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R I V I S TA D I

S TO R I A D E L L A
M I N I AT U R A
12

2008

Centro Di
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Sommario 9 Tavole a colori Cristiana Pasqualetti


117 “Libellus ad faciendum colores dandos in
Jonathan J. G. Alexander carta”: un’inedita redazione abruzzese del
17 A Book of Hours from Ferrara Now in the De arte illuminandi
Peterborough Museum and Art Gallery,
England Patrizia Tosini
123 Miniature dall’Ospedale del SS. Salvatore
Lilian Armstrong ad Sancta Sanctorum:
23 Two Cycles of Uomini Famosi Illuminated decorazione, rituali, iconografia
by the Pico Master in 1476
Simona Moretti
Giordana Mariani Canova 137 La miniatura medievale nel Seicento e nel
34 La natura dipinta: il Plinio Gonzaga Settecento: fra erudizione, filologia e storia
e i suoi miniatori dell’arte

Emanuela Elba
45 Lungo le rotte adriatiche: il Libro d’ore 149 Recensioni
in beneventana di Budapest
e la miniatura pugliese dell’XI secolo 158 Miniatura on-line, a cura di Federica Toniolo

Azzurra Elena Andriolo


56 Un contributo alla storia della miniatura
a Vicenza nel Duecento: la Bibbia di Torpino

Alessandra Chirivì
61 Il Pontificale di Salerno: nuove riflessioni

Marta Minazzato
67 Un Valerio Massimo miniato
dal Maestro della Novella

Susy Marcon
73 Il Gotico cortese a Venezia nelle miniature
riutilizzate per la Mariegola della Scuola
del Santissimo Sacramento in San Canciano:
per Niccolò di Pietro

Lyle Humphrey
81 Cristoforo Cortese’s Signed Frontispieces
in the Museo Civico Amedeo Lia, La Spezia
and the Mariegola of the Scuola
dei Milanesi of Venice

Angela Dillon Bussi


95 Il Beato Angelico miniatore, cioè pittore su
libro (riflettendo sul Corale 43
della Biblioteca Medicea Laurenziana)

Anna De Floriani
103 Una testimonianza dell’Umanesimo fiorentino
a Genova: il Mercurio di Ciriaco d’Ancona
effigiato nel ms. MA. D. 6
della Biblioteca Franzoniana

Emma T. K. Guest
111 The Second Master of the Grifo Canzoniere:
New Attributions
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L A M I N I A T U R A M E D I E VA L E

NEL SEICENTO E NEL SETTECENTO:

FRA ERUDIZIONE, FILOLOGIA

E S T O R I A D E L L’ A R T E

Simona Moretti

“Nella libreria di Sisto V […] vi è riferisce alle riproduzioni del codice che Cas-
il libro delle vite dei Santi Greci siano ordinò tra il 1632 e il 1633 5. Camillo,
dove vi sono i santi dipinti
con il nome che è “Pictori”,
nell’epistola, dichiara che non avrebbe proce-
di buona maniera” duto nel suo intento fino all’arrivo dell’appro-
(G. Mancini, Considerazioni, 1621) vazione di dal Pozzo. È noto anche come si
concluse la vicenda: Massimo otterà in presti-
L’importante ruolo svolto dalla miniatura to il manoscritto dal 25 agosto 1641 sino forse
medievale nelle grandi opere del XVII e XVIII al 6 agosto dell’anno seguente e ne trarrà due
secolo, che stanno alla base dei nostri studi sul copie (oggi conservate a Londra, British
Medioevo, è stato già sottolineato, ma è Library, Lansdowne 834 e Windsor, Eton Col-
apparso opportuno affrontare in tale direzione lege Library, ms. R. B. 41) 6; egli poi, divenu-
un’indagine più profonda. Ci limiteremo qui a to cardinale, commissionava a Pietro Santi
fornire un quadro, parziale s’intenda, sulla Bartoli le incisioni delle miniature del codice,
situazione romana, o meglio sull’attenzione che apparivano a Roma nel 1677, assieme alla
rivolta al corredo iconografico dei manoscrit- stampa di sei copie dal Pozzo del Virgilio
ti tardoantichi e medievali conservati nelle Romano 7. Il manoscritto tardoantico costitui-
storiche biblioteche della città1. sce, comunque, un caso eccezionale: godette
L’illustrazione libraria costituisce un felice infatti di straordinaria fortuna già nell’alto
collegamento tra la tradizione antiquaria e gli Medioevo quando veniva copiato a Tours 8 e in
studi filologici 2 e, potendo essere riprodotta epoca moderna a partire dall’inizio del Cin-
piuttosto facilmente, si eleva a strumento di quecento quando era studiato da Raffaello e
conoscenza e diviene canale preferenziale per da altri 9. Le sue miniature impressionistiche
tradurre in immagini un passato di cui pro- costituivano certo una miniera cui attingere
gressivamente si tentava il ‘recupero’. per gli artisti del Rinascimento, e nel XVII
Nel XVII secolo i personaggi chiave, partico- secolo Camillo Massimo ricorreva a esso per
larmente attivi nel commissionare copie di ricreare i paesaggi della pittura antica: sembra
miniature, si chiamano Nicolas-Claude Fabri che Claude Lorrain, protetto del cardinale,
de Peiresc (1580-1637), Cassiano dal Pozzo ebbe l’occasione di vedere il codice a lungo
(1588-1657), Carlo Camillo Massimo (1620- proprio a casa di questi ed è stato suggerito
1677). Ma altri ancora potrebbero essere men- che le figure allungate delle sue opere più
zionati. tarde siano dovute all’influenza delle miniatu-
Intorno ad alcuni manoscritti in particolare si re del Virgilio Vaticano 10. In ogni caso, il
concentra la bramosia di eruditi, collezionisti 3 manoscritto veniva considerato più antico di
e artisti. Il 5 giugno del 1641 Camillo Massi- quanto fosse, non rispettando così la nostra
mo scriveva a Cassiano dal Pozzo a proposito prospettiva storica 11.
della sua intenzione di riprodurre le miniature L’interesse antiquario dovette stare alla base di
del Virgilio Vaticano: “Dal Signor Antonio diverse iniziative prese a partire dal XVI seco-
Maria Antonozzi, questa mattina m’è stato lo e perseguite più decisamente nel Seicento:
rappresentato che V.S. Ill.ma restasse con poco Fulvio Orsini (1520-1600) includeva nelle sue
gusto, ch’io facessi copiare il Virgilio antico, Imagines et elogia degli uomini illustri, pub-
mentre ella con tanta fatica, et spesa n’haveva blicate nella prima edizione nel 1570, il ritrat-
ottenuta copia” 4. Sappiamo che Massimo si to di Terenzio rappresentato nella miniatura

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1. Roma, Antoine Lafrery, una fonte 17. Pure in questo caso chi studiava o
1570, Fulvio Orsini,
Imagines et elogia virorum faceva ricopiare il codice spesso non capiva di
illustrium: Ritratto di trovarsi di fronte a una versione carolingia,
Terenzio, tav. 55
(calcografia). ritenendola – secondo un atteggiamento diffu-
so – più antica di quanto realmente fosse 18. È
interessante notare che si registra un ripetersi
dei soggetti, sicuramente dovuto al fatto,
ovvio, che le copie circolavano più facilmente
dei manoscritti originali.
Alla fine del Cinquecento il fiammingo Phili-
ps van Winghe copiava il ritratto dell’autore
dalla II Ecloga del Virgilio Romano (f. 3v) e
un’altra miniatura dallo stesso codice 19. Le
immagini del manoscritto sono eseguite in
uno stile ormai medievale, eppure i disegni
del van Winghe vennero fatti riprodurre dal
domenicano Alfonso Chacon († 1599) (Roma,
Biblioteca Angelica, ms. 1564, f. 44r; fig. 2) 20,
dal canonico Dionysius de Villers (1546-
1620) (Parigi, Bibliothèque nationale de Fran-
ce, nouv. acq. lat. 2343, ff. 72r, 79r) 21, da Pei-
resc (Vat. lat. 10545, ff. 66r, 67r) 22, dal medi-
co Spon 23: tutti interessati all’abbigliamento o
del codice Vat. lat. 3868 (fig. 1) 12. Si tratta di a dettagli dell’arredamento. Anche Cassiano
un altro manoscritto piuttosto ‘fortunato’: ordinava delle copie acquerellate dal Vat. lat.
Cassiano ne faceva eseguire copie e da queste 3867 (fig. 3) 24.
deriva l’incisione pubblicata postuma in G.B. A ridosso del Seicento si collocano le prove di
Casali, De Urbis ac Romani olim Imperi Giacomo Grimaldi (1560 ca.-1623) contenute
Splendore, Romae 165013, era richiesto in pre- negli Instrumenta authentica (Vat. Barb. lat.
stito dal cardinale Massimo 14 e alcune 2733, ff. 296r-296v) che raffigurano due
maschere venivano fatte riprodurre da Peiresc miniature, rispettivamente da un Antifonario
(Vat. lat. 10545, f. 66v) 15 e da Jacob Spon tardoduecentesco (Città del Vaticano, Museo
(1647-1685) (Parigi, Bibliothèque Nationale Sacro della Basilica Vaticana, ms. XIV.4) e da
de France, Cabinet des Estampes, Fb. 18b, f. un Graduale abruzzese trecentesco (Città del
57r) 16. Quest’ultimo, medico di Lione, forse Vaticano, Museo Sacro della Basilica Vatica-
2. Roma, Biblioteca potrebbe aver attinto per l’occasione al na, ms. XVII.2). L’archivista della Basilica
Angelica, ms. 1564: Ritratto
di Virgilio, f. 44r (disegno Museum chartaceum di Cassiano dal Pozzo, Vaticana era interessato ai ritratti dei Canoni-
acquerellato, part.). che sappiamo aver costituito per il suo lavoro ci e alla verosimiglianza del loro abbiglia-
mento e, come è stato sottolineato, la scelta di
riprodurre proprio queste due miniature è
dovuta alla presenza in entrambe della rappre-
sentazione dei Canonici e dimostra il prestigio
goduto da tali manoscritti 25.
Ancora per stabilire l’esatto aspetto dell’im-
peratore o la presenza di un particolare,
Nicolò Alemanni riproduceva nel suo De
Lateranensibus parietinis due miniature
(rispettivamente dalla Bibbia di San Paolo e
dal manoscritto Vat. gr. 699) 26.
Carlo Antonio dal Pozzo (1606-1689), fratel-
lo di Cassiano, nel proseguire alla morte di
questi l’impresa del Museo cartaceo, acqui-
stava a metà degli anni Ottanta copie del
Benedizionale di Casanate (fig. 4) (Roma,
Biblioteca Casanatense, ms. 724 (B I 13) 2) 27.

