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Raccomandata a/r

All’Ufficio del Giudice di Pace di


64046 MONTORIO AL VOMANO (TE)
via del Forte snc
RICORSO IN OPPOSIZIONE A SANZIONE AMMINISTRATIVA

Roma, data del timbro postale della raccomandata


Ill.mo Sig. Giudice,

RICORRE
GGGGG MMMM in proprio, nato a Roma il …., e residente in Roma, in via …. n. …., CAP
…., e per la presente circostanza domiciliato presso la cancelleria dell’Ufficio del
Giudice di Pace di Montorio al Vomano, via del Forte snc, 64046 Montorio al Vomano
(TE).
CONTRO
Il Comune di Crognaleto (TE), nella persona del Sindaco pro-tempore, con sede in Via
Cesare Battisti, frazione Nerito del Comune di Crognaleto (TE).
AVVERSO
L'accertamento di violazione dell'art. 142 comma 8 del "Codice della Strada" eseguito
dalla Polizia Municipale del Comune di Crognaleto (TE) verbalizzato in data 14/07/2008
con numero 306/2008, notificato il 25 luglio 2008 e che si allega in copia.
L’istante, in qualità di proprietario del motoveicolo targato CG XXXXX ha ricevuto in
data 25 luglio 2008 ad opera della Polizia Municipale di Crognaleto (TE), notifica di
accertamento di una infrazione compiuta ex art. 142/8 del C.d.S. il giorno 31 maggio
2008 alle ore 11:44 nel Comune di Crognaleto, Frazione Paladini, al km 40+600 della
SS 80 AQ-TE (si veda il verbale 306/2008 del 14 luglio 2008).
A causa di tale infrazione non immediatamente contestata e rilevata mediante
apparecchio Velomatic 512 (omologato nel 1989) la parte ricorrente è stata resa
edotta che dovrà riconoscere, ai fini del pagamento in misura ridotta, una somma pari
a complessivi € 154,00 in quanto il conducente circolava alla velocità di km/h 65,
superando così, considerando la riduzione del 5%, di km/h 15 il limite massimo
stabilito in km/h 50 alla guida del motoveicolo sopra indicato.
Sul verbale peraltro non viene affatto specificato che il motivo della mancata
contestazione immediata che è da ascrivere al fatto che il servizio era organizzato con
una sola pattuglia ai fini del rilevamento delle infrazioni.
Inoltre al ricorrente, proprietario del motoveicolo è stato comunicato che la rilevata
infrazione determina, la detrazione di n. 5 punti dalla patente di guida a carico
dell’effettivo trasgressore tanto che l’istante, in qualità di soggetto proprietario ha
ricevuto contestuale invito a voler riempire un modulo con l’indicazione dell’effettivo
conducente al momento della rilevata infrazione.
Per quanto riguarda ad esempio il fotogramma comprovante l’avvenuta violazione
recarsi da Roma appositamente a Crognaleto per visionare il fotogramma è sembrato
all’istante decisamente fuori luogo senza considerare su specifica richiesta corredata
di documenti autografi non ci sono violazioni al D.to L.vo 196/2003 (privacy) e che
l’istante è a conoscenza di altre circostanze nelle quali gli organi di polizia municipale
hanno inviato solertemente fotogramma e documentazione richiesta.

