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L’ideale cortese corrisponde ad una nuova concezione dell’amore e della vita che, nel XIII secolo,
si sviluppa prima nella Francia del Sud e, poi, anche nelle regioni del Nord. Il termine “cortese”
significa “destinato ad un pubblico di corte. Questo ideale è riservato ad un élite e richiede la
nobiltà di cuore e le buone maniere.
L’eroe cortese è dotato di parecchie qualità e dunque è un uomo completo, buone maniere, abilità
nell’arte della caccia e della guerra. Ma è soprattutto il modo di amare che lo caratterizza.
L’ amore e la donna sono posti al centro dell’universo cortese. L’amante cortese esalta la donna,
obbedisce ai suoi capricci, la ama in un modo completamente disinteressato, dunque egli è alla
ricerca dell’amore perfetto.
Bisogna osservare che questo codice subisce una forte influenza della struttura del sistema feudale
in cui il cavaliere era al servizio totale del suo sovrano per difendere le terre del suo signore, per
ingrandire i suoi possedimenti, per aiutarlo nei suoi combattimenti. Per aumentare il proprio
prestigio, egli partecipava a dei tornei e spesso, se riportava la vittoria, sposava la figlia del signore.
Come il signore, la donna amata è di una condizione sociale superiore a quella dell’amante, essa
possiede molte virtù ed è inaccessibile dal punto di vista amoroso. Il cavaliere cortese si pone
totalmente a suo servizio e come un vassallo nei confronti del suo sovrano, come un cavaliere epico,
egli dipende dalle volontà della donna e può perfino succedere che egli arrivi ad umiliarsi.
Se prima il cavaliere epico lottava per difendere Dio ed il suo sovrano e per aumentare il proprio
prestigio, ora il cavaliere cortese combatte per soddisfare la sua donna ed arrivare a conquistare il
suo amore. La donna richiede al suo amante delle imprese sempre più difficili perché più gli
ostacoli sono grandi, più l’amore cresce e nello stesso tempo genera tormenti e sofferenze nel
giovane cavaliere.
L’amore cortese non è un amore platonico perché impegna sia il corpo che l’anima. Infatti, spesso,
si realizza al di fuori del matrimonio, fra sofferenza e piacere, tormento ed esaltazione: dunque, si
può affermare che la morale cortese sembra sfidare gli insegnamenti della chiesa a proposito della
fedeltà coniugale.
Chrétien de Troyes
La produzione di Chrétien presenta molteplici aspetti: è presente spesso una sottile indagine
psicologica dei personaggi, una concezione non sempre univoca dell’amore che non rispetta sempre
i dettami dell’amor cortese, il motivo della quête, ossia la ricerca, l’avventura che diventa scoperta e
maturazione del protagonista. Il cavaliere, figura centrale del medioevo e della sua letteratura, si
mette in viaggio alla scoperta di sé stesso e del senso del suo vivere. Il mondo descritto da questo
poeta assume connotazioni spesso ideali, allegoriche che spostano i termini dell’azione spesso nel
campo prettamente morale. A differenza della Chanson de geste in cui i personaggi agiscono per
alti ideali morali (si pensi a tutta la saga di Orlando, alla sua morte eroica nella retroguardia
carolingia), il motore dell’azione nei romanzi cavallereschi è la ricerca
della donna amata e quindi l’amore diventa il compimento ultimo di tutte le ricerche dell’uomo.
Romanzi cavallereschi: cosa sono e dove si diffondono
Il poema epico-cavalleresco in Italia e Francia: caratteristiche e autori
I romanzi cavallereschi sono opere in versi. Si tratta di opere in versi che appartengono in
particolare a due cicli di storie: ciclo bretone (saga di Re Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda) e
ciclo carolingio (le imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini, tra cui spicca Orlando).