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Il libro tascabile sull'assertività

Tanti suggerimenti, strumenti e tecniche per coloro che vogliono regolarizzare i loro
impegni e assumere il controllo della loro vita

INTRODUZIONE

Definizione di assertività

Far valere i propri diritti integrità

Esprimere i propri sentimenti onestà


ASSERTIVITA' CON
Chiedere ciò che si desidera franchezza

Esporre i propri punti di vista rispetto degli altri

Assertivo: (agg.) fiducioso e sincero nel trattare con gli altri.

Assertività significa sostenere la propria integrità e dignità e allo stesso tempo incoraggiare ed
accettare questo comportamento negli altri.

Popolarità in aumento

L’assertività e le abilità ad essa collegate hanno sempre maggiore popolarità perché:

• C’è stato un aumento della libertà individuale


• Aumenta le potenzialità delle persone che la utilizzano
• Incoraggia la salute mentale in chi la utilizza
• Nelle strutture lavorative con debole gerarchia, la sola direzione per livelli non è più
efficace
• La maggiore competizione per le risorse fa sì che gli individui debbano impegnarsi per
ottenere ciò che desiderano

Con chi si può essere assertivi?

- Con se stessi
- Con la propria famiglia
- Con gli amici
- Con la propria rete di conoscenze
- Con i clienti
- Con i colleghi
- Col proprio gruppo d'appartenenza
- Con i superiori
- Con i subordinati

Infatti, l'assertività è utile a tutti quelli con cui si entra in contatto.


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Perché parlare di assertività oggi?

• Le gerarchie politiche e sociali basate sull’ereditarietà o sulla casta non hanno più
successo nell’ambito delle strutture capitaliste
• Le imprese di successo sono basate sulla meritocrazia e hanno bisogno che tutti
raggiungano i massimo delle loro potenzialità
• Per avere successo la società richiede a tutti di dare un contributo (poiché nessuno è
meglio di un altro)
• È stato verificato che, esprimere le proprie opinioni e manifestare le proprie reali
convinzioni produce salute mentale e migliorare le relazioni
• In campo lavorativo, la persona che svolge una mansione è quella che può fornire il
contributo più significativo ai miglioramenti di quella mansione
• Il valore e la potenza politica che stanno alla base del movimento per la parità di genere,
razza, religione, colore ed origini etniche vengono ora integrate nella cultura della
civiltà occidentale
• La piena realizzazione dei principi democratici della libertà individuale e l'uguaglianza
dei diritti per tutti all'interno della società, incoraggia ognuno a perseguire i propri diritti
e scopi
• La filosofia della New Age del potenziamento individuale e del perseguimento della
“eccellenza” personale incoraggia le persone a essere se stesse

Quando utilizzare l'assertività

- Quando si vuole negoziare


- Di fronte alle critiche
- Quando si è arrabbiati
- Quando si vuole dare un feedback
- Quando si è felici
- Quando si soffre
- Quando si vuole ottenere qualcosa
- Quando non si vuole ottenere niente

Assertività e integrità

Quando si è assertivi si aumenta la propria integrità poiché si è onesti con se stessi e con gli altri.

Con se stessi ONESTA' Con gli altri

Cosa si prova Il loro impatto


Cosa si pensa Il loro comportamento
Di cosa si ha bisogno Cosa si vuole da loro

Quando si è onesti con se stessi e con gli altri si può raggiungere ciò che si vuole senza dover
giungere a dei compromessi

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Mantenere un equilibrio

Quando si è assertivi, si bilanciano i bisogni degli altri coi propri. Si trattano gli altri come si
desidererebbe essere trattati. Quando è necessario si può scegliere se dare la priorità alle necessità
altrui o se considerare maggiormente le proprie necessità.

BISOGNI ALTRUI

BISOGNI PERSONALI

NON ASSERTIVO ASSERTIVO AGGRESSIVO

PASSIVO: Quando si antepongono i bisogni degli altri ai propri


AGGRESSIVO: Quando si antepongono i propri bisogni a quelli altrui
ASSERTIVO: Quando si equilibrano i propri e gli altrui bisogni e si agisce secondo le priorità
che emergono

TRE TIPI DI COMPORTAMENTO

Le tre opzioni

Quando gli animali affrontano delle situazioni difficili hanno due opzioni:

FUGGIRE = non assertività


COMBATTERE = aggressività

Gli esseri umani hanno una terza opzione: ASSERTIVITA', che è una risposta ponderata alle
situazioni difficili.

Analizziamo queste tre opzioni:


• Non assertività
• Aggressione
• Assertività
In modo da poterle riconoscere in se stessi ed essere capaci di gestirle in modo costruttivo.

1. Il comportamento non assertivo

La persona non assertiva:


• È riluttante nell'esprimere le proprie opinioni e, in particolare, i propri sentimenti
• Spesso si sente usato dagli altri
• Non si ribella quando gli altri approfittano di lui
• Si trattiene dal lamentarsi quando i servizi o i prodotti non sono adeguati allo
standard
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• Trova difficoltà nel rifiutare le richieste altrui
• Dimostra acquiescenza verso le opinioni ed i desideri della maggioranza anche se
essi sono in conflitto con le inclinazioni personali
• Giunge spesso a dei compromessi per mantenere l'armonia
• È riluttante a disturbare le persone per i propri bisogni
• Si sottomette in presenza di un comportamento aggressivo
• Preferisce mantenere privati i propri punti di vista

LE NOSTRE RAGIONI

La paura di irritare gli altri

Nelle relazioni interpersonali sussiste un "mito" che recita pressappoco così. Se fai abbastanza
sacrifici, lavori abbastanza duramente, ti preoccupi abbastanza, perdoni abbastanza, le altre
persone ti daranno la loro approvazione. E ancora peggio. Se non ti guadagni la loro approvazione
è perché non rinunci abbastanza, non lavori abbastanza duramente, non ti preoccupi abbastanza,
etc.

• Si può scegliere di cambiare il proprio comportamento se si pensa che il costo di perdere


l'amicizia di qualcuno sia più elevato del fare o dire ciò che si desidera; ma è davvero raro che
qualcosa abbia un tale significato
• Ciò che si è, è qualcosa di assoluto ed indipendente dalla benevolenza degli altri; ciò che gli
altri pensano di noi non ci fa diventare né più né meno di ciò che siamo
• Le persone di solito vogliono cambiare il comportamento altrui quando non ottengono
esattamente ciò che vogliono; anche se pensano male di noi, ciò che sappiamo di essere non
cambia.

La paura del rifiuto


Questa è l'estrema versione della paura di infastidire gli altri. Se si irrita qualcuno chiedendogli ciò
che si desidera, si teme che muterà la considerazione che ha di noi e che ci rifiuterà completamente.

• In ogni relazione è necessario dare e ricevere, ma se è tutto "prendere", allora la relazione si


incrina nelle sue fondamenta e il prezzo da pagare è troppo alto per chiunque
• Di solito un momento di riflessione è sufficiente per rendersi conto che:
o Se gli altri dicono “No”, è improbabile che ci rifiutino come persona, e
o Se essi vogliono realmente rifiutarci allora il prezzo della loro amicizia diventa
comunque troppo alto

Sentirsi responsabili degli altri


Vi è una reale differenza tra il fatto ferire qualcuno e il fatto che qualcuno si sente ferito. Non si è
responsabili dei sentimenti altrui; se qualcuno si sente ferito da un nostro legittimo bisogno, allora
questa è un problema suo.
Ciò è molto diverso da una situazione in cui, per un comportamento aggressivo, si fa soffrire
qualcuno abusando dei suoi diritti, approfittando deliberatamente di lui/lei o non rispettandolo/la
come persona

Dialogo interno inappropriato


Ciò accade quando le regole secondo le quali si vive sono state determinate dagli altri, solitamente
durante l'infanzia, e si agisce ancora seguendo quelle.

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I GIOCHI DI AUTO-SCONFITTA DELLA MENTE

Qualcuno una volta disse che vi sono due realtà: il modo in cui si pensa che siano le cose ed il modo
in cui esse sono realmente. Ciò che si pensa di se stessi e la propria esperienza possono decisamente
influenzare noi ed il nostro comportamento. Se le proprie percezioni costituiscono la propria realtà,
si deve fare molta attenzione a non partecipare al gioco di auto-sconfitta della mente. Bisogna stare
attenti a quelle che gli psicologi chiamano "distorsioni cognitive", ovvero come la mente crea
un'inappropriata spiegazione per un'esperienza neutrale.