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nota iniziale autografa di Leone Allacci


(1586-1669) che specifica la collocazione del
Menologio in Biblioteca Vaticana (vi entrò nel
1615) e i soggetti riprodotti. I fogli delle copie
(alcuni vacui) sono di carta differente rispetto
alla prima parte, con la quale sembrano non
avere nulla a che fare e a cui poterono essere
uniti per una concordanza di formato quando
nel XIX secolo si legò, o legò a nuovo, il volu-
me 30. Le copie sono molto fedeli all’originale
salvo poche varianti (ad esempio la sostituzio-
ne dell’azzurro all’oro di fondo, oppure alcu-
ne differenze di colori e toni) e ne riproduco-
no all’incirca le misure e la disposizione sul
foglio (sono cioè sempre eseguite sul recto
come sul modello): rappresentano il diacono
Vincenzo, la processione alla chiesa delle
Blacherne che si svolgeva il 27 ottobre (fig. 5,
in alto), la commemorazione del grande terre-
moto del 450 31. Il disegno di un concilio ecu-
menico (fig. 5, in basso) – forse il VII – è ese-
guito su pezzo di carta isolato 32 ed è incollato
su una pagina del Vat. Barb. gr. 589: appare
chiaro che è stato realizzato con intenti diver-
si rispetto al resto, probabilmente da altra
mano, certamente su un supporto differente e
3. Windsor, Royal Library, Quattordici in tutto ed eseguite piuttosto
9074: Concilio degli Dei non rispetta le misure del modello. Le minia-
(disegno acquerellato). fedelmente. ture del codice Barberini sono accompagnate,
Tra il 1615 e il 1669 dovettero essere realiz- non sempre nell’ordine, dalla trascrizione del
zate le immagini derivate dal cosiddetto testo greco corrispondente che accompagna le
Menologio di Basilio II (Vat. gr. 1613) che si illustrazioni nel Menologio (il testo però fu
conservano in un codice Barberini (Vat. Barb. vergato su un foglio separato diversamente da
gr. 589, ff. 339r, 342r, 346r): si tratta di tre quanto avviene sul manoscritto originale dove
miniature (di cui una incompleta) e un dise- si trova sotto le illustrazioni) 33.
gno (fig. 5) 28, rilegati alla fine del manoscrit- Le immagini seicentesche mostrano un dise-
4. Windsor, Royal Library, to, cartaceo, contenente testi di Niceforo gno preparatorio a matita, mentre piccolissimi
9148: Il vescovo e i chierici patriarca di Costantinopoli 29. L’arco cronolo-
presso il fonte battesimale punti e sottili filamenti colorati rendono volti,
(disegno acquerellato). gico sopra menzionato è determinato da una capelli, barba e altro ancora. La tecnica del
‘puntinismo’ inaugurata da Giorgio Giulio
Clovio 34 (1498-1578) era nel Seicento usata
sia all’interno dello scriptorium pontificio (si
pensi ad Antonio Maria Antonozzi) 35, che
fuori (si pensi a Giovanna Garzoni, 1600-
1670) 36. Stabilire chi sia stato l’artefice di tali
riproduzioni è compito arduo, reso più diffi-
coltoso dalla natura di copia che maschera a
dovere lo stile personale. In ogni caso, la mia
attenzione si è concentrata, per i motivi che di
seguito esporrò, su un nome.
Nel 1630 Giovanna Garzoni si diresse con il
fratello a Napoli presso il duca di Alcalà
facendo tappa a Roma, dove entrò in amicizia
con Cassiano dal Pozzo e con Anna Colonna
(dal 1627 moglie del nipote di papa Urbano
VIII, Taddeo Barberini). Testimonianza di

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gio greco donato dal cardinale di S. Cecilia,


che è historiato de santi di sei mesi dell’anno
e contiene 800 figure di buona maniera, nelle
quali si vede la ragione de martirij e in stru-
menti loro, degl’habiti monastici, cerimonie e
usi sacri, forma di chiese e molte altre cose, et
è libro di 7. in 800 anni” 40. Curioso è consta-
tare che l’appunto venne poi cancellato,
secondo Herklotz probabilmente dallo stesso
Cassiano 41. Forse perché il manoscritto era
ormai entrato nelle mire del cardinal nepote? 42
Sull’abilità dell’artista ascolana nell’esercizio
di copia non è necessario che insista: stile,
tecnica, capacità professionali e dati storici
non sembrerebbero ostacolare l’ipotesi di
attribuire le immagini Barberini del Menolo-
gio proprio a Giovanna Garzoni. Ma, per il
momento, questa rimane una seducente ipote-
si, ancora da documentare 43.
Non è escluso, ma non mi sembra probabile,
che queste copie vadano inserite, come già
affermava Bonicatti, “in quel programma
coevo di riproduzione da mosaici e affreschi
romani, le quali pure sono contenute in mano-
scritti barberiniani della Vaticana” 44, infatti
nulla di simile, per qualità e tecnica, è rintrac-
ciabile nel corpus di disegni acquerellati com-
missionati dai Barberini. In ogni caso la
miniatura era inclusa “in quel programma”,
ecco appunto cosa scrive il 21 aprile del 1629
Claude Menestrier a Peiresc: “Ayant des quel-
que temps esté occupé au service de Monse-
gneur le cardinal Barberin à dessigner […]
toutes les figures qui sont dans un manuscript
5. Città del Vaticano, questi rapporti sono cinque lettere che Gio- de S. Climax, et du depuis j’ay heu ordre de
Biblioteca Apostolica, Barb.
gr. 589: Commemorazione vanna inviò a Cassiano da Napoli, pubblicate dessigner d’aultres livres de la Vaticane là où
del terremoto di a metà del Settecento da Giovanni Bottari 37. Il il y a des figures tirées des mosaiques ou
Costantinopoli avvenuto al peintures antiques et de la primitive Eglise
tempo di Leone l’Isaurico e
soggiorno napoletano della Garzoni si conclu-
disegno di un Concilio deva ben presto ed ella pregava allora dal pour satisfare à la volonté de Monsegneur le
ecumenico, f. 342r. Pozzo di cercarle una sistemazione a Roma, Cardinal” 45.
spiegando che la sua venuta in città le avreb- Il carattere frammentario e selettivo delle
be permesso di soddisfare meglio le promes- copie conservate nel Vat. Barb. gr. 589 non
se: “per il sig. Cardinale e per la sig. D. Anna, sembrerebbe indicare un progetto definito,
come anco per V. S.” 38. L’anonimo “sig. Cardi- tuttavia la sorprendente fedeltà delle immagi-
nale” è stato identificato, a ragione credo, con ni all’originale 46 e la presenza delle notizie
Francesco Barberini (1597-1679), ma non che accompagnano le miniature, per quanto
sono state rintracciate notizie documentarie queste non siano state trascritte con intento
sui rapporti tra il potente personaggio e Gio- mimetico, sollevano alcuni interrogativi a
vanna 39. riguardo; le cui risposte potrebbero essere for-
Cassiano, dal canto suo, dovette pensare al nite da personaggi quali Francesco Barberi-
Menologio come fonte iconografica da cui ni 47, Leone Allacci 48, Pietro Arcudi (1563-
trarre informazioni relative alla cultura mate- 1633) 49.
riale, si legge infatti in un codice appartenuto- Per quanto lo riguarda, Cassiano dal Pozzo
gli ed oggi conservato a Napoli (Biblioteca dichiarava esplicitamente i suoi intenti: si è
Nazionale, ms. V.E. 10, f. 120r): “Il Menolo- detto che nel suo enciclopedico Museo carta-