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A tale proposito e proprio in osservanza della normativa vigente l’istante ha quindi
provveduto immediatamente a richiedere al Comando della Polizia Municipale di
Crognaleto (TE), con raccomandata a ricevuta di ritorno (di cui si allega copia),
formale accesso agli atti amministrativi inerenti il verbale suddetto quali ad esempio il
fotogramma citato, il certificato di omologazione e taratura SIT rilasciato dagli appositi
centri ed altro materiale ancora.
In base alle disposizioni vigenti sicuramente una parte se non tutto il materiale
richiesto avrebbe dovuto essere inviato all’istante entro 15 (giorni) dalla ricezione
della richiesta ovvero entro il 22 di agosto 2008 come certificato dal timbro apposto
sulla cartolina di ritorno della raccomandata.
Non avendo ricevuto documentazione alcuna, contrariamente a quanto dispone la
normativa vigente, l’istante
Per quanto sopra chiede in prima istanza
All’Illustrissimo Signor Giudice di Pace, PREVIA emissione di Ordinanza di
SOSPENSIONE degli effetti del verbale di accertamento, sanzioni e pene accessorie
di voler annullare e comunque dichiarare inefficace l'atto di accertamento impugnato.
E comunque in seconda istanza
Con il presente ricorso si chiede l’annullamento di detto provvedimento,
palesemente infondato ed ingiusto indicando di seguito alcuni dei motivi.
MOTIVA
Allo scopo di meglio comprendere i motivi di detta richiesta che verranno di seguito
elencati specificatamente ed ancor prima di analizzare i possibili specifici vizi di
incostituzionalità, inesistenza, nullità ed inefficacia del provvedimento medesimo,
appare opportuno premettere che in forza del dodicesimo comma dell’art.23 della
legge 24/11/1981 n.689 è stata abbandonata la tradizionale presunzione di legittimità
dell’atto amministrativo, a fronte della quale era l’opponente a dover fornire la prova
del contrario: attualmente, invece, in analogia ai principi vigenti in materia di illecito
penale, spetta alla P.A. fornire la dimostrazione della sussistenza della violazione
amministrativa e dell’inadempimento di essa in capo ai ricorrenti tanto che in
mancanza di detta prova, non sussistendo prova sufficiente sulla responsabilità
dell’opponente medesimo, il ricorso deve necessariamente essere accolto.
Si consideri inoltre come più volte la Cassazione Civile, con relative sentenze, tra le
quali si rende opportuno elencare la n.9909/01, la n.3522/99, la n.2734/02, la
n.3350/01, la n.693/99, la n.3939/98, la n.6302/96, la n.2988/96, la n.12846/95, la
n.12545/92 e la n.12189/92, abbia confermato come ad un verbale di accertamento
non possa essere attribuito valore di piena prova sino a querela di falso. Ciò nel senso
che l’accertamento delle violazioni delle norme sulla velocità mediante uno strumento
debitamente omologato potrà ritenersi provato sulla base della verbalizzazione dei
rilievi delle apparecchiature, facendo in effetti il verbale piena prova fino a querela di
falso dell’effettuazione degli eseguiti rilievi medesimi, mentre le loro risultanze
potranno assurgere ad elemento di prova solamente in base a concrete circostanze di
fatto. E’ utile ed opportuno ricordare così quanto deciso dal Giudice di Pace di
Chioggia, Avv. Raffaele Minoia, il quale con apposita sentenza relativa alla causa civile
iscritta al n. 63/C/04 R.G., ha sostenuto che analogamente ad un processo penale,
dove non è ammessa alcuna prova legale, si deve ritenere che nel processo di
opposizione a sanzione amministrativa, alla luce di tutto quanto dedotto, ugualmente
massimo debba essere l'ambito di apprezzamento devoluto al Giudice, ferma

