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Anna Hrabovska
2
3
Indice
Introduzione ....................................................................................................................................... 5
I. La diffusione del lessico inglese in italiano ............................................................................... 6
I.1. Il Settecento ............................................................................................................................. 7
I.2. L’Ottocento .............................................................................................................................. 8
I.3. Il primo Novecento ................................................................................................................ 10
I.4. Il dopoguerra .......................................................................................................................... 11
II. L’analisi linguistica degli anglicismi in italiano ...................................................................... 13
II.1. I prestiti dal punto di vista della motivazione...................................................................... 14
II.1.1. Prestito di necessità ....................................................................................................... 14
II.1.2. Prestito di lusso .............................................................................................................. 14
II.2. I prestiti dal punto di vista della forma ................................................................................. 15
II.2.1. Livello fonologico ........................................................................................................... 15
II.2.1.1. Prestito integrato ovvero adattato.......................................................................... 14
4
Introduzione
Che cosa si intende per l’italiano contemporaneo? Gli storici della lingua italiana
sostengono che si possa definire come il processo di evoluzione del latino accompagnato
da una forte influenza delle altre lingue.1 È chiaro che ogni lingua è sottoposta ad un
processo di evoluzione. Con il passare del tempo si sviluppa sia la lingua parlata che quella
scritta, il lessico si arricchisce di parole nuove che entrano a far parte del patrimonio
lessicale. È ovvio che tale processo evolutivo riguarda anche l’italiano.2 Attraverso lo
scambio linguistico, due lingue differenti si trasferiscono elementi tipici e unici, che
passano da una lingua di partenza ad una lingua d’arrivo. Questi elementi vengono
chiamati i prestiti3. Tramite il suo complicato processo di formazione, l’italiano ha
inglobato numerose parole straniere che prima non facevano parte del suo lessico.
All’inizio della presente ricerca è necessario risalire alle origini del fenomeno di
importazione degli anglicismi. La parte introduttiva della tesi è dunque dedicata alla
diffusione del lessico inglese in italiano contemporaneo dal loro primo apparire. Il primo
1
E. Bianchini, Italiano straniero. Piccolo repertorio storico dei barbarismi e dei significati che mutano nella
lingua italiana, Perugia, Guerra Edizioni, 1998, p. 17.
2
M. Vesela, Gli anglicismi nelle riviste di moda [online], consultato 12.03.2017, URL:
https://is.muni.cz/th/402403/ff_b/BAKALARSKA_PRACE_MICHAELA_VESELA19.pdf
3
A. A. Sobrero, A. Miglietta, Introduzione alla linguistica italiana, Roma-Bari, Gius. Laterza&Figli Spa, 2006,
p. 252.
4
P. Zolli, Le parole straniere, Bologna, Zanichelli, 1991, p. 1.
5
capitolo darà la descrizione del contesto politico, sociale e culturale che fornisce lo sfondo
per lo scambio linguistico tra le due lingue. Inoltre si darà nella parte storica uno sguardo
diacronico sugli anglicismi più popolari in varie epoche. Il secondo capitolo si occupa
degli aspetti fonetici e morfologici, prendendo in considerazione la formazione delle
parole, cioè un altro elemento costituente della complessità dello scambio lessicale anglo-
italiano. Nella parte finale si cerca di dimostrare l’influsso della terminologia inglese
nell’ambito dell’informatica.
Il termine anglicismo (“una voce o frase dell’idioma inglese; ovvero una maniera di
parlare”, così viene definita nell’enciclopedia di Chambers, tradotta a Venezia nel 1747)
compare nell’lessico italiano alla metà del XVIII secolo, entra nell’uso grazie al fenomeno
dell’anglomania, dopo aver assunto dimensioni rilevanti in Francia, inizia a contagiare
tutta l’Europa e si presenta anche in Italia attraverso un interesse crescente per le parole
inglesi.5
Fino alla metà del Settecento, l’influsso degli anglicismi era in un certo senso
irrilevante e le voci di origine inglese erano davvero rare. Nel Medioevo è facile
esemplificare la presenza in italiano di anglicismi usati per i rapporti commerciali con
l’Inghilterra: sterlini (1211), costuma ‘dogana’ (dall’ingl. customs).6 Durante il XIII e il
XIV secolo, nonostante il fatto che i commerci con l’Inghilterra fioriscono
successivamente, sono entrati in italiano solo pochissimi termini inglesi usati da mercanti.
Ne offre un esempio il termine lombard per indicare i mercanti italiani con riferimento alla
via Lombard street a Londra.7
5
M. Fanfani, Anglicismi. Enciclopedia dell'Italiano (2010) [online], consultato 08.03.2017, URL:
http://www.treccani.it/enciclopedia/anglicismi_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
6
M.Fanfani, Op. Cit. [online].
7
E. Bianchini, Op. Cit., p. 116.
6
italiano dall’inglese, p. es. alto tradimento (calco dell’ingl. high treason, ‘la legislazione
penale’), camera stellata (calco dell’ingl. star chamber con il significato del ‘corte inglese
competente in materia di reati politici’), gran cancelliere (titolo storico di ‘alti dignitari di
corte’), l’ordine della giarrettiera (il più antico ordine cavalleresco inglese), parlamento,
coronatore (dall’ingl. coroner), puritani ecc.8
Nel XV secolo le influenze più consistenti sono venute dalla Francia e dalla
Spagna, ma già dal XVI le parole inglesi cominciano a darci notizia attraverso i rapporti
commerciali e bancari con l’Inghilterra, per via di viaggiatori e poi con l’inizio della
migrazione italiana verso l’Inghilterra che prosegue nel secolo successivo. Si notano i più
frequenti contatti tra le nazioni e legami linguistici.10
I.1. Il Settecento
Solo dal Settecento l’inglese inizia ad esercitare un’influenza sempre più incisiva.
