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Del linguaggio già abbiamo detto che è solo un mezzo.

Abbiamo fatto l’esempio dell’esca che si dimentica


dopo aver ottenuto ciò che si voleva. Infine la morte. Anche la dicotomia tra vita e morte viene smontata da
ZhuangZi. In generale i filosofi cinesi antichi non si preoccupavano della sofferenza. Quindi la sofferenza
non era per loro un argomento che li turbasse, a differenza del buddhismo, corrente filosofica e religiosa
che arriva dall’India a partire dal I secolo dopo Cristo che invece è incentrato sul tema della sofferenza
“duhkha” (si legge ducca) in sanscrito. “Duhkha”, la sofferenza, è il centro del pensiero buddhista, liberare
gli esseri dalla sofferenza è il fine soteriologico di salvezza principale di questa religione. Qui siamo invece in
una situazione diversa. Questo pensiero autoctono e preimperiale è un pensiero che non si mostra
particolarmente disturbato dalla sofferenza. La sofferenza è accettata come parte della vita, come parte
integrante dell’alternanza ciclica tra gioia e dolore, giorno e notte o vita e morte. Per cui non ci di sconvolge
più di tanto di fronte alla realtà della sofferenza come invece succederà poi con il buddhismo. Il Zhuangzi è
unico anche per questo suo tentativo di pervenire ad una riconciliazione tra la vita e la morte, cioè
rintegrare la morte nella vita e giungere all’accettazione della morte, quindi per Zhuangzi la morte va
accettata come un processo naturale come una normale fase della vita e la vita come una fase normale
della morte. Quindi sono un tutt’uno. La dissoluzione del sé, di sè stessi che porta alla morte per Zhuangzi è
soltanto un processo di trasformazione e va assolutamente accettato.

Cominciamo con questo testo tratto dal Zhuangzi, da uno dei capitoli interni, il settimo, intitolato “ 應帝王”
Yīng dìwáng.

應 in questo caso significa adatto ed è quel carattere che significa anche rispondere, reagire.
帝 sono gli imperatori 王 sono i re.
南海之帝為儵。Nánhǎi zhī dì wèi shū. Questo wèi 為 ha una funzione verbale ed ha una funzione di
copula.
南海: il mare del sud
之: congiunzione di determinazione
帝: imperatore
為: verbo essere, copula
儵: breve
Quindi l’imperatore dei mari del sud o dei mari meridionali era breve.

Secondo un commentario dell’epoca del periodo di divisione delle Sei Dinastie, quindi dopo il crollo
dell’impero Han quando il taoismo era ormai diventato taoismo religioso, quindi il Zhuangzi diventa quasi
un testo sacro potremmo dire, in quel periodo c’era un commentario di Li Yi il quale afferma che questo 儵,
questo breve, sia da considerarsi una metafora per ciò che ha una figura di 有 you e 象 xiàng. Quindi può
anche essere tradotto come “l’imperatore dei mari del sud era avente figura”. Quindi il nome di questo
imperatore può anche essere tradotto come Avente Figura.
北海之帝為忽。Běihǎi zhī dì wèi hū.
L’imperatore dei mari settentrionali è 忽.
忽 significa improvviso e anche qui, secondo lo stesso commentario, sarebbe una metafora di 不形 bu
Xíng ovvero senza forma.

Questi due imperatori incarnano un concetto un po’ lontano da quello taoista.

中央之帝為渾沌。Zhōngyāng zhī dì wèi húndùn.


L’imperatore del centro, delle regioni centrali, era 渾沌 ossia caos, la massa indifferenziata, la massa
primordiale. Il caos nella concezione di Zhuangzi è tutto quello che esiste prima di prendere delle forme
proprie, quindi all’inizio c’era un caos, questa massa indifferenziata dove tutte le cose erano mescolate, non
erano distinte. Poi comincia un processo di differenziazione quindi nascono le piante, gli animali, i fiumi, i
mari ecc. questa è la concezione cosmogonica di Zhuangzi. Quindi 渾沌 è il caos, tutto ciò che è prima di
essere differenziato e per Zhuangzi è importante non differenziare anche quando si pensa. Quindi anche il
pensiero è importante mantenerlo intero non diviso. Anche con Laozi è importante l’uno, l’unità. Già
capiamo che questo caos è un concetto positivo per Zhuangzi mentre gli altri due imperatori che sono
Avente Figura e Senza Forma invece incarnano un concetto un po’ negativo. Lo vediamo anche da come si
evolve l’evoluzione.

儵與忽時相與遇於渾沌之地。Shū yǔ hū shí xiāng yǔ yù yú húndùn zhī dì.


與 ha valore di congiunzione come in italiano e. Congiunzione tra due sostantivi.
時 significa tempo, in questo caso però è un avverbio e significa spesso, tante volte.
相 significa vicenda, l’un l’altro, mutualmente.
遇 è un verbo che significa frequentarsi, frequentare degli amici o delle persone.
Traduzione: spesso si frequentavano.
於 è la particella che indica lo stato in luogo.
渾沌之地 nel territorio di 渾沌 (caos)

渾沌待之甚善。Húndùn dài zhī shén shàn.


