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Monastero S.

Chiara
Paganica ~ L’Aquila

Le mani di S. Chiara
Novena di s. Chiara 2019

Mani che ricevono


1° giorno: 2 Agosto

Dal testamento della Madre S. Chiara


Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il
Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo
stesso glorioso Padre, c'è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tan-
to più a lui siamo obbligate. Perciò l’Apostolo dice: «Conosci la tua vocazione».
Dobbiamo quindi considerare, sorelle dilette, gli immensi doni di Dio a noi elargiti,
ma, tra gli altri, quelli che Dio si è degnato di operare in noi per mezzo del suo ser-
vo diletto, il beato Francesco nostro padre.

Inizia proprio alla Porziuncola l’avventura di sequela di Chiara; in questo


luogo benedetto e santo, Maria, Madre di Misericordia, partorisce entrambi
gli Ordini: i Frati Minori e le Sorelle Povere!
In questo piccolo luogo Francesco la consacra a Dio e lei, imitando la Vergi-
ne Maria, apre le sue mani verso il Padre, pronta a ricevere la vita da Colui
che da sempre e per sempre la ama con tenerissimo amore.
Chiara si affida al Donatore di ogni bene e pone le sue mani vuote tra le
mani di Francesco promettendo obbedienza al Re del cielo e della terra,
perché vuole vivere povera nel mondo, seguendo le orme di Colui che non
ha dove posare il capo, che povero visse nel mondo e nudo morì sulla croce
per amore nostro.
Vive così, Chiara, certa che tutto le sarà donato da Colui che veste i gigli del
campo e nutre gli uccelli del cielo, e che nulla farà mancare ai suoi figli
amati. Una vita semplice, quella delle sorelle a S. Damiano, donne che san-
no credere perché sanno vedere, nello svolgersi dei giorni, i segni concreti
Monastero S. Chiara di una Promessa Alta che si compie nel piccolo della vita più ordinaria;
sanno meditare e gustare gli immensi benefici di cui il Donatore continua-
Via San Bartolomeo n°6
mente le ricolma, e con gioia ringraziano il Padre per la misura buona, pi-
67016 Paganica (L’Aquila) giata, colma e traboccante che è riversata nelle mani dell’umanità.
Chiara, donna generata continuamente dal Padre, trasformata progressiva-
Tel.: 0862/680529 mente nell’immagine del Figlio, abitata interamente dalla Presenza amica

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dello Spirito, è colei che ci può introdurre nell’intimità del nostro Dio e ce
ne può svelare i segreti.

Segno: Dopo la preghiera del Padre nostro, ciascuno scrive il proprio no-
me in un foglio bianco, che poi verrà posto sull’altare, segno che affidiamo
totalmente la nostra vita al Padre delle misericordie come ha fatto Chiara.

Mani che donano


2° giorno: 3 Agosto

Dalla Leggenda di Santa Chiara


“(…) tendeva volentieri la mano ai poveri e dall’abbondanza della sua casa traeva
di che supplire all’indigenza di moltissimi. Sottraeva al suo corpicciolo i cibi delica-
ti e li mandava di nascosto, per mezzo di persone incaricate, come ristoro per gli
orfani”.

Chiara, mani che gratuitamente hanno ricevuto e gratuitamente donano.


Mani che sanno condividere l’unico pane in monastero che, per la miseri-
cordia del Padre, diviene cibo abbondante per tutti. Chiara sa che il Padre
celeste si prende cura di lei e delle sorelle, e questa certezza la rende libera
di donare tutto ciò che ha, di abbracciare la povertà di Cristo come sua uni-
ca ricchezza, di donare con gioia il cibo ai poveri che bussano alla porta di
S. Damiano. Povera fra i poveri, si mette semplicemente a loro servizio: con
i poveri di pane condivide ciò che riceve, a chi è malato dona conforto, a chi
non ha gioia offre consolazione, a chi è assetato di acqua viva dona la Paro-
la di vita eterna. Chiara dona con l’umiltà, la forza della fede e le braccia
della povertà il tesoro incomparabile nascosto nel campo del mondo e dei
cuori umani, e attraverso la preghiera e i gesti concreti di carità, diviene
sostegno delle membra deboli e vacillanti del corpo di Cristo. Come Maria
a Cana, Chiara sta con le sue sorelle davanti a Cristo, ripetendo incessante-
mente: “non hanno più vino!” affinché ogni uomo possa ricevere da Cristo
stesso il vino della gioia, della pace, della speranza.