Nel Settecento sono pubblicati numerosi dizionari e grammatiche dell’inglese destinate
agli italiani. Tra i più conosciuti si può citare Il Dizionario italiano e inglese di Ferdinand
8
P. Zolli, Op. Cit., p. 43.
9
M. Fanfani, Op. Cit. [online].
10
E. Bianchini, Op. Cit., p. 117.
11
M. Fanfani, Op. Cit. [online].
7
Altieri (1726, ristampato a Venezia nel 1751), Dizionario della lingua inglese di Giuseppe
Baretti (uscito a Londra nel 1760) e Dizionario portatile delle lingue italiana ed inglese di
Giuspanio Graglia (1975).12
Nello stesso secolo si inizia a tradurre libri inglesi in italiano. Le opere inglesi nella
maggior parte sono conosciute in Italia tramite traduzioni francesi, perché richiamandoci la
constatazione di Paolo Zolli: “Francia fu mediatrice tra l’Inghilterra e l’Italia per quanto
riguarda la moda, le istituzioni e lo stesso fenomeno dell’anglomania, che si sviluppò e si
diffuse prima in Francia che in Italia”13. Ipotizzando le cause di tale fenomeno si potrebbe
dire che i rapporti tra l’Inghilterra e l’Italia erano meno stretti che quelli fra Francia e
Italia.
I.2. L’Ottocento
12
P. Zolli, Op. Cit., p. 44.
13
Ibid, p. 44.
14
G. Cartago, L’apporto inglese, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni, P. Trifone, Torino,
Einaudi, 1994, 3 voll., vol. 3° (Le altre lingue), pp. 727-735.
15
P. Zolli, Op. Cit., p. 47.
8
culturalmente inevitabile. Le opere letterarie sono comunemente tradotte dall’inglese in
italiano, tra le quali degli autori Walter Scott, James Fenimore Cooper, Charles Dickens.
Non sono stati tradotti solo i romanzi inglesi ma anche le opere storiche come La storia
d’Inghilterra di David Hume, La storia del regno dell’Imperatore Carlo V e La storia
d’America di William Robertson, opere di diritto come La Teoria delle prove giudiziarie di
Jeremy Benthame, opere di argomento scientifico come Zoonomia, ovvero Leggi della vita
organica di Erasmus Darwin.16
Nel corso dell’Ottocento, col diffondersi della stampa e con lo sviluppo del
commercio, del turismo e dello sport, gli anglicismi colonizzano l’italiano. L’interesse per
il sistema politico ha provocato l’ondata dei nuovi termini, parole entrate in italiano in
questo periodo sono per esempio assolutismo (‘potere assoluto’), leader (‘capopartito’),
leadership (‘guida di una persona, un partito, uno stato’), meeting (‘comizio’), premier
(‘primo ministro’), boicottare (‘danneggiare economicamente qualcuno’), self government
(‘facoltà concessa a un gruppo sociale di amministrarsi da solo’), i termini strettamente
legati al sistema politico come abolizionista (legato all’abolizione della schiavitù dei
negri), assentismo (‘disinteresse politico’).17
Un altro settore che accetta un certo numero di anglicismi è il mondo degli affari:
business, copyright (‘proprietà letteraria’), stock (‘quantità di merci o di materie prime
giacenti in un magazzino’), trade-mark (‘marchio di fabbrica’). Le parole legate alla moda
sono dandy (‘elegantone’, ‘damerino’), fashion, fashionable (‘alla moda’), jersey (‘tipo di
maglia di fili diversi, lavorata a macchina’), spencer (‘giacca di maglia lana’), waterproof
(‘impermeabile’), smoking (‘abito adatto per il salotto dei fumatori’). Tra gli altri ci sono
garden-party (‘festa all’aperto’), snob (‘persona non fine, non adeguata a un ambiente
colto e raffinato’), steamer (‘battello a vapore’), break (‘carrozza ampia’). Un altro settore
che conosce un’ondata rilevante d’anglicismi è lo sport: innanzitutto vi entra con la parola
stessa. Si ritrovano le parole come football, tennis, outsider, baseball, trainer, derby,
rowing, yachting, cricket ecc.18 Cominciano a introdursi anche i nomi di cibi e bevande
(brandy, gin, whisky; rostbif adattamento di roast-beef, sandwich, curry).19
16
Ibid, pp. 50-51.
17
P. Zolli,. Op. cit., pp. 81-90.
18
Ibid.
19
M. Fanfani, Op. Cit. [online].
9
I.3. Il primo Novecento
L’afflusso degli anglicismi nel campo dello sport è il più rilevante: parole introdotte
sono per esempio basketball (‘pallacanestro’), bob (‘slitta da corsa’), cross-country (‘corsa
campestre’), curling (‘gioco simile a quello delle bocce, che si svolge sul ghiaccio’), finish
(‘fine di una gara’), goal (‘la rete’), corner (‘calcio d’angolo’), golf (‘gioco su campo
aperto’), knock out (‘fuori combattimento’), hockey (‘gioco a squadre, con regole simili a
quelle del calcio’), offside (nel calcio, ‘fuori gioco’), ping pong (‘tennis da tavolo’), ring
(‘nel pugilato, quadrato’), rally (‘manifestazione automobilistica di durata e di regolarità su
strada a velocità limitata’) .
Gli anglicismi riguardanti il cinema e la moda sono: cartoni animati (calco del
animated cartoon), film, set (‘luogo in cui vengono fatte le riprese cinematografiche’),
technicolor (‘sistema tecnico di fabbricazione e di stampa di pellicole cinematografiche a
colori’), fan (‘sostenitore fanatico d’un cantante o d’un attore’), western (‘film ambientato
nell’ovest degli Stati Uniti della seconda metà dell’Ottocento’); golf (‘giacca di maglia di
20
P. Zolli,. Op. Cit., p. 93.
10
lana o di altro filo, senza collo e con maniche lunghe’), nylon (‘fibra tessile artificiale’),
pullover (‘maglietta di lana o cotone senza bottoni, che si infila dal capo’), shorts
(‘calzoncini corti’), trench (‘impermeabile con cintura’), slip (‘mutandine’).