FATTI NEUTRALI + INTERPRETAZIONE EMOZIONALE = DISTORSIONE DELLA


REALTA'

Ecco i più comuni giochi che comunemente si fanno per sconfiggere se stessi:
a) Generalizzazione
b) Catastrofizzazione
c) Etichettamento
d) Lettura del pensiero
e) Filtraggio
f) Personalizzazione

Esaminiamoli singolarmente.

a) Generalizzazione
Significa considerare un singolo evento e pensare che accada sempre.
"Ho sbagliato una volta, quindi sbaglierò sempre", oppure "Non l'ho fatto bene la prima volta,
quindi non lo farò bene mai".
Questo ci riporta al fatto che "se si pensa che si può o che non si può, si avrà comunque ragione".
Si riceve ciò che ci si aspetta di ricevere. La propria vita diventa un profezia di fallimento che si
autorealizza. La maggior parte degli sconvolgimenti della vita sono in realtà "roba da nulla".

b) Catastrofizzazione
Significa esagerare qualcosa, ingrandire in modo sproporzionato un piccolo fallimento, come se
determinasse la fine del mondo. I normali alti e bassi della vita quotidiana diventano una serie di
smisurate tragedie e drammi che aggravano le sensazioni di fallimento personale.

c) Etichettamento
Quando ci si attacca una larga scritta in fronte che dice "senza speranza", o "pigro", o "senza
amici", allora ci si sta etichettando. Quando si ha l'opportunità di fare qualcosa, si guarda la
propria etichetta e si agisce di conseguenza. Come Daffy Duck, se si ha un'etichetta in fronte che
dice "Nessuno mi ama", e ce lo si ripete in continuazione, diventerà presto realtà.

d) Lettura del pensiero


Si sorride ad un amico ad una festa e si viene ignorati; si pensa subito di non piacere o di aver dato
fastidio. Ciò accade perché si legge nel pensiero, e solamente guardando gli altri si può dire
esattamente quello che pensano. Il fatto è che possano essere miopi, o sopra pensiero, o magari un
po’ brilli non viene nemmeno preso in considerazione!
Le persone fanno certe cose per un’infinità di ragioni, ed è un'auto-sconfitta applicare la "lettura
del pensiero" ai loro comportamenti interpretandoli come un atteggiamento negativo verso di noi.

e) Filtraggio
I filtri fanno un ottimo lavoro nel tenere fuori i materiali indesiderati, ma nel caso del filtro
personale, esso rimuove tutto ciò che di positivo accade nella propria vita. Così come il rovescio
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della medaglia, le persone che filtrano accettano solo le cattive notizie su loro stesse e sugli eventi
che le riguardano. Così confermano la loro visione del mondo.

f) Personalizzazione
Quando si personalizza, ci si prende l'intera responsabilità per una disavventura o una difficoltà. I
fatti accadono per una lunga serie di motivi, ma ci si prende interamente la responsabilità anche se
la propria parte è irrisoria.
Si può sempre fare di più, provare più duramente, essere più costanti, ma non si può controllare
tutto o essere la causa di ogni cosa. Se si personalizzano in continuazione gli eventi della propria
vita si sarà condannati ad una vita di eterni dubbi, colpe, responsabilità ed auto-denigrazioni.

IL TIRANNICO CIRCOLO DEI DOVERI

Le persone non assertive rimangono imprigionate dai "doveri" nella propria testa.

Devo essere Non devo far


bravo e buono soffrire nessuno
perché… perché…

Mi devo guadagnare la Devo accettare le


felicità stando al richieste
servizio degli altri ragionevoli
perché… perché…

Devo agire come mi Devo rispettare chi è


sono preposto o come più grande e
ci si aspetta da me migliore di me
perché… perché…

Le persone non assertive sono imprigionate dai “devo” nella loro testa

LE SBARRE DELLA PRIGIONE DEGLI OBBLIGHI INAPPROPRIATI

DOVREI --------- DEVO ------------- SAREBBE MEGLIO SE ----------- BISOGNEREBBE CHE

La libertà e l'assertività significa no scegliere le regole secondo le quali vogliamo vivere.

IL DIALOGO INTERIORE: SUCCESSI E FALLIMENTI

Fallimento: Successo:
pensieri negativi su di sé pensieri positivi su di sé
bassa autostima elevata autostima
aspettativa di fallimento aspettativa di successo
effettivo fallimento personale effettivo successo personale

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"Se pensi che riuscirai o che non riuscirai, avrai comunque ragione". Henry Ford

LA TIRANNIA DELLE VOCI INTERIORI

A volte il nostro modo di parlare a noi stessi “lavora” contro di noi. Tutti abbiamo delle voci nella
nostra testa che monitorizzano ciò che facciamo e come ci comportiamo.
A volte queste voci sono tutte nostre, a volte sono le voci di persone che hanno rivestito un ruolo
importante nel passato: genitori, insegnanti o chiunque sia stato significativo per noi nella nostra
infanzia. A volte le voci sono di aiuto, a volte no.
Mentre potrebbe essere difficile eliminare le voci anche quando sappiamo che per esempio è nostra
madre a parlare, si può decidere se esserne influenzati o meno.

Qui di seguito vediamo alcune delle voci meno appropriate.


- non fare storie
- devi sempre rispettare i più anziani e chi è meglio di te
- devi sempre lavorare duro
- gli uomini veri non piangono
- una brava donna è sempre paziente
- tutto è bene ciò che finisce bene
- non portare a casa i problemi
- devi lavorare di più
- la vita non è un divertimento
- sii buono
- i bambini si devono vedere, ma non sentire
- non interrompere
- stringi i denti e vai
- sii perfetto
- devi finire quello che hai cominciato

Quando si nasce, non si ha difficoltà a far sì che i propri bisogni vengano soddisfatti. Inoltre si è
eccezionalmente flessibili, si fa qualsiasi cosa sia necessaria per essere nutriti o per ottenere
l'attenzione. È solo più avanti che si perde la propria spontaneità e si interiorizzano i "devi" degli
altri.
Essere assertivi significa riconoscere che talvolta le voci interiori sono utili, e che altre volte sono
restrittive ed inappropriate. Comunque conviene ascoltare le voci interiori, ma non permettere che
siano loro a decidere ogni volta come ci si deve comportare.

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2. Il comportamento aggressivo

La persona aggressiva:
• Discute frequentemente con gli altri
• Si arrabbia frequentemente e pensa che gli altri abbiano bisogno di essere messi al loro posto
• Non ha difficoltà a protestare quando riceve prodotti o servizi di scarsa qualità
• Di solito agisce di testa sua
• Si aspetta che gli altri si adattino ai suoi tempi
• Ha delle forti convinzioni su molti argomenti e non ha difficoltà ad esprimerle
• Facilmente e frequentemente trova difetti negli altri
• Lavora in continuazione secondo il proprio ordine del giorno a spese degli altri
• Si preoccupa raramente dei bisogni o sentimenti altrui
• È in competizione con gli altri e si arrabbia se non ottiene successo

L’AGGRESSIONE

Gli individui aggressivi sono essenzialmente egoisti. Sanno quello che vogliono e cosa piace loro, e
scavalcano le necessità altrui per soddisfare i propri bisogni.
Le persone aggressive pensano di essere degli esseri superiori. Ritengono di essere perfetti, mentre
il resto del mondo non lo è. Esprimono le proprie opinioni e necessità, e si comportano come se gli
altri non avessero importanza.
L’origine del comportamento aggressivo è complessa. Forse, da piccoli, le persone aggressive
scoprirono di poter ottenere ciò che volevano, e di conseguenza svilupparono delle caratteristiche
legate a questo inappropriato, sebbene efficace, comportamento. Talvolta il comportamento
aggressivo è una iper reazione all’essere troppo passivi, o potrebbe essere un modo inappropriato di
gestire la rabbia.

3. Il comportamento assertivo

La persona assertiva:
• È capace ad esprimere agli altri desideri e sentimenti
• È capace a conversare e lavorare bene con gli altri a tutti i livelli
• È capace ad apprezzare i punti di vista degli altri e ad accettarli se appaiono più ragionevoli
dei propri
• È anche capace di mostrarsi in disaccordo con gli altri pur mantenendo la loro amicizia ed il
loro rispetto
• Si preoccupa dei desideri e bisogni altrui
• È in grado di fare concessioni agli altri senza sentimenti d’inadeguatezza
• È capace ad esprimere una preoccupazione o un bisogno col minimo imbarazzo per
entrambe le parti
• È capace a controllare i sentimenti e le emozioni anche nelle situazioni difficoltose o
emotivamente forti
• È capace a rifiutare una richiesta senza sentirsi colpevole o obbligato
• È capace a chiedere qualcosa che desidera e può insistere su ciò che gli compete di diritto
senza emozionarsi

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UN DOPPIO VANTAGGIO

NON ASSERTIVO AGGRESSIVO


Svantaggi Vantaggi Vantaggi Svantaggi
Bassa auto stima Non si deve sempre Elevata auto stima Si rimane isolati
vincere
Non affermare i propri Ci si adatta facilmente Si ottiene ciò che si Non si è benvoluti
punti di vista vuole

Sensazioni d’ansia Non ci si sente Si esprimono i propri Si fanno soffrire gli


colpevoli bisogni altri
Si crede di dare fastidio Non si irritano le Le persone non Ci si approfitta degli
persone approfittano altri

I benefici dell’assertività
L’assertività unisce i vantaggi della non assertività e dell’aggressività e non ha alcuno degli
svantaggi di entrambi

I VANTAGGI PSICOLOGICI

• Si può porre un limite al proprio ed all’altrui comportamento


• Si può avere una visione realistica di cosa è nelle proprie possibilità e cosa non lo è
• Non si è influenzati negativamente da chi è sgarbato o scortese
• Si è capaci di rallegrarsi dei propri successi e di accettare i propri fallimenti
• Si può mantenere sempre il controllo del proprio comportamento, e non farsi istigare all’ira o
forzare alla sottomissione

LA LIBERAZIONE DELLE VOCI INTERIORI

Le voci interiori possono essere limitanti, ma possono anche influenzare positivamente il nostro
comportamento. Per fare in modo che ciò accada, è di cruciale importanza creare affermazioni forti
e positive su di sé. Se la percezione che si ha di sé può creare la propria realtà, allora occorre
percepire se stessi nel modo giusto. Un modo per fare questo è utilizzando le affermazioni.
Se ci si ripete continuamente che si è “qualcosa”, allora il proprio comportamento si orienterà in
quella direzione. Se ci si ripete che si è una persona di successo o fortunata, ciò cambierà le proprie
aspettative sul mondo e la propria interpretazione di ciò che si riceve da esso. Questo è un principio
ben fondato: tutti gli atleti migliori vedono se stessi come persone di successo e vincenti, questo
atteggiamento mentale fornisce loro un vantaggio psicologico. Utilizzando le affermazioni ci si può
dare lo stesso vantaggio.
Il seguente circolo della liberazione mostra come funzioni l’affermazione positiva “Io sono
assertivo”. Notate che non conta tanto quanto si abbia successo, ma come ci si comporta.
Comportiamoci secondo le proprie affermazioni e il successo verrà da sé.