Segno: La madre spezza il pane e ne dona un pezzetto a ogni sorella e fra-


tello presenti.

Mani che pregano


3° giorno: 4 Agosto

Dal Processo di Canonizzazione di S. Chiara

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Tutta la vita di Chiara è stata un inno di lode al Signore Gesù Cristo, che “si è Disse anche essa testimonia che la predetta madre santa Chiara era molto assidua
fatto nostra via” per permetterle di camminare dietro le sue orme; un inno di in orazione lo dì e la notte; e circa la mezzanotte essa resvegliava le sore in silenzio,
ringraziamento a Colui che l’ha creata, guidata e custodita: “Tu, Signore, sii con certi segni, ad laudare Dio. Essa accendeva le lampade nella chiesa, e spesse
benedetto, lo quale me hai creata”»; un inno di benedizione allo Spirito Santo volte essa sonava la campana a mattutino. E quelle sore che non se levavano per lo
che sempre ha vegliato su di lei come una madre sul suo bambino. Chiara è sono de la campana, essa le chiamava per li suoi segni.
pienamente riconciliata con se stessa, con il suo passato, con i suoi limiti, e
offre tutto al Signore con serenità e libertà in un continuo canto di restituzio- Chiara, mani giunte in costante preghiera, mani che pregano in un incessante
ne, con la gioia piena di poter riconsegnare, moltiplicati, i talenti ricevuti per dialogo con il Signore, un cuore a cuore, una vita d’unione, uno sguardo inte-
sua sola Misericordia e Grazia. riore sempre rivolto a Colui che per amore nostro tutto si è donato. Mani in
adorazione del mistero trinitario che la avvolge come figlia del Padre celeste,
Segno: Al posto del Responsorio, mentre cantiamo il canto ciascuno porterà sposa dello Spirito Santo, madre del Signore Gesù. Questo amore totale im-
all’altare un lumino segno della nostra vita che restituiamo al Signore. merge Chiara in una continua contemplazione che la accende di amore tanto
da desiderare di bruciare ardentemente per la fiamma di carità con cui il Fi-
glio di Dio ci ha amato fino alla fine. Chiara guarda, considera, contempla,
desidera di imitare Cristo, e incessantemente invoca lo Spirito e la sua santa
operazione per lei e le sorelle, come per ogni uomo nel mondo. La continua
meditazione dell’umiltà e povertà del Figlio di Dio e della sua Santissima
Madre fa nascere in Chiara la certezza di generare e custodire nel suo corpo
casto e verginale Colui che i cieli non possono contenere, e la rende, come
Maria, dimora e sede del Figlio di Dio, pronta a generarlo attraverso le opere
di carità compiute con le sue mani. Mani di madre che asciugano le lacrime
delle sue sorelle, mani che intercedono per la città assediata dai saraceni,
mani che lodano la bontà di Dio, mani che supplicano il Padre per i bisogni
dell’umanità. Chiara e le sue sorelle, voce unanime di lode che s’innalza
verso il cielo per condurre gli uomini al “Padre Nostro”. Preghiera incessante
d’intercessione, di sostegno, di cura materna per ogni cuore affranto e spez-
zato, per ogni ferita visibile e nascosta. Mani levate di giorno e di notte, per
sostenere la “buona battaglia” che l’uomo vive in ogni parte del mondo. Per
Chiara e le sorelle la preghiera è il luogo dell’incontro con Cristo, il luogo in
cui accolgono e affidano i fratelli e le sorelle di ogni parte del mondo, in cui
portano ogni bisogno e ogni desiderio, dove celebrano ogni ringraziamento e
ogni gioia.

Segno: Dopo il canto del Magnificat ciascuno pone le proprie mani sul Van-
gelo. Chiediamo a Chiara, donna cristiana, il dono di una vita radicata in
Cristo.