Altri termini di origine inglese entrati in italiano tra i primi anni del secolo e la
Seconda guerra mondiale sono per esempio boyfriend (‘fidanzato di una ragazza’), bye-bye
(‘addio’, ‘arrivederci’), camping (‘campeggio’), gang (‘gruppo organizzati di malviventi’),
killer (‘assassino prezzolato’), miss (‘vincitrice di un concorso di bellezza’), nurse
(‘bambinaia’, ‘governante’), sex appeal (‘fascino costituito prevalentemente da fattori
erotici’), shampoo, shopping, spray, night-club (‘locale notturno’), sketch (‘breve numero
comico parlato, eseguito da uno o più attori nel teatro di varietà’), cargo (‘nave da carico’),
caterpillar (‘veicolo cingolato impiegato su terreni accidentati’), clacson (‘avvisatore
acustico usato sugli autoveicoli’), jeep (‘autovettura scoperta, potente, molto robusta’),
trolleybus (‘filobus’), barman (‘uomo del bar’), shaker (‘recipiente nel quale si mescolano
i vari liquidi’), grill, poker. 21
I.4. Il dopoguerra
Per quanto riguarda il periodo del dopoguerra, con la visione del modello della vita
americana cresce anche l’attrattiva della lingua inglese e, in particolare, dopo il boom
economico degli anni Cinquanta, dell’American English22.
21
Ibid, pp. 92-102.
22
M. Fanfani, Op. Cit., [online].
23
M. Dardano, Op. Cit., p. 267.
11
hardware, software, pace-maker, informatica, computer, il personal computer, monitor,
network, spot, tabloid.24
In riferimento alla moda: baby-doll (‘camicia da notte femminile corta’), blue jeans
(‘tipo di pantaloni confezionati con tela ruvida e larghe cuciti, specialmente di colore blu’),
topless (‘indumento’), sexy, casual (‘genere di abbigliamento libero e disinvolto, di taglio e
tono giovanile’).
Per registrare la terminologia del mondo dello spettacolo, della musica, delle danze:
jazz, dixieland (‘jazz tradizionale, sorto a New Orleans’), boogie-woogie (‘stile di jazz e
ballo venuto di moda nell’immediato dopoguerra’), rock and roll (‘ballo di origine
nordamericana, ricco di movimento e a volte acrobatico’), band (‘gruppo musicale oppure
un’orchiestra jazz’), strip-tease (‘spogliarello’).
Gli anglicismi sportivi più comuni: bowling (‘gioco di birilli, posti a triangolo, che
devono essere abbattuti con palle di legno’), minigolf (‘gioco simile al golf con le piste di
ridotto dimensione’), indoor (detto di ‘gara o incontro sportivo che si svolge in ambiente
coperto’), skilift (‘sciovia’), windsurf (‘un tipo di sport acquatico’), jogging (‘corsa
regolare’).
24
Ibid, p. 266.
25
Ibid.
12
II. L’analisi linguistica degli anglicismi in italiano
Considerati gli influssi storici tra le due lingue, risulta chiaro che con i nuovi mezzi
di comunicazione la lingua italiana ha ricevuto un’ondata crescente di parole inglesi o
anglo-americane. Se si considera la motivazione dell’importazione delle parole da una
lingua straniera, i prestiti linguistici si dividono in due categorie: prestito di necessità e
prestito di lusso. Questa divisione è stata elaborata da E. Tappolet (1870-1939) a base dei
criteri extralinguistici e rapporti culturali tra l’Italia e l’Inghilterra.26
Una volta trovatesi in italiano, alcune parole sono facili da riconoscere perché
rimangono nella loro forma di base: film, pullman, night-club, quiz, leader ecc. C’è anche
un’altro tipo di parole che sembrano assolutamente italiane, mentre sono nate sotto
l’influsso dell’inglese. Nella loro forma sono state adattate perfettamente all’italiano, per
esempio opposizione, radicale, piattaforma, banconota, usate nel linguaggio politico, e
altre come umorismo, supermercato, mini, cartone animato ecc. 27
Un altro caso degli anglicismi che implementano il lessico italiano sono i calchi che
rappresentano un terzo gruppo dei prestiti questa volta parziali. Questo procedimento
prevede l’uso degli elementi lessicali già presenti nella propria lingua ma modellati sulle
strutture di un’altra lingua29. Per dare l’esempio della traduzione di locuzioni e modi di
26
P. Zolli, Op. Cit., p. 2.
27
F. Sabatini, La lingua e il nostro mondo. L’italiano come si e formato, come lo usiamo, Torino, Loescher
editore, 1978, pp. 196-198.
28
A. A. Sobrero, A. Miglietta, Op. Cit., p. 252.
29
M. Dardano, P. Trifone, Grammatica italiana. Con nozioni di linguistica, Bologna, Zanichelli, 1996, p. 361.
13
dire inglesi, si può elencare contattare, modelato sull’ingl. to contact; aria condizionata, il
termine arrivato dall’aggettivo composto air-conditioned.30
30
I. Klajn, Influssi inglesi nella lingua italiana, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1972, p.115, 126.
31
M. Vesela’, Op. Cit. [online].
32
M. Dardano, Manualetto di linguistica italiana, Bologna, Zanichelli, 2003, p. 3.
33
P. Zolli, Op. Cit., p. 3.
14
significato particolare; ovvero definire qualcuno omosessuale anziché gay non è
oggigiorno “politicamente coretto”.34 I prestiti di lusso sono ad esempio leader, speaker,
flirt, baby-sitter, weekend. Questi vocaboli infatti si possono sostituire con capo,
annunciatore, amorazzo, bambinaia, fine settimana. Le parole straniere, in questo caso gli
anglicismi, si usano per la comodità e per la loro brevità e sono considerati spesso di
moda.35
Prestito integrato/adattato viene definito come “il vocabolo straniero che si adatta
alla grafia e alla morfologia della lingua che lo accoglie, ad esempio perdendo alcune
lettere non presenti nel sistema della lingua di arrivo o modificando la desinenza, come per
ideologia, adattamento del francese idéologie, o per cocchio, adattamento dell’ungherese
kocsi.”37 L’assimilazione o adattamento di un vocabolo avviene a tre livelli: fonetico,
morfologico e grafico. Per quanto riguarda il lato fonetico, gli studiosi hanno notato la
tendenza a diminuzione col passare del tempo della capacità linguistica di assimilazione
delle parole straniere. Mentre la maggioranza dei prestiti antichi veniva adattata appena
entrata nella lingua, parlando dei tempi moderni, la struttura delle lingue europee tende a
