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tu che hai conosciuto la tribolazione,

intercedi per gli afflitti la consolazione dello Spirito. Monastero S. Chiara


Rivela ai miti e agli umili della terra
le vie della condivisione e della fraternità. Novena di s. Chiara 2015
Dolce mediatrice di pace,
sostieni tutti i figli di Dio che, nell’umiltà e nel silenzio, Sulle orme di Gesù povero
si affaticano per un futuro di speranza e di pace
e chiedi a Cristo di moltiplicare il pane della giustizia Introduzione: In questi giorni della novena per la Solennità di S. Chiara, all’interno
per i popoli divorati dalla guerra. dell’anno dedicato alla vita consacrata, proveremo ad entrare nell’esperienza dell’al-
Sposa dell’Agnello immolato, tissima povertà vissuta da Chiara d’Assisi. Leggendo gli eventi della storia, le fonti e
sii balsamo di perdono e di fortezza i suoi scritti tenteremo di cogliere alcuni passaggi significativi che di volta in volta
per ogni fratello perseguitato a causa del nome di Gesù. hanno creato in Chiara qualcosa di nuovo, l’hanno fatta sempre di nuovo uscire dal
Chiara, sorella e madre nostra, suo territorio, l’hanno trasformata di povertà in povertà nell’immagine di Cristo, fino
sempre aiutaci a capire, a cantare l’Amore a che il modo di Cristo si è realizzato pienamente in lei e nel suo vivere la vocazione
con gli occhi colmi di gratitudine e di bellezza. evangelica. Ci sono passaggi della sua vita in cui cogliamo qualcosa di nuovo opera-
Chiara, tu che hai visto il Re della gloria, to da Dio. Passaggi reali di Dio, che le hanno chiesto un lasciare qualcosa per un
chiedi a Lui di purificare il nostro sguardo bene maggiore, una morte per la vita; passaggi in cui Chiara ha sperimentato la po-
per vedere la sua presenza in ogni evento e nel volto di ogni persona. vertà nei suoi diversi aspetti e che sono stati decisivi per conformarsi a Cristo.
Amen.
1° giorno: 2 Agosto
LA VOCAZIONE-CONVERSIONE
( La novena è tratta dal libro “Sulle orme di Gesù povero” di sr. Ch. Agnese Acquadro )
Povertà come docilità e affidamento.
Dal testamento della Madre S. Chiara
Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il
Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo
stesso glorioso Padre, c'è la nostra vocazione.
Commento
La notizia della vita di Francesco aveva fatto breccia nel cuore di Chiara: la giovane
rimase colpita e affascinata dal fatto che il ricco figlio di Pietro di Bernardone, il “re
delle feste”, si fosse spogliato di ogni ricchezza per seguire Gesù e vivere radical-
mente il Vangelo. La scelta di Francesco dava forma al desiderio di appartenenza
totale a Gesù che Dio aveva infuso in Chiara, in qualche modo le rivelava quanto di
ancora indefinito portava già in cuore.
Sia nella Regola sia nel Testamento, Chiara fa memoria di un altro incontro che pre-
cedette quello con Francesco: l’incontro tra il “suo cuore” e “l’altissimo Padre cele-
ste” attraverso l’illuminazione dello Spirito. È questa scintilla divina che diede inizio
alla grande avventura della sua vita evangelica. Questo incontro personalissimo è
stato di tale intensità che ha plasmato profondamente il suo cuore nel tipico senti-
mento dei poveri, che è la gratitudine. Chiara per sempre si sentirà una persona chia-
mata, amata e scelta dal Padre delle misericordie. Chiara si pone in un atteggiamento
profondo di povertà, in un’assoluta disponibilità davanti a Dio nell’affidamento a
Francesco e alla sua fraternità. Affidarsi è riconoscersi bisognosi dell’altro, consape-
voli di non essere in grado di aprirsi una via da se stessi. L’atteggiamento di Chiara

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è quello di Maria, la serva del Signore, che ha detto il suo fiat senza pretendere da promesso al Signore.
