboni P. E. (2014). Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera, Torino:
Loescher/Bonacci.
15
Ecco il link: http://italiano075ucy.weebly.com/comprensione-orale.html
16
https://edpuzzle.com/media/5934adeaa563392760b8f990
17
Questo è il risultato: http://italiano075ucy.weebly.com/competenza-culturale.html.
~ 154 ~
Calvani, A. (2013). “Evidence Based (Informed?) Education: neopositivismo ingenuo o
opportunità epistemologica?”, Form@re – Open Journal per la formazione in rete,
v. 13, n. 2, pp. 91-101. Disponibile su: http://www.fupress.net/index.php/
formare/article/view/13259 [01/04/2018]
Caon, F. (2006). “La glottodidattica ludica: fondamenti, natura, obiettivi”, InIT, n.19, pp. 2-6.
Perugia: Guerra. Disponibile su: http://www.guerraedizioni.com/initonline/pdf/init19.pdf
[01/04/2018]
Council of Europe (2002). Quadro comune europeo di riferimento per le lingue:
apprendimento, insegnamento, valutazione. Oxford, Firenze: La Nuova Italia.
Quaggia, R. (2013). “La lingua2 nel Web. Prospettive digitali per la didattica dell’italiano a
stranieri”, Italiano LinguaDue, 5(1), pp. 128-159. Disponibile su:
https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3124 [01/04/2018]
Serragiotto, G. (2009). Sillabo di riferimento per la formazione degli insegnanti di italiano a
SITOGRAFIA
https://www.weebly.com/
http://linoit.com/home
https://voicethread.com/
~ 155 ~
ISBN 978-9925-553-13-6
ORGANIZZA:
COLLABORANO:
~ 156~