34
P. D’Achille, L’italiano contemporaneo, Bologna, Mulino, 2003, p. 66.
35
M. Vesela’, Op. Cit., [online].
36
I. Klajn, Op. Cit., pp. 22-23.
37
M. Fanfani, Op. Cit. [online].
15
semplificarsi e l’adattamento viene inteso come deformazione, si deve dunque concludere
che sono a favore gli anglicismi non adattati.38
Per semplificare l’integrazione fonologica e lessicale dei prestiti non adattati nei casi in
cui il fono non sia identificabile si usano delle sostituzioni:
organise >organizzarare;
garage /ga’raᴣe/ (la presenza della fricativa palatale sonora /ᴣ/ nella pronuncia di
francesismi).40
38
I. Klajn, Op. Cit., pp. 42-43.
39
M. Fanfani, Op. Cit. [online].
40
P. Cotticelli, Dispense di linguistica storica 2011/2012 – interferenza [online], consultato 28. 04. 2017,
URL: http://www.dtesis.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid999509.pdf
16
Il più importante fattore delle modificazioni fonetiche dei prestiti non adattati si
manifesta sotto forma di sostituzione, perdita, aggiunta o redistribuzione di fonemi, ma
anche attraverso lo spostamento dell’accento. Ovviamente è da notare l’influsso della
grafia, cioè come già menzionato prima, l’adeguamento meccanico. Relativamente raro è il
fenomeno di ipercorrezione dimostrato al livello fonologico, quando si cerca di far
diventare le particolarità straniere ancora più intense che nella forma originale, p. es.
detective /de’tektaiv/ nella pronuncia di cui alla /i/ italiana corrisponde un /ai/ inglese.
D’altra parte, nello sforzo di riprodurre la lingua straniera, appaiono le contaminazioni,
spiegate nel saggio di Klajn come “tutte le false analogie fonetiche per l’effetto delle quali
l’anglicismo non viene pronunciato né secondo il modello originale né in senso
assimilativo, ma in altro modo”. In pratica vengono più spesso gallicizzati i prestiti inglesi
nell’italiano, p. es. si pronunciano alla francese raid, pedigree, treatment, pamphlet, budget
per la ragione di somiglianza alle voci francesi.41
41
I. Klajn, Op. Cit., pp. 45-53.
42
Ibid, p. 50.
43
P. D’Achille, Op. Cit., p. 96.
44
I. Klajn, Op. Cit., pp.50, 158-159.
45
Ibid, p. 50.
17
‘comunicare attraverso una chat-line’, jeanseria ‘negozio che vende blue-jeans (peraltro
scritto talvolta anche ginseria /dȝinsària/), ecc.46
Nel processo della creazione delle forme adattate dei prestiti, si ricorre molto
spesso alla sostituzione fonetica, cioè l’assimiliazione tramite l’impiego del più vicino
fonema italiano, perché alcuni fonemi inglesi, soprattutto le vocali, sono inaccessibili agli
italiani (/ǣ/, /h/). Per esempio nella lingua parlata la parola inglese club viene pronuciata
/klɛb/ con il cambiamento della vocale /ʌ/ in /ɛ/ in conseguenza della mediazione francese.
Del resto anche esiste la pronuncia /klub/ o /klubb/, dove /u/ segue la grafia inglese. Un
altro fenomeno, che emerge dalla trascrizione fonetica descritta sopra, presente in alcune
parole come club, boom, jeep e altri, consiste nel rafforzarle, aggiungendo indistinte vocali
paragogiche alle consonanti in posizione finale.48
46
P. D’Achille, Op. Cit., p. 97.
47
I. Klajn, Op. Cit., pp. 51-52.
48
Ibid, p. 49.
49
Ibid, p. 54
18
/ɛ/ (bluff /’blœf/) o con l’uso della pronuncia grafica si conserva l’/u/ (bungalow
/’bungalov/). Nei prestiti meno adattati come lady, baby, break, shake /ej/ viene sostituita
con /ɛ/ oppure /e/, la trascrizione rispettivamente /’lɛdi/ o /’ledi/, /bɛbi/, /brɛk/, /ʃek/.50
50
I. Klajn, Op. Cit., pp. 54-55.
51
Ibid, p. 56.
52
Ibid, p. 155.
53
P. D’Achille, Op. Cit., p. 39.
54
I. Klajn, Op. Cit., pp. 51-52.
19
menzionato, una parte dei prestiti, entrando nel lessico, cambia la forma originaria e viene
sottoposta al processo di italianizzazione. L’adattamento dei forestierismi in italiano si può
svolgere al livello ortografico, fonologico, morfologico e semantico. In questa parte
dell’analisi verranno discusse le influenze che gli anglicismi hanno sulla morfologia, i
modi dell’integrarsi morfologicamente con le parole italiane, i processi di formazione di
parola.
Nell’italiano contemporaneo sono presenti le parole nuove che entrano nel lessico e
assumono il valore di categoria flessiva, visto che l’italiano appartiene alla categoria delle
lingue flessive. Sulla base dell’analisi morfologica si individuano dunque le parole
variabili e invariabili. Per arricchire il lessico, oltre ad assumere termini da altre lingue,
l’italiano ha formato e continua a formare nuovi lessemi accanto a quelli già esistenti,
secondo vari procedimenti55. È stato rilevato che il linguaggio fondamentale comprende
moltissime parole formate attraverso i processi come la derivazione e la composizione.