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naturalmente restando, in entrambi i casi, l'eventuale trasmissione degli atti al P.M.
nell'ipotesi di reato di falso.
Con la proposta opposizione il Giudice rimane in sostanza investito di un potere-
dovere di esaminare l’intero rapporto, con cognizione che non è limitata alla legittimità
formale dell’atto, ma si estende – nell’ambito della deduzione delle parti – all’esame
completo del merito della pretesa fatta valere con l’ingiunzione per stabilire se la
stessa sia fondata o no, o quanto meno, se lo sia in tutto o in parte (consultate sul
punto la Sentenza della Cassazione del 21-9-1998 al n.9433).
Ugualmente utile appare opportuno, analizzando i singoli vizi che hanno caratterizzato
l’intero procedimento amministrativo e che saranno di seguito meglio analizzati,
tenere ben presente il suddetto art.23 della legge 24/11/1981 n.689, dove al suo sesto
comma così dispone:
“Nel corso del giudizio il Giudice dispone, anche d’ufficio, i mezzi di prova che ritiene
necessari e può disporre la citazione di testimoni anche senza la formulazione di
capitoli”.
Il verbale notificato non contiene neppure, come giustificante di una contestazione
differita, mere formule di stile ma appare estremamente generico in ogni sua parte in
palese contrasto con il dettato normativo dell'art. 201 comma 1 c.d.s, secondo cui
"Qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli
estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno
reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro centocinquanta giorni
dall'accertamento, essere notificato all'effettivo trasgressore"
Nel caso di specie è stata utilizzata una postazione mobile, la cui organizzazione del
servizio non ha previsto la presenza di pattuglia a valle; tuttavia restano sconosciute,
a causa della genericità delle motivazioni addotte, le effettive circostanze di fatto, di
tempo e di luogo dell'infrazione che hanno impedito la contestazione immediata della
rilevata infrazione. Non dimentichiamo poi la possibilità da parte di una Pubblica
Amministrazione di applicare sull’asfalto i deceleratori di velocità.
A tal proposito non è inutile sottolineare che la Cassazione ha più volte stabilito:
a) (Cass. Civ., sent. n. 9502 del 2002): "per le violazioni del codice della strada, va
tenuto conto della disciplina speciale di cui agli art. 200 e 201 cod. strada, a tenore
dei quali, "qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata" (come
è di regola obbligatorio), devono essere indicati nel verbale di accertamento - perché
possano formare oggetto di sindacato da parte del giudice - "i motivi che hanno reso
impossibile la contestazione immediata", conseguendone, altrimenti, l'illegittimità
dell'accertamento e dei successivi atti del procedimento";
b) (Cass. Civ., sent. n. 3017 del 2002):"in tema di circolazione stradale, perché la
mancata contestazione immediata della violazione dell'eccesso di velocità rilevato a
mezzo di apparecchiatura autovelox non comporti la invalidità dell'accertamento, si
rende necessario che nel verbale di contravvenzione l'amministrazione provveda ad
indicare concretamente e specificamente i motivi della mancata contestazione diretta
ed immediata della violazione";
c) (Cass. Civ., sent. n. 11184 del 2001): "in tema di violazioni del cod. strada, la
contestazione immediata imposta dall'art. 201 del d.lg. n. 285 del 1992, ha un rilievo
essenziale per la correttezza del procedimento sanzionatorio e svolge funzione
strumentale alla piena esplicazione del diritto di difesa del trasgressore; la limitazione
del diritto di conoscere subito l'entità dell'addebito può trovare giustificazione solo in
presenza di motivi che la rendano impossibile, dovendo tali motivi essere, pertanto,
espressamente indicati nel verbale".