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IL CIRCOLO DELLA LIBERAZIONE

AFFERMAZIONE POSITIVA
“Io sono assertivo”

PENSIERI E DIALOGO
RISULTATI POSITIVI INTERNO
“Io sono stato assertivo”

ASPETTATIVE POSITIVE
AZIONI ESTERNE E “Sono persuasivo quando è
COMPORTAMENTO necessario”

COMPORTAMENTO ASSERTIVO
“Posso capire il tuo punto di vista,
ma la mia posizione è…”

LE AFFERMAZIONI

Un modo per migliorare le proprie voci interiori è utilizzare le affermazioni.


Un’affermazione è una dichiarazione personale che comprende le credenze su se stessi che si
considerano importanti. Le affermazioni possono essere positive o negative. Ovviamente le
affermazioni positive sono le migliori per il proprio benessere mentale
Le affermazioni positive aiutano a:
• Scartare le limitazioni imposte dalle credenze altrui che sono state interiorizzate durante
l’infanzia
• Crearsi una forte personalità in modo da essere unici e sentirsi forti
• Raggiungere la fiducia in se stessi

Di seguito vi sono alcuni esempi di affermazioni a cui dare uno sguardo per poi svilupparne di
proprie. Sarebbe bene prendersi del tempo per leggerle con regolarità, specialmente come prima
cosa da fare al mattino e come ultima da fare la sera.

AFFERMAZIONI PER IL LAVORO

• Sono competente e sicuro di me


• Imparo sempre dai miei errori e da quelli altrui
• Sono una persona attraente ed interessante
• Le persone ascoltano quello che ho da dire
• Do un significativo contributo durante le riunioni

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• Sono persuasivo e influente
• Sono responsabile di me stesso e delle mie azioni
• Non dipendo dall’approvazione degli altri
• Sono sempre in grado di cogliere le opportunità insite nei momenti di cambiamento
• Sono l’artefice del mio destino

Alcune di queste affermazioni possono sembrare attraenti, altre no. Ciò che è importante è creare un
proprio elenco personale

AFFERMAZIONI PER LA VITA

• Io sono quello che sono


• Sono in possesso di tutte le risorse per fare ciò che desidero
• Devo rispondere a me stesso e al mio mondo
• Sono libero di essere ciò che desidero essere
• Rispetto me stesso e tutti gli essere viventi
• Nell'essere me stesso esprimo la divinità che è dentro di me
• Nell'amare me stesso amo gli altri
• Sto continuamente sviluppando la mia parte interiore
• Tutte le cose hanno un significato e c'è sempre una via d'uscita nell'avversità
• Nel dare ottengo di più
• Sono aperto alle opportunità che il giorno offre

DIRITTI E RESPONSABILITA'

I diritti di base

DEFINIZIONE

Riconoscere che gli individui che vivono in una società libera dovrebbero godere di diritti che li
incoraggino a comportarsi in modo da rafforzarsi psicologicamente per essere pienamente attivi a
vantaggio di se stessi e di tutta la società.

Ciò significa che si può:


• Comportarsi secondo i propri diritti senza aver bisogno del permesso o dell' approvazione
degli altri
• Presumere di usare questi diritti senza doversi giustificare per il proprio comportamento
• Incoraggiare gli altri ad usare questi diritti per loro stessi
• Aspettarsi che la società ti sostenga nell'esercitare questi diritti

Se i propri diritti non verranno esercitati accadrà che:


• Ci si danneggerà psicologicamente
• Aumenteranno i propri livelli di stress ed ansietà
• Si riceverà meno di quanto ci spetta
• Si logoreranno e danneggeranno i rapporti con gli altri

Quando si è responsabilmente assertivi, si diventa realmente se stessi e si incoraggia gli altri a fare
la stessa cosa.
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I diritti assertivi di base

Ogni individuo ha diritto a:


1 ) Essere trattato con rispetto
2 ) Esprimere opinioni e sentimenti
3 ) Fissare scopi ed obiettivi
4 ) Rifiutare una richiesta o dire di no
5 ) Chiedere ciò che desidera
6 ) Commettere degli errori
7 ) Essere i giudici del proprio comportamento indipendentemente dalla benevolenza degli altri
8 ) Avere ciò per cui paga
9 ) Cambiare la propria opinione
10 ) Decidere se far valere o meno i propri diritti

1) Essere trattato con rispetto


a. Ognuno ha il diritto di gestire la propria vita come desidera e di perseguire i propri
scopi ed obiettivi, senza però danneggiare gli altri
b. Ognuno ha il diritto di essere trattato dagli altri con gentilezza e cortesia, a
prescindere dalla propria posizione sociale; il rispetto e la dignità sono i prerequisiti
di una società civile

2) Esprimere le proprie opinioni ed i propri sentimenti


a. Ognuno ha il diritto di esprimere se stesso
b. Il proprio punto di vista circa una situazione e i sentimenti che ne scaturiscono sono
validi tanto quanto quelli degli altri
c. Se si desidera rendere pubblica la propria posizione o le proprie emozioni allora si ha
il diritto di farlo; "sei tu e nessun'altro che decide se devi o meno"

Se si nascondono le proprie opinioni ed i propri sentimenti, gli altri non avranno la possibilità di
conoscerci o di capirci. In tal modo ci verrà negato il valore e la bellezza dell'amicizia vera.

3) Fissare i propri scopi ed i propri obiettivi


a. Ognuno ha il diritto di perseguire i propri scopi
b. La vita non è una prova generale; non si ha il lusso di un replay o del tempo extra:
questo è un dato di fatto e ognuno ha il controllo di ciò che vuole fare
c. Se non si seguono le proprie priorità, ci si renderà presto conto di stare lavorando
secondo quelle degli altri, i quali non necessariamente hanno a cuore i nostri interessi

4) Rifiutare una richiesta o dire di no


a. Ognuno ha il diritto di rifiutare
b. Quando si sta lavorando secondo le proprie priorità e si sta decidendo cosa sia
importante e cosa no, vi sarà un tempo limitato per fare ciò che si vuole; quando gli
altri pongono delle richieste che portano via del tempo, siamo noi che decideremo se
desideriamo concederglielo o meno
c. Se e quando si deciderà di dire "sì" a se stessi e "no" agli altri, dicendo
occasionalmente di "no" non si diventa egoisti, ma si diventa qualcuno che si
interessa tanto a se stesso quanto agli altri

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5) Chiedere ciò che si desidera
a. Ognuno ha il diritto di esprimere i propri bisogni
b. Ognuno ha delle necessità, voglie e desideri ed è utile esprimerli nelle relazioni;
innanzitutto ciò aiuta gli altri a darci ciò che veramente vogliamo, e poi aiuta anche
loro a chiederci ciò che vogliono
c. Non si otterrà sempre ciò che si vuole, ma si avrà ciò che si vuole se non lo si
chiede?

6) Commettere degli errori


a. Ognuno ha diritto a commettere degli errori
b. Gli sbagli e gli errori sono delle parti essenziali dell'apprendimento; si impara dai
propri sbagli e si fanno le cose in modo corretto in seguito a degli errori
c. Le uniche persone che non hanno commesso errori sono quelle che non hanno fatto
niente per se stessi o la propria vita

7) Essere i giudici del proprio comportamento indipendentemente dalla benevolenza degli altri
a. Ognuno ha il diritto di giudicare se stesso; se siamo persone di valore ed integrità
non ci sarà bisogno che altri ci dicano cosa fare e cosa no
b. Si può giudicare il proprio comportamento, senza avere bisogno dell'approvazione o
delle critiche altrui

8) Avere ciò per cui si paga


a. Ognuno ha il diritto di ottenere ciò per cui paga; è sufficientemente difficile
guadagnare dei soldi senza vederli sprecati in beni scadenti, scarse abilità o servizi di
poca qualità
b. Ognuno lavora duramente per i propri soldi: ciò che si riceve in cambio del denaro
dev'essere di valore
c. Se non lo è, si ha il diritto di richiedere il valore, il servizio o la qualità per cui si è
pagato, o di essere rimborsati

9) Cambiare la propria opinione


a. Ognuno ha il diritto di cambiare la propria opinione. Una volta, un giornalista
televisivo molto aggressivo contestò un ministro americano, poiché tempo prima era
stato un membro attivo del partito comunista. Dopo alcuni istanti di riflessione, il
ministro del consiglio rispose: "Sì, lo ero, e prima di ciò credevo anche a Babbo
Natale".
b. Cambiare significa crescere e svilupparsi. Se si sfida se stessi, le proprie idee, i
propri valori, allora il cambiamento sarà inevitabile

10 ) Decidere se far valere o meno i propri diritti


a. Ognuno ha il diritto di scegliere per se stesso.
b. Nelle relazioni con gli latri si può decidere ciò che è meglio per se stessi ed agire di
conseguenza. Ciò significa che talvolta si sarà assertivi e si dirà "no" a qualcosa che
preferiamo non fare; talvolta nella medesima situazione si dirà "sì" perché si
sceglierà di far piacere a qualcuno a cui si vuol bene
c. Il punto cruciale è che siamo noi a scegliere, avendo riflettuto circa le conseguenze
ed essendosi presi la responsabilità dei risultati.

