Esame di
Storia del teatro musicale e drammaturgia
“L’ Euridice”
Dramma musicale di Jacopo Peri,
testi di Ottavio Rinuccini
• La struttura
L'Euridice del Rinuccini è un unico lungo testo in versi settenari ed endecasillabi,
alternati liberamente, senza divisione in atti e senza che possano essere identificate strutture
formali simili alle arie.
Nella scena successiva Orfeo, davanti alle porte dell'Averno, con l'intento di
commuovere gli abitanti degli inferi, canta l'arioso "Funeste piagge". Dal punto di vista
musicale si ha l'imitazione del pianto è realizzata con un contrattempo sull'esclamazione
"Ohimè" e dall'inflessione armonica dalla dominante alla sensibile. Proserpina interverrà per
piegare Plutone, ed Euridice viene resa ad Orfeo. La scena è chiusa da un doppio coro di
ombre degli inferi che l'assenza della voce di soprano rende di timbro scuro.
Anche Giulio Caccini, il quale aveva contribuito all'Euridice del Peri con alcune arie
(l'aria di Euridice, l'aria del pastore e il coro "Al canto, al ballo") si pose a musicare, nello
stesso anno, lo stesso testo del Rinuccini.
• Ruoli
Ruolo Voce
2
La Tragedia soprano
Euridice soprano
Orfeo tenore
Arcetro, un pastore contralto
Tirsi, un pastore tenore
Aminta, un pastore tenore
Dafne soprano
Venere soprano
Plutone basso
Proserpina soprano
Radamanto tenor
Caronte basso
Ninfe e pastori, ombre e deità degli inferi
Per analizzare dal punto di vista metrica ho scelto un recitativo del personaggio
che si chiama Tragedia dal prologo:
3
ecco i mesti coturni, e i foschi panni
cangio, e desto nei cor piu dolci affetti.
Or s'avverrа, che le cangiate forme
non senza alto stupor la terra ammiri,
tal ch'ogni alma gentil ch'Apollo inspiri
del mio novo cammin calpesti l'orme.
Vostro regina sia cotanto alloro
qual forse anco non colse Atene, o Roma,
fregio non vil fu l'onorata chioma
fronda febea fra due corone d'oro.
Tal per voi torno, e con sereno aspetto
ne' reali imenei, m'adorno anch'io,
e su corde piu liete il canto mio
tempro al nobile cor dolce diletto.
Mentre Senna real prepara intanto
alto diadema, onde il bel crin si fregi,
e i manti, e seggi degl'antichi regi
del tracio Orfeo date l'orecchia al canto.
Prologo, dal greco πρόλογος: prologos; da pro (prima) e lógos (discorso) è una scena introduttiva,
un monologo che precede un'opera teatrale (o anche l'attore che recita tale monologo), oppure una
introduzione a un'opera (o racconto) in genere.
Il prologo ha una grande importanza nella commedia e nella tragedia greca: a recitarlo è un
personaggio della scena, una divinità apparsa ex machina, una personificazione del prologo stesso oppure di
un'allegoria oppure ancora un personaggio che incarna il ruolo dell'autore, che si rivolge agli ascoltatori in
un monologo destinato a svelare l'antefatto, cioè a introdurre l'azione scenica prima del suo vero e proprio
inizio, a chiarire degli avvenimenti. Inoltre, poteva dare delle informazioni sull'autore, sull'originale greca
(nelle commedie Romane) e il suo autore, o poteva avere la funzione di difendere l'autore dalle critiche.
Struttura:
7 strofe di 4 versi ciascuna (quartine) – schema metrico: endecasillabo piano (versi
sciolti)
Schema delle rime:
ABBA – rima bacciata
CDDC – rima bacciata
EFFE – rima bacciata
GHHG – rima bacciata
LMML – rima bacciata
4
NOON – rima bacciata
PRRP – rima bacciata
Altre caratteristiche: ci sono sinalefi (vaga⁀e), elisioni (d'alti), sineresi (pian/ti), dieresi
(te/a/tri)
D spet1/ta2/co3/lo⁀(sinalefe)in4/fe5/li6/ce⁀(sinalefe)al7/ guar8(sineresi)/do⁀(sinalefe)u9/ma↙10/no11(Piano)
5
C can1/to2/ su3/ mes4/te, ⁀(sinalefe)e5/ lag6/ri7/mo8/se9/ sce↙10/ne11. (Piano)
Scansione:
A +-+--++--+- 1,3,6,7,10
B +--+---+-+- 1,4,8,10
C +++--+-+-+- 1,2,3,6,8,10
D --+--++--+- 3,6,7,10
E -+-+---+-+- 2,4,8,10
E -+-+---+-+- 2,4,8,10
F -+---+-+-+- 2,6,8,10
B +--+---+-+- 1,4,8,10