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6. Bernard de Montfaucon, ceo si conservano riproduzioni acquerellate di Palaeographia graeca, presenta la riproduzio-
Palaeographia graeca,
Parisiis, 1708: lettere miniature ricavate dal Virgilio e Terenzio vati- ne di lettere ornamentali (fig. 6) e di miniatu-
ornamentali, p. 255. cani, dal Virgilio Romano (fig. 3), studiati per re (dal Dioscoride di Vienna, dalle Omelie di
7. Bernard de Montfaucon, (cito dalla lettera di Cassiano contenente la Gregorio Nazianzeno e dal Salterio di Parigi e
Palaeographia graeca,
Parisiis, Apud Ludovicum richiesta di prestito dei codici, datata 7 gen- da codici per Italiam, Galliam et Germaniam;
Guerin […] viduam Jannis naio 1632): “esser d’aiuto all’intelligenza e fig. 7) 51. Si rispondeva così all’interesse stori-
Boudot […] et Carolum
Robustel, 1708: chiarezza di diversi buon autori”, in sostanza co-filologico.
L’evangelista Luca allo per ricavarne i disegni: “per meglio arrivare Il XVIII secolo è caratterizzato da significati-
scrittoio, dopo p. 24.
alla realtà degl’habiti e de personaggi” 50 e, in ve imprese editoriali finalizzate alle ‘edizioni
altri casi, dei loro riti religiosi, aggiungiamo facsimilari’, come quella Albani del Menolo-
noi. Ecco svelati i motivi del pionieristico gio di Basilio II (fig. 8) (Menologium Graeco-
interesse nei confronti dell’arte del minio. rum jussu Basilii imperatoris Graece olim
Nel proporre questo rapido excursus attraver- editum, Urbini, Ex typographia Venerabilis
so il Seicento è importante sottolineare il Cappellae SS.mi Sacramenti Apud Antonium
ruolo fondamentale svolto dai benedettini Fantauzzi Typographum, & Characterum
della Congregazione di San Mauro che, Fusorem, 1727) 52 o l’altra della Calcografia
aprendo la strada agli studi storici rivolti al Camerale del Virgilio Vaticano curata da Bot-
Medioevo, gettarono le basi per le moderne tari (fig. 9) (Antiquissimi virgiliani codicis
discipline della diplomatica e della paleogra- fragmenta, Romae, Ex Chalcographia R.C.A.
fia. Solo per fare un esempio, l’opera di uno Apud Pedem Marmoreum, 1741) che utilizza-
dei protagonisti di questi nuovi filoni di ricer- va, per stampare le miniature, le lastre dell’in-
ca, Bernard de Montfaucon (1655-1741), cisore Pietro Santi Bartoli 53, peraltro già tirate
pubblicata a Parigi nel 1708 con il titolo di diverse volte prima (nel 1677, nel 1725 e dopo

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plex latinae versionis antiquae seu veteris ita-


licae), approntata già nel 1744 ma pubblicata
a Roma cinque anni più tardi, in due tomi,
dove si possono leggere notizie e vedere ripro-
duzioni di codici miniati conservati in biblio-
teche romane e non 55. Le quattro tavole incise
che corredano i due volumi sono dedicate ad
altrettante miniature a piena pagina contenute
nel codice un tempo Vall. F90 (sino a qualche
anno fa ritenuto disperso), proprio la consul-
tazione del libro settecentesco mi ha permes-
so di rintracciarne l’attuale collocazione
(figg. 10, 11) 56. Il testo di Bianchini, inoltre,
suggerisce come una crescente sensibilità
rivolta all’ornamentazione del codice coinvol-
ga, in quegli anni, diversi eruditi 57. È interes-
sante, infine, notare che i cataloghi manoscrit-
ti e a stampa delle biblioteche segnalino sem-
pre più spesso l’eventuale presenza di illustra-
zioni 58. Insomma il collezionismo librario da
una parte e le esigenze erudite di uomini di
Chiesa dall’altra costituivano la spinta, talvol-
ta congiunta, per prestare attenzione al mano-
scritto miniato. Contribuivano ad alimentare
questa nuova sensibilità i nascenti studi paleo-
grafici e gli interessi filologici (non esclusiva-
mente religiosi): come nel caso dell’edizione
delle Commedie di Terenzio stampate a Urbi-
no dalla Tipografia della Venerabile Cappella
del SS. Sacramento nel 1736 e a Roma a spese
di Nicola Roisecco nel 1767, i cui testi sono
accompagnati dalle illustrazioni presenti nel
Terenzio Vaticano (Vat. lat. 3868) 59. Entrambe
le edizioni usano gli stessi raffinati rami, pro-
babilmente tratteggiati da Giovan Battista
Sintes (1680-1760) e di proprietà dello stam-
patore Girolamo Mainardi.
Il XVIII secolo registra comunque un pionieri-
stico interesse verso il Medioevo artistico, e
proprio a Roma un gruppo, diremmo di amici,
tra i quali possiamo nominare i cardinali Ste-
fano Borgia, Francesco Saverio de Zelada,
l’avvocato Agostino Mariotti, l’abate Giusep-
8. Menologium graecorum questa data) e poi in seguito (nel 1763-65, nel pe Lelli, il cavaliere Jean-Baptiste Seroux
jussu Basilii, Urbini 1727:
Concilio ecumenico, p. 122 1776 e nel 1782) 54. Se la pubblicazione del d’Agincourt, studiano e collezionano opere
(part.). Virgilio nasceva da uno sforzo editoriale rea- d’arte dell’età di mezzo 60. Borgia, indotto da
9. Antiquissimi virgiliani lizzato per integrare le raccolte della famiglia un suo progetto 61 a stabilire quale fosse l’epo-
codicis fragmenta, Romae,
1741: Enea spezza un ramo Massimo, nel caso del ‘Menologio Albani’ la ca del passaggio dall’iconografia del Christus
del mirto nato dalla tomba spinta veniva dall’erudizione sacra, una parti- triumphans a quella del Christus patiens, rac-
di Polidoro, p. 60 (part.).
colare versione degli interessi storico-filologi- coglie informazioni sulle miniature descritte
ci. Sempre nell’alveo di questa tradizione eru- dal bibliotecario della Laurenziana, Angelo
dita prendeva corpo l’opera di un personaggio Maria Bandini, nei suoi cataloghi 62.
vicino all’ambiente dei maurini, Giuseppe Il secolo termina con la grande campagna di
Bianchini (1704-1764), dedicata alle antiche documentazione sui manoscritti miniati che fu
versioni dei Vangeli (Evangeliarum quadru- commissionata da Jean-Baptiste-Louis-Geor-

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10. Giuseppe Bianchini, ges Seroux d’Agincourt (1730-1814) a partire rati per l’impresa passarono in gran parte, per
Evangeliarum quadruplex
latinae versionis antiquae dagli anni Settanta e venne realizzata entro il volontà di d’Agincourt, alla Biblioteca Vatica-
seu veteris italicae, II, 1790. Il materiale grafico, come è noto, dove- na e ora tredici album riuniscono quella pre-
Romae, 1749: L’evangelista
Luca, p. CCCVIII. va servire a costituire l’apparato iconografico ziosa eredità (Vat. lat. 9839-9849, 13479-
11. Londra, British Library, della sua imponente opera a stampa dedicata 13480) 64.
Burney 19, Evangeliario: alla storia dell’arte medievale, la cui pubblica- Seroux, già prima del suo soggiorno romano
Maestro del Kokkinobaphos,
L’evangelista Luca, f. 101v. zione si concluse nel terzo decennio dell’Ot- iniziato alla fine del 1779 e dopo due anni
tocento (J.-B.L.G. Seroux d’Agincourt, divenuto trasferimento definitivo 65, aveva
12. Città del Vaticano, Histoire de l’Art par les Monumens, depuis sa cominciato a raccogliere i disegni tratti dai
Biblioteca Apostolica, Vat. lat. décadence au IVe siècle jusqu’à son renouvel- ‘monumenti della decadenza’. Egli prestò
9841: Gian Giacomo
Macchiavelli, Concilio
lement au XVIe, I-VI, Paris 1823) 63. I disegni, particolare attenzione all’illustrazione del
ecumenico, f. 70r (part.), le riproduzioni, i calchi, le descrizioni, elabo- libro medievale e fece disegnare e calcare
diversi codici miniati, tra cui molti della Vati-
cana (fig. 12), per colmare, come dichiara
personalmente, la mancanza di testimonianze
pittoriche monumentali 66. La miniatura, inol-
tre, permetteva facilmente la riproduzione tra-
mite calco e ciò rispondeva ampiamente alle
esigenze di fedeltà all’immagine perseguite
dal trattatista 67.
Seroux voleva delineare una storia dell’arte
dell’età di mezzo e proprio nelle cosiddette
arti minori il francese riteneva si fosse mante-
nuta maggiore perizia 68. La miniatura entrava
così a pieno titolo, ma non ancora in comple-
ta autonomia, nella storiografia artistica 69.