Mani che servono


4° giorno: 5 Agosto

Dalla Leggenda della Madre Santa Chiara


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alla fine, vivendo in santa unità e altissima povertà, certe che il Padre celeste,
Non ricusò nessuna incombenza delle serve, al punto che versava l’acqua sulle ma-
che ha riversato nei loro cuori la luce della sua grazia, le custodirà sempre.
ni delle sorelle, assisteva quelle costrette a stare sedute e le serviva a tavola mentre
mangiavano. Malvolentieri dava qualche comando, anzi li adempiva spontanea- Chiara invita le sorelle a rendere grazie al Donatore di ogni bene per gli im-
mente, preferendo fare le cose lei stessa piuttosto che ordinarle alle sorelle. Essa mensi benefici ricevuti, e in particolar modo per il dono della vocazione.
stessa lavava i sedili delle inferme con quel suo nobile spirito, senza schifare la Questa chiamata ad osservare il Santo Vangelo del Signore Gesù Cristo, vi-
sporcizia né inorridire per il cattivo odore. vendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità, Chiara e le sorelle la
Quando le sorelle questuanti ritornavano da fuori, spesso lavava loro i piedi e, dopo scrivono nella loro Forma di Vita, con la gioia di vederla approvata dalla Se-
averli lavati, li baciava. Una volta stava lavando i piedi a una di queste sorelle e, de apostolica poche ore prima della morte di Chiara.
mentre stava per baciarli, quella, non sopportando tanta umiliazione, ritrasse il Chiara e le sorelle, donne capaci di attendere i segni dei tempi, certe che lo
piede e colpì in volto la sua signora. Lei però riprese dolcemente il piede e vi impres- Spirito del Signore porterà a compimento quanto ha seminato nei loro cuori.
se un caldo bacio sotto la pianta.
Segno: Dopo la lettura ciascuna riceverà un pezzo degli scritti della Madre
Francesco e Chiara vivono la sequela di Cristo povero nella comunione del- Santa Chiara, mentre si canta il canone.
la vita fraterna, dove, attingendo alla comunione d’amore del Dio Trinità,
circolo perfetto d’amore, si impara ad amarsi reciprocamente nell’amore di Mani che restituiscono
Cristo per conservare l’unità della scambievole carità. Per Francesco e Chia-
9° giorno: 10 Agosto
ra la fraternità è dono, e come tale va vissuta dentro la concretezza del quo-
tidiano, nell’accoglienza reciproca e nella condivisione, nella misericordia e
Dal Processo di Canonizzazione della Madre Santa Chiara
nel perdono, nell’obbedienza e nel servizio, nella preghiera vicendevole e Anche disse essa testimonia che, essendo la predetta madonna et santa Madre presso
nel dialogo fraterno, anche affrontando la fatica di ricomporre in armonia le alla morte, una sera de notte seguendo el sabato, essa beata Madre incominciò a par-
diversità e di attraversare con fiducia e speranza le difficoltà. La fraternità è lare, dicendo così: “Va secura in pace, però che averai bona scorta: però che quello che
