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Ministero dell’Istruzione dell’Universita e della Ricerca

Istituto di Alta Cultura


Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari
Anno accademico: 2015/2016
Biennio, I anno, Canto lirico

Esame di
Storia del teatro musicale e drammaturgia

2 parte – analisi della poesia

“L’ Euridice”
Dramma musicale di Jacopo Peri,
testi di Ottavio Rinuccini

Candidata: Abryutina Anastasia


Docente: Innes Aliprandi

“L’Euridice” è una melodramma musicato da Jacopo


Peri nel 1600 su libretto di Ottavio Rinuccini.
• La storia
Occasione della composizione furono le nozze di Maria de' Medici, figlia del
granduca di Toscana Francesco I de' Medici, con Enrico IV di Francia, celebrate nel Duomo di
Firenze il 5 ottobre 1600. Il melodramma musicato da Peri fu rappresentato per la prima volta
a Palazzo Pitti il giorno successivo (6 ottobre 1600) con Francesco Rasi, Francesca
Caccini, Vittoria Archilei, Emilio de' Cavalieri e Jacopo Corsi all'organo. Questa costituisce
convenzionalmente la data di nascita del melodramma, pur non rappresentando la prima
rappresentazione in senso assoluto di un'opera in musica in quanto qualche anno prima era
stata rappresentata una Dafne musicata dallo stesso Peri su testo dello stesso Rinuccini.
Nel 1616 avviene la prima nel Palazzo del Podestà (Bologna) nella seconda versione.
Nel 1960 avviene la prima nel Giardino di Boboli con Luciana Palombi ed Agostino
Ferrin.

• La struttura
L'Euridice del Rinuccini è un unico lungo testo in versi settenari ed endecasillabi,
alternati liberamente, senza divisione in atti e senza che possano essere identificate strutture
formali simili alle arie.

Dopo un prologo, cantato dalla personificazione della "Tragedia", la scena si apre su


di un ambiente pastorale dove si celebrano le nozze di Orfeo con Euridice con i pastori che
intonano il coro a 5 voci "Al canto, al ballo"; questo coro, che presenta vari passaggi
inimitazione testimonia come «la tradizione contrappuntistica sia presente anche nel primo
esemplare del nuovo stile monodico».

Successivamente Orfeo saluta i luoghi che lo vedono sereno, un brano giudicato


da Massimo Mila il primo esempio storicamente noto di "recitar cantando". Subito dopo,
preceduti dal suono di un triflauto, in un ambiente agreste, intervengono nell'ordine i pastori
Tirsi e Dafne. Quest'ultima narra la vicenda di Euridice scomparsa dopo essere stata morsa da
un serpente mentre era intenta a cogliere fiori. Segue il lamento di Orfeo "Non piango non
sospiro" giudicato il vertice lirico e musicale dell'opera.

Nella scena successiva Orfeo, davanti alle porte dell'Averno, con l'intento di
commuovere gli abitanti degli inferi, canta l'arioso "Funeste piagge". Dal punto di vista
musicale si ha l'imitazione del pianto è realizzata con un contrattempo sull'esclamazione
"Ohimè" e dall'inflessione armonica dalla dominante alla sensibile. Proserpina interverrà per
piegare Plutone, ed Euridice viene resa ad Orfeo. La scena è chiusa da un doppio coro di
ombre degli inferi che l'assenza della voce di soprano rende di timbro scuro.

Si ritorna alla scena iniziale: ninfe e pastori si rallegrano per il ricongiungimento di


Orfeo ed Euridice con cori che si alternano a danze, in sintonia con l'occasione nuziale che ha
dato origine alla festa.

Anche Giulio Caccini, il quale aveva contribuito all'Euridice del Peri con alcune arie
(l'aria di Euridice, l'aria del pastore e il coro "Al canto, al ballo") si pose a musicare, nello
stesso anno, lo stesso testo del Rinuccini.