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* Questo contributo è dedicato ad alcune riflessioni di colori, attribuita a un anonimo italiano, a. 1632), 147
carattere storiografico sul tema de Lo studio del libro (la serie di disegni monocromi è attribuita a Pietro
miniato medievale e umanistico nella Roma del Sette- Testa); J. Osborne, A. Claridge, The Paper Museum of
cento e la nascita della Storia della miniatura, argo- Cassiano del Pozzo. Early Christian and Medieval Anti-
mento di un assegno di ricerca (a.a. 2004-2006) attri- quities, II, London 1998, p. 127.
buitomi presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’ e 6) Ruysshaert, Les dossiers cit., p. 182. Camillo Massi-
diretto dal prof. Antonio Iacobini, al quale rivolgo il mio mo, diversamente da Cassiano, intendeva realizzare una
più sentito grazie per la sensibile guida e lo stimolo con- sorta di ‘facsimile’ del Virgilio Vaticano; il manoscritto
tinuo all’indagine. Il testo ricalca in gran parte la rela- Lansdowne 834 ne è una prova: è corredato, infatti,
zione da me presentata al Convegno internazionale di dalla copia dell’intero apparato illustrativo, mentre il
studi su La decorazione del libro dall’età medievale testo si arresta al Libro V dell’Eneide. Il progetto è
all’età contemporanea, tenutosi nella primavera del ricordato da J. Mabillon, Museum Italicum, I, Lutetiae
2006 presso l’Università della Calabria (Arcavacata di Parisiorum, apud viduam Edmundi Martin, Johannem
Rende – Cosenza). Mi fa piacere, dunque, ringraziare Boudot, & Stephanum Martin, 1687, p. 63.
chi mi invitò in quell’occasione a parlare, la prof.ssa 7) Ruysshaert, Les dossiers cit., pp. 182-183, anche per
Emilia Anna Talamo, organizzatrice dell’incontro. Al il rapporto delle incisioni di Bartoli con le copie dal
prof. Ingo Herklotz e alle dott.sse Francesca Manzari ed Pozzo preferite al modello. Cfr., inoltre, V. Romani in Il
Elena De Laurentiis sono grata per i consigli e i sugge- Trionfo sul Tempo. Manoscritti illustrati dell’Accademia
rimenti bibliografici che mi hanno fornito. Infine, ma Nazionale dei Lincei, catalogo della mostra (Roma
non alla fine, la mia riconoscenza va alla prof.ssa Giu- 2002-2003) a cura di A. Cadei, Modena 2002, pp. 123-
lia Orofino, che ha reso possibile la presente pubblica- 124.
zione. 8) Enea ed Ecate che incontrano la Sibilla nel mano-
scritto tardoantico (f. 45v) vennero calcate con uno stilo
1) Non si affronterà qui il capitolo riguardante i codici e servirono per realizzare sulla Bibbia di Viviano (Pari-
tardoantichi e medievali, in particolare scientifici, che – gi, Bibliothèque nationale de France, lat. 1), prodotta
studiati e consultati – verranno ampiamente modificati, nell’846 circa, due degli ebrei che ascoltano san Paolo
tanto nei contenuti testuali quanto nei corredi iconogra- mentre predica nella sinagoga (f. 386v): cfr. Vergilius
fici: valga come esempio anche per altri il caso, già a Vaticanus. Vollständige Faksimile-Ausgabe im Origi-
partire dalla prima metà del Cinquecento, del De mate- nalformat des Codex Vaticanus Latinus 3225 der Biblio-
ria medica di Dioscoride. teca Apostolica Vaticana. Commentarium, di D.H. Wri-
2) F. Crivello, Il Medioevo riprodotto: incisioni e lito- ght, Graz 1984 (Codices selecti, LXXI*) pp. 17, 77 e
grafie negli studi storici e antiquari, in Arti e storia nel D.H. Wright, When the Vatican Vergil was in Tours, in
Medioevo, a cura di E. Castelnuovo, G. Sergi, IV, Il Studien zur mittelalterlichen Kunst 800-1250. Festsch-
Medioevo al passato e al presente, Torino 2004, pp. rift für Florentine Mütherich zum 70. Geburtstag, hrsg.
623-649: 628. von K. Bierbrauer, P.K. Klein, W. Sauerländer, München
3) Sul collezionismo di miniature, tema che solo di 1985, pp. 53-66.
recente ha veramente attirato l’attenzione degli studiosi, 9) D.H. Wright, From Copy to Facsimile: A Millenium of
si veda A.N.L. Munby, Connoisseurs and Medieval Studying the Vatican Vergil, ‘The British Library Jour-
Miniatures. 1750-1850, Oxford 1972; R. Watson, Illu- nal’, 17/1, 1991, pp. 12-35: 17-22. In generale, per le
mination and Illuminated Manuscripts in the 19th Cen- copie tratte da questo celebre manoscritto si veda l’arti-
tury: A Survey of Responses in England, France and colo succitato e ancora Idem, The Study of ancient Ver-
Germany to the Revival of a Medieval Art Form, London gil Illustrations from Raphael to Cardinal Massimi, in
1997; R. Watson, Educators, Collectors, Fragments and Cassiano Dal Pozzo’s Paper Museum, Ivrea 1992 (Qua-
the “Illuminations” Collection at the Victoria and Albert derni Puteani, 2), pp. 137-153; Idem, The Vatican Vergil:
Museum in the Nineteenth Century, in Interpreting and a Masterpiece of Late Antique Art, Oxford-Los Angeles
Collecting Fragments of Medieval Books, ed. by L. 1993, pp. 106-121; I. Herklotz, Cassiano Dal Pozzo und
Brownrigg, M.M. Smith, Los Altos Hills-London 2000, die Archäologie des 17. Jahrhunderts, München 1999,
pp. 21-46; Manuscript Illumination in the Modern Age, ad indicem (Vat. lat. 3225, p. 438).
ed. by S. Hindmann, M. Camille, N. Rowe, R. Watson, 10) Cfr. L. Beaven, Cardinal Camillo Massimo and
Evanston 2001; R. Watson, Illuminated Manuscripts Claude Lorrain: Landscape and the Construction of
and their Makers, London 2003 (ristampa 2004), pp. Identity in Seicento Rome, ‘Storia dell’arte’, n.s.,
133-139; The Revival of Medieval Illumination. Renais- 12/112, 2005, pp. 23-36.
sance de l’enluminure médiévale, ed. by T. Coomans, J. 11) Giulio Mancini (1621) lo riteneva, “com’è la com-
De Maeyer, Leuven 2007 (KADOC Artes, 8); F. Manza- mune opinione” (p. 45), commissionato da Tacito (55-
ri, Codici miniati nella Biblioteca Corsini: erudizione e 117) e degno, assieme al Terenzio (datato alla stessa
bibliofilia agli albori del collezionismo della miniatura, epoca) di essere visto: G. Mancini, Considerazioni sulla
in I Corsini tra Firenze e Roma. Aspetti della politica pittura, I, ediz. critica e introduzione di A. Marucchi, II.
culturale di una famiglia papale tra Sei e Settecento. Commento alle opere del Mancini di L. Salerno, Roma
Atti del Convegno internazionale di studi (Roma 2005), 1956-1957 (Accademia Nazionale dei Lincei. Fonti e
in corso di stampa. documenti inediti per la storia dell’arte, 1), I, pp. 45-46,
4) J. Ruysshaert, Les dossiers dal Pozzo et Massimo des 268, 296-297 e 170 nt. 1242. Un simile destino è condi-
illustrations virgiliennes antiques de 1632 à 1782, in viso da altri manoscritti (e d’altronde investe diverse
Cassiano dal Pozzo, a cura di F. Solinas. Atti del Semi- tipologie di oggetti: icone, reliquiari, ecc.), tra questi
nario internazionale di studi (Napoli 1987), Roma 1989, menziono il celebre Calendario del 354, la cui ‘edizio-
pp. 177-185: 182. L’autore cita una lettera del carteggio ne’ originale è persa e ipotizzabile proprio grazie alle
Puteano: Roma, Biblioteca dell’Accademia Nazionale copie cinque e seicentesche, che però riproducono
dei Lincei e Corsiniana, Carteggio Puteano, vol. XIII inconsapevolmente una versione carolingia. Sul tentati-
(Aosta 11, f. 99r). vo di approntarne un facsimile, cfr. C. Nordenfalk,
5) Ruysshaert, Les dossiers cit., pp. 177, 182; A. Clarid- Notes of the History of Facsimiles of Illuminated Manu-
ge, Illustration from the Copy of Virgil’s “Aeneid” in the scripts, in Color of the Middle Ages. A Survey of Book
Vatican Library (Lat. 3225), in The Paper Museum of Illumination based on Color Facsimiles of Medieval
Cassiano dal Pozzo (1588-1657), Ivrea 1993 (Quaderni Manuscripts, catalogo della mostra (Pittsburgh Pa.
Puteani, 4), pp. 235-236, nn. 146 (appartiene alla serie a 1976), a cura di C. Nordenfalk, Pittsburgh Pa. 1976, pp.