Il mancato adattamento dei nomi stranieri non integrati determina una progressiva
espansione della classe degli invariabili. I prestiti non adattati, specialmente se vengono
scritti in corsivo e in testi di una certa accuratezza, mantengono la terminazione plurale
della lingua d’origine, il plurale in –s è abbastanza diffuso per ispanismi e anglicismi
(telenovelas, tweeters). Essi non modificano gravemente il sistema italiano; anzi, il fatto
che la –s nell’italiano popolare e substandard dal plurale venga usata spesso al singolare
(un jeans nuovo, un murales, un clips) conferma la tendenza dell’italiano contemporaneo
ad accettare i forestierismi nella forma invariabile.56
II.2.2.1. I neologismi
55
P. D’Achille, Op. Cit., p. 125.
56
Ibid, p. 103.
20
scientifici e d’altri linguaggi settoriali)57. Il più diffuso procedimento di introdurre le parole
nuove consiste nell’aggiunta di serie prestabilite di affissi (prefissi, suffissi e suffissoidi).
Utilizzando le varie composizioni possibili si produce un numero grandissimo di
neologismi con l’intenzione non solo di realizzare il principio di economia della lingua, si
realizzano termini perfettamente trasparenti, soprattutto in campo di nuove scoperte o
invenzioni.58
Per adattare i verbi inglesi a far parte del sistema linguistico italiano è possibile
formare i verbi italiani utilizzando la base inglese e il suffisso della prima coniugazione
-are: stoppare, bypassare, sniffare, bluffare, crossare, formattare, zumare, stressare,
scioccare ecc. L’altro suffisso verbalizzante che si aggiunge è –izzare, anche se i casi sono
meno frequenti, p. es. computerizzare, monitorizzare, randomizzare, macadamizzare,
bikinizzare, sanfornizzare, sponsorizzare, standarizzare, uperizzare, ecc. Analizzando i
verbi che hanno la terminazione –izzare, è stato registato che quelli sono stati creati dai
nomi italiani con il sufisso finale –izzazione, derivati dai sostantivi inglesi con il simile
morfema finale -izing, -ization: tindalizzare – tindalization, randomizzare –
randomization.60 Il suffisso –eggiare deriva di solito dai nomi propri: byroneggiare,
deaneggiare, marloneggiare, wilsoneggiare.61
57
Neologismo, Enciclopedia dell'Italiano (2010) [online], consultata 15. 05. 2017, URL:
http://www.treccani.it/vocabolario/neologismo/
58
A. A. Sobrero, Introduzione all’italiano contemporaneo. La variazione e gli usi, Roma-Bari, Laterza, 1993,
p. 244.
59
I. Klajn, Op. Cit., p. 58.
60
Italiano e inglese a confronto: atti di convegno Italiano e inglese a confronto: problemi di interferenza
linguistica, Venezia, 12-13 aprile 2002, a cura di Anna-Vera Sullam Calimani, Firenze, Franco Cesati Editore,
2003, p. 90.
61
I. Klajn, Op. Cit., pp. 87-88.
21
gangsterismo, lolitismo, daltonismo, maccartismo, playboismo, quaccherismo, scoutismo,
snobismo ecc. Sostantivi in –ista e aggettivi in –istico provengono dai sostantivi citati
prima in –ismo e hanno un significato dell’agente di un’azione: briggista, barista,
bobbista, crawlista, crossista, hobbista/hobbystico, jazzista/ jazzistico, pamphlettistico,
pongista, rallista/ rallistico, sloganista, stoppista, weekendista, ecc. L’agente dell’azione
viene indicato con l’uso del suffisso –atore: andicappatore, bluffattore, stoppatore, in –
aio: mitingaio, in –iolo: flirtaiolo.62
A livello morfologico nel corso dei secoli è cresciuto notevolmente il valore dei sufissi
italiani –ità corrispondente al suffisso inglese -ty (ang. dignity – dignità, ang. capacity –
capacità) e -zione, -sione in corrispondenza dell’inglese –tion (ang. sensation – sensazione,
ang. integration - integrazione).
62
Ibid, p 87.
63
P.D‘Achille, Op. Cit., p. 139.
64
P. Raimondi, Elenco abbreviazioni in uso nelle chat [online], consultato 02. 05. 2017, URL:
http://unluogocomune.altervista.org/elenco-abbreviazioni-in-uso-nelle-chat/
22
La seconda categoria, popolare soprattutto nel linguaggio giovanile, è costituita
dalle sigle, che riducono sintagmi formati da più parole alle sole lettere iniziali di queste.
Scritte come le lettere maiuscole separate dal punto, con una sola maiuscola iniziale o con
tutte minuscole, usate in sostituzione della denominazione. L’italiano adotta molte sigle
angloamericane (variamente pronunciate) che sono poco o per nulla trasparenti. Tra i vari
casi bisogna citare ok (scritta anche okay) per confermare qualcosa, il radar e il laser (sigle
rispettivamente di radio detection and ranging ‘radiorilevamento e misurazione a distanza‘
e di light implification by stimulated emission of radiation ‘amplificazione della luce
mediante emissione stimolata di radiazioni‘), il vip (very important person), gli sms (short
message service).66
Gli acronimi, classificati tipi differenti di abbreviazione, sono formate non solo
con le lettere iniziali ma anche con le cifre e con pezzi delle parole del sintagma.67
Esempio italiano: c6? indica la frase “ci sei?” utilizzata per assicurarsi che il proprio
interlocutore sia ancora al computer. Dall’elenco delle sigle nell’uso quotidiano nelle chat
bisogna citare le più frequenti. 10X o 10Q: viene usato per ringraziare (dall’inglese thanks
(10 = ten, x = ks) o thank you (10 = ten, q = kyou)); 2: sigla del termine inglese too che
significa “anche, pure”, può essere usato in alcune frasi come “me 2″ (‘me too, anch’io’);
ASAP: acronimo di as soon as possible, di origine militare, dall’inglese “il più presto
possibile“; B4 : acronimo di before cioè “prima”. Questo perché “fore” viene pronunciato
in inglese allo stesso modo del numero 4 (four); BTW: acronimo dell’espressione inglese
by the way, in italiano “a proposito”, “ad ogni modo”, “comunque”; BFF: acronimo di best
friends forever; cy o cya: see ya, variante di see you o see you around (“ci vediamo in
giro”); IDK: acronimo dell’espressione inglese I don’t know, “non so”; IMO = In My
Opinion ovvero “secondo me”, spesso cambiato in IMHO, ovvero In My Humble Opinion
(“a mio modesto parere”)68.