Dio alcuna assicurazione sul suo futuro. È l’atteggiamento profondo di Gesù, total- Chiara aveva percepito il carisma come un dono comunitario più che personale, per-
mente aperto all’obbedienza del Padre. ché la forma vitae era stata frutto dell’esperienza di vita fraterna, non solo delle sue
intuizioni. In questo affidamento della vocazione alle sue sorelle c’è un senso di pace
2° giorno: 3 Agosto profonda e insieme di serena impotenza. La sera dell’8 agosto, Chiara non aveva
ancora tra le mani la conferma papale della sua regola, eppure dice alla sua anima:
DALLA NOBILITAS ALLA VILITAS “va sicura in pace”, senza il peso di quella preoccupazione, è certa che qualunque
cosa accadrà il carisma non è suo, è dono di Dio che ha generato nella Chiesa il pic-
Povertà come esperienza delle beatitudini colo gregge delle sorelle povere. È splendida questa leggerezza con cui Chiara lascia
Dal testamento della Madre S. Chiara questo mondo, nell’incertezza del futuro per le sue sorelle, si spoglia veramente di
tutto per correre leggera incontro allo sposo.
Poi Francesco, osservando attentamente che, pur essendo deboli e fragili nel corpo,
non ricusavamo nessuna indigenza, povertà , fatica, tribolazione, o ignominia e di- 9° giorno: 10 Agosto
sprezzo del mondo, anzi, al contrario, li ritenevamo grandi delizie sull’esempio dei IL COMPIMENTO
santi e dei suoi fratelli, avendoci esaminato frequentemente, molto se ne rallegrò nel
Signore. Povertà come restituzione della vita
Commento Dalla Quarta lettera di S. Chiara a S. Agnese
Il passaggio più duro degli inizi della vita evangelica di Chiara fu quello dal suo sta- Attirami dietro a te, correremo al profumo dei tuoi unguenti, o sposo celeste! Correrò
tus di donna appartenente a una delle famiglie più nobili di Assisi a una condizione e non verrò meno, finche´ tu mi introduca nella cella del vino, finche´ la tua sinistra
socialmente disprezzata. Fu una vera e propria conversione dalla logica del mondo sia sotto il mio capo e la destra felicemente mi abbracci e tu mi baci con il felicissi-
alla logica pasquale del Vangelo; passare a quello stato di indigenza ed emarginazio- mo bacio della tua bocca.
ne di chi nella società non contava nulla. Chiara e le sorelle hanno abbracciato con
gioia una vita fatta di tribolazioni, freddo, fame, mancanza di sicurezze materiali, Commento
incomprensione, ostilità delle famiglie, abbassamento, e consideravano tutto questo L’ultima grande restituzione a Dio, dopo quella delle sorelle e del carisma è quella
“grandi delizie” perché partecipavano alla dinamica di abbassamento abbracciata da della vita. “Tu Signore , sii benedetto, lo quale me hai creata”, queste parole di
Gesù. E’ guardando alla Kenosi di Gesù e all’esempio di Francesco, che queste don- Chiara sono il culmine del suo cammino spirituale, il frutto di tutti i passaggi di po-
ne hanno fatto il salto dalla nobiltà alla condizione di penitenti, riconoscendo in que- vertà che abbiamo meditato in questi giorni. Chiara si ritrova nella sua nudità battesi-
sto passaggio, la gioia riservata agli amici di Dio, gioia del mistero pasquale di chi male, nella vera “altissima povertà” di creatura totale, da sempre e per sempre amata,
trova la vita dentro la morte. interamente nelle mani di Colui che l’ha creata. Non ha più nient’altro al di fuori del
3° giorno: 4 Agosto suo creatore. Chiara si riconosce santificata in Cristo prima ancora di venire alla lu-
ce, abitata dallo Spirito dal momento del Battesimo e sempre custodita con tenero
IL DONO DELLE SORELLE amore materno da quel Padre che aveva conosciuto, nel corso di tutta la sua vita,
come Padre delle misericordie. In punto di morte Chiara celebra il suo essere creatu-
Povertà come esodo dall’io al noi ra, il suo essere cristiana, lasciando emergere, con eccezionale profondità mistica,
Dal testamento della Madre S. Chiara quell’essenza più profonda della sua anima che vive dal Battesimo le relazioni con le
persone trinitarie. Chiara morendo ritorna al Battesimo, il momento della sua nascita
Unita alle poche sorelle che il Signore mi aveva donato poco dopo la mia conversio-
in Cristo! Tutto il lungo cammino della sequela di Gesù, in santa unità e altissima
ne, volontariamente promisi obbedienza al beato Francesco.