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Ovviamente tali decisioni sono state condivise da moltissimi giudici di merito;
esaminando infatti una infrazione accertata con apparecchiatura Velomatic 512 e
sottoposta all’attenzione del Giudice di Pace di Pisa osserviamo che questi (sentenza
del 6 giugno 2000) tralascia ogni considerazione sulle modalità organizzative di un
servizio di Polizia, rilevando che la lett. e) dell’articolo 384 Reg. C.d.S., collegata con
l’articolo 385 dello stesso Regolamento, pone di fatto, una precisa distinzione tra la
funzione di rilevamento, che può essere espletata con l’uso di apparecchi, e la
funzione di accertamento, quest’ultima di competenza esclusiva degli agenti tanto che
è solo quando il veicolo oggetto del rilievo sia già a distanza dal posto di accertamento
(e non del rilevamento), ovvero dalla postazione presidiata dagli agenti, che può
insorgere l’impossibilità di ordinare il fermo in tempo utile e nei modi regolamentari.
Pertanto qualora il rilevamento dell’eccesso di velocità avvenga con idonei strumenti
di misurazione la cui loro funzione è considerata "fonte di prova" (comma 6 art.142
C.d.S.) è pur sempre necessaria la presenza di agenti che accertino la violazione e la
contestino nella immediatezza del fatto in quanto ad avviso del Giudice il problema
dell’accertamento della violazione e della contestazione immediata inerisce sia alla
sfera organizzativa sia alle modalità con cui il servizio di vigilanza viene disposto per
assicurarne il corretto espletamento specie se realizzato, ritiene ancora il giudicante,
previa intimazione dell’alt più che con pericolose attività di inseguimento. Tutto ciò è
consequenziale alla finalità che qualunque attività di vigilanza (ovviamente data per
scontata la prevenzione) deve proporsi in primis per eliminare il pericolo incombente e
solo in secondo luogo per sanzionare chi è incorso nella violazione. Se ciò non
avvenisse resterebbero vanificate quelle normative intese ad eliminare ogni turbativa
alla regolarità della circolazione degli autoveicoli. E’ vero che le segnalazioni stradali
hanno una loro finalità in rapporto alle situazioni di tenuta della viabilità ma è
altrettanto pacifico che essenziale si rende il tempestivo intervento da parte delle
forze dell’ordine preposte ancor prima alla eliminazione dei pericoli che una guida
scriteriata possa provocare rispetto alla contestazione delle contravvenzioni.
Altrimenti permarrebbe la stessa situazione di pericolosità chissà per quanti chilometri
ancora.
Pertanto, continua sempre il Giudice nella sua motivazione, la notificazione del verbale
con cui è stata sanzionata la violazione ai sensi dell’art.201 C.d.S. non può mai essere
considerata surrogatoria della sua contestazione immediata specie quando le
motivazioni che l’hanno resa impossibile siano conseguenti ad un disadatto
posizionamento degli accertatori tale da non aver reso possibile l’intimazione dell’alt
ai conducenti dalla guida pericolosa per la circolazione stradale. Diversamente
l’attività dei vigili verrebbe limitata alla sola irrogazione postuma di sanzioni, senza
alcuna preventiva possibilità di intervenire immediatamente con finalità repressiva
atta a ridurre le occasioni di pericolo che il prudenziale limite di velocità consente di
evitare.
Il Giudice di Pace di Lucca con sentenza n.1231/05 del 3 ottobre 2005 e di
Modugno con decisione n.507/05 del 28 settembre 2005, occupandosi di identici
provvedimenti sanzionatori hanno aderito a quanto già stabilito dal loro Collega di Pisa
tanto che nelle rispettive motivazioni, pur con differenti argomentazioni, viene tuttavia
specificato che con l’attuale formulazione dell’art.201 bis C.d.S. sono stati ampliati i
casi in cui è possibile omettere la contestazione immediata delle infrazioni anche se i
medesimi rimangono tuttavia sempre ancorati al principio di legalità al punto tale da
non sfuggire alla cognizione del Giudice, seppure sotto il più limitato profilo della
sussistenza dei requisiti di legge e della legittimità da eventuali vizi logici e/o
procedimentali tanto che essi debbono essere puntualmente e compiutamente indicati
altrimenti dovrà presumersi la possibilità di una contestazione immediata non essendo
così in alcuna maniera invocabile da parte della Pubblica Amministrazione il rispetto
della discrezionalità amministrativa, essendo noto che di essa solo il merito è sottratto
al sindacato giurisdizionale, in esso rientrando invece la legittimità.
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Il ricorrente nell’associarsi alle suddette decisioni rileva come costituisca inoltre
eccesso di potere il mancato rispetto da parte della Pubblica Amministrazione,
nell’organizzazione del servizio di accertamento di violazioni, dei principi informatori
dell’ordinamento giuridico così come il fatto che l’interesse pubblico alla sicurezza
della circolazione stradale non sia stato ponderato comparativamente (ancorché nel
caso di specie tale ponderazione fosse possibile) con l’interesse del privato alla
partecipazione al procedimento amministrativo di cui lo stesso fosse parte. La
discrezionalità si atteggia in sostanza ad attività di scelta fra più soluzioni possibili, le
quali tutte devono permettere un giusto contemperamento tra tutte le posizioni di
interesse coinvolte. Si vedano sul punto anche le motivazioni contenute nelle decisioni
emesse dal Giudice di Pace di Cascina del 15 novembre 2000 e di Pontedera dell’1
luglio 2003.

Premesso quindi che:

Con l'atto di accertamento indicato in epigrafe i vigili della Polizia Municipale