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Altri diritti di base

Nei programmi che abbiamo avviato i partecipanti hanno deciso per loro stessi secondo una lista di
diritti. Vi erano inclusi anche i seguenti diritti:
• Stabilire i propri limiti e le proprie aspettative
• Esprimere la propria sessualità
• Fare affermazioni non basate sulla logica o sulla razionalità
• Decidere da soli
• Essere indipendenti dalla compagnia degli altri e godere del piacere della solitudine
• Decidere se farsi coinvolgere o meno dai problemi altrui
• Essere ignoranti e non capire
• Avere successo
• Dire "non so"
• Chiedere un chiarimento se non si capisce

Lavorando e riflettendo a modo proprio seguendo ciò che si è detto fin qui ed applicandolo nelle
situazioni della propria vita, si svilupperà gradualmente la propria "Lista dei Diritti"

IL FULCRO DELL'ASSERTIVITA'

Esercitando i propri diritti non si chiede niente di più di ciò che si merita, ma ci si aspetta che ci sia
accordato ciò che è giustamente nostro. Si è preparati ad accettare responsabilmente le conseguenze
delle proprie azioni.
Comunque, se si accetta di avere dei diritti e di poterli esercitare, allora si accetteranno
automaticamente le responsabilità che derivano dai vantaggi di tali diritti.

Le responsabilità

Definizione: rendere conto delle proprie azioni e decisioni.

Così come noi abbiamo dei diritti, li hanno anche le altre persone, e così come ci si aspetta che i
propri diritti vengano rispettati e riconosciuti dovrà essere lo stesso anche per gli altri.
Nessuno è completamente libero: per ogni azione personale vi è una reazione o implicazione
sociale. Quando si sceglie di esercitare uno dei propri diritti bisogna prendersi la responsabilità per
le conseguenze di tale decisione.
Così, ad esempio, si ha il diritto di chiedere ciò che si desidera ma si ha la responsabilità di
accettare le conseguenze se qualcuno dice "no" alle richieste. Allo stesso modo, se si dice "no" ad
una richiesta, sarà una propria responsabilità quanto ciò inciderà sulla relazione che si ha con la
persona alla quale si dà un rifiuto.

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Le responsabilità corrispondenti

DIRITTI RESPONSABILITA'
Ognuno ha il diritto di: Di conseguenza la propria responsabilità è:
Essere trattato con rispetto Rispettare i diritti degli altri
Esprimere opinioni e sentimenti Accettare le opinioni ed i sentimenti altrui
Raggiungere i propri obiettivi Aiutare gli altri a lavorare secondo i loro scopi ed obiettivi
Rifiutare una richiesta o dire "no" Aiutare gli altri a gestire il proprio tempo nel modo in cui
desiderano
Chiedere ciò che si desidera Incoraggiare gli altri a soddisfare i propri bisogni
Fare degli errori Aiutare gli altri ad imparare dai propri errori in modo che
possano crescere
Esprimere la propria sessualità Riconoscere i bisogni sessuali che possono essere differenti
dai propri
Ottenere ciò per cui si paga Dare il miglior valore e servizio possibile rispetto ai soldi ed
ai riconoscimenti che si ricevono dagli altri
Cambiare la propria opinione Aiutare gli altri a giungere a delle conclusioni circa le proprie
esperienze nel mondo
Decidere se far valere o meno i Lasciare agli altri la libertà di scegliere come comportarsi
propri diritti

I diritti sul lavoro

Così come nella vita, vi sono dei diritti anche sul lavoro. Vi sono tre categorie di base: legale,
organizzativa e personale.

Diritti legali del lavoratore


• Raggiungere pari opportunità di competere per un lavoro
• Essere sicuri sul posto di lavoro
• Non subire una discriminazione sul lavoro
• Essere pagati secondo una valuta legale
• Avere un contratto d'assunzione o servizio
• Essere puniti equamente
• Non essere licenziati arbitrariamente
• Fare in modo che i propri interessi vengano tutelati da qualcuno

Diritti organizzativi del lavoratore


• Essere istruiti per i propri compiti
• Essere valutati regolarmente
• Sapere cosa ci si aspetta da noi

Diritti personali del lavoratore


• Essere trattato con rispetto
• Essere consultati circa gli aspetti lavorativi che ci riguardano
• Esprimere il proprio punto di vista circa il proprio lavoro e come è stato svolto
• Cercare di far aumentare il proprio stipendio e di migliorare le proprie condizioni

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Talvolta gli obblighi legali prevarranno sui diritti organizzativi e personali. Per esempio, noi e la
nostra organizzazione potremmo essere disposti ad intraprendere una pratica lavorativa non sicura
per aumentare lo stipendio. Comunque, gli obblighi legali impediranno questo. Talvolta i diritti
organizzativi prevarranno sui diritti personali.

COME TRATTARE LE SFIDE

1) Controllare i propri diritti legali; contattare i sindacati o gli enti di tutela della salute.
2) Controllare le politiche organizzative.
3) Controllare i precedenti scaturiti da situazioni simili che si sono verificate in passato.
4) Controllare presso le organizzazioni dei lavoratori quale sia la prassi migliore.
5) Controllare presso i sindacati quale sia la prassi migliore
6) Presentare ai superiori i propri accertamenti e le proprie richieste
7) Se non si è soddisfatti ricorrere al proprio sistema d'appello
8) Se è appropriato, richiedere l'assistenza di una terza parte adeguata (sindacati ufficiali,
organi ministeriali, enti di tutela della salute…)

Le responsabilità sul lavoro

Le responsabilità rispecchiano anche i diritti di base sul lavoro. Eccone alcuni:


• Dare il meglio di sé
• Essere presenti al lavoro secondo i tempi stabiliti
• Agire in sicurezza
• Cooperare con le richieste ragionevoli dei superiori
• Seguire politiche, procedure e regole organizzative
• Utilizzare correttamente oggetti, materiali e risorse
• Cooperare coi colleghi
• Mantenere standard e procedure secondo il livello qualitativo stabilito
• Promuovere i propri legittimi interessi commerciali in qualità di lavoratore

Responsabilità di questo genere possono essere ragionevolmente attese da noi al lavoro, e ci si può
ragionevolmente attendere la stesse cose dai propri superiori, colleghi e subordinati.

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LE ABILITÀ ASSERTIVE

Il linguaggio del corpo

Albert Mehrabian, un socio-linguista, suggerì che quando parliamo, l’impatto maggiore proviene
dal linguaggio del proprio corpo. Come si può evincere dal grafico sottostante di Meherabian,
quando stiamo decidendo se chi parla intende davvero dire ciò che sta dicendo, tale decisione è
influenzata per il 55% dal linguaggio del corpo e solo per il 7% da ciò che viene detto!

Voce
38%

Linguaggio del
corpo
55%

Contenuto
7%

Di conseguenza, se si sta cercando di essere assertivi è fondamentale che il linguaggio del corpo sia
coerente con ciò che si sta dicendo.

Linguaggio del corpo non assertivo

Postura:
• Curva
• Accasciata
• Piegata

Espressione del volto:


• Vuota
• Sorriso di convenienza
• Disinteressata
• Paurosa

Occhi:
• Rivolti verso il basso
• Ridotto contatto oculare

Voce:
• Bassa
• Esitante/lenta
• Debole
• Veloce (quando si è timorosi o ansiosi)

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Gestualità:
• Smaniosa
• Accennare l'assenso col capo
• Pizzicarsi velocemente
• Torcersi le mani

Linguaggio del corpo aggressivo

Postura:
• Rigida
• Pugni serrati
• Denti stretti

Espressione del volto:


• Mascelle serrate
• Fugace
• Minaccioso
• Sguardi di traverso
• Viso teso

Occhi:
• Fissi
• Sporgenti
• Vitrei

Voce:
• Veloce e ad alto volume
• Tagliente
• Tono acuto
• Colore duro e presuntuoso

Gestualità:
• “Affettata”
• Accusatoria (puntare il dito)
• Invadente lo spazio personale
• Tesa

Linguaggio del corpo assertivo

Postura:
• Eretta
• Rilassata
• Aperta

Espressione del volto:


• Coinvolta
• Interessata
• Sensibile
• Comprensiva

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Occhi:
• Contatto oculare diretto

Voce:
• Chiara
• Rilassata
• Amichevole
• Ben calibrata
• Non sforzata

Gestualità:
• Aperta
• Mani che non superano l'altezza dei gomiti
• Spalle diritte

Gestione delle critiche

Le critiche sono utili perché forniscono un feedback circa gli effetti del proprio comportamento e si
può decidere se apportino giovamento o meno. Talvolta le critiche sono maliziose, ingiustificate o
evidentemente sbagliate. Qui di seguito vi è una procedura di base o una lista di controllo che può
aiutare a gestirle.

1. La persona è qualificata per fare delle critiche? Ci conosce abbastanza bene?


2. Ci è possibile cambiare il comportamento che ci è stato criticato? (occorre ricordare che è
spesso impossibile cambiare la propria personalità. Se di natura si è "timidi" o
"indipendenti", quello è il proprio modo di essere ed è così che gli altri devono accettarci.
Si può cambiare solo il proprio comportamento).
3. Si è consci di aver fatto ciò per cui si è stati criticati? Se non è così, ci si può controllare
per verificare quanto spesso ed in quali circostanze ricorra tale comportamento.
4. Il comportamento che è stato criticato è abbastanza frequente da attirare la nostra
attenzione?
5. Gli effetti del comportamento criticato sono abbastanza significativi da attirare la nostra
attenzione?
6. Si rifletta sul perché ci si comporti in quel modo; quali benefici o svantaggi ci possono
essere continuando ad agire così?
7. Si rifletta se si desideri cambiare o meno il proprio comportamento; quali vantaggi vi
sarebbero?
8. Si decida se cambiare o meno, e si agisca di conseguenza.

Come trattare le critiche

Bisogna trattare le critiche con logica e razionalità, non con l'emotività. Qui di seguito vi sono
alcuni suggerimenti:

• La critica è solo un feedback; è rivolta al proprio comportamento, non alla persona.


• Alcune critiche sono infondate; quindi tutte le critiche necessitano di essere verificate per
scoprire quali siano utili e quali no.
• È inappropriato fare delle deduzioni dalle critiche: è sconsigliabile generalizzare da qualcosa di
specifico.