il “sacramento” della Provvidenza di Dio che si prende cura di tutte le crea- te creò, innanti te santificò; e poi che te creò, mise in te lo Spirito santo e sempre te ha
ture: le sorelle sono l’una per l’altra manifestazione della mano e del cuore guardata come la madre lo suo figliolo lo quale ama”. Et aggiunse: “Tu, Signore, sii
di Dio. benedetto, lo quale me hai creata”» .
Per Chiara la fraternità è l’ambito privilegiato dove si dà testimonianza di
un Dio che è comunione nella diversità e diversità nella comunione. Chiara Le ultime parole che Chiara sussurra silenziosamente alla sua anima ci fanno
ascolta la voce di Dio nelle sorelle, vede in loro il volto di Dio, serve il cuore contemplare la bellezza di questa donna, che alla fine della vita tende le mani
di Dio prendendosi cura delle sorelle, e amando loro ama Dio. La vita quo- verso il cielo per restituire al Donatore tutti i suoi beni, come Francesco le ha
tidiana, fatta di piccoli gesti d’amore, diviene il luogo dove vivere il Vange- insegnato: “E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e rico-
lo e dove Chiara e le sorelle si ritrovano alla scuola del Maestro che non è nosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché pro-
venuto per essere servito ma per servire. Le mani di Chiara sono mani di cedono tutti da Lui.” E Ancora Francesco la esorta: “Nulla, dunque, di voi
Madre immerse nei servizi: con umiltà lava i piedi alle sorelle, con amore trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga Colui che totalmente a voi si
cura le inferme, con semplicità serve a tavola, con fedeltà e devozione lavo- offre».
ra con le proprie mani, con sollecitudine speciale è attenta alle necessità di Chiara mette perfettamente in pratica gli insegnamenti del serafico padre e
ciascuna sorella e di tutta la fraternità. Con passione ammaestra le sorelle pone tra le sue mani gli immensi benefici di cui la Santissima Trinità l’ha ri-
sul mistero dell’amore di Dio, e imprime nei loro cuori l’ardente amore per vestita, per correre, spoglia di tutto, incontro a Cristo: “Attirami dietro a te, o
il Crocifisso povero. Con pazienza esorta, ammonisce, corregge il piccolo Sposo celeste. Correrò e non verrò meno, finché tu mi introduca nella cella
gregge che gli è affidato affinché la fraternità diventi ogni giorno luogo per del vino, finché la tua sinistra sia sotto il mio capo e la destra felicemente mi
ricevere e donare amore, e ciò che insegna con le parole, lo manifesta con il abbracci e tu mi baci con il felicissimo bacio della tua bocca.” Si è specchiata
servizio concreto delle sue mani. Così la vita ordinaria a S. Damiano, divie- nell’Amato, si è ritrovata trasformata in Colui che ha contemplato e già ora
ne il terreno in cui la vita fraterna s’inserisce nel mistero stesso di Dio, ren- assapora il gusto dell’eternità.

