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Marcia
Maggiore
Il carattere dominante di questa sezione non è più quello di una
marcia ma di un inno. Ciò vale per il nuovo motivo esposto dai
legni (che fornisce un contrasto lirico alla Marcia), la cui frase
centrale è un'elaborazione di quella iniziale che comprende tre
elementi distinti e sovrapposti:
1- Nell'acuto la melodia esposta dai legni
2- Nel grave la figura ostinata di crome che determina il senso
di movimento cadenzato che da questo momento farà da sfondo
quasi costante al brano
3- Nello spazio intermedio la figurazione in terzine dei violini
che per ora ha solo funzione di accompagnamento ma che ben
presto si rivelerà importante fattore di elaborazione.
Nelle ultime due battute della frase inizia un crescendo di due
battute per arrivare ad una prima sosta: un'acclamazione di tutta
l'orchestra, che evoca la fanfara di una banda militare. Per la
prima volta nel movimento entrano le trombe a rafforzare gli
squilli dei fiati, mentre gli archi si uniscono ai timpani
nell'imitazione di un prolungato rullo di tamburi. Un rapido
diminuendo (b. 79) realizza una doppia modulazione che dalla
dominante, Sol, conduce al polo opposto della sottodominante, Fa,
e in questa tonalità l'ideale corteo si rimette in movimento. I violini
elaborano la cellula della triade in crome, mentre le viole
accompagnano con gli arpeggi in terzine. A partire da 82 la
pulsazione delle terzine comincia a dilagare tra le varie parti , e a
84 assume una propria fisionomia di motivo autonomo. Le terzine
dominano ormai la scena in tante forme diverse (note ribattute,
arpeggi, figure di ornamento) e conducono alla ripresa della frase
iniziale resa più solenne dal ritmo di marcia delle trombe, che
porta ad un'esplosione della fanfara in Do maggiore. Un nuovo
unisono dei soli archi (b. 101-104) chiude la parentesi intorno al
Maggiore e ci riporta verso tonalità oscure, tornando alla
ripetizione della Marcia.