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Lezione 28.

09 Origine del diritto


del lavoro
Il diritto del lavoro è un diritto recente, nasce nell'800, con i primi movimenti
rivoluzionari. In Italia si sviluppa nella seconda metà dell'800. È figlio
dell'industrializzazione, in questo periodo nasce la fabbrica come luogo in cui si
concentra la produzione. Nasce una nuova figura di lavoratore, che non ha nulla e
costituisce una forza lavoro che diventa sempre meno professionalizzata. In
precedenza esisteva la figura dell'artigiano, i quali prodotti venivano commercializzati
dal mercante. Il mercante progressivamente espropria l'artigiano, compra i macchinari
e la forza lavoro.

Si ha così un passaggio dalla produzione artigianale diversificata alla produzione


standardizzata e in serie. Si tratta di una trasformazione molto lunga che parte dalla
nascita della figura dell’operaio che fino a quel momento non esisteva. I lavoratori si
ritrovano nelle fabbriche dove si ha la mercificazione del lavoro. Il lavoratore vende
semplicemente le proprie energie lavorative che l’imprenditore userà semplicemente
per le proprie esigenze.

Vi sono numerose trasformazioni;

Trasformazione tecnologica: data dalla disponibilità di energia, che permette di


concentrare la produzione in un unico luogo, consentendo di mettere in fila una serie
di lavoratori. I compiti che svolgono sono semplici e ripetitivi, sono dunque
intercambiabili, è facile sostituire i lavoratori l'uno con l'altro

Trasformazione sociale: con la rivoluzione francese si ha un abbattimento dello


schema di classi chiuso, dello schema delle corporazioni. Per esercitare una
professione era necessario far parte di una determinata corporazione. L'abbattimento
di questo sistema permetteva di liberare le risorse, a chi aveva il capitale per
investirlo.

Trasformazione giuridica: Il codice napoleonico è figlio della rivoluzione francese, i


quali principi vengono percepiti nel codice stesso. Il suo principio cardine è quello
della libertà e uguaglianza delle parti del contratto. Questo principio investe anche il
mondo del lavoro e permette all'imprenditore di contrattare condizioni di lavoro a sé
notevolmente vantaggiose. Si tratta non solo di lavoro maschile, ma anche di quello
delle donne e dei fanciulli, che vengono pagati sistematicamente meno. Il contratto
improntato sulla parità formale non protegge la parte debole. In Italia questo
cambiamento diventa visibile nella seconda metà dell'800 dopo l'unità d'Italia.

Lezione 28.09 Origine del diritto del lavoro 1


Nel 1865 non esisteva una norma per la tutela del lavoro. Esisteva un'unica
previsione in tema di locazione delle opere. (Discussione tra vendita di opere e
locazione di opere, che si è risolta con il sopravvento della locazione della forza
lavoro).

Art. 1627 cod. 1865:


Vi sono tre principali specie di locazione di opere e d'industria:
1. Quella per cui le persone obbligano la propria opera all'altrui
servizio;
2. Quella dei vetturini sì per terra come per acqua che
s'incaricano del trasporto delle persone o delle cose;
3. Quella degli imprenditori di opere ad appalto o cottimo.

L'articolo comprendeva dunque diverse forme di lavoro. Di fronte a questa fattispecie


confusa non era individuabile nessuna forma di protezione per il lavoratore.

Nel 1870/80 esplode la questione sociale per lo sfruttamento.


I lavoratori iniziano ad organizzarsi, a creare gli embrioni dei primi sindacati, che
vengono chiamate Leghe di Resistenza e Casse di Resistenza. I lavoratori
depositavano parte del loro guadagno per sostenere gli altri lavoratori infortunati o la
stessa lotta. Iniziano gli scioperi e le contrattazioni collettive, che hanno bisogno di
sostegno economico.
La finalità dei gruppi è quella di evitare la concorrenza al ribasso, il gruppo vuole
mantenersi unito per evitare che l'imprenditore contratti con il singolo, facendo in
modo che i singoli si facciano concorrenza a vicenda e rendendo impossibile
raggiungere condizioni di lavoro migliori.