65
Abbreviazioni - Abbreviazioni nel business [online], consultato 02. 05. 2017, URL:
http://it.bab.la/frasi/business/abbreviazioni/italiano-inglese
66
P. D’Achille, Op. Cit., p. 140.
67
Ibid.
68
P. Raimondi, Op. Cit. [online].
23
II.2.2.3. I morfemi indotti
69
I. Klajn, Op. Cit., p. 165.
70
Italiano e inglese a confronto, Op. Cit., p. 43.
71
Ibid, pp. 44-48.
24
coppie minime distinte semanticamente (p. es. cogestione/congestione/gestione,
codominio/condominio/dominio).72
I derivati con auto- nella maggior parte all’inizio sono di origine greca (autografo,
autoctono, autogeno) in cui l’aggiunta del prefisso significa che l’azione è svolta da ‘me
stesso’. All’inizio del Novecento la prima parola inglese formata con una base autonoma
che entra nel linguaggio italiano è autobiografia, un prestito dall’inglese autobiography.
Da allora cominciano a diffondersi calchi semantici di parole inglesi con self-
(autogoverno calcato sull’inglese self-government, autoinduzione sul self-induction, tra gli
altri autoanalisi, autoesame, autoincensamento, autosuggestione, autocritica,
autoinganno), piuttosto che i prestiti con auto- (automobile attestato in italiano in 1892). Il
primo impulso alla diffusione ha aperto la strada all’impiego del prefisso auto- nell’italiano
comune, ma soprattutto nel campo tecnico-scientifico. La formazione dei calchi con self-
continua nel Novecento: auto-aiuto, autocompiacimento, autosufficiente,
autodeterminazione. È importante notare che questo prefisso si caratterizza con profonda
integrazione con i nomi, aggettivi e verbi. Oltre al valore riflessivo e tratti tipicamente
verbali della base, la maggior parte delle parole in auto- sono i nomi, che esprimono la
coreferenza dei ruoli di agente e paziente di un’azione. Il referente extralinguistico è di
solito un essere umano: autoaccusa, autodenunciarsi, autodifesa, autodistruzione.73
72
Ibid, p. 51.
73
Ibid, pp. 52-53.
74
I. Klajn, Op. Cit., pp. 167-169.
25
II.2.3. Livello semantico
75
Sito [online], consultato 16. 05. 2017, URL: http://www.treccani.it/vocabolario/sito2_%28Sinonimi-e-
Contrari%29/
76
Navigare [online], consultato 16. 05. 2017, URL: http://www.treccani.it/vocabolario/navigare/
77
Scaricare [online], consultato 16. 05. 2017, URL: http://www.treccani.it/vocabolario/scaricare_(Sinonimi-
e-Contrari)/
78
P. D’Achille, Op. Cit., p. 71.
79
C. Bussolino, Glossario di retorica, metrica e narratologia, Milano, Alpha Test, 2006, p.42.
80
P. D’achille, Op. Cit., p. 67.
26
Il calco di traduzione/strutturale definisce un nuovo composto con lessemi
italiani dopo aver tradotto letteralmente tutti i componenti di una parola straniera, come
guerra fredda su cold war, pubbliche relazioni su public relations, politicamente corretto
sul modello angloamericano politically correct.81
La struttura del modello straniero viene riprodotta anche nei sintagmi formati da
aggettivo e sostantivo, oppure da un sostantivo con un nesso preposizionale, chiamati i
calchi sintagmatici o in locuzioni, come ad esempio lavaggio dei cervelli (calco di brain
washing), arrampicatore sociale (calco di social climber, locuzione indicante ‘la persona
ambiziosa che tenta con ogni mezzo di raggiungere un’elevata posizione sociale’), fumo di
Londra (London smoke, un nome di colore), full time (tempo pieno), alta tecnologia (high
tech), lunedi nero (il sintagma che ha preso lo spinto dall’inglese d’America black Monday
non solo con il significato legato al lessico della finanza, ma anche nel senso più generico
come ‘giornata negativa’), conferenza stampa (press conference), aria condizionata (ing.
81
Ibid.
82
M. Vesela’, Op. Cit [online].
83
R. Bombi, La linguistica del contatto. Tipologie di anglicismi nell’italiano contemporaneo e riflessi
metafisici, Roma, Il calamo, 2009, p. 63.
