è stata una poetessa greca antica annoverata tra i più celebri autori
di poesie d’amore, vissuta tra il 630 a.C. e il 570 a.C. A lei è dedicata una poesia di Giacomo Leopardi, "Ultimo canto di Saffo", scritta nel 1822. Nel corso dei secoli, come purtroppo ancora oggi, sono stati tanti i poeti e gli uomini di cultura che hanno inteso l’amore della poetessa per le donne come esasperato per fini poetici pur di non arrivare a giudicare l’operato di Saffo scandaloso. La produzione poetica di Saffo viene solitamente suddivisa in otto o nove libri ordinati in base al metro poetico utilizzato. Nel primo libro ci sono le odi saffiche, nel secondo i distici in pentametri eolici, nel terzo i distici in asclepiadei maggiori, nel quarto i distici di paraslepiadei maggiori e nel quinto i carmi. Dei libri rimanenti non è possibile definire in modo preciso la modalità compositiva, anche se l’ottavo e il nono contengono degli epitalami, ovvero composizioni create apposta per celebrare i matrimoni. Questa tipologia di scrittura era cara alla poetessa, che chiamava sempre in causa Era, dea dei matrimoni. In alcuni frammenti delle poesie di Saffo si possono identificare delle velate polemiche rispetto a una cultura che imponeva le regole del vincolo matrimoniale e a una società patriarcale in cui il ruolo delle donne era irrilevante. Della vastissima produzione attribuita a Saffo sono arrivati a noi circa duecento frammenti, recuperati un po’ da tutti i libri e spesso oggetto di ricostruzioni ipotetiche. Ecco alcuni titoli dei frammenti, le poesie più belle di Saffo: Inno ad Afrodite (fr. 1 Voigt) Tramontata è la luna (fr. 168b Voigt) Nozze di Ettore e Andromaca (fr. 44 Voigt) Preghiera per Carasso (fr. 5 Voigt) La cosa più bella (fr. 16 Voigt) La dolce mela (fr. 105a Voigt) Ode della gelosia (fr. 31 Voigt)