Tra il 1880/1900 si sviluppa maggiormente il fenomeno affinché si fornisca assistenza


nei casi più gravi. Nasce una legislazione mirata, in più riprese viene emanata una
legislazione a favore delle donne e dei fanciulli e anche riguardo gli infortuni sul
lavoro.
Il lavoro avveniva in condizioni pericoloso e inoltre in caso di incidente la colpa veniva
attribuita all'operaio che lo aveva subito, in quanto aveva arrecato pregiudizio
all'impresa.
Non viene definito il campo di applicazione della tutela, infatti la legislazione non
assicurava la fattispecie operai, lavoratori, non c'è una definizione specifica delle
caratteristiche che questo lavoratore deve avere per essere protetto.

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A fine secolo nel 1895 viene costituita una magistratura speciale, i Collegi dei
probiviri, in maniera tripartita, costituiti da:

un giudice togato

Il collegio applica la legge, i contratti collettivi e i principi che derivano dalla prassi,
ovvero quello che si erano consolidati nella giurisprudenza [come ad esempio l’idea
di obbligo di preavviso per il licenziamento].
Vi era tuttavia assoluto silenzio sulla contrattazione collettiva e sul sindacato. L’unica
trattazione possibile era inquadrando questi soggetti in maniera privatistica, con
contratti che vincolano solo le parti che li hanno stipulati.

Diritto corporativo:

Norme di diritto del lavoro che si sviluppano enormemente durante il regime fascista.
Il legislatore introduce numerose tutele per la parte debole del rapporto, ma si tratta di
norme calate dall'alto che non danno spazio ai lavoratori di avanzare le proprie
richieste.

💡 Es: L'orario di lavoro viene portato ad 8 ore giornaliere

Nel 1924 con la legge n.863 sull'impiego privato, viene disciplinato il lavoro degli
impiegati (sapevano leggere, scrivere e fare di conto).

Nel 1942 viene emanato il Codice Civile, al suo interno l'articolo 2094 che disciplina
nello specifico il lavoro subordinato. Il c.c. prende posizione sulla fattispecie. Si ha
una circoscrizione e descrizione del lavoro subordinato che viene separato e
contrapposto al lavoro autonomo, privo di protezione, lasciato alla libertà e parità
delle parti.

Sul piano dei rapporti collettivi di lavoro si ha un riconoscimento del sindacato e


del contratto collettivo. Ma nell’ambito di una visione autoritaria che nega la possibilità
di un conflitto (la contrapposizione di interessi) fra datori e lavoratori. Infatti esisteva
un unico sindacato fascista per ciascuna categoria produttiva, uno per i lavoratori e
uno per i datori. Il sindacato è un organo dello stato che emana norme applicabili a
tutti (il contratto collettivo corporativo è una fonte di diritto in senso proprio, valida
erga omnes).

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Art. 1 Preleggi:
Sono fonti del diritto (1) (2):
1) le leggi; 2) i regolamenti; 3) [le norme corporative]; 4) gli usi.

Art. 5 Preleggi:
[Sono norme corporative le ordinanze corporative, gli accordi
economici collettivi, i contratti collettivi di lavoro e le sentenze
della magistratura del lavoro nelle controversie collettive.]

Nel 1948 entra in vigore la Costituzione Repubblicana.


Il lavoro ha un ruolo centrale —> art. 1, 2, 3, 4, 35, 36, 37, 39, 40, 41

art. 2 → principi fondamentali


art. 3 → parità individuale
art. 4 → il lavoro è un diritto (un dovere a carico dello Stato), il singolo ha diritto di
scegliere, non si tratta di un diritto pretesa.
art. 35 → il lavoratore prima era l'operaio. Il confine tra lavoratore subordinato e
autonomo sfuma, la Repubblica deve proteggere tutti i lavoratori che ne hanno
bisogno. Non c'è una descrizione di lavoratore.
art. 36 → retribuzione adeguata e proporzionata che non mini l'iniziativa d'impresa
art. 37 → tutela la donna lavoratrice.
art. 38 → assistenza cittadini inabili al lavoro.
art. 39 → libertà di organizzazione sindacale. Il nucleo originario è lo sciopero,
strumento di conflitto.
art. 41 → l'iniziativa economica privata è libera.
L'accordo è lo strumento di composizione del conflitto. È necessario un
bilanciamento fra interessi contrapposti.
La giustificazione del licenziamento è un principio fondamentale, dall'art.2 Cost.
riguardo la dignità delle persone.

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