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ONDE E.

Il movimento di particelle cariche da luogo all’emissione di energia per mexxo radiazioni


elettromagnetiche, onde il cui comportamento viene detrminato secondo le eq. di maxwwell.

Sono formate da un campo elettrico E e un magnetico B oscillanti e ortogonali l’uno rispetto


all’altro, che sisostengono a vicenda.

E = Emaxsin(t-kx)
B = Bmaxsin(t-kx)

Come si vede dale equazioni d’onda, I due campi oscillano perfettamente in fase.

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Dal punto di vista puramente teorico non esiste limite alla masima frequenza di oscillazione dei
campi; questo limite viene però imposto dalla sorgente

La prima caratteristica studidabile di questo tipo di onde è la loro velocità di propagazione, che
dipende da
dove
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 = cost dielettrica
 = cost. di permeabilità
magnetica

A differenza delle onde meccaniche, le e.m. si possono propagare anche nel vuoto; nxi, dato che in
queste condizioni I valori della dielettrica e della permeabilità sono I minimi possibili, la luce arà la
sua massima espressione di veocità.

c = 3*108m/s

Un’altra possible definizione della velocità di propagazione è data dal rapporto:


V = Emax/Bmax

Dato che I campi sono in fase perfetta, la velocità non dipenderà soltanto dal loro valore Massimo,
bensì dal vlore da essi assunto in ogni momento.

Come visto dall’elevatissimo valore di v, con il quale si nota che E = 3*108B, si preferisce misurare
solitamnte solo il campo elettrico delle radiazioni, in quant oil campo B sarebbe troppo poco inteno
da registrare praticamente, ma facile da dedurre con la teoria.

Il campo può essere orientato a 360° e varia nel tempo. Si può indentificare un solo piano specifico
(polarizzato) mediante l’uso di lenti particolari.

L’intensità dell’energia trasportata da onde e.m. non è più definibile nella maniera vista per le onde
meccaniche; questo perchè è necessario notare la presenza di una direzione di propagazione;
l’intensità diventa così una proprietà vettoriale:
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S= questo è definto il vettore di pointing; il suo valore in modulo è = a I

PROPAGAZIONE DELLE ONDE E.M. E OSCILLAZIONI FORZATE

Inseriamo il discorso dell’indice di rifrazione come rapporto tra c e velocità della luce nel mezzo

 = c/v sempre maggiore di 1 in quanto c=vmax

Una definizione più precisa, data in base alle equazioni della v di propagazione è
_______
 =/00

Mediante l’uso degli indici di rifrazione è possible prevedere il comportamento di un raggio a


seguito dell’attraversamento di un interfaccia

i r

rifr
i e r sono uguali. L’angolo  rifratto è invece diverso e, dato che tutti gli angoli giacciono sullo
stesso piano, è stata introdotta la legge di SNEL per calcolarlo:

1*sini = 2*sinrifr


sinrifr = 1/2*sini
Possiamo notare come, dal rapporto  = f/v la lunghezza d’onda dipenda dalla velocità del
raggio. Si deduce quindi che al cambiare del mezzo, cambiando la velocità del raggio, cambierà
anche la sua lunghezza d’onda

 = v/f = c/f* = 0/

Ciò impone che il raggio pasante per un mezzo, al momento dell’uscita da questo non sarà più in
fase con un ipotetico raggio gemello passato invece nel vuoto, pur avendo paradossalmente
percorso lo stesso cammino geometrico.

Hanno percorso infatti un cammino OTTICO (l) differente, in quanto il rallentamento nel mezzo di
un raggio gli fa percorrere uno spazio uguale in maggior tempo:

l = *x

In ultimo, sappiamo che al di sopra di un certo angolo caratteristico, un raggio passante da un


mezzo con indice maggiore a uno con indice minore verrà completamente riflesso e non più rifratto.

Reticoli rifrazione

Nel caso si parli di fenditure singole, se i fronti d'onda in arrivo sono da considerarsi paralleli, dopo
il passaggio attraverso la fenditura avremo dei fronti d'onda circolari come se la stessa emettesse
come una sorgente puntiforme.

Come visto in precedenza, dato che la posizione del primo minimo è legata a λ, ci è possibile
sfruttare le fenditure per identificare onde incognite.

Fenditure multiple

Dalla teoria delle fenditure multiple nasce il sistema a reticolo

 doppia fenditura

Dopo il passaggio nella pima fenditura e conseguente formazione di fronti d'onda circolari, questi
attraversano il secondo sistema a due fenditure (di piccole dimensioni per eliminare il fenomeno
della diffrazione con conseguente apparizione di righe spettrali fantasma).

Sullo schermo appariranno delle righe spettrali corrispondenti ai max(luce) ed ai minimi (buio)
formatisi a seguito dell'interferenza costruttiva e distruttiva a cui vanno incontro le onde rifratte.