• Ruoli
Ruolo Voce

2
La Tragedia soprano
Euridice soprano
Orfeo tenore
Arcetro, un pastore contralto
Tirsi, un pastore tenore
Aminta, un pastore tenore
Dafne soprano
Venere soprano
Plutone basso
Proserpina soprano
Radamanto tenor
Caronte basso
Ninfe e pastori, ombre e deità degli inferi

Per analizzare dal punto di vista metrica ho scelto un recitativo del personaggio
che si chiama Tragedia dal prologo:

Io, che d'alti sospir vaga e di pianti


spars'or di doglia, or di minacce il volto
fei negl'ampi teatri al popol folto
scolorir di pietà volti, e sembianti.
Non sangue sparso d'innocenti vene
non ciglia spente di tiranno insano,
spettacolo infelice al guardo umano
canto su meste, e lagrimose scene.
Lungi via lungi pur da regi tetti
simolacri funesti, ombre d'affanni,

3
ecco i mesti coturni, e i foschi panni
cangio, e desto nei cor piu dolci affetti.
Or s'avverrа, che le cangiate forme
non senza alto stupor la terra ammiri,
tal ch'ogni alma gentil ch'Apollo inspiri
del mio novo cammin calpesti l'orme.
Vostro regina sia cotanto alloro
qual forse anco non colse Atene, o Roma,
fregio non vil fu l'onorata chioma
fronda febea fra due corone d'oro.
Tal per voi torno, e con sereno aspetto
ne' reali imenei, m'adorno anch'io,
e su corde piu liete il canto mio
tempro al nobile cor dolce diletto.
Mentre Senna real prepara intanto
alto diadema, onde il bel crin si fregi,
e i manti, e seggi degl'antichi regi
del tracio Orfeo date l'orecchia al canto.
Prologo, dal greco πρόλογος: prologos; da pro (prima) e lógos (discorso) è una scena introduttiva,
un monologo che precede un'opera teatrale (o anche l'attore che recita tale monologo), oppure una
introduzione a un'opera (o racconto) in genere.
Il prologo ha una grande importanza nella commedia e nella tragedia greca: a recitarlo è un
personaggio della scena, una divinità apparsa ex machina, una personificazione del prologo stesso oppure di
un'allegoria oppure ancora un personaggio che incarna il ruolo dell'autore, che si rivolge agli ascoltatori in
un monologo destinato a svelare l'antefatto, cioè a introdurre l'azione scenica prima del suo vero e proprio
inizio, a chiarire degli avvenimenti. Inoltre, poteva dare delle informazioni sull'autore, sull'originale greca
(nelle commedie Romane) e il suo autore, o poteva avere la funzione di difendere l'autore dalle critiche.

Struttura:
7 strofe di 4 versi ciascuna (quartine) – schema metrico: endecasillabo piano (versi
sciolti)
Schema delle rime:
ABBA – rima bacciata
CDDC – rima bacciata
EFFE – rima bacciata
GHHG – rima bacciata
LMML – rima bacciata

4
NOON – rima bacciata
PRRP – rima bacciata
Altre caratteristiche: ci sono sinalefi (vaga⁀e), elisioni (d'alti), sineresi (pian/ti), dieresi
(te/a/tri)

Per esempio, analizziamo le prime 2 strofe:


A Io,1(sineresi)/ che2/ d'al3(elisione)/ti4/ so5/spir6/ va7/ga⁀(sinalefe)e8/ di9/ pian↙10(sineresi)/ti11(Piano)

B spars1/'or2(elisione)/ di3/ do4/glia(sineresi), ⁀(sinalefe)or5/ di6/ mi7/nac8/ce⁀(sinalefe)il9/ vol↙10/to11(Piano)

B fei1/ negl'2(elisione)/am3/pi4/ te5/a6(dieresi)/tri⁀(sinalefe)al7/ po8/pol9/ fol↙10/to11(Piano)

A sco1/lo2/rir3/ di4/ pie5(sineresi)/tà6/ vol7/ti, ⁀(sinalefe)e8/ sem9/bian↙10(sineresi)/ti11. (Piano)

C Non1/ san2/gue3(sineresi)/ spar4/so5 /d'in6(elisione)/no7/cen8/ti9/ ve↙10/ne11(Piano)

D non1/ ci2/glia3(sineresi)/ spen4/te5/ di6/ ti7/ran8/no⁀(sinalefe)in9/sa↙10/no11, (Piano)

D spet1/ta2/co3/lo⁀(sinalefe)in4/fe5/li6/ce⁀(sinalefe)al7/ guar8(sineresi)/do⁀(sinalefe)u9/ma↙10/no11(Piano)

5
C can1/to2/ su3/ mes4/te, ⁀(sinalefe)e5/ lag6/ri7/mo8/se9/ sce↙10/ne11. (Piano)

Scansione:
A +-+--++--+- 1,3,6,7,10
B +--+---+-+- 1,4,8,10
C +++--+-+-+- 1,2,3,6,8,10
D --+--++--+- 3,6,7,10
E -+-+---+-+- 2,4,8,10
E -+-+---+-+- 2,4,8,10
F -+---+-+-+- 2,6,8,10
B +--+---+-+- 1,4,8,10

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