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7-28: 8; infine, Crivello, Il Medioevo cit., p. 628. Questo codice dell’Angelica presenta affinità con il Vat.
12) F. Orsini, Imagines et elogia virorum illustrium, lat. 10545; cfr. Herklotz, Cassiano and the Christian
Roma, Antoine Lafrery, 1570, tav. 55; G. Zappella, Il Tradition, in Cassiano dal Pozzo’s Paper Museum cit.,
ritratto nel libro italiano del Cinquecento, II, Milano pp. 31-48: 47, nt. 41. In realtà correttamente D.H. Wri-
1988 (Grandi opere, 2), tav. 333. La studiosa evidenzia ght, The Roman Vergil and the Origins of Medieval Book
alcuni casi nei quali “il ritratto librario inciso rivela pre- Design, London 2001, p. 68, sottolinea come le illustra-
cise analogie con miniature preesistenti o con lo stile zioni di questo codice, rispetto al testo che contiene,
miniaturistico” (p. 22). abbiano avuto fino all’impresa di Cassiano (si veda qui
13) Delle copie di Cassiano si conoscono ventitré fogli nt. 24) poca fortuna.
(Windsor, Royal Library, 26645-26667). Egli scrive nel 21) Ibidem, p. 127. Schuddeboom ha provato come pure
Commentario al De servis di Pignoria, intorno al 1630, il manoscritto francese derivi dai disegni di van Winghe
che era in possesso di alcuni disegni di attori comici e di (Research cit., pp. 24-25, 31 nota 13, 15-16).
maschere presi dal Terenzio Vaticano e da una scultura 22) Osborne, Claridge, The Paper Museum cit., p. 127.
nella collezione Mattei (A. Claridge, Marble Statuette of 23) Miscellanea eruditae antiquitatis: in quibus Mar-
a Comic Actor, in The Paper Museum of Cassiano cit., mora, Statuae, Musiva, Toreumata, Gemmae, Numisma-
pp. 94-95: 94, n. 51). Il Terenzio fu prestato il 10 feb- ta, Grutero, Ursino, Boissardo, Reinesio, aliisque Anti-
braio 1633 e venne riconsegnato il 4 febbraio 1634 quorum Monumentorum Collectoribus ignota, & huiu-
(Ruysshaert, Les dossiers cit., p. 177 nt. 3). A. Nicolò e sque inedita referuntur ac illustrantur: Curâ & studio
F. Solinas (Cassiano dal Pozzo. Appunti per una crono- Iacobi Sponii, Lugdunensium Medicorum Collegio […],
logia di documenti e disegni, 1612-1630, in ‘Nouvelles Lugduni […] Anno M.DC.LXXXV […], p. 306. Sulla
de la République des Lettres’, 2, 1987, pp. 59-110: 87) Miscellanea cfr. Jacob Spon: un humaniste lyonnais du
accostano le copie del Virgilio e del Terenzio “alla mano XVIIème siècle, texte réunis sous la direction scientifi-
raffinata del ‘Maestro del Paesaggio Antico’”. Si veda que de R. Étienne, J.-C. Mossière, Paris 1993 (Publica-
anche A. Claridge, N. Turner, Frontespiece from the Illu- tions de la Biblothèque Salomon-Reinach, 6), pp. 77-78,
strated Terence in the Vatican Library, in The Paper 292-294. Spon scrive che il manoscritto: “ab Eruditis
Museum of Cassiano cit., pp. 92-93, n. 49 (disegno attri- censetur esse annorum circiter mille”.
buito a un seguace di Pietro da Cortona); Idem, Cha- 24) Il manoscritto veniva richiesto al cardinale bibliote-
racters from the “Adelphi” of the Illustrated Terence in cario Francesco Barberini il 7 luglio 1632, ma non sono
the Vatican Library, in ibid. p. 94, n. 50 (disegno attri- note le date di prestito e restituzione: probabilmente avve-
buito a un seguace di Pietro da Cortona). Cfr. Osborne, nuti tra il 29 marzo 1632 e il 16 luglio 1632 (Ruysshaert,
Claridge, The Paper Museum cit., p. 127. Herklotz, Cas- Les dossiers cit., p. 177). Osborne, Claridge, The Paper
siano Dal Pozzo cit., ad indicem (Vat. Lat. 3868), p. 438. Museum cit., pp. 127-131, nn. 204-205 (Windsor, Royal
14) E gli veniva concesso il 6 agosto 1642: Ruysshaert, Library, 9073-9074). Sopravvivono a Windsor altre otto
Les dossiers cit., p. 182. copie relative a questa campagna di riproduzione che
15) Il manoscritto Vat. lat. 10545 noto con il nome di interessò il Virgilio Romano (dalle Ecloghe: Windsor,
‘Codex Menestrier’ contiene disegni e appunti raccolti Royal Library, 26668-26669, 26294; dall’Eneide: Wind-
da Peiresc e derivati da van Winghe, come ha dimostra- sor, Royal Library, 26682-26683, 26695-26697). Herk-
to Schuddeboom, che propone di rinominarlo ‘Codex lotz, Cassiano Dal Pozzo cit., ad indicem (Vat. lat. 3867,
van Winghe/Peiresc’. Il manoscritto, prima di approdare p. 438).
alla Biblioteca Vaticana, era appartenuto a Giovanni 25) F. Manzari, Gli antifonari tardoduecenteschi per i
Battista de’ Rossi, il quale lo aveva ascritto erroneamen- canonici della basilica di S. Pietro a Roma, ‘Arte
te all’antiquario Claude Menestrier, attivo per Francesco medievale’, n. ser., 3/1, 2004, pp. 71-85: 71, 81 nt. 11,
Barberini. Cfr. C. Schuddeboom, Philips van Winghe figg. 1-2.
(1560-1592) en het Ontstaan van de Christelijke 26) De Lateranensibus parietinis Ab Illustriss. & Reve-
Archeologie, Haren 1996, pp. 58-119; Idem, Research in rendiss. Domino D. Francisco Card. Barberino restitutis
the Roman Catacombs by the Louvain Antiquarian Phi- Dissertatio historica Nicolai Alemanni, Romae, Apud
lips van Winghe, in Archives & Excavations. Essays on Haeredem Bartholomaei Zannetti, Anno Iubilei
the History of Archaeological Excavations in Rome and MDCXXV, pp. 86, 123.
Southern Italy from the Renaissance to the Nineteenth 27) Sulle copie acquerellate del Benedizionale di Casa-
Century, a cura di I. Bignamini, London 2004 (Archaeo- nate già nel Museo Cartaceo di Cassiano, ed oggi a
logical Monographs of The British School at Rome, 14), Windsor, si veda Osborne, Claridge, The Paper Museum
pp. 23-32: 24, 31 nt. 13-14. Continua ad attribuirlo a cit., pp. 132-146, nn. 206-219. Il codice venne prodotto
Menestrier L. Diego Barrado, Luci rinascimentali, in Italia meridionale tra IX e X secolo e apparteneva nel
‘Archivio della Società Romana di Storia Patria’, 127, Seicento, insieme ad altri due rotoli, al cardinale Girola-
2004, pp. 133-176. mo Casanate (1620-1700). I quattordici disegni che lo
16) L. Rebaudo, Il viaggio in Italia e il metodo antiqua- riproducono sono molto fedeli nello stile, nei colori e
rio di Jacob Spon, in Dell’antiquaria e dei suoi metodi, nei dettagli, all’originale, e ripetono la giusta sequenza
a cura di E. Vaiani, Pisa 1998 (Annali della Scuola Nor- delle miniature (alla fine del Settecento i tre rotoli ven-
male Superiore di Pisa, ser. IV, Quaderni 2), pp. 111- nero tagliati come a formare dei fogli e uniti insieme in
138, figg. 21-39: 120-131. Il manoscritto veniva, in un unico codice dall’attuale segnatura Casan. 724).
seguito, utilizzato come fonte iconografica (e non solo) 28) Spetta a Maurizio Bonicatti il merito di averli pub-
per alcune edizioni a stampa settecentesche delle Com- blicati per la prima volta: M. Bonicatti, Considerations
medie di Terenzio: si veda qui p. 142 e nota 59. on some late Copies of Byzantine Miniatures existing in
17) Ibidem, p. 130. the Vatican Library. Actes du X Congrès international
18) Per Giulio Mancini il codice era stato commissiona- d’études byzantines (Istanbul 1955), Istanbul 1957, pp.
to da Tacito: Mancini, Considerazioni cit., pp. 46, 268, 117-121, tavv. VII-X; Idem, Copie secentesche di minia-
170 nt. 1242. Cfr. qui nt. 11. ture bizantine conservate in un manoscritto barberinia-
19) Osborne, Claridge, The Paper Museum cit., p. 127. no, ‘Accademie e Biblioteche d’Italia’, 26/3-4, 1958, pp.
Sulle riproduzioni delle miniature cfr. J. Ruysschaert in 1-7. Per l’interesse che suscitò l’apparato illustrativo di
Vergilius Romanus. Volume di commento all’edizione in questo manoscritto nel Sei e Settecento mi permetto di
facsimile del codice Vat. lat. 3867, Milano 1986, pp. rimandare al mio S. Moretti, Il “Menologio” di Basilio
209-215. II nel XVII e XVIII secolo: tra erudizione e storia del
20) Osborne, Claridge, The Paper Museum cit., p. 127. gusto, in Il ‘Menologio’ di Basilio II (codice Vat. gr.

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1613). Commentario all’edizione facsimilare, a cura di 36) Sulla miniatrice ascolana si veda almeno S. Meloni
F. D’aiuto, Atene-Città del Vaticano-Madrid, in corso di Trkulja, Giovanna Garzoni, in Il Seicento Fiorentino.
stampa. Qui mi limito a citare il giudizio di Mancini su: Arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III, catalogo
“il libro delle vite dei Santi Greci dove vi sono i santi della mostra (Firenze 1986-1987) a cura di G. Guidi, D.
dipinti con il nome che è “Pictori”, di buona maniera” a Marcucci, vol. III, Firenze 1986, pp. 97-99; G. Casale,
cui segue l’indicazione della presenza (tra le cose degne Giovanna Garzoni insigne miniatrice (1600-1670),
di citazione nella biblioteca di Sisto V) di “quella histo- Milano-Roma 1991; Idem, Garzoni, Giovanna, in
ria di Giosuè a acquetta molto anticha della libraria del Dizionario Biografico degli Italiani, 52, 1999, pp. 432-
Palatino” (Mancini, Considerazioni cit., p. 268). 435; S. Meloni Trkulja, E. Fumagalli, Nature morte:
29) S. de Ricci, Liste sommaire des Manuscrits grecs de Giovanna Garzoni, Parigi 2000; F. Bottacin, Giovanna
la Bibliotheca Barberina, Paris 1907, pp. 44-45. Cfr., Garzoni pittrice di ritratti “amorevoli”. Una proposta
inoltre, P. Canart, V. Peri, Sussidi bibliografici per i per il soggiorno veneziano, in Donne a Venezia: vicende
manoscritti greci della Biblioteca Vaticana, Città del femminili fra Trecento e Settecento, a cura di S. Winter,
Vaticano 1970 (Studi e testi, 261), p. 165. Roma-Venezia 2004 (Venetiana, 1), pp. 69-83; F. Botta-
30) Bonicatti, Copie cit., p. 7. Analizzando le filigrane, cin, Tiberio Tinelli. “Pittore e Cavaliere” (1587-1639),
la grammatura della carta e le tracce di una precedente Mariano del Friuli 2004 (Monografia di “Notizie da
cucitura, si deve ipotizzare un’unità di 12 fogli, a cui Palazzo Albani”, 1), ad indicem.
seguono oggi altri 4 fogli vacui. 37) G. Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura
31) Nel Vat. gr. 1613 le miniature si trovano rispettiva- e architettura scritte da’ più celebri professori che in
mente alle pp. 342, 142, 350. dette Arti fiorirono dal sec. XV al XVII, I, Per gli Eredi
32) Dalla grammatura differente rispetto a quella degli Barbiellini Mercanti di Libri e Stampatori a Pasquino,
ultimi fogli del codice. La miniatura disegnata si trova Roma 1754, pp. 251-255. Le epistole sono state scritte
alla p. 108 del Vat. gr. 1613. nelle seguenti date: 15 giugno, 20 luglio e 27 settembre
33) Riporto qui una breve descrizione dell’attuale folia- 1630; 19 aprile e 12 luglio 1631.
zione della probabile originaria unità di 12 fogli, oggi 38) Ibidem, p. 254: lettera da Napoli, indirizzata a Cas-
legata alla fine del Vat. Barb. gr. 589: il f. 337 è vacuo; siano e datata 19 aprile 1631. Alla fine del 1631 l’arti-
il f. 338r in alto a destra riporta la seguente notizia di sta tornava a risiedere nella città papale. L’anno dopo era
mano dell’Allacci: “Sunt exscripta ex Menologio Sfon- presso la corte dei Savoia, forse per interessamento del
drati Vaticano cum Imaginibus, de terremotu Constanti- piemontese Cassiano; vi resterà fino allo scoppio della
nopolitano, tempore Procli Patriarche. Leonis Isauri. guerra civile nel 1637, per passare – senza però perdere
Compendium vite S. Vincentii Martyris”; sul f. 339r vi l’occasione di recarsi oltre le Alpi, a Parigi (E. Fuma-
è il ritratto di san Vincenzo diacono; il f. 340 è vacuo; galli, Giovanna Garzoni a Parigi, in Meloni Trkulja,
sul f. 341v è trascritto il testo del Menologio relativo Fumagalli, Nature morte cit., pp. 11-13) e forse in
alla commemorazione del grande terremoto del 750, Inghilterra (Casale, Garzoni cit., p. 433) – a Firenze e
corrisponde alla notizia la miniatura riprodotta al f. poi a Roma, dove dal 1651 si stabilì definitivamente –
342r, che raffigura la processione alla chiesa delle Bla- continuando, comunque, a lavorare per la committenza
cherne che si svolgeva il 27 ottobre. Al di sotto, trovia- medicea – sino alla morte, avvenuta nel 1670.
mo incollato un foglio di carta di mm 147x225 circa, 39) Casale, Giovanna cit., p. 16; Moretti, Il “Menolo-
con il disegno di un concilio ecumenico. Segue un foglio gio” cit., nt. 50.
vacuo (non numerato nella vecchia foliazione); poi il f. 40) La nota è stata letta e trascritta da Herklotz, Cassia-
344, che sul verso riporta il testo relativo all’annuncio no cit., p. 46, che ringrazio per avermi personalmente
breve di san Vincenzo diacono (22 gennaio); il f. 345 è ricordato questa importante testimonianza.
nuovamente lasciato in bianco; il successivo, numerato 41) Ibidem, p. 46 nt. 39.
346, sul recto riproduce la miniatura del Menologio che 42) In generale per il rapporto tra copie Barberini e dal
celebra la Commemorazione del grande terremoto del Pozzo si veda ibidem, pp. 38-39.
450; segue il foglio 347, sul cui recto è trascritto il testo 43) Tra altro, bisogna ricordare che sono note solo opere
del Menologio relativo alla Commemorazione del terre- di Giovanna su pergamena e mai su carta, come nel caso
moto (26 gennaio), e il foglio 348 vacuo. del codice barberiniano.
34) La bibliografia su Clovio è piuttosto ampia, cito 44) Bonicatti, Copie cit., p. 7.
almeno l’importante Convegno tenutosi nel cinquecen- 45) Herklotz, Cassiano cit., p. 47 nt. 41. Il Vat. gr. 2147
tenario della nascita del miniatore macedone a Zagabria: riporta alcune illustrazioni copiate dalla mano di un per-
Klovićev Zbornik. Minijatura – crtež – grafika 1450- sonaggio di cultura latina della fine del Cinquecento o
1700, Zbornik radova sa znanstvenoga skupa povodom del Seicento (Menestrier ?) dal manoscritto bizantino
petstote obljetnice rod–enja Jurja Julija Klovića, Zagreb, dell’XI secolo contenente la Scala del Paradiso di Gio-
Hrvatska akademija znanosti i umjetnosti – Institut za vanni Climaco (Vat. gr. 394): cfr. J.R. Martin, The Illu-
povijest umjetnosti, 22.-24. listopada 1998, uredio M. stration of the Heavenly Ladder of John Climacus, Prin-
Pelc, Zagreb 2001. Mi fa piacere sottolineare qui l’at- ceton 1954 (Studies in Manuscript Illumination, 5), pp.
tenzione prestata da Clovio alla miniatura sacra medie- 86-87, 183-184, figg. 172-173.
vale (cfr. I. Prijatelj-Pavičić, Klovic´eva ikonografija u 46) Mi riferisco alle miniature, il disegno invece è rea-
kontekstu 16. stoljec´a: nastanak, širenje i značenje, lizzato in ‘stile seicentesco’, probabilmente, come già
ibid., pp. 75-83: 77-78). detto, da un altro artista (a differenza di quanto afferma
35) Su Antonio Maria Antonozzi cfr. E. De Laurentiis, Bonicatti, Copie cit., p. 5).
Lo scriptorium pontificio nel Seicento. I miniatori di 47) Egli fu promotore e membro dell’Accademia di San
Urbano VIII Barberini (1623-1644), in La decorazione Basilio, nelle cui riunioni accademiche si discutevano i
del libro cit., pp. 61-62; E. De Laurentiis, I codici della dubbi sulla lingua greca, tratti di preferenza dai testi
Sagrestia Sistina a Toledo. Testo-immagine nei mano- liturgici. Dal 1635 al 1640 si svolsero quarantadue adu-
scritti liturgici di Urbano VIII, ‘Rivista di Storia della nanze, poi la vita dell’Accademia si concluse, ma le per-
Miniatura’, 11, 2007, 301-314 e la bibliografia citata a sone che ne facevano parte continuarono a rimanere
nt. 29; J.R. Sánchez del Peral y López, Antonio María legate tra loro e al cardinale: cfr. F. Petrucci Nardelli, Il
Antonozi, ingeniero de las comedias del Buen Retiro card. Francesco Barberini senior e la stampa a Roma,
(1657-1662): nuevos datos para la biografía de un ‘Archivio della Società Romana di Storia Patria’, 108,
inventor de ‘maravillosas apariencias’, ‘Archivo 1985, pp. 132-198: 162 (con ulteriore bibliografia sul-
español de arte’, 80/319, 2007, pp. 261-273. l’Accademia e il Collegio greco di Roma a nt. 163); e,

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infine, I. Herklotz, The Academia Basiliana. Greek Phi- 52) Su questa edizione si veda L. Moranti, L’arte tipo-
lology, Ecclesiastical History and the Union of the grafica in Urbino (1493-1800), Firenze 1967 (Bibliote-
Churches in Barberini Rome, in I Barberini e la cultura ca di Bibliografia italiana, 49), pp. 292-293 n. 401;
europea del Seicento, per cura di L. Mochi Onori, S. Idem, La Cappella del SS. Sacramento della Metropoli-
Schütze, F. Solinas, Atti del Convegno (Roma 2004), tana di Urbino. Inventario (1459-1964), Urbino 1995, p.
Roma 2007, pp. 147-154. Per una sintetica ma ottima 262; Rami incisi della Stamperia della Venerabile Cap-
panoramica degli interessi del cardinale nei confronti pella del SS. Sacramento, a cura di G.Cuocco, Urbino
dell’età di mezzo: E. Bassan, Barberini, Francesco, in 1996, pp. 19, 296-297; M. Paoli, L’Appannato Specchio.
Enciclopedia dell’Arte Medievale, III, Roma 1992, pp. L’autore e l’editoria italiana nel Settecento, Lucca
65-69. 2004, pp. 80-81 e, in ultimo, Moretti, Il “Menologio”
48) Ricordo che egli scrive di suo pugno la nota inizia- cit. Il Menologio fu stampato sotto il nome del card.
le sull’appendice figurata del Vat. Barb. gr. 589. Per i Annibale Albani (1682-1751), a spese di Benedetto XIII
suoi dati biografici e un elenco delle sue opere (ricca (1724-1730), ma la pubblicazione venne in realtà curata
l’attività di poligrafo) si veda D. Musti, Allacci, Leone, dallo scriptor orientalis della Vaticana (dal 1710) Giu-
in Dizionario Biografico degli Italiani, 2, 1960, pp. 467- seppe Simonio Assemani (1687-1768).
471; G. Croce, Allacci, Leone, in Dizionario enciclope- 53) Un esemplare è conservato a Roma nella Biblioteca
dico dell’Oriente cristiano, a cura di E.J. Farrugia, dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana,
Roma 2000, pp. 29-30; e la bibliografia citata in Herk- G.II.13. Cfr. Romani in Il Trionfo sul Tempo cit. Per le
lotz, The Academia Basiliana, nt. 24 a p. 153. Il chiota difficoltà legate alla vicenda di questa edizione si veda
Leone Allacci, per ricordare solo alcune delle tappe che Paoli, L’Appannato Specchio cit., pp. 78-79. L’impegna-
qui maggiormente ci interessano, nel 1619 assunse l’in- tiva impresa veniva annunciata nelle Novelle letterarie
carico di scriptor graecus della Vaticana, intorno al 1638 (I, 15 gennaio 1740, coll. 34-35) e se ne dava ancora
divenne pure bibliotecario di Francesco Barberini e nel conto successivamente sullo stesso giornale (III, 26 gen-
1661 primo custode della Vaticana. Allacci, come Pietro naio 1742, coll. 56-59): in entrambe le notizie le minia-
Arcudi, si adoperò per l’unione tra le due Chiese, orien- ture del manoscritto tardoantico vengono definite
tale e occidentale; egli sosteneva la continuità della “belle, bellissime”, si registra il loro stato precario di
Chiesa di Roma con le sue origini (riconoscendo il pri- conservazione (1740) e, con entusiasmo, la conformità
mato della cattedra di Pietro) attraverso l’equivalenza di agli originali delle incisioni di Bartoli (1742), eseguite
significati tra le immagini dei testi greci e le scene raf- un secolo prima. Cfr. E. Esposito, Annali di Antonio De
figurate nelle chiese romane antiche: tra la Seconda Rossi stampatore in Roma (1695-1755), Firenze 1972
Parusìa rappresentata nel manoscritto bizantino della (Biblioteca di bibliografia italiana, 67), pp. 443-444, n.
Topografia cristiana di Cosma Indicopleustae (Vat. gr. 680, tav. XXXI.
699), di cui curò la traduzione, e il mosaico del catino 54) Ruysshaert, Les dossiers cit., p. 184.
absidale di Santa Pudenziana a Roma (cfr. R. Barbielli- 55) La pubblicazione del Bianchini, stampata per i tipi
ni Amidei, Cassiano, la Roma sotterranea e i “Cristiani di Antonio de Rossi, presso il Pantheon, in via del Semi-
primieri”, in I segreti di un collezionista. Le straordina- nario, risulta assai meritevole per quei tempi, anche da
rie raccolte di Cassiano dal Pozzo 1588-1657, catalogo un punto di vista tipografico. Cfr. Esposito, Annali cit.,
della mostra (Roma 2000) a cura di F. Solinas, Roma pp. 527-531, n. 800; Paoli, L’Appannato Specchio cit.,
2000, pp. 21-26: 24). pp. 75-76. Legata all’Evangeliarum Quadruplex è un’o-
49) Autore di una traduzione in latino del Menologio, pera di Bianchini di alcuni anni precedente: Vindiciae
che verrà pubblicata anni dopo dall’Ughelli nell’Italia canonicarum scripturarum vulgatae latinae, Romae, Ex
sacra, alla cui realizzazione Allacci collaborò. I due stu- Typographia S. Michaelis, 1740 (cfr. Paoli, L’Appanna-
diano entrambi nel Collegio di Sant’Atanasio a Roma to Specchio cit., p. 75 nt. 49). Ricordo che il sacerdote
(fondato da papa Gregorio XIII per l’istruzione dei gio- fu “uno dei fondatori accanto a Scipione Maffei delle
vani greci di fede cattolica), condividono una particola- discipline paleografiche in Italia” e risulta il primo a
re attenzione per la questione della Chiesa greca e usano segnalare l’importanza del manoscritto della Biblioteca
le immagini e i testi per la loro attività politico-spiritua- Capitolare di Vercelli contenente le Omelie sui Vangeli
le. Cfr. Moretti, Il ‘Menologio’ cit. e, più in generale, di Gregorio Magno (databile agli anni Venti del IX seco-
Herklotz, The Academia Basiliana cit. Per la biografia lo), attratto anche dalla sua decorazione e attirato dal
del corfiota Pietro Arcudi ed un elenco dei suoi nume- nimbo quadrato che caratterizza il committente nella
rosi scritti si veda G. Mykoliw, Arcudio, Pietro, in scena di dedica: F. Crivello, Le “Omelie sui Vangeli” di
Dizionario Biografico degli Italiani, 4, 1962, pp. 15-17 Gregorio Magno a Vercelli. Le miniature del ms. CXL-
e l’ulteriore bibliografia citata in Herklotz, The Acade- VIII/8 della Biblioteca Capitolare, Firenze 2005 (Archi-
mia Basiliana cit. nt. 10 a p. 152. vum Gregorianum, 6), p. 3.
50) Si conservano due copie del documento: Città del 56) S. Moretti, Vulgo ‘Miniatura’ appellatur: i mano-
Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Arch. Bibl. scritti greci miniati e decorati delle biblioteche pubbli-
26, f. 520r e Napoli, Biblioteca Nazionale, ms. V.E. 10, che statali di Roma, ‘Nuovi Annali della Scuola Specia-
f. 116r. Cfr. F. Ehrle, G. Mercati, Fragmenta et Picturae le per Archivisti e Bibliotecari’, 18, 2004, pp. 61-97: 77,
Vergiliana Codicis Vaticani Latini 3225 phototypice figg. 11-12.
expressa, Città del Vaticano 1945, pp. 35-36; Nicolò, 57) Nel secondo volume viene riportata una lettera scrit-
Solinas, Cassiano cit., p. 109; Ruysshaert, Les dossiers, ta da Anton Francesco Gori a Giuseppe Bianchini che
p. 177 e nt. 2; Osborne, Claridge, The Paper Museum tratta “de antiquis Codicibus manuscriptis quatuor Sanc-
cit., p. 127. torum Jesu Christi Evangeliorum, deque internis, exter-
51) “Palaeographical writers from Montfaucon to Astle nisque eorumdem Codicum ornamentis”, pp. DLXXII-
are hardly concerned with illumination and miniatures DLXXXVIII. Fuori dal contesto romano e italiano, ricor-
at all, except where the decipherment of intricately do – con le parole di Munby – che: “Christian Gottlieb
decorated capital letters was concerned. In his Iter Itali- Schwarzius published between 1707 and 1711 three
cum Monfaucon dismisses the Vatican Virgil in a few disputations at Aetdorf, De ornamentis librorum apud
lines, describing it as “of very great Antiquity, in the veteres, and he presided at a further disputation at Aet-
uncial Character, with Figures in Miniature, by an dorf in 1733, De ornamentis codicum veterum, by Phi-
unskilful Hand”. His only additional comment on the lippus Ludovicus Huth one presumes a pupil of Schwar-
miniatures notes that the horsemen in them had no stir- zius” (Munby, Connoisseurs cit., pp. 18-19).
rups”: Munby, Connoisseurs cit., p. 19. 58) Si vedano, a semplice titolo di esempio, i seguenti

