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Dott.

sa Giuseppina Di Maio
Laureata in terapia della neuro
e psicomotricità dell’età
evolutiva presso la Seconda Università
degli Studi di Napoli

Lo sviluppo del bambino e cosa fare quando non avviene

COME CRESCE IL BAMBINO

Si tratta di un periodo di vita unico ed irripetibile, in cui il bambino si delinea nei suoi
principali tratti di personalità.
Dal momento della nascita, il bambino è predisposto ad imparare e a rispondere nel
modo più adeguato agli stimoli interni ed esterni. Il processo attraverso il quale il
bambino si sviluppa in relazione all'ambiente si chiama adattamento.
E' possibile descrivere lo sviluppo naturale del bambino prendendo in
considerazione le principali aree di sviluppo: la crescita fisica, lo sviluppo cognitivo,
quello affettivo ed infine l 'area sociale.
LO SVILUPPO MOTORIO

Lo sviluppo motorio è in stretta relazione con quello corporeo.


Entrambi accompagnano il bambino dalla nascita al raggiungimento dell'età adulta.
Durante la crescita vediamo il bambino trasformarsi, non solo per dimensioni, ma
anche per proporzioni e possibilità fisiche. La testa del neonato ed i suoi occhi, si
avvicinano lentamente alle proporzioni che hanno nell’individuo adulto.
Il bambino piano piano impara a compiere movimenti sempre più precisi, a dosare la
sua forza, ad utilizzare l'equilibrio... Affina la sua motricità fine, acquisisce capacità
nuove e controlla i suoi stimoli interni.
Un passaggio molto importante è quello che segna il raggiungimento del controllo
sfinterico.
LO SVILUPPO COGNITIVO

A livello cognitivo, in questa fase del ciclo vitale abbiamo il maggior sviluppo della
nostra vita. Il bambino, come notano spesso genitori e parenti, "ogni giorno impara
qualcosa di nuovo", la sua mente è flessibile e ricettiva, Il suo pensiero si modifica
rapidamente, tanto che riesce a risolvere problemi sempre più difficili.

LO SVILUPPO AFFETTIVO

Lo sviluppo affettivo prende in considerazione l’area delle relazioni umane ed il


modo in cui il bambino si relaziona agli altri. La primitiva e più significativa
relazione, è quella con la madre.
La relazione con la madre funziona da prototipo per tutte quelle successive: sulla
base di essa si struttureranno tutte le altre.
LO SVILUPPO SOCIALE

Il mondo sociale del bambino costituisce una delle aree più importanti nella sua vita.
La famiglia rappresenta il primo ambito sociale di cui il bambino è parte.
Raggiungendo una maggiore maturità relazionale diventano significativi anche i
coetanei, la scuola, il contesto sportivo...
I coetanei rappresentano un elemento di confronto costante attraverso cui il
bambino può misurare sé stesso e la sua crescita. Il fenomeno dell'identificazione
porta il bambino a pensare, sentire ed agire come se le caratteristiche dell’altro
fossero le proprie. La posizione che si assume all’interno del gruppo influisce
sull’autostima e sull’auto-efficacia

QUANDO QUESTO NON SUCCEDE ?

Quando il bambino presenta delle difficoltà o dei deficit in una o più aree dello
sviluppo, (sia se è segnalato dalla scuola sia se sono i genitori a notare qualcosa) i
genitori sono indirizzati dal pediatra che deciderà se è il caso o meno di far fare una
visita specialistica al bambino. Se il pediatra acconsente manda la famiglia presso il
reparto di Neuropsichiatria Infantile della zona.

COME INTERVENIRE

Attraverso l’intervento psicomotorio si può sia individuare eventuali deficit del


bambino (prevenzione/educazione), sia lavorare sui suoi punti di forza (terapia). Che
cos’è la psicomotricità? La psicomotricità è un invito a comprendere ciò che il
bambino esprime del suo mondo interno attraverso l’utilizzo del corpo e della
mente e a cogliere il senso dei suoi comportamenti. Essa ha come obbiettivo quello
di sollecitare l’iniziativa spontanea e la partecipazione attiva ad attività della vita
quotidiana, ad attività espressive e di comunicazione, utilizzando dei tempi diversi a
seconda delle capacità del bambino.

La psicomotricità educativa,si svolge generalmente nelle scuole, ha come obbiettivo


lo sviluppo delle capacità di base (ad es.: come lo sviluppo motorio, cognitivo,
relazionale e affettivo). È rivolta a tutti i bambini e non solo a chi è in difficoltà.

La psicomotricità preventiva viene richiesta direttamente da un ente (es.: insegnanti


di una scuola). In questo caso l’intervento è diretto nei confronti del singolo o dei
singoli per cui è stata fatta richiesta.

La psicomotricità terapeutica viene applicata nei centri di riabilitazione e ha come


obiettivo quello di migliorare la qualità della vita del bambino disabile e della sua
famiglia.

INTERVENTO PSICOMOTORIO
Si basa appunto sulla considerazione della persona in modo «globale», cioè come
integrazione fra motricità (volontaria e involontaria) e attività psichica (affettiva e
cognitiva).
La psicomotricità propone quindi un APPROCCIO GLOBALE basato sul presupposto
che il bambino sia un’unità di mente e corpo, e che la crescita armonica avvenga
solo
tramite l’integrazione e l’armonizzazione delle diverse competenze.
La motricità,l'affettività, la sensorialità, lo sviluppo intellettivo, tutte queste cose si
uniscono a formare il bambino tutto intero, quel bambino a cui l'attività
psicomotoria si rivolge.
L'espressività psicomotoria di ogni bambino, somma di tutte le sue possibili
espressioni, è unica e originale, come unico e originale dovrà essere il percorso di
intervento per ognuno.
E' da questa modalità di porsi del bambino (l'espressività psicomotoria, appunto)
che parte lo psicomotricista per favorire uno sviluppo più armonico del bambino
stesso e una sua evoluzione.