povertà, l’ha portata qui, a ritrovarsi semplicemente figlia nel Figlio amato, a gioire
nel sentire su di sé la stessa compiacenza del Padre verso il Figlio. È la piena imme-
Commento
desimazione di Chiara in Gesù. Chiara lascia questo mondo avendo nel cuore solo i
Uno dei primi eventi che ha dato forma alla vita di Chiara dopo la conversione è
sentimenti di Cristo, il gemito dello Spirito che grida “Abbà, Padre”, per questo be-
stato il dono delle sorelle, un dono che fu prima di tutto una ricchezza, ma come ogni
nedice Dio che l’ha creata e restituisce con gioia il dono della vita.
novità portò un cambiamento che richiese un nuovo spazio nel cuore. In breve tempo
intorno a Chiara si crea una piccola fraternità e il progetto di Dio pian piano si svela PREGHIERA PER LA NOVENA
attraverso gli eventi. Chiara e le prime sorelle si mettono nelle mani di Dio attraverso
le mani di Francesco, con l’unico desiderio di accogliere il progetto del Padre celeste Chiara, donna secondo l’Evangelo,
e vivere l’obbedienza di Gesù. E’ un dono grande per Chiara quello delle sorelle ed intercedi per i discepoli di Cristo
è insieme un passaggio di crescita, dall’essere figlia– figlia del Padre celeste-, ma la grazia per vivere nello spirito delle Beatitudini.
anche figlia primogenita di messer Favarone e figlia primogenita di Francesco, Umilissima ancella di Cristo,

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di appartenere a Dio, oltre le prove fisiche non mancavano anche degli episodi spia- all’essere sorella tra sorelle, dall’essere unica all’essere insieme, dall’io al noi. An-
cevoli di contrasti fraterni e Chiara portava la debolezza delle sorelle e allo stesso che in questo passaggio c’è un tratto di mistero della povertà di Gesù, che non ha
tempo correggeva con amore ciò che non era secondo in Vangelo. Nella vita di S. voluto rimanere l’Unigenito del Padre, ma ha accettato di diventare il primogenito
Damiano così semplice ma anche così povera, che conosce il desiderio vivo di santi- fra molti fratelli, condividendo con noi il suo essere Figlio. Il dono della fraternità ha
tà e della perfezione evangelica , ma anche il contatto con la fragilità e la miseria in se stesso l’aspetto della povertà, perché la libertà altrui è sempre limitazione della
umana, si è formata l’unione di Chiara con Gesù, la sua trasformazione in Lui, in una nostra, il vero bene dell’altro non si può realizzare senza una certa morte del nostro
vera circolarità tra contemplazione e vita. Chiara entra nelle sofferenze di Gesù che io. Il dono della fraternità richiede sempre, in un modo o nell’altro, la rinuncia a stare
contempla nei misteri della sua umanità e Kenosi, nella misura in cui sperimenta la al centro, il mettersi da parte perché i fratelli e le sorelle abbiano il loro spazio e vi-
propria sofferenza e fa sua quella delle sorelle. Nello stesso tempo può amare le so- vano in pienezza.
