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ED
EMOGLOBINOPATIE
CONGENITE
DEFINIZIONE DI PDTA.
Un PDTA è un intervento complesso mirato alla condivisione dei processi
decisionali e dell’organizzazione dell’assistenza per un gruppo specifico di
pazienti durante un periodo di tempo ben definito.
Le caratteristiche fondanti i PDTA includono:
Una chiara esplicitazione degli obiettivi e degli elementi chiave
dell’assistenza basata su evidenze scientifiche, best practice,
aspettative dei pazienti e loro caratteristiche;
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
OBIETTIVI.
L’implementazione del PDTA mira a garantire un livello minimo ed
uniforme di qualità dell’assistenza su tutto il territorio regionale. Non si
tratta tuttavia di un modello chiuso e rigido, ma di uno strumento in
continuo divenire, oggetto di monitoraggio e valutazione dell’impatto
clinico ed economico in una prospettiva di crescente miglioramento della
qualità secondo il noto ciclo di Deming o PDCA (Plan–Do–Check–Act -
Pianificare - Fare - Verificare – Agire).
Obiettivi specifici del PDTA sono dunque il miglioramento dell’efficacia ed
efficienza delle cure, la riduzione della variabilità nelle cure e del rischio
clinico derivante dall’erogazione di cure non appropriate.
DESTINATARI.
Il PDTA si rivolge a tutti gli attori coinvolti nella gestione clinica e
nell’assistenza dei pazienti affetti da talassemia ed emoglobinopatie
congenite:
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
Direzioni Sanitarie
Distretti Socio-sanitari
Medici Ematologi
Medici di Medicina Trasfusionale
Medici Specialisti (endocrinologi, radiologi, cardiologi, fisiatri,
diabetologi, ecc…)
Personale di Centri specializzati nella cura di queste patologie
Medici di Medicina Generale
Associazioni dei Pazienti
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
Storia ed epidemiologia.
La storia scientifica delle talassemie inizia nel 1925, quando i due pediatri
statunitensi Thomas Cooley e Pearl Lee identificarono per la prima volta il
quadro morboso della malattia, descrivendo i casi di cinque bambini
affetti da una grave forma di anemia associata ad ingrossamento della
milza e fegato, presenza di leucociti e globuli anemici, allargamento delle
ossa del cranio e della faccia, alterazioni delle ossa lunghe e scolorimento
della pelle.
L’origine italiana dei piccoli pazienti causò la denominazione attribuita a
questa patologia che venne infatti indicata con i termini di Thalassemia,
dalla parola greca “Thalassa” che significa mare, e di anemia
mediterranea.
Negli anni ‘30 altri due medici statunitensi della Rochester University,
William Bradford e George Whipple, premio Nobel nel 1934 per le
ricerche sulla fisiopatologia e la terapia dell’anemia perniciosa,
confermarono che si trattava di una malattia del sangue che traeva la
propria localizzazione nei paesi affacciati sul mar Mediterraneo.
In seguito fu riscontrata una diffusione piuttosto elevata della malattia
anche in Africa, nel Medio Oriente, nell’India subcontinentale, nel Sud Est
asiatico, in Cina, nella Penisola malese e in Indonesia e negli anni ’50 due
ematologi italiani, Ezio Silvestroni e Ida Bianco, dimostrarono l’origine
genetica della malattia: un individuo nasce malato di Anemia
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
dove, però, non si può identificare con facilità a causa del rilevante flusso
migratorio di popolazioni eterogenee.
L’incidenza maggiore è presente in Grecia (5-10%), Cipro (10-15%),
Libano, Israele, Bulgaria, Romania, Georgia, Azerbaijan (7%) e fra gli
Ebrei Curdi, dove raggiunge anche il 20%.
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La Puglia è una delle regioni italiane a più alto rischio per l’elevato
numero di portatori sani (oltre 250.000) su una popolazione totale di oltre
4 milioni di abitanti. In pratica si calcola che sia microcitemico un pugliese
ogni quindici. La conseguenza di questa importante incidenza è che è più
probabile che nella nostra regione si formi una coppia a rischio.
DIAGNOSI.
Screening e diagnosi effettuati da centri accreditati in regime
ambulatoriale e/o di day service in base a modalità operative codificate.