Possiamo considerare il sistema a due fenditure al pari di uno a singola, in quanto le stesse sono
come già detto puntiformi.
y

d D max centrale

b = d*sinσ
y = D*tgσ

d = distanza delle fenditure


D = distanza delle fenditure dallo schermo
b = differenza di cammino ottico

Sperimentalmente è difficile ottenere situazioni del genere, dato che solitamente l'angolo formato
dall'intersecazione dei due raggi è molto piccolo, e quindi lo schermo necessita di essere posto a
grande distanza dalle fenditure.

Per questo è necessario un sistema di lenti atte a focalizzare i raggi in un punto impiegando uno
spazio inferiore

Interferenza dal punto di vista dell'intensità

Abbaimo già visto le equazioni base che definiscono le onde elettromagnetiche.


Data la dipendenza del campo magnetico da quello elettrico e la sua difficile misurabilità, tutti i
discorsi interferenziali saranno fatti in base a quest'ultimo.

Sommando

E1 = E0sin(ωt-kx) e E2 = E0sin(ωt-kx±ΔΦ)
otteniamo l'onda risultante
Er = Esin(ωt- ΔΦ /2)
dove E = 2E0cos ΔΦ /2

Sapendo che
_
I = |S| = E2/μ0c vettore di Poynting

E = 2E0cos ΔΦ /2

Ir = 4E02/μ0c cosΔΦ /2

Ir = 4I0cos2ΔΦ /2

Ir = 4I0cos2(π/λsinσ)

Possiamo ricavare i valori di interferenze distruttive e costruttive anche basandoci sull'equazione


dell'intensità.

 Costruttiva: cos2 = 1

il termine dentro parentesi deve essere quindi = a π o suoi multpli (mπ). Ciò avviene per valori di

d*sinσ = mλ

 distruttiva: cos2 = 0

il termine dentro parentesi deve essere quindi = a π/m. Ciò avviene per valori di

d*sinσ = (2m+1)λ/2

Nei reticoli, il numero di fenditure e maggiore, ma lalegge funziona allo stesso modo in quanto tutte
le fenditure distano dell'uguale distanza di le une dalle altre.

Un elevato numero di fenditure permette di ottenere massimi più stretti e meglio distinguibili, come
verrà spiegato in seguito.
Modello vettoriale dell'interferenza

costruttiva distruttiva

→→ = 2f →← = 0

→→→→→ =

Valutazione dei massimi laterali piuttosto che quello centrale

Ci aspetta che i massimi laterali siano più larghi diquello centrale.


A seguito vediamo le caratteristiche assunte dall'intensità nel punto A, corrispondente al minimo
adiacente al max centrale, mediante i quali possaimo avere idea delle condizioni di interferenza dal
punto di vista della differenza di fase.

 I = 0 → ΔΦ /2 = (2m+1)π/2 → ΔΦ = 180° = 2π/2 nel caso di due fenditure


 I = 0 → ΔΦ /2 = (2m+1)π/2 → ΔΦ= 72° = 2π/5 nel caso di 5 fenditure
Visti i casi precendenti possiamo definire un caso generale per N fenditure, ossia:

ΔΦ = 2π/N

Con questi dati possiamo ricavare la differenza di cammino ottico, molto più facile da ricavare
sperimentalmente rispetto alla differenza di fase.

Δx = λ/2π*ΔΦ = λ/2π* 2π/N = λ/N

Il risultato di questa equazione è lo stesso di

Δx=d*sin(δσ0)

Considerando che in un reticolo il numero di fenditure è molto molto elevato, la variazione della
semidistanza del minimo dal max adiacente sarà decisamente bassa.

Di conseguenza possiamo approssimar eil valore dell'angolo a quello del suo sen; di conseguenza:

δσ = λ/Nd

è quindi provato che l'ampiezza dell'angolo diminuisce all'aumentare del numero di fenditure

Fin ora si è parlato soltanto del minimo adiacente al max centrale.

Come si lavora nel caso di un minimo qualsiasi?

Al punto di massimo, avremo un valore di differeneza di cammino pari a mλ.


A questo valore basterà sommare quello del cammino ottico equivalente al minimo per trovare la
posizione del minimo adiacente al max considerato di ordine m

Δx=mλ + λ/N

Questo è il punto di vista interferenziale. Ora vediamo come trovare la differenza di cammino ottico
mediante un metodo geometrico.
Considerando il metodo geometrico considerato per il max centrale e modificandolo per un max
qualsiasi, otteniamo:

Δx=d*sin(δσ+σ)

imponendo

Δx=d*sin(σ)+(dcosσ)δσ

possiamo equivalere l'equazione geometrica a quella intereferenziale

d*sin(σ)+(dcosσ)δσ=mλ + λ/N
sapendo che d sinσ =mλ

λ
δσ = __________
N*d*cosσ
Possaimo vedere come la formula sia assimilabile a quella per il max centrale, con la differenza del
termine cos al denominatore.
Di conseguenza all'aumentare dell'angolo diminuisce il cos dello stesso, e si ha quindi un aumento
della semidistanza angolare.

Questo sarebbe già un buon motivo per scegliere max laterali, in modo da ottenere una separazione
migliore.
Un altro grande motivo è il fatto che, in caso di raggio policromatico, il max centrale contiene
informazioni indecifrabili su tutte le lnghezze d'onda dela radiazione.