relle come sé medesima perché nel loro volto vede il volto splendido e insieme sfigu- 4° giorno: 5 Agosto
rato del più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la nostra salvezza il più vile
degli uomini. Può amare le sue sorelle fin negli abissi della loro povertà perché di- L’ASSUNZIONE DEL GOVERNO
mora lungamente ai piedi del Crocifisso. L’esperienza quotidiana di povertà, fragilità
e sofferenza, che certo a San Damiano non era tutto ma era ben presente, ha scavato Povertà come apertura alla novità
nel cuore di Chiara gli spazi della carità, il luogo dove prende dimora il Dio trinita-
rio. È la quotidianità così semplice e provata che l’ha resa “altra Maria”, grembo Dalla leggenda della Madre S. Chiara
accogliente della Parola e della vita divina. tre anni dopo la sua conversione, declinando il nome e l’ufficio di abbadessa, volle
umilmente essere in basso piuttosto che essere in alto e tra le ancelle di Cristo piu`
8° giorno: 9 Agosto volentieri servire che essere servita. Per ordine del beato Francesco accetto` tuttavia
il governo delle «signore»: per la qual cosa nel suo cuore nacque timore, non orgo-
VERSO IL COMPIMENTO glio e crebbe lo spirito di servizio.

Povertà come restituzione delle sorelle e del carisma Commento


Chiara fa resistenza ad assumere il governo delle sorelle, Francesco deve quasi co-
stringerla. Chiara, che ha allora 21 o 22 anni non si sente pronta a prendere in mano
Dal Processo di canonizzazione della Madre S. Chiara la situazione della sua fraternità, che è ancora troppo indefinita, tutta da costruire,
«Va’ secura in pace, pero` che averai bona scorta: pero` che quello che te creo` , in- nell’incertezza del futuro. Avere Francesco come guida in quei primi anni era per le
nanti te santifico` ; e poi che te creo` , mise in te lo Spirito Santo e sempre te ha guar- sorelle una delle poche sicurezze. Proprio per questo il passaggio di Chiara dall’esse-
data come la madre lo suo figliolo lo quale ama». Et aggiunse: «Tu, Signore, sii be- re sorella tra sorelle all’essere madre non è indolore. Dal punto di vista umano è cer-
nedetto, lo quale me hai creata». tamente un grande passaggio di crescita, di allargamento del cuore a dimensioni più
Commento ampie. Nulla fa crescere quanto avere responsabilità su altri, perché comporta l’usci-
re da se stessi per cercare il bene di ciascuno nelle quotidiane circostanze della vita.
Giunta agli ultimi giorni di vita Chiara si avvicina alla morte senza la certezza che il Chiara accetta, seppur con fatica, questa provocazione di crescita personale, che
carisma, che con fermezza e convinzione ha cercato di vivere e che lentamente ha comporta anche un passo di autonomia nei confronti di Francesco. La grandezza di
preso forma scritta in un testo, abbia una conferma ufficiale da parte della Chiesa. Si Chiara in questi primi anni in cui la sua fraternità prendeva forma, è stata una fedeltà
prepara a riconsegnare al Padre delle misericordie la vocazione ricevuta per grazia e ai punti essenziali del carisma che Francesco aveva trasmesso alle sorelle di S. Da-
le sorelle donatele dal Signore, alle quali non si stanca di raccomandare il tesoro na- miano. Chiara non ha portato avanti un progetto proprio, ma, insieme alle sue sorelle,
scosto nella vita in altissima povertà e santa unità, che è stato il segreto della sua si è lasciata formare dagli eventi e ha imparato il discernimento. Questa docilità a un
gioia e ha reso bella e compiuta la sua umanità. Lei ha sperimentato che è possibile disegno di Dio, che progressivamente si svela e dà forma alla vita, è dono dello Spi-
vivere la follia della perfezione del Santo Vangelo, come il padre suo Francesco, e rito Santo, che permette alle sorelle di accogliere la costante sfida di questa insicu-
con tutte le sue ultime forze vuole confermare le sorelle in questa vita. La Madre si rezza tra novità e tradizione, tra carisma e istituzione, la sfida della complessità della
prepara a lasciare alle sorelle la storia del carisma ricevuto. È un passaggio di fiducia storia che un fondamentalismo evangelico rifiuta, ma che una vera povertà , che è
verso coloro che sono chiamate a portare avanti il dono ricevuto. E Chiara sa che la amore alla persona di Cristo vivente nella Chiesa, sa accettare.
