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Apologia di Socrate
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Apologia di Socrate

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Traduzione di Francesco Acri. L'Apologia di Socrate è un testo giovanile di Platone. Scritto tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo al vecchio filosofo ateniese. Il testo è uno scritto particolare, in quanto la narrazione non è in forma di dialogo tra due o più persone: sia Platone che Socrate, infatti, disdegnavano la scrittura sostenendo che la filosofia fosse un'arte prettamente orale.

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LanguageItaliano
PublisherE-text
Release dateMay 1, 2012
ISBN9788897313236
Author

Plato

Plato, one of the most renowned ancient Greek philosophers, was born in 427 B.C. to an aristocratic and wealthy family, which played a prominent part in Athenian politics. Plato in conjunction his teacher, Socrates, and his pupil, Aristotle helped to lay the foundations of Western philosophy and culture. While primarily influenced by Socrates, Plato’s work was also affected by the philosophies of Heraclitus, Parmenides, and the Pythagoreans. Under the guidance of Socrates, Plato devoted himself to the pursuit of wisdom and upon Socrates’ death, joined a group of the Socratic disciples gathered at Megara. Later he travelled in Egypt, Magna Graecia, and Sicily. He returned to Athens and founded a school, known as the Academy, which seems to have been his home base for the remainder of his life. While thirty-five dialogues and thirteen letters have traditionally been ascribed to Plato, modern scholarship doubts the authenticity of some of them. His early dialogues are also known as the Socratic dialogues and include Apology, Crito, Euthyphro, and Protagoras. He followed these with his transitional dialogues: Gorgias, Meno , and Euthydemus . The Symposium and the Republic are considered the centerpieces of Plato's middle period and are considered some of his most revered work, and other middle dialogues include Phaedo, Phaedrus, and Theaetetus. Plato’s Laws is the best known dialogues of his late period. Plato died in 347 B.C.

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    Apologia di Socrate - Plato

    Informazioni

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Apologia di Socrate

    AUTORE: Plato

    TRADUTTORE: Acri, Francesco

    CURATORE: Carena, Carlo

    NOTE:

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788897313236

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/libri/licenze/.

    TRATTO DA: Platone : Dialoghi, nella versione di Francesco Acri. A cura di Carlo Carena. Edizione CDE spa - Milano, su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano 1988.

    CODICE ISBN FONTE: informazione non disponibile

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 27 agosto 2003

    INDICE DI AFFIDABILITA': 1

      0: affidabilità bassa

      1: affidabilità media

      2: affidabilità buona

      3: affidabilità ottima

    DIGITALIZZAZIONE:

    Lorenzo Riccardi, lorenzo-riccardi@libero.it

    REVISIONE:

    Lorenzo Riccardi, lorenzo-riccardi@libero.it

    IMPAGINAZIONE:

    Roberta Barcaroli, r.barcaroli@yahoo.it

    Alessandro Levati, 8av10s@tiscali.it

    PUBBLICAZIONE:

    Alberto Barberi

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    L'apologia di Socrate

    I

    Quello che è avvenuto a voi, Ateniesi, in udire i miei accusatori, non so; ma io, per cagion loro, poco meno mi dimenticai di me stesso, cosí parlarono persuasivamente: benché, se ho a dire, essi non han detto nulla di vero. Ma delle molte loro menzogne ne ammirai massimamente una, questa: dissero che a voi bene conveniva guardarvi non foste tratti da me in inganno, perciò che sono terribile dicitore. Imperocché a non vergognarsi che tosto li avrei smentiti, mostrando in fatto non essere niente terribile dicitore, questa mi parve la lor maggiore impudenza: salvo che non chiamino terribile dicitore uno che dice il vero; ché, se intendono cosí, ben consentirei che sono oratore io: ma non a lor modo. Essi dunque han detto poco o nulla di vero, come io dico; ma da me voi udirete tutta la verità. Non, per Giove, orazioni ornate, come le loro, di frasi e parole belle; ma sí udirete cose dette senza niuno studio, con quelle parole che vengono, ma giuste, io credo; e niun di voi si aspetti altro da me. Perché non istarebbe bene, che io, o cittadini, venissi innanzi a voi come un giovinetto che modelli sue orazioni; io, a questa età. Anzi, o Ateniesi, di questo prego voi, e voi supplico, che se udite me con quelle parole difender me stesso con le quali son solito parlare e in mercato ai banchi, dove mi hanno udito molti di voi, e altrove, non vi maravigliate né facciate rumore. La cosa va cosí: io, la prima volta ora, vengo su in tribunale e ho settant'anni; onde alla dicitura di qui sono proprio

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