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tutte le vostre sorelle», perché in quella piena accettazione di sé che nasce dendo semplicemente straordinaria la più ordinaria quotidianità.
dall’amore di Dio Padre, sgorga irresistibile il desiderio di amare i fratelli con
quell’amore eterno che si è sperimentato. Segno: Durante il canto, che sostituisce il responsorio, ciascuno getterà un
po’ di acqua nel catino, segno del desiderio di servire e amare i fratelli co-
Segno: Al posto del responsorio la madre benedirà ciascuno dei presenti. me ci ha insegnato Cristo.
Il Signore sia sempre con te e faccia che tu sia sempre con Lui.
Mani che lavorano
5° giorno: 6 Agosto
Mani che scrivono
Dal Processo di Canonizzazione della Madre S. Chiara
8° giorno: 9 Agosto
Anche disse che, da poi che essa fu inferma in modo che non se poteva levare del
Dalla quarta lettera della Madre S. Chiara a S. Agnese letto, se faceva levare su a sedere e sostentare cum certi panni de dietro alle spalle e
O madre e figlia, sposa del Re di tutti i secoli, non meravigliarti se non ti ho scritto filava, in tanto che del suo filato ne fece fare corporali et mandonne quasi per tutte
di frequente come la tua anima al pari della mia desidera ardentemente, e non cre- le chiese del piano e delli monti de Assisi. Adomandata come lei sapesse le dette
dere affatto che l’incendio della carità verso di te arda meno soavemente nelle visce- cose, respose che lei vide che essa filava et che se faceva el panno e quando le sore li
re della madre tua. Questo è il fatto: hanno impedito la nostra corrispondenza la cucivano et erano mandati per mano delli frati alle preditte chiese, et erano dati alli
mancanza di messaggeri e i ben noti pericoli delle strade. Ora invece che posso sacerdoti che ce venivano.
scriverti, gioisco con la tua carità ed esulto con te nel gaudio dello spirito, o sposa
di Cristo, poiché, disprezzate tutte le vanità di questo mondo, come l’altra santissi- Chiara lascia questo invito alle sorelle nella regola: “Le sorelle alle quali è
ma vergine santa Agnese ti sei mirabilmente sposata all’Agnello immacolato, che data la grazia di lavorare, lavorino con le proprie mani.” Il lavoro è una
porta su di sé i peccati del mondo. grazia che si riceve dal Donatore di ogni bene, una grazia che trasforma
tutte le azioni in preghiera, cosicché quando le labbra delle sorelle smettono
Due donne capaci di amare totalmente, Chiara e Agnese, due donne che di pregare, cominciano le loro mani, e la vita, come un’armonia perfetta,
pur con enorme distanza, hanno saputo vivere vicine nello Spirito, con la passa dalla liturgia in coro alla liturgia della vita. Il lavoro è il luogo in cui
capacità di camminare insieme sulla via dell’altissima povertà del Signore le sorelle partecipano all’azione creatrice del Padre così che, sulla mensa
Gesù Cristo, al quale si sono donate. Le mani di Chiara scrivono ad Agnese dell’altare, il frutto della terra e del lavoro diviene il Pane vero capace di
di Boemia, la principessa che è stata capace di rinunciare alle nozze impe- saziare la fame di tutti. Chiara lavora con le sue mani, e anche nella malat-
riali pur di essere per sempre unita a Cristo povero e umile. Conosciamo tia non vuole rinunciare a questo dono prezioso che scaccia l’ozio ed è ca-
quattro lettere che Chiara scrive: sono scritti impregnati di affetto fraterno, pace di custodire lo Spirito del Signore e la sua santa operazione. Vive ogni
di alta spiritualità e di grande umanità. Chiara, attraverso le sue mani, met- attimo del suo lavoro come una preghiera incessante per chiedere al Padre
te a parole la melodia d’amore che sgorga nel suo cuore. Parla di Cristo il pane quotidiano per i suoi figli, e fa di ogni fatica un gesto d’amore capa-
povero, della dolcezza della povertà di Cristo e della sua dolcissima Madre, ce di condividere l’impegno di ogni uomo e di restituire al Signore moltipli-
del suo amore che ricolma e che riveste delle vesti più sublimi, della gioia cati i talenti ricevuti. Chiara e le sorelle abbracciano la povertà di Cristo e la
senza fine riservata ai suoi amici. Chiara invita, esorta, incoraggia, sprona povertà dell’uomo, e come tutti i poveri scelgono di lavorare con le proprie
Agnese a donarsi completamente a Colui che per amore tutto si è donato. mani, consapevoli che non è sufficiente per vivere, ma proprio per questo il
Quanta passione e quanto amore si legge in queste parole impregnate di lavoro diviene scuola di fiducia nella provvidenza di Dio che è capace di
Parola, perché Chiara scrive dell’unico nutrimento che sostiene il suo cam- sfamare le folle con i nostri cinque pani e due pesci.
mino: Cristo!
Con la stessa passione e lo stesso amore di Madre, Chiara scrive alle sorelle il Segno: Al posto del responsorio ciascuno getta un po’ di terra in un vaso,
suo Testamento e la Benedizione, nel desiderio che mai si allontanino dalla segno che desideriamo affidare ogni nostro lavoro al Padre delle misericor-
Forma di povertà che hanno promesso al Signore; le esorta a perseverare fino die perché diventi terreno buono, che porta frutto per il regno dei cieli.