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• Bisogna riflettere su una critica e non combatterla.
• Se una critica non riguarda un comportamento specifico, allora è di poca o nessuna importanza.

Fare una critica

Se si sente il bisogno di criticare gli altri, allora trattiamoli nel modo in cui desidereremmo essere
trattati noi.

• Criticate solo i comportamenti che le persone sono in grado di cambiare


• Siate il più specifici possibile
• Siate capaci di dare altri esempi di comportamento simile di altre persone
• Cercate di fare la critica immediatamente dopo che il comportamento si è verificato; altrimenti
non sarà utile, non fatevi trascinare in accuse del tipo "e…, oltre a questo, l’altra settimana hai
fatto, hai detto…. "
• Utilizzate una voce coerente ed un linguaggio corporeo positivo
• Utilizzate affermazioni empatiche:
o "potrebbe essere difficile per te…"
o "magari non ti rendi conto che…"
o "potrebbe essere una sorpresa per te…"
o "per te non sarà facile affrontare questo…"

• Siate riconoscenti e lodate la persona, ad esempio:


o "grazie che mi stai ascoltando…"
o "sono sicuro che non lo farai di nuovo…"
o "sono sicuro che puoi fare molto meglio…"

Rispondere alle critiche

Non si può scappare dalle critiche, dunque è saggio e salutare accettarle e analizzarle. Può essere
d'aiuto ricordare che:

• non tutte le critiche sono utili


• non tutte le critiche sono vere
• non tutte le critiche sono giustificate
• non tutte le critiche sono corrette

ma essere assertivi aiuta a gestire le critiche efficacemente.

Le persone non assertive quando vengono criticate ricercano la benevolenza degli altri, stanno zitti
e sembrano accettarla. Tuttavia dentro di loro possono essere furiose, sofferenti o forse desiderose
di ulteriori spiegazioni.

Alcune persone accettano tutte le critiche come fossero automaticamente vere e tentano di cambiare
se stessi per piacere agli altri. Questo è pericoloso, specialmente se una critica è ingiustificata e/o
non corretta.
Le persone aggressive scateneranno immediatamente un attacco o la tireranno per le lunghe per
giustificare il proprio comportamento.

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Essere assertivi significa che si può accettare una critica e lavorarci su. Si è consapevoli che con un
feedback si è in grado di capire interamente le implicazioni e gli effetti del proprio comportamento.
Le persone assertive possono gestire e fare critiche obiettivamente senza emotività e senza che ciò
colpisca la loro dignità o integrità.

Ricevere un feedback positivo

Frequentemente si sminuiscono i complimenti e i feedback autentici e positivi: "Non è affatto


vero…"; "Chiunque potrebbe farlo…"
Facendo questo non solo si respingono delle informazioni importanti circa se stessi, ma si punisce
anche chi le fa. Sminuendo continuamente i complimenti si spingeranno familiari e amici a non
farli, condannando così se stessi a vivere nel triste mondo della critica continua.

I complimenti sono il modo migliore con cui si viene premiati dagli amici, e contribuiscono a creare
l'autostima sia di chi li fa, sia di chi li riceve.
Ricevere i complimenti è così facile. Tutto ciò che serve è un sorriso (che, dopotutto, è la cosa
migliore che si può fare col proprio volto) e la parola "Grazie".
Una volta che si è a proprio agio nell'accettare i complimenti, sarà anche molto più facile farli. La
vita è troppo breve per non dire alle persone quanto ci fanno piacere o che cosa ci piace di loro.

Il feedback positivo

Quando si accetta una gentilezza:

• La considerazione di noi stessi aumenta


• Ci si sente meglio con se stessi
• Si appare più sicuri di sé
• Si riceveranno complimenti più frequentemente
• Chi si complimenterà con noi si sentirà bene

Quando si dà un feedback positivo alle persone:


• Si sentono meglio con loro stesse
• Aumentata la loro autostima
• Si sentono più motivate e coinvolte
• Ci apprezzano e rispettano di più
• Lavorano meglio con gli altri
• Migliorano la loro performance

Come mostrarsi in disaccordo

Essere assertivi significa avere i propri punti di vista. Dal momento che anche gli altri hanno i
propri, ciò significa che occasionalmente si verificherà un disaccordo. L'acquiescenza o, al
contrario, l'attacco non sono risposte costruttive.
Seguendo un semplice processo graduale, sarà più facile esporre le proprie idee senza emotività,
senza perdere di conseguenza la propria integrità o il proprio rispetto per le altre persone.

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Il Processo

1. Affermazione
2. Attenuazione
3. Chiarire il processo
4. Dichiarare le ragioni
5. Discordare
6. Offrire un compromesso (ciò è opzionale e dipende da noi decidere se concedere qualcosa
o no)

Il processo del disaccordo

1. Affermazione
Significa semplicemente dire "sì". Può sembrare strano dire questo quando si è in disaccordo,
ma se si dice "no" le altre persone assumeranno subito un atteggiamento da “discussione” e
saranno meno disposte ad ascoltare. Si utilizza il "sì" per prepararle a ciò che si sta per dire,
non per indicare che si è d'accordo con loro

2. Attenuazione
La maggior parte dei punti di vista della gente sono influenzati dal loro background, dalle loro
esperienze o dalla loro professione. Si può mostrare di riconoscere ciò utilizzando frasi
attenuanti.
Qui di seguito vi sono alcuni esempi:
• "In quanto ingegnere, posso capire perché stai prendendo questa posizione"
• "Poiché sei più anziano di me, con differenti valori, posso capire perché dici questo"
• "Poiché sei un uomo che lavora in un ambiente e in una cultura tipicamente maschili,
posso capire perché hai detto questo"
• "In qualità di manager, che ha come responsabilità principale il prodotto, posso
capire che la tua posizione sia pienamente logica"

3. Chiarire il processo
Significa spiegare alla persona il processo che si utilizzerà per descrivere la propria posizione
o le proprie ragioni per l'atteggiamento che si è preso.
Qui di seguito vi sono alcuni esempi:

• "Se posso, mi piacerebbe dirti qualcosa circa…"


• "Lascia che ti spieghi le mie ragioni"
• "Ti posso dire come sono giunto al mio punto di vista…?"
• "Lascia che ti illustri brevemente la mia posizione e le ragioni di questo…"

Se si sta arrivando ad una ragionevole discussione, l'altra persona ti deve lasciare esprimere le
tue opinioni. Se gli altri non sono predisposti ad ascoltarci allora, comunque, si sta perdendo
tempo e sarebbe meglio concludere subito la discussione.

4. Dichiarare le ragioni
Significa semplicemente esprimere le ragioni o le giustificazioni per la propria posizione.
Questo può essere fatto sia in modo diretto, sia illustrando un equilibrato elenco di pro e
contro, spiegando perché si è arrivati ad avere quel punto di vista.

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5. Discordare
In questa fase non bisogna scusarsi o utilizzare un linguaggio esitante. Occorre utilizzare il più
possibile un linguaggio forte, ricordando di accompagnare ciò che si è detto con un
appropriato linguaggio del corpo. Qui di seguito vi sono alcuni esempi:
• "Quindi non posso essere d'accordo con te"
• " Quindi devo discordare"
• " Quindi penso che tu sia in errore"
L'avverbio "quindi" è straordinariamente potente, poiché rende le proprie conclusioni logiche
e naturali.

6. Offrire un compromesso
Questa fase è opzionale, ma può essere d’aiuto se a noi costa poco o nulla. Comunque il
proprio compromesso dovrebbe essere condizionato da ciò che si vuole ottenere (si vedano gli
esempi)

ESEMPI

Posizione: “Non credo che stasera dovresti uscire”


Affermazione 1. “Sì”
Attenuazione 2. “Posso capire perché vorresti che io rimanessi a casa e ti facessi
compagnia come ho fatto negli ultimi tre sabati”
Rivelazione 3. “Lasciami spiegare perché questa serata è così importante per me”
Dichiarazione 4. “In particolare voglio vedere questo versione del Macbeth perché ha avuto delle
recensioni eccellenti e se non lo vedrò stasera lo perderò”
Disaccordo 5. “Quindi ho deciso che uscirò”
Compromesso 6. “Ma sarei molto felice di tenerti compagnia domani”

Posizione: “Voglio che stasera tu faccia gli straordinari”


Affermazione 1. “Sì, posso capirlo”
Attenuazione 2. “Abbiamo avuto una riduzione dello staff per tutta la settimana so che questo ci
ha messo in difficoltà”
Rivelazione 3. “Ma devo dirti una cosa”
Dichiarazione 4. “Non ho visto tanto i miei figli questa settimana e stasera ho promesso di
portarli al parco”
Disaccordo 5. “Dunque non posso fare gli straordinari stasera”
Compromesso 6. “Potrebbe essere utile se rimanessi domani?”

Posizione: “Non puoi avere un aumento di stipendio”


Affermazione 1. ”Sì, dev’essere complicato”
Attenuazione 2. “So che gli affari non sono andati molto bene in questi ultimi 6 mesi”
Rivelazione 3. “Ma la mia posizione è questa”
Dichiarazione 4. “Mi era stato promesso un aumento entro gli ultimi 3 mesi dall’assunzione ed è
stato rimandato; ora sono qui da 12 mesi, ed oltre a fare un buon lavoro, voi
avete considerevolmente aumentato le mie responsabilità”
Disaccordo 5. “Dunque è importante che mi venga dato quell’aumento di stipendio che mi è
dovuto. Grazie”

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Dichiarazioni dell’ “IO”

Le dichiarazioni dell’ “IO” sono tra le affermazioni più potenti che si possano fare, sia per se stessi
sia per gli altri.
Nelle dichiarazioni dell’ “IO” si afferma chi si è e ciò che si vuole.
Il loro utilizzo è il punto di distinzione dell’assertività.