84
Calco [online], consultato 16. 05. 2017, URL: http://www.treccani.it/enciclopedia/calchi_(Enciclopedia-
dell%27Italiano)/
27
air conditioning), colletti bianchi (l’espressione adoperata per indicare ‘uno specifico
strato sociale cioe’ la classe media dei burocrati e degli impiegati’, ricalca il termine
inglese white collar), cucina fusion (con questo termine si intende ‘un nuovo tipo di cucina
che propone piatti e specialita delle cucine esotiche delle diverse parti del mondo’, una
formazione risaliente a fusion cuisine), gap generazionale (tale sintagma risale a
generation gap e indica ‘lo scarto di valori e ideali fra generazioni appartenenti a periodi
diversi’), guerra fredda (adoperato in riferimento allo ‘stato di tensione politica tra gli Stati
Uniti e URSS negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, l’espressione
inglese cold war significa stato di alta tensione fra due Stati senza ostilità militari’), guerre
stellari (in contesto politico la traduzione italiana dell’espressione star wars, locuzione
adoperata dal Presidene degli Stati Uniti Reagan per designare ‘il possibile scontro fra due
superpotenze mediante l’utilizzazion di potenti armi spaziali’), sedia elettrica (electric
chair), donna poliziotto (police woman), parola chiave (key word), fuga di cervelli (brain
drain), gruppo di pressione (pressure group).85
Negli ultimi anni l’inglese è diventato la lingua internazionale, non solo nella
comunicazione quotidiana, che permette di capire e farsi capire, ma anche influisce sul
lessico specialistico, sulla terminologia di lingue speciali. Ogni lingua speciale è al confine
con la lingua comune, è l’espressione di una certa disciplina ad alto grado di
specializzazione (la lingua del diritto, la lingua della medicina, la lingua dell’informatica),
alcune riguardano settori o ambiti di lavoro (la lingua giornalistica, la lingua della
televisione, della politica, della pubblicità, del cinema). Affrontando questo tema, bisogna
mettere in evidenza il fatto che molto spesso nell’ambito della comunicazione specialistica
tra i due partner ci sono tanti problemi con la comprensione, i termini scientifici molto
spesso sono trasmessi in codice, come vedremo hanno un lessico specifico, particolari
modalità di formazione delle strutture.
85
R. Bombi, Op. Cit., pp. 92-137.
28
italiana e inglese, tenendo conto che si utilizza molto di piu la nomenclatura inglese che la
propria o tradotta dalle altre lingue europee. Le caratteristiche principali dei testi di
informatica, naturalmente presenti anche in altri testi specialistici sono: la
monoreferenzialità, un unico significato per ogni termine; la non-emotività, l’assenza di
elementi personalizzanti per sottolineare l’oggettività del contenuto; la chiarezza
concenttuale e lessicale; la sinteticità, facilitazione del flusso di pensiero attraverso la
fusione di due lessemi (p. es. banca dati); la precisione e la sistematicità, sistema stabile
per la formazione di concetti che permette il riconoscimento e la formazione illimitata di
ulteriori termini; la produttività: la prefissazione (iper-, para-, meta-, sub- ecc), la
suffissazione; la ridefinizione semantica nei confronti della lingua comune e di altri
linguaggi specialistici; l’utilizzo di tecnicismi collateriali; l’uso di simboli e codici.86 Alla
base di italiano standard che resta un nucleo di lessico, si aggiungono varie neoformazioni,
tecnicismi alloglotti in forma di prestiti o calchi. L’alta frequenza di termini specialistici
allontana i testi informatici dalla lingua comune riguardo al lessico, morfologia, sintassi,
testualità particolari, rendendoli più difficilmente interpretabili da un pubblico non
specializzato.87
86
S. Cavagnoli, La comunicazione specialistica, Roma, Carocci editore S.p.A, 2007, pp. 46-47.
87
Ibid, p. 55
88
Ibid, p. 14.
29
adattati in maggioranza rappresentati dai verbi (formattare, cliccare ecc.) o di calchi
linguistici (memoria, salvare, interfaccia).89
89
R. Bombi, Op. Cit., p. 352.
90
Mohey Eddin Sholkamy Abdelgawed Sholkamy, I termini inglesi nel linguaggio dell’informatica italiana,
[online], consultato 22.05.2017, URL:
http://padis.uniroma1.it/bitstream/10805/2282/1/tesi%20di%20dottorato%20-
%20I%20TERMINI%20INGLESI%20NEL%20LINGUAGGIO%20DELL'INFORMATICA%20ITALIANO.pdf;jsessionid
=35AFFFBCD8CB62E4659CE18A46B47939, p. 12
91
M. Lanzarone, Note sulla terminologia informatica, in «Studi di lessicografia italiana», vol. XIV, 1997, p.
435.
92
F. Marri, La lingua dell’informatica, in “ Storia della lingua italiana”, a cura di L. Serianni, P. Tritone, vol. II,
Torino, Einaudi, 1994, p.625.
30
III.2. Livello morfologico
Dal punto di vista morfologico, l’inglese sfrutta il prefisso riservato per il campo
digitale che esprime l’idea di virtualità cyber-, spesso sostituito con ciber- nell’italiano per
le ragioni della pronuncia. Tra i composti inglesi con cyber- si può menzionare cybercafe
(di cyber-+ cafe), cybercrime (‘atto di crimine nel Internet’), cybercoin (‘la valuta
virtuale’) cyberspace (‘spazio virtuale’), cybersurf (‘l’atto di navigare nel cibermondo
della rete’), cybermusic, cyberbooks e cyberfilm che costituiscono la cosiddetta cultura
cyberpunk.94 Un altro prefisso molto produttivo nell’informatica e- accompagna tutti gli
oggetti elettronici, come in e-mail, e-book, e-money (o e-cash), e-commerce, e-reader
ecc.95
93
Mohey Eddin Sholkamy Abdelgawed Sholkamy, Op. Cit., pp.20-21.
94
Ibid, p. 15.
95
Ibid.
96
L. Bruno, Dizionario informatico [online], consultato 23.05.2017, URL: http://www.dizionario-
informatico.it/
97
Mohey Eddin Sholkamy Abdelgawed Sholkamy, Op. Cit., p. 38.
31
Un altro tipo di riduzione morfologica che concorre in un modo efficace alla
creazione delle abbreviazioni si manifesta attraverso un processo di accorciamento. Tra gli
esempi della riduzione di una parola per brevità della pronuncia si trovano: bot ← (ro)bot,
DOC ← doc(ument), link ←(hyper)link; gli esempi di due parole costituite con solo una:
buffering ← (data) buffering, cache ← cache (memory), utility ← utility (program), buffer
← buffer (storage); omissione di due parole meno necessarie: tablet ← Tablet (Personal)
(Computer) (o tablet PC); accorciamento di quattro parole, lasciando una: browse ←
(World) (Wide) (Web) browser. Il soggettivo email ← e(lectronic) mail e tutti i derivati
dall’aggettivo electronic illustrano un processo, in cui si accorcia la parte aggettivale.98 Si
deve accennare al caso della abbreviazione più usata nel linguaggio informatico
internazionale e infine italiano: COM, abbreviazione di COMmunication che indica ‘il
nome delle porte seriali per la trasmissione di dati tra computer e periferiche’.99
98
Ibid, p. 39.