contestano le violazioni che avrebbero accertato tramite autovelox Velomatic 512 con
numero di matricola 1819.
Tale accertamento non è stato contestato immediatamente al conducente ed
effettivo trasgressore, ma è stato comunicato soltanto in data 25 luglio 2008
all'odierno ricorrente, proprietario del veicolo e co-obbligato in solido, con notifica a
mezzo posta del relativo verbale.
Che i verbalizzanti quindi non hanno provveduto all'identificazione immediata del
conducente.
Che i verbalizzanti adducono come giustificativo della mancata contestazione
immediata un anonimo Art. 201 comma 1/bis lettera “e” senza ulteriori specificazioni e
senza riferimento legislativo alcuno rendendo impossibile dedurre la normativa da cui
esso derivi.
Ipotizzando che si riferisca al C.d.S (D.Lvo 39/04/1992 n. 285 e successive
modificazioni) bisogna anzitutto evidenziare che i suddetti motivi appaiono la mera
trascrizione di frasi generiche, prestampate su tutti i verbali di violazione di qualsiasi
articolo del C.d.S, valide per una molteplicità di accertamenti senza la garanzia di
alcuno specifico esame della fattispecie concreta. Emerge invece chiaramente che
l’apparecchio adoperato “Velomatic 512” consente l’accertamento della violazione al
momento del transito del veicolo.
Come si ricava dal manuale di istruzioni a disposizione pubblica sul sito del
produttore, tale apparecchio è di tipo evoluto e consente di rilevare l’infrazione
contestualmente al passaggio del veicolo innanzi all’apparecchio stesso poiché si
attiva un dispositivo sonoro di segnalazione al quale segue l’istantanea visualizzazione
della velocità del mezzo sull’apposito display. Successivamente all’avvenuto transito
del mezzo, la macchina fotografica scatta la foto. L’infrazione non viene quindi rilevata
né ad avvenuto transito del veicolo né tantomeno a seguito dello sviluppo della foto
che, come più volte chiarito dalla giurisprudenza, non costituisce in sé fonte di prova,
tali essendo, invece, ex articolo 142, comma sesto, del Codice della Strada solo “le
risultanze di apparecchiature debitamente omologate”. Ben poteva, e doveva,
pertanto, essere contestata immediatamente l’infrazione. Così, invece, non è stato.
L’atto di accertamento è da ritenersi nullo o comunque annullabile in quanto:
Non è a disposizione dell’istante neanche il fotogramma attestante che il
motoveicolo fosse effettivamente il proprio e comprovante l’eccesso di velocità

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contestato (65 km/h) e si insiste quindi per l’annullamento del verbale, stante la
mancata, immediata contestazione ed indica alcune recenti sentenze a sostegno della
propria tesi oltre che alcune circostanze.
Come visibile dalle copie di fotografie scattate al km 40+600 della SS 80 AQ-TE il
punto al quale si riferisce la violazione al CdS si trova immediatamente dopo l’uscita
(le foto sono state scattate tutte all’uscita della galleria Paladini) da una galleria non
illuminata lunga circa 1 chilometro. Appare ovvio che la percorrenza della stessa alla
guida di un motoveicolo debba essere effettuata con estrema prudenza tale da
rendere pressoché impossibile uscire dalla stessa a velocità sostenute e comunque
superiori ai 50/60 km/h (indicazioni di tachimetro) tenendo inoltre conto che il tratto
del km 40+600 all’ora ed alla data dell’infrazione si trovava in pieno sole ed il forte
contrasto tra il buio della galleria non illuminata e la sua uscita induce un qualsiasi
motociclista a maggiore prudenza poiché potrebbe vedere in ritardo veicoli
sopraggiungere dal lato opposto.
Comunque innanzi tutto doveva e poteva essere eseguita contestazione
immediata dell’infrazione. Il verbale di contestazione non immediata di violazioni dei
limiti di velocità emanato a seguito dell’utilizzo del dispositivo denominato Velomatic
512 è illegittimo. Tale tipo di strumento, infatti, è costruito in modo tale da rilevare la
misura dell’illecito prima del transito del veicolo. Così come stabilito dal Giudice di
Pace del Mandamento di Chioggia con sentenza del 08 luglio 2003.
Alla data, all’ora e nel luogo della presunta infrazione il ricorrente inoltre circolava
in fila indiana ed alla medesima velocità, distanziati di circa 50 metri l’uno dall’altro,
con altri due amici che non hanno ricevuto verbale di infrazione alcuno.
Il ricorrente e le altre due persone non ricordano assolutamente di aver notato gli
agenti della Polizia Municipale o i loro veicoli. Né ricordano segnalazioni inerenti la
“postazione mobile regolarmente segnalata e ben visibile” citata nel verbale, altra
frase generica prestampata, ipotizzando quindi una sua collocazione al di fuori della
carreggiata e quindi non in piano con la sede stradale o all’interno dell’autovettura
quindi soggetta alle vibrazioni dovute al passaggio di altri autoveicoli. E comunque
sospettando l’illecito contestuale occultamento sia dello strumento rilevatore di
infrazioni che degli agenti intenti a rilevare le infrazioni stesse con manifesta lesione
dell’art. 43 e dell’art. 183 del C.d.S. si noti che questi sono ipoteticamente possibili:
osservando infatti i fotogrammi scattati dallo scrivente (foto 3 e 4) si nota la possibilità
di posizionamento della pattuglia e dello strumento rilevatore soltanto ai lati
dell’uscita della galleria (circa 50 metri prima del km 40+600), in palese
occultamento, quando invece un agente avrebbe potuto tranquillamente disporsi
all’altezza dell’edificio posto alla fine del ponte dopo la galleria e fermare chi avesse
violato il limite di velocità su segnalazione del collega posizionato vicino allo
strumento che emette segnale acustico. Da testimonianze verbali raccolte sul posto
sembrerebbe comunque norma della pattuglia di Polizia Municipale posizionarsi subito
a ridosso del muro dell’uscita della galleria sulla corsia in direzione Teramo
(fotogramma 3).
Le altre due persone citate sono rispettivamente:
Il Sig. BBBB PPPPP, nato a Roma il 15 ottobre 1969, residente in Roma in via
Ruggero Fauro 102, 00197 ed il Sig. AAAA DDDDD, nato a Roma il 28 aprile 1972,
residente in Roma in via Antonio Fogazzaro 31, 00137. Entrambi hanno dichiarato allo
scrivente di voler e poter rispondere a domande in merito alla visibilità ed alla
localizzazione della postazione mobile.
Il ricorrente e le altre due persone non ricordano inoltre la presenza di un
agglomerato di edifici assimilabile a centro abitato (Art. 3 C.d.S.) regolarmente