Le dichiarazioni dell’ “IO” possono essere usate in svariati modi:


• Situazioni
• Interpretazioni e comprensioni
• Sentimenti ed emozioni
• Desideri e bisogni
• Azioni future

Situazioni
• “Mi è stato chiesto di lavorare fino a tardi per tre volte a settimana”
• “Vedo che hanno nuovamente glissato sulla mia promozione”
• “Mi sono accorto che non mi hai parlato per tre giorni”

Le dichiarazioni sulle situazioni sono potenti perché riguardano dei fatti e, in quanto sono delle
osservazioni personali, non sono negoziabili. Descrivono il mondo così come lo vediamo noi e così
come ci colpisce direttamente.

Interpretazioni e comprensioni
• “Ho avuto l’impressione che tu non fossi interessato”
• “Ho la sensazione che tu non desideri conoscere le mie idee”
• “Penso che tu mi stia ignorando”

Queste dichiarazioni sono potenti perché si sta descrivendo la propria interpretazione di una
situazione, non solo la situazione in se stessa. Ciò comunica direttamente alle altre persone l’effetto
che il loro comportamento sta avendo su di noi.

Sentimenti ed emozioni
• “Mi sento tradito”
• “Sento che si approfitta di me”
• “Mi sento arrabbiato, insoddisfatto, di cattivo umore, annoiato”

Questo non c’entra con i sentimenti, ma in realtà è un modo per esprimere la propria opinione con
più forza. Di nuovo, queste dichiarazioni sono potenti perché non sono negoziabili o rifiutabili.
Nessuno può sfidarci e dirci “No, tu non ti senti così”.

Desideri e bisogni
• “Vorrei che tu facessi attenzione”
• “Vorrei la tua piena collaborazione”
• “Vorrei che tu fossi puntuale”
La forza di queste dichiarazioni è che fa capire esattamente alle altre persone il proprio punto di
vista e cosa ci si aspetta. Gli altri non devono tirare ad indovinare, possono solo dire “sì”, “no” o
negoziare.
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Azioni future
• “Te lo ricorderò ogni lunedì”
• “Ti garantirò che sono disponibile a parlarti”
• “Te lo riferirò la prossima volta che capita”
Le altre persone sanno cosa succederà dopo, quindi non vi saranno sorprese.

Unire le dichiarazioni dell’ “Io”

Ora è possibile mettere insieme delle combinazioni delle dichiarazioni dell’ “Io”. Quando si decide
di essere assertivi le combinazioni dell’ “Io” sono molto potenti.

Situazione: “Vedo che questa è la terza volta che non hai fatto quello che ti avevo chiesto”
Interpretazione: “Penso che tu stia provando a fare il minimo possibile quando non sono con te”
Sentimenti: “Provo insoddisfazione e noia a dovermi ripetere”
Desideri: “Dunque desidero che tu faccia ciò che ti ho chiesto anche se non ti controllo”
Azione futura: “Ti rimprovererò se lo farai di nuovo”

Come dare istruzioni assertive


(CHIEDENDO CIÒ CHE SI DESIDERA)

Gran parte della gestione del personale, ed anche gran parte dell’essere genitori, consiste nel
chiedere alle persone che facciano determinate cose che noi desideriamo. Ad alcuni di noi è stato
insegnato fin da quando eravamo bambini che è sgarbato chiedere le cose. È come sperare che gli
altri abbiano una palla di cristallo, in modo da sapere cosa ci fa piacere.
Talvolta si fanno “giochetti” o si trovano delle scuse per le persone:
• “Ormai dovrebbero saperlo”
• “E’ ovvio cosa ho chiesto”
• “Se avessero un po’ d’intelligenza capirebbero”

Il processo o la struttura per chiedere per ciò che si desidera è molto semplice.
Le componenti sono:
• il nome della persona
• cosa si desidera
• perché lo si desidera
• quando lo si desidera e, come aggiunta, un ipotetico “grazie”.

Chiedere ciò che si desidera

“Pietro
vorrei che ti trasferissi sulla linea 10 da domani, poiché manca del personale e sarebbe una buona
cosa per il tuo avanzamento di carriera.
Grazie”

“Maria
completerai questa relazione prima di andare a casa stasera, così la potrò avere come prima cosa per
l’incontro dei manager di domani.
Grazie.”

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Ricorda: le istruzioni devono essere date con un appropriato linguaggio del corpo per avere una
piena efficacia.

Disco rotto

Quando un disco s’inceppa ripete la stessa cosa in continuazione. Dunque, nel disco rotto tutto ciò
che si deve fare e ripetersi ancora, ancora ed ancora, fino a quando la persona rinuncia o cede alle
nostre richieste.
I bambini sono dei professionisti nel disco rotto, ma in qualche modo durante l’adolescenza
quest’abilità va persa. Nella mia esperienza la maggior parte delle persone cedono dopo che si
ripete la stessa cosa per tre volte.

Il disco rotto è particolarmente utile quando:


• si ha a che fare con le autorità o si realizza che l’altra persona ha più esperienza di noi
• si pensa che non si sta ottenendo ciò a cui si ha diritto
• si ha a che fare con delle persone più brillanti o più disinvolte di noi
• l’altra persona spesso usa interrompere o attaccare verbalmente

Dal momento che bisogna solo ripetersi, il disco rotto è molto semplice da usare.

Esempi sul disco rotto

Esempio 1
Tu: "Il programma non era all'altezza degli standard, e noi non abbiamo trovato tutti gli
elementi promessi nel fascicolo, quindi voglio un rimborso"
Replica: "Le altre persone non si sono lamentate, anzi alcune valutazioni sono eccellenti"
Tu: "Può essere, ma voglio un risarcimento perché il lavoro non era all'altezza degli
standard"
Replica: "Secondo la mia opinione di tutor del corso, il corso era all'altezza degli standard"
Tu: "Posso capire la sua opinione, ma voglio un rimborso"
Replica: "Non è nella nostra politica dare rimborsi"
Tu: "Questa può essere la vostra politica, ma voglio un risarcimento"
Esempio 2
Tu: "Non sono soddisfatto del servizio, vorrei vedere il direttore"
Replica: "In questo momento è occupato"
Tu: "Sono sicuro che lo sia, ma insisto per incontrarlo"
Replica: "Di solito non viene coinvolto in queste faccende"
Tu: "Posso capirlo, ma desidero vederlo"
Replica: "Dovrebbe fissare un appuntamento"
Tu: "Questa forse è la vostra procedura, ma io voglio vederlo ora"
Replica: "Bene, se può aspettare per un'oretta vedrò che cosa posso fare"
Tu: "Grazie, ma voglio incontrarlo ora"
E ancora… e ancora… e ancora… e ancora…

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L'asserzione negativa

Quando si viene insultati, o si ricevono dei giudizi negativi, di solito si desidera difendersi, o ci si
sente così feriti da ritirarsi. Le persone aggressive o manipolative che fanno così, trovano facilmente
i punti deboli degli altri. Li usano per far fare ciò che vogliono o per avere la meglio sulle persone.

L'asserzione negativa è come il jujitsu, dove si usa la potenza del proprio antagonista per volgere la
situazione a proprio vantaggio. Nessuno è perfetto, così nell'asserzione negativa tutto ciò che si fa è
accettare la parte dell' affermazione, insulto o etichetta che sia, in modo realistico.

"Se pensi questo, devi essere stupido"


Tu: "Ammetto di non essere la persona più intelligente del mondo"
"E commetti sempre degli errori"
Tu: "Si, qualche volta faccio degli errori"
"E sei pigro"
Tu: "Non ho mai sostenuto di essere la persona più accanita nel lavoro"

Annebbiamento

L'annebbiamento è utile quando si viene messi sotto pressione per fare qualcosa che non interessa e
che non si vorrebbe assolutamente fare. Così la risposta alla richiesta è “confondere”.
Si ascolta ciò che la persona dice e si decide se si desidera aderire o meno. Se non lo si desidera,
usando le parole dell’altra persona o simili, si riconosce il suo bisogno ma si dichiara il proprio
punto di vista. In questo modo si dimostra alla persona di aver compreso la sua richiesta, ma di non
avere intenzione di accettarla. Questo è un metodo veramente gentile per dire "No".

Richiesta: Risposte:
"Lo voglio ora" "Posso comprendere perché lo vorresti ma la mia priorità è…"
"Mi devi aiutare" "Forse dovrei, ma al momento ho altre priorità"
"Questo è importante" "Naturalmente è importante, ma non così come…"
"Ho bisogno di questo" "Ne sono sicuro, ma ora non è proprio possibile"

Usando questa tecnica è meno probabile che si venga manipolati a fare qualcosa che non si
vorrebbe fare e inoltre non si può venire accusati di non riconoscere i bisogni degli altri.

Inchiesta negativa

Una volta che si padroneggia l'asserzione negativa e l'annebbiamento, si è pronti per l'inchiesta
negativa, che è veramente divertente. Si invita a fare ulteriori critiche e/o esempi in modo da avere
un beneficio da un feedback aggiuntivo.

ACCUSE
"Sei pigro" "Veramente? In particolare in che modo?"
"Sei sempre in ritardo" "Sempre? Come puoi esserne così sicuro?"
"Sei uno stupido" “La mia comprensione è diversa dalla tua, cosa vuoi dire
esattamente?"
"Sei un egoista" "Puoi spiegarmi cosa ha fatto sì che tu mi marchi con una simile
etichetta?"

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Se la persona è onesta e tiene a noi, risposte di questo tipo condurranno ad un feedback reale.
Quindi si può decidere se la critica è giustificata e se si desidera reagire in qualche modo.