99
P. R. Bernardo, Glossario die termini informatici più comuni [online], consultato 21.05.2017, URL:
http://www.artec.unirc.it/pac/glossario.pdf
32
sostantivo in funzione di aggettivo (chiamato determinante) e sostantivo (determinato
appunto), il sostantivo aggettivale inglese diventa un complemento. 100
100
Mohey Eddin Sholkamy Abdelgawed Sholkamy, Op. Cit., p. 25-30.
101
Ibid, p. 26.
102
Ibid.
33
di ‘un luogo virtuale in cui un utente presenta e offre servizi agli altri utenti della rete’. Il
valore semantico di icona viene riabilitato per influenza dell’inglese icon dall’immagine
sacra’ ad una ‘piccola immagine che viene visualizzata sullo schermo’ e serve a indicare
un file, un programma o qualsiasi oggetto che può essere manipolato dall’utente’103.
103
Mohey Eddin Sholkamy Abdelgawed Sholkamy, Op. Cit., p. 22.
104
F. Destri, Cognitive security: la nuova frontiera nella lotta al cybercrimine [online], consultato 25.05.2017.
URL: http://www.cwi.it/sicurezza/cybercrimine-hacking/cognitive-security-nuova-frontiera-103664
34
L’articolo presenta i modi di adattamento del lessico informatico inglese in
italiano: l’uso di prestiti non adattati: il termine cognitive security (appare già all’inizio del
testo e significa ‘tutti gli atti che consentono agli analisti di raccogliere e analizzare in
modo efficace un’enorme quantità di dati’); altri sono: software defined (fa espresso
riferimento alla ‘rete definita software significa un approccio alla rete di computer che
consente agli amministratori di rete di inizializzare, controllare, modificare e gestire in
modo dinamico i cambiamenti nella rete attraverso le interfacce aperte’), endpoint
(‘consente di monitorare una applicazione’), cybersecurity (‘la sicurezza in Internet’); la
locuzione adattata parzialmente con un sostantivo concordato al livello morfologico con
l’aggettivo: device mobili (‘aparecchiatture elettroniche portatili’); i calchi di traduzione:
cybercrimine (derivato da cybercrime, ‘un crimine informatico’), intelligenza cognitiva
(calcato sull’ingl. cognitive intelligence, ‘l’intelligenza emotiva’); di calchi semantici (rete,
applicazione); dell’abbrevizione cloud, l’accorciamento di una parola (cloud (computing)/
tradotto in italiano anche come nuvola informatica, significa ‘un paradigma di processi
informatici, come l'archiviazione, l'elaborazione o la trasmissione di dati’), le sigle IoT
(‘Internet delle cose’ sigla dell’ingl. Internet of things, con il riferimento al ‘mondo
elettronico che influisce il mondo reale’), IDC (International Data Corporation, ‘il più
grande mercato delle ricerche informatiche’). Per quanto riguarda il piano sintattico, si nota
uno dei più importanti aspetti sintattici del linguaggio informatico, ovvero la
spersonalizzazione del discorso con le forme impersonali (si prevede), passive (vengono
introdotte…), il gerundio (affinando e automatizzando abilità…), l‘infinito (la capacità
(…) di consentire).
Conclusione
Dal punto di vista storico, la lingua italiana può essere considerata come il risultato
dell’incrocio tra culture diverse. Poiché essa si presenta come la lingua in costante
movimento, sarà facile comprendere la nota tendenza che porta ad accettare un numero
sempre più significativo di forestierismi. A partire dal Settecento cambia la posizione
dominante del latino; conseguentemente, l’inglese inizia con notevole successo ad
influenzare l’italiano per quanto riguarda i più diversi ambiti: da quello politico, a quello
35
economico, dal campo burocratico, alla vita sociale, inglobando anche l’aspetto scientifico-
culturale. L’analisi diacronica degli anglicismi rivela che la terminologia inglese trova
spazio nelle diverse lingue europee soprattutto grazie allo scambio intelettuale e
commerciale tra diversi paesi. Attraverso lo sviluppo delle società e delle loro tecnologie
l’inglese acquisisce notevole prestigio, tanto da venir considerato la lingua internazionale.
L’influsso di questa lingua non si arresta: l’inglese, attraverso successive tappe, continuerà
nella sua ascesa. Il presente lavoro ha lo scopo di raccogliere le informazioni riguardanti la
storia dell’espansione degli anglicismi nei suoi diversi ambiti.
36
tendono a concentrarsi nella lingua scritta, creando una sorta di sottocodice; il notevole
contributo apportato dal lessico inglese a livello d’informatica è stato descritto nella terza
parte del presente lavoro.
Bibliografia
Bianchini, E. (1998) Italiano straniero. Piccolo repertorio storico dei barbarismi e dei
significati che mutano nella lingua italiana, Perugia: Guerra Edizioni.
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Zanichelli.
Klajn, I. (1972) Influssi inglesi nella lingua italiana, Firenze: Leo S. Olschki editore.
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italiana, vol. XIV.
Marri, F. (1994) “La lingua dell’informatica”, In Serianni, L., Tritone, P. (a cura di) Storia
della lingua italiana, vol. II, Torino: Einaudi.
Sullam Calimani, A.V. (a cura di) (2003) Italiano e inglese a confronto: atti di convegno
Italiano e inglese a confronto: problemi di interferenza linguistica, Venezia, 12-13 aprile
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Zolli, P. (1991) Le parole straniere, Bologna: Zanichelli.
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Destri, F. Cognitive security: la nuova frontiera nella lotta al cybercrimine [online].
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nuova-frontiera-103664 [consultato 25.05.2017].
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http://unluogocomune.altervista.org/elenco-abbreviazioni-in-uso-nelle-chat/ [consultato 02.
05. 2017].
39