Intervenendo sui max laterali invece, possiamo avere informazione più precise sulle stesse, in
quanto l'ampiezza dell'angolo dipende anche da λ.

Proprietà dei reticoli

Un reticolo deve possedere

 buona nitidezza dell'immagine


 buona risoluzione, per rendere più facile la visione di λ diverse

In base a questi parametri è possibile definire due grandezze per misurare l'affidabilità dei reticoli

 dispersione: descrive direttamente la risoluzione.

D = Δσ/Δλ = m/cosσ
ottenuto derivando δσ e λ

Come accennato prima, D deve essere un numero elevato, e quindi dipende dall'ordine del max
preso in considerazione.

Bisogan però stare attenti, perchè l'ampiezza dei massimi aumenta secondo una legge simile, quindi
sfruttando max di ordine troppo elevato si ottengono max troppo ampi, col rischio che si
sovrapongono.
N.B: D non dipende dal numero delle fenditure

 potere risolutivo:

R = λ/Δλ = mλ/d*cosΔσ

L'equazione segue il teorema di Riely, per cui per distinguere esattamente due massimi uno deve
avere il suo centro nel minimo adiacente al primo.

Vedendo l'equazione del punto di vista dell'angolo


λ
δσ = __________ = mλ/d*cosΔσ
N*d*cosσ

Otteniamo l'equazione finale semplificata:

R = λ/Δλ = mN
Questo temrine dipende quindi sia dalla lunghezza del reticolo (m) e dal numero di fenditure (N).
Limiti dei reticoli

Il loro funzionamento li rende perfetti per usi con lunghezze d'onda comprese tra gli IR e gli UV

Oltre il limite UV, con λ<0,11nm, per un max già del primo ordine, tenendo conto dell'equazione:

dsinσ = λ

Notiamo che l'angolo a questi livelli di lunghezza d'onda sarebbe prox allo 0, e quindi non darebbe
una separazione accettabile.

Siamo obbligati ad utilizzare mezzi cristallini, in maniera di utilizzare i piani di separazione come
fenditure, per ottenere distanze (d) molto molto piccole, capaci di dare un'angolo di separazione
apprezzabile.
Figura 4.9
I valori di Δx le interferenze sono sempre gli stessi, ma per ottenerli dobbiamo tenere conto del fatto
che va inserito un carattere corretivo 2 dovuto alla differenza di camino in entrata e quello in uscita,
uguali nel modulo. L'equazione diventa quindi:

Δx = 2*dsinσ

POLARIZZAZIONE DELLE RADIAZIONI E.M

Nelle onde naturali, il campo elettrico può ruotare in direzione ortogonale alla direzione di
propagazione. Questa condizione preferenziale implica che l’oscillazione non avviene su un piano
definito.

Il fenomeno opposto, detto di polarizzazione, implica che E oscilli su uno ed un solo piano. Lo si
può ottenere sfruttando l’interazione fra il raggio e gli elettroni di una lamina su cui questo è fatto
incidere. In questo modo si fa assorbire alla lamina la porzione di campo che al momento
dell’interazione attraversa la lamina paralelamente ad essa.

Diverse lamine hanno diverse direzioni di trasmissione.


Per la legge di malus

Etr = E*cos
Itr = I*cos2

Assumendo che il vettore campo sia orientato sempre nella stessa direzione.

Diverso è il caso in cui il campo varia nel tempo, come accade nella realtà.
In questa situazione l’angolo tra campo e direzione di trasmissione cambia in continuazione.

La trasmissione dell’intensità si può assumere sia circa del 50%, dato che il valore medio del cos
quadro di  varia tra 0 e 1 con un valore medio di 0,5.
Possiamo studiare la polarizzazione usando u sistema di due lamine, ruotand la seconda.

La polarizzazione non avviene solo per trasmissione, ma anche per:

1. riflessione: la polarizzazione per riflessione avviene quando fra il raggio riflesso e quello
trasmesso all’interfaccia di dude corpi si viene a formare un’angolo di 90 gradi.

n1

n2 90

r
Tenendo conto che n1*sinI = n2*sinr

Legge di BREWSTER tg = n2/n1

Valendo il discorso inverso, ed essendo  riflesso = r quando l’angolo rispetta la legge descrita,
possaimo ottenere un raggio rifesso perfettamente polarizzato.

2. Attraversamento di corpi non omogenei

Le linee orizzontali rappresentano I piani di legame


In questo caso vale il discorso
dell’indice di rifrazione appena fatto

In questo caso, le cose cambiano a seconda


della direzione del campo elettrico
rispetto ai piano di legame

E parallelo acquisisce velocità vs, maggiore di quella vo dell’E perpendicolare.

Il raggio viene sdoppiato in modo che I due raggi abbiano diverse velocità, diverso angolo d’uscita
dovuto al diverso indice di rifrazione e siano anche fuori fase, in modo da poter anche interferire.

Si vengono così a creare due cammini ottici diversi, nonostante vi sia un commune cammino
geometrico.

x = no*x - ns*x

I due raggi in uscita sono polarizzati.

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