LO SPAZIO TERAPEUTICO

Lo spazio terapeutico e riabilitativo viene specificamente predisposto per la


realizzazione di percorsi personalizzati con i singoli bambini o con il piccolo gruppo.
Una struttura specifica caratterizza in genere lo spazio psicomotorio,sia se si
vogliono fornire stimoli differenziati per le diverse tipologie di bambini e bambine,
sia per le diverse fasi dell'esperienza psicomotoria individuale:
- l'accoglienza iniziale
- il patto e la definizione di tempi e regole di gioco
- la scelta dell'attività di gioco da parte del bambino, in base alla predisposizione
attuata dall'adulto
- l'esperienza globale di gioco, dando spazio all'esplorazione dei materiali proposti
ed alla sperimentazione diretta
- il progressivo approfondimento di un ambito di gioco andando ad una definizione
condivisa dell'uso di spazi e materiali.
- il passaggio da un gioco senso motorio ad un gioco maggiormente simbolico
(saper rappresentare se e gli altri con la mente), nel quale viene approfondita
l'interazione e l'utilizzo di codici comunicativi condivisi
- la presa di distanza dall'azione
La strutturazione dell'ambiente facilita una progressiva strutturazione del
comportamento dei bambini, senza che sia necessaria una conduzione direttiva da
parte dell'adulto.
E' l'ambiente che facilita l'attivazione del bambino su esperienze adatte al loro livello
di sviluppo, che l'adulto fornisce attrezzando opportunamente l'ambiente di gioco
e dà spazio alla libera iniziativa dei bambini, che viene incanalata e regolata
sapientemente all'interno della relazione terapeutica.
LO SPAZIO RITUALE DI ENTRATA ED USCITA

Luogo in cui inizia l’incontro tra l’adulto ed il bambino, in cui togliere le scarpe,
ricordare alcune regole del gioco, guardarsi negli occhi, prendere i primi accordi,
salutarsi alla conclusione.
Panchetta o divano posizionato in entrata

LO SPAZIO SENSOMOTORIO

È il luogo dove il bambino può sperimentare con pienezza le potenzialità del proprio
corpo e della propria persona, attraverso un ambiente appositamente strutturato su
diversi piani, orizzontali, verticali, obliqui, duri, morbidi, elastici, resistenti.
Piani sui quali arrampicarsi, nei quali entrare, dai quali farsi avvolgere, partendo dal
presupposto che i bambini non solo conoscono lo spazio e gli oggetti attraverso
l'azione diretta, ma anche potenziano attraverso l'azione le proprie abilità di
equilibrio, regolazione e coordinazione, rinforzando così la propria sicurezza ed
acquisendo maggiore fiducia nelle proprie abilità motorie ed espressive. I materiali
adoperati sono:
materassi, cuscini, coperte e stoffe, cubi ed altre forme grandi di gomma piuma,
oggetti sui quali sperimentare l’equilibrio e il disequilibrio, oggetti dentro i quali
rifugiarsi e ritrovare i propri confini, corde, palle (grandi e piccole), tunnel, cerchi di
plastica e un grande specchio alla parete.
LO SPAZIO SIMBOLICO

È il luogo in cui giocare i propri potenziali immaginativi e giocare il proprio


personaggio, il proprio ruolo:una mamma, un bimbo piccolissimo e ammalato, un
gattino, un papà, un supereroe!
Gli stessi spazi di prima vengono investiti progressivamente in modo simbolico,
divenendo teatro di avventure significative per la crescita e l’integrazione personale
del bambino.
Si possono anche aggiungere oggetti per il gioco di ruolo, come bambolotti, stoffe,
valigette di diverso tipo (quella del dottore è la più gettonata!) ed oggetti
tridimensionali (animali e pupazzetti) per realizzare un gioco simbolico di cui il
bambino è regista e l’adulto supporto o interlocutore.
Possono esserci costruzioni in legno o gommapiuma, per rappresentare quanto
vissuto, per sperimentare le diverse dimensioni costruttive (verticalità, orizzontalità
…) ed ambientare le storie animate con i pupazzetti

LO SPAZIO DELLA RAPPRESENTAZIONE


E DELLA SIMBOLIZZAZIONE

È il luogo in cui dare forma all'esperienza vissuta attraverso il gioco psicomotorio,


prendendo gradualmente distanza dalle emozioni e sapendole nominare. Questo
spazio deve contenere diversi materiali che facilitino a diversi livelli la
rappresentazione, sia attraverso il disegno che la costruzione e la manipolazione. I
materiali che si usano a tale scopo sono: plastilina, fogli grandi, una lavagna bianca,
un tavolo, fogli piccoli, un raccoglitore personale e dei giochi per lo sviluppo della
manipolazione.
LO SPAZIO DELLA LETTURA

La lettura a fine seduta dona al bambino un momento di rilassamento finale, in cui


sviluppare ulteriormente l’osservazione e l’attenzione, approfondendo contenuti
utili allo sviluppo del linguaggio e della comunicazione.

BIBLIOGRAFIA

 Sito dell’ANUPI (Associazione Nazionale Unitaria Terapisti della Neuro e Psicomotricità


dell’età Evolutiva Italiani)
 Militerni R. (2004) “Lo sviluppo neuropsichico” editrice Ildeson-Gnocchi
 Camaioni L., Aureli T., Perrucchini P.(2004) “Osservare e valutare il comportamento
infantile” editore Il Mulino
 Valente D. (2009) “Fondamenti di riabilitazione in età evolutiva” editore Carrocci Faber

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