In caso di diagnosi positiva di talassemia intermedia o simili (esempio
emoglobinosi H) e di talassemia maior, i centri abilitati rilasciano ai
pazienti specifica certificazione, attraverso l’inserimento nel registro per
malattie rare supportato dal Sistema Informativo Malattie Rare della
Regione Puglia (SIMARP). Il rilascio della suddetta certificazione garantisce
agli assistiti il diritto all’esenzione dal contributo alle prestazioni sanitarie.
PERCORSO TERAPEUTICO-ASSISTENZIALE.
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Rete di assistenza:
I centri di assistenza e cura presenti sul territorio regionale vengono
classificati in base al numero e alla qualità delle prestazioni che sono in
grado di erogare in favore dei soggetti affetti da talassemia ed
emoglobinopatie congenite: screening, diagnosi prenatale, diagnosi
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ecc…
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Terapia ferrochelante.
Terapia trasfusionale.
La terapia trasfusionale in favore dei pazienti cronici emo-dipendenti
viene erogata in regime di “DH terapeutico”. Per i pazienti non in regime
trasfusionale cronico, o per i quali non è necessario un setting
assistenziale in DH, l’assistenza viene erogata in regime ambulatoriale
e/o di day service.
Follow-up.
I controlli laboratoristici/strumentali sono erogati in DH su posti letto
dell’U.O. del Centro o dell’azienda di riferimento, con personale dedicato
e nel rispetto dei criteri di efficienza riportati negli indicatori. Per i pazienti
per i quali non è necessario un setting assistenziale in DH, l’assistenza
viene erogata in regime ambulatoriale e/o di day service.
SCORE PROGNOSTICO.
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE.
I sistemi informativi e di rendicontazione dell'attività sanitaria
attualmente in uso non consentono il monitoraggio sistematico
dell'attività assistenziale in favore dei soggetti con talassemia.
Il presente PDTA richiede pertanto il perfezionamento dei flussi esistenti
e l’introduzione di nuovi specifici indicatori.
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Numeratore e denominatore ottenuti dal report annuale del centro. Per sovraccarico marziale moderato
lieve si intende un valore medio annuo di ferritina inferiore a 2500 μg/l
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e di efficienza:
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Numeratore e denominatore ottenuti dal report annuale del centro. Per comorbidità si intende una
complicanza specifica della malattia meritevole di trattamento.
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Per essere efficiente un centro dovrebbe assicurare l’assistenza ad almeno 20 pazienti con talassemia in
regime trasfusionale cronico per posto letto, considerando in media due accessi al giorno per posto letto e la
frequenza di un accesso ogni due settimane da parte dello stesso paziente.
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Numeratore ottenuto da dati SDO a seguito delle modifiche apportate per codificare le attività in favore dei
soggetti affetti da talassemia intermedia e maior
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Denominatore ottenuto dal report del centro.
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Ricavabile da dati SDO a seguito delle modifiche apportate per codificare le attività in favore dei soggetti
affetti da talassemia intermedia e maior con la seguente formula:
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PDTA TALASSEMIE ED EMOGLOBINOPATIE CONGENITE
RIFERIMENTI NORMATIVI.
- LEGGE 23 dicembre 1996, n. 662 avente ad oggetto “Misure di
razionalizzazione della finanza pubblica”:
L’art. 1 “Misure in materia di sanità', pubblico impiego, istruzione,
finanza regionale e locale, previdenza e assistenza” comma 28
introduce per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano il
concetto di PDT: “Allo scopo di assicurare l'uso appropriato delle risorse
sanitarie e garantire l'equilibrio delle gestioni, i medici abilitati alle
funzioni prescrittive conformano le proprie autonome decisioni tecniche
a percorsi diagnostici e terapeutici, cooperando in tal modo al rispetto
degli obiettivi di spesa. I percorsi diagnostici e terapeutici sono
individuati ed adeguati sistematicamente dal Ministro della sanità,
avvalendosi dell'Istituto superiore di sanità, sentite la Federazione
nazionale dell'ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri e le società
scientifiche interessate, acquisito il parere del Consiglio superiore di
sanità. Il Ministro della sanità stabilisce, d'intesa con la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome
di Trento e di Bolzano, gli indirizzi per l'uniforme applicazione dei
La formula tiene conto di un attività di DH per minimo 250 giorni all’anno (giorni non festivi) e tenuto conto
che su ogni posto letto di DH (PL) è possibile effettuare due accessi al giorno. Viene pertanto considerato il
numero dei posti letto equivalenti (PLE) che sono doppi rispetto ai PL.
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BIBLIOGRAFIA.
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