Le parole potenti

Nell’assertività alcune parole sono veramente efficaci e, usate nel contesto corretto, sono
eccezionalmente persuasive.
Le parole e le frasi potenti sono:
• no
• grazie
• se
• quando

No

"No" è una delle parole più difficili da dire ad un'altra persona. Questo accade abitualmente perché
si ha paura di perdere la loro benevolenza o stima.
E’ normale desiderare di essere considerate delle persone buone, caritatevoli, premurose. Fa piacere
agli altri ci fa sentire bene, quindi, a breve termine, è più facile dire "sì" che dire "no".
Qui di seguito vi è un elenco di quando si vorrebbe dire di no:

1 ) Lo desidero veramente o lo faccio per piacere a qualcun altro?


2 ) Quale vantaggio ne ho se dico "sì"?
3 ) Se lo faccio mi divertirò?
4 ) Ora devo dire "sì" o "no"; è vantaggioso rimandare la mia decisione?
5 ) Come mi fa sentire questa richiesta? Come mi fa sentire emotivamente?
6 ) Mi servono più informazioni prima di prendere una decisione?
7 ) Desidero un'alternativa?
8 ) Qual è il prezzo di dire "no"?
L'elenco è lungo, dunque si può sempre utilizzare la quarta domanda per prendersi del tempo per
pensare (e poi tornare a questa lista).

Come dire di no

• Dire solamente "no"


Non bisogna anticiparlo con un "Mi spiace ma…" o con un linguaggio tentennante "Vorrei
veramente ma…"
• Dare una spiegazione dei propri sentimenti:
"Non mi sento bene a…" ; "Non mi piace …" ; "Mi sentirei in compromesso se…"
• Dare una spiegazione delle proprie ragioni:
"Perché devo fare questo e quest'altro" ; "Perché sono già impegnato" ; "Perché non ne ho il
tempo"
• Se lo si ritiene appropriato, ringraziare la persona:
"Grazie per aver pensato a me" ; "Grazie per l'invito"

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Grazie

"Grazie" è una parola interessante. Si è portati a dire "per favore" quando si vuole qualcosa. Ma
dicendo "per favore", si chiede qualcosa all'altro. Di conseguenza, gli altri hanno l'iniziativa, perché
possono dire "sì" o "no".
Ci hanno insegnato a dire "grazie" quando ci è stato dato qualcosa che abbiamo richiesto. Ma
accade una cosa interessante quando si dice "grazie" dove avremmo normalmente detto "per
favore". Il "grazie" diventa un assunto. In altre parole si assume che ciò che si è chiesto sarà fatto o
dato.
Utilizzato con un appropriato linguaggio assertivo del corpo, l’uso del "grazie" può essere
eccezionalmente efficace.
• "Vorrei stare tranquillo ora. Grazie"
• "Vorrei che mi aiutassi. Grazie"
• "Vorrei che facessi attenzione. Grazie"

Se

La congiunzione "se" è eccezionalmente efficace quando si desidera concedere o donare qualcosa.


Il "se" agisce come un elastico con il quale ci si può tirare indietro, se non si è ottenuto ciò che si
vuole.
"Se" diventa condizionale:
• "Se fai questo allora io farò.."
• "Se lavori di più io farò…"
• "Se collabori puoi avere…"
La maggior parte delle nonne lo sanno a causa della "Legge della nonna sulle vitamine per i
bambini" che dice:
"se mangi le verdure potrai avere la torta"
Si noti come una opzione di minima importanza venga accompagnata da una di alta priorità.
Nella vita la maggior parte delle persone danno prima la "torta", sperando che gli altri facciano poi
ciò che si conviene e ci diano ciò che vogliamo. Se solo la vita fosse così semplice!

Quando

Questa congiunzione nel momento in cui la si rende condizionale è simile al "se". Ha la stessa
efficacia:
• "quando tu…"
• "quando il lavoro sarà completato…"
• "quando la smetterai di accusare…"

29
LE ATTIVITÀ ASSERTIVE

Consigli generali

Prima d'iniziare le attività, qui di seguito vi sono alcuni consigli che ci assisteranno nei progressi
per diventare assertivi.

1. Aspettare una sorpresa e anche un'opposizione

Ci è voluta una vita intera per arrivare a comportarsi nel modo in cui ci comportiamo adesso, quindi
non bisogna aspettarsi di cambiare in una notte. Si tenga comunque conto che chi ci sta accanto non
si aspetta che il nostro comportamento cambi. Ci potrebbero essere altri a cui potrebbe interessare
che restiamo non assertivi o aggressivi.
Questo vuol dire che quando si decide di cambiare il proprio comportamento, o avere più disciplina,
ci si deve anche aspettare sorpresa o opposizione da quelli che ci conoscono e hanno interesse a
mantenere il "vecchio noi".

2. "A poco a poco è un'inezia, ma saltando le tappe è molto difficile"

Non è vantaggioso porsi degli obiettivi troppo ambiziosi: è meglio partire da ghianda e crescere
lentamente fino a diventare una quercia. È bene avanzare con piccoli cambiamenti e aggiungerne
man mano.

3. Aspettarsi il fallimento ed usarlo

Il fallimento è parte del cambiamento. Quando si prova qualcosa di nuovo, ma specialmente un


comportamento, è poco probabile ottenere subito un successo. Prima si sbaglierà e prima si farà
bene. È bene essere sia realisti sia elastici quando si sbaglia. "Se all'inizio non hai successo, prova
di nuovo".
Si ricordi questo: anche nel vocabolario il successo arriva dopo il lavoro!

4. Tener conto delle scivolate

Quando si schiaccia una palla si crea una rientranza, ma quando la si lascia la palla ritorna alla sua
forma originale. Il comportamento degli individui è come una palla: tornerà al suo vecchio e
comodo modo di essere. Dunque è bene aspettarsi delle scivolate, ma non bisogna rinunciare.

5. Concedersi del tempo

Il comportamento cambia lentamente. Le diete drastiche o gli esercizi esagerati non funzionano;
nemmeno i cambiamenti drastici funzionano. Basti pensare alla semplice abilità dell'imparare a
guidare, con le ore di teoria e pratica che richiede. Per diventare assertivi serve almeno la stessa
quantità di tempo e di sforzi, forse anche di più.
È bene ricordarsi questo:
i pensieri portano alle
azioni che portano alle
abitudini che portano al
carattere che porta alla
personalità che porta al
nuovo sé

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Così come per i fumatori vi sono le battaglie che il corpo fa contro l’eliminazione la nicotina, allo
stesso modo il proprio stato mentale attuale resterà ai tentativi di cambiamento. Ci vorrà del tempo
per costruire il nuovo "sé assertivo".

6. Stabilire obiettivi forti

a. Specifici: definire esattamente cosa si vuole


b. Misurabili: quali saranno i criteri per valutare il successo
c. Appropriati: assicurarsi che siano appropriati a noi
d. Realistici: devono essere realizzabili
e. Limitati: al momento in cui si stanno attuando
Gli obiettivi sono sogni che cerchiamo di realizzare. Non sono dei miracoli, quindi non saremo i
primi a volare sbattendo le braccia. Se non si nascesse in America non si potrebbe diventarne il
Presidente. Se si hanno 55 anni non è possibile diventare un campione olimpico. Ma si può
facilmente essere assertivi:
• Stabilendo ciò che si desidera • Chiedendo rispetto
• Essendo consapevoli dei propri limiti • Cambiando il proprio modo di pensare
• Dicendo "no" • Dialogando o presentandosi
• Ottenendo ciò per cui si è pagato

La maggior parte delle persone trovano che scrivere gli obiettivi che ci si è posti sia molto utile.

Suggerimento: tenete un diario o un 'agenda dove si ricordano i propri pensieri, scopi, obiettivi e
apprendimenti. È un buon metodo e servirà a mettere ordine nei propri pensieri, ad essere più
specifici e a focalizzarsi. Inoltre è molto motivante guardare indietro e vedere ciò che si è raggiunto.

I punti chiave per l'assertività

1. La genetica può non essere favorevole: fisicamente o intellettualmente si può usare solo
ciò che si ha
2. Nessuno può farlo per noi: bisogna farlo da soli
3. Se non si decide autonomamente per la propria vita, qualcun altro deciderà per noi
4. La realtà è quella che si ha davanti, non si può tornare indietro per avere una seconda
scelta
5. Quanto più tempo non la si usa, tanto più velocemente la si perderà
6. La vita è un'esperienza d'apprendere, non si può fallire, si può solo scegliere
7. La cosa più importante che si può fare è scegliere, la cosa peggiore che si può fare è non
seguire la propria scelta
8. Niente è gratis, le belle cose accadono e arrivano a piccole dosi
9. Noi stessi siamo il nostro dono più grande e la nostra migliore risorsa
10. Siamo a conoscenza di tutto ciò che abbiamo bisogno di saper per fare ciò che dobbiamo
fare

"Più fai ciò che stai facendo,


più avrai ciò che ottieni "

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Attività numero 1

DIARIO PERSONALE
È bene avere un diario e scriverci

• Citazioni che ci ispirano


• I propri diritti di base
• Una lista delle personali mete ed ambizioni
• Una lista delle proprie fantasie e dei propri sogni
• Le proprie affermazioni
• Una lista delle proprie conquiste: personali, familiari, lavorative, comunitarie
• Una lista delle proprie migliori qualità

È bene leggerle ed aggiornarle regolarmente

Attività numero 2

EROI
È bene leggere le biografie delle persone che si ammirano, i propri eroi ed eroine.
In cosa si è simili a loro in termini di:

• Esperienze personali
• Personalità
• Atteggiamenti
• Valori
Si costruisca una lista dei loro valori emersi dalle letture, e si cerchi di individuare quelli che si
potrebbero fare propri.
Quale tipo di affermazioni personali pensate che abbiano i vostri eroi? Fate una lista e cercate quali
di esse potreste fare vostre.
Quando si deve affrontare una situazione difficile, pensate come l'affronterebbe il proprio eroe o
eroina e agite di conseguenza.