realizzazione di una madre sta proprio quando può mettersi da parte e lasciare che
un’altra prenda il suo posto, per questo lei ha costruito l’unità intorno alla persona di 5° giorno: 6 Agosto
Cristo, certa che la madre passa ma il dono rimane e la vita cresce. È commovente e
solenne questo passaggio di restituzione: nel suo testamento raccomanda per amore IL TEMPO DELLA MALATTIA
di Gesù povero, tutte le sue sorelle, presenti e future, alla Chiesa romana, al Sommo
pontefice e al Cardinal protettore perché osservino sempre la povertà come hanno Da una povertà scelta ad una povertà accolta
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Dalla seconda lettera di S. Chiara a S. Agnese Commento
Guarda, o regina nobilissima, il tuo sposo, il più bello tra i figli degli uomini, divenu-
Chiara usa tre espressioni per dire chi era Francesco per loro: “nostra colonna e no-
to per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo
stra unica consolazione e sostegno dopo Dio”. Francesco era Colui che le aveva ge-
più volte flagellato, morente tra le angosce stesse della croce: guardalo, consideralo,
nerate alla vita secondo la perfezione del santo Vangelo, le aveva guidate, incorag-
contemplalo, desiderando di imitarlo.
giate, sostenute in un’avventura davvero umanamente impossibile.
Se con lui patirai, con lui regnerai, soffrendo con lui, con lui godrai, morendo con lui
Si capisce quindi, che la morte di Francesco fu per Chiara e le sorelle prova terribile,
sulla croce della tribolazione, possederai con lui le eteree dimore negli splendori dei
una vera notte della fede. Un momento di forte insicurezza, di precarietà, potremmo
santi e il tuo nome sarà annotato nel libro della vita e diverrà glorioso tra gli uomini.
quasi dire di “crisi vocazionale”, un passaggio di povertà certamente enorme dal
Commento punto di vista affettivo: solo Dio sa quanto Chiara soffrì umanamente per la dipartita
Sora Angeluccia ci racconta che Chiara era inferma da 29 anni; l’inizio della sua da Francesco. Quanto affidamento al Padre delle misericordie avrà richiesto a Chiara
malattia coincise con il dono delle stigmate di Francesco. Chiara aveva 31 anni, era questo evento doloroso, si sarà rifugiata nella preghiera, ripetendo a Dio le parole di
una donna innamorata di Cristo e viveva in modo appassionato la sequela evangelica. Francesco: “Tu sei sicurezza”. Da questo passaggio di dolore Chiara rinasce ancora
Voleva unirsi strettamente alla passione del suo Signore con tutto il suo essere, spiri- più figlia e ancella dell’altissimo sommo re, il Padre celeste.
to, anima e corpo. Questo è il motivo del digiuno e di tutte le altre penitenze che le Questo passaggio fu anche difficile dal punto di vista carismatico, San Damiano si
sorelle ricordano, come il letto fatto di sarmenti di vigne e la pietra di fiume per trovava ancora in una situazione di evoluzione istituzionale e non si aveva ancora da
guanciale. Possiamo ben dire che Chiara, nell’eccesso del suo amore per Cristo, ha parte della Chiesa la conferma che il nuovo carisma potesse andare avanti. Forse, in
abusato delle sue forze, del suo corpo il quale non ha tenuto i ritmi dell’anima desi- questo momento di buio, Chiara tante volte avrà letto e riletto l’ultima volontà di
derosa di conformarsi all’Amato. Francesco per attingervi la speranza che era possibile vivere secondo la perfezione
Chiara, a poco più di 30 anni s’incontra con la sua fragilità e inizia a conoscere la sua del S. Vangelo. Ed è qui che emerge l’ego di Chiara, la sua consapevolezza di essere
povertà creaturale e ne esce segnata per tutta la vita. Si ritrova incapace di fare quelle la prima custode del carisma evangelico della sua fraternità. Dal passaggio di povertà
penitenze che prima si era imposta, deve accettare la dipendenza dalle altre, la loro della morte di Francesco, Chiara rinasce come Madre e custode di vita evangelica
cura. Non fu certamente un passaggio facile e indolore. Gesù stesso pur essendo Fi- per tutto l’Ordine.