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segnalato e delimitato e come da ulteriore sopralluogo non esiste cartello alcuno che
indichi la suddetta Frazione Paladini come centro abitato ma solo una galleria.
Dalle informazioni ottenute da ANAS SpA (si veda copia della mail ricevuta
dall’ufficio relazioni con il pubblico) il ricorrente inoltre ha appurato che la gestione,
proprietà e competenza del km 40+600 della SS 80 AQ-TE è interamente ANAS SpA e
non sembrerebbe quindi possibile da parte di organi di Polizia Municipale esercitare il
ricorso a strumenti quali il Velomatic 512 anche se il tratto di strada statale ricade nel
territorio comunale come stabilito anche dalla sentenza del 15 giugno 2004 del
Giudice di Pace di Cosenza.
Tutto ciò premesso,
considerato e ritenuto che ogni premessa o richiesta precedenti motivano la
nullità e/o l’annullabilità dell'accertamento, sottolineato in diritto che nel caso di
specie i verbalizzati non erano esonerati dalla contestazione immediata né hanno
addotto validi e chiari motivi oltre ad altre imprecisioni o inadempienze legislative.
Per quanto sopra chiede, in seconda istanza
All’Illustrissimo Signor Giudice di Pace, PREVIA emissione di Ordinanza di
SOSPENSIONE degli effetti del verbale di accertamento, sanzioni e pene accessorie
di voler annullare e comunque dichiarare inefficace l'atto di accertamento impugnato.
Il presente documento è composto da 6 (sei) pagine più una di elenco allegati.

Roma 5 settembre 2008

In fede
XXXX YYYYY

Altri recapiti:
telefono: 340 6001045
email: xxx.xxx@dominio.it

ELENCO DOCUMENTAZIONE ALLEGATA


 Copia del verbale di accertamento 306/2008 emesso dalla Polizia Municipale di
Crognaleto (TE).
 Copie di n. 4 fotografie scattate dallo scrivente all’uscita della galleria Paladini
(km 40+600 della SS 80 AQ-TE) direzione Teramo.
 Copia della posta elettronica ricevuta dall’URP ANAS SpA.
 Copia della richiesta di accesso agli atti amministrativi indirizzata alla Polizia
Municipale di Crognaleto (TE).

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 Copia della cartolina di ritorno della raccomandata di richiesta di accesso agli
atti amministrativi.
 Copia firmata del documento di identità dello scrivente.
 Estratto dalla sentenza dell’Ufficio del Giudice di Pace di Chioggia del 8 luglio
2003
 Estratto dalla sentenza 247/06 dell’Ufficio del Giudice di Pace di Biella
 Estratto dalla sentenza 87/01 dell’Ufficio del Giudice di Pace di Parma
 Estratto dalla sentenza dell’Ufficio del Giudice di Pace di Maddaloni del 10 aprile
2008
 Estratto dalla sentenza 1575 del 15/06/2004 dell’Ufficio del Giudice di Pace di
Cosenza

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