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mo attenta a sostenere le sorelle nella malattia; chinata su frate Stefano per
Mani che guariscono alleggerire la sua mente e il suo cuore; sollecita a medicare Francesco am-
malato; e pronta a rispondere a qualunque richiesta d’aiuto giunga alle por-
6° giorno: 7 Agosto te del Monastero. Le mani di Chiara divengono amore concreto per le
membra deboli e vacillanti del corpo di Cristo.
Dalla Leggenda della Madre Santa Chiara
Il Crocifisso amato ricambia l’amante e colei che era accesa da tanto amore verso il
Segno: Da Chiara impariamo la bellezza di prenderci cura gli uni degli al-
mistero della croce, dalla potenza della croce è resa celebre con segni e miracoli.
Quando infatti faceva sui malati il segno della croce che dà la vita, le malattie fug- tri. Durante il canto del Padre nostro la madre consegna a ciascuno un’in-
givano in modo meraviglioso. tenzione particolare di preghiera.
Il beato Francesco inviò un certo frate, chiamato Stefano, colpito dalla follia, da
madonna Chiara perché facesse su di lui il segno della santissima croce. Conosceva Mani che benedicono
infatti la sua grande perfezione e venerava in lei la grande virtù. Per ordine del
7° giorno: 8 Agosto
padre ricevette dunque il segno della croce dalla figlia dell’obbedienza, che gli con-
cesse di mettersi a dormire un po’ nel luogo in cui era solita pregare. E quello, dopo
Dalla Benedizione della Madre S. Chiara
aver dormito un poco, si alzò sano e tornò dal padre liberato dalla follia.
Vi benedico in vita mia e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con
Un bambino di tre anni, chiamato Mattiolo, della città di Spoleto, si era infilato un
tutte le benedizioni con le quali il Padre delle misericordie benedisse e benedirà in
sassolino nelle narici. Nessuno riusciva a tirarglielo via dal naso né egli stesso riu-
cielo e in terra i figli e le figlie, e con le quali un padre e una madre spirituale bene-
sciva a espellerlo. Essendo in pericolo, venne portato con grande angoscia da ma-
disse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali.
donna Chiara e quando quella fece su di lui il segno della croce, subito, espulso il
Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre sorelle, e siate sem-
sasso, fu liberato.
pre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore.
Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con lui. Amen.
Chiara ha una sete ardente di vivere la passione del suo Signore Gesù Cri-
sto, e non teme per sé nessuna fatica, tribolazione, sofferenza, ma quando si Quel gesto di benedizione tanto abituale tra le mura di S. Damiano, che la
tratta delle sorelle che non riescono più a sopportare le angustie delle lun- Madre con le sue mani dona più volte e in diverse circostanze alle sue sorel-
ghe malattie o quando vede il dolore di quanti accorrono al Monastero le, si protrae nel tempo anche per tutti noi. Sono parole che ci rivelano tutta
chiedendo il suo aiuto, si rifugia nell’amore del Dio Trino e Uno, tracciando la tenerezza della sua maternità spirituale per le sorelle e per l’umanità. E’
con fede il segno della croce, e avviene che quell’unica medicina in suo pos- bello contemplare che la benedizione la dà il Padre, perché solo Lui può ren-
sesso, per opera dello Spirito Santo, dona la guarigione invocata. Chiara è dere feconda l'efficacia di ogni gesto delle mani di Chiara. Ma è anche bello
consapevole che non è lei a guarire, ma il Padre che scruta i cuori e sa di contemplare che Chiara ci benedice, con la consapevolezza della sua picco-
cosa i suoi figli hanno più bisogno. Chiara desidera solo farsi “prossima” di lezza, attraverso le mani di tante madri e padri spirituali che, come lei, rice-
chi gli è accanto, come Cristo, buon samaritano dell’umanità. Chiara pone vono questo dono prezioso in vasi di creta. La benedizione svela ancora una
le sue mani nelle mani della Trinità, perché vengano utilizzate per non far volta la fonte dell’amore di Chiara, l’amore Trinitario, origine e compimento
mai mancare l’olio della consolazione e il vino della gioia. Chiara con le sue dell’unità indissolubile ed eterna tra il cielo e la terra. «In terra, moltiplican-
mani non si vergogna di “pulire i sedili delle sorelle inferme” con dolcezza dovi in grazia e nelle sue virtù… e in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella
e carità, perché non ha paura di toccare le “piaghe” della sua umanità e Chiesa trionfante fra i suoi santi e sante». La benedizione è fecondità e pie-
dell’umanità delle sue sorelle. Chiara è colei che sa prendere tra le mani i nezza di vita sulla terra, esaltazione, glorificazione, condivisione della vita
piedi, le parti più povere e sporche, delle sue sorelle con la stessa delicatez- dei santi in cielo. Ed è questa pienezza totale ed eterna che Chiara chiede per
za con la quale prende tra le mani il Corpo del Signore e sa baciarli con la le sue figlie, come una madre che per i figli non può chiedere che il massimo,
stessa tenerezza che riserva allo Sposo. E quando non ha il necessario per il tutto e più di quanto le è possibile.
corpo, prende su di sé l’afflizione delle sorelle e di quanti accorrono a lei, Chiara, consapevole che chi non ama se stesso non può amare liberamente
così da essere rifugio per i tribolati e consolazione per gli afflitti. La trovia- l’altro, esorta le sorelle: «Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di

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