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CAPITOLO XXIX

Tutto il villaggio, dopo aver ricevuto notizie riguardo alla discesa dei Lanzichenecchi, è in uno stato di
grande ansia, agitazione e concitazione. I Lanzichenecchi sono un corpo di soldati mercenari e vengono
pagati in base a quello che riescono a saccheggiare, quindi tutti gli abitanti raccolgono i propri averi e
abbandonano il villaggio per cercare un posto più sicuro. Anche Perpetua e Don Abbondio partono.

Mentre Perpetua si dà da fare per raccattare tutte le cose di valore e nasconderle in una fossa ai piedi di un
fico, don Abbondio parte con uno dei suoi soliti sproloqui sul suo futuro, su cosa sarà di loro… Nel
frattempo Agnese arriva alla canonica: ella già ha progettato di cercare rifugio dall’Innominato, perché si
dice che adesso dia ospitalità ai bisognosi nel suo castello; invita quindi anche il curato e Perpetua, ai quali
sicuramente l’ex criminale non negherà la sua ospitalità.

I tre si mettono dunque in viaggio e il loro percorso viene condito dalle continue inquietudini e dubbi del
curato, il quale lancia nuovamente una delle sue invettive contro i potenti, i quali spesso non si curano del
fatto che i loro progetti di gloria molto spesso danneggiano i più deboli. A ciò si aggiungono anche le
preoccupazioni di Agnese, che si vede costretta a rimandare ancora l’incontro con la figlia Lucia che non
vede da ormai un anno e di Perpetua, che teme di non aver nascosto bene il tesoretto della canonica.  Nel
loro viaggio si concedono una sosta presso la casa del sarto. Qui trovano conforto e ristoro non solo per il
corpo, ma soprattutto per lo spirito grazie alla compagnia dell’amichevole famiglia del sarto. La discussione
si anima e il sarto tenta di coinvolgere il curato in discorsi di un certo livello, ma Don Abbondio sembra
essere solo preoccupato di sapere se l’Innominato si fosse veramente convertito. Dopodiché, il sarto mette
insieme un baroccio che avrebbe condotto tutti quanti al castello.

Dal giorno della sua conversione, l’Innominato conduce una vita degna di un santo da calendario; una vita
piena di atti di misericordia e umile, piena di carità cristiana ma senza perdere di vista la sua posizione di
prestigio e potere. Dopo aver appreso della discesa dei Lanzichenecchi, l’Innominato organizza il suo
“esercito privato” di bravi e lo mette a difesa del suo castello, nel quale ha messo in piedi un ricovero per gli
sfollati.

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