glio imparò l’obbedienza da ciò che patì. Chiara ha fatto fatica ad accettare la scon-
fitta delle sue forze. Erano davvero “grandi delizie” le forme di povertà abbracciate 7° giorno: 8 Agosto
nella scelta della vita radicalmente evangelica, ma ora con la prova della malattia il
Signore imprime un cambiamento di rotta, ora è il Signore stesso a scegliere la forma
LA LUNGA QUOTIDIANITA’
di vita in cui vuole che Chiara viva. C’è un passaggio da una povertà scelta volonta-
riamente e con entusiasmo, a una povertà non scelta, ma accolta con dolore. L’amore
Povertà come fiducia e compassione
di Chiara per Gesù viene orientato, è come se il Signore le dicesse: “non sei tu che Dalla Regola delle Sorelle povere
devi fare qualcosa per me, ma sono io il tuo Salvatore”. È la seconda conversione di «Io, frate Francesco, piccolino, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Si-
Chiara. La prima era stata un convertirsi a Gesù Cristo, questa seconda è il conosce- gnore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre, e perseverare in essa sino alla
re Gesù Cristo, entrare con tutta se stessa nella logica della salvezza, che è quella fine. E prego voi, mie signore, e vi consiglio che viviate sempre in questa santissima
della croce. Colei che in tutto era presente, che era la prima ad indicare con l’esem- vita e povertà` . E guardate con grande cura di non allontanarvi mai da essa, in per-
pio la via da seguire nella preghiera, nella povertà, nella penitenza, nella carità, si petuo e in nessuna maniera, per insegnamento o consiglio di alcuno »
ritrova al “margine” della fraternità. Chiara ora è chiamata non più solo a imitare
Gesù servo lavando i piedi alle sorelle, ma a stare con Lui sulla croce. Commento
6° giorno: 7 Agosto Nella quotidianità di Chiara tutto era umile, ma è stato in quella quotidianità che il
suo essere si è configurato sempre più a Cristo povero ed è diventato dimora del Dio
LA MORTE DI FRANCESCO trinitario. Una vita semplice: preghiera, contemplazione, lavoro, fraternità, tutto vis-
suto guardando sempre a Gesù. Per le sorelle di S. Damiano il quotidiano è stato un
Povertà come solitudine costante banco di prova per imparare e rimparare una fiducia totale in Dio, l’elargito-
Dal Testamento della Madre S. Chiara re di ogni bene a cui le sorelle innalzavano continuamente lodi e preghiere. Le gior-
nate portavano in sé la bellezza della lode ma anche la fatica della umana sofferenza
Il beatissimo padre nostro Francesco finche´ visse non si accontentò di esortarci con
che tante sorelle portavano pazientemente e che non sfuggivano all’occhio attento di
molti discorsi e con gli esempi all’amore e all’osservanza della santissima povertà` ,
Chiara che, come madre premurosa, chiamava a sé le sorelle e custodiva nel proprio
ma ci consegnò molti scritti , affinché´ dopo la sua morte non ci allontanassimo in
cuore quanto ciascuna viveva. Il rimedio a tante prove era l’amore, la cura e solleci-
nessun modo da essa; come anche il Figlio di Dio, finche´ visse nel mondo, non volle
tudine speciale della madre verso le sorelle. In questa quotidianità vissuta nella gioia
mai allontanarsi dalla stessa santa povertà.

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