Attività numero 3

COPIONI
È bene ricordare che, quando si guarda un bel film o una recita, dietro ad ogni scena ci sono state un
considerevole numero di prove. Qualche volta una scena di due minuti in un film porta via diversi
giorni prima che sia perfetta. Applicate questa tecnica su di voi nel vostro nuovo ruolo assertivo.

1. Pensate cosa volete da una situazione


2. Preparate il copione di ciò che direte
3. Imparate il copione
4. Esercitatevi sul copione ad alta voce
5. Allenatevi sul copione con un appropriato linguaggio del corpo
6. Decidete qual è il momento migliore, il luogo e la persona per mettere in atto questo
comportamento
7. FATELO
8. Premiatevi per gli sforzi fatti e imparate dall'esperienza per futuri miglioramenti.

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Attività numero 4

PARLARE AL CUSCINO

Questa attività è simile alla numero 3 ed aiuta a fare pratica. È anche utile per "concludere" le
conversazioni che hanno avuto per noi un significativo contenuto emozionale. Ricreate nella mente
la scena originale con un cuscino al posto della persona, fate riemergere le emozioni che provate in
quel momento, e poi quando siete pronti, parlate al cuscino. Tutto ciò è utile per liberarsi dalle
emozioni in modo che la volta successiva si possa parlare alla persona usando la razionalità ed
evitando d'innervosirsi.
Si può anche provare a variare le parole, i temi e gli approcci a seconda dei vari tipi di
comunicazione assertiva che si è deciso di mettere in atto. Si può anche decidere di recitare
utilizzando gli "e se", così si sarà maggiormente preparati per la situazione reale.

Si ricordi che, per quanto ci si possa esercitare, nelle situazioni reali ci saranno sempre delle
variazioni inaspettate, ma gli esercizi fatti renderanno più preparati. I pugili saltellano e fanno
lunghe corse indossando stivali pesanti; non si vede nessuna di queste attività quando combattono
sul ring, ma tali esercizi li preparano meglio per la lotta. Trascrivere e provare ciò che si vuol dire
aiuterà ad essere assertivi.

Attività numero 5

RAZIONARE
Questo si ricollega alla seconda attività. Se si sta avendo una certa difficoltà con un particolare
individuo, potrebbe non essere saggio cercare di attuare tutte le tecniche assertive in un colpo solo!
Potrebbe essere troppo difficile. In termini atletici, sarebbe come tentare una maratona senza aver
mai corso. Non solo si perderà, ma sarà anche molto doloroso.

Per esempio, se si sta per essere assertivi sul posto di lavoro con un superiore che ci intimidisce, si
razioni il proprio comportamento, in modo da poterlo costruire lentamente.

1. Rimanete in presenza loro il più spesso possibile; non si deve dire niente di diverso dal
solito o comportarsi in modo inusuale. Quindi:
2. Utilizzate un linguaggio del corpo assertivo tramite il contatto oculare, la postura e la
distanza. Di nuovo, non si deve dire nulla. Quindi, quando si è pronti:
3. Quando la persona parla, si riassumano le dichiarazioni che ha espresso per verificare ciò
che ha detto (es: "Dunque stai dicendo che…, è così?"). Quindi, quando si è pronti:
4. Usate la tecnica del disaccordo che è stata suggerita in precedenza.

Le persone con cui si prova difficoltà è probabile che siano più aggressive che assertive, dunque il
vostro nuovo comportamento li prenderà di sorpresa. Aspettatevi un'iniziale risposta aggressiva e
trattatela assertivamente.

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Attività numero 6

FARE DEI COMPLIMENTI


• Fate una lista di cinque amici o colleghi; per ognuno elencate tre o quattro cose che vi piacciono
di loro e pensate a degli esempi di quando loro dimostrano queste qualità o comportamenti.
• Scrivete cosa direte loro la prossima volta che si comporteranno così; usate l'affermazione in
prima persona ("Io penso/sento/vorrei che tu sapessi" invece di "Sei così bravo a…"), siate
specifici, menzionando nel vostro apprezzamento il comportamento che stanno mettendo in atto.
• State a vedere come reagiscono e osservate se aumentano o meno quella caratteristica del loro
comportamento in vostra presenza.
• Per una settimana prendete la decisione di complimentarvi con almeno tre persone per il loro
lavoro, comportamento o aiuto che vi danno; annotate sul diario gli specifici "apprezzamenti"
per ricordarsi di averli effettivamente fatti (non è facile!)
• Fate una lista di tutte le caratteristiche specifiche che vi piacciono di vostra moglie/marito,
partner, figlio/a. Stabilite a priori un giorno in cui sapete che non devono lavorare e, sedendosi
di fronte a loro, dite tutte le caratteristiche che in particolare amate di loro; come ricompensa,
date loro un “giorno tutto per me”, in cui possano fare ciò che piace loro e voi possiate viziarli.
Perché aspettare la Festa della Mamma, la Festa del Papà o un compleanno? Facciamolo adesso!

Attività numero 7

TROVARE UN MENTORE
Scegliete qualcuno che conoscete, che vi conosce bene e del quale rispettate i punti di vista. dite che
siete impegnati in un programma di assertività e che, dal momento che avete una grande stima di lei
o di lui, apprezzereste molto se volesse essere il vostro mentore occasionale.
Con lei/lui condividete, rivedete e discutete:
• I vostri scopi ed obiettivi
• I vostri copioni
• I vostri successi e fallimenti
• Cosa avete trovato difficile
• Cosa avete trovato facile
Al termine di ogni incontro, accordatevi sugli obiettivi e su cosa farete in seguito.

Suggerimento: distanziate gli incontri di sei / otto settimane tra loro, per darvi un tempo sufficiente
per provare, sbagliare, imparare e ritentare. Registrate i vostri progressi.

Attività numero 8

Feedback e critiche

• Scegliete qualcuno che conoscete, che vi conosce bene e del quale rispettate i punti di vista.
• Dite che siete impegnati in un programma di assertività e che, dal momento che avete una
grande stima di lei o di lui, i loro feedback e critiche avrebbero un gran valore per voi
• Accordatevi su un luogo e un momento adatto per entrambe e che possa garantire privacy
confidenza e comodità
• Alcuni giorni prima dell'incontro, mandatele/gli la lista sottostante e chiedete uno specifico
feedback, con il maggior numero possibile di esempi reali del vostro comportamento.
• Accordatevi sulla riservatezza di queste informazioni
.

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La lista:
1. Cosa c’è in me di attraente e perché?
2. Cosa c’è di poco piacevole in me e perché?
3. Cosa ne pensi del mio modo di vestire e dell'immagine che do?
4. In quali casi ho utilizzato appieno le mie abilità ed esiste un'opportunità per
migliorarle?
5. Quale delle mie abitudini t'infastidisce e perché?
6. Quanto pensi che io sia degno/a di fiducia e perché?
7. Quanto pensi che io sia assertivo/a e perché?
8. Cosa ne pensi delle mie abilità interpersonali?
9. Come posso migliorare il mio rapporto con le persone?
10. Quanto sono sciolto/a?
11. Quanto mostro le mie emozioni?
12. Se avessi solo tre aggettivi per descrivermi, quali sarebbero e perché?
13. Cosa dovrei fare per migliorare le mie abilità sociali?
14. Che tipo di partner, genitore, amico/a, lavoratore/lavoratrice tu pensi che io sia
stato/a e cosa posso fare per migliorarmi?
15. Cosa dovrei cambiare per migliorare il nostro rapporto?

Queste informazioni non dovranno essere da noi valutate; bisogna accettarle così come sono e non
tentare di giustificarsi coi propri amici o con se stessi.

• Elaborate queste informazioni con la lista di controllo delle critiche che è stata fornita in
precedenza. Riflettete e scegliete su quali aspetti di tali informazioni desiderate lavorare.

Attività numero 9

AIUTI ALL'AUTOSTIMA
Gran parte dell'assertività è collegata all'autostima ed alla considerazione che abbiamo di noi stessi.
Si può migliorare significativamente la propria autostima psicologica occupandoci di noi stessi. Le
regole di base che seguono le conoscete, quindi le abbiamo elencate qui per ricordarvele ed
incoraggiarvi ad usarle.
1. Raggiungete il vostro peso ideale, secondo la vostra struttura corporea e ossea.
2. Fate regolarmente esercizio fisico e mantenetevi in forma.
3. Il corpo è ciò che si mangia, quindi nutritevi in modo sano.
4. Pianificate il “tempo per me", in modo da ricavarsi dei momenti in ogni settimana per
avere tempo per se stessi.
5. Rimpiazzate la televisione con un interesse che impegni in qualche modo (fisicamente,
socialmente, intellettualmente o emotivamente).
6. Pianificate momenti di qualità con la propria famiglia e con chi è sentimentalmente
importante per voi
7. Premiatevi per i vostri successi, con piccoli premi per le piccole cose e significative
ricompense per i traguardi maggiori.

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Attività numero 10

IN QUALSIASI MOMENTO E DOVUNQUE!

L'assertività può essere messa in atto in qualsiasi momento e dovunque. Ecco alcune idee:

1. Trascorrere un giorno alla settimana in cui per strada si guardano le persone fisso negli
occhi e non si smette finché:
a. Loro distolgono lo sguardo
b. Si sorride e si dice "buongiorno"
2. Andare ad una bancarella e mercanteggiare sul prezzo:
a. Facendo delle offerte
b. Chiedendo se si può abbassarlo
3. Utilizzare il supposto linguaggio con i propri familiari ed amici e monitorarne i risultati.

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