Caos trattava essi molto bene, con molta bontà.

儵與忽謀報渾沌之德。Shū yǔ hū móu bào húndùn zhī dé.


儵與忽謀 significa avere in mente di, progettare di, consultarsi, pianificare
報 significa ripagare.
Traduzione: si consultarono su come ripagare la virtù di caos.

曰: Yuē: dissero.

人皆有七竅。Rén jiē yǒu qīqiào.


皆 è un avverbio di inclusione. Quando troviamo questo avverbio, solitamente lo troviamo dopo il nome al
quale si riferisce, significa tutti.
Traduzione: tutte le persone possiedono 7 orifizi.
Tra l’altro i primi cinque tratti in alto li troviamo anche nella parola di vuoto o aria. Quindi è un radicale che
si usa nelle cose dove c’è vuoto, per esprimere il concetto di vuoto.

以視聽食息。Yǐ shìtīng shí xī.


以 sarebbe al fine di, quindi complemento di fine o scopo.
視 vedere
聽 ascoltare
食 mangiare
息 respirare
Attenzione: questo 以 che si può tradurre come complemento di fine o scopo, in realtà potremmo anche
intenderlo come complemento di strumento o di modo, dove l’oggetto è sottointeso. Quindi possiamo
tradurlo sia con per mezzo di questi orifizi (sottointeso). Quindi possiamo tradurlo sia con l’oggetto
sottointeso, quindi coverbo, che come complemento di fine.
Traduzione: se è come coverbo: attraverso (i quali) vedono, ascoltano, mangiano e respirano
Se lo traduciamo come complemento di fine o scopo: tutte le persone hanno 7 orifizi PER vedere, ascoltare,
mangiare e respirare.

此獨无有。Cǐ dú wú yǒu.
此 è un dimostrativo e significa questo, quello. In questo caso si sta riferendo a 渾沌
獨 significa solo
Traduzione: soltanto costui non ne ha.
无 può sembrare un carattere semplificato però esisteva anche nel cinese non semplificato ed è
equivalente a wù semplificato che già conosciamo. Questo è un uso abbastanza particolare perché a volte
per dare particolare enfasi alla frase che si sta dicendo si può usare questo 无 per negare il verbo 有. È un
uso particolare perché normalmente 无 ha già quel significato mentre qua sono messi insieme per dare
particolare enfasi.

嘗試鑿之。Chángshì záo zhī.


嘗試 significa provare.
鑿 significa forare
Traduzione: proviamo a forarlo.

日鑿一竅 Rì záo yī qiào


日 è giorno. Quindi in questo caso è come il cinese moderno.
鑿 bucare, scavare, forare.
一 un
竅 orifizio.
Traduzione: ogni giorno aprirono un orifizio.

七日而渾沌死。Qī rì ér húndùn sǐ.


七日 il settimo giorno
而 conseguenzialità
Traduzione: il settimo giorno Caos morì.

Ci sono questi due imperatori Avente Figura e Senza Forma che sono amici di Caos. Già i nomi ci avvisano che sono
persone completamente diverse. Infatti caos che è la massa indifferenziata è privo dei sette orifizi che invece hanno
tutte le altre persone perché Caos è un’unica massa non differenziata. Per ripagare la bontà di Caos nei loro confronti,
quindi Avente Figura e Senza Forma per ripagare la bontà che caos dimostra loro, decidono di aprirgli ogni giorno uno
di questi sette buchi per renderlo uguale a tutte le altre persone che hanno questi buchi. Il settimo giorno però anziché
renderlo una persona migliore, finiscono per ucciderlo.
Questa è una storia sulla necessità di non violare la natura, ciò che è così di per sé. La natura di Caos era quella di
essere una massa indifferenziata. Se i suoi amici, per fargli un favore, decidono di violarla, finiscono con l’ucciderlo non
certo con fargli un favore.
Quindi Caos rappresenta il concetto di natura, mentre i due sono delle metafore degli esseri umani che si allontanano
dal corso della natura, dal corso del dao, della spontaneità, per inseguire dei sogni fallaci, dell’artificio, della
differenziazione, della concettualizzazione, della distinzione. Caos invece era indistinto come il dao, come la natura.
Era una massa unica. Volendolo violare non si ci faceva un favore ma si uccide.
Sempre secondo delle interpretazioni che sono state proposte da vari critici nel corso dei secoli, questi personaggi di
Avente Figura e Senza Forma rappresentano il concetto di agire contrapposto a quello di non agire. Il concetto
fondamentale di Laozi è non agire, cioè bisogna governare senza agire, cioè vincere attraverso la resa, devi andare
avanti restando fermo. Per Laozi non agire, assecondare il corso spontaneo della natura, delle fasi di yin e yang è
quello che bisogna fare. Non li chiamava Yin e Yang ma è questo quello che intendeva dire.
In questo brano di Zhuangzi è un po’ la stessa cosa, non agire è Caos mentre i due che agiscono vanno contro il corso
della natura e uccidono Caos. Quindi c’è questa bipolarità tra agire e non agire, tra natura e cultura, cioè tra la natura
ciò con cui si nasce e la cultura cioè ciò che è artificiale, ciò che è imposto alla natura.

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