Verga
Positivismo come base filosofica per naturalismo francese, realismo russo e verismo italiano:
Positivismo si sviluppa nella seconda metà dell’Ottocento, nel progresso scientifico che porta ad un
progresso dell’uomo, la scienza alla base di tutto, si contrappone al romanticismo e in particolare alla ricerca
dell’Assoluto, esclude la visione religiosa, idealista. I tre esponenti filosofici sono Comte, Ippolite e Darwin.
Comte sosteneva che tutto è oggettivo e non ha radici spirituali o religiose, Ipp collocava l’uomo in un
contesto e affermava che il pensiero e il comportamento dell’uomo è influenzato da tre elementi: rabbia,
ambiente e periodo storico: razza (eredità familiare), l’ambiente (società che circonda) e periodo storico
(momento ed eventi storici in cui vive).
Darwin parlò invece di evoluzionismo, la lotta per la sopravvivenza, l’uomo è frutto di un cambiamento
sempre positivo che tende.
Le correnti letterarie vengono influenzate dagli ideali filosofici, nel naturalismo francese (Emile Zola) è stato
particolarmente influenzato dal positivismo e il poeta si pone come scienziato, la realtà viene
rappresentatat i maniera scientifica e impersonale, si ha una maggiore considerazione delle classi sociali più
basse.
I temi principali sono la società che circonda gli autori, in Italia vengono prese in considerazione le classi più
basse, come quelle del Sud e a differenza del naturalismo vi è una visione pessimistica, l’arte e la musica
potevano cambiare in meglio la società.
Realismo: anticipa il naturalismo francese (I tempi di Anika- Ivo Andric)
Il realismo russo si distingue per le differenze economiche e politiche.
Naturalismo francese: il poeta diventa scienziato e si occupa delle passioni e dell’amore, il romanzo
sperimentale di Emile Zola.
Piano collettivo: dopo l’unità di Italia si hanno le tasse e l’obbligo della leva militare e togliere bracce ai
contadini, il processo dell’unificazione è qualcosa di positivo ma Verga mette in luce tutti gli aspetti
distruttivi, “vinti”.
I Malavoglia sono collegati dai tempi della famiglia e dell’amore ma nella lotta per la sopravvivenza sono
destinati ad essere vinti dai più cinici (usuraio ecc)
Oltre all’artificio della regressione, i Malavoglia presentano anche un andamento rapsodico (per capitoli ed
episodi) sono episodi corali che sembrano sovrapporsi, da un ounto di vista stilistico si alternano il disorso
indiretto libero, normale e il discorso diretto.
Questa alternanza fa sì che stilisticamente siano originali, sul piano lessicale Verga usa l’italiano mentre ci
sono concessioni alla lingua parlata popolare, un italiano del popolo. Non è in dialetto per quanto riguarda il
lessico ma somiglia molto al dialetto la struttura sintattica del lessicale, prevale l’aparatassi e viene usato
molto il “che”.
Trama, confronto le caratteristiche tra malavoglia e vita de campi.
Il secondo blocco di novelle del 93’ sono le Novelle rusticane, 12 racconti all’interno delle novelle.
Novelle rusticane:
“Libertà” e “la roba”
Le leggi dell’economia che sono ferree e guidano possono corrompere il mondo naturale con i suoi valori, lo
sviluppo dell’economia mira al profitto e si disinteressa di tutto il resto.
Rispetto alle raccolte precedenti si ha un’insistenza sull’avidità della roba, il desiderio di accumulo.
Altro tema importante è il tema politico che si incentra sull’unità d’Italia ur vedendo che non porta benifici.
Roba
Il protagonista è Mazzarò che passa la vita ad accumulare cose, si arricchisce perché sfrutta i suoi
dipendenti, in questa sua vita da garza nel suo continuo accumulo si rende alinei i suoi stessi familiari,
Mazzarò accentua il discorso dello sfruttamento. Mazzarò è un uomo ricco ma non è un rappresentante
della borghesia e anche lui è un vinto perché giunto al momento della morte vorrebbe portarsi la roba
nell’aldilà e a questo scopo cerca di distruggerla
1860 all’arrivo delle truppe Garibaldine si ha una speranza , sulle pendici dell’etna i contadini in preda alla
ribellione massacrano i benestanti ed una volta esaurita questa sbronza di sangue si attendono alla
repressione. Nino Bixio esegue delle fucilazioni sommarie e riesce a trascinarne alcuni in prigione, alla fine
torna il discorso Verghiano “all’aria ci vanno i cenci”, nei disordini ci rimettono sempre i più deboli.
Libertà è tra le novelle più pessimistiche di Verga dalla qualche non si giunge ad una giustizia sociale, alla
fine Bixio che riporta l’ordine è descritto con un favore d’animo che Verga non riserba anche agli altri.
Lo stile di questa novella utilizza ancora il lessico popolareggiante però il periodo e le frasi sono più ricche
sintatticamente e si ha un respiro più ampio.
Mastro Don Gesualdo 1889, chi tenta di ribellarsi al fato, anche se ottiene ciò che desidera è destinato
all’esaurimento. Questo suo essersi fatto divorare le mani della calcina non gli haportato foruna perché la
logica economica in cui si trova, lo spinge ad abbandonare la sua fedelissima Diodata per sposare una
fanciulla, iniziando la sua scalata ad una classe sociale più elevata e nobile.
Per Verga l’esistenza è solitudine, c’è chiusura sociale e c’è un’infelicità cosmea che permea tutto.