147
15) Moretti 137-148 x c ok 12-12-2008 15:29 Pagina 148

cataloghi: G.S. Assemani, S.E. Assemani, Bibliothecae si alla biblioteca del Vaticano dal dì 24 Maggio 1814, I,
Apostolicae Vaticanae Codicum manuscriptorum Cata- s.d.: non vidi). I codici Vat. lat. 13479-13480 vennero
logus, I-III, Romae, Ex Typographia Linguarum orienta- acquistati dalla Biblioteca solo nel 1934 (J. Bignami
lium, Angeli Rotilii in aedibus maximorum,1756-1759. Oder, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI.
Cfr. M. Paoli, Gli Assemani tra specializzazione e servi- Recherches sur l’histoire des collections des manuscrits,
zi culturali nell’Italia del ‘700, in Le mille e una cultu- Città del Vaticano 1973, p. 220 nt. 24). Cfr. Ascani, La
ra. Scrittura e libri fra Oriente e Occidente, a cura di documentazione grafica cit., p. 151 nt. 5.
M.C. Misiti, Bari 2007 (Centro Universitario Europeo 65) I. Miarelli Mariani, Seroux d’Agincourt e l’Histoire
per i Beni Culturali, Ravello. Il futuro del passato, 2), de l’Art par les monumens. Riscoperta del Medioevo,
pp. 87-99: 90. Ancora per Roma, V. Vettori, Index Uni- dibattito storiografico e riproduzione artistica tra fine
versalis Cognominum, Nominum Auctorum, et Materia- XVIII e inizio XIX secolo, Roma 2005, p. 47. Cfr., inol-
rum Quae in Manuscriptis Codicibus Graecis Bibliothe- tre, per le date proposte in passato A. Cipriani, Una pro-
cae Vallicellanae continentur Ordine Alphabetico dispo- posta per Séroux d’Agincourt. La Storia dell’Architettu-
situs, Anno Domini MDCCXLIX (manoscritto). Ma pure, ra, ‘Storia dell’arte’, 3, 1971, pp. 211-261: 213 nt. 10.
cambiando contesto, si consultino i cataloghi dei mano- 66) Cito la traduzione di Stefano Ticozzi, pubblicata
scritti orientali della Laurenziana di S.E. Assemani dagli editori Giachetti di Prato: Storia dell’Arte dimo-
(1742, ma 1743) e quelli di A.M. Bandini relativi ai strata coi monumenti dalla sua decadenza nel IV secolo
codici greci (1763, 1768, 1770) e latini (1774, 1775, fino al suo Risorgimento nel XVI di G.B.L.G. Séroux
1776, 1777) della stessa biblioteca fiorentina. d’Agincourt, IV, Prato 1827, pp. 161-163.
59) Rispettivamente Rami incisi cit., p. 22 e passim; B. 67) Sulla tecnica del calco in riferimento particolare al
Mussetto in Il libro a Roma nel Settecento dalle Raccol- metodo di lavoro di Seroux, mi permetto di rimandare a
te Casanatensi, catalogo della mostra (Roma 2007) a Moretti, Il ‘Menologio’ cit., nt. 101.
cura di A.A. Cavarra, M. Santoro, Cagliari 2007, pp. 48, 68) Inoltre, la miniatura bizantina, perlomeno quella
56-57, n. 12. Il rapporto tra le miniature del codice caro- prodotta sino all’epoca macedone, incontrava il favore
lingio e le incisioni settecentesche meriterebbe un’ana- del gusto neoclassico imperante: cfr. i giudizi di Seroux
lisi approfondita. L’esposizione del 2007 è legata al Pro- nella sua Histoire de l’Art e si leggano le parole dell’a-
getto PRIN 2005, dedicato a ‘Testo e immagine nell’edi- bate Jean Joseph Rive (1730-1791) nel Prospectus per la
toria del Settecento’ coordinato dal professor Marco sottoscrizione di una sua opera che non venne mai stam-
Santoro, che qui mi fa piacere ringraziare, assieme alle pata (Essai sur l’art de vérifier l’âge des miniatures)
sue collaboratrici, le dottoresse Samanta Segatori e (Munby, Connoisseurs cit., pp. 16-17). Sul metodo del
Valentina Sestini. calco utilizzato da Rive per riprodurre le tavole colorate
60) S. Moretti, Roma bizantina. Opere d’arte dall’impe- che accompagnavano il Prospectus, la sua tecnica che
ro di Costantinopoli nelle collezioni romane, Roma precorreva la pratica ottocentesca dei facsimili in cro-
2007, pp. 92-102. molitografia e la sua polemica con d’Agincourt, si veda
61) Il trattato a sua firma De Cruce Veliterna pubblicato ibid., pp. 16-18, pl. 2; I. Miarelli Mariani, Jean-Baptiste
a Roma nel 1780. Séroux d’Agincourt e la nascita della storia dell’arte
62) Cfr. E. Spalletti, Erudizione, collezionismo e merca- medievale, ‘Ricerche di Storia dell’arte’, 77, 2002, pp.
to artistico tra Roma e Firenze nelle lettere di Stefano 5-23: 12-14, 22 nt. 44; Miarelli Mariani, Seroux d’Agin-
Borgia ad Angelo Maria Bandini, in L’arte nella storia. court cit., pp. 202-204, 220; Manzari, Codici miniati cit.
Contributi di critica e storia dell’arte per Gianni Carlo 69) Già Schlosser aveva indicato come spettasse a Franz
Sciolla, a cura di V. Terraioli, F. Varallo, L. De Fanti, Wickhoff il merito di aver fondato lo studio della minia-
Milano 2000, pp. 115-129: 116. tura con la pubblicazione della Wiener Genesis (1895):
63) Poco dopo la loro comparsa, i volumi di Seroux ven- J. von Schlosser, Die Wiener Schule der Kunstgeschich-
nero tradotti in italiano: per una rapida rassegna delle te. Rückblick auf ein Säkulum deutscher Gelehrtenarbeit
edizioni ottocentesche dell’opera (Milano 1824-1835; im Österreich. Nebst einem Verzeichnis der Mitglieder,
Prato 1826-1829; Berlino 1840; Mantova 1841; Londra ‘Mitteilungen des Österreichischen Instituts für Geschi-
1845) si veda V. Ascani, La documentazione grafica ine- chtsforschung’, vol. aggiuntivo, 13/2, 1934, pp. 141-
dita sul duomo di Benevento nella raccolta di Séroux 228, trad. it. La Scuola viennese di Storia dell’arte.
d’Agincourt, ‘Arte medievale’, ser. II, 3/2, 1989, pp. Sguardo ad un secolo di lavoro di eruditi tedeschi in
145-153: 150 nt. 1. Recentemente è stata pubblicata la Austria, in J. von Schlosser, La storia dell’arte nelle
ristampa dell’Histoire de l’Art (con prefazione di Marc esperienze e nei ricordi di un suo cultore, Bari 1936, pp.
Fumaroli), accompagnata da un volume di I. Miarelli 61-163: 117. Cfr., inoltre, A. Iacobini, Adolfo Venturi
Mariani, Les “monuments parlants”, Torino 2005, con pioniere di una disciplina nuova: la Storia della minia-
schedatura di alcuni dei disegni che servirono per tura, in Adolfo Venturi e la Storia dell’Arte oggi, a cura
approntare le incisioni. Per l’impatto avuto sul piano di M. D’Onofrio, atti del convegno internazionale di
scientifico e storiografico dell’epoca dall’opera e dal studi (Roma 2006), Modena 2008, pp. 269-286. Al con-
metodo di Seroux, in riferimento allo studio della minia- vegno Medioevo: arte e storia, tenutosi a Parma nei
tura in Inghilterra, si veda il giudizio di Munby, Con- giorni 18-22 settembre 2007, Giordana Mariani Canova
noisseurs cit., pp. 139-140, che riporta la critica di F. ha dedicato il suo intervento alla miniatura negli studi
Madden (1833) – il quale a sua volta riprendeva le idee del XX secolo.
espresse da W.Y. Ottley in una lettera indirizzata all’an-
tiquario J. Gage – sul materiale selezionato da d’Agin-
court: esclusivamente greco e latino conservato in Italia. Crediti fotografici:
Per l’analisi e la pubblicazione da parte del francese di tav. XIV, fig. 2: Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
alcuni manoscritti si veda D. Mondini, Mittelalter im figg. 5, 12: Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano;
Bild. Séroux d’Agincourt und die Kunsthistoriographie figg. 3, 4: da J. Osborne, A. Claridge, The Paper Museum of
Cassiano del Pozzo. Early Christian and Medieval Antiquities,
um 1800, Zürich 2005, pp. 240-247.
II, London 1998;
64) I codici Vat. lat. 9839-9849 furono inventariati dopo fig. 9: da Il Trionfo sul Tempo. Manoscritti illustrati
la morte di d’Agincourt (Roma, Archivio di Stato, Tren- dell’Accademia Nazionale dei Lincei, catalogo della mostra
ta Notai Capitolini, Officio 9, Anno 1814, vol. 950, (Roma 2002-2003) a cura di A. Cadei, Modena 2002;
Notaio Johannes Lorenzini) ed entrarono alla Vaticana fig. 11: da Byzantium. Treasures of Byzantine Art and Culture,
all’inizio del dicembre 1814 (Biblioteca Apostolica ed. by D. Buckton, London 1994.
Vaticana, Arch. Bibl. 65, Registro